Il logo che vedete qui sopra campeggia grosso così all’inizio di Even Lambs Have Teeth ed è uno di quei casi in cui il nome della compagnia dice già tutto sul film stesso. Ve l’ho piazzato qui perché: a) non sapevo davvero come iniziare il pezzo e b) così ci togliamo subito il dente. Sì, c’è più di un maccosa nel film prodotto dalla “Maccosa Films”, e ce n’è uno così grosso da essere davvero esilarante. Sì, nel film di Terry Miles ci sono ben altri problemi ed è generalmente maldestro e incerto sulla strada da seguire. È un omaggio citazionista al genere rape-and-revenge? È serio? O è tongue in cheek? È stilizzato o semplicemente Miles non sa mettere insieme una storia sensata? Risposta: è un po’ tutti e due. Even Lambs Have Teeth è la summa, l’apoteosi del cerchiobottismo cinematografico.
La storia segue due graziose fanciulle, Sloane e Katie (Kirsten Prout e Tiera Skovbye), in viaggio verso una fattoria ecologgica sperduta nel nulla delle campagne di non so quale stato, non ho capito, so solo che deve essere vicino a New York perché la loro idea è, in realtà, fare shopping a New York nel tempo libero e fottesega delle robe ecologgiche lì. Per arrivare a suddetta fattoria si fanno accompagnare da due baldi giovini che in realtà, salta fuori, sono figli di una madre sadica e le imprigionano in due container nei boschi per costringerle a prostituirsi. E già qui vola il primo maccosa: a quanto pare non è la prima volta che fanno una cosa del genere e in passato hanno scaricato i corpi delle ragazze poco lontano. Possibile che nessuno abbia mai indagato e scoperto nulla? Ma vabbè, si soprassiede perché la sospensione dell’incredulità e perché, dai, in fondo c’è lo sceriffo corrotto che insabbia tutto e quindi ok. Comunque, mentre le ragazze vengono seviziate, lo zio di Katie, un detective dell’FBI, si mette sulle loro tracce per via di una storiaccia su una parola d’ordine che Katie avrebbe dovuto mandargli via SMS e che non vi sto a spiegare. Ma le due riescono ovviamente a liberarsi in qualche modo, e allora parte la spietata vendetta contro i loro assalitori.
È il manuale del rape-and-revenge fatto e finito, questo è chiaro. E Terry Miles deve essersi religiosamente guardato tutti i classici del filone, tipo Non violentate Jennifer, L’ultima casa a sinistra e Mother’s Day tanto per citare alcuni evidenti modelli di Even Lambs Have Teeth. Ma è come se, dopo averli attentamente osservati prendendo appunti sulla loro struttura, Miles avesse poi strappato delle pagine lasciando solo i “momenti clou” (ad esempio le scene delle tipe coperte di sangue che camminano al ralenti verso l’obbiettivo, armi alla mano), tagliando tutto il tessuto connettivo circostante e quindi drenando ogni possibile emozione. Per farmi capire meglio: è necessario, in questi film, che la violenza fisica e psicologica inferta alle vittime emerga. Devi essere lì con loro, sentire la puzza di quei container, del sudore dei loro ingrifati assalitori, della merda di vacca. Devi provare disgusto e rabbia, perché solo così la vendetta diventa catarsi e non un elenco di efferatezze random.
Miles tutto questo non lo sa fare, principalmente perché spende troppo poco tempo a mostrarci la prigionia delle due ragazze. E poi perché – e questo è il GROSSO problema del film – la violenza è sempre fuori campo. Sono davvero rari e brevissimi i dettagli gore (un termine da prende con pinze grosse come navi da crociera), e il massimo che Miles ci mostra sono gli schizzi di sangue in faccia alle due ragazze. Risultato: non percepiamo per nulla l’umiliazione a cui le due sono state sottoposte, che teoricamente avrebbe dovuto farle impazzire al punto da trasformarle in efferate assassine. La loro evoluzione non è una vera evoluzione quanto un’inversione a U frettolosa e maldestra, messa lì solo perché il plot lo richiede. Invece di condurci con loro in un viaggio alla scoperta di loro stesse, Miles schiaccia un interruttore e le trasforma da fighette di città a killer efficientissime. C’è una scena che la dice lunga su questo: Katie e Sloane entrano in un minimarket coperte di sangue e fanno la spesa. Comprano un sacco di cose fantasiose e sanno già esattamente come le useranno nella loro vendetta.
Ed è qui che entra in gioco l’indecisione sul tono che vi dicevo prima. Even Lambs Have Teeth parte come un film abbastanza realistico e vira nello stilizzato quando invece dovrebbe darci dentro col peggio. In parte c’è il giochino cinefilo: è abbastanza ovvio che quando Miles preme sul pedale dell’iconografia delle final girl e abbraccia i cliché, sta tentando a suo modo di fare la tarantinata povera. Il che per lui si riduce ad accostare brani pop a scene di violenza (sulla carta) efferata e al namedropping di un paio di titoli, Un tranquillo weekend di paura e Il cacciatore, due film che per età ed estrazione sociale le protagoniste non dovrebbero conoscere così bene. Ma Terry Miles non riesce a uscire dal suo ristretto punto di vista di maschio cinefilo per scrivere due personaggi femminili coerenti e credibili.
Dall’altro lato si vede che Miles vuole ridurre all’osso il plot e parlare per assoluti: la storia di Katie e Sloane non intende essere l’ennesimo rape-and-revenge, aspira a diventare la fantasia di vendetta femminile definitiva. Katie e Sloane sono due metaforoni con cui Miles vorrebbe parlare della violenza alle donne e vendicarle con una bella catarsi finale. Per farlo estrae un pennarellone uniposca e sottolinea venti volte le cose, in modo da essere sicuro che tutti capiscano bene. Ogni volta che il dinamico duo cattura uno degli aguzzini, per dire, questi le chiama “Fucking bitches” e offre loro denaro. Ogni volta. Vorrebbe essere, questa, una battuta ricorrente, ma purtroppo dopo un po’ non fa più ridere. Da questo si intuisce per quale motivo le protagoniste si trasformino magicamente in due super-killer dal giorno alla notte: non sono scritte come personaggi ma come funzioni narrative, devono solo veicolare la vendetta del genere femminile. Facendo così però si perde l’interesse specifico per questa storia, perché è di Katie e Sloane che ci dovrebbe fregare, non di quanto sia à la page Terry Miles.
E i maccosa di cui sopra? Ah siete ancora curiosi di saperli! Allora facciamo così, io ve li dico ma ci scrivo sopra un bello “SPOILER” per evitare che li legga anche chi non desidera farlo. Ma state tranquilli: non sono spoiler tanto grossi.
Siete pronti?
SPOILER:
I maccosa più grossi del film sono prerogativa dello zio effebiai che indaga sulla scomparsa delle ragazze. A parte il fatto che non si capisce per quale motivo debba tirare fuori ogni volta delle scuse per indagare, quando gli basterebbe semplicemente tirare fuori il badge – l’unica ragione è ammazzare un po’ di screen time e inserirci dei dialoghi che evidentemente Miles reputava divertenti e intelligenti. Davvero, quest’uomo ha un grosso problema col senso dell’umorismo – c’è un momento che mi ha veramente ucciso. Lo zio effebiai sta parlando con lo sceriffo corrotto e, a un certo punto, tira fuori il cellulare e compone un numero. “Chi chiama?”, chiede lo sceriffo. “Mia nipote”, risponde lo zio. E OVVIAMENTE SQUILLA IL TELEFONINO IN TASCA ALLO SCERIFFO. Ora, lo so, è la trovata più vecchia del mondo ma Miles la usa come la userebbe un ragazzino di tredici anni al suo primo compito di scrittura creativa. Ma davvero dobbiamo credere che lo sceriffo malvagio, che per anni è riuscito a nascondere al mondo la scia di cadaveri lasciata da una famiglia di redneck pazzi nella sua contea, tenga il cellulare di una delle ragazze nella sua tasca dentro la stazione di polizia?
FINE SPOILER.
Vi vorrei salutare con una riflessione su come un film come questa la dica lunga sulla cultura della violenza ipocrita che ormai domina nel cinema americano, in cui un film come questo, nel quale si fanno e si dicono cose tremende, può tranquillamente passare purché quella violenza non la mostri affatto. Ma è un discorso complesso che richiederebbe un post dedicato, messo giù così fa sembrare me un perbenista e basta. E poi il film è canadese! Ecco, a meno che, in realtà, tutto questo non sia un astuto piano di Terry Miles per farcela sotto il naso con un’opera rivoluzionaria che riflette proprio sulle contraddizioni della… Naaah.
DVD-quote:
”Un troppo tranquillo weekend di paura”
George Rohmer, i400Calci.com
Le vostre recensioni mi raddrizzano l’umore della giornata. Grandi.
Dovere.
Io il post dedicato alla violenza lo vorrei leggere davvero però
Pure io. Stavo appunto per fare lo stesso commento.
Anche io.
Esci il post sulla viulenza.
Ci penso su :)
#escilo
#vogliamopurelegifcongliesempi
#escilo
E’ una mia impressione, o non sta uscendo nulla di interessante ultimamente?
Ho la stessa impressione…
arriva arriva, non ti preoccupare.
Qui oltreoceano mi sono già sparato Arrival e l’ultimo di Mel Gibson Hacksaw Ridge e sono ancora in estasi.
vola il primo maccosa: a quanto pare non è la prima volta che fanno una cosa del genere e in passato hanno scaricato i corpi delle ragazze poco lontano. Possibile che nessuno abbia mai indagato e scoperto nulla?
Non mi fa l’effetto maccosa. Voglio dire, accade lo stesso in Psycho e il dettaglio non mi hai disturbato.
E la WtFilms entra a passo di carica tra le compagnie con nomi assurdi dopo la indimenticabile With anO productions di Muck.
Non ricordo con precisione se in Psycho la cosa viene propriamente affrontata, ma un conto è qualche delitto di un serial killer, un conto è un sistema in atto da anni e anni (come si intuisce qua). Ma comunque ci sta, come dico nel pezzo: c’è lo sceriffo che insabbia. Solo che è una roba abbastanza tirata che non si noterebbe in un film pensato meglio, mentre qui risalta perché è lasciato tutto un po’ al caso.
Forse perchè Psycho è un capolavoro e questo, verosimilmente, no? Il “maccosa” nella trama ci sta (“Old Boy”, per dire, è tutta una serie di trovate inverosimili infilate una dietro l’altra), ma risalta più in un filmetto mediocre che in un prodotto che si lascia, comunque, guardare per motivi come regia, freschezza, recitazione, etc.
Ma in Psycho non mi pare che Anthony Perkins avesse mai ucciso nessuna ragazza prima di quella nella doccia.
Almeno se non ricordo male forse neanche lo dicono nel film quindi…
Mi autocito considerando che sarebbe meglio una rece sul suddetto Psycho invece di perdere tempo con ste cazzabubbole di films
No, aveva già ucciso. Nella spiegazione finale allo sceriffo e agli altri lo psicologo si ferma e chiede proprio se nella zona non ci fossero già state scomparse di ragazze giovani e belle – e lo sceriffo lo conferma subito. Quello nella doccia non è il primo omicidio al Bates motel.
Ma non era una critica a Psycho, eh. Solo che se mi poni un dato a premessa del film, per quanto forzato, non lo vivo come un maccosa – che invece mi esplode in faccia quando sbrindelli la logica interna del film.
Faccio un esempio: non mi dà nessun problema accettare che Diabolik abbia mille Jaguar E e a nessun poliziotto venga mai l’idea di chiedere al concessionario più vicino “scusate, ma le trenta macchine appena arrivate chi le ha comprate?”. Sarebbe un maccosa se invece di punto in bianco Diabolik facesse violenza a una donna, cosa che non ha mai fatto.
Non sono proprio d’accordissimo. Un maccosa è qualcosa che va anche contro il tono del film. Diabolik è un fumetto pop giocato su un piano coerente con le premesse pop. Lambs invece è un film che parte in maniera “realistica” e a poco a poco si adagia invece sulla tarantinata fatta male e quindi, mentre inizialmente avrebbe dovuto tentare di giustificare cose come una scia di cadaveri lunga un chilometro, dopo un po’ finisce per dirti “massì, dai, è tutto un giochino sopra le righe”.
Premesso questo, ripeto: non mi ha disturbato troppo perché c’è lo sceriffo che giustifica. MA, alla luce di quanto arriva dopo, è il primo segnale che qualcosa nel film non va.
Sostengo da sempre che se il film funziona, i maccosa e i deus ex quasi non li noti… se non funziona…
Perché non “I spit on your grave” (1 e 2) e hard candy?
I Spit on Your Grave è “Non violentate Jennifer”. :)
Ma Hard Candy non è un rape&revenge, dai… più che altro dramma psicologico.
Cioè, naturalmente lui è sotto coercizione fisica da parte di lei, ma è tutto un gioco di vero/non vero/in parte vero.
Bel film comunque secondo me, nonostante la Page sia tra i volti più insopportabili dell’attuale Hollywood.
Scusate, piccolo OT:
ma nessuno è in hype per Rogue One??
Scausa tantissimo, ma l’ hype, cos’ é??
://www.youtube.com/watch?v=QaGTgf1Ec1Y
Ero convinto fosse il nuovo di kevin smith
E mi è piaciuta di più Tiera Skovvye nel film “Sugarbabies” ( http://www.itafilm.video/5402-sugarbabies-2015.html ) …
Ho appena scoperto questo film per puro caso,dalle immagini che avevo trovato randomicamente su Google mi puzzava di cagata,poi ho scovato una recensione in Inglese che gli dava 8/10 e ho QUASI pensato di essermi sbagliato,poi ho trovato questa e:”Aahh…mi pareva!X-D”
Comunque,andando un attimino OT,per caso hai visto/recensito”Wolf Creek”?Non il film,la serie TV.Io i film non li guardo perché sono un cagasotto,ma per la serie mi son fatto coraggio perché mi interessava vedere come se la sarebbe cavata Lucy Fry e secondo me è stata grandiosa e anche il telefilm nel complesso mi è sembrato buono.Non capisco perché i film li abbiano doppiati in Italiano mentre il telefilm,che era l’unica cosa della saga che m’interessasse,no!