Il 12 novembre hanno consegnato a Jackie Chan un Oscar onorario alla miglior carriera di sempre.
Per celebrarlo, abbiamo deciso di dedicare questo mese ai suoi primi cinque film da regista, tra gag esilaranti, coreografie mozzafiato e storia del cinema.
Jackie Chan era Jackie Chan anche prima di Police Story, aveva già fatto 4 film da regista, come vi abbiamo raccontato, aveva raggiunto il successo, aveva addirittura già esordito (con pochissima fortuna) in America. Però in un certo senso non era ancora il Jackie Chan che conosciamo, i suoi film avevano stunt elaborati, citavano il muto, facevano una forma d’azione contaminata di commedia unica, ma non erano degli atti rivoluzionari.
Police Story, come noto, arriva nel 1985 in reazione a Protector, filmaccio americano di cui Jackie era scontentissimo. E proprio in quanto reazione rabbiosa è l’araldo di una nuova era che parte subito diverso, scambiando l’ordine della produzione. Non scene scritte da sceneggiatori intorno alle quali immaginare gli stunt, ma per la prima volta una serie di location già decise per gli stunt nelle quali gli sceneggiatori devono far quadrare una trama. Ma quale trama? Non lo so una qualsiasi.
Police Story è un manifesto programmatico, una dichiarazione d’intenti, è un film che grida “Ora basta! Questo è il cinema che voglio fare, senza compromessi”. Ad oggi, nella sua autobiografia, Jackie lo considera il suo preferito per le scene d’azione, è forse il suo più grande successo e riuscì anche a vincere diversi premi. Eppure il merito più grande rimane l’aver mostrato a chiunque, in maniera inequivocabile che Jackie Chan non è come gli altri, non è un grande performer ma un uomo di cinema che ha in testa un cinema diverso e vuole fare la rivoluzione.
Come i migliori film d’azione Police Story inizia senza perdere tempo, in media res, con il briefing della polizia in cui viene spiegato agli agenti (e al pubblico) chi sono i cattivi e perchè. Semplice e diretto. Subito dopo si parte con la presentazione della nuova era, una delle scene d’azione più grandiose, folli e sconsiderate per grandezza e spettacolo. Il concept è semplice: Jackie e il suo team distruggono un piccolo villaggio facendogli piovere dentro delle automobili. Non dev’essere stato semplice scrivere la trama intorno a quest’idea.
Sono 10 minuti d’azione divisi tra l’inseguimento nel villaggio e (dopo la sua distruzione) uno dei pezzi di bravura e rischio maggiori mai visti fare a Jackie Chan, la grande corsa con l’autobus con ombrello che finisce con i membri del suo stunt team che si sfracellano sull’asfalto mostrati, come sempre, al rallentatore. Perché la cosa più importante nel cinema di Jackie Chan è ammirare ciò che è realmente accaduto, che il pubblico prenda coscienza che non ci sono trucchi.
La trama vede Jackie come sempre dalla parte dei buoni, cioè poliziotto, che dopo l’azione rocambolesca che apre il film, deve proteggere una testimone riluttante (per convincere la quale inscena un finto attentato che diventerà vero), ma la cosa forte è che nel farlo sviluppa un livore inedito per lui, una specie di urgenza sociale, di indignazione morale che difficilmente si ritroverà. Ma andiamo per gradi.
In tutto questo ovviamente c’è Maggie Cheung, che qualche anno dopo sarebbe diventata una delle attrici intellettuali più importanti di Hong Kong grazie a Wong Kar Wai e In The Mood for Love ma qui è la fidanzatina perennemente imbronciata di Jackie che fraintende sempre tutto. La cosa forte è che in questo film-manifesto anche le parti di commedia romantica hanno gli stunt. Cioè quello che Jackie Chan urla è che il cinema È gli stunt, che quel tipo di movimento, stupore, creazione di azione e dinamica è ciò che sottende ogni parte, anche quelle sentimentali.
Ovviamente nel film-reazione a Protector, in quello che doveva essere il simbolo dei film fatti come dice Jackie, doveva esserci lo sfoggio della migliore azione possibile, non solo le coreografie inventive che conosciamo ma una quantità di dettaglio, rapidità e densità che si fa fatica a cogliere ad una prima visione su schermo piccolo. Ogni scena d’azione ha una quantità impressionante di ramificazioni e vive non solo dei movimenti principali (Jackie che colpisce, schiva o prende in pieno un colpo) ma anche di una serie di movimenti secondari, cioè di altre mosse che animano l’inquadratura e sono conseguenze accessorie di ciò che accade. Basti guardare qua sotto la scena in cui viene colpito da una macchina e cade per poi rialzarsi (è contenuta nella sequenza dell’attentato alla testimone, dura 1 minuto e 30 secondi, ma c’è materia per ore di studio). Lo stunt principale di questi pochi secondi è quello della macchina ma a furia di rivederlo si nota anche il colpo con il bastone evitato, cioè Jackie non solo cade dal cofano, ma lo fa con una capriola all’indietro per evitare di essere colpito. E il tempismo con cui lo stuntman apre lo sportello per colpire ha dell’incredibile.
Perché non c’è nemmeno bisogno di dirlo, qui il Jackie Chan Stunt Team diventa centrale. L’equivalente di Jackie Chan della compagnia teatrale è il suo team di stuntmen, l’unico con cui voglia lavorare, l’unico disposto a cadere sul duro da altezze ingiuste, più volte lungo il film, come del resto fa lo stesso Jackie in prima persona. Più degli sceneggiatori, dei montatori e dei direttori della fotografia è infatti dal team di stuntmen che Jackie non si separa mai.
Ma arriviamo così al gran finale. Sette lunghissimi minuti d’azione nel centro commerciale con la medesima intensità di quel minuto e mezzo in strada. Il grande cattivo, il corrotto boss cerca di appropriarsi della prova che lo incastrerà, una registrazione che non deve cadere nelle mani del poliziotto Jackie, scatta quindi un inseguimento blando, condito di incredibili botte, tutti contro uno. Oltre a distruggere tutto con diversi mezzi, quello che impressiona è il livello di massacro personale, quanto cioè il personaggio cominci ad accumulare segni di violenza sul corpo. Il tono cartoonesco dei film di Jackie Chan prevede che non ci siano conseguenze ai colpi, in questo film furioso invece il finale mira proprio a far percepire la rabbia e l’ardore del protagonista, che resiste a tutto e sempre più sembra indemoniato. Era una brava persona, il crimine l’ha reso una furia.
Non solo si sfracella con più dolore di tutti ma lentamente perde anche il bello stile e la grazia che lo caratterizzano. Dopo decine di colpi presi (solo nel centro commerciale), dopo aver imbracciato esseri umani come fossero lanciafiamme per distruggere le vetrine, i balletti si fanno risse da bar aumentando in complessità, velocità e apparente mancanza di controllo.
Si guardi qua sotto al 3 contro 1 che diventa 4 contro 1 quando arriva di gran carriera quello vestito di bianco. Dopo averlo guardato 3 volte per ammirare rapidità, esecuzione, e armonia del montaggio (il calcio volante finale è perfetto dopo tutte quelle inquadrature strette), guardate anche la furia la mancanza di risate e umorismo. Non è più action comedy ma solo azione e basta, è uno dei momenti più potenti di Jackie in cui il cervello lascia il posto al sangue, in cui la velocità e la coordinazione non sono finalizzate a ridere ma all’inarrestabile macchina da giustizia che è diventato.
Tanto che nel vero finale (dopo il noto stunt con le lampadine che gli ha fruttato ustioni di secondo grado) Jackie mena una persona inerme (per quanto malvagia), non si trattiene nonostante il capo gli dica il contrario (poi tutti chiuderanno un occhio). La polizia, che nei suoi film è sempre il bene, diventa un giustiziere brutale che non segue le regole e colpisce chi non sa difendersi.
Ulteriore e terminale prova di come Police Story sia un film programmatico, una dichiarazione d’intenti urlata fortissimo sono i titoli di coda, i migliori di sempre anche per gli standard alti di Jackie. Con una canzone cantata dallo stesso Jackie, che è puro fomento, e che, se siete come me, può commuovere pensando allo sforzo di quest’uomo per un cinema diverso, personale e unico.
DVD-quote:
“Il manifesto di una nuova era”
Jackie Lang, i400calci.com
La scena con le auto che sfrecciano nella baraccopoli non vi ricorda tantissimissimo una molto simile in bad boys 2?
C’è una scena praticamente identica in Born To Fight di Panna Rittikrai (il remake), dove un villaggio viene distrutto da un camion. E di sicuro si trattava di un omaggio a Police Story, considerato quanto il buon Panna avesse più volte dichiarato il suo amore per Jackie Chan
confermo
Faccio outinghissimo: io al cinquantesimo calcio di The Raid mi ero giá rotto il c#azz*, e quanti ce ne sono in quel film di calci: otto milioni? Ok detto questo, prima che qualcuno giustamente mi faccia notare su quale sito sto commentando (ma io vi leggo piú per la roba horror/ thriller, a dirla tutta) queste rece sono cosí ben scritte che mi state facendo credere che di non poter continuare a vivere se non vedo almeno uno dei Classiconi del ciclo-Chan.
Non è che non si può vivere, ma che si vive a fare in quel caso?
Sono con te fratello
Chi ha detto Bad Boys 2 e Tango & Cash? Ovvero scene prese di netto da questo capolavoro?
Per me in assoluto il suo film migliore, niente che abbia fatto prima o dopo arriva a certi livelli. E adesso che penso alle parole scritte da Jackie (quello della redazione) sembra proprio abbia voluto incidere il suo manifesto.
E regala soddisfazioni a chi non sopporta quei cattivi ricchi e potenti che alla fine se la cavano con un buon avvocato. Madonna quanti cazzotti!
Questo. Non citare qui sui 400 la scena ripresa pari pari in Tango & Cash mi ha spezzato il cuore. E non solo quello.
la questione è semplice. Non è una vera copia.
Si entrambi sparano ad un camion/bus in arrivo e sì, in entrambe l’inchiodata fa finire i cattivi fuori dal vetro e sull’asfalto al rallentatore. Da quel punto di vista la scena è una copia. Ma è un dettaglio in confronto alle differenze.
In SuperCop è un’estrema misura dopo un inseguimento pazzesco, è una persona disperata che fa una cosa disperata (e che tra le altre cose nemmeno gli spara davvero), è una soluzione assurda di uno che non sa che fare ed è una scena girata in un colpo solo, cioè il bus davvero gli inchioda davanti.
Al termine di un inseguimento folle e velocissimo su quel mezzo lui, Jackie, praticamente lo blocca ad un pelo da sè e con quell’inchiodata si ferma una scena d’azione di 10 minuti (sic).
In Tango & Cash tutto è calmissimo e la soluzione non è disperata ma anzi il freddo calcolo di un professionista che fin dall’inizio pare sapere cosa accadrà. Non c’è rapidità ma anzi molta lentezza come se lui sapesse di avere tutto il tempo e addirittura fa tutto in un completo incravattato.
La frenata e caduta poi sono montate e riprese addirittura frontalmente (per l’effetto schiacciato si percepisce meno la velocità e l’inchiodata).
Insomma ha totalmente un’altra funzione, completamente differente, nonchè un’economia diversa nella scena.
Quindi se vogliamo dire che “Jackie Chan faceva uscire la gente dal vetro davanti prima” allora va bene ma ci mettiamo anche Arma Letale. Se ci vogliamo attaccare a cose del tipo che Stallone carica anche la pistola nella stessa maniera ok, ma se siamo seri questa roba conta zero. Due inquadrature e una soluzione rubata è niente senza tutto quello che viene prima e dopo, senza l’economia che ha nella scena.
Altro conto sarebbe stato se in Tango & Cash la medesima scena fosse stata il culmine di un inseguimento, cioè anche lì la maniera di risolvere il culmine del ritmo.
Sono d’accordo che quello stunt in particolare l’abbiamo visto decine di volte, e che il meccanismo a cui ci si arriva è diverso. Non sarebbe la prima volta che dall’occidente prendono qualcosa fatto pochi anni prima in oriente, ma non fa fatto. Non si accusa nessuno, anzi li si adora entrambi.
Mai stato un fan di Jackie Chan ma di non aver visto questo mi vergogno moltissimo.
Giuro di porre rimedio prima o poi, non lanciatemi dal balcone!
verissimo che certe cose le apprezzi solo guardandole in GIF perchè dopo la potenza del soggetto in primo piano puoi far caso finalmente anche a tutti i dettagli intorno.
Però la GIF mostra anche i piccoli errori di montaggio: ad esempio nel 4 vs 1, il calcio volante finale è dato al tizio vestito di bianco, che però nell’inquadratura prima era già stato calciato e allontanato dall’azione. In teoria avrebbe dovuto colpire uno di quelli vestiti di nero, mentre quello bianco avrebbe dovuto essere a terra, invece si “scambiano” posto (o giacca :-P ) da un’inquadratura ad un’altra.
Se non vedevo questa GIF comunque non me ne sarei mai reso conto..
capisco che vuoi dire e forse hai ragione, avrebbe avuto più senso un altro.
Detto ciò secondo me non si nota perchè il calcio che spinge via quello vestito di bianco non è così devastante e il suo indietreggiare sembra solo di qualche passo. Non è insomma così irreale che sia ancora lì a poter prendere un calco volante
In merito alla gif. Non mi sembra ci sia un errore né di raccordo nè di personaggio sbagliato. Ti dico come vedo io la scena. Chan sembra colpire l’uomo vestito di bianco in realtà sta parando un calcio con i piedi. Lo noti anche perchè la punta del piede guarda verso l’alto (quindi para con la pianta del piede tanto per capirsi) e di conseguenza ha perfettamente senso che nell’inquadratura successiva sia ancora li. Una parata del genere solitamente ha l’effetto di far girare sul posto chi la riceve avendo una sola gamba d’appoggio visto che l’altra è usata per attaccare con un calcio frontale.
A differenza di altri qui sopra a me interessano parecchio i calci (e meno gli horror) e le scene di combattimento non mi stancano mai e non ho mai beccato un errore in un fight di Jackie Chan. Magari ci sono ma io non li ho mai visti. Torna tutto perfettamente, nell’utilizzo dello spazio, delle distanze e dei tempi.
È il capolavoro di una vita. Non c’è verso, Jackie era avanti secoli luce, non anni. Lo considero anche io uno dei super top movie di sempre, visto e rivisto in edizioni diverse per essere certo di non perdere fotogrammi preziosi. Se penso che in quegli anni uscivano film come questo e in parallelo quelli di Woo mi viene da piangere, con tutto il rispetto per Evans e il suo circo.
Questa è LA Storia, film bestiale. Vi prego continuate con questi approfondimenti perché sono oro colato.
ok, questo è uno dei pochi film di Chan che ho visto e neanche molti anni fa. Una bomba totale, pur non amando la comicità di Chan ci sono alcune sequenze irresistibili tipo quella dei telefoni, a controbilanciare la fine e l’inizio di Police Story sono invece serissimi e con scene d’azione impeccabili, roba di altissimo livello che rende questo film una vera perla anche per chi come me non ama troppo questo tipo di comicità. oggi me lo rivedo.
Oggi la mia donna/moglie insiste su questo;
– Fai subito i pronti auguri ad Axel Folle!!!
Io: Ok, gli passo un link restrittivo a caso!!
https://www.youtube.com/watch?v=XEkzY0OYgP0
L’ho rivisto ultimamente in un volo, sapeste le perle che passa la Dragon Air…e non c’e’ niente da dire e’ una bomba assoluta!
un pò di pubblicità ad un mio vecchissimo video:
https://www.youtube.com/watch?v=EhP9u0c3rIc&t=2s
Che ne pensate sono un fan di Jackie!!
Si ma spiegamo a questi ragazzi anche le citazioni di police story in bad boys 2 e tango e cash. Capolavoro oserei dire seminale.. Il secondo è ancora più metropolitano e cattivo con pochissima comedy.
che figa Maggie Cheung!
Rischiare la vita in ogni suo film e per più volte in ogni di esso, e con lui la sua squadra d’elite di stuntman che hanno reso immortali i suoi film. Già negli anni ottanta era assurdo, ma oggi è impensabile, che il protagonista contemporaneamente anche regista rischiasse in quel modo, girando pericolosissime scene in prima persona. Nessuno oggi lo farebbe e probabilmente non li verrebbe neppure concesso per obblighi di sicurezza e assicurazioni.
Chris Li è uno dei due stuntman che sfondano il parabrezza del secondo piano dell’autobus atterrando sull’asfalto (anziché sulla macchina che improvvisava un posto di blocco, sbagliando lo stunt ) si risvegliò dal coma dopo sei ore e mezza. Jackie decise di non rigirare la scene perchè fare qualcosa di più impressionante era assolutamente impossibile.
Secondo me Police Story è qualcosa di irripetibile, il Capolavoro tra i capolavori.
Parole sante, non avrei saputo dire di meglio…
Secondo me molti pensano di conoscere Jackie Chan per aver visto una manciata di suoi film americani o qualcuno degli ultimi di Hong Kong che passano su italia 1, ma in realtà non hanno la minima idea di chi sia davvero, e cosa davvero abbia fatto quest’uomo…