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Buried at sea: la recensione di In the Deep

Stanlio Kubrick
di Stanlio Kubrick | 15/09/201639
Sopra: la mia faccia a una decina di minuti dalla fine di In the Deep

Sopra: la mia faccia a una decina di minuti dalla fine di In the Deep.

Vuol dire che mi è piaciuto un botto.

In the Deep è un survival movie di subbaqqui figlio di James Cameron, Gravity e Buried. Ora dovrebbe arrivare la parte dove vi spiego questi tre elementi ma davvero, basta uno sguardo al trailer per capire esattamente di cosa parlo. Per non farmi dare dell’arrogante lo faccio comunque.

Il cinema degli abissi non è né monopolio né invenzione di Cameron, ma quando un uomo è talmente ossessionato dal fondo degli oceani da diventare magnate della ricerca scientifica, collaborare con il NOAA ed entrare nel Guinness dei primati andando a toccare il fondo della fossa delle Marianne da solo io credo che si possa tranquillamente ignorare ogni obiettività e attribuirgli ad honorem il titolo di Maestro degli Abissi.

Neanche Gravity è il primo survival movie della storia né il primo film a mettere un paio di persone in una situazione di merda per vedere come se la cavano, ma anche qui, è innegabile che la sua uscita, il suo successo, pure la sua estrema bellezza abbiano smosso qualcosa anche in quello che chiamiamo mainstream, e che senza Cuaròn a nessuno sarebbe venuto in mente per esempio di portare The Martian al cinema con tutti quei soldi, e in un certo senso In the Deep è The Martian, solo che con gli squali e molta meno scienza a disposizione.

Su Buried, il discorso in realtà è analogo a quello fatto per Gravity e per farlo avrei anche potuto scegliere 127 ore a Frozen per dire, però mi serviva per fare un brillante gioco di parole introducendo la sigla.

Onestamente tutte le fregnacce qui sopra mi servivano solo per togliere di mezzo qualche considerazione di contorno e potermi concentrare completamente sul fatto che in questo film ci sono gli squali.

Come prevedibile in un bel film di squali, gli squali si vedono pochissimo, sono una minaccia silenziosa e onnipresente ma invisibile, sono tra l’altro razionalmente meno pericolosi ma infinitamente più terrorizzanti di tutto il resto della situazione di merda nella quale si ritrovano le due protagoniste Lisa e Kate, sono insomma dei perfetti squali da manuale il che significa che sono degli squali, e gli squali sono una delle dieci cose più fiche del mondo insieme boh, ai dinosauri, ai robot, al metal e a un gol di Inzaghi in finale di Champions.

(per considerazioni più tecniche sugli squali e in generale il cinema di mostri e minacce acquatiche assortite vi rimando al pezzo di Casanova su Blake Lively vs. Shark)

La vedete? È un'idea del cazzo.

La vedete? È un’idea del cazzo.

L’unico, grosso problema di In the Deep è che è costretto a cominciare. Questo significa che, prima di ficcare Mandy Moore e Claire Holt in una gabbia per squali sul fondo del mare con meno di un’ora di ossigeno nelle bombole, il simpatico Johannes Roberts, del quale ammetto candidamente di non aver visto assolutamente nulla ma i cui titoli sulla pagina IMDb mi ispirano un sacco di fiducia, deve sprecare una ventina di minuti a presentarci i personaggi, giustificare la situazione e farci empatizzare un minimo con loro.

Ve lo dico brutalmente, sono venti minuti di tortura, le due Sorelle Stereotipo (la bionda è una scavezzacollo avventurosa, la mora è timida e malinconica) recitano come se non vedessero l’ora di tornare a casa a vedere l’ultima di Game of Thrones e tutto il contesto – una vacanza in Messico che doveva essere una fuga romantica ma causa rottura di Lisa con il fidanzato si trasforma in una sorta di rehab per sorelle depresse – è di una banalità da cartolina che rischia, prima ancora che sia iniziato, di squalificare il film.

Matthew Modine l'ha trovata divertente, e allora?

E allora? A Matthew Modine ha fatto ridere.

Poi per fortuna le due decidono che il modo migliore per vendicarsi del Perfido Stuart che ha mollato la Povera Lisa è ficcarsi in una gabbia per squali e farsi pucciare nell’oceano circondate da secchiate di sangue e interiora. Per vedere gli squali e fargli le foto!

C'è questo momento glorioso in cui la gabbia è ancora saldamente appesa alla barca ma a una delle due cade la macchina fotografica e in pratica è con questo fotogramma che comincia il film vero e proprio.

C’è questo momento glorioso in cui la gabbia è ancora saldamente appesa alla barca ma a una delle due cade la macchina fotografica e in pratica è con questo fotogramma che comincia il film vero e proprio.

La domanda è: quando la situazione è così estrema – le due hanno pochissimo ossigeno nelle bombole, una radio che è appena appena fuori portata della barca, stop –, come fai a tirare un’ora e mezza di film senza farci perdere interesse o mettere i protagonisti in una situazione talmente assurda che qualsiasi soluzione ti inventi per salvarli mi spiace ma non riuscirò mai a prenderti sul serio? I casi sono due: o viri verso la psichedelia introspettiva, e di fatto il fondo del mare e la deprivazione di ossigeno sarebbero due catalizzatori perfetti per virare il tutto in direzione Cuaròn. Oppure fai come ha fatto l’amico Johannes e fai le cose davvero per bene.

Il fatto è che In the Deep è un survival movie nella sua forma più pura. Non c’è nulla a parte il conto alla rovescia delle bombole che si svuotano, la ricerca frenetica di una soluzione e sullo sfondo gli squali che nuotano lenti – tranne le poche volte in cui vanno veloci, a quel punto diventano squali e il film svolta decisamente sul versante horror. Per il resto c’è lo sforzo di due tizie qualunque per trovare soluzioni pratiche ai piccoli problemi dell’adesso, per non doversi concentrare troppo sul fatto che in meno di un’ora potrebbe non esistere più un dopo.

Poi c'è anche un sacco di buio e di bollicine.

Poi c’è anche un sacco di buio e di bollicine.

La vera forza di In the Deep è che nessuno fa cazzate! La situazione fa schifo, le probabilità di sopravvivenza sono estremamente basse, Kate e Lisa fanno tutto quello che possono e sperano che Nettuno gliela mandi buona, tutto questo mentre – anche grazie al fatto che con le riprese subbaqque Roberts è molto bravo – a chi guarda manca il fiato e viene una gran voglia di piangere per la claustrofobia.

Quest’ultimo punto, che poi sarà decisivo nella vostra personale valutazione del film, dipende ovviamente da quanto sensibili siate a tutte quelle orrende e primordiali sensazioni che puzzano di morte (soffocamento, allucinazioni, venire dilaniati dagli squali) che sono la benzina dietro al macchinario In the Deep.

Io per esempio sto male già se non vedo il fondo in piscina perché so che lì sotto ci sono gli squali, quindi promuoverò sempre a pieni voti un film che si può riassumere in questa inquadratura:

Poi per quanto ne so potrebbero averlo girato tutto in una gigantesca piscina verde.

Poi per quanto ne so potrebbero averlo girato tutto in una gigantesca piscina verde.

«Il finale?» state chiedendo, consapevoli che l’impatto di un film come In the Deep si regge in buona parte sul climax, sull’esplosione degli ultimi minuti. «Il finale spacca» rispondo io, fermandomi qui.

DVD-quote:

«Squalità»
Stanlio Kubrick, i400Calci.com

>> IMDb | Poster (per un qualche motivo, in giro non si trova il trailer di questo film, il che rovina completamente il mio attacco dove vi dicevo di “andarvi a vedere il trailer”. Per farmi perdonare vi lascio dunque il poster del film, che è bello perché c’è un grossissimo squalo)

Stanlio Kubrick
Autore del post: Stanlio Kubrick
"No matter. Try again. Fail again. Fail better."
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tags: film di mostri e minacce acquatiche gravity con gli squali e senza sandra bullock il simpatico e affidabile johannes roberts in the deep mandy moore squali squelli the martian con meno scienza e più squali

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39 Commenti

  1. Rocco Alano 15/09/2016 | 08:57

    L’unica cosa più bella di un gol di Inzaghi in finale champions è un rigore di Shevchenko contro Buffon in un’altra finale champions (viviamo di ricordi, ok!)

    Rispondi
    • Ciak Norris 15/09/2016 | 17:46

      probabilmente l’emozione più grande della mia carriera da tifoso…

  2. mary succhiei 15/09/2016 | 09:16

    ricordo quando vidi open water, dopo un inizio da porno amatoriale, anche li una ventina di minuti, forse meno, di antefatto e poi ci ritroviamo questi due abbandonati nell’oceano per tutto il resto del film. un gran bel film che mi lasciò un forte senso di disagio, al punto di non volerlo più rivedere. visti anche 127 ore, buried e frozen, altrettanto realistici e coinvolgenti, ma non mi hanno trasmesso le stesse sensazioni di open water. come mai non una citazione per ow? non ti è piaciuto?

    Rispondi
  3. Stanlio Kubrick 15/09/2016 | 09:18

    Nah mi è piaciuto un sacco Open Water! È solo che 127 ore, Buried e Frozen sono usciti tutti e tre nello stesso anno che ho quindi non ufficialmente eletto “l’anno della rinascita dei film con la gente in situazioni di merda”. Però sì, In the Deep ha molto di OW.

    Rispondi
    • Gore Verbiscuit 15/09/2016 | 09:38

      uscì anche The Reef quell’anno, più o meno ascrivibile al genere ;)
      annus magnificus!!!

  4. Garet 15/09/2016 | 09:22

    Dico solo: MILAN MERDA!

    Per il resto mi segno il film e me lo vedo il prima possibile

    Rispondi
  5. sick a rio 15/09/2016 | 09:47

    “è di una banalità da cartolina che rischia, prima ancora che sia iniziato, di SQUALIficare il film” – se non era voluta, è la battuta involontaria dell’anno

    Rispondi
    • Stanlio Kubrick 15/09/2016 | 09:50

      Speravo che la dida successiva esplicitasse che era voluta… anche se forse non dovrei vantarmene. No è assolutamente involontaria! Non mi abbasserei mai a questo umorismo infimo e scontato!

    • Jax 15/09/2016 | 11:02

      Dida? Aaaah che portiere.

  6. Gigos 15/09/2016 | 10:10

    Quando ho letto “Frozen” sui 400k mi è venuto un colpo.
    Oh, io quello della seggiovia non me lo ricordavo.

    Rispondi
  7. Alimentare Watson 15/09/2016 | 10:17

    Mi hai comprato.
    Ti prenderei anche una macchina usata se me la vendi così bene.

    Rispondi
  8. Paolonoiz 15/09/2016 | 10:59

    Il finale è la roba più da mascella a terra dopo quello “riscritto ad arte” da King di The Mist.

    Rispondi
    • m.n. shamannat 16/09/2016 | 08:03

      credo che il finale della trasposizione lo ha riscritto il regista Frank Darembortqualcosa

  9. Solero 15/09/2016 | 11:28

    Ma io il trailer lo avevo visto epperò era una merda e non l’ho guardato per quello.. lo recupero

    Rispondi
  10. Oliver Die Hardy 15/09/2016 | 12:38

    “Squalità”

    Stanlio Kubrick wins!

    Rispondi
  11. Simone 15/09/2016 | 13:16

    Il film è una bomba, visto il giorno dopo aver visto the shallows. Non c’è davvero storia. Finale clamoroso.

    Rispondi
    • fortebraccio 17/09/2016 | 07:45

      Visto che non mi sognerei mai di guardarlo ma sono curioso come una scimmia: Con le debite avvertenze mi spoilereste il finale per favore?

  12. Stanlio Kubrick 15/09/2016 | 13:21

    Amici! Sono molto contento che qualcuno l’abbia già visto e soprattutto che vi sia piaciuto!
    SQUALI!

    Rispondi
    • Gigos 16/09/2016 | 10:23

      Squelli!

  13. AnnaMagnanima 15/09/2016 | 15:00

    il mio commento da squalìfica:
    “pesce crudo e bollicine”

    Rispondi
    • Bud Spacey 15/09/2016 | 17:15

      w la squalifica, che dio la benedica

  14. Jax 15/09/2016 | 15:56

    Scusate l’ignoranza ma qui è gia uscito?

    Rispondi
  15. Peter Parkour (Spider-Man: Oh, I'm coming) 15/09/2016 | 17:28

    Boh, ognuno c’ha i suoi gusti.
    Per me tra le 10 cose più fiche del mondo – squali, dinosauri, robot, metal – ci sono i gol annullati a Muntari.

    Rispondi
  16. David Pincher 15/09/2016 | 17:36

    Considerare Frozen un survival movie mi sembra sinceramente un po’ forzato.
    D’accordo, la Principessa Elsa si isola in montagna, ma da qui a dire che si tratta di un survival movie ce ne vuole! Stiamo pur sempre parlando della Disney!

    Rispondi
    • Videostronz 15/09/2016 | 20:26

      Ironia questa sconosciuta

    • David Pincher 15/09/2016 | 22:23

      Dai, non era pessima….

  17. Ciak Norris 15/09/2016 | 17:48

    una bionda…l’altra mora….
    e nessuno che abbia posto la madre di tutte le domande:
    TETTE?

    Rispondi
  18. Ciak Norris 15/09/2016 | 17:50

    non l’ho ancora visto,
    ma a proposito di sopravvivenza in nare,
    All is lost caca in testa a sta robetta,
    confermi?

    Rispondi
  19. frabb 15/09/2016 | 22:14

    film orrendo, si può anche dire che uno è capace di fare le riprese subbacue perchè – ehi – se uno fa un film subbacueo vorrà pur dire che cmq sa fare le riprese subbacue e quindi lo scrivo nella recensione, ma ecco il punto: il film fa pietà proprio nelle scene subbacue, che risultano praticamente tutte incomprensibili, piatte, monodimensionali, piatte, sgranate, piatte, spalmate in orrende tinte di blu digitale, piatte, prive di qualsivoglia profondità di campo, di quella tridimensionalità che nelle scene subbacue ti da il senso del profondo mare blu. Il fotografo di questo film, semplicemente, ha pensato che bisognava mettere un primo piano e uno sfondo del mare e via. La sua imbecillità ha rovinato il film. Ciao.

    Rispondi
    • Cristoforo Nolano 16/09/2016 | 15:20

      Se ci mettevi anche un paio di ‘mbuti nel tuo commento diventavi il mio eroe.

  20. Mark Bellocchio 16/09/2016 | 10:14

    non gli davo due lire in verita, e infatti i primi minuti ho pensato:bellammerda… ma poi semplici e onestissimi brividi! e si la scena della luce e del ‘salto nel blu’ mi ha fatto formicolare la nuca, perche come te Stanlio, io non sarei riuscito a scollarmi dalle rocce…. bella sorpresa si!

    Rispondi
  21. BohBeh 16/09/2016 | 23:59

    oddio, di film con Matthew Modine avrò visto sì e no soltanto Corsari. quel film floppò talmente clamorosamente che il genere piratesco era sparito dal mondo del cinema fino all’arrivo dei Pirati dei Caraibi, giuro.

    Rispondi
    • BohBeh 17/09/2016 | 00:00

      che poi, oddio, non era neanche un film da buttare via alla fine. ha avuto una gestazione travagliatissima, quello sì.

    • BohBeh 17/09/2016 | 00:02

      no cazzo, ho visto pure FMJ, mi dimentico sempre che era il Soldato Joker. AHHHHHH

  22. Solero 18/09/2016 | 00:44

    Visto ora e devo dire niente male, il suo sporco lavoro lo fa..
    ma quando accende l’ultima torcia??? argh

    Rispondi
  23. Enrico 18/09/2016 | 14:38

    James Cameron ha rialzato anche il livello di buon gusto della società americana
    https://www.youtube.com/watch?v=433owxh1PiE

    Rispondi
  24. SharkTales 22/09/2016 | 21:07

    Bel film, ma ho qualche dubbio sui vostri entusiasmi per il finale, che

    SPOILER

    SPOILER

    è praticamente copiato tal quale da, appunto, Buried, col salvataggio in extremis che si rivela essere soltanto un sogno/proiezione/delirio del malcapitato (della malcapitata, in questo caso).

    Rispondi
  25. Zen My Ass 05/07/2017 | 04:24

    Una curiosita’: il film e’ uscito qualche settimana fa negli USA col titolo 47 Meters Down e sta ottenendo incassi dignitosi, 33 milioni (a fronte di 5 milioni di costi di produzione) in meno di 3 settimane.

    Rispondi
  26. jax 30/07/2018 | 16:16

    oh l’ho visto adesso in pieno periodo estivo e devo dire che per un pomeriggio di calura passato a casa fa il suo sporco dovere. Continuo a preferire quello con Blake Lively ma è divertente anche questo. Certo alla fine era proprio un’idea del cazzo quella della gita subacquea eh….

    Rispondi

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