Prima che Nanni Cobretti ci lasciasse in consegna i400Calci, mi prese da parte (durante il mega-party in suo onore tenuto alla Cobretti Mansion, e, se non ricordo male, proprio mentre si svolgeva un combattimento tra nani addestrati nelle giungle di Valverde all’interno della riproduzione in miniatura del Thunderdome in salotto) e mi disse: “George, ci sei molto piaciuto per come hai mantenuto una fazza seria quando hai recensito Frankenstein vs. The Mummy. Sarà perché è un argomento molto vicino alla tua esperienza, essendo tu, lo ricordiamo ai lettori – disse proprio così – un non-morto. Perciò, visto che io ti ho salvato il culo quando vagavi senza meta per la brughiera in cerca di uno scopo, nèvero, allora comando e voglio: d’ora in poi tu recensirai tutti gli adattamenti straight-to-video di Frankenstein. Contento?”. E che gli devi dire? Era la sua festa, dopo tutto, e comunque a Nannibal Pericolo Cobretti bisogna sempre dire “Sì”.
Sigla!
httpvh://youtu.be/_L5p-4K9J1s
Quando ho iniziato a vedere Frankenstein di Bernard Rose (lo stesso di Candyman, ma anche di SXTape, un film che ha fatto dire al nostro Miike “Il found footage è morto”) un tarlo si è subito infilato nel mio cervello: sta’ a vedere che anche questo, come quello con la mummia, è una merda. La puzza di VOD si avvertiva lontana un miglio, anche perché gli adattamenti di Frankenstein sono sempre un big deal (basta vedere quanto stanno sfracellando il cazzo con quella cosa lì con Eripòter e il professor Xavier), e dunque, mi chiedevo, come è possibile che questo sia spuntato così un po’ dal nulla? L’unica ragione plausibile, appunto, è che fosse una cosa abbastanza imbarazzante da meritarsi di uscire solo on demand. E invece qua… rullino i tamburi… in mancanza di altro (perché notoriamente a primavera in sala non c’è un cazzo di importante!) ESCE AL CINEMA.
E insomma, mi appresto alla visione sapendo solo che c’è Trinity e che la trama di IMDb dice: “A married couple of scientists create a modern-day monster”. Quello che mi aspetto è una rilettura del mito, e l’angolo della coppia di scienziati mi pare anche interessante, perché nel mondo di oggi mica solo l’uomo può aspirare a fare Dio, ma anche, giustamente, la donna. Parte il film, e scopro che c’è quel rispettabile figlio di buona donna (e di John Huston) di Danny Huston, e mi dico “huh”. Poi viene fuori che il suo personaggio si chiama Viktor, e dunque è proprio il dottor Frankenstein, e io tipo “ehhhh”. Dal momento in cui il mostro (Xavier Samuel) evade dal laboratorio sotterraneo super-segreto e inizia a vagare per Los Angeles incontrando, nell’ordine, la bambina e il cieco di ordinanza, io stavo già attaccato al telefono con Bernard Rose che mi raccontava tutti gli spoiler in anticipo.
Frankenstein sembra scritto da me quando avevo 17/18 anni. Non lo dico mica a caso: circa a quell’età mi ero intrippato con il Frankenstein di Mary Shelley e le poesie di Blake e avevo scritto parte di una sceneggiatura ispirata al romanzo, in cui spostavo l’ambientazione in una metropoli moderna e il mostro era un essere umano sintetico braccato dalle forze dell’ordine. L’avevo intitolata “Fearful Symmetry” e mi ero sentito molto intelligente nel farlo. Se tutto ciò vi suona ridicolo è perché lo era. Ma ricordate che avevo, appunto, 17/18 anni.
Qual è la scusa di Rose, invece? Lui che di anni ne ha 55 e il cinema lo fa da 30? Nessuna, tanto più che probabilmente è davvero convinto di aver realizzato un’opera di grande spessore, un lettura che trasporta i dilemmi morali di Frankenstein nel mondo moderno. Per lui questo equivale a: mettere insieme una storia basata più sugli adattamenti cinematografici del romanzo che sul romanzo stesso, attualizzare un minimo la tecnologia con cui il mostro viene creato (senza però spiegarla davvero), spostare l’ambientazione a Los Angeles e incorniciare il tutto con una serie di monologhi off del mostro tratti dal romanzo, tanto per dare un alone di romanticismo. Me lo vedo proprio, Rose, in fase di scrittura: “E qui ci piazzo il monologo da Frankenstein. Che profondità! Che accostamento ardito tra lo squallore di L.A. e il tono aulico della prosa di Mary Shelley!”. Solo che il risultato è l’opposto, ridicolo, e ti ritrovi a pensare: “Ma scusa, se questo poraccio passa tutta la sua esistenza in mezzo alla merda, ai bidoni della monnezza e alle puttane, dove cazzo impara a parlare in maniera così forbita?”. Anzi, a “pensare” in maniera forbita, perché quando parla pare il cugino scemo di Sloth.
Ciononostante, l’unica cosa abbastanza azzeccata è il mostro. Spesso, nei film, lo trasformano in un crudele assassino o un povero mentecatto impacciato. Il mostro di Xavier Samuel (che si chiama Adam, sai che originale!), per lo meno, è rappresentato come un bambinone che uccide solo perché nessuno gli ha imparato a distinguere cose basilari come vita e morte, giusto e sbagliato, o a controllare la propria forza sovrumana. Per il resto, gli spunti di rilettura sono pari a zero. Ve la ricordate quella storia della coppia di scienziati? Ecco, dimenticatela, perché l’unica cosa che riesce a farci Rose è imbastire l’ennesima, trita metafora del complesso di Edipo ammazzo-papà-mi-scopo-mammà. Con in più un paio di maccosa di tutto rispetto, tipo che ‘sti due mammalucchi hanno creato un assassino super-forzuto, sanno che è a piede libero per L.A. e se la vivono smeralda. O Adam che trova il laboratorio aprendo per caso Google Maps.
“Pronto?”. “Pronto, Bernard Rose? MAVAFFANCULO!”. Tu-tu-tu-tu…
DVD-quote:
“Questo film l’ho scritto io a 18 anni”
George Rohmer, i400Calci.com
Se la tua sceneggiatura si chiamava “fearful symmetry”, mi sa che oltre che per shelley e blake, eri intrippato pure per x files : )
[Precisino del menga mode: on]
Credo che “fearful symmetry” venga dritto dritto da Blake e la sua “The Tiger”:
Tyger! Tyger! burning bright
In the forests of the night,
What immortal hand or eye
Could frame thy fearful symmetry?
Mi sa che quelli di X-Files stavano in fissa dura con Blake pure loro.
[Precisino del menga mode: off]
@ venerabilejorge: Che occhio che hai.
Chiaro, ma in realtà sì, c’entrava anche X-Files.
Ecco, lo sapevo!
Gli è che pure io ero preso benissimo dal Blake in gioventù e non ho saputo resistere :D
Era citato pure in Watchman (fumetto), se e’ per questo – sempre come rimando a Blake…
Dalla frequenza con cui vedo citare The Tyger e Ozymandias nella narrativa in inglese mi sono fatta l’idea che si tratti di poesie che hanno, per un anglofono, la stessa risonanza che per un italiano avrebbero l’Infinito di Leopardi o l’incipit della Divina Commedia… E’ solo un’impressione mia o c’è del vero?
Ti dedico thank you dei led Zeppelin perché mi ero rassegnata all’idea che la prossima recensione sarebbe arrivata solo dopo Pasqua. E invece ecco che arriva il gioiellino :)
ho avuto la sventurata idea di vedere quello col potter…DOLORES, se ci sei ancora ed hai intenzione di resuscitare la rubrica FROCINEMA, sappi che non avrai miglior occasione di recensire quella roba lì…
@ George, ti segnalo un refuso: “Nannibal Pericolo Cobretti” va scritto tutto maiuscolo…
Ma il titolo del poster l’hanno preso da un sms di un bimbominkia? FRANK3NST31N….rabbrividisco….dalle immagini postate sembra che, ad un certo punto, tra il cieco e la creatura compaia Kurt Cobain squatter a chiedergli qualche spicciolo per un panino….
Secondo me è stato scelto per selezionare l’età media degli utenti. Siamo troppo vecchi per queste stronzate.
su quello non ci piove….è il target che conta!
Anche film così hanno la loro utilità. Ad esempio farmi scoprire che Danny Huston è figlio di quel tanto Huston là.
signori ma ci rendiamo conto di chi interpreta il cieco random negro?
Tra parentesi chiude pure il cerchio con candyman
Oh cacchio!
E’ la prima volta che una tua recensione scritta per distruggere un film ha fatto l’effetto di farmi venire voglia di vederlo (a parte la stronzata di Google).
Sulla carta l’idea di mantenere il testo ottocentesco in una ambientazione moderna crea un contrasto interessante – e l’argomento “verosimiglianza” mi sembra poco rilevante in un film su un mostro forzuto creato in laboratorio.
Mi fa un po’ pensare a “Giulietta + Romeo” col giovanissimo Dicaprio, dove il testo shakesperiano nella citta’ moderna creava un effetto straniante ma anche dotato di un suo fascino.
Poi questo film su Frankenstein non l’ho ancora visto e magari e’ realizzato col culo, pero’ l’idea ci stava.
il cieco che suona la chitarra MA guarda gli accordi mi ha quasi comprato!
Cmq il mostro di Frankenstein avrebbe tutta la carica di disagio per spaccare tra il pubblico emo directioner belibier odierno al pari di vampiri e uomini lupo ma stanno soltanto buttando occasioni al cesso. A partire da quello con eckart fino a questo (che vedo da imdb usa un tizio a caso di twilight) fino a quello coi capelli zozzi di penny dreadful.
No, signori del marketing, non ci siamo
Gli ultimi film di Rose fanno cagare ma non bisogna togliergli il merito di aver fatto paperhouse (gran film stranamente non citato) e vabbè candyman.
George Rohmer nuovo sindaco di Valverde!!
(Frank & Stain, siamese di Nanni, per dire;)
Io ho apprezzato la caratterizzazione del mostro di frankestein in penny dreadful (che è proprio una bomba di serie e Victor lo fa il fratello gemello di quello che interpreta il pischello fattone in attack the block)
Non saresti stato l’unico a saccheggiare Blake in maniera pretestuosa: http://www.imdb.com/title/tt1244658/