Sigla!
È incredibile quello che James DeMonaco è riuscito a fare in tre film. La notte del giudizio è una saga partita con un home invasion in cui la premessa distopica – un’America futura in cui l’omicidio è legale per una notte all’anno – sembrava solo una bella scusa per non star troppo a scervellarsi sul prologo e arrivare subito al sodo (aka Ethan Hawke contro i cattivi mascherati). Ma poi è proseguita in modo totalmente inaspettato.
La bella pensata di DeMonaco è stata quella di usare la premessa per affrontare generi diversi. D’altro canto la sua idea è talmente semplice da potersi applicare a tutto: da un film ambientato tra le mura di una casa a un action adrenalinico per le strade di una città sulla falsariga de I guerrieri della notte. L’importante è solamente rimanere fedeli all’assunto di base: c’è una notte in cui tutto, ogni genere di efferatezza, è possibile. Ed è encomiabile come DeMonaco non solo abbia deciso di mostrarcela, quella notte, prima in Anarchia e ora in Election Year, ma anche come sia riuscito a rendere evocativa, quasi poetica, quella violenza, evocando (scusate la ripetizione) un mondo più ampio e complesso semplicemente facendoti vedere dei tizi in maschera che ghigliottinano della gente in un vicolo. Schegge di follia random a contorno di una storia che, per il resto, procede dritta filata, rigorosa, senza fronzoli. Una boccata di aria fresca per chi ama quel genere di cinema d’azione che gente come Friedkin, Hill e Carpenter ci regalavano abitualmente negli anni Settanta. Una nicchia di roba che sembrava sparita: quei film brevi, high-concept, exploitation unita a idee narrative pazzesche. In questo includiamo anche a tutta la tradizione di sci-fi distopica/sociale a cui si rifà The Purge e che oggi è stata praticamente fagocitata dalle saghe young adult stile Hunger Games e Divergent. Fa piacere rivedere, per una volta, la formula originale. Oggi la fanno pochissimi quella roba lì e DeMonaco (grazie anche al nostro migliore amico Jason Blum) è tra questi.

Sottili metafore.
La notte del giudizio – Election Year riporta in scena il protagonista del film precedente, Leo Barnes (Frank Grillo), e quando l’ho saputo sulle prime ho storto il naso. Perché, avendo a disposizione un universo potenzialmente infinito di storie e personaggi, DeMonaco aveva deciso di recuperare un personaggio già visto? Il risultato comunque mi ha zittito, e mi ha dato una risposta molto chiara: perché Frank “The Cricket” Grillo è una fottuta star. Al di fuori di questa saga nessuno se lo caga, purtroppo, ma qui è nel suo ambiente, funziona come un figlio di puttana. Scarno, teso e zen allo stesso tempo, gli ingredienti perfetti dell’eroe d’azione a cui affidi senza pensarci due volte la tua vita. Qui fa la parte della guardia del corpo di una senatrice candidata alla presidenza (Elizabeth Mitchell, la Juliet di Lost), che i Nuovi Padri Fondatori (ovvero la cricca di oligarchi malvagi che hanno messo in scacco la democrazia americana) vorrebbero morta. Ma con Grillo/Barnes dalla sua parte, sai che non ci riusciranno, o che almeno faranno molta fatica. È una grande qualità che solo i migliori hanno, quella di saperti convincere solo con il linguaggio del corpo, anche prima e al di là delle scene d’azione.

Party in maschera, Purge-style.
Che ci sono, andate tranquilli. Ce ne sono tantissime, un’escalation di violenza sempre più bizzarra e brutale. Dopo una brevissima introduzione in cui le pedine vengono messe al loro posto, il film non si ferma più, accumulando una serie di nemesi talmente ben definite e iconiche nel look che basterebbero per tre film diversi. Ci sono le puttanelle assassine con la macchina addobbata di luci natalizie che sono una delizia da odiare. Ci sono i “turisti dell’omicidio” (ma che cazzo di super-concetto è?!?), russi travestiti da icone della storia americana. Qui c’è forse l’unica nota dolente del film: i russi sono talmente fighi che il reparto marketing ha scelto di metterli anche sulla locandina, eppure nel film hanno un ruolo marginale. DeMonaco li butta un po’ via quando avrebbe potuto facilmente renderli la nemesi principale di Grillo e co., al posto dei mercenari neo-nazi che li inseguono nel film (e che sono un po’ generici). Ma sono dettagli, il film è talmente pieno di roba che lamentarsi sarebbe ridicolo. In ogni caso, spin-off sui russi subito!

Icone.
Come si diceva all’inizio, è incredibile quello che DeMonaco è riuscito a fare in tre film, passando da una scarna premessa più utilitaristica che altro a una vera e propria mitologia ben delineata, creata da zero. Se nel primo tutto era confinato tra le mura domestiche e nel secondo scoprivamo l’esistenza di un movimento rivoluzionario, in Election Year DeMonaco alza ancora il tiro, mostrandoci per la prima volta i Nuovi Padri Fondatori e portando avanti la sottotrama sulla rivoluzione proletaria e le vere ragioni dello Sfogo. Metafore per nulla sottili sullo stato dell’America di oggi, ma qui mica pretendiamo un trattato di sociologia, l’importante è lo spargimento di sangue.
Non so se lo sapete, ma la saga di The Purge è co-prodotta dalla Blumhouse di Jason Blum e la Platinum Dunes di Michael Bay. La notte del giudizio – Election Year pare davvero il punto di convergenza perfetto tra le due sensibilità: ci sono gli spaghetti, l’ovvove delle torture e la tensione claustrofobica, ma ci sono anche le mega-sparatorie con la colonna sonora heavy metal. In una parola: c’è tutto il calcismo.
DVD-quote:
“C’è dentro tutto il calcismo”
George Rohmer, i400Calci.com
D’accordo al 100%. Il primo non mi aveva convinto molto perché mi sembrava uno che voleva fare Funny Games ma senza la stessa grinta e troppa staticità, qua invece – passando per il buon secondo – è davvero un buon chase thriller vecchia scuola, stilosissimo (bello l’omaggio a Fuga da New York e The Warriors nel look ricercato dei “cacciatori”) e ben ritmato. Inoltre divertente anche il possibile metaforone Hillary vs Donald.
Frank Grillo è un grande! L’avete visto in Kingdom in cui allena i figli a fare a pugni nelle gabbie di MMA?
A questa saga non so rinunciare
il primo the purge è partito in sordina ma ha dietro una delle idee distopiche più interessanti degli utlimi anni, oltretutto introdotta e trattata spesso in background rispetto alla storia principale (scelta da apprezzare rispetto, per dire, ad un hunger games che te la sbatte continuamente in faccia).
sto terzo episodio sà da vedè PEFFOZZA!!!
Mi sto frustando fortissimo perché avevo visto il primo e, tralasciando il concept di base che mi faceva impazzire, lo avevo trovato bocciato per una serie di MACHECCOSA troppo grandi per i miei gusti.
SPOILER DEL PRIMO
è la casa della famiglia che ha fatto i soldi con i sistemi di sicurezza per pararsi le chiappe durante la notte del giudizio e l’invasione inizia perché gli tirano giù il portone di casa semplicemente attaccandolo con un cavo a una jeep? Dai.
FINE SPOILER
Comunque ora mi avete fatto salire la fotta e per espiare i miei peccati oggi mi recupero il secondo e il terzo capitolo, è sempre bello ricredersi a suon di mazzate e sangue.
se ricordo bene nel primo SPOILER dicono che il sistema di sicurezza serve principalmente come deterrente (del tipo “meglio prendersela con qualcuno con un sistema di sicurezza più scrauso e per cui non serve avere una jeep per entrargli in casa”)
Il primo film mi ha lasciato moscio. Il secondo invece aveva tutto quello che volevo vedere, compreso Frank Beppe Grillo. È da qualche giorno che vorrei andare a vedere questo benedetto terzo capitolo, ma ho pochi amici, e quei pochi antepongono la vacanza al mare del cazzo alla visione di questo film. Per questo non mi meraviglio di averne pochi e spero di averne sempre meno visto le premesse. Voglio solo frank grillo come amico; che apparte gli scherzi: l’ho incontrato una volta ed è un pezzo di pane.
Vai da solo come faccio io.
Anni fa vidi Gallo Cedrone da solo. da allora compresi che la compagnia in certe occasioni aiuta molto. nel caso di election year però non credo ci sia tale rischio. sicuramente sarebbe alquanto elaborato fare delle proiezioni collettive fra fancalcisti di zona. ma non penso sia utopia. il blog ogni tanto dovrebbe contribuire ad aggregare vari appassionati ghettizzati dalla società. a tal proposito: mi ricordo anni fa quando organizzarono la proiezione dell’ultimo boyscout, neanche ricordo il periodo. poi il nulla cosmico.
Gallo Cedrone da solo e` la Trishtezza™
Ho sempre snobbato questa saga ma ora mi fate venire voglia… Ma sarebbe tanto male se mi guardassi solo il terzo?
Frank sta in Campana e salta come un Grillo. Faccia di cuoio alla Jack Palance e palle quadrate come quelle di un Lego.
Bravo, ci piace.
A me del secondo non era piaciuto proprio Grillo. L’idea di fondo è una bomba ed avrei goduto a vedere un gruppo di persone inermi scappare per la città da scene di violenza anarchica di ogni tipo, invece mi appiopparono il macho supereroe di turno che salva tutti. Cosa che mi deluse non poco.
Comunque, m’avete fatto venire voglia di vedere anche questo terzo capitolo e una chance gliela darò.
Il look dei criminali ricorda solo a me i Mushroomhead?
è una saga coi controcazzi questa, nel panorama attuale desolante poi ancora di più…spero non finiscano mai di farne.
comunque che sto de monaco ci sapeva fare si era capito dai tempi dello script del remake di distretto 13.
quotone
Quoto solo il look dei russi e delle killerteenwhore per il resto però mi è sembrato deboluccio e molto telefonato… anche solo l’arco narrativo del supermercatino.
Inoltre i padri fondatori molto più religiosi che politici va un pò a minare il senso della purga imho
la netta maggioranza della critica fighetta dice che il secondo era molto meglio, con la sua rievocazione di carpenter e hill, e che questo sbraca decisamente troppo spesso, finendo per essere più tamarro di quel che si può permettere.
io, purtroppo, che avevo apprezzato molto il secondo, mi sono trovato d’accordo con la critica fighetta, qualche volta potrà anche avere ragione, oh.
La critica fighetta non ha MAI ragione
(Poi che a te non sia piaciuto è legittimo, ma è anche un altro discorso)
+ 10 punto per gli Amplifier!
Maaaa, se il secondo mi aveva un po annoiato e non l’ho finito di vedere, questo che effetto mi puo fare? Lo vedo o lasso perde?
Questa volta non mi trovo d’accordo. Capita. Questo terzo capitolo a parer mio osa ancora meno del secondo ingrandendo quelli che per me erano i difetti. In un universo così potenzialmente stimolante si sceglie di fare il minimo con pochi guizzi. Il regista relega le mattanze e le stramberie sullo sfondo, di nuovo, diminuendo rispetto al capitolo precedente, prediligendo nella trama principale le solite sparatorie e fughe viste e riviste. Mi chiedo perché la scelta di lasciare il meglio sullo sfondo, ancora. Eppure l’inizio con le matte sulla macchina luminosa mi aveva fatto sperare bene e poi? Poi una corsa ripetitiva e troppo lunga che è riuscita pure ad annoiarmi. Magari Carpenter, magari Hill, loro che ad ogni angolo buttavano giù un inventiva, un guizzo, un qualcosa che ti facesse “figo!”. Qui no, i pazzi dietro e davsbti le solite guardie che sparano con le mitraietre. Che noia, dico, che spreco.
Il primo l’ho visto solo perchè c’era Ethan Hawke e alla fine mi è piaciuto.
Il secondo era quello che tutti volevamo vedere sin dall’inizio, con in più la nascita di un nuovo eroe.
Ma questo Election Year secondo me non migliora rispetto al secondo capitolo, “le puttanelle assassine” e i “turisti dell’omicidio”, l’idea più geniale che potessero inventarsi per questo film, almeno quanto è stupida l’idea di un’ambulanza fai da te, sono sprecati nel peggiore dei modi.
SPOILER con maschera insanguinata, perchè il leader della rivoluzione risparmia il candidato avversario manco fosse l’incarnazione dei ruoli di Jackie Chan degli ultimi 12 anni ? Dai non ha senso, solo perchè lo provoca dicendogli di “sfogarsi” o perchè infondo era la cosa giusta da fare.
Dopo mesi di preparazione e dopo aver ucciso un sacco di gente, se ti fermi così, sei un coglione.
Visto oggi. Bombetta.
considerando che le home invasion mi lascinao a dir poco indifferente, il primo l’ho considerato una grossa occasione sprecata, vista la bomba della premessa distopica che poteva aprire praticamente a qualsiasi scenario. Il secondo, infatti, mi ha soddisfatto pienamente, forse un pò troppa carne al fuoco tra storie umane personali, amori e non, espiazioni, lotta di classe e critica al sistema tuttinsieme. E vabbè dai, siamo pur sempre in zona Hollywood, che pretendi? Però oh, poi vedi la predicatrice sul cavalcavia o il macellaio nel camion e del resto te ne fotti! Quindi questo lo voglio vedere al più presto, peccato che in zona mia i cinema siano chiusi da metà luglio a settembre. Lancio un sassolino, vediamo se rotola: ci pensate se un’idea come la purga fosse venuta in mente a un regista o produttore non americano che ne sarebbe uscito?, Che sò, russo? O magari gallese/indonesiano…
Condivido con chi dice che il meglio é sullo sfondo e a noi tocca veder le solite pistolettate nemmeno memorabili.
Fotocopia scialba del secondo. Poteva esser una bombetta invece é un minicicciolo.
Visti i primi 2! eccezionali e voglio Grillo come prossimo Frank “Punisher” Castle!
visto, godibile ma troppo appesantito dalle menate politiche e lo sfogo viene messo troppo sullo sfondo, come se in fuga da NY stessero mezz’ora a parlare se è giusto no abbandonare lì i detenuti togliendo spazio ai vari personaggi del film, lo stesso grillo è meno mattatore del film rispetto al capitolo precedente che era migliore e non di poco.
Penso di non esagerare se dico che sta roba è uno dei film più brutti che abbia mai visto, nonchè l’espempio più ritardato di propaganda politica mai fatto. Un’ora e 40 di verbosissime ed estenuanti menate politiche sulle elezioni intervallate talvolta da sparatorie così scrause che manco l’Albert Pyun più derelitto di sempre. Poi politically correct ostentato a livelli nauseanti. Se in sta roba c’è dentro tutto il calcismo, mi sa che non avevo capito bene cosa fosse.
Riletto ora la rece, per la prima volta credo che mi avvicinerò a questa saga ma in realtà sono qui per dire MA CHE DAVERO GLI AMPLIFIER COME SIGLA? Sono proprio un fan del sito più grosso dell’internet!
Spero solo in una cosa.
Che non sputtanino una mitologia innovativa e credibile, con un ulteriore sequel loffio e deludente…
A volte bisogna fermarsi alla trilogia.