Facciamo un gioco, tipo che io vi dico il nome di un Paese e voi mi dite le prime tre cose che vi vengono in mente di quel Paese. Facciamo anche che visto che purtroppo non esistono ancora le recensioni interattive in cui voi potete rispondere in tempo reale, mi rispondo da solo dando per scontato che siano le stesse cose a cui stavate pensando voi. Pronti?
Hong Kong.
– Polizieschi fichissimi che da 30 anni Hollywood sogna senza successo di imitare.
– Il lato presentabile della Cina, quello senza imperialismo e propaganda che te la sentiresti di presentare ai tuoi amici spiegando che sono 30 anni che vi frequentate senza sentirti uno sfigato.
– Cinema di menare di altissimo livello.
Thailandia.
– Povertà.
– Polizia corrotta.
– Il cinema di menare di Tony Jaa.
Avete pensato le stesse cose? Ovvio che sì, perché siete dei superficiali ignoranti proprio come me.
E se ora io vi dicessi che queste due realtà sono destinate a incontrarsi nel poliziesco di menare più fracassone del 2015?

La spilla dell’amicizia fraterna tra Hong Kong e Thailandia
Stiamo parlando di Kill Zone: Ai confini della giustizia, titolo italiano di Kill Zone 2, o anche: SPL 2; o anche: SPL II: A Time for Consequnces — insomma, il seguito di quella bombetta del 2005 che fu SPL.
Precisiamo che spesso “seguito”, nel cinema cinese, è più che altro un modo di dire. Capita che, come nei peggio straight to video americani, ci troviamo di fronte film col numero 2 nel titolo ma che rispetto al capitolo precedente hanno un’altra trama, altri personaggi e altri attori (o, in alcuni casi, stessi attori che interpretano personaggi differenti), solo che, a differenza degli straight to video americani con Steve Austin, qui si tratta di megaproduzioni fatte con un sacco di soldi e altrettanto dispiego di starpower.
Certo, l’intenzione di capitalizzare su un titolo di consolidato successo senza fare troppa fatica è lampante, in Cina come in America, la differenza sta nel fatto che i cinesi identificano nel titolo un marchio, un brand, una garanzia di qualità.
È come se ti dicessero: “Pierino contro i ninja 2 non è il seguito di Pierino contro i ninja. Non c’entra niente con Pierino contro i ninja, cazzo, non siamo qui per soddisfare il vostro bisogno infantile di sapere sempre cosa succede dopo, Dio che morbosi che siete voi occidentali, no, siamo qui per garantirvi che Pierino contro i ninja 2 sarà un film in cui troverete gli stessi temi, gli stessi valori, lo stesso spirito che ha guidato la realizzazione di Pierino contro i ninja. Vi è piaciuto Pierino contro i ninja? Vi piacerà anche Pierino contro i ninja 2!”
SPL era il tipico poliziesco hongkongese con un’impostazione super classica, finché tutto d’un tratto entrava in scena Donnie Yen e alzava le mani su chiunque; in più c’era Sammo Hung nel ruolo veramente inconsueto del villain che era la cosa in assoluto più vicina a Kingpin finché non è arrivato Vincent D’onofrio.

Per non dimenticare
SPL II non può contare su protagonisti altrettanto carismatici, perciò compensa spingendo a fondo (più a fondo!) il pedale delle botte e imbastendo una trama a più ampio respiro, più lunga e articolata, che si divide tra la scintillante metropoli hongkongese e le luride prigioni e i quartieri degradate di Bangkok, mentre ripesca e rielabora a modo suo i temi cari al primo film: cattivi cattivissimi ma a loro modo affascinanti, buoni la cui bontà è messa in dubbio dalla marea di compromessi che hanno dovuto accettare, figure paterne in varie declinazioni (il padre naturale, il mentore, il fratello maggiore), la malattia come conto alla rovescia che incombe sopra le teste dei personaggi, arti marziali come se fossero gratis, catartici voli fuori dalle finestre e una generica noncuranza nel fare di donne e bambini vittime collaterali dell’egoismo e della violenza che permeano questo mondo corrotto.

Elefanti: ed è subito Thailandia!
A tutto questo aggiungete un Tony Jaa in forma smagliante e per la prima volta nella sua carriera alle prese con un copione che non lo umilia né lo porta troppo lontano dalle sue corde, ma gli cuce su misura un personaggio a modino (il proletario puro di cuore finito in un affare più grosso di lui che si fa strada tra le avversità della vita a colpi di muay thai) per dare quel tanto di backstory e contesto che è sempre mancato ai suoi calci volanti. È il circo che incontra il dramma, la pragmaticità della Thailandia che si mescola coi valori di Hong Kong, la necessità che scopre l’ambizione, e Tony Jaa è l’eroe dei due mondi che piange, sbaglia, soffre e si redime senza per questo rinunciare a prendere a ginocchiate tre avversarsi con un unico salto.

Muay Thai: sono guai!
E non è nemmeno lui il protagonista!
A riempire l’altra metà di film, quella cinese tutta poliziotti col trench e mafiosi senza scrupoli, c’è l’attore ed ex campione di wushu Wu Jing, uno di quegli atleti che sarebbero diventati da anni “il nuovo Donnie Yen”, se solo Donnie Yen avesse fatto almeno finta di andare in pensione, e che invece si ritrovano eternamente incastrati ad esserne la versione discount. Inevitabilmente, il suo è il classico personaggio da Donnie Yen, un poliziotto sotto copertura, problematico e irascibile che non sta alle regole e mena come un fabbro.
Chiude la triade delle botte il cattivo #2 (il #1 è la superstar Louis Koo, cameo di extra lusso che riesce ad attraversare l’intero film stando quasi sempre o seduto o sdraiato), Zang Jin, ex stuntman e anche lui campione di wushu; attuale occupazione: nemico di Yip Man — era il cattivo in The Grandmaster, il film brutto su Yip Man di Wong Kar-wai, e il maestro rivale in Ip Man 3, il film noiosetto su Yip Man di Wilson Yip. Bisogna dire che il ruolo del merda gli riesce bene, ma ancora meglio gli riescono i calci volanti: le occasioni di mettersi in mostra sono minori rispetto ai due eroi, ma il combattimento finale, un 2 contro 1 che sembra non finire mai e in cui per tutto il tempo i buoni sono in netto svantaggio, è roba da applausi.

Applaudo dopo, che ho le mani occupate.
Ora, so che per alcuni di voi è una questione dolente, quindi è meglio che vi mettiate subito il cuore in pace: sì, c’è molto wirework, e sì, c’è molta CGI. Siamo a Hong Kong, cazzo, mica in Thailandia o in Indonesia, qui persino gli stuntman hanno dei diritti. In generale, l’estetica va proprio in una direzione diversa rispetto a (un action a caso) The Raid, più alla ricerca del bel gesto atletico che non del realismo a tutti i costi — un gesto valorizzato e potenziato da una regia spettacolare e ambiziosissima (dello spacca-botteghini Cheang Pou-soi, con una bella gavetta da assistente di Johnnie To) che sfrutta le possibilità del digitale per tirare fuori certe sequenze che lasciano a bocca aperta. C’è una sparatoria in aeroporto dove, per seguire la fuga dei gangster in un unico piano sequenza, la macchina da presa passa (digitalmente) attraverso una finestra, oppure la rivolta in prigione, una scena di massa che si sviluppa su uno spazio ampissimo in lunghezza e in altezza e su tre livelli “narrativi” diversi, seguendo contemporaneamente i movimenti di Jaa, Jing e Jin: è una spacconata, ma una spacconata che da sola è più appagante di mezza cinematografia action occidentale degli ultimi 10 anni. Cosa che si può tranquillamente dire di tutto il film.
DVD-quote:
“Tony Jaa eroe dei due mondi”
Quantum Tarantino, i400calci.com

Bentornato, vecchio amico!
Sono d’accordo, seguito più che degno del primo, di cui non raggiunge i livelli di drammaticità ma fa comunque bella figura.
Wu Jing per essere l’erede di Donnie dovrebbe avere almeno 1/5 del suo carisma, ma c’è da dire che mena alla grande. Buffo poi che fosse tra i cattivi del capitolo precedente!
Simon Yam buttato lì un po’ come dicevi tu per dare quel minimo di collegamento con SPL.
Vale la pena ricordare che esce in home video in Italia! Fate a modo e compratelo. Vi consiglio anche The White Storm che dovrebbe arrivare a momenti.
Visto qualche mese fa. Una bomba assurda, mi è quasi esplosa la testa. Secondo me al buon Tony conviene impararsi il cinese e fermarsi ad Hong Kong, invece che essere umiliato ad Hollywood (vedasi FF8). E anche perché l’espediente del traduttore automatico è bello una volta ma non può usarlo per sempre.
Sono d’accordo
grazie per la dritta!
proca vacca tony è talmente veloce che nella gif ne stende 3 ma se ne vedono 2 colpiti. troppi pochi fotogrammi per stargli dietro
Sì, tutti i combattimenti sono proprio belli, un film da vedere in ogni caso. Quello finale per me è a livelli altissimi di atletica e coreografia e nonostante sia lungo non viene mai a noia. Ovviamente non mi soffermo nemmeno sul confronto con il primo perché questo è proprio un altro film come hai spiegato benissimo tu.
Però ammetto pure che, forse anche per il mio gusto personale, non è un film che sotto gli altri aspetti mi abbia proprio esaltato. La CGI è una merda e non c’entra con i diritti degli stuntman, ma con un’estetica asiatica pacchianissima che è assai lontana dalla nostra su questo tipo di cose. E poi penso al finale e insomma dai.
SPOILER
SPOILER
Il super cattivo che muore d’infarto mi sembra una paraculata, un modo facile per risolvere una situazione scomoda dal punto di vista narrativo.
Il lupo in CGI del finale è una merda senza se e senza ma. Non mi soffermo sul fatto di trovare veramente un lupo a Bangkok che magari se lo sogna non si sa bene per quale motivo, ma è proprio tutto il fervorino finale della bambina a starmi sui coglioni.
Non so io sono meno convinto di te, ma comunque ha sicuramente un reparto legnate da paura e una regia che valorizza quelle scene. Che poi alla fine sono la maggior parte.
Io la vedo come pillole, siete stati un filo indulgenti su questo film che è sicuramente molto meritevole, ma ha qualche grossolana pecca che non gli permette di fare il salto di qualità.
La sceneggiatura in particolare parte in maniera bastanza ambiziosa ma alla fine è minata da delle scelte narrative incredibilmnte pigre (mi riferisco soprattutto al finale).
Alla fine è un (non)seguito più che decoroso, detto da un assoluto fan del primo.
P.S.
alla fine siete stati di parola e l’avete pubblicata davvero sta recensione: la sua assenza sarebbe stata veramente strana qui!
Non che sia brutto, ma rispetto al primo mi ha deluso. Sarà che sono uno di quelli che non sopporta il wirework, soprattutto quando vista la qualità atletica a disposizione se ne sarebbe potuto fare tranquillamente a meno. Mi sfugge il senso del prendere gente che non sa recitare ma tira calci per poi fargli tirare calci per finta. La trama lascia il tempo che trova ma ok. Soprattutto da Soi Chang mi sarei aspettato di meglio, o perlomeno qualcosa di meno mainstream e pacchiano, vista la gavetta con To e un esordio,Dog eat Dog, molto più cattivo e convincente. Da vedere, ma resta un occasione sprecata.
Ohhh, finalmente robba giusta. Grazie per questa bella recensione. Grazie di cuore. Me lo sparo appena posso (quest sera) con birra e fagioli.
(Ah, ma il doppiaggio com’ è ?)
Penso sia una domanda ironica, comunque il doppiaggio una merda e il dvd non ha la traccia subbata mi pare.
Bel film, veramente bello per gli amanti delle botte ce da godere e ma regia è assai professionale. Il primo non sono riuscito a vederlo non trovando i sub e forse non potendo fare il confronto ne sono uscito molto più entusiasta. Concordo con pillole sul fatto che la CG molto brutta delle volte stoni ma non è nulla che infierisca troppo sul giudizio finale. Come detto da Quantum finalmente possiamo vedere Toni in un film che anche nelle scene di raccordo sia qualcosa di ben fatto. Il dvd è fuori a prezzo di lancio ribassato nelle media world io consiglio di prenderlo nonostante, se ben ricordo, sia sprovvisto di sub e ci si debba puppare un pessimo doppiaggio…
I sottotitoli ci sono
Ho controllato ora sulla copertina in effetti li segna. Quando me lo sono visto ho provato a forzarli ma non sin riuscito ma vabbe ho un lettore dvd che è un baracco…
Bellissima recensione, mi sto arrapando!
PS in realta’ ero gia’ arrapato al titolo!
Per me il miglior film con Tony Jaa (dal punto di vista dei combattimenti) da Ong Bak, i vari Ong Bak 2-3-4000 facevano veramente pena e i Protector non erano tanto meglio.
Comunque pesantissime le scene drammatiche come in ogni film di Hong Kong e vogliamo parlare del doppiaggio soprattutto della bambina? Scandaloso!!!
Il mio personaggio preferito è comunque quello coi coltelli che
SPOILER
fa fuori mezzo dipartimento di polizia in un colpo solo. Peccato che poi viene fatto fuori troppo facilmete dall’amico di TJ, mi aspettavo più resistenza, però è un cattivo veramente ben fatto specie la prima volta che entra in scena.
Finalmente un film di calci sui 400calci! Temevo foste finiti in una spirale di super-eroi e horror indie.
Aspettare ne è valsa la pena, cazzo se ne valsa la pena. Recensione Enorme, grazie Quantum. Grandissimo film, bentornato Tony Jaa.
E allora DAJEEEE’!!! Io amo profondamente SPL, me lo sono comprato in DVD cantonese sub ENG pur di possederlo; bello bello bello (certo gli ultimi minuti che pezza…!)
Ora mi dite che SPL è più che guardabile con l’ immenso Tony ‘Ong Bak’ Yaa, ma allora DAJEEEE’!!! DAJEEE!!! E magari ci fanno uscire anche il BR di SPL in italiano???
E no perchè allora urlerei DAJEEE’!!! DAJEEE’!!!
se penso alla Thailandia ammetto di pensare ad altro
:)
palline sparate dalle vagine???
La cgi mi ha dato fastidio comunque, svilisce l’atleticità di yaa
Ma vale il metodo Nanni Cobretti? In originale senza sottotitoli?
no, qui c’è una trama (grazie a dio!). secondo me vale vederselo coi sottotitoli, anche perché leggo dai commenti qui sopra che il doppiaggio non è proprio il massimo, ma diciamo che se ti perdi qualche passaggio perché eri distratto non è la fine del mondo.
Il doppiaggio non è proprio il massimo? Bah!
Diciamo pure essere pessimo
ho sperato fino all’ultimo nel mongoloide che ritrova il telefonino (“non parli la mia lingua vaffanculo” -> mio nuovo eroe), che alla fine si mettesse anche lui a menare come un fabbro ma purtroppo no
comunque non capisco perchè sti cazzo di asiatici insistano nel cercare a tutti i costi di scrivere delle storie (di qualsiasi tipo): non sono capaci a fare altro che popolare i loro film di trame inutilmente contorte, con salti mortali narrativi che si risolvono in un frame e non servono assolutamente a niente, personaggi dalle motivazioni spesso incomprensibili quando non palesemente illogiche, incasinamenti incredibili tra flashback, flashforward, flash-qualsiasi-cosa, avanti indietro sopra sotto etc etc etc quando poi il punto fondamentale sono solo ed esclusivamente le botte. Perchè non scrivere delle storie un tantino più lineari? Togliere i momenti pesi e i bambini malati sarebbe troppo, lo so, ma almeno vietare il flashback?
Guarda frabb, cio’ che tu schifi e’ una boccata di aria fresca rispetto alle trame che ci tocca subire in un film medio di Hollywood, tarato invariabilmente sulla soglia di attenzione di un dodicenne americano (pari cioe’ ad un bambino europeo di cinque).
sì ma una storia complicata non è necessariamente una buona storia….
La cosa ridicola è che dopo anni esce in italia il sequel e non il primo. Quello con donnie è sempre inbattibile, sia come storia che come coreografie. Il secondo però non è affatto male; le coreografie non sono asciutte e pulite come quelle del primo ma ha buoni momenti. Si svegliassero almeno quelli della linea Far East e facessero iscire SPL e FLASHPOINT che in un paese civile è scandaloso. Anche xchè è stato pubblicato quella mezza sola di SPECIAL ID (merita solo x quei 2 mostruosi combattimento) mentre i primi 2 cult di cui sopra ancora nulla da noi.
Ma davvero pure a me girano a raffica per quelle due mancanze poi come dici tu pubblicano robetta scarsa e non coprono sto filmoni
Visto oggi, abbastanza deluso. Tralasciando la trama di cui chi se ne frega in un film del genere, i combattimenti non mi hanno entusiasmato per niente. Ho trovato Jaa pesante e non così in forma, poi l’uso di cavi ecc è stato davvero massiccio e imbarazzante. Ong Bak e The Protector erano un’altra roba…poi ok, ormai con The Raid ci siamo abituati male, ma l’ultimo combattimento con “finale da applausi” dove? Ogni 4 secondi c’è l’intervento del digitale, è stato un vero schifo, e dire che non ce ne sarebbe manco bisogno secondo me, basta evitarsi calci volanti con galleggiamento in aria e metterci roba più normale ma diretta e vera. Peccato.
Il poliziotto sotto copertura è una colonna portante del cinema d’azione orientale, ma in SPL II viene utilizzato in un modo nuovo e diverso, dal solito uomo infiltrato in una gang che dovrà distruggere dall’interno.
Vediamo l’infiltrato, ormai un tossicodipendente da anni sotto copertura già completamente immerso nella gang mentre partecipa alla missione per rapire il fratello minore del boss Hung.
SPOILER SPOILER
la copertura salta, e l’identità di Kint è già nota a tutti dopo la scena in aeroporto, è questo porta all’apertura di diversi scenari, quindi niente conquistarsi la fiducia, niente sospetti, niente di tutto quello che normalmente si vede in un film con un uomo sotto copertura.
Un parere sul finale.
“Se l’avessi raccontato nessuno ci avrebbe creduto” frase pronunciata da Sa, la figlia di Chatchai per l’incontro con un lupo in città, frase che si sposa perfettamente con l’impresa di Chatchai nel finale che noi non vediamo ma a cui dobbiamo solo credere.