Vi ricordate che bombetta che era La tigre e il dragone?
A-ha, domanda trabocchetto!!! La tigre e il dragone era una colossalissima rottura di palle.
Non scherziamo, il nobile genere del wuxia ridotto a melodrammone in costume per gente che si sente in colpa quando si diverte? Ma anche no, grazie. E senza il grazie.
Lo ammetto, sono prevenuto nei confronti di Ang Lee. Il suo Hulk era da galera e non perché usava gli split screen in modo criminale, ma perché dietro quella scelta così pacchiana ci ho sempre visto tutta la spocchia di quello che senza sapere un cazzo di fumetti arriva sul set e annuncia “tranquilli che adesso ‘sto fumetto ve lo trasformo io in una cosa intelligente” — e non riesco a togliermi dalla testa l’idea che fosse lo stesso approccio con cui aveva affrontato le arti marziali cinesi.
Il wuxia, la cappa e spada cinese, il genere che per definizione è il trionfo della fantasia, del mandare tutto in caciara, dell’estro visivo e narrativo, diventa con La tigre e il dragone il pretesto per una glaciale e soporifera storia di morte e amori impossibili intervallata da qualche bel combattimento montato male. La critica si spella le mani a suon di applausi e di seghe — finalmente un film di arti marziali in cui si sta male e ci si annoia! — e la pellicola meno wuxia di sempre diventa la pietra di paragone per ogni altro wuxia che arriverà in occidente nei successivi 16 anni.
Perché dunque abbiamo deciso di vedere e addirittura di parlare di una cosa come La tigre e il dragone 2?
Per tre motivi.
Motivo numero 1: perché Ang Lee se n’è andato fuori dalla palle.
Motivo numero 2: perché la protagonista è ancora Michelle Yeoh, più milf che mai, e accanto a lei c’è quel dio greco cinese di Adonis “Donnie” Yen.
Motivo numero 3: la regia è di Yuen Woo-ping.

La Cina festeggia Ang Lee fuori dalle palle.
Breve storia di Yuen Woo-ping: è probabilmente il più importante regista di arti marziali vivente.
Classe 1945, debutta alla regia nel 78 con due film: Il serpente all’ombra dell’aquila e una cosetta chiamata Drunken Master, che consacrano un allora 24enne Jackie Chan e ridefiniscono le regole del genere: non più solo botte, ma anche botte a uso ridere. Negli anni che seguono dirige altre robe grossissime e fa la fortuna di varie altre star del cinema da combattimento come Jet Li, Sammo Hung e, guarda caso, Michelle Yeoh e Donnie Yen. Negli anni 90 è una presenza talmente imprescindibile nel panorma di menare, che persino in America si accorgono della sua esistenza e diventa, almeno per gli addetti ai lavori, il punto di riferimento delle arti marziali a Hollywood: cura le coreografie di Arma Letale 4, i 2 Kill Bill, tutti e 12 i Matrix e, per l’appunto, La tigre e il dragone.
Per tutti gli anni zero si limita a distribuire consulenze più o meno ovunque e torna a dirigere solo nel 2010. In un certo senso, il seguito di La tigre e il dragone gli spettava di diritto: uno si fa il culo per 30 anni per vedere incoronato ambasciatore del wuxia nel mondo Ang Lee?! È la sua terza regia ufficiale dopo una “pausa” di 14 anni, lo aspettavamo a braccia aperte.

Vecchietti marziali.
La trama, paradossalmente accusata di non c’entrare nulla col film precedente, ne è in realtà il seguito fedelissimo, dato che viene dalla stessa saga letteraria, la pentalogia della “gru d’accaio”, ed è l’adattamento (sicuramente con qualche sforbiciata, ma ehi, dura il giusto) del capitolo immediatamente successivo. Michelle Yeoh veste ancora i panni della guerriera Yu Shu-Lien, ormai avanti con gli anni ma ancora parecchio in forma, mentre Donnie Yen è Lupo Silente, personaggio inedito ma in realtà già menzionato nello scorso capitolo (era il promesso sposo di Shu-Lien, ma all’epoca lei lo credeva morto): entrambi avranno nuovamente a che fare col MacGuffin chiamato “Destino verde”, la spada leggendaria su cui tutti vogliono mettere le mani per motivi abbastanza del cazzo, ma ciò che porteranno veramente a casa sarà la soddisfazione di aver chiuso i conti con il passato e la consapevolezza di poter cedere il testimone alle nuove generazioni, gli acerbi ma promettenti Wei-Fang (Harry Shum Jr.) e Vaso di neve (Natasha Bordizzo?!).

Dietro, le nuove generazioni che aspettano di ricevere il testimone; in primo piano, Michelle Yeoh e Donnie Yen che dicono “col cazzo”.
Inutile entrare troppo nel dettaglio, ma c’è una scena che mi va di raccontare perché da sola sintetizza lo spirito con cui è stato fatto, e con cui va preso, un po’ tutto il film.
Premessa: in ogni film di arti marziali che si rispetti, i combattimenti si dividono sempre tra dannatamente seri e “di riscaldamento”. I primi sono catartici, carichi di un significato più alto, e coincidono con le scene madri del film; i secondi sono vulgar display of power, scontri privi di pathos ma non per questo meno curati dal punto di vista coreografico (anzi!), la cui utilità è farti vedere quant’è forte un certo pesonaggio e consistono generalmente in uno schema “uno contro mille”. Personalmente, ho sempre preferito questi ultimi, perché è lì, dove non c’è coinvolgimento emotivo, dove non ci sono ingerenze da parte della trama, che emerge in tutta la sua potenza l’anima profondamente circense del genere.
La scena in questione ha luogo a circa mezz’ora dall’inizio del film: un esercito di poveri stronzi attacca briga per futili motivi con Donnie Yen e a lui non rimane altra scelta che stenderli come dei tappeti dal primo all’ultimo. È un combattimento fantastico, tra corpi privi di peso, evoluzioni impossibili e soluzioni impensabili, la quintessenza del wuxia e della kung-fu comedy, e Donnie se la gioca facendo il pagliaccio, ridendosela sotto i baffi dall’inizio alla fine, anche se il suo personaggio più avanti verrà presentato come serio e un po’ malinconico, quasi come se non fosse neanche lo stesso film, come se volesse dirci “ma sì, tranquilli, siamo qui per divertirci”.

Donnie ride sotto i baffi.
Purtroppo, e nonostante gli sforzi di Donnie Yen, continuiamo a vivere in un mondo in cui il divertimento provoca imbarazzo e disagio ai più, e La tigre e il dragone 2 ha ricevuto quello che Wikipedia ama definire “mixed reviews”.
In realtà è un pelo più complessa di così.
Da quel che si capisce della sua vicenda produttiva, La tigre e il dragone 2 è un film fortemente voluto dall’occidente e fortemente indirizzato a un pubblico occidentale. Attori, regista e maestranze sono cinesi, ma la sceneggiatura è di un americano (John Fusco, già autore di un’operazione molto simile, Il regno proibito, nel 2008) e a distribuirlo è l’americanissima Netflix; stranezza delle stranezze, è stato girato tutto in Nuova Zelanda. Del resto, se La tigre e il dragone ha sì spopolato da noi, ma non ha lasciato chissà che segno nel già vasto panorama orientale, non è una sorpresa che questo seguito in Cina non sia piaciuto granché perché percepito come “non abbastanza cinese”.
Il fatto, e qui mi lancio in una metafora culinaria di rara saggezza, è che se La tigre e il dragone usava tutti gli ingredienti di un tipico piatto cinese per preparare un hamburger, La tigre e il dragone 2 prepara un tipico piatto cinese con ketchup e formaggio cheddar. Alla fine è sempre questione di sapere cosa stai comprando e capire se è o meno la tua tazzina di tè (aromatizzato al cheddar).
A meno che non sia su Netflix: in quel caso taci e guardalo perché tanto l’hai già pagato, e sì, non ti cambierà la vita, ma se la critica peggior che possono fargli è di non assomigliare a un film di Ang Lee, direi che è tutto grasso che cola.
DVD-quote:
“Questo, per esempio, non fa dormire”
Quantum Tarantino, i400calci.com
c’è Donnie Yen? Sarà mio dovere fancalcista vedermelo!
“La Tigre e il Dragone” per me assurge a un record personale: sta in quella risicatissima manciata di film che in vita ho interrotto al minuto dieci (un altro che riesco a ricordare è tipo The Silver Lining).
Ma le giovani leve sono un’australiana con madre cinese e un americano (che ha fatto anche Glee)….amaress, chiaro che Donnie e Michelle col cazzo che passano il testimone….
Il dubbio è: non sarà che le giovani leve vengono scelte *apposta* così poco credibili, in modo che i grandi vecchi siano legittimati a non cedere il trono manco per il cazzo? è un po’ un serpente che si morde la coda…
Eh io però devo confessare che alcun punti dell’Hulk di Ang Lee non mi dispiacciono per niente. Pur riconoscendone i difetti macroscopici e la spocchia.
il problema è che i produttori pensino che quelle due giovani leve siano credibili a un pubblico di occidentali, di certo non dobbiamo cercarli in questo film gli eredi dei grandi vecchi…in quella cosa strana che è il Il regno proibito ci fanno passare Michael Angarano come il nuovo talento delle arti marziali.
@quantum in effetti c’è zero carisma però sia per gli orientali che per gli occidentali
@supertramp secondo me è trasversale, eh? non credo che i produttori pensino di gabbare *almeno* il pubblico occidentale, il discorso è semplicemente: servono giovani perché i giovani in un film ci vogliono, li prendiamo belli ma non troppo bravi e nemmeno troppo adatti alla parte (nessuno dei due è un artista marziale), così in questo film qua fanno il loro porco lavoro e poi spariscono nel nulla, non minacciando il primato dei due grandi vecchi che reggono il film — sia agli occhi del pubblico orientale che di quello occidentale, che magari non è espertissimo di wuxia, ma che nessuno dei due ha il carisma di Yen ci arriva lo stesso.
di sicuro non prendi un giovane che possa oscurare Yen, anche se questo mi sembra alquanto impossibile, di attori-artisti marziali quasi al suo livello ci sono ma sono tutti over 30, non vedo la giovane promessa. Poi magari ci vuole tempo chi se lo aspettva che quell’ inglese che le prende da Jet li in Danny the dog sarebbe diventato in nostro eroe.
ma guarda che stiamo dicendo la stessa cosa. una giovane promessa che possa mettere in ombra donnie yen semplicemente non esiste, certo che la produzione poteva scegliere almeno qualcuno che corrispondesse alla definizione di “giovane promessa” e non un modello/ballerino/cantente usa e getta il cui talento è essere bello e basta: lì c’è proprio la cattiva fede, e non può cascarci né il pubblico orientale né quello occidentale.
Mi piacerebbe approfondire la frase “tutti e 12 i matrix”. È un refuso o me ne sono persi una decina?
Ah ottimo il paragone culinario.
Credo si riferisse al l’abuso di bullet time successivo ai Matrix.
Oh finalmente qualcuno dice che ang Lee é un coglione. Hulk e la tigre ed il dragone sono due film che trasudano ignoranza e spocchia per due generi che non gli appartengono.
visto ieri….non un capolavoro di certo, ma onestissimo divertimento, molto piú onesto di quel cazzaro snob di Ang Lee. Donnie Yen e Michelle Yeoh sono come Keanu Reeves: non invecchiano.
Di corsa a guardarlo. Donnie con la parrucca sembra un cosplayer. La Tigre e il Dragone part 1 e’ un film che ha fatto danni notevoli. Ha passato all’Occidente un’idea finta e patinata dell’Oriente, per cui, quando mostri un vero film di arti marziali, a molti non piace. O piace e poi ti dicono: “Sai un film veramente bello?”, e ti ricitano quello. “Che colori! E i combattimenti che sembrano balletti! E il melodramma! L’occhio della madre!”. Farei menare Ang Lee da Sammo.
si vabbe ma la tigre e il dragone aveva il più bel viso asiatico di sempre.
quindi capolavoro
Ti riferisci a Chow Yun-fat, ovviamente. In tal caso, ti do ragione.
Grande risposta!
Siete un po’ ingiusti sulla Tigre e il Dragone pero’: Hulk e’ un Brutto Film qualunque cosa cerchi, ma la Tigre e il Dragone è proprio bello.
Anche se di certo non lo riguardi per le mazzate.
Oh finalmente qualcuno che dice che La tigre e il dragone fa cagare!!!
Personalmente è nella top ten dei film peggiori che abbia mai visto
Darò uno sguardo a questo film, sicuramente peggio di quella merdata di Lee non potrà mai essere
La tigre e il dragone veramente una palla al cazzo di film, insipido come pochi. Di Ang Lee ho visto anche Lussuria, nulla di calcistico ma non mi è affatto dispiaciuto.
Lussuria >>>>>>>>> La Tigre e il Dragone
Lussuria è una bombetta. E anche Vita di Pi.
oh ma pure brokeback mountain secondo me è un bel film. il fatto è che lee dovrebbe restare a fare quello che gli compete, non venire a correggerci il cinema da combattimento.
Quindi se creiamo un genere “La Tigre e il Dragone” e diciamo che non è Wuxia possiamo guardarlo addirittura fecndocelo piacere ? E poi mi dispiace, ma Hulk non è (sempre) un fumetto da combattimento ( e quindi Ang lee ci stava benissimo).
non lo so, se prendiamo The Amazing Spiderman e diciamo che non è un film di superereoi ma, chessò, che appartiene al genere “commedie romantiche mediocri in cui il protagonista ha i superpoteri”, possiamo guardarlo addirittura facendocelo piacere?
Non mi sono voluto sbilanciare troppo perché non è materiale tipico del sito e non mi interessava entrare nei meriti del film sui calci comunque sì Lussuria è veramente un gran bel film…
@Quantum,Brokeback Mountain un buon film quindi ? Beh,forse un giorno lo guardero,una volta ci sono andato vicino,il mulo aveva scaricato sia Brokeback che Maniac Cop 2,alla fine scelsi quest’ultimo. Pensai alla cosa come uno scampato pericolo,come dire ” Ma sul serio sono andato vicino a vedere quel film la ? ” . Però se penso a film belli come Le ali della libertà o Shindler’s list mi sa che son troppo prevenuto. Ma si dai, prometto a me stesso che lo guardero entro il 2020.
Ehehe, ma non ne sapevo niente, Yuen Woo-ping che fa il sequel de La tigre e il dragone come una gongfu komedy goliadona, praticamente una catarsi. :)
Tigre e il dragone il primo, invece, è degno di stare in un’ideale trilogia del wuxia sminchiato insieme a Hero e a Le pugnette volanti di Zhang Yimou…
comedy goliardica magari non proprio (il materiale di partenza, cioè i libri da cui sono tratti entrambi i film, alla fineè sempre quello), ma sicuro come l’oro è meno pesante del primo.
tigre, hero (che poi a me piace pure, ma non lo considererei un film esemlare del genere; tra l’altro c’è donnie pure lì) e foresta sono effettivamente la trilogia dello sdoganamento accazzo delle arti marziali volanti a noi porci occidentali: roba troppo palesemente fatta per stare nei festival, più che nei cinema.
Bho, non capisco le sempre presenti spade per far l’ oriente un souvenir a miccia.
Io spenderei due righe per approfondire il discorso Natasha Liu Bordizzo, turbo figa della pellicola:
IMDB: Natasha Liu Bordizzo is an Australian actress. She was born on the 25th of August 1994 in Sydney. Her father is of Italian heritage and her mother of Chinese.
Detto questo, ora andiamo tutti a seguirla su
http://www.instagram.com/natashaliubordizzo
Ok. Non ho altro da aggiungere.
direi che hai detto tutto quello che serviva.
Raga, io non capisco l’astio per La tigre e il dragone. E’ un film a cui sono molto affezzionato e lo difenderi a vita anche solo per questo, ma cercando di essere obbiettivo posso muovere queste contro-critiche: 1) è inutile elogiare le coreografie e i combattimenti di “La tigre e il dragone 2” (anche se non li ho ancora visti) per sminuire quelli del primo film, per il semplice fatto che SONO FATTI DALLA STESSA PERSONA. Certo la regia è un’altra e su questo non mi posso esprimere, ma dire che i combattimenti del primo fanno schifo mi sembra comunque ingiusto. 2) Ok, potete dire che il film sia un polpettone retorico, ma non potete dire che questo registro sia del tutto assente dal genere wuxia, o sia una perversione del genere originale: mi vengono in mente film come Ashes of Time o la trilogia di Zhang Ymou. 3) La tigre e il dragone non è pensato esclusivamente per un pubblico cinese, il suo scopo è quello di presentare all’occidente il genere wuxia, ispirandosi soprattutto a King Hu. Se da un lato il film ha fallito nell’accattivarsi il pubblico cinese, dall’altro ha fatto tantissimo per far interessare gli occidentali (tipo me) al cinema cinese, e credo che sia una cosa assai complicata. Se un normale spettatore occidentale (sicuramente anche molti di noi calcisti) si mettesse di fronte ad un film come Last Hurrà For Chivalry, la sua reazione all’ennesimo combattimento di spadate che fanno suoni strambi sarebbe molto probabilmente perculare il film.
In ogni caso – PEACE & LOVE
Al di là del discorso “quanto male può aver fatto al cinema La tigre e il dragone”, sono d’accordo.
Personalmente, da artista marziale, credo che La tigre e il dragone sia un bel film, dal momento che utilizza i combattimenti per esprimere metaforicamente gli stati d’animo dei combattenti coinvolti e non come semplice showreels atti a mostrare l’abilità degli atleti che li impersonano (che, a parte la Yeoh, in vita loro non hanno mai tirato un calcio come si deve). Che poi il film sia lentino in alcuni punti concordo, ma la spiegazione è che non è un film di combattimento di quelli che I400 sono abituati a recensire, proprio perché NON È un film di combattimento, ma un film tragico nel senso più classico del termine (come anche Hero e altri che non sto a menzionare). Dal punto di vista della regia sfondate una porta aperta, Ang Lee muorimale.
Concordo pienamente
Lo guarderò per i motivi positivi citati anche se sinceramente i film cinesi sono davvero belli quando sono per il mercato cinese, ma come ha detto Quantum è incluso in netflix quindi perchè no!
SPOILER VARI ………………………………………………………………………………………………………….dopo averlo visto posso affermare che le due giovani leve (lei è una fregna pazzesca) sono veramente poco credibili, mentre chi ci crede tantissimo è il gonfissimo Jason Scott Lee che non vedevo in azione da Nomad… L’entrata a tornado di Donnie yen penso che sia l’entrata in scena più bella di sempre, come ha scritto Quantum non è un capolavoro ma ha i suoi momenti, io per il 3 ci sono.
visto stasera. piaciuto. eh, la michelle….
ma solo a me alla fine (boh? spoiler?) da l’impressione che siano sulla spiaggia dei goonies?? dagli scogli in fondo mi aspettavo di vedere il vascello di willy l’orbo! :D
Michelle Yeoh ti adoro ora e sempre.
A me la Tigre e il Dragone è piaciuto molto (togliendo la lunga digressione sfrantuma palle nel deserto col predone e la frignetta).
Per me il miglior combattimento di sempre, quello tra la cara Michelle e la neo zi min o quello che è, col ritmo di tamburi in climax, il continuo cambio di armi, la “danza”, la determinazione della Yeoh che spacca tavoli mattonelle tavolette del water…cioè io non so cosa volete di più da un combattimento!?
Me lo riguardo ogni tanto (con volume a stecco obbligato) e sudo (e godo) ogni volta.
E quando Volpe di Giada risponde ultra sibillina a LI Mu Bai “anche la tua…” been io ci sono rimasto di… come Édith
(non Piaf ma Le merdy)
Ma si’, dai, ogni tanto i 400 Calci prende le china spocchiosa versione “Corazzata Kotiomkin” del tipo “eh, ma come il vero cinema comico cinese non ce n’e’ per nessuno …”.
Bella recensione, che condivido.
Ho scoperto adonis donnie yen con la serie IP MAN e me ne sono innamorato.. che eleganza..
Anche la regia di quei 2 film non è per niente male. Non ho visto il 3, ma dal trailer sembra interessante..
Ciao
“La scena in questione ha luogo a circa mezz’ora dall’inizio del film: un esercito di poveri stronzi attacca briga per futili motivi con Donnie Yen e a lui non rimane altra scelta che stenderli come dei tappeti dal primo all’ultimo”
Sto passaggio mi ha steso XD, è anche per motivi come questo che amo tanto i400calci, comunque da come l’ha descritto il buon Quantum mi ispira tantissimo: lo vedrò.
p.s.Ma di “Hero” con Jet li qui non se ne è mai parlato vero ? succederà ?
Comunque, stando su netflix, me lo sono visto, e intrattiene alla grande per tutta la durata.
La giovane é fregna, il giovane é ok, i vecchi li conosciamo. Jason Scott Lee gonfio e poco credibile, ma si vede che si diverte e il film ne guadagna.
Combattimenti ok, storia alla fine più ok di quanto si pensa in quanto alla fine
SPOILER
rimette al centro la spada come vera protagonista di tutto l’ambaradan, e ci sta bene.
Boccio la CGI, praticamente onnipresente e con quella resa (non sono un tecnico) “slavata, sgranata e denaturata” per cercare di renderla più scenografica è accettabile. Nonostante questo, la regia mi è piaciuto.
Se avete Netflix, per me da calcisti é d’obbligo.
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