Non sono un genitore, quindi la cosa più vicina a lasciare i figli a casa con una babysitter è lasciare che altri usino il mio computer quando vado via. “Vi chiamo ogni mezz’ora eh”, seguito da stati d’ansia per la paura che abbiano trovato le cartelle segrete con il porno segreto, anche se non c’è bisogno, anche se di solito il computer lo uso solo io. È un vizio, e certe abitudini sono difficili da abbandonare. Aprire la cartella segreta del porno segreto è un po’ come tornare a casa quando fuori fa freddo, no? Una sensazione innata di istintiva accoglienza, il corrispettivo a diciott’anni dell’andare nel lettone dei genitori.
Ora cambiamo storia: i genitori siete voi, entrambi avete un computer ed entrambi avete delle cartelle segrete con il porno segreto. Vostra figlia è troppo piccola per saperne usare uno, ma vostro figlio, che ha 10 anni, se la cava. Una sera uscite e li lasciate con la babysitter, solo che la figlia della signora Lombardo è malata e vi tocca accontentarvi di una biondina che non avete mai visto, ma sembra simpatica e tutta per bene. Tu, padre, fai dei pensieri sporchi su di lei, ma poi te ne penti. Quando uscite la babysitter comincia a far giocare la bambina mentre vostro figlio sta attaccato ai videogiochi. Dopo mezz’ora la babysitter ha aperto i vostri computer e sta facendo vedere ai vostri figli le vostre cartelle segrete con il porno segreto. Prima tutte le immagini e poi tutti i video. I bambini non sanno cosa fare, e il grande cerca anche di chiamarvi chiuso in bagno, ma voi non rispondete perché siete andati al cinema e siete delle merde senza cuore. Quando tornerete a casa i vostri figli saranno come minimo turbati a vita. Ma soprattutto, saranno ancora vivi? Ne valeva proprio la pena, eh, di andare a vedere l’ennesimo film di merda con Adam Sandler.
Emelie è esattamente questo: due genitori lasciano i figli con una psicopatica che non ha proprio intenzione di badare ai bambini come fanno tutti gli altri. Emelie ha dei grossi problemi in testa e si diverte molto a buttare nello sconforto il bambino più grande stando seduta sul cesso, mutande calate, mentre lui la guarda. Pensate che fortunatissimo: ai bambini piccoli succhi di frutta e biscotti a manetta e a lui la passera. Ma non l’avreste voluta tutti una babysitter così? Secondo me la tensione sessuale è in realtà una fantasia tutta matta che il regista si porta appresso da quella volta là che la figlia del postino s’è presentata a casa con la gonna del tennis. Emelie la gonna non ce l’ha, ma è molto carina, è molto irlandese e ha la faccia di Sarah Bolger, che è molto brava e non lo diresti che nella vita vera è una persona solare e amorevole. Cioè, una volta visto il film è impossibile pensare a lei come una persona piacevole. Forse se avete una di quelle manie del dover curare le persone, allora sì: Emelie è sicuramente una persona da curare e quindi, per voi, piacevole. Emelie non si chiama nemmeno Emelie. Emelie è MATTA. Ha quella faccia lì sempre tra le nuvole e parla tutta calma, come se fosse sempre fatta di benzodiazepine. Non sembra violenta, non sembra nervosa, eppure Emelie fa delle cose orribili, senza mai cambiare faccia. Sempre così. Di pietra e fissata sulle sue idee. E tu lì che vuoi spaccargliela, la faccia.
Emelie passò al Fright Fest l’anno scorso portandosi a casa un bel numero di commenti positivi, tutti meritati: finché resta confinato nelle dinamiche perverse della ragazza è una bella botta di disagio e sconforto e funziona anche fin troppo bene. Vien proprio voglia di andar lì dai genitori a dirgli di andare a casa e fare qualcosa invece che star lì a ciacerare come due fringuelli in amore. La prospettiva è sicuramente insolita e quel tipo di violenza psicologica raramente è trattata nel cinema horror più standard (e ammetto che al volo non riesco a pensare ad altri film recenti simili). È una roba che si vede facilmente in situazioni tipo Haneke con i ragazzini problematici, non in un home-invasion americano con mocciosetti. Poi diciamo che la trama si evolve e non paga quanto dovrebbe: la storia di Emelie sfuma un po’ in motivazioni spiegate male e un’atmosfera piuttosta solita, finendo per non darle una vera e proprio chiusura (al netto di 77 minuti che potevano tranquillamente essere 85), ma tutto sommato questa è un’opera prima solidissima che a fare qualcosa di diverso ci prova e, in parte, ci riesce. Michael Thelin ti teniamo d’occhio. E chiudi quella cartella che ti stiamo vedendo tutti.
DVD-Quote:
“STATE COI VOSTRI FIGLI MERDE”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
Bonus: il contenuto della cartella segreta del porno segreto di Michael Thelin.
Lo ammetto: la prima cosa che ho fatto dopo aver finito di leggere la rece, è stata cercare “Sarah Bolger nude” su Google Immagini.
same here, brother
Beh, io ho visto il film qualche tempo fa, prima della rece… ma ho fatto lo stesso tipo di ricerca dopo la prima scena tra lei ed il padre dei rabacchiotti… e un’altra più approfondita a fine film! u.u
Mi sa che mi dovrò confessare… xD!
LoLLLL ho fatto la stessa cosa e ho trovato 4 foto in intimo classificate come “Sarah Bolger topless”, con sotto commenti di gente che si lamenta per il tag ingannevole. E giustamente!
Tra l’altro è l’attrice di Into the Badlands, non male lei.
Cartelle pornozozze nel vostro pc? archivio rar con password crittografica e l’ansia passa!
Comunque mi son segnato questo film, sembra interessante
Cartella “hard” check. senza password senza un cazzo.
Film cmq intrigante, me lo vediamelo appena posso.
Un film pruriginoso
E’ un gran periodo per il cinema del disagio, c’è anche The Invitation. A me il film è piaciuto, anche la piega che prende dopo il disvelamento delle motivazioni che guidano le azioni della protagonista. Forse un po’ troppo sacrificato l’amico del protagonista ma va bene così, non sono i Goonies.
Si sa nulla su un’uscita italiana?
Opterei per “inesistente”.
Lo trovi su Netflix
Bel film, grazie della segnalazione. In effetti il piano è molto macchinoso, però la naturalezza della recitazione dei bambini rende tutto credibile e parecchio disturbante dall’inizio alla fine. Regista da tenere d’occhio sicuramente.
I video sudicioni vanno sempre nella cartella vuota c:/film/star wars
Ah, la gioventù, prova con c:\film\l’albero degli zoccoli così sì che vai sul sicuro…
ancora meglio: c:\film\saw
La parte più bella, come dicono i nostri professionisti nella recensione, è quella sulla psicologia perversa che la baby sitter esercita sui bimbi, testando prima il grande poi il piccolo. La femminuccia come i più grandi stereotipi è antipatica!
Da quando bussano alla porta in poi è uno dei film più mal pensati e mal scritti che abbia mai visto
Carino.
Se a qualcuno interessa, lo hanno messo l’altro ieri su Netflix.
Peccato che non ci siano scene di nudo con la protagonista
Già messo in watchlist :) .
Devo dire che sono davvero contento di Netflix da lato movie, nonostante mi sia abbonato per le serie.
Stanno mettendo su un sacco di roba vecchia anni ’80 e primi ’90, e a volte se ne escono con dei “direct from cinema” interessanti come questo (un altro era stato “Lui è tornato”).
L’ho visto approfittando della sua aggiunta al catalogo Netflix.
Carino nelle premesse, alcuni punti di stanca e un finale abbastanza terribile. Diciamo che non è il modo peggiore di passare un’ora e mezza della propria vita ma non lo rivedrei neanche pagato.
Mi spiace, per quanto apprezzi la prima parte, comprensiva di regia eccetera, da quanto bussano alla porta in poi, come diceva qualcuno sopra, addio.
Il più classico esempio di sindrome da “era un sogno/alieni”*.
La sufficienza sì, ma solo perché s’era beccato un 9 nei primi 30-40 minuti.
*La sindrome da “era un sogno/alieni” è quando un film parte basato su una idea pazzeschissima, che però l’ideatore non riesce a chiudere in maniera sensata, plausibile o almeno accettabile, e ricorre quindi a una spiegazione che fa incazzare – tipicamente, “erano gli alieni” o “stava sognando”, ma anche cose moscie e banali come in questo caso.
visto su netflix (segue qualche SPOILER).
tutto sommato è piacevole, anche se la seconda parte è troppo confusa (da quando va via la luce in poi non ho capito praticamente un cazzo)
le cose che ho gradito particolarmente:
– colonna sonora dissonante e diasarmonica
– il termine “mente incrinata” che si sposa perfettamente con la colonna sonora di cui sopra
– la fine della “iena ossuta” il cui sacrificio senza logica mi ha ricordato quello del vecchio amante in Let Me In
la similitudine con il computer ti è sfuggita di mano quando hai messo dentro la babysitter ahah
nice però