Caro Bryan Bertino, ho visto il tuo The Strangers del quale però non mi ricordo più un cazzo perché nel frattempo sono usciti You’re Next e The Purge, e insomma. Mi sono perso il tuo Mockingbird, ma come ci informava Belen Lugosi alla fine è una moltiplicazione dell’assunto base di The Strangers e se ne esce con una sola consapevolezza: che qualcosa di brutto, ma veramente brutto brutto deve esserti successo a casa, quando eri un pargoletto, perché nei tuoi film la casa non è il posto da cercare ma quello da cui fuggire. Alla luce di questo, esaminando il tuo ultimo lavoro, The Monster, mi pare che il messaggio sia sempre quello: qui c’è una protagonista, la piccola Lizzy, che a inizio film sta per partire con la madre per un viaggio, diretta verso la casa del padre e della sua nuova compagna, per sfuggire a una mamma alcolizzata e indolente (Zoe Kazan, colpo di casting geniale in quanto faccia “pulita” dell’indie più fighetto qui trasformata in mamma alcolizzata e indolente). I pochi flashback ci mostrano una situazione famigliare tutt’altro che rassicurante e infondono anche il dubbio che Lizzy non stia per fare una cazzata, visto che anche il padre pare essere un adepto del booze come la madre. Insomma, le premesse ci sono tutte e i più attenti di voi lo avranno già capito, perciò lo palesiamo in pompa magna:
Già. Il “Monster” di The Monster è un Metaforone semovente come nella migliore tradizione del VERY VERY BIG METAFORONE da noi già più volte dissezionata. La mamma è una tossica alcolista che non riesce a battere i suoi demoni e prendersi cura della figlia? La piazziamo in mezzo al nulla più assoluto (l’auto finisce in panne su una strada deserta in mezzo a un bosco in piena notte) in compagnia della figlia a combattere un demone un po’ meno figurativo. Un demone che prende la forma di un enorme mostrone nero zannuto arrivato da chissà dove (non ci viene spiegato e non conta. Di nuovo, come nella più classica tradizione del metaforone). Un mostrone che attacca solamente quando c’è buio pesto, è spaventato dalla luce, non ha apparentemente un cazzo di meglio da fare nonostante nel bosco di notte ci siano un sacco di prede e si concentra invece su queste due poveracce because metaforone. Tutto torna, no?
E uno potrebbe giustamente dire che palle. Che palle quei film in cui il sottotesto diventa testo. Perché una cosa è chiara: quasi tutti i film d’orrore d’autore stanno tentando di dire qualcos’altro, ma quelli fatti meglio sono quelli in cui lo capisci solo se sei particolarmente attento o predisposto, quelli che non tentano di sbatterti in faccia “il tema”. The Monster invece ci tenta dall’inizio alla fine. Eppure funziona. E sapete perché? Perché un film che si chiama The Monster su una cosa non deve fallire, e quella cosa è
Il mostro di The Monster è una figata pazzesca. Non sarà certamente originale, sembra un po’ il cane di Ghostbusters senza corna, ma è una figura imponente, realizzata con tecniche old school e se c’è della CGI io onestamente non me ne sono accorto. È una presenza estremamente fisica, di un nero lucido e “bavoso” e vale la pena di aspettare per godersi i suoi attacchi. Perché The Monster è un film che si prende i suoi tempi, a una mezz’ora abbondante dall’inizio ancora non è successo quasi un cazzo, e ha una struttura un po’ ripetitiva e a tratti asfittica. Si vede che Bertino non è proprio un fulmine della sceneggiatura, anche se forse la ripetitività degli attacchi è voluta – siamo sempre dentro un metaforone su come la dipendenza torni a colpirti quando meno te lo aspetti in un continuo loop da cui è difficilissimo uscire. L’atto finale è un altro problemuccio, perché d’improvviso fa fare a uno dei personaggi una cosa piuttosto incoerente con l’assunto e che, oltretutto, non ha alcun impatto narrativo e serve solo ad aprire la strada allo scontro finale nella maniera più rapida e facile.
Eppure l’amore di Bertino per i suoi due personaggi e l’onestà con cui evita la melassa nel dipingere questa famiglia disfunzionale, uniti a QUEL CAZZO DI MOSTRO GROSSO COSÌ, salvano il film.
DVD-quote:
“Mostroforone rulez”
George Rohmer, i400Calci.com
A me Zoe Kazan fa’ parecchio sangue… sara’ quel tono da intelletuale santerellina che ha, ma mi vedrei questo The Monster solo per lei…
Che palle non poter correggere errori e refusi pero’… :/
I hear you, bro.
Per me è stato solo un enorme metaforone della rottura di palle.
che palle non lo trovo
Cercalo nei boschi.
Ma occhio, se lo trovi pratica la tanatosi;))
uff che palle l’horror con lo scazzo in famiglia. Per me ha già fallito nel momento in cui non dice nulla sulla mitogia del mostro e diventa palesemente un espediente per esasperare/mutare i rapporti tra consanguinei. Ma ti pare che mi devo vedere un film con un enorme coso incazzato che diventa il pretesto per raccontarmi la rottura di palle di quelle due chiuse un auto sotto la pioggia nel bosco (tra l’altro pare una citazione di jurassic park)
tra l’altro a proposito di bosco e mostri segnalo mexico barbaro visto qualche settimana fa (un po’ una delusione ma vabbè) in cui c’è il corto con un mostro ripugnante a dir poco, brutto come la merda e schifoso come pochi che fa cose abiette ad una fidanzatina rapita al letto del moroso. Ebbene accade tutto per divertimento, no morale (a meno che non sia quella di non chiavare col moroso nel messico rupestre), no puzza sotto il naso o robe pretenziose.
Ah, mentre vengono lasciati sul terreno litri di liquidi corporei, due nani a caso e a vanvera danzano sotto la luna. In culo a the monster e alla sua metafora
Sottoscrivo ! Prenderei a sberle chiunque si azzardi a parlare bene si questo film !!! Una cagata colossale…
Sembra interessante, il mostro d’altri tempi mi attira, Zoe Kazan è molto indieporno e vaffanculo al metaforone, lo guardo uguale :)
il mostro è abbastanza una figata, ma ormai ce la facciamo prendere bene per il semplice fatto che un effetto speciale NON è fatto in CGI.
Dopo un’ora e mezza di ‘sta roba ho dovuto prendere su i coglioni, portarli in una cava e farli brillare.
Voglio dire, Bertino è riuscito a rendere noiosa non solo l’attesa, ma anche il primo attacco del mostro, cioè vaffanculo dai
infatti sto film è una vera merda. la parte interessante, quella del mostro, è noiosissima.
di pro, la parte del rapporto madre-figlia, i flashback, e soprattutto le interpretazioni delle due attrici, sono ottime ma anche chissenefrega.
voglio vedere un cazzo di horror, non sta roba di cui sicuramente il regista va in giro dicendo ”no ma è un horror solo in apparenza, in realtà è un film sui sentimenti e il rapporto tra le persone.”
e comunque è vero quello che dice senegal, il mostro non ha mitologia. non ha senso. buttato là a cazzo.
e ok che non è in cgi ma non è poi tutta sta meraviglia, ha di figo solo la bocca. gli occhi sono fatti malissimo. sembra un po’ gli alieni di attack the block ma quelli erano molto meglio (per non parlare del film in sè che ciao proprio)
scusate sono il digital divide, c’è in strxxxxxg?