La carriera di James Wan è più o meno divisibile in quattro fasi. Nella prima, lui e il suo migliore amico Leigh Whannell partono alla scoperta del fantastico mondo del cinema con il piccolo Stygian, film a metà strada tra fantascienza e guerra che ottiene qualche critica positiva. Wan dirige, Whannell recita e immagino faccia da aiuto, collaboratore al suo BFF. Ai due infatti piace molto lavorare insieme tant’è che hanno nel cassetto una sceneggiatura scritta basandosi sulle loro paure, sui loro incubi. Il film in questione, inutile dirlo, è Saw che – costando zero e guadagnando cento – li catapulta nel Paradiso dei regaz dell’Horror. Zero e Cento non sono delle cifre a caso, eh? Il film è stato girato praticamente senza budget e ha guadagnato nel mondo 103 milioni di dollari. James Wan e Leigh Whannell diventano produttori esecutivi di uno dei franchise horror più longevi e replicabili del new horror. Per cui mentre Darren Lynn Bousman e qualche altro ben intenzionato shooter dirigono altri ben sei seguiti di Saw, loro contano i soldoni.
Nella seconda fase della sua carriera James Wan è intenzionato a sperimentare: con il fido Leigh scrive un horror come Dead Silence che si distacca da Saw e che soprattutto serve a spianare la strada alla sua terza fase. La cosa forse più interessante di questo suo secondo periodo è Death Sentence, revenge movie con Kevin Bacon in cui il nostro comincia a farsi vedere interessato all’action più adrenalinico, cosa che gli tornerà più utile in futuro. Arriviamo alla terza fase, in cui James Wan fa la conoscenza di due personaggi come Jason Blum e Oren Peli e, sempre grazie alla scrittura di Whannell, crea Insidious. Di cosa parliamo quando parliamo di Insidious? Parliamo della forma più riconoscibile di horror moderno. Prendendo spunto da quanto già fatto con il suo Dead Silence, captando nell’aria la voglia di ritorno all’horror gotico che serpeggiava nel cinema di genere da un bel po’ di anni e sterzando dalle produzioni found footage di Peli, Wan crea – piaccia o meno – il cinema di paura attuale. Si punta sui momenti bubusettete, creando una specie di tunnel degli orrori casalingo, girato con budget ridotto e buone idee.
Questa terza fase della carriera di James Wan, composta da Insidious, i due seguiti (il terzo solo come produttore), il primo The Conjuring e lo spin off Annabelle (anche qui come produttore) – hanno il “merito” di (far guadagnare un botto di pazzo cash al nostro uomo e di) cristallizzare quello che appunto intendiamo con horror moderno. C’è sempre una casa infestata, un nucleo famigliare in pericolo che ogni volta che cammina da solo per i corridoi della propria residenza lo fa con la morte nel cuore, presenze fantasmatiche/demoniache ed infine i Buoni, che si dividono tra medium – persone che fanno da tramite tra il Reale e il mondo dell’Aldilà – e dei “ricercatori” che sembrano la versione moderna di quelli visti in Poltergeist. Tutto qui? Sì, dai, non c’è molto di più se non un omaggio al cinema di genere del passato fatto in chiave moderna, aka con un sapiente uso dell’effetto speciale – con una predilezione per il prostetico, l’ottico e il visivo – ed un buon senso dell’ironia. La cosa che conquista il pubblico del lavoro di Wan e compagni è che veramente manca solo all’ingresso delle sale cinematografiche un giostraio vestito come in un vecchio e decadente Luna Park che urli con vocina stridula: “Venghino, siore e siori! Venghino a visitare la casa degli orrori!“.
Ed è qui che arriviamo alla quarta e ultima fase della carriera di James Wan. Grazie al successo inarrestabile di queste altre due saghe – Insidious e The Conjuring – prende il testimone del bravo Justin Lin e si siede dietro la macchina da presa per Fast & Furious 7. Non gli si chiede tanto: deve solo mettere a frutto – senza farsi troppo notare – tutto il suo swag registico coltivato in quasi 15 anni di carriera e metterlo a servizio della serie A dei film d’azione. Ed è qui che finalmente tornano utili le lezioni imparate in ambito action con il suo primissimo Stygian e soprattutto con Death Sentence. F&F7, come sappiamo, incassa oltre ogni previsione e James Wan si ritrova ad essere uno dei mestieranti più benvoluti di tutta Hollywood, uno di quelli che non ha (ancora) sbagliato un colpo. Ed ecco che il suo piano di produzione di riempie di titoli interessanti: Aquaman, Robotech e Mortal Kombat. Ma c’è ancora da onorare un contratto con la New Line Cinema per cui eccoci arrivati a The Conjuring 2 – Il Caso Enfield.
Un ritorno dunque alla terza fase della sua carriera? Apparentemente. In realtà questo nuovo film horror di Wan, questa volta senza l’aiuto dell’amico Leigh Whannell, sembra essere più adatto ad essere inserito nella quarta ed ultima fase della sua carriera. Vediamo per quale motivo. La storia è più o meno sempre la stessa. I protagonisti del primo film, i coniugi Ed e Lorraine Warren, coppia di indagatori del paranormale realmente esistiti, sono nell’occhio del ciclone per la loro avventura più famosa, quella sulla casa infestata di Amityville (“oh, facciamo lo shot d’apertura sulla finestrella quella lì famosa? Eh? Che classe, vez!”). Mentre tentano di difendersi dagli attacchi della stampa che li vuole far passare come due truffatori, proprio nel momento in cui stanno meditando di lasciare il loro lavoro (visto anche il fatto che Lorraine veda in continuazione una suora che le mostra la morte del marito), vengono contattati ancora una volta dalla Chiesa. C’è una famiglia a Enfield, periferia di Londra, che si trova nei guai: la povera signora Hodgson s’è trovata da sola a dover crescere ben quattro figli, una dei quali sembra essere stata posseduta dallo spirito del vecchio proprietario di casa, un vecchio morto di emorragia sulla poltrona in salotto. Ovviamente sembra vero, poi finito, poi si scopre che è tutto vero, poi c’è un colpo di scena e poi c’è la lotta finale tra Bene e Male. Ma allora cosa differenzia questo The Conjuring 2 dal primo?
James Wan forse ha cominciato a prendersi un po’ troppo sul serio. Al di là di una durata francamente ingestibile – 134 minuti, un’eternità, soprattutto per un film del genere – The Conjuring 2 sembra semplicemente una versione testosteronica di quanto il nostro abbia già detto e fatto in ambito horror. Attenzione, non sto dicendo che siccome è praticamente uguale a quegli altri, questo sia un pacco. Quella in realtà è la parte positiva, quella che ci aspettiamo se andiamo a vedere un film del genere: l’armamentario di base di questo sottogenere – corridoi bui da cui spuntano cose spaventose, apparizioni, smanovellate di volume a casaccio, salti sulla sedia – è rispettato, solo che non ci è più presentato con quell’ironia e quel modo quasi artigianale che ci aveva conquistato. C’è meno fantasia del solito, non solo nella scelte delle sequenze ma soprattutto nella loro messa in scena e nella creazione degli spaventi. Addirittura qui verso il finale si cede al digitale nella creazione di un mostro, una creatura demoniaca che è un evidente quanto grossolano salto dello squalo.
L’idea è che Wan si sia avvicinato a questo The Conjuring 2 con la stessa ansia da prestazione di F&F7: mettersi semplicemente al servizio del pubblico desideroso di ritrovare quelle sensazioni provate nei capitoli precedenti e rifornirgliele senza nulla rischiare. Un male? Non necessariamente. I risultati al botteghino sono lì a dimostrarlo, ma quello che per un momento è sembrata una piccola speranza per l’horror sembra essere già stata integrata, masticata e digerita (male) dal cinema. Si salva solo quella fazza di plastica di Patrick Wilson, qui insuperabile nell’imitazione di Elvis. Peccato: la mano di James ogni tanto si va vedere, qualche spavento c’è, ma non si va oltre lo scolastico. Ci speravo. Ed invece mi sono pure un po’ annoiato. Ah, il fatto che tutto sia tratto da una storia vera interessa solo per mettere la didascalia all’inizio “tratto da una storia vera”.
DVD-quote:
“Una casa stregata di un luna park svogliato”
Casanova Wong Kar-Wai, i400Calci.com
Di Wan apprezzo solo Death Sentence, il resto dei suoi mediocri horrorini non mi hanno mai interessato più di tanto. come dite voi, dovrebbe aver imparato la lezione action ma; FAST7 mi ha fatto abbastanza schifo in toto. il 5 e il 6 gli mangiano in testa, sempre parlando di stronzatone senza cervello.
Nuuu peccato, lo aspettavo con ansia.
Se penso che il primo aveva fatto incetta di nomination nei vostri premi….
ps: me lo vedrò comunque
Non sono d’accordo. A me il film è piaciuto parecchio e in parte proprio perché si prende sul serio, abbandonando del tutto quell’insopportabile idea del cinema moderno di ”faccio film d’intrattenimento ma in realtà sono un regista colto e intelligente, quindi ci metto l’ironia e non mi prendo sul serio’.
Non solo, l’atmosfera del film è ottima e alcune trovate sono davvero geniali, come quella della bambina posseduta che sta sfocata sullo sfondo e la sua immagine si confonde con quella del demone.
E poi già il primo conjuring cedeva al digitale sul finale, solo che in quel caso era un digitale molto più cheap che puzzava di finto da un chilometro. Qua invece è ben fatto.
E fast7 pure a me ha fatto cagare, soprattutto in confronto a quella bomba del 6..
Boh, a me della filmografia horror di Wan è piaciuto tutto. Dell’altra sua filmografia non so niente e poco mi interessa. Specie i film con le macchine truccate.
Questo lo giudicherò solo dopo la visione. E se è vero che c’è un Mortal Kombat in arrivò con una buona produzione dietro posso solo essere contento. Non sono mai stato capace di giocarci bene, specie in sala giochi, ma i combattimenti con le fatality e i personaggi meritano un bel lungometraggio di 3 ore di combattimenti, possibilmente senza trama, grazie.
Per me Wan e` un piu` che valido mestierante che generalmente porta a casa ogni film, si vede che a sto giro avra` voluto semplicemente togliersi di mezzo gli obblighi contrattuali per concentrarsi sui progettoni futuri. Cmq i film sui fantasmi, a parte qualche meritevole eccezione, mi hanno sempre fatto diventare le palle come due betomiere, specialmente quelle sgommate nelle mutande giapponesi primi anni 2000, ringraziamo il grande cthulhu che quella moda del cazzo sia ormai defunta e dimenticata
Questo è il classico film “potrebbe essere bello SE E SOLO SE fosse il primo del suo filone” (o, in alternativa, se fino a ieri hai visto solo film di Rosamond Pilchner o come si scrive e hai deciso di iniziare con l’horror proprio da qui e non dall’Esorcista o da Rosemary’s Baby – come sarebbe più indicato).
Gran mestiere di Wan, ma la storia è un pacco incredibile (quoto tale Colin Covert su rotten: “It’s a ramshackle ghost story that Stephen King would throw at his trash can”) di idee masticate e rimasticate con un finale imbarazzante. Non c’è un singolo barlume di originalità neanche a cercarlo. Mi sono pure letto la vicenda reale cui si ispira su wiki (https://en.wikipedia.org/wiki/Enfield_Poltergeist) e, se dopo aver visto il film confrontate i particolari, capirete la banalità e la pigrizia assolute dietro lo script di questo film.
Tra l’altro mi preoccupano sia gli incassi sia le (molte) rece positive, segno che la marea di horror di merda che escono a fiotti ha abbassato tantissimo aspettative e gusto del pubblico.
non solo horror. io continuo a discutere con gente a cui non è piaciuto MM Fury Road dicendo che nn c’è niente in quel film…
Per me questo The Conjuring è ottimo, spielberghiano nel midollo, l’ambientazione vintage londinese si coniuga ad una storia che non è fatta di spaventazzi, ma di atmosfere e di intimità. Alcuni lo hanno definiti, non a torto, il vero remake di Poltergeist.
Spielberghiano?
Mi accodo al Reverendo, anche a me questo The Conjuring è piaciuto. Il primo, per me, rimane uno dei migliori Horror degli ultimi 10 anni e il limite piu’ grosso di questo seguito è proprio quello di dover fare i conti con questo ingrombrante numero 1 raccontando una storia che per esigenze di contratto deve rimanere incastolata dentro chiari limiti (casa infestata e investigazione paranormale). Il film è ben girato, i momenti di tensione sono ben dosati e gestiti e in piu’ la mano di Wan è chiaramente visibile con utilizzo soggettive particolari e piani sequenza (non come in quella marchetta di FF7 che poteva avere in cabina di regia un Brett Ratner qualsiasi).
@Darkskywriter: ovviamente sono punti di vista e non voglio polemizzare ma anch’io mi sono letto Wikipedia e quelle che ai tuoi occhi sono “banalità e la pigrizia assolute” dello script per me invece rappresentano un sincero tentativo di giustificare e dare un senso al tanto inflazionato “TRATTO DA UNA STORIA VERA”. Sinceramente preferisco questo tentativo di reimpasto fatto da Wan e soci piuttosto che quanto fatto in altri casi illustri (The Strangers) dove la sottile differenza tra “tratto da una storia vera” o “tratto da una storia che potrebbe essere vera” suona come sonora presa per il culo.
Specifico meglio quello che intendo per pigrizia: nel film, a parte la risoluzione finale (ripeto di una banalità sconcertante per un film sulla casa stregata del 2016), hanno preso quasi tutti i dettagli dalla storia vera. E non sarebbe un problema, SE la storia vera fosse interessante. E lo è? No, è solo – nel 2016 – il canovaccio classico del poltergeist senza nulla e ripeto nulla di originale rispetto a quanto già visto in decine di altre pellicole. Qui sta la pigrizia, nelle fedeltà alla fonte che nei fatti si traduce in una narrazione adatta a un programma tv, non a un film.
SPOILER
Un regista coraggioso, dopo gli opportuni depistamenti, avrebbe potuto seguire fino in fondo la tesi della truffa consapevole. Poi magari non sarebbe stato più un horror, ma un film cento volte maledettamente più interessante quello sì.
Ok, su qualcosa mi posso trovare d’accordo ma personalmente entrando in sala non mi aspettavo nulla di innovativo, purtroppo ormai quello di The Conjuring includendo anche Annabelle è un franchise ben avviato che ha trovato la sua (bella) fetta di pubblico e questo è anche il suo grosso limite perché, come scrivevo prima, non puo’ permettersi di uscire dal canovaccio casa Infestata+investigazione paranormale per ovvie ragioni di marketing. Wan sicuramente non è coraggioso ma è un regista capace che conosce perfettamente la materia e si porta a casa un buon film al contrario di altri piu’ coraggiosi che hanno preso sonore cantonate di critica e pubblico, mi viene in mente Regression di Amenabar il cui Twist finale mi ha serenamente rovinato un thriller da piena sufficienza…
Oggi non commento, quindi non leggetemi.
(Firmato ectoplastico)
questo devo ancora vederlo, a me piace l’idea di horror di wan che non ha inventato nulla e che sicuramente si è un pò adagiato su certi stilemi, però quando dirige lui garantisce sempre un certo livello qualitativo del tutto.
dei progetti legati a lui, ovviamente il reboot di mortal kombat su tutto ma dovrebbe solo produrlo, ma mi pare purtroppo ancora tutto ad uno stato embrionale…
A me è piaciuto un botto, forse più del primo, unica pecca…
SPOILER
…”l’uomo storto”, escluso il nome che sembra na roba di Maccio, come dice nella recensione è veramente un pupazzone in CGI Tim Burton Babbo Nachele fuori luogo,brutto in culo!!!
Dunque, la storia funziona proprio quando “ricostruisce”, ma smette di funzionare con l’aggiunta della suora demoniaca…
Poi i coniugi esorcisti ogni volta che entrano in scena sono veramente disgustosi: o smielati o bigotti, alla fine tifavo proprio per l’odiata suora.
Poi ci sono personaggi che spariscono e ricompaiono messi lì solo a fare numero (la figlia degli esorcisti avrà 2 battute e sta solo lì per fare da raccordo con gli spaventarelli della suora)
No, meglio sicuramente della boiata di Annabelle ma comunque peggio del primo.
Per me Wan si vende da solo. E poi c’è mia moglie Vera, come faccio a non guardarlo?
Capperi non mi ero accorto, ma la suora demoniaca è Marylin Manson!!!111!!!!
A me e` piaciuto. Come puo` piacerti un horror che mandano al cinema in Italia piu` o meno in contemporanea con gli Stati Uniti e che finalmente non e` Ouija. ovviamente mi disturba che questo sia lo standard dell’horror pop contemporaneo, mi piacerebbe tantissimo che fosse It follows (che esce con due anni di ritardo). Allo stesso tempo a me piace come Wan voglia bene a Raimi e che, nonostante l’estetica da Esorcista della bambina, il debito ai suoi film si veda fortissimo – anche se purtroppo non sopravvive al confronto con i film che adora. Ficherrime anche le sequenze della suora-ritratto e quella della potenziale possessione di Janet in cui c’e` zero profondita` di campo, lei e` sfocata e noi ci confrontiamo con la possessione solo tramite le espressioni di Ed. Secondo quello e` un mini tocco di classe.
Ma e` il mostrazzo alto non era un vero essere umano? http://bloody-disgusting.com/editorials/3394774/javier-botet-horrors-terrifying-special-effect/
Visto ieri e m’è piaciuto molto. Come tansione molto meglio il primo probabilmente anche a causa del basso budget che costringe wan a giocare molto sul vedo non vedo. Qui ha i soldi e ci fa capire subito che ci mostrerà più cose possibili.
Bellissima la scena del cane
Per quanto sia il classico horror e non innovi nulla (che poi si può ancora innovare nell’horror? E soprattutto occorre farlo sempre?) ad avercene di horror così
Regista inutile.
Insidious e il primo conjuring sono horror da manuale, ben fatti e senza sbavature. Anche quest’ultimo, però mi aspettavo qualcosa di più.
Babadook e Sinister li ho trovati decisamente più stimolanti.
Comunque gli horror mi piacciono quando puntano sull’alta tensione come questi citati invece del becero pornosplatter fine a sé stesso.
More please.
Dopo tre anni tornano sul grande schermo Ed e Lorraine Warren, interpretati dai bravissimi Patrick Wilson e Vera Farmiga, che tra le altre cose sembrano nati per questi personaggi. Due indagatori dell’incubo, marito e moglie, incredibilmente affiatati ed incredibilmente innamorati, ipercattolici, credono in Dio e credono ancor di più nei demoni che, come la stessa Lorraine afferma, “sono una gran brutta cosa, anche peggio dei truffatori”.
pillole di cialis o metodi per perdere peso ce li hai?
Comunque è allucinante quanta maleducazione c’è in questo sito eh…
per non parlare del prezzo che hanno raggiunto i carciofi
detto questo e sempre a proposito di educazione, immagino che tu abbia mandato prima un mail alla redazione dei 400c per chieregli se era ok fare pubblicità ad un altro blog
Riposa in pace Samuel
I fan del genere horror apprezzeranno. Mi è piaciuto. Ci sono in buona qualità http://www.altadefinizione.vip/4204-the-conjuring-2-2015.html
a me è piaciuto, e probabilmente è il film di genere più maturo che wan ha fatto al momento, è bello vedere come sto regista (marchette a parte) sia in continua crescita sotto l’aspetto registico e di trovate visive ma che allo stesso tempo non rinuncia mai all’approccio classico di narrazione che usa.
Visto anche io recentemente.
Copio & incollo quanto scritto in altri lidi
“In Psyco del soggetto mi importa poco, dei personaggi anche: quello che mi importa è che il montaggio dei pezzi del film, la fotografia, la colonna sonora e tutto ciò che è puramente tecnico possano far urlare il pubblico”
Questa frase l’avrebbe potuta dire tranquillamente James Wan durante il press tour di The Conjuring 2 (o dell’1), che, come il precedente, si apre proprio con un prologo di pura tecnica che potrebbe viaggiare stand alone senza perdere un minimo di efficacia.
The Conjuring 2, ennesima variazione sul tema, funziona come sempre e questa volta ci infila anche una bella scena non propriamente di genere che “you can’t help falling in love with”.
E…se solo avesse letto prima che cazzo aveva scritto sulla bibbia, si sarebbero risparmiati un sacco di sbattimenti.
E sta storia che basta dire il nome mica mi torna, a sto punto preferivo la storia dell’acqua che fa sciogliere le streghe.
Detto questo, al netto della supercazzola finale per l’appunto (e di nait bifor e crismass), gran bel film, ottima fotografia, sceneggiatura e tutto l’aspetto tecnico, Ma quanto cazzo è fatta bene la Londra vintaggia di fine anni 70? mi sembrava di essere lì…
A me ha dato la sensazione che durante le riprese J.Wan fosse al baretto a fare aperitivo. Fatto solo per i soldi. Palesemente fatto solo per i soldi. E anvedi che soldi alla fine!
Sono assolutamente d’accordo! Anche io ho preferito di gran lunga il
primo The Conjuring, ed effettivamente il mostro in digitale
(che fa tanto Babadook in brutto) è una caduta di stile e di qualità