Ci speravo. Lo dico davvero. Ci speravo. E si sa che chi visse sperando…
SIGLA
(Manfredi-Masai-Caffé Lavazza. Di cosa si facevano i pubblicitari, io davvero…)
Abattoir è un film di Darren Lynn Bousman. Se non sapete chi è Darren Lynn Bousman ve la faccio facile: è quello che ha diretto la fase calante dei Saw. E poi anche quel 11–11-11 che ha recensito il buon Jean Claude. Vedete, a volte capita di trovarsi davanti a una buona idea che viene buttata nell’umido a causa di una messa in scena sciatta, lenta e con dialoghi pretestuosi e ridicoli. Nella stragrande maggioranza dei casi questo è imputabile a una colpa del regista il quale, a volte per velleità artistiche, a volte per semplice incapacità, non ha saputo creare qualcosa di valido. Nel caso di Darren Lynn Bousman tutto questo è invece desiderato. Voluto. Ricercato. Infatti a Bousman bisogna riconoscere il merito di aver elevato la “perdita di mordente” al grado di cifra stilistica. Wan ha i jumpscares, Tarantino il citazionismo, Bousman la noia. Non è mica da tutti, eh?
Abattoir è un film che, come buona parte delle opere di Bousman, si basa su un concept potenzialmente molto interessante: c’è un matto che, in una comunità di matti, si sta costruendo una casa assemblando varie stanze dove sono avvenuti omicidi violenti. Bomba, no? Teniamo anche conto che tutto quanto è tratto da un graphic novel che sembra molto interessante (dico sembra perché non l’ho letto) che SHYAMALAN TWIST ha scritto anche lui. [Dico Shyamalan Twist perché ho scoperto questa cosa proprio nel momento in cui sto montando la recensione e tutto questo sta diventando davvero troppo meta. Quindi facciamo che andiamo avanti come se nulla fosse.]
DICEVAMO.
Un’idea così bella apre le porte a messe in scena davvero spettacolari, a flashback pieni di sangue, litri di violenza grafica e altre cosine sfiziose. Che piacciono a noi giovani. Ma anche a tutto il corredo del culto esoterico della morte, evocazioni, arcani vari, demoni, Lovecraft, Poe. Insomma: una bella botta di Chtulhu.
E infatti Bousman, nella sua trasposizione cinematografica, tratta con tutto rispetto questa idea, che è anche una delle migliori che gli sia arrivata in testa, e ci si mette DAVVERO d’impegno per renderla alla Bousman. Il che se avete letto le righe sopra sapete cosa intendo. E infatti, volendo e dovendo strafare e spremere fino all’ultima stilla del suo talento il nostro inserisce:
-una protagonista che come mestiere fa la real-reporter (non riesco a trovare altra definizione in italiano… reporter di “annunci immobilari”?) e si veste in stile anni 20.
-nello specifico, tale protagonista, è anche una versione discount di Lana del Rey (e con le stesse doti recitative)
-la fa accompagnare da un poliziotto innamorato di lei da sempre ma a cui lei ormai non si concede più e lui soffre tanto e le dice continuamente cose come “voglio una seconda opportunità”
-il poliziotto si chiama Grady e nella carta d’identità alla voce segni particolari deve aver scritto “dice qualche parolaccia quando lo picchi con un calcio di una pistola sulla testa”
-ci mette una sottotrama di abbandono famigliare e di mamme da ritrovare
-la sottotrama monopolizza 1 ora su 1 ora e 38 di film.
-chiede a Lin Shaye (aka “la vecchia di Insidious”) di fare le faccette inquietanti
-fa apparire la casa maledetta solo negli ultimi 15 minuti
-tutti gli omicidi a schermo sono resi inintellegibili e confusi da un pesante effetto “nebbiolina fastidiosa di Nightcrawler in X-Men 2”.
Se tutto questo non fosse abbastanza per alzare in maniera sensibile il Lineaverdometro (misuratore della noia tarato sulla scala Raspelli), a dare il colpo di grazia ci pensano linee di dialogo al limite del situazionismo come ad esempio il momento in cui, dopo aver visto un intero paese minacciarla di morte e andarsene tutti compatti e in fila dentro un bosco, la nostra reporter con spirito d’osservazione esclama “Secondo me c’è qualcosa di strano in quel bosco”. Un esempio come tanti, che fa il paio con una messa in scena particolarmente sciatta (in una scena, che riporto qui sotto, si vede proprio l’effetto studio di registrazione affittato a una produzione precedente).
E se proprio proprio ancora non ci credete a come tutto questo sia un vero e proprio capolavoro di distruzione e destrutturazione di un’intero impianto narrativo finalizzato alla perdita di qualunque interesse, ci aggiungo anche che il film si chiama Abattoir (macello/mattatoio) ed è una ghost story. Che quando uno è bravo e sa fare il mestiere suo bisogna dirglielo. Bisogna dirglielo forte. E con entrambe le mani.
DVD-quote:
“No, non ho detto gioia.”
Bongiorno Miike, i400calci.com
molto, molto meglio lui
Mi sento sempre in colpa nel leggere le sempre piacevoli recensioni di Miike, perchè inevitabilmente resterò alla larga da quei film. Dico solo che all’inizio ho letto “abatjour” e ne ho riso, mentre con la scala Raspelli hai vinto il premio “Miglior riferimento cultural-popolare”.
Ma che labbra ha la tipa? Abbella, ce l’hai un altro posto su quel canotto?
sono labbra intènze
La pubblicità Lavazza- certe cose è meglio restino confinate nel cestino dei rifiuti della memoria.
Sì, non aveva veramente senso.
E’ triste che Manfredi sia finito così
“giornalista immobiliare”?
esiste davvero la figura del giornalista immobiliare?
…potremmo chiedere al sig. “Enrico Bronzo” (che non so chi sia, e col quale non sono affiliato in nessun modo).
…ma era piú che altro una proposta (a.k.a. “professioni di cui il mondo non puó fare a meno”, tipo lo psicologo per animali).
Che oltretutto ha scritto una trama molto più interessante
per il titolo Abattoir
http://enricobronzo.blog.ilsole24ore.com/2015/11/16/prato-due-cinesi-vivono-con-300-polli-macellandoli-su-richiesta/
Scusate l’ot ma ho appena letto che jean Claude van Johnson continuerà!!
Vedo che nonostante tutto la maledizione continua
È mai terminata?
“..si sta costruendo una casa assemblando varie stanze dove sono avvenuti omicidi violenti”
Solo io ho pensato a “Dietro la porta chiusa”?
Scala Raspelli -> MELAVERDometro
Scala Roversi (o per i nostalgici, scala Fazzuoli) per il Lineaverdometro.
AGRARNAZI!
E dopo questa adios mi ritiro, scusate ma non ce la facevo a tacere!
Ho capito che il film era una merda quando ho letto Recensione di Bongiorno Miike. Ma ti hanno mai fatto fare un film rispettabile? O il tuo momento di gloria deve ancora venire? :)
E chi è la sosia di Lana del Rey?
OT: Cicciolina che fa, non me la dà l’amicizia sul Facebabadook? Devo superare qualche prova per ottenerla?
Ho visto 5 minuti di questo film e gia’ mi annoiavo.. battezzato subito !
Dite quello che volete sul film, ma io questa Jessica Lowndes me la farei in qualunque posto e momento.
La tipa mi pare di averla vista nel remake di Beverly Hills 90210 anni fa… bella figliuola ma espressiva come un sasso…
A me il film è piaciuto parecchio, è uno dei due film che voglio comprare quest’anno. L’altro è The Witch.
Lei per me non è un’attrice malvagia. Dipende da come si viene diretti. Ce ne sono di molto peggio è che, invece, vengono osannate: Jennifer Lowrance… Ad esempio!
Meno male ho letto la tua recensione prima di perdere tempo a vedere questa roba. Certo è da notare che negli ultimi anni i film decenti in uscita, come anche le serie, sono davvero sempre meno…..