Tutti in fissa con la ’80s Nostalgia di stocazzo e nessuno che si ricorda di quanto erano belli, per noi di quest’età, gli anni ’90. Altro che le sigle dei cartoni, il Calippo e la bici saltafoss: negli anni ’90 c’erano i rave techno, il gin tonic e le prime scopate! Non so voi, ma fra le due decadi io so quale preferisco.
Il nostro amico Achim Bornhak, meglio conosciuto come AKIZ, negli anni ’90 era già abbastanza grandicello e cominciava ad essere, come dire, un “artista visionario”. Di lì a poco avrebbe cominciato a dirigere qualche corto, a diventare amico di Kim Gordon e di Alec Empire e a buttare giù bozzetti per una creatura mostruosa che tempo dopo sarebbe stata protagonista di un bel filmetto molto insolito e molto realistico: Der Nachtmar, appunto. Il quale non è esattamente un classico horror, c’è un mostro solo (però è fighissimo) e poco sangue; però unisce atmosfere ossessive e un immaginario angosciante, quasi Lynchiano, a una straripante vitalità e onesta voglia di divertirsi. La vicenda segue da vicino l’adolescente berlinese Tina, tutta simpatica e piena di techno pesante, vodka + Red Bull, feste col DJ scorfanissimo per il quale ha una cotta; ebbene Tina comincia a vedere in casa una bizzarra creatura grottesca, l’incubus (Nachtmar) di Füssliana memoria, una personificazione dei dubbi e le paure che la accompagnano. AKIZ è molto chiaro: Tina non è insicura perché va alle feste tunz tunz, né tantomeno va alle feste tunz tunz perché è insicura: è un’adolescente, cazzo, ha i suoi problemi. E i suoi problemi sono a forma di creatura fetale grigia con gli occhi da rana.
La vita quotidiana di Tina è raccontata da una serie non sempre chiara (volutamente) di sequenze narrative reali, sequenze oniriche che sondano l’inconscio, sequenze immaginate cariche di ingenuità adolescenziale, tutto incastrato a scatole cinesi: il risultato, sebbene non di rigore ferreo, non è nemmeno un puro delirio; piuttosto, è un affettuoso e sarcastico omaggio al cervello iperattivo di una ragazzina in piena angst che non trova consolazione in nessuno dei luoghi in cui fino a proco prima si trovava bene: il Berghain, gli amici, la famiglia. Eppure tutti questi elementi sono ben lungi dall’essere schematicamente demonizzati o distorti; anzi, i genitori non sono certo i peggiori che Tina potesse ritrovarsi. Persino lo psicoterapeuta (bel manzo), figura che al cinema è tradizionalmente vituperata, sempre dipinta come macchietta insensibile e/o sadica, è colui che dà a Tina un consiglio giusto e importante: provare a conoscere la creatura, entrare in contatto con essa, non lasciarsene dominare.
Così comincia l’amicizia “alternativa” fra i due: al ribrezzo si sostituisce la comprensione, la simpatia e poi l’affetto. Giusto!, il modo migliore per liberarsi dai demoni è di addomesticarli finché non ci fanno più paura! Ma Tina non vuole affatto liberarsi del suo incubus: è l’unico che la capisce. La seconda parte del film è tutto un omaggio a E.T., Tina e l’incubus Vs. il mondo cattivo, con un finale che farà storcere il naso a qualcuno o ridere di gusto qualcun altro, per esempio me.
Appurato che la storiella è carina e che il mostrillo è fatto davvero bene, tutto meccanico old school, che cosa ha di speciale Der Nachtmar? Innanzitutto, le musiche belle pesanti di Alec Empire; l’ambientazione techno, la bellezza dello strobo, le frequenze basse che ti entrano nello sterno, l’audio che rende perfettamente la sensazione di quando esci dal club e improvvisamente orecchie e cervello devono riabituarsi al silenzio. C’è un cameo di Kim Gordon, perché AKIZ non sta parlando solo degli adolescenti millennials ma anche della nostra generazione, della necessaria incomunicabilità fra le due (a meno che non si fondi sul linguaggio universale della tunz tunz) ma anche di quanto inevitabilmente si somigliano.
C’è soprattutto un casting insolito e molto efficace che evita le macchiette e non ti fa sentire scema mentre guardi un gruppo di ragazzetti che si drogano felici: a riprova che ad AKIZ non interessa fare il moralista né prendere la strada della scrittura facile, preferisce scavare più a fondo e riflettere sui meccanismi sociali e Non è un capolavoro, ma io sono soddisfatta.
DVD-quote:
“TUNZ TUNZ BAM BAM BAM BAM TUNZ TUNZ”
Cicciolina Tunzmüller, i400Calci.com
Ah che belli i tempi degli Atari Teenage Root! Le slinguate con le sconosciute! La keta!
Ma non ho capito, è un vecchio film o nuovo? Vale la pena vederlo solo per l’effetto amarcord o merita anche a prescindere da questo?
E’ nuovo e non punta sull’amarcord ma sull’ ETERNITA’ ONTOLOGICA SPAZIOTEMPORALE DELLE 160 BPM
So’ tutti bbóni ad ascoltarli gli Atari Teenage Riot di notte. Il mio amico fattone li metteva come sveglia mattutina. Che vacanze piacevoli.
Quel mostro lì in Abruzzo è una cosa della tradizione popolare, lo chiamiamo Pandafeche.
Viva la techno! Viva gli anni ’90! Concordo, gli anni ’80 hanno rotto il cazzo, sono molto meglio i ’90s. Finalmente i ragazzi che li hanno vissuti sono cresciuti e si iniziano a vedere produzioni che li rappresentano in modo realistico e non da macchietta, tipo “scena in discuteca con base midi e 10 cristiani che ballano come in parrocchia, con il vestito buono della domenica”. Anche se le eccezioni meritevoli ci sono (tipo Non essere cattivo per citarne uno recente nostrano).
Tra l’altro tutto l’underground dei club, della droga (e relativo malessere) e della musica techno/house ben si presta all’immaginario horror et similia.
E’ uscito in Italia o devo recuperarlo in altri modi?
Disponibile su Amazon.de in versione Blu-Ray al modico prezzo di 9.99 neuri (o in DVD a 8.99), audio in tedesco e sottotitoli in inglese.
Ogni tanto piazzo qualche ordine sull’Amazon teutonico, mi sa che al prossimo sto film me lo piglio.
@Cicciolina grazie per la rece!
Pur avendoli vissuti in piena adolescenza, anch’io concordo che gli anni ’80 hanno un po’ scassato la cippa.
E poi Carolyn Genzkow assomiglia a Kattie Gold, come fai a non volerle bene?
Spero di trovarlo, almeno sottotitolato in inglese.
Felice di non abbinare gli anni ’90 alla techno.
Difatti, posso godermelo anche senza essere un aficionado di tale genere musicale?
c’è anche l’omaggio alla mascella franata e a exta-sì / exta-no? perchè altrimenti me ne sto a casa…
Anche io tunz tunz e sono d’accordissimo sul concetto di ETERNITA’ ONTOLOGICA SPAZIOTEMPORALE DELLE 160 BPM.
Il film non l ho visto.
se c’e` una cosa degli anni 90 che mi faceva cagare barre di plutonio da 40 cm, e` proprio la techno, gli atari teenage riot e i rave con i punkabbestia (categoria incredibilmente dotata di dna umano ma piu` assimilabile alle piattole ammalate di piattole)
anche i gin tonic devo dire, una discreta sciacquatura di piatti
ma una foto del mostro no? O il mostro e` il DJ?
Occhio con tutto questo amarcord, che da “gli anni 80 hanno stufato meglio i 90” è un attimo a passare “basta coi 90, i 2000 erano i meglio”.
(aneddoto non richiesto: sono di ampie vedute musicali, ma la techno l’ho sempre vista con diffidenza, ma penso tutto dipenda da un tipo che per un po’ usciva con noi ed era sempre vestito fluo con capelli che boh e ci raccontava delle sue serate techno-speed “dai famo le piramidi!” “dai ce spaccamo!”)
Ma quindi io che la techno l’ho sempre posta come bellezza un gradino sotto a “scarafaggi che mangiano della merda” posso vederlo questo film o lo schifo di “TUNZ-TUNZ” me ne rovinerebbe inevitabilmente la visione?