Quando mi dicono “musical”, io metto mano alla 45. Lo so, sono una brutta persona, ma in generale mi rompo il cazzo tantissimo quando vedo i personaggi che si mettono a ballare e cantare così dal nulla. Non sono del tutto immune al fascino dei musical classici, sia chiaro: anche io, come tutti, adoro Rocky IV, il più grande musical mai realizzato nella storia dell’uomo. Ma il problema, nel caso di The Lure, è che alla parolina “musical” accosta la parolina “sirene. E se quando sento la parola “musical” metto mano alla 45, quando sento la parola “sirene” piazzo direttamente una serie di cariche esplosive intorno a casa e le faccio detonare mentre mi allontano molto lentamente.
Poi però uno va a informarsi su The Lure, scopre che in realtà si intitola Córki dancingu (due parole che non so neanche come si pronuncino, ma che Google Translator mi assicura significhino “La figlia di un ballo”. Mi fido), che è un horror musical polacco su delle sirene che mangiano laggente, e allora che dire? “You had my curiosity, now you have my attention”. Sigla!
The Lure appartiene a quel sottogenere che prende le fiabe tradizionali e le declina secondo gli stilemi del cinema dell’orrore. Solo che è difficile definirlo esattamente un film dell’orrore. Ci sono certamente degli elementi horror, c’è qualche scena vagamente truculenta – per lo spettatore medio, per chi invece ha visto un paio di horror nella vita siamo nell’ordinaria amministrazione – un’atmosfera abbastanza inquietante e un discreto abuso del corpo umano tra mutilazioni, mutazioni e quant’altro. Ma è evidente che alla regista Agnieszka Smoczynska (ti ha cambiato la vita questo link, eh lettore?) non frega un cazzo di spaventare nel senso classico del termine. The Lure, insomma, rientra a pieni voti nel parco “eccezioni meritevoli”.
Ora sto per scrivere una cosa che a molti di voi farà lo stesso effetto del tizio che si mangia il limone nei Simpson: The Lure mi ha ricordato più che altro il cinema di Kaurismaki. È una follia musicale con numeri volutamente sgangherati e sopra le righe, bizzarri e cheap. Cerca tante volte l’effetto “strano”, le cose mattissime e “d’autore”. Potrebbe urtare la sensibilità di alcuni di voi, perché non nasconde per nulla la sua vena da cinema indipendente europeo.
Poi però che succede? Che The Lure è anche un film dannatamente onesto in quello che fa. È una classica storiella d’amore e morte che non si prende mai troppo sul serio e, scegliendo gli attori giusti e il ritmo giusto, arriva al cuore dei personaggi senza strafare. Lo so, ho usato parole come “amore” e “cuore” nella stessa frase e non nel contesto “Tizio strappa il cuore alla vittima e fa l’amore col suo cadavere”. Portate pazienza.
Il punto è che The Lure riesce a prendere una figura trita e ritrita della narrativa come quella della sirena e usarla per raccontare cose molto affascinanti come il nostro bisogno di avere sempre una persona al nostro fianco per sentirci completi, o quello di adeguarci all’aspetto di chi ci circonda per non sentirci fuori posto, nascondendo la nostra vera natura e le nostre esigenze come fossero cose di cui vergognarci. E alla fine dice anche che tutto questo lo facciamo per nulla, perché poi al prossimo non gliene frega un cazzo, e allora tanto vale godersela fino in fondo e accettarsi per quello che si è. Il tutto incorniciato in un bel filmetto che piazza qua e là i giusti elementi disgustosi, inquieta dove deve inquietare e sa anche far battere il nostro gelido cuore di fancalcisti.
E il musical, vi starete chiedendo? Non stona, vi rispondo io. I numeri sono brevi e ben costruiti e, soprattutto, portano avanti la storia anziché sospenderla in un mare di frizzi e lazzi. E dopo che vi ho fatto sputare il caffè citando Kaurismaki, vi faccio un regalo e vi cito pure The Wicker Man. Non che The Lure lo ricordi in maniera particolare, anzi, sono due cose molto diverse. Ma come il film di Robin Hardy, anche questo è un qualcosa di indefinibile: non è realmente un horror. È un musical solo fino a un certo punto. Ma ha una grande atmosfera, ci accoglie in un mondo che non è propriamente il nostro, è anarchico e surreale e ipnotico. Avercene.
E adesso scusate, vado a piazzare le cariche che tra un’ora devo andare dal dentista e la casa non si farà saltare da sola.
DVD-quote:
“Sirenette un cazzo”
George Rohmer, i400Calci.com
ma la domanda che sorge spontanea è: dove caspita l’avete pescato sto film?
Mi sa che mi hai comprato.
Si reperisce solo in russo con sottotitoli in ostrogoto o c’è anche in qualche idioma più intellegibile per noi poveri ignoranti?
Polacco con sottotitoli inglese hardcoded. Me lo ha detto un mio amico.
Ma Lobster è stato visionato su queste pagine?
Perchè “film autoriale” “eccezione meritevole” “sacrifici e mutilazioni per stare insieme a un’altra persona” mi fanno venire in mente quel gioiello scintillante molto più di Lure.
Certo, in Lobster c’è una grande carenza di momenti musical, ma io ho sopportato l’assenza di buon grado.
Spero di avere presto una opportunità di guardarmi anche questo Lure, la recensione mi pare ben positiva
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non sono necessariamente d’accordo sul fatto che le parti musicali siano brevi, cazzo non finivano MAI. Alcune anche geniali, ma davvero troppe (e musica discutibile il più delle volte). Peccato perchè il resto è fichissimo.
io non lo so se mi piacciono i musical, so che le canzoni in questo film mi sono piaciute.
in particolare ho apprezzato quella canzone che sull’allegro ritornallo dance pop diceva “perché io sono triste e pure tu, ora anche lui è triste perché noi siamo tristi, e siete tutti tristi e siamo tutti tristi, siamo depressi a bbestia” o qualcosa del genere, e tutti canticchiavano allegramente.
questo umorismo della depressione faceva molto kaurismaki, si.
certo synthpop anni 80 + cinema indipendente europeo non è che gridi proprio “i 400 calci”.
Chissà come l’avranno presa in patria, viste le tendenze “leggerissimamente” catto-fasciste dell’attuale governo polacco.
Carissimo George Rohmer, mi puoi dire il nome delle attrici? sono seriamente interessato alla rossina..
E pensare che me lo sono fatto scappare, qui in terra Polacca. Fatto scappare intenzionalmente perchè locandina e titolo mi hanno fatto pensare alla solita cagata “disco polo”, un non genere non musicale riempipiste a sbasamutande qui molto in voga.