Arieccoci, signore e signori, a una nuova puntata de “I Francesi che vogliono fare i Films Americani”. Diamo il benvenuto ancora una volta al nostro e vostro ospite preferito, il telefono.
Eeee lo so che ve l’aspettavate, ma stavolta niente Luc Besson, cari telespettatori, perché il produttore di Taken non c’entra niente, ma non è che oramai serva lui ai mangia-aglio per fare un film sui mangia-tacchino. Stavolta ci si è messa di mezzo la Wild Bunch, colosso franco-tedesco della distribuzione, che si è guardata intorno e si è detta “Cousin, business is a-booming!”. Immediatamente, un galoppino ha fatto pervenire sulla scrivania del signor Wild Bunch un dossier tipo quello della Justice League intitolato “Protocollo Migliori Anni”, con sopra le schede di tutti gli attori americani english-speaking rimasti fuori dal rilancio di carriera in extremis. “Liam no, Sean no, Kevin no… Urca, c’è ancora Mel!”, ha gridato il signor Wild Bunch in un ufficio vuoto, sentendosi un po’ inquieto subito dopo. Vorrà Mel farlo? Ma soprattutto, vogliamo noi farlo con Mel?
Perché Mel è matto, siore e siori, è una mina vagante che ogni tanto salta in aria in episodi di meltdown pubblici talmente clamorosi che, dopo un po’, gli studios hanno cominciato a guardarsi bene dal chiamarlo. Purtroppo, perché oltre a essere una mina vagante con un amico immaginario abbastanza ingombrante (“Dio”), Mel ha anche quel non-so-che, quella qualità non ben definibile… insomma… basti dire che… Mel, come dire, è… È UNA FOTTUTA STAR. Mel Gibson, Anno Domini 2016, è ancora uno di quegli attori che non esiste che lo rimpiazzi con “il nuovo Mel Gibson”, perché non c’è nessun “nuovo Mel Gibson”. Forse l’unico che ci va abbastanza vicino è Tom Hardy, e infatti giustamente gli hanno fatto fare Mad Max, ma anche a Tom, per quanto bene gli si voglia, manca quel qualcosa. Tom Hardy, per dire, è un attore migliore di Mel, ha un range molto più ampio. Eppure gli manca il fattore Mel, quella scintilla di totale follia negli occhi, quella sensazione che, oltre ad essere un credibile eroe di azione, se capitasse l’apocalisse e ci fosse una persona al mondo da scegliersi come compagno di viaggio, quella sarebbe Mel. Sfiderei chiunque a incrociare il suo sguardo e non concimarsi i pantaloni all’istante e allo stesso tempo è uno che, con quegli occhi, sarebbe anche capace di convincerti che sia giusto darsi al cannibalismo pur di sopravvivere.
E allora diamo il benvenuto al nostro ospite d’onore, Mr. Meeeel Gibsoooon!! [Applausi] Mel, che cosa ci puoi dire di Blood Father?
“Intanto, lasciami dire che è un grande onore essere qui, sono un Calcista convinto tanto quanto sono un Fanatico di Gesù. In Blood Father interpreto il padre del titolo, un signore sulla sessantina, uscito di galera dopo anni, che vive in un trailer park in libertà vigilata e cerca di tenere al guinzaglio il demone della bottiglia. Un giorno gli capita in casa roulotte la figlia, che lui cercava da anni (roba da classica foto sul cartone del latte), e che in pratica gli dice ‘Papi, sono inseguita dai cartelli delladdroga messicani, mi devi aiutare’, e da lì parte la nostra straordinaria avventura”.
Grazie Mel. È il momento dello stacco pubblicitario, torneremo subito da voi con un altro ospite attesissimo.
Bentornati in Studio, ladies and germs, e lasciate che vi presenti Jean-François Richet, il regista di Blood Father. Signor Risciò
“Richet, prego.”
Scusi. Signor Richet, lei ha già avuto esperienza nel dirigere action sia in America, con il remake di Distretto 13, sia in Francia, con Nemico pubblico n.1. Poi ha avuto Un momento di follia. Come mai questa decisione di tornare al cinema giusto, quello che ha senso fare nella vita, e di lavorare con la più grande star vivente?
“Duh, vi siete risposti da soli. La mia intenzione era fare un action scarno, un’ora e mezza risicata in tutto, ma che andasse dritto al punto senza cazzate. Ci voleva un attore che la pensasse allo stesso modo, uno che lo guardi un attimo e tra quelle rughe e quegli occhi profondi hai già capito un buon 50% del personaggio senza neanche il bisogno di spiegarlo. Se in più ci metti qualche tatuaggio e una bella barba bianca, praticamente hai inventato il perfetto Babbo Natale calcista”.
Interessante, interessante. Ma vediamo che ne pensa il nostro critico in studio, Ennio Mollicone. Ennio?
“Grazie, George. Beh, credo che monsieur Risciò”
“Richet, prego.”
“Scusi. Credo che monsieur Richet abbia raggiunto il suo scopo. Blood Father non è un film che entrerà negli annali, di certo, e molta gente, quando nei salotti buoni si ritroverà a commentare l’andazzo della carriera di Mel, preferirà citare Mr. Beaver e la sua ‘sofferta prova attoriale’, per poi sentirsi molto intelligente. Ma noi, che di marionette a forma di castoro fottesega, siamo felici di vedere Mel a suo agio nella roba che gli riesce meglio. Anche se il Richet, qua, non è esattamente un genio della regia – sa gestire abbastanza bene gli inseguimenti e l’azione ma è totalmente incapace di comunicare suspense – di sicuro ha saputo scegliersi bene il protagonista. Mel infonde al film urgenza e lo attraversa come un carro armato intento a spianare tutto quello che gli si para davanti. E diciamo pure che Richet è piuttosto bravo a scegliere delle fazze incredibili per riempire svariati ruoli che, altrimenti, non sarebbero altrettanto cool. Penso a William H. Macy, già credibile contendente del Premio Bravo 2017. A Diego Luna, un cattivo straordinariamente cagasotto. A Michael Parks, che quando lo metti a fare il vecchio viscido pezzo di merda sai già che è una garanzia. E penso anche a Raoul Max Trujillo nel ruolo di un sicario dei cartelli messicani con la fazza pittata di tatuaggi che fanno di un brutto che non avete idea. Peccato che l’anello debole di tutto questo sia la co-protagonista, Erin Moriarty, che, nelle parole di un grande regista, ‘è cagna pure in foto’”.
Sempre puntuale , il nostro Ennio. Beh, cari telespettatori, che aggiungere se non che, in attesa di Hacksaw Ridge, la nuova prova registica del Mel nazionale prossimamente su questi teleschermi, Blood Father è un perfetto spuntino per saziare il vostro bisogno di badassery vecchio stampo?
È giunto il momento di salutarci, perciò vi lascio come sempre con il proverbio del giorno: “Se non guardi il film di Mel, Mel guarda dritto dentro di te. E ti brucia l’anima”.
DVD-quote:
“Fottesega dei castori, QUESTO è il vero Mel Gibson!”
George Rohmer, i400Calci.com
Eh già. Se hai pochi soldi e una sceneggiatura che non dice niente di nuovo, che fai? Investi la maggior parte del budget in un attore che sia convincente e si carichi il film sulle spalle per tutta la durata. Grande Mel, bene anche i comprimari.
Azione però ce n’è pochina e gestita così così. Se andate pazzi per i monologhi ce ne sono un paio, uno a testa per Gibson e Parks, che vi faranno spruzzare.
E la clip dei Simpson mi fa rimpiangere di non riuscire a seguirli più.
Madonna che roba enorme che erano i Simpson peccato che da un casino di stagioni facciano cagare più di un clistere….
sono questi i film di cui abbiamo bisogno.
ci vorrebbe molto più mel gibson nelle nostre vite.
Anna, questa frase sarebbe da piazzare come tweet fisso nella pagina twetter dei 400 calci
Hardy è bravo, ma non ha un’oncia del carisma di Mel. A voler essere proprio spietati, per quanto lui funzioni bene, lui è proprio la cosa che funziona peggio nell’ultimo Mad Max.
Concordo in pieno….doveva esserci ancora MEL
George, ad “Hardy meglio di Mel” hai perso di credibilità…
Vabbe qua si parla di attori grossi e il confronto non è facile ma George la dice giusta. Mel grande attore che i punti ad un Hardy in fatto di carisma ma se si parla di pura recitazione Hardy è spaventoso. Non è un confronto facile ma anche a mio avviso Hardy sta un gradino sopra.
Poi oh Mel è una cazzo di leggenda, un pazzo fulminato, attore dotato e regista con due palle così.
@Bakahero: addirittura! Il mio non era un confronto a tutto campo, solo la constatazione che Hardy, TECNICAMENTE, è un attore più a 360° di Mel Gibson, che è molto bravo a fare determinate cose, ma se lo metti a fare Amleto no. Non era certamente per sminuire la grandezza di Mel, come mi pare di sottolineare ampiamente nel pezzo. Per altro, io sono della scuola di pensiero secondo cui al cinema non conta tanto essere “bravi attori” in senso teatrale/scespiriano, ma bucare lo schermo in senso schwarzeneggeriano. Mel per me è uno degli ultimi grandi eroi d’azione, lungi da me parlarne male. Ed è un regista coi controcazzi, Hacksaw Ridge lo riconferma.
Tutto vero tutto giusto però confesso che a me ha fogato anche con l’Amleto di Zeffirelli. Mel TVB
Axel, abbiamo detto le stesse cose :)
:)
Vero che non c’è molta azione e gli snodi narrativi sono tutti piuttosto insensati, però Mel dà veramente il massimo nel pompare carisma in ogni scena. E la figlia sarà cagna come attrice, però è stuzzicante come poche. In sintesi visto con piacere e fra un anno o due in tv lo rivedrei volentieri.
@George Rohmer Avrei una domanda visto che si parla di Tom Hardy
come mai non avete fatto la recensione di Legend?
qualche motivo in particolare?
grazie
Mah diciamo che in linea di massima non aveva convinto nessuno di noi, è anonimo e non ci ha fatto molta voglia di parlarne.
Grazie per la risposta
Legend e` abbastanza due palle
visto. capito poco perché non so bene l’inglese, ma mi sono gasato comunque!
porca miseria se servono film così!
bella recensione!
Tra l’altro nell’ultimo Mad Max gira una teoria che Tom Hardy sia il bambinello selvaggio del secondo (1981) vi immaginate se nel sequel ricomparisse Mel!
Comunque c’è un film in cui ina scena c’è la gara di follia tra Mad Max e Hannibal Lecter (Il Bounty) in suddetto film compare anche Liam Neeson e Occhio di Falco (Daniel Lee Lewis).
Comunque e vera la questione del carisma guardate il wrestling ,Hulk Hogan,Ultimate Warrior,The Rock e Shawn Micheals,Triple H,Bret Hart i primi 3 avevano meno tecnica ma più presenza scenica ,i secondi erano magari migliori in tutto ma rimangono un gradino sotto,uguale nel cinema all’inizio Clint Eastwwod aveva solo 2 espressioni con il sigaro e senza ,il senso è che puoi essere più bravo ma se al pubblico non interessi non vai da nessuna parte.
Quando recensite ..dirlo..ditelo…
Vi mando un bonifico
( Cerca terra piatta su YouTube )
@ Blackporkismo Clint Eastwood era con o senza cappello…sul wrestling hai dimenticato Jake ” the Snake” Roberts! Altro che Ultimate Warrior…
Si hai ragione era uno dei migliori Heel del periodo studiato tuttora dai wrestler per la sua pscologia in ring ma aveva grossi problemi di alcolismo,pensa una faida con Hulk Hogan non fu subito interotta perchè veniva più tifato!
Hardy e’ espressivo pur avendo una fazza e uno sguardo praticamente immobili. E statici (davvero, fateci caso, non so come sia possibile ma e’ cosi).
Mel deve necessariamente strabuzzare gli occhi e digrignare i denti.
La differenza (e non e’ poca) sta tutta qui’.
Ma il film uscirà in Dvd in Italia?
Piaciuto davvero tanto e non mi aspettavo granche’ considerando le premesse: un film veloce e diretto, dura il giusto e non si perde per strada. Buone le scene d’azione (anche se, come fatto notare, sono tutte brevi), ottimo il cast (da Gibson che si mangia l’intero film a tutti i comprimari, Willian Macy, Michael Parks…) e regia straordinariamente efficace e asciutta.
Mi e’ sembrato una versione low budget di un film che Richard Donner/Tony Scott avrebbero potuto dirigere 20/30 anni fa… e lo dico come un complimento.
magari sto film avesse la spinta registica estrosa di un qualsiasi film di Tony, magari.
Purtroppo questo e’ francamente il meglio che offre il mercato al giorno d’oggi: lo stesso Stallone non ha saputo fare di meglio in questi anni… ma io mi chiedo, esiste al giorno d’oggi un regista americano tra i 30 e i 50 anni in grado di rivaleggiare con gente come Donner, Scott? Forse solo Micheal Bay quando si ricorda di essere un regista vero…
davvero questo poato si è infrocito al punto da cancellare pareri negativi? finocchi
Me lo sono visto e rileggendo la rece devo dire essere perfettamente coincidente con la mia impressione su questo filmetto certo innocuo e tutt’altro che indimenticabile che il nostro Mel si carica sulle spalle e porta a casa a colpi di naturale carisma, perché seppure Richet non ha la capacità del dare il pathos al racconto è ai personaggi di Blood Father è altrettanto innegabile che Mel ad ogni inquadratura ravvicinata buca lo schermo come pochi attori in circolazione. Facce secondarie grandiose, un valore aggiunto importante in quest’ opera. Richet dirige con la mano del mestierante anonimo, zero personalità, non ha colpi notevoli ma non si può manco dire che commetta sbavature, il ritmo non ha grosse impennate ma complice la durata adeguata non si avvertono cali sofferenti e si arriva tranquillamente a fine visione. Innocuo ma più che guardabile e moderatamente avvincente. La figlia invece l avrei presa schiaffi da inizio a fine del film per quanto mi irritava.
Si citava il Besson produttore e devo dire che qua qualche tratto tipico delle sue produzioni nelle scene d’azione l’avrei gradito. Non in modo troppo invasivo chiaramente.
Serie B di quella giusta a partire dalla durata perfetta fino alla scelta delle fazze. E poi… beh e poi c’è Mel che fa quello che farebbe il vero Mel (compresa tirata sui messicani che rubano il lavoro) se la figlia fosse nei guai con il cartello di Juarez. True story.
Probabilmente nessuno mi risponderà ma ho rivisto sto film ieri in italiano e il doppiaggio è VERGOGNOSO. Ma che è successo a Sorrentino? Perchè pare che abbia un cocomero in bocca mentre parla? Forse è ora di andare in pensione?
Cazzo ma nemmeno film di infima serie si doppiano così.
Il doppiaggio mi sta rovinando il film. Assurdamente mal doppiato!
Vederlo tatuare in una roulotte lercia, senza la benchè minima norma igienica, vale tutto il film.
In Mel We Trust