C’è una linea nemmeno troppo sottile che parte da Lovecraft e, in meno di sei kevinbaconiani gradi di separazione, passa per Stuart Gordon, Barbara Crampton e arriva fino a questo Beyond the Gates.
Ora guardate la locandina di Beyond the Gates:
La vedete Barbara Crampton? La vedete la VCR? Li vedete gli anni Ottanta?
(ironicamente, Beyond the Gates si apre con una scena ambientata nel 1992*)
Se avete seguito anche solo distrattamente la realtà negli ultimi anni, già sapete dove si va a parare: il giovane Jackson Stewart ha voluto girare un horror che omaggia i grandi classici degli anni Ottanta, e che è nobilitato dalla presenza – in senso letterale, visto che di fatto non compare mai in scena con gli altri personaggi ma sempre dentro lo schermo di una tv – di una delle stelle di quella decade d’oro, Barbara Crampton.
Sapete quanti anni aveva Jackson Stewart nel 1992, quando si apre il film? 7, il che significa che nel 1995 ne aveva 10. E sapete cosa è uscito nel 1995 che poi JS ha deciso di innestare artificialmente sul suo primo lungometraggio horror con le case stregate?
Abbiamo così tra le mani un orrido ibrido tra un film di Stuart Gordon, Poltergeist, Jumanji, un horror a caso degli anni Novanta con la tavoletta ouija posseduta dal demonio, il tutto innaffiato di luci al neon, synthoni e innestato su un impianto da tragedia familiare per cui il riavvicinamento tra due fratelli e il loro torbido passato vengono risolti in parallelo con il procedere, modulare perché basato su un gioco da tavola, della narrazione.
«Sì, ma è una cosa brutta?». Ve lo dico dopo la sigla.
Il punto è che non credo abbia senso nel 2017 (AH!) mettersi a discutere di nuovo, un’altra volta, da capo del valore e dell’impatto che le operazioni nostalgia stanno avendo sul mondo dell’intrattenimento in generale.
Sono molto serio, mi arrendo. A un sacco di gente piace vedere rimessi in scena i classici del loro passato, sottoposti a lifting perché certe rughe sono ormai inaccettabili e ripassati di quel minimo di autoconsapevolezza che li neutralizza e li rende piacevoli passatempi piuttosto che esperienze laceranti. Esiste questo mercato, a volte funziona anche alla grande, e se Jackson Stewart ha voglia di girare l’ennesimo omaggio ai suoi film preferiti dell’infanzia che lo faccia, non vale più la pena perdere tempo in battaglie ideologiche sulla purezza dell’ispirazione o sull’originalità o su bla bla CHE PALLE. Questa roba c’è e ce la teniamo.
Però almeno che la facciano bene.
Sono nemico giurato di Graham Skipper ormai da tempo e continuo a non capire come faccia a recitare nei film del cinema, ma devo riconoscergli l’onore delle armi in Beyond the Gates: continua ad avere la più insopportabile FACCIA DA CAZZO in circolazione, ma il suo Gordon è finalmente un personaggio scritto intorno a questa considerazione, e per la prima volta da quando ha cominciato ad abitare i miei incubi è in parte e quantomeno competente. Gordon è il fratello di John, il prototipo del bel nullafacente che è stato lasciato indietro: quando Gordon è scappato in città a rifarsi una vita, John è rimasto con il padre, un alcolista anonimo di nome Bob e proprietario di un videonoleggio pieno di film del sangue e delle tette.
Bob, però, ha questo problema che è scomparso, ottima scusa per la più classica delle imbarazzanti riunioni di famiglia. Talmente imbarazzante che neanche Stewart sa come gestirla, e manda in vacca il tono del film fin dalla seconda scena.
C’è, nella messa in scena shabby chic finta trascurata curatissima e nell’insistenza sui dialoghi slabbrati e che non portano da nessuna parte, molto di You’re Next e di tutti quegli altri horror lì (la considerazione che il film impiega cinquanta minuti prima di succedere aiuta). Però in You’re Next e tutti quegli altri horror lì quella grammatica è funzionale alla costruzione della tensione e rimane coerente con se stessa anche quando l’azione decolla, mentre Beyond the Gates è un film che parla di un VCR game posseduto dal demonio che John e Gordon ritrovano nell’ufficio del padre, un gioco che funziona che se non riesci a trovare le quattro chiavi nascoste in svariati posti di casa tua ti teletrasporta nell’Other Side. E poi ti ruba l’anima.
È Nightmare, che Stewart non si vergogna neanche a far citare a uno dei suoi personaggi. È l’esperienza camp per eccellenza, approcciata con la gravità di un cazzo di film di Vinterberg.
Il che obbliga Stewart ad agire per sottrazione (o addizione di silenzi, o “non far succedere un cazzo” se preferite) e a togliere tutto il mordente allo spunto iniziale – è un gioco in scatola, non Il grande freddo, e capirete che quando al minuto 45 l’avvenimento più eccitante è stato un litigio tra Gordon e un amico alcolizzato di John significa che abbiamo un problema.
[qui partirebbe tra l’altro una lunga riflessione sul fatto che se fai un film su un gioco in scatola devi sforzarti per farmi credere che quel gioco in scatola sia effettivamente divertente da giocare, non destrutturarlo a cazzo di cane ma mi perderei e non ne usciremmo più]
A poco serve che a un certo punto si rendono tutti conto (davvero, persino i protagonisti sembrano uscire da una trance e cominciano ad agire facendo cose sensate) che comincia a essere tardi e bisogna portare a casa il film. Tutto l’horror, tutto il camp, tutto il sangue di Beyond the Gates si accumulano frettolosamente negli ultimi venti minuti, in una sequela di puttanate assolutamente pretestuose che quantomeno hanno il merito di farci vedere qualche morto male.
L’impressione (assolutamente pregiudiziale e stereotipata e sicuramente cattiva e sbagliata da parte mia) è quella dell’esordiente pretenzioso che si mette a scrivere un film convinto di poter sovvertire qualche canone senza abbandonare il recinto del genere, e quando si tratta di tirare le fila si rende conto che l’ha fatta fuori dal vasino e corre ai ripari sommergendo tutto di tropes e plasma.
Bel tentativo, ma Beyond the Gates si sveglia troppo tardi per farsi perdonare la timidezza iniziale, non per cattiveria ma per noia. Mi hai costretto a fissarmi su camicette scollate troppo a lungo per gasarmi quando finalmente arriva il capro.
Ah giusto, quasi dimenticavo! Barbara Crampton fa “la tizia che dà le istruzioni dalla videocassetta”.
DVD quote:
«Mi arrendo»
Stanlio Kubrick, i400calci.com
*quando cioè gli anni Ottanta stavano cominciando timidamente a cristallizzarsi nell’idea di decade che abbiamo oggi. Passa abbastanza tempo tra From Beyond e il 1992 per iniziare a parlare di nostalgia, e guardare a quello che facevamo dieci anni prima con un misto di imbarazzo e affetto. Beyond the Gates è un film nostalgico che si apre in un’epoca che era già quantomeno protonostalgica. È un accumulo senza fine che perde di senso a ogni passaggio. Alla fine l’intrattenimento tutto sarà solo rumore bianco dal quale emergeranno sporadicamente le note di Never Gonna Give You Up cantate da un gattino o qualcosa del genere.
All’inizio avevo infilato questa riflessione assolutamente ininfluente all’interno del pezzo, poi l’ho fatta cadere qui per non disturbare troppo. Per chi è arrivato fin qui: ciao!
Ciao!
Posso fare una domanda seria?A quale tipo di pubblico si rivolgono questi film nostalgici?Non l’ho ancora capito.Voglio dire:io con i film anni 80 ci sono cresciuto e se sono in vena di nostalgia canaglia mi riguardo direttamente gli originali visti all’epoca in compagnia tra risate,cibo spazzatura e gare di rutti,non certo “un remake di quella atmosfera”.Un ragazzino di oggi al contrario non sono sicuro sia così interessato a tali operazioni,bombardato com’è da ogni tipo di intrattenimento “moderno” (e con molte più possibilità di vedersi i film dell’epoca di quante ne avessimo noi a quel tempo,quando anche recuperare una vhs scalcagnata di terza mano era una festa).Quindi ribadisco la mia domanda,solo per capire,eh,nessuna intenzione di fare polemiche:a quale pubblico sono rivolti questi film?
Ottima domanda.
Cioè, io un’operazione nostalgia me la vedo pure, penso a un Turbo-Kid, penso a Stranger Things, ma al massimo per dirgli “bravi” nella mia testa se la fanno bene. Cioè, non può aspirare a più di questo, a non deludere un fruitore degli anni ’80 che ERA AL MONDO negli anni ’80, ma nulla più.
@fart, provo a rispondere. Credo che la risposta sia “dipende”. Nel caso di un film come questo, è chiaro che il pubblico è il regista stesso, che il film è fatto per soddisfare un suo sogno, per omaggiare le cose che gli piacciono; se poi capita che altri vedono il film e si sentono coinvolti molto bene, immagino, ma non mi pare che una roba come Beyond the Gates abbia un respiro che va al di là del divertissement personale (e se ce l’ha, il povero Jackson Stewart deve cambiare mestiere).
Prendi però una roba come il remake di La casa di Alvarez. Quello sì è fatto per i ragazzini, perché è un franchise vecchio ridipinto a uso gioventù di oggi.
Oppure prendi quella roba furbastra che è Stranger Things, che è riuscito a convincere milioni di persone di essere pure meglio delle robe a cui si ispira, o comunque meritevole di attenzioni al di là del fattore nostalgia. Un prodotto come quello sì che è fatto per te, per me e per tutti noi che siamo cresciuti con i film anni Ottanta: è, come dicevo nel pezzo, un tentativo di riproporci certe storie e certe atmosfere, neutralizzandole e cospargendole di quella bella patina di modernità e autoconsapevolezza che annullano l’impatto delle ispirazioni originali e sputano fuori un prodotto innocuo ma che colpisce le corde “giuste” – cioè quelle che ti fanno ripensare con affetto alla tua infanzia, poi non importa che i film della tua infanzia avevano ben altro impatto e coraggio. L’importante è farti sentire a casa, tranquillo e sereno con i tuoi vecchi amici di un tempo; se a questo giro hanno pure nomi nuovi, grande festa!
Beh resta il fatto che Stranger Things è un buonissimo prodotto, vhe può o no piacere, ma oggettivamente fatto con amore e con rispetto verso la fonte; molte altre cose invece, sono fatte solo per soddisfare l’ego del regista o strizzare gli occhi al pubblico così da toccare proprio quelle corde che dici tu (questo beyond the Gates mi sembra l’esempio calzante, ma anche Star Wars 7 ne soffriva). In definitiva: contano molto le intenzioni iniziali (che poi traspaiono nel prodotto finito), ma conta anche la capacità del regista di sfornare un buon prodotto e a quel punto, chi se ne frega a chi si rivolge, se è bello è bello (e semmai ha quel quid in più che punta sulla nostalgia)
@Munky: oddio che sia un buonissimo prodotto e fatto con amore e rispetto verso la fonte lo dici tu, a me è sembrato una furbata costruita a tavolino pescando una serie di elementi di facile presa dai film della nostra infanzia e costruendoci sopra una vicenda un po’ sciocca e in definitiva non particolarmente soddisfacente. Cioè a me ST pare una gran bella operazione di marketing che ha toccato le corde giuste per tantissime persone ma che, una volta eliminato il fattore nostalgia e il potenziale meme-tastico della serie (vedi il fatto che ormai si parla solo di “che fine ha fatto Barb” o “quanto sono sympa i regazzini” e nessuno ha nulla di interessante da dire sui contenuti), è solo vuoto pneumatico.
Però Millie Bobby Brown è molto brava e le auguro un grandissimo futuro.
Giù con Stanlio su ST. Robetta esilissima ben confezionata ma di un vuoto sfiancante. Nella mia testa fa il paio con quella merda di Ash vs Evil Dead, entrambe pompatissime da due miei amici che boh a me hanno fatto solo incazzare.
@Shu-shà:per carità,ho fatto un discorso generale ma le eccezioni ci sono,penso ad esempio a MANBORG.
@Stanlio Kubrik:tralasciando l’autoerotismo fine a se stesso del regista di Beyond the gates si riduce tutto a film “attuali” con nome storico ad uso marketing(La casa di Alvarez,che infatti detesto) e ad operazioni paracule come ST che a parte tutto il contorno nostalgico e una buona realizzazione,di sostanza ne hanno poca.Sono d’accordo quando dici -un tentativo di riproporci certe storie e certe atmosfere, neutralizzandole e cospargendole di quella bella patina di modernità e autoconsapevolezza che annullano l’impatto delle ispirazioni originali e sputano fuori un prodotto innocuo ma che colpisce le corde “giuste” – cioè quelle che ti fanno ripensare con affetto alla tua infanzia- ma se l’intento è solo farci venir voglia di riguardarci un classico boh,per me è un po’ pochino.Non mi basta un film che gode di luce riflessa.Come ho già detto comunque le eccezioni ci sono,per carità.
@Axel Folle:daccordissimo su tutto.Mi aspettavo una delusione da AVED e così è stato.
io sono tra quelli a cui ST è piaciuto tantissimo..
vuoto dove? trovatemi un’altro film di quanti minuti? che vi intrattiene dall’inizio alla fine :)
Poi di recente ho visto the guest (potrebbe essere inserito nel filone rifacciamo gli 80 in chiace moderna) e anche questo mi ha divertito un bel po’..
poi ci sono quei filmettini merdosini tipo turbo kid..
questo si che è nulla cosmico
ma sì, ma sì, roba fighissime da sto revival non è che ne siano uscite molte, anzi. The Guest è un filmettino derivativo carino e formalmente abbastanza ben fatto ma sempre robetta, Turbo Kid è roba con un cuore grande così e dai mezzi evidentemente scarsi che forse ti ritrovi a voler bene più per le intenzioni che per il risultato (che comunque non è male)….fatto sta che Munky parlava di cuore (siete la stessa persona mki? per capire quanti interlocutori ci sono) e Stranger Things è roba con una produzione abbastanza spessa che sfrutta le 2 cose che tirano in questi anni: sto revival ’80 e le serie tv che cazzo la gente è impazzita e sono tutte bellissime quando no, la maggior parte vanno in vacca dopo 1 o 2 stagioni, si sgonfiano perché tanto si tenta di sfruttarle finché il pubblico c’è e vuoi o non vuoi non hanno respiro per tutto il loro ciclo di vita. E uscendo dal discorso che stiamo facendo sta frenesia mi sta anche sul cazzo, perché vedere un film di 2 ore no ma porcod*o ora parli con “la gente” e ti dice pure: “no ma va che la 3^ stagione è una merda ma con la 4^ si riprende” ma col cazzo che perdo 10 ore di vita, hai fatto una stagione di merda? basta hai fallito per me. E comunque Stranger Things ha esattamente quella cosa che a me sta sul cazzo di tante serie odierne, come ha già sottolineato qualcuno qua sopra, ti fanno affezionare al personaggio con caratterizzazioni compiacenti ma quello che buttano in tavola è poco o nulla e per me ST è esattamente questo, una storia pacco con dei protagonisti a cui “ci si affeziona” (io no). Che poi mki scusa se te lo dico ma
“trovatemi un’altro film di quanti minuti? che vi intrattiene dall’inizio alla fine :)”
che significa? i meccanismi seriali sono molto diversi da quelli di un film,hanno anche un linguaggio differente, possibilità di avere grosso tempo a disposizione da distribuire in pillole da 40min/1 ora….è un confronto abbastanza stronzo se è quello che stai facendo.
Qua dentro ai tempi molti lo odiarono comunque per me un’operazione di questo genere di revival che a me è piaciuta abbastanza è stata “Super8”, nulla per cui strapparsi i capelli, anche quello sfruttava una moda che si stava sviluppando ma come prodotto funzionava.
No no, io non sono mki:)
Come hai detto parlavo di cuore: al netto delle sbavature, trovo Stranger Things più onesto di molte altre cose e sì, fatto col cuore di chi ha ben in testa un progetto e lo porta avanti fino in fondo (al netto della prima stagione, poi si vedrà). Ben altro discorso sono quelli che ti immergono negli anni ’80 solo perché “tira” o ci invilano tanti camei perché fa figo. È la stessa differenza che c’è fra Star Wars 7 e Rogue One, insomma (fermo restando che mi son piaciuti entrambi)
confermo che non sono munky anche perchè a differenza sua
a me star wars 7 ha fatto cagarissimo :) (rogue one non l’ho ancora visto)
il mio pensiero sul confronto minutaggio serie\film è semplice..
se ne avessi avuto la possibilità fisica e materiale per quanto mi ha pigliato mi sarei potuto vedere tutti gli ep. di ST uno dopo l’altro senza annoiarmi\addormentarmi..sono 8 ep da 50 min,, 400 minuti di girato..
semplicemente è fatto strafottutamente bene per i i miei gusti..
8 ciliege.. e una…si sa.. tira l’altra :) .. cazzo.. arrivi al 3°ep e vuoi assolutamente vedere come finisce :)
poi mettici anche che oltre ai protagonisti\bambini ci sono alcune intrepretazioni che sbam!
tipo il personaggio dello sceriffo..
poteva stare benissimo in una stagione a caso di true detective..
con turbokid invece.. dopo 10m mi ha stracciato le palle..
ma n’dove sta il cuore? è vuoto..nulla cosmico..
se non qualche idea carina buttata li e lasciata marcire insieme ai miei maroni… :)
insomma quello che volevo dire è che se riesci ad arrivare a 400 di minutaggio senza far annoiare, tu regista, per me sei un cazzo di mostro! :)
cioè penso sia più difficile intrattenere per 400min rispetto a farlo per 100..
Conclusione: Questa storia della diffenza dei meccanismi differenti per me è una gran cazzata.. o è una cosa è fatta bene o non lo è..
ad esempio se metti insieme il padrino1 e 2 poi li dividi in 8ep. non si trasformebbe automaticamente in una serie capolavoro? :)
Se i personaggi sono costruiti,evoluti,raccontati e recitati bene..
..se la trama\sceneggiatura gira ed è interessante..
che sia un film da 1h30m o una serie da 10ep da un 1h (tolto che mi sembra scontato che intrattenere per più tempo sia più arduo)
fa molta differenza? :)
P.s. lo stesso discorso in positivo vale per le 2 serie di fargo..
la più bella che abbia visto fin’ora
No cioè è un discorso che non esiste quello che fai te, è sbagliato e basta. Una cosa seriale ha una grammatica che è differente da quella cinematografica (per quanto ora valga sto tormentone della serialità che diventa cinema che è un po una cazzata, semplicemente il livello ora si sta è alzato molto), ti ripeto, ogni episodio ha una costruzione tu mentre lo guardi capisci che c’è una parabola che sta dentro quei 40/60min. Spezzettare il padrino non ne farebbe una buona serie ma solo un film spezzettato, idem al contrario.
Pure io ho provato a vedermi True Detective 2 a 4 puntate alla volta (quella sì una serie della madonnina) ma è proprio che c’è una struttura differente che facilita l’affrontare della visione per lo spettatore.
Facilità la visione intendo in proporzione al tempo rispetto ad un film intendo. Ovviamente è un discorso in linea di massima.
Ma.. quindi si tratta di un film basato sul caro vecchio AtmosFear?!? (https://it.wikipedia.org/wiki/Atmosfear)
Ma quanta originalità (e quanta nostalgia… sigh…)
atmosfear quanta nostalgia.
no in realtà faceva cagare ed era noiosissimo, però si, è stata la prima cosa a cui ho pensato guardando il film.
boh, a me non è dispiaciuto, mi sono moderatamente divertito, anche prima che cominciasse l’horror vero e proprio. a differenza di film di simile ispirazione ma che ho trovato terribili, come the mind’s eye e almost human, per restare nella favolosa filmografia di graham skipper (che per la prima volta mi è risultato credibile come attore)
per chi è fatto questo film?
penso per gli appassionati di indie horror, per quelli che amano i film di genere ma anche i film (un altro tipo di ORRORE) mumblecore, insomma per quelli che guardano un po’ di tutto e quindi se la parte non horror è fatta dignitosamente si divertono comunque. non necessariamente solo ai nostalgici degli anni ottanta.
la solita trafila insomma, esce il film, un po’ di buzz ai festival, una rece positiva su screen anarchy (ex twitch) e qualche altro sito indie-genere-friendly, un bel punteggio su rotten tomatoes e a posto così fino al prossimo film.
tra i preferiti dell’anno? ma neanche per scherzo. però la serata l’ha fatta passare senza voglia di andare avanti veloce (col vhs, naturalmente)
Scommetto che hai scritto “2017 (AH!)” perchd hai realizzato solo ora che hai scritto 2017 da qualche parte solo ora…
Segnalazione: I am a ghost (2012), molto blasonato, mi piacerebbe sapere cosa ne pensano I400C.
La locandina è figa
You’re next è una bomba
Jumanji è ok…l’ho visto proprio in questi giorni su sky, per la prima volta, un giocattolone fantasy divertente che avercene oggi…peccato solo il finale…
Lovercraft è Lovercraft (e non ha limiti)
Oh a me è venuto voglia di vedere sto film, anche perchè poi la rece mi è parsa tutto un pippone perchè a Stanlio non piacciono i film nostalgia allora sembra costruita per parlare male del film per questo (magari mi sbaglio, eh).
Invece a me che i film nostalgia (quando fatti bene) piacciono perchè sono un nostalgico, e a sto punto meglio una cosa che guarda con amore agli anni 80-primi 90, che quella montagna di pattume che è mediamente il cinema odierno.
Poi magari il film farà cagare, Stanlio ha ragione, e sarò il primo ad ammetterlo.
Credo che Deathgasm sia uno dei film più belli dell’anno scorso e ho lodato senza ritegno Manborg, non direi che mi fa cagare la nostalgia. È che questo film è brutto e noioso.
Ok, più che altro dalla recensione sembrava che ti eri rotto i maroni dei film-nostalgia anche perchè è incentrata molto su quello, ma quindi ho capito male io :)
Grazie del chiarimento, Manborg e Deathgasm non li ho visti, c’ho una montagna di lacune sul 2016…
@Latte:Stanlio ha ragionissima,pure io che ai film nostalgici preferisco direttamente gli originali ti consiglio Manborg e Deathgasm,due perle che ho conosciuto proprio grazie a lui.
Ma per curiosità, la vostra su Super8?
Jumanji l’avro’ visto decine di volte coi miei figli, senza considerare Zathura che essendo piu’ moderno forse lo abbiamo visto ancora di piu’…sono entrambi film superdivertenti, ora di Jumanji uscira’ il remake con The Rock…
Stranger things e’ fruibile anche da un pubblico di oggi, il fatto che strizzi l’occhio agli anni 80 non rende assolutamente impossibile che sia godibilissimo anche da altre generazioni anche se e’ ovvio che avrebbe potuto essere ambientato benissimo o quasi al giorno d’oggi. Invece del D&D la Xbox e invece della BMX qualche altro modello
Che poi Jumanji per me regge alla grande il peso del tempo ed è una bombetta ancora oggi.
La mia su Super 8 è che fino a tre quarti è molto bello poi non ha idea di come chiudere tutto e si sgonfia con uno dei finali più del cazzo che io ricordi.
Però fino ad allora mi era piaciuto molto.
@fart ma guarda che anch’io preferisco riguardarmi gli originali, eh, solo che se esce una roba nuova fatta alla maniera dell’old school e fatta bene, oppure che omaggia amorevolmente e sinceramente l’old school mi fa solo piacere…il problema casomai è che non mi vengono in mente tanti esempi riusciti…
…la roba che mi smarona proprio invece sono i film finto-trash, finto-povero, finto-z-movie alla Machete, ma questa è un’altra storia…
Super8 non l’ho mai visto…c’è un qualcosa che non mi attira in quel film…sarà Abrams.
Manborg e Deathgasm li metto nell’elenco delle 1000 cose da recuperare…
Boh a me Jumanji faceva cacare, dite che dovrei rivederlo?
Scusate, ma quella sulla locandina è la Carrà? ._.
Sul discorso…ma per chi sono questi film?
Secondo me, sono prodotti pensati o per i nostalgici da competizione, convinti che non si faccia un bel film dall’88 e che adesso solo film senza anima, perché il mondo è cattivo cattivo, oppure per le nuove generazioni che la nostalgia se la sbattono al cazzo. Nella stragrande maggioranza dei casi un/a ragazzino/a preferisce guardare un film che cita, copia, riscrive (o almeno ci prova, ma tanto non cambia tre cazzi perché quelle stesse regole non le conoscono) le regole del genere invece di gustarsi un vecchio film, perché minchia gli effetti speciali brutti, semplicemente li rifiutano a priori considerando meglio qualunque cosa fatta con i mezzi di oggi rispetto a quelli a disposizione negli 80, dimostrando apertamente di non poter capire quel cinema, quindi si ciucciano il loro filmettino pensando pure di farsi una cultura grazie agli omaggi sui vecchi film che ci trovano dentro.
Beh bei film qualcuno se ne fa ancora, ma tu prova a guardare la classifica degli incassi di un anno qualsiasi tra il 1981 e il 1994, e confrontala con la classifica degli incassi di un anno qualsiasi tra il 2000 e oggi. E poi trai le tue conclusioni.
Chi non guarda i film degli anni 80 perchè “gli effetti speciali brutti” semplicemente non capisce un cazzo, gli fx di quel decennio, anche quando “imperfetti” si mangiano la CGI degli ultimi anni.
Cazzo roba come La cosa, Un lupo mannaro americano a Londra e Jurassic Park se la sognano oggi.
Io non guardo le classifiche degli incassi per decidere se un film è bello oppure no. I “bei film” gli facevano prima degli 80 e hanno continuato a farli dal 94 in poi, ma se per te non è così, e la maggioranza dei film attuali o recenti non sono all’altezza dei “vecchi”, anche non comprendendo il tuo punto di vista rimane comunque un’opinione che avete in tanti.
Ma fare i nostalgici come unica ragione di vita non ha senso.
Gli FX di La cosa e Jurassic Park sono fantastici, ma su questo era difficile non essere d’accordo, il problema della CGI degli ultimi anni secondo me è l’esagerazione, l’utilizzo anche se non necessario, per esempio nel film Moon vengono usati dei modellini ed è perfetto così.
ma credo che Latte ne faccia un discorso di qualità nel cinema commerciale, non totalitario, per questo l’esempio delle vendite…
”Chi non guarda i film degli anni 80 perchè “gli effetti speciali brutti” semplicemente non capisce un cazzo, gli fx di quel decennio, anche quando “imperfetti” si mangiano la CGI degli ultimi anni.
Cazzo roba come La cosa, Un lupo mannaro americano a Londra e Jurassic Park se la sognano oggi.”
QUOTO E STRAQUOTO E ANCHE QUOZIENTE, PORCO CAZZO!!!
e aggiungo trovatemi oggi con tutta la cgi da fantastiliardi di paperdollari e il cazzo che vi pare un mostro fatto bene come alien o predator. non c’è. non ci sarà mai. non li batti gli animatroni. sono fatti come cristo comanda, si muovono in modi incredibili e soprattutto SONO VERI! l’acqua li bagna, quando vengono colpiti da qualcosa reagiscono come farebbe un mostro vero, non quelle robe sempre un po’ troppo esagerate o troppo finte che crea il computer.
e già che ci sono vaffanculo anche agli attori morti riprodotti in cgi. di fianco alle persone vere sembrano pupazzi del cazzo. la pelle non è credibile, i movimenti non sono credibili, gli occhi non sono mai e poi mai credibili.
eppure la cgi non è il male assoluto, anzi. i migliori effetti speciali possibili vengono dalla commistione tra cgi ed effetti pratici, ma gli studios non accettano questa cosa. preferiscono scindere. o cgi, e normalmente viene fuori roba non all’altezza, dove il mostro -che dovrebbe essere il punto di forza- risulta il punto debole del film e il regista -che con gli animatroni era costretto a trovare punti furbi da cui effettuare le riprese in modo che non si vedesse il trucco- col cazzo che può rilassarsi e invece deve farsi un culo doppio per fare in modo che non si veda che è tutta merda virtuale (se è uno bravo, se non capisce un cazzo mette tutta la merda in bella mostra e ciao), oppure effetti pratici, che ormai sono accettati quasi solo più (ma a volte neppure lì) in questi giocattoloni nostalgici.
e infine ci sono le pigliate per il culo tipo jurassic world, dove a tutte le interviste dicono che è quasi tutto analogico, poi vedi il film e di analogico ci sono tre teste (di cazzo) dei velociraptor bloccati in una gabbia che tanto non si muovono e tutto il resto è fatto al computer. e allora almeno abbiate la decenza di tacere.
e il prossimo che sento dire che gli effetti speciali analogici sono brutti gli faccio una cura ludovico van con proiezione ininterrotta di the rock scorpione in la mummia 2.
Comunque il Vero Male del Mondo non è tanto la CGI, ma il green dioporco screen.
Amici, non è che io non sia d’accordo con l’istanza “i pupazzoni sono meglio della CGI” perché sapete bene che per gusto personale sostengo questa cosa da anni.
Però ecco, prima di fare una divisione così netta e manichea tra oggi/CGI/cacca e ieri/practical/figo, ricordatevi che Mad Max è strapieno di CGI.
infatti io lo dicevo, il meglio è quando li usano entrambi, mettendo la cgi laddove il pupazzone o l’effetto pratico non può arrivare.
solo che non lo fanno fare quasi a nessuno.
mad max è uno dei rari esempi dove la cosa funziona alla perfezione, e si vede. la cgi c’è ma non la noti e vedi gli effetti e pensi ma come cazzo hanno fatto
Puro vangelo !!
comunque invece sui cosi nostalgici degli anni ’80, la mia idea è che dipende.
se lo fai perchè pensi che quello fosse il miglior modo di raccontare alcune cose (e per tante cose effettivamente lo è), come ad esempio il già citato the guest, allora per me fai solo bene a citare gli anni ’80.
se invece lo fai perchè va di moda devi morire male.
poi c’è anche un’altra cosa, ed è che nella maggior parte di queste robe nostalgiche viene buttato tutto insieme quello che ricorda gli anni ’80, quindi ”ti ricordi negli anni’80? c’erano sempre questi film con i ragazzini in bici tipo e.t., i goonies ecc, e mettiamoceli no? e poi ti ricordi? c’era sempre un mostro alieno ferocissimo che faceva cose splatter.. mettiamocelo no? ah e poi c’era sempre la fantascienza dei viaggi nel tempo, dai mettice pure quella! oh già eppoi c’era il kung fu come karate kid e i film di van damm, dai con le arti marziali! uh, e non dimentichiamoci che c’era sempre un eroe disilluso e disincantato e scoppiatissimo e disperato ma dal cuore d’oro, simpatica canaglia che si ravvede durante il film, mettiamo pure lui! daiii amo fatto il film anni’80 che più anni ’80 non se può”
solo che negli anni ’80 ci sarà stato un motivo se non ficcavano tutto insieme ma dividevano i vari generi e i vari personaggi mettendoli al servizio della storia e infatti veniva tutto bene, no?
Esattamente…se tu confronti le hit del 1988 con quelle del 2008 vedi la differenza…andando a prendere b-movie, indie, prodotti “medi” e tutto il resto, logico che viene più difficile il confronto. Oggi film belli ne fanno ancora, certo, ma devi andarteli a cercare, una volta fioccavano…almeno per come la vedo io.
Sulla CGI è come dici tu, infatti, la CGI sarebbe una risorsa, ma usarla in modo intensivo e senza supporto di modellini/animatroni/effetti analogici, come spesso accade, per quanto la CGI sia ben fatta ha sempre quella patina di artificiosità che non riesce ad uguagliare la concretezza degli effetti tradizionali, che invece avvertivi come una cosa “concreta” che potevi toccare (poi certo gli fx fatti col culo c’erano anche all’epoca, nelle produzioni minori). Forse un giorno si riuscirà ad ottenere una CGI così perfetta da annullare totalmente il senso di freddezza e artificiosità, ma fino ad allora gli fx tradizionali saranno sempre meglio…come diceva Giger ormai 20 anni fa…sono passati 20 anni, appunto, probabilmente ci siamo vicini, ma non si è ancora arrivati a quel punto…
p.s.
questo post era la risposta a Axel e supertramp di tipo 10 post più in alto, solo che ho cannato a quotare e non si capisce più niente :)
insomma mi pare di capire che una volta qui era tutta campagna
Ogni volta che esce fuori questa storia della nostalgia anni 80 attraverso i film o le serie tv vorrei fiondarmi in Recall e come Schwarzenegger in Atto di Forza farmi impiantare i ricordi degli 80. Ho capito di essermi perso qualcosa di molto bello e importante ma riviverlo in ritardo non è la stessa cosa. Avrei dovuto avere l’età giusta in quegli anni, per capirlo davvero. Oggi se faccio una comparazione penso che Bay spacchi il culo in un modo che negli anni 80 si sognavano. E sto. Se penso ai film di Stallone, Schwarzenegger e van Damme allora oki. Più tutto il resto di fantascienza e mostri vari anche se oggi quei mostri mi fanno quasi tutti compassione, sottolineo quasi.
Ma invece una serie come Stranger things è un’operazione nostalgia ? No, perché non avendo vissuto quel tempo io non ho avuto nessun effetto nostalgia e mi sembra lo stesso di aver visto una serie bellissima, al top del top.
Adesso vado in Recall.
qui si aspettano ancora “le basi” su quei due geniacci di gordon e yuzna eh…ancora pensate che ce ne siamo dimenticati…