Sarebbe facile, fin troppo facile spendere le prossime 4000 battute circa a prendere a pernacchie Ghost in the Shell di Rupert Sanders. “La versione for dummies dell’anime”, potremmo definirlo se fossimo raffinati. “Una scoreggia nel vento”, visto che non lo siamo. Potremmo ridere di Takeshi Kitano in modalità “scendo in ciabatte” che manco si disturba a parlare inglese (finché non tira fuori la sei colpi ed è subito Violent Cop). Ma non siamo sul set di una pubblicità del Superenalotto. A noi qua piacciono le sfide. Perciò nelle prossime 4000 battute cercherò in tutti i modi di parlare bbbeeenino di Ghost in the Shell. CHALLENGE ACCEPTED.

Una riflessione su cosa ci renda umani in un futuro in cui la tecnologia… awwww SO CUTE.
Più che all’anime di Mamoru Oshii, il nuovo Ghost in the Shell è paragonabile a La Bella e la Bestia. BOOM. Sento da qui il rumore dei vostri cervelli che si liquefano per lo stupore, ma anche i vostri vaffanculo. Mi spiego meglio. È inutile girarci intorno: il remake di Ghost in the Shell (perché di remake si tratta, non di un adattamento del manga di Shirow né tantomeno di una variazione sul tema, ma proprio di un remake che rifà paro paro intere sequenze) non è al livello dell’originale. Qualcuno è sorpreso? Era ovvio che non avrebbe potuto esserlo. Non solo perché è il prodotto di un lungo brainstorming fatto principalmente dai capi di uno studio che, solo in un secondo momento, hanno contattato uno sceneggiatore e un regista per trarre un film dalle loro dettagliatissime note (lo scenario è: “Prendi questi post-it e portami uno script tra due mesi”). Ma soprattutto perché GITS di Oshii è un capolavoro assoluto, e quando rifai un capolavoro assoluto beh… auguri. A meno che tu non sia Sergio Leone, John Carpenter o William Friedkin, sono cazzi tua. Dato che Rupert Sanders non è nessuno dei tre, ma il regista di Biancaneve e il Cacciatore, non c’era alcuna speranza in merito.

Rara immagine di una riunione dei vertici Universal.
MA. E qui sta il grande ma, quel cavillo che mi permetterà di non parlare del tutto male del film. Sanders, un burattino di talento che però sempre burattino resta, è anche il supermegafan number one del film di Oshii. Uno che lo venera al punto da aver ricostruito meticolosamente alcune sequenze, senza vergogna e, molto chiaramente, divertendosi come un bambino che gioca coi pupazzetti sul tappeto del salotto. Per lui, mettere in scena visivamente il mondo di Oshii (e Shirow) era talmente l’unica cosa di cui gli fottevasega da tralasciare tutto il resto. Le sequenze copiate dall’anime sono il perno intorno a cui si muove una “sceneggiatura” che più che altro fa da raffazzonato tessuto connettivo tra queste. Al punto che la trama è talmente banale e buonista da svuotare anche dette sequenze del loro senso originale (ad esempio la scena sulla barca, in cui manca il dialogo filosofico sull’identità tra Motoko e Batou). Sono solo lì per dare spettacolo, “vulgar display of power” per farti vedere come la tecnologgia diggidale sia progredita al punto da riprodurre in maniera impeccabile LE SCENE DI UN CARTONE ANIMATO come fossero reali.

Vulgar display of tutina aderente.
Quindi, insomma, per parlare bene di GITS 2017, conviene non tirare in ballo la sceneggiatura, o soffermarsi sul gap tra il rigore filosofico dell’originale e le tette di Scarlett Johansson (che hanno comunque la loro importanza). Conviene invece guardarlo nell’ottica di una sperimentazione che Hollywood sta conducendo ormai da tempo sotto i nostri nasi, solo che delle volte siamo troppo incazzati per questo continuo rifare cose vecchie da accorgercene. Per questo dicevo che GITS 2017 gioca nello stesso campionato de La Bella e la Bestia: in entrambi i casi non si tratta realmente di film ma di prove generali di cosa sia possibile realizzare nel cinema live action oggi. Agli studios non servivano dei progetti originali su cui rischiare, ma proprio dei film d’animazione famosi con uno stile visivo ben conosciuto e ammirato, per tentare di riprodurli fedelmente con gli attori in carne e ossa e la CGI.

Sopra: gli attori in carne e ossa e la CGI (spoiler: è la parrucca).
Quello che sto cercando di dire è che tra film come questi due e Kong: Skull Island, mi sembra chiaro che ci troviamo in una fase di passaggio in cui si stanno testando i limiti di ciò che è mostrabile al cinema. O, meglio ancora, in cui Hollywood ha capito che non ci sono più limiti ma ancora non è pronta a sfruttare apertamente questo potenziale. Per ora lo analizza, ci giochicchia. Realizza film con un plot carente ma una messa in scena talmente potente da farsi perdonare anche una trama da gialletto di Rai Due. Anche un finale da volemosebbene, mamma solo per te la mia canzone vola, abbracciamoci che ciò che ci rende umani è l’ammore. Ed ecco come si parla benino di Ghost in the Shell.
DVD-quote:
“Il futuro del cinema. Boh, forse.”
George Rohmer, i400Calci.com
A sto punto farlo uguale paro paro all’anime non converrebbe a tutti? Hai una sceneggiatura già collaudata e fai contenti i fan + quelli che non conoscevano la storia. George è una domanda stupida però .. Cosa ne pensi?
Penso che non l’avrebbero mai fatto. L’originale è troppo ambiguo, troppo complesso. Lo hanno semplificato per le masse e ricondotto a una morale americana più rassicurante. Era inevitabile secondo me.
Io sinceramente non capisco che COSA ci sia di così ambiguo e complesso in un anime di più di 20 anni fa, uscito di fatto ancora in era pre-internet, dopo che praticamente ogni persona sul pianeta ne ha visto le tematiche infarcire quasi ogni film shi-fi da Matrix in avanti…
Cioè, non fraintendermi, so che è così, però non lo capisco
Mi immagino la raffica di schiaffi che si prenderebbe uno sceneggiatore hollywoodiano se proponesse una cosa tipo “Oh, ma invece di passare cinque minuti con due scienziati che spiegano il titolo del film, perché non rifacciamo quella conversazione filosofica sulla barca?”
È ambiguo perché il film di Oshii lascia molte cose in sospeso, l’interpretazione. È un film che ha più domande che risposte. Un film del genere ad Hollywood è inconcepibile, o meglio, lo è se lo stai producendo in questo modo con tutti questi soldi spesi. Questa sceneggiatura è un compromesso per aver avuto una cosi bel (perché lo è) comparto visivo.
I film di Oshii non sono quelli di Miyazaki, pieni di puccioserie. Sono lenti, difficili e angoscianti. Difatti sono tutti rigorosamente dei trionfi della critica e dei fiaschi colossali al cinema. Rifare Ghost in the Shell paro paro all’originale avrebbe significato in partenza fare un disastro.
Eh perchè così invece è un trionfo al botteghino :D
Beh son stati coraggiosi in molte cose che fanno senza spiegare (come il fatto che loro parlino tramite rete: è ovvio come fanno, ma in qualsiasi altro film avrebbero come MINIMO messo due dita sulla tempia…), o anche solo nella tranquillità con cui Bato accetta che ha perso gli occhi naturali e dovrà mettere inpianti. Sono scemenze ma sono cose molto lontane dalla blanda trama conservatrice che hanno appioppato al film.
Allora perché non andare tutto giù e sfruttare quella che oggi sarebbe una sceneggiatura originale e fresca, nell’essere, in fin dei conti, positivista e fiduciosa nella tecnologia come evoluzione naturale? Je manca sempre mezza palla pe fanne due :\
Hideo Kojima in un intervista ha detto che seppur il film è fedele per sequenze intere all’originale, anche troppo, lo tradisce nella domanda principale che GITS pone. L’originale poneva una giapponesissima questione sul “chi siamo”, portata avanti poi negli altri anime, nelle serie e negli ultimi Arise. Cos’è l’umano? cos’è sto cazzo di ghost? se avete visto stand alone complex ricordate che anche i robottini sviluppano un ghost? Questo film invece sposta tutto sull’individualismo all’americana, “chi sono”, ed è per questo che stona, secondo me non è un brutto film, ma con un altro titolo mi sarebbe piaciuto di piu, sono sincero. poi non mi va giu sta fissa delle origgini a tutti i costi, diosanto per un Batman senza scena dei genitori schiattati abbiamo dovuto aspettare la lego, sinceramente gli occhi di batou non mi interessava vederli!
Quindi bello fa vedere, con tutti i sottotesti del caso.
Vedro’ il film questa settimana, per cui riservo il giudizio a dopo la visione. Quello a parte, tutto quello che scrivi e’ verissimo e gia’ ci avevano provato i Wachowsky con Speed Racer, fallendo miseramente al box office, nonostante il fim sia bellissimo, divertente e con un finale perfetto: ricreare un cartoon con attori in carne e ossa funziona se rifai un classico come La Bella e La Bestia (storia d’amore strafamosa), ma se ti impelaghi in proprieta’ oscure e/o conosciute solo a un pubblico di nerd nostalgici, rischi grosso.
E infatti è andato di merda fino adesso…
Va detto che Speed Racer è un po’ paradossale perché in Italia è l’unico cartone giapponese che ci siamo cagati poco o giù di lì, ma in America era tipo l’unico anime famoso pre-Dragonball, quindi volendo un senso poteva avercelo. O quantomeno capisco da dove possa essere nata l’operazione.
Si parla di una pessima campagna marketing, tipo che in America non è così famoso come pensavano e che dagli spot non si capisce di cosa parli il film. Mi sembrava strano quindi ho chiesto ad amici che non sanno cosa sia l’opera originale se avevano capito di cosa parlasse il film. La riaposta è stata “No, ho solo capito che Scarlett è un super eroe?” (Con poca convinzione pure nella risposta). Anche perché il problema non è che è stato visto e non piaciuto perché chi lo ha visto lo ha mediamente apprezzato. Il problema è che al cinema (negli stati uniti) la gente non è proprio andata in sala. Se lo sono venduti male.
Io lo vedo più come un brutto remake di Robocop a cui hanno aggiunto i protagonisti e gli scenari di GITS
Posto che portare l’anime si Oshii al cinema sarebbe stato probabilmente un bagno di sangue perché troppo “lento” (e già questo nelle parti spiegoni non scherza) devo dire che personalmente non è uscita una merda devastante come pensavo uscisse (sarà per la resa visiva molto bella).
Citazione particolare alla giustificazione del White washing di motoko inserita nella trama principale, lì ho riso veramente di gusto
Però è la stessa spiegazione che Shirow desse del personaggio quando dichiarò che il Maggiore non era Asiatica
Desse? ;)
grammarmengele
mah, secondo me c’è poco da sforzarsi. la verità è che questo è un buon film.
nell’ambito del cyberpunk è molto ma molto meglio di tanta altra roba uscita ai ”tempi d’oro”, come jhonny mnemonic, come new rose hotel, come quello là con angelina jolie.
i paragoni con l’anime valgono veramente poco, come sempre è quando si mette a confronto un film con l’opera da cui è tratto. è vero che ci sono scene ricostruite pari pari, è anche vero che sono perfettamente integrate nella storia.
uno che non abbia visto l’anime può godere appieno di questo film senza alcuna remora.
tornando all’anime, è pieno zeppo di roba che in un film non puoi fare, perchè in un film farebbe cagare, non per altro. minuti e minuti di dialoghi con voci fuori campo su inquadrature di paesaggi di città, dove si parla dell’anima e dell’identità. in un cartone funziona. in un film, o sei werner herzog o non lo puoi fare.
molto molto ridicole invece tutte le puttanate tirate fuori sul whitewashing di quel film. e lo dico chiaro, è colpa (anche) dei babbei che sfornano quelle puttanate se trump vince le elezioni.
comunque in linea di massimo questo ghost in the shell non è un capolavoro ma è un buon film davvero, senza se e senza ma. oltretutto le sparatorie e le scene d’azione sono ben curate e pulite, si capisce sempre quello che succede e sono girate con gusto. la johansson è in parte come anche il tizio che batou e beat takeshi. l’ambientazione funziona anche se talvolta è un po’ troppo videogiocosa, e soprattutto il pg-13 non si sente quasi e la violenza non si rimpiange.
Quello che è ridicolo, più che altro, è il bisogno di giustificare il whitewashing. Se stavano zitti come si è sempre fatto, tutti lo avrebbero semplicemente dato per scontato perché è un film americano. Invece si sono sentiti in dovere di parlare dell’elefante nella stanza e ci hanno fatto una figura di merda.
ma a me in realtà quella spiegazione non è dispiaciuta, aggiunge un tocco di nazistoide alle motivazioni dei cattivi, trasformando degli adolescenti asiatici in caucasici con gli occhi azzurri.
che poi tornando a tutta la polemica iniziale, io non arrivo proprio a capire. il maggiore motoko nell’anime ha gli occhi azzurri. quella è la sua caratteristica fisica principale. non si vedono altre caratteristiche fisiche che ne determinino l’etnia. quindi mi chiedo, avrebbe avuto più senso mettere un’attrice asiatica con delle poco credibili lenti a contatto oppure privare il maggiore della principale caratteristica fisica che le era stata attribuita nel disegno?
Oddio, gli occhi erano chiari perché artificiali in realtà. Il nome però è senza alcun dubbio giapponese. Ma io non dico che doveva esserlo nel film, eh, è un adattamento americano dopo tutto. Solo che il modo in cui [SPOILERZ]
inseriscono il nome di Motoko a forza
[FINE SPOILERZ] fa un po’ ridere.
Non è che fa un po’ ridere è proprio un MACCOSA stile Marta di BatvsSups
Me la spiegate per bene? É una mattina di merda e necessiterei di una risata…
sì sì avevo capito cosa intendevi, a me come dicevo non è dispiaciuto, quello che ci ho visto era un significato simbolico che effettivamente il film non metteva in luce esplicitamente, e in effetti avrebbe funzionato meglio se
SPOILER
avessero cosparso il film di tipo flashback di questi adolescenti punkabbestia giappi che tu ti chiedi chi cazzo sono e poi scopri che.., così più che spiegazione del whitewashing la cosa avrebbe avuto l’effetto di un colpo di scena. però mi rendo conto che forse sarebbe stata una soluzione da cinema anni ’90, i film di oggi, soprattutto mainstream tendono ad essere più lineari possibile (purtroppo).
sempre a proposito di questo, un po’ più di scene che mescolavano i ricordi veri e quelli falsi di motoko e un po’ di più di glitch secondo me avrebbero giovato molto al film..
FINE SPOILER
Reverendo io sono con te. La penso esattamente allo stesso modo. Dirò di più, Shirow, ha dichiarato che Moroko NON è asiatica perché, come nel film, è solo un involucro di qualcos’altro. L’etnia, quindi, per tutto il discorso del film (e sopratutto del cartone animato) non ha senso perché dentro allo shell ci potrebbe essere chiunque visto che si parla di anima e non di razza. Il nome nel cartone animato è giapponese perché sono in giappone, mica per altro. Anche li comunque si cerca di “spersonalizzarlo” visto che viene preferito da tutto “Maggiore”, perché è il suo ruolo a definirla non il suo nome. Polemica inutile.
Secondo me sarebbe stata inutile se non l’avessero tirata in ballo loro stessi in maniera maldestra. Si sono tirati la zappa sui piedi.
Con tutti i soldi spesi hanno risposto alle provocazioni per ingenua paura. Lo dimostra che per difendersi dal flop lo hanno ritirato in ballo. Gli ha proprio preso male più del dovuto.
Comunque dovrebbero assumere una passante giapponese (leggevo prima delle interviste a gente a caso sul film per l’uscita in giappone) che sulla questione ha risposto una cosa tipo: “È un film americano e ovvio che sia occidentale no? Sarebbe stato meglio peggio se prendevano una mezza finta occidentale. Se l’avessimo fatto noi sarebbe finita a farla una stupida Idol”. Assunta subito.
Ovviamente intendevo “mezza asiatica”
Ottimo commento, sensato, che condivido in pieno.
Attribuire a questo film il titolo di “remake dell’anime di Oshii” sarebbe come dire che Rohmer è un remake malriuscito di un recensore serio.
Drastico per drastico, è davvero cosi o semplicemente il recensore ha totalmente cannato il punto di vista? ;)
Dimenticavo: un gran peccato non aver portato la scena delle “lumachine” al cinema sarebbe stato un bello spettacolo da vedere con la Scarlettona
Mi pisciano gli occhi per l’emozione…. Sono incappato in questo articolo quasi per sbaglio…. Non sono nemmeno fan di Ghost in the Shell…. Però ragazzo mio lasciatelo dire il tuo modo di scrivere va al di là di qualsiasi legge della fisica…. aggiungo subito il sito al link dei preferiti tra un pornhub e i video sul tubo di “Mi manda Lubrano”…. scherzi a parte complimenti veri bravo!
Grazie! Continua a leggerci :)
D’accordo! Per me il film non è pessimo se si viene a patti con quello che è e sopratutto con quello che non è. Non è il film di Oshii, prima di tutto, e non vuole fare una filosofia alta, anche perché è un film americano tendenzialmente commerciale quindi tutto deve più o meno essere a prova di scemo. Togliendi i minuti finali della mamma (ok, quello sono davvero da galera) il film a modo sup funziona pure, riuscendo, come dite nell’articolo, a raccordare tutte le situazioni prese pari pari dai film e anime (c’è un po’ di Ghost ma anche di Innocence e STC). Abbiamo imparato nel tempo, anche se questo sito, che un film deve funzionare anche senza confronti con l’opera proginale. A suo modo riesce pure a farlo nonostante una sceneggiatura da medioman.
Quindi mi stai dicendo che le cose migliori di questo film sono la CGI e il film da cui è tratto?
Se non avessi un’educazione oxfordiana mi verrebbe da dire “Bellammerda!”.
Eh… non è prooooprio così ma insomma. Più che CGI intendo tutto l’impianto visivo, le scene d’azione, il gusto di riempire ogni fotogramma di mille dettagli e l’aver immaginato una variazione sul tema Blade Runner fatta bene. Però, appunto, il reparto visivo è tre spanne sopra tutto il resto e se cerchi la ciccia qui non la trovi. Solo frizzi e lazzi.
Ma infatti. Il punto resta: perchè dovrei spendere 2 ore a vedere questo e non l’originale, che è superiore sotto tutti gli aspetti?
Ah questo non posso dirtelo io. Personalmente sono andato a vederlo proprio perché i trailer presentavano una cosa bella da vedere, proprio per pura curiosità sulla messa in scena. E perché speravo fosse un po’ più divertente di così, ma quello è un altro discorso.
Ma questo vale per tutto allora. Perché vedere i reboot? Perché i remake? Perché film tratti da libri? In questo caso ci vai per rivivere un esperienza su un media diverso. I live action ci sono sempre stati, sopratutto in giappone (dove molti sono pure orrendi).
Vabbe’, se mi capiterà su Netflix o simili, ci butterò un paio d’ore della mia vita. Di certo non vado a vederlo (e pagarlo) al cinema.
“La versione for dummies dell’anime” è esattamente il modo in cui l’ho commentato. Sono emozionato.
Comunque in linea generale concordo. Non è un brutto film, è solo un film inutile.
mai visto l’anime (o se l’ho fatto, non me lo ricordo o non ci ho capito un tubo, come mi succede praticamente con il 90% degli anime, pochi, che guardo) ma il manga di GITS (letto a meta` anni 90), al di la` delle pippe (e ricordo che ce n’erano veramente un milione) era veramente, ma veramente una palla al cazzo micidiale. Sfido chiunque ad ammettere, in cuor suo, di aver capito tutto fino in fondo di cosa masamune shirow avesse voluto dire.
Maledetti giapponesi, geni assoluti delle premesse e contemporaneamente campioni mondiali del rovinare sempre regolarmente tutto con le loro pappardelle raffazzonate e scopiazzate da qualche altra parte
Vi racconto un aneddoto di cui non ve ne frega una ceppa: poco tempo fa mi sono detto “mo mi scarico un bel manga sul kindle”: trovo questo Attack on Titan che se ne dice ogni bene, concept piu` o meno (vabbe`: piu` meno che piu`) originale, mostroni giganti che da secoli mangiano la gente senza un perche`, scarico il primo, dico “ah pero`, sembra proprio interessante” (a parte i disegni un po’ penosi, ma se la storia ci sta dentro si soprassede volentieri) scarico il secondo e la storia comincia a virare sul meh, scarico il terzo e la storia e` ormai la solita stramerda vista e rivista allo sfinimento del team di ragazzetti incaricato di salvare il diomadonna di mondo. Niente, io amo i giapponesi ma sembra che facciano ogni volta di tutto per farsi odiare.
Figurati che io il manga lo adoro proprio perché non si capisce tutto-tutto… :D
Masamune Shirow e’ sempre stato un pessimo sceneggiatore, eccellente illustratore, ma in quanto a scrivere una sceneggiatura decente non ci siamo proprio… Del manga di Ghost in the Shell (comprato nel ’91 o ’92, che se lo ricorda…) mi ricordo solo decine di pagine di combattimenti in cui non si capiva assolutamente nulla, ragazze nude che scopano tra loro o con macchine e basta…
ricordo ancora tutta la sezione dedicata agli spiegoni dell’universo di Appleseed…
Potremmo fondare un club, “quelli che sì vabbè masamune maccheccazzo volevi dire?”
Lo so io cosa voleva dire il buon Shirow: assolutamente nulla di nulla. Qualche suggestione tecno-filosofica, un po’ di donnine nude et voila! Poi si tira avanti finchè l’editore ti dice di farlo.
Semmai qui il genio è Oshii, un altro che quando s’impunta sulle cose non ti fa capire granchè.
A proposito di Oshii e delle sue fissazioni, sarebbe bello vedere qua qualche recensione dei suoi film che si svolgono nel “Kerberos-verse”… Peccato che per capirci qualcosa uno dovrebbe leggersi un milione di manga e romanzi mai tradotti in nessuna lingua comprensibile.
Jin Roh! Che meraviglia quel film, anche se è di Kenji Kamiyama, praticamente il suo erede.
Il trucco di dire e mostrare molti dettagli apparantemente fuori contesto ed incomprensibili e di non spiegare “tutto tutto”(anzi quasi niente) fa parte del linguaggio narrativo jappo e funziona alla grande. Uno degli esempi migliori di come anche (anzi oramai soprattutto) in occidente ci facciamo prendere da questo trick narrativo è il successo in occidente della saga “Souls” di Hidetaka Miyazaki; una saga di JRPG in cui non viene spiegato nulla, i dialoghi sono pochi, le spiegazioni chiare di quello che sta succedendo totalmente assenti, ma ci sono una marea di minuscoli indizi che creano la cosiddeta “lore”, ovvero una ambientazione ricca di storia, dettagli e dietrologie da scoprire studiando minuziosamente l’opera e da commentare online fino allo sfinimento. Andrò a vedere TGITS ma, se hanno tolto tutto il mistero della “lore”, un po ne sarò amareggiato.
se “funzionasse alla grande” io e tanti altri non avremmo da ridire
e te lo dice uno che mangia pane e manga/anime da una trentina d’anni
Scusa Lars, forse mi sono espresso male (non volevo essere tassativo), ognuno è ovviamente libero di gradire o non gradire la cosa.
Però l’enorme quantità di blog e siti dove la gente parla di manga o gaming Jappo alimentando discussioni (e flames) è indice del successo del meccanismo del “se vuoi sapere tutta la storia devi impazzire dietro ai dettagli” nel trasformare una bella opera in cult.
Anche a me a volte piace, come nel caso dei Souls da me citati, e a volte mi irrita.
Eh, no.
Lo scopo del gioco non è “blog e siti dove la gente parla di manga o gaming Jappo alimentando discussioni (e flames)”. O meglio, magari quello è davvero lo scopo per chi pubblica l’opera, vattelappesca. Però a livello narrativo lo scopo dovrebbe essere un altro.
eh però Zach la tua definizione è bella e giusta; è un gioco.
Serve a far partire la testa, la fantasia e la nerditudine di noi geeks (parlo di me che vagamente lo apprezzo). Che sia giusto o sbagliato a livello “etico” usare questo linguaggio un po’ paraculo o che la narrativa debba essere diversa dipende dai gusti ma non si può negare che funzioni, infatti ora stiamo parlando del remake Hollywoodiano di GITS. Anche Tolkien scrisse migliaia di pagine che furono poi “integrate” da altre centinaia con il silmarillion (che poi erano i suoi studi sulla “lore” e che fu pubblicato postumo); a noi oggi ormai non servono più spiegazioni perché l’universo fantasy occidentale è diventato parte del nostro immaginario collettivo (ci sembra quasi un cliché) ma quando l’autore lo partorì probabilmente molte cose non erano così evidenti.
I giappo da sempre scrivono migliaia di pagine di storie assurde che poi vanno capite o approfondite con i dettagli e anche con un po di libera interpretazione. La prima volta che a 14 anni vidi l’anime di Akira la mia faccia assunse la forma di un punto di domanda, ma poi il manga divenne una droga. Io ovviamente (da quasi quarantenne) non sto a flammare sui blog e mi piace al massimo discutere civilmente su siti dove la gente ne capisce, ma che questo “gioco” a molti piaccia e che contribuisca a creare il mito su un opera (anche a suon di infantili litigi) è abbastanza evidente e credo si possa considerare come una forma di linguaggio.
Su Akira ti do ragione
bella rece!
una domanda per chi l’ha visto, ma la Scarlett in questo film è dinamica nelle scene d’azione?
non mi dispiace come attrice ma nei film d’azione non riesco a vederla.. negli avengers, in lucy, poteva agitarsi quanto voleva ma mi dava l’impressione di essere comunque “ferma”, a differenza della Jovovich..
spero di essermi spiegato
Eh un po’ c’hai ragione. Qui ci sono delle belle coreografie, ben girate, se non altro.
Anch’io l’ho vista piuttosto statica…non so se è un effetto voluto (in fondo è un robot) o se è proprio lei che non è tagliata per questi ruoli…(secondo me entrambe le cose)
anche io sono disposto a salvarne qualcosina, ma cos’è sta fissa di hollywood di dover spiegare le origini ad ogni costo? siamo campati benissimo fino a qui, senza vedere da dove arriva Motoko (si vabbè come e quando viene implementata con componenti meccaniche si scopre in second Gig) e senza vedere gli occhi di Batou! non se ne puo piu!
io l ho visto al.cinema ed avevo visto anche il cartone che ovviamente è inarrivabile. MA quando vidi che ci sarebbe stata Scarlett Johansson capii cosa aspettarmi esattamente e mi sono divertita guardandolo. certo il mio ghost se ne è accorto subito che nella Shell del film ci sono solo tanti PEM PEM PEM di pistole e salti nel vuoto.
Mi aspettavo una tale schifezza da parte del regista di Biancaneve e il Cacciatore che sono andata prevenutissima al cinema.
Devo riconoscere invece che e’ un bel film di azione, che mischia tutte le varie trame del franchise di Ghost in The Shell (Kuze viene dalla prima serie tv, i profughi dalla seconda, la dottoressa che fuma della Hanka da Innonce, i dilemmi di Major dal film, la scena lesbo dal manga…)
Il dramma e’ che non ha un minimo della forza narrativa di nessuno dei vari pezzi del franchise (vabbe che Arise neppure, ma vabbe’…), e’ stata un’occasione sprecata.
Certe volte diventava didascalisco, ma non ho mai avuto la sensazione di essere presa in giro come in Biancaneve e il Cacciatore.
Sanders viveva con il dramma di avere alle spalle un capolavoro assoluto, doveva al tempo stesso accontentare i fan hard core e al tempo stesso introdurre una saga ad un pubblico di novizi. Peccato non ne abbia avuto la capacita, ma auguri: in giappone la IG production e’ in procinto di fare nuovi film di Ghost in the Shell!!
Ho letto un’intervista dove Kitano si dichiarava molto impressionato dal reparto tecnico del film, ma già rido immaginandolo che tra poco in qualche altra intervista dirà : “l’ho fatto solo per soldi”.
Rohmer hai citato Violent Cop che per me è un qualcosa di grande.
ma a parte tutto il comparto tecnico è davvero buono, il livello di effetti speciali animatronici è sorprendentemente alto, le sparatorie sono ben fatte, l’azione è pulita.
poi beat takeshi è potente, ha un bel ruolo centrale, parla solo giapponese e spara pure qualche colpo col revolver.
anni luce meglio di quella volta che ha recitato in jhonny mnemonico
Mai visto o letto il cartone o i fumetti e quindi l’ho visto intuendo solo dai trailer la storia.
Mi aspettavo molta più azione, uno sparatutto di fantascienza, invece è molto più filosofico che adrenalinico.
Per carità le scene d’azione (poche e corte) sono anche girate bene ma non mi hanno soddisfatto.
Ormai sono rovinato dalla serie di Fast&F: se una scena d’azione non dura almeno 20 minuti mi disturba.
E comunque
SPOILER
nella scena finale stona quando si arrampica sul cavalcavia mentre il ragno meccanico le spara addosso e sembra un supereroe mentre in tutto il resto del film non mostra il minimo segno di queste capacità.
Un po’ fa sorridere che chi ama il film originale urlo ad un “troppo action niente filosofia” mentre chi non sa nulla “troppa filosofia poca action”.
Ad avercene di Ghost in the shell, contando che è una roba americana è andata fin troppo bene. Si sa che fine fanno gli anime in mano agli ammeregani, vedere dragonball ad esempio…
è vero che è la versione per bambini speciali ma almeno un buon 70 80 per cento è stato rispettato e non è poco.
Peccato soprattutto per il finale un po’ del menga e il voler per forza spiegare dal minuto due la storia del “ghost” e dello “shell”.
Gli attori li ho visti particolarmente in parte, anche il tipo che fa Batou se dalle foto non mi convinceva su pellicola è quasi perfetto. Poi sta storia del whitewashing ha rotto un po’ il cazzo soprattutto in questo contesto. I personaggi chiaramente giapponesi sono rimasti giapponesi anche qui, ma Motoko tanto giapponese non è mai sembrata e Batou nemmeno direi…
ricordo quando uscì il GITS di Oshii che la gente cagava il cazzo anche all’epoca perchè col manga non c’entrava una cippa, per storia, chara design ecc. la gente non è mai contenta, che palle.
Concordo: un clone senz’anima, ma fatto come si deve.
Il futuro di Hollywood è rifare roba già fatta in animazione?
Ok.
Ma come lo chiamiamo? Post-Postmodernismo live-action?
Secondo me è semplice riciclo di vecchie idee: funziona una volta, ok. Adesso rifallo, ma con gli attori, così non ci possono dire che facciamo sempre la solita roba.
E’ un pò come con i film d’animazione veri, che sono anni che rifanno sempre le solite 3 storie, solo che cambiano gli animali protagonisti.
Che poi, oh a stò giro hanno alzato il tiro: in un colpo solo hanno rifatto “Ghost in the Shell” e “RoboCop”.
Dopo aver guardato il film live action mi sono rivisto l’anime, cosa che avevo preferito non fare nell’ordine inverso per non arrivare troppo prevenuto.
In primis, devo dire che è un film piuttosto carino, non rimpiango di averlo visto al cinema, ed è visivamente d’impatto: sarei rimasto minuti interi a guardare il traffico e la folla per strada. Poi, è genuino cyberpunk anni 90, e sono allucinato del fatto che qualcuno abbia messo i soldi per produrre una cosa del genere nel 2017.
Il live action ha una storia molto più lineare, in cui gli spiegoni non sono filosofici ed aggiungono informazione di trama. La trama (purtroppo?) è americana come la torta di mele ed una .44 magnum: renegade cop contro evil corrupt corporation, scontro finale, i buoni vincono, il protagonista scopre qualcosa di se stesso. Il plot principale dell’anime è uno scontro tra sezioni deviate di servizi di sicurezza, in cui alla fine tutti perdono: è completamente indigeribile per un pubblico mainstream, e non c’era speranza alcuna che una cosa del genere finisse al cinema. La cosa più allucinante in assoluto è che mentre l’anime lascia dubbi ma ha un messaggio transumanista, il live action da risposte, e la risposta è “la tecnologia è male”. Quello è stato uno dei momenti MACCOSA!?, di cui ce ne sono 2-5, ne abbiamo discusso a lungo con gli amici. Io sorvolo su alcuni pensando che, in stile Shirow, in realtà la sezione 9 non abbia davvero idea di quello che succede. Tipo, perché diavolo Aramaki spara a Cutter? Ovviamente non perché lo odiano o per far piacere al Maggiore: a lei racconta un sacco di balle per tenerla nella squadra, in realtà ha parlato col ministro ed hanno deciso di dare la colpa a Cutter ed insabbiare tutto.
Scarlett Johansson è l’anello debole del film: non è accettabile che Togusa con tre scene e 90 secondi di apparizione sia più figo di lei. E Aramaki e Batou sono ovviamente i migliori. Togusa ha una Chiappa Rhino invece di una Mateba 6 Unica, ho apprezzato tantissimo. E con questo intendo che ho urlato in falsetto al cinema mentre la gente mi guardava basita.
Nella mia memoria il film era onirico e non-lineare, ma in realtà a riguardarlo la storia va avanti in maniera relativamente diretta scena dopo scena: è solo che i dialoghi dei personaggi non hanno necessariamente una relazione diretta col plot, che avanti solo per azioni. La trovo una scelta cinematografica stupenda, ovviamente non alla portata di questo regista.
Trasposizione depauperata di molto dall’originale. Filmetto rassicurante per bimbi ma suggestivo e romantico in alcuni momenti per chi ama l’originale. Tralasciando il reale e rimanendo comunqur sul tema, conaiglio appleseed alpha. Fighissimi. Power ranger comunque merita una rece.. no no sul serio dico, non è proprio una mersa anzi…
George, se lo stroncavi, lo spernacchiavi e lo coprivi di guano… probabilmente gli facevi meno male che parlandone benino!
Il problema è il titolo, si fosse chiamato Jasona Bourne nel XXIV e mezzo col permesso di riprodurre le scene dell’anime sarebbe risultato anche un prodotto carino, così sono due creazioni che portano lo stesso nome, simili nella forma ma agli antipodi come contenuti.
Visti tutti e due. Il live action è bellissimo visualmente e Scarlett nuda è da esperienza sessuale proibita con i robot. Resta un po’ la pecca della sua espressione vuota che d’altronde la qualifica un po’ ovunque. Niente a che vedere con il carisma e l’energia pelvica dello sguardo di Milla che quando c’è da fare macello non la batte nussuno. Scarlett ha molto più culo e tutte ma Milla è più cattiva e credibile in tutto. Per dire una cosa sscontata: meglio Resident.
Poi ho ribeccato il manga del 95 e ho scoperto che eran esageratamente simili. Il manga per me è troppo troppo lento, fanno troppe pause e quindi mi sono annoiato moltissimo. Poi ho visto che c’è il 2 del Manga ma i disegni fanno talmente schifo che non l’ho guardato se non per pochi minuti.
Questo per dire che ho apprezzato lo sforzo ma si poteva dare di più soprattutto sul lato scene action che sono un po’ brevi e tutto sommato appesantite dal fatto che lei diventi invisibile e quindi è ovvio che vinca. Più botte, più spari, più laser taglia faccia e magari un accenno di trama credibile.
Visto che sta floppando a bestia spero che lo rifacciano fare a Tarantino.
Avendo perso J Wick 2 (lo davano su una sala piccola), ho ripiegato su GITS.
Visto con un pò di timore per via dell’ambientazione Bladerunner (in alcune scene mancavano solo gli ombrelli al neon e la pioggia e Sanders avrebbe beccato una bella causa da Scott…) però tutto sommato regge, almeno visivamente anche se in qualche pausa, mi sembra quella con la madre devo essermi addormentato…
CGI a grandi livelli, e il Mitico Tageshi (conosciuto per caso a Venezia al Lido, per un periodo ogni anno sempre invitato dalla Biennale) con quella mezza paresi in faccia è perfetto per parti così.
Per favore ditemi che la.scena finale col tank è ancora bella come l’originale… mi potrebbe anche bastare questo per andare al cinema.
No
Insomma, per banalizzare: Un franchise dalle potenzialità immense, sacrificato da Hollywood in nome della sperimentazione? Una cosa è giocare con le principesse Disney, ma francamente lo spessore dell’opera originale da cui è tratta questa schifezza meritava ben altro rispetto.
E comunque perdonatemi, ma anche visivamente non capisco perché sia stato osannato. E’ un film assolutamente “normale” per la Hollywood di oggi, se hai un budget da investire.
Infine, se è vero che Sanders osanna Shirow e/o Oshii, allora è stato mediocre e ha trasformato in macchiette tutti i personaggi, compresi i secondari, che pure hanno un loro spessore nella storia originale e che in questo film riconosci solo per somiglianza somatica.
Poi sarò io a non capire, ma ho trovato Kitano ridicolo nel ruolo di Aramaki. Lo ha completamente spersonalizzato.
raga pochi cazzi, se ti piace il cyberpunk, in un film super cyberpunk coi mega fx spaziali e un immaginario di questo livello, scarlet joanson porno robotica che riflette lucine neon strafighe e le armi che quando sparano fanno PUMM con i bassi che devastano non vedo cosa ci sia da lamentarsi
e pure la storia non è male anche se non sconvolgente, e poi c è il blindoragno ma di cosa stiamo parlando
Concordo in gran parte con la recensione. Il finale fa veramente cacare. Direi però che Scarlett è in parte e mi piace la sua interpretazione e la sua fisicità. La voce di Batou, sia nel doppiaggio che nella versione originale, non è azzeccata, troppo poco “da duro” quale Batou è. Inoltre Batou è *troppo piccino!!!* Cazzo, nell’anime è un gigante della madonna. Aramaki… Kitano sembra un vecchietto con il colpo della strega, si vede che fa fatica a muovere anche le falangi. Poi, un sacco di scene messe lì a cazzo, tipo lo sfioramento di labbra lesbosoft & assurdi dialoghi correlati. La scienzatessa francese non mi ha convinto.
Si salva solo il comparto visivo, in particolare la lotta di mr. e miss invisible nell’acqua, l’aereo tra i palazzi, la tizia co’ gli occhi che si sollevano per collegarci er joystick (però quanto manca il dialogo che faceva in GITS 2!)
Per me è no.
un bel “pezzo” sul nuovo GITS:
https://www.youtube.com/watch?v=v2soHxEN79c
@george, ma quindi secondo te nel progetto del rifare live action, a quando un remake di Evangelion for dummies (ma live action)?
Per chi mastica un po’ l’inglese e’ uscito poco fa (2 settimane) un video circa GITS il film:
https://www.youtube.com/watch?v=v2soHxEN79c
…intanto due commenti sopra…
scusate la svista rigazzini!
Ho appena visto il film di “Ghost in the shell” e devo dire che mi è piaciuto abbastanza. E’ vero che il risultato è un po’ una sorta di misto tra “Robocop” e “Kill Bill” in ambientazione “Blade Runner”, piena di effetti speciali ultimo grido. L’anime aveva atmosfere diverse, è vero, più ambigue, complesse e dai risvolti filosofici. Sarebbe risultato un film ancora più lento nei tempi e nelle atmosfere, molto meno d’azione, forse troppo per Hollywood. Ok, tutti parleranno giustamente di Scarlett Johansson e con i suoi meriti, ma io impazzisco letteralmente per Takeshi ‘Beat’ Kitano, perché la sua parte iper-violenta gli calza a pennello (senza però la controparte taoista e comica dei suoi noir). Un grandissimo attore!
visto solo da poco ma credo, dopo aver letto tutti i commenti, di non essere in grado di valutarlo, visto che il 99% dei suddetti si basa sulla conoscenza di relativi manga e anime (che entrambi aborro). L’ho visto solo “sapendo che derivava” da una fumettata giapponese e come tale mi è abbastanza piaciuto. Non indulge in autocompiacimento (anche se lo sfiora spesso) e ci sono belle scene di azione (la prima splendida). Il capello alla manga di Pitt è ridicolo e qualcosa va detto pure della bella Scarlet. La ragazza si sta acchiattando (e essendo piccolina la mancanza di tacco accentua questa tendenza fisica) e con quella tuta tripla addosso (oltretutto bianca) non le sta benissimo per usare un eufemismo (spesso da dietro è imbarazzante) Capisco il rispetto dell’originale capello giap ma o cambia parrucchiere o si dedica a film in costume d’epoca.
La scena finale al cimitero di Hong Kong se la potevano risparmiare, ma altrimenti il gonzo pubblico americano non avrebbe digerito il pop corn