Quando sei un attore e di cognome fai Eastwood, anche se tuo padre si chiamasse Piergiorgio, dovresti ponderare molto bene il cimentarti in un western. Se tuo padre poi è quell’Eastwood lì, nonostante tutti di dicano “ma dai, ma fallo, tuo padre sarebbe fiero di te!” devi pensarci molto più che bene, devi rimandare fino a quando tuo padre non c’è più e lo fai per omaggio, o perché sei diventato talmente bravo che puoi permettertelo oppure perché ti danno talmente tanti soldi che non ti poni il problema. Ma nessuno di questi casi è praticabile in Diablo.
A Scott Eastwood voglio bene eh, non è un cane e non è antipatico, è solo che così se le va a cercare. Così come Diablo non parte così male, ma poi si va a infilare in una serie di scelte orrende. Ma proprio che per tutti e due dici “ma chi te l’ha fatto fare?! Ma no dai così peggiori le cose” eppure niente, va così.
Diablo, un film indipendente che sfoggia come comprimari accanto al giovane Eastwood il bravo Walton Goggins e il veterano Denny Glover, parla di un giovane reduce della guerra di secessione – e qui già c’è una strizzatina d’occhio di troppo al babbo – che assalito nella sua fattoria nottetempo da una banda di balordi – e si insiste ad ammiccare – si getta all’inseguimento, con la fattoria ormai data alle fiamme, per recuperare la sua amata rapita dai fuorilegge.
Sulla sua strada incontrerà un suo vecchio commilitone – Glover – e quello che sembra essere l’incarnazione del diavolo in persona – Goggins, che oh!, chi lo avrebbe mai detto che gli facevano fare il matto? – ma anche una sparuta tribù di indiani e altri personaggi pittoreschi.
Ora, il problema è che per parlarvi di cosa non funziona del film dovrei entrare più in dettaglio nella sua storia e sul suo sviluppo, ma non c’è modo senza fare spoiler, e io non sono solito farne nemmeno previa avvertenza; il film infatti confida eccessivamente nel colpo di scena finale e sul fattore sorpresa e praticamente da due terzi del film tutto è in funzione di questo. Posso solo dire che è un twist poco interessante, un po’ ridicolo, telefonato, scritto maluccio e che invalida invece altre cose più interessanti sulle quali, investendoci, questo Diablo poteva magari diventare un dignitoso film a basso budget ma con degli argomenti. Invece diventa un po’ un baraccone di cose tra lo scontato e il ridicolo, fumettoso nel senso non buono del termine. Ridicolo a quei livelli della tarantinata wannabe che fanno provare un po’ di imbarazzo per conto terzi.
Accennerò alle cose buone e senza spoiler, quindi. Innanzitutto il film fino ad un certo punto è gradevole, girato con una certa dovizia – anche se le panoramiche aeree ogni cambio di ambiente ti fanno rimpiangere che al regista abbiano regalato un drone per Natale – e gli attori fanno il loro dovere, cosa che insomma ha ancora il suo credito dalle mie parti.
Poi c’è una digressione interessante sulle figure e le situazioni incontrate strada facendo, il rigattiere cinese, il personaggio senza nome di Goggins nella sua prima parte di film e soprattutto la sparuta tribù di indiani che prende in cura il nostro Eastwood Jr.
Da grande appassionato di indiani d’America, come ormai ho più volte rimarcato qui sopra, ho trovato interessante il mostrare una situazione e delle pratiche che di rado si vedono al cinema, quella cioè della piccola tribù – siamo abituati a vedere grandi accampamenti ma le tribù erano anche piccoli insediamenti di pochissimi cacciatori – e dell’uso di droghe e di pratiche sfiancanti come strumenti di indagine di sé e di ampliamento della sensorialità. Nello specifico nel film viene mostrata la pratica della sweat lodge, una sauna estrema in cui grazie allo sciamano si arrivava ad uno stato di trance e grazie alla sudata infernale anche di purificazione. E poi l’uso delle piante e funghi allucinogeni per rivelare la vera anima della persone, che trasforma in film per un tratto ad una sorta di A field in England in versione western, cosa che ho trovato molto interessante.
Poi sì, bei paesaggi e alcune belle inquadrature e tutto il corredo che d’ufficio si ascrive alla maggior parte dei western di ambientazione nordamericana.
Rimane il fatto che il debutto di Scott Eastwood in un western a basso budget, a differenza di come andò a suo padre nel suo debutto in un western a basso budget, è piuttosto deludente e l’inevitabile paragone paterno così come la derivante sensazione di “ma chi te l’ha fatto fare Scotty” peggiorano il tutto. Era un film che avresti compassatamente accantonato se ci fosse stato un veterano del DTV a cui ormai perdoni tutto; ma per il povero, in fondo bravino e promettente, Eastwood Jr. mi auguravo un passo meno falso.
DVD-quote suggerita:
“Era roba per Michael Madsen, dai”
Darth Von Trier, i400Calci.com
Eastwood jr sarà il nuovo Wolverine dopo jackman, qui lo dico e qui lo confermo.
E ti dirò, tenendo conto soltanto della foto presente nell’articolo, potrebbe anche essere in parte!
io lo vedo già come il figlio di wolvie
Quasi offtopic se non fosse per il dvdquote: ma a Madsen qualcuno oltre Tarantino ogni 15 anni che gli dia una parte in grazia di dio? In h8ful gli bastano 4 inquadrature per mangiarsi la telecamera.
Ma hai visto lo stesso madsen che ho visto io?ha uno scazzo addosso che neanche io al lunedì mattina… Ps la cosa del drone per natale mi ha fatto morire!
A parte che Madsen la telecamera mi sa che se l’è mangiata, ma persulserio, a giudicare da come s’è svaccato, io in hateful8 l’ho visto fare sempre la sua unica epressione, che è composta dalla faccia di mr.blonde con lo stesso finto tic di Budd, solo il tutto più stanco e più tinto dei bei vecchi tempi.
Non sarà certo tra i migliori attori al mondo, ma Madsen ha un faccione che non ti dispiacerebbe vedere quasi in nessun film calcistico. Quindi anch’io direi di dargli qualche parte in più.
Posto che alla DVD quote sono morto :D, io non ho ancora capito se Madsen va mandato affanculo in quanto semplicemente graziato da Taratino, o se va accettato per buono quando appunto recita con Quentin e finisce lì.
peccato, mi guarderei quasiasi cosa con goggins, specie se western
proprio ieri ho comprato il dvd di “Per qualche dollaro in più” e stamattina sono qui a leggere la recensione di un western con Scott Eastwood il “ma chi te l’ha fatto fare?! nasce spontaneo. Però il problema secondo non è che Scott faccia un western ma che lo faccia con un basso budget e che al massimo può risultare godibile. Io lo avrei fatto solo se mi avessero dato “troppisoldi” oppure avrei accettato solo nel caso pensassi di fare il miglior western degli ultimi anni con grosso budget e un regista tra i migliori del genere (non so chi). Diciamo più una sfida che un omaggio, zero citazioni, e cercare di portare il confronto sui film e non su di me. Ma in questo caso mi sembra di capire che se le va a cercare, è una figuraccia.
SqualoB domanda:
– Hey, Ispettore Callaghan: Il caso Scotty è tuo?
Il Callaghan risponde:
– Sì, è il mio pistulino preferito, decisamente in crescita!
ah, questo film si intitola Diablo? ricordo di aver letto che il film di Vin Diesel “Il risolutore” inizialmente si doveva chiamare proprio così. poi è arrivata la Blizzard e hanno cambiato il nome.