1932- 2016
Ci ha lasciato Umberto Eco.
Con Umbertone non se ne va solo un grande esponente della cultura -italiana e non- ma anche un padre della patria per alcune chiavi di lettura che sono alla base di tanto cinema che amiamo e, con il suo dialogo costante tra “alto” e “basso”, anche del sito che tenete in mano.
Se oltre a Il nome della rosa traessero dei buoni film anche da Baudolino, La misteriosa fiamma della regina Loana o Il pendolo di Focault avremmo del buon cinema da combattimento italiano.
Principalmente però ci lascia un intellettuale simpaticamente antipatico, che ha sempre giocato con le sue regole e pisciato in testa agli snob.
Come piace a noi.
Notizia assai triste, ovviamente.
Ma sono contento di vederlo ricordato qui sui 400 calci: un film su Baudolino (il mio libro preferito) è stata una delle prime cose a cui ho pensato dopo aver saputo della sua morte.
Rip
Era veramente un capo.
E Baudolino è un libro magnifico.
Addio
Peccato. Sua anche una delle migliori analisi di James Bond.
Un grande pensatore e scrittore: mi ricordo della sua raccolta di saggi “Apocalittici e Integrati” in cui per primo parla in Italia di cinema e fumetti in termini di cultura.
Un grande davvero. R.I.P
“Fa freddo nello Scriptorium, il pollice mi duole. Lascio questa scrittura, non so per chi, non so più intorno a che cosa: stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus”
RIP
Ciak sei il migliore.
la notizia mi ha freddata
RIP
ECO_pitaffio:
Qui stanno solo sepolte le mie carni,
per tutto il resto, cercami in libreria.
Io e Umberto Eco ci siamo conosciuti alle medie: primi anni ’90, a scuola ci facevano fare un’ora a settimana di lettura libera, e potevamo portarci il libro da casa. I miei compagni leggevano se andava bene “Lo hobbit”, io un libro scovato in casa con la copertina azzurra e un primo capitolo talmente palloso che l’ho letto davvero solo alla terza volta che rileggevo il resto del libro.
Lo shock più grande è stato scoprire che ne avevano fatto un film. Uscito nel 2006. Ci hanno messo un mese a convincermi che non era tratto dal pendolo di Focault ma da una cosaccia chiamata Il codice da Vinci.
Quando uno precorre…
Mi unisco al tuo omaggio; che incazzatura quando tutti impazzivano per il codice da vinci, ricordo che a tutti loro dedicavo uno sprezzante “si ma se non hai letto il pendolo non sai un cazzo”.
Avrei molto da condividere con voi sul perchè Umberto Eco sia così importante per me (noi)… ma questo è solo un saluto.
Grazie Professore.
bravo, proprio il giusto atteggiamento intellettuale snob che avrebbe sicuramente apprezzato
hai ragione ero giovane e stupido
non credo solero stesse scherzando.
Siamo tutti più uguali senza il suo ego.
Addio Professore
Io so solo che la sera, quando ci uscivi, non sapevi mai se avrebbe continuato a scoreggiare tutto il tempo o se si sarebbe cacato addosso direttamente chiedendo scusa a tutti per l’imprevisto. A parte questo, era un tipo loquace e cordiale, non si dava arie (eh, tranne quelle) e risultava tutto sommato gradevole benché dotato di un imperdonabile umorismo da prima elementare.
Ieri ho rivisto qualche spezzone de “Il nome della rosa”, che non ho guardato per intero solo perché l’avevo giusto rivisto qualche mese fa.
Anche se meno complesso, meno affascinante e persino meno mortifero e macabro del romanzo, uno dei pochi grandi film di genere del cinema europeo mainsteam degli anni 80. Più un thriller horror o un fantasy molto dark che non un film storico, con la scena di sesso tra Christian Slater e la poverella che ha traumatizzato e esaltato una generazione di adolescenti.
Mi è venuto da pensare che Garrone è infinitamente meglio di Annaud, ma Annaud quando girò “Il nome della rosa” non ebbe la rigidità letteraria, il distacco pasolininano, diamo pure quella scopa in culo che Garrone non è riuscito ad evitare girando “Il racconto dei racconti” – pur con le migliori intenzioni del mondo.
E mi è venuto da pensare come film come INDR in Italia se ne potrebbero girare a decine ogni anno, visto che le scenografie ce le abbiamo lì pronte praticamente ovunque, e di come all’epoca dal mega successo del “Nome della rosa” (romanzo e poi film) sarebbe potuto nascere un filone di thriller medievali, roba che poteva essere un nuovo fenomeno come gli spaghetti-western. Invece niente. Per girare il film dovettero pensarci i francesi, con attori americani e inglesi…
In effetti basterebbe pensare a Ladyhawke. Anche quello ce lo saremmo potuti girare da soli, non aveva super effetti e nemmeno stunt inarrivabili.
quali sono gli stunt inarrivabili di lady hawke?
ok. ho capito in ritardo.
la solita tardona :)
Epic-taffio:
Hai trasformato quel maledetto medioevo in un bestseller;
E come direbbe Ilgiornale.it “Ora è a tediare gli angeli lassù”
Baudolino, caspita che bel libro. Mi accodo alla prece: ne facciano un film da 800 calci!
non pensavo fosse così vecchio!!!
grazie umberto
Comprendo il dispiacimento per il romanziere (che molto ha fatto godere anche me), ma bisognerebbe mettersi d’accordo con sé stessi. Questo sito mi pare scritto e letto da persone piuttosto sensibili al tema della libertà personale: se così è, allora tutto si può fare tranne che rimpiangere Uberto Eco. Scusate la deviazione ma mi pare che tutto un po’ si tenga.
Spettabile Marco,
ma che cazzo dici?
Cioè Eco era contro la libertà personale?
Ma almeno quando dici “libertà personale” lo sai a che concetto ti stai riferendo?
Te lo chiedo non tanto per polemica (c’è anche quella), ma perché è un’affermazione così sballata da smettere di essere una provocazione per entrare direttamente nel campo delle stronzate.
Gentili Stroszek e pilloledicinema, nulla di più lontano dalla provocazione. Non è un blog politico, e mi limito ad osservare che un evidente sostenitore dello Stato Etico non può, in termini, portare al primo posto (e neanche al secondo) della propria personale classifica tra i cardini del vivere civile, né la libertà personale, né la democrazia – almeno non quelle intese in senso anglosassone.
Seeeeh, ciaone.
Mi sa che c’ha preso pilloledicinema: siamo nel campo delle stronzate.
cioè, ma seriamente?