Nicolas Cage, Willem Dafoe e Christopher Matthew Cook entrano in un bar. Sembra l’inizio di una barzelletta, ma una che non farebbe ridere. Tutt’al più scatenerebbe una risatina nervosa seguita da un rapido guizzo di profonda malinconia sulla fronte corrucciata. Praticamente ho appena descritto Nicolas Cage.
Negli ultimi anni, lo stesso Cage per molti è diventato una barzelletta. Un meme, più precisamente. Tutti a prenderlo per il culo per la quantità effettivamente inaudita di film a cui partecipa mediamente ogni anno. Deve pagarsi le tasse-la droga-le puttane. Non ce ne frega un cazzo del motivo, ma le conseguenze sono innegabili: Nic si è indubbiamente svenduto, si è trasformato in una sorta di totem di se stesso. Non è uno di quegli attori che si riplasma per un ruolo, ma su cui in genere un ruolo viene plasmato. Vai al cinema, compri il biglietto, compri i pop-corn, ti siedi in sala, parte il film. Pensi: ora mi immergo nella storia di queste persone qualunque incidentalmente interpretate da volti noti di Hollywood. Il più delle volte funziona, ma con Nicolas Cage è ormai praticamente impossibile. Lui è Nicolascage, non può essere nessun altro, immedesimarsi in nessun altro. Lo ami o lo odi proprio per questo.
La differenza, a questo punto della sua carriera, la fa proprio chi lavora con lui. Se un regista si rende perfettamente conto di questo e lo sa usare a suo vantaggio, allora abbiamo un film di Nicolascage che vale la pena di essere visto. Se invece un regista prende Nicolascage per coprire una visione non proprio originalissima e tappare i buchi di un thriller DTV qualunque, allora conviene stare alla larga.
Paul Schrader, che non è esattamente l’ultimo stronzo, ricade fortunatamente nella prima categoria. Con Nic ha anche girato un altro film, Il nemico invisibile, quello sull’agente CIA colpito da demenza, e dunque sa come lavorarci. In Cane mangia cane* gli ha cucito addosso un ruolo che sembra una summa di tutto quello che Cage ha fatto in carriera: è un ladro abbastanza gentiluomo (tranne quando si sporca le mani), con un filo di tristezza negli occhi, un filo di follia, la tendenza a gesticolare, parlare troppo e sparare pillole di filosofia spicciola e la passione per i vecchi film (è ossessionato da Humphrey Bogart, di cui crede di essere un sosia). Se non è l’identikit di Nicolas Cage questo… Lui che da anni va predicando la vicinanza tra gli antichi attori e gli sciamani, qui mette in atto proprio questo parallelismo: è un ladro predicatore/filosofo, e non a caso lo “scontro finale” del film lo vede proprio confrontarsi con un vero predicatore e condividerne la visione del mondo.
Vi siete rotti il cazzo. E allora passo anche a dirvi che, nonostante tutte queste elucubrazioni (scusate, ho letto un libro l’altro giorno per la prima volta nella mia vita e mi sono montato la testa), Cane mangia cane è anche un piccolo noir costruito intorno a tre protagonisti perdenti da manuale, incapaci di combinarne una di giusta e votati a un’inevitabile autodistruzione. Sembrano i criminali inetti di un film dei Coen, riletti però attraverso l’ottica del tizio che ha scritto Taxi Driver e inventato la New Hollywood. Anzi, non è nemmeno corretto dire che siano degli inetti: non sono i personaggi di Burn After Reading o Il grande Lebowski. Sono tre piccoli Travis Bickle: grande intelligenza, ma incapacità cronica a gestire la rabbia.
Posso anche dirvi che Willem Dafoe interpreta un personaggio che si chiama Mad Dog e che, come spesso accade, annichilisce tutto ciò che gli sta intorno col suo magnetismo naturale. È una fottuta corazzata quell’uomo. Schrader lo sa e gli dedica il cold open del film, con Mad Dog tudofado, immerso in una fotografia virata al rosa dentro un appartamento da sit-com, mentre guarda la TV, insulta un operatore telefonico e si dà all’ultraviolenza con la gioia di un bambino. Questo è uno dei vari momenti del film in cui Schrader “lyncia”. Ovviamente non serve dire che la lynciata principale è avvenuta a monte con la scelta di piazzare Cage e Dafoe nella stessa inquadratura.
C’è un finale molto bello immerso nella nebbia. Un paio di maccosa di sostanza. Un sentimentalismo maschile col giusto puzzo da spogliatoio della palestra. Un paio di teste che esplodono, accoltellamenti, sparatorie, risse. C’è pure la voce fuori campo. Ma che cazzo volete di più?
DVD-quote:
“Voce del verbo lynciare”
George Rohmer, i400Calci.com
*Tratto da un romanzo di Edward Bunker, lo stesso di Vigilato speciale e A 30 secondi dalla fine, nonché attore in Le Iene, Tango & Cash, L’implacabile e Nice Guys. Quando si dice street cred.
Nicolas Cage sarebbe perfetto per una serie TV tipo Fargo o True Detective… chissa’ perche’ non e’ ancora passato al piccolo schermo?
vero! e sarebbe un bel rilancio ad alti livelli per ul nostro Nicolino…
Faccio il signor Precisino: Bunker è morto 10 anni fa, impossibile che abbia fatto l’attore in Nice Guys.
Ti rispondo da precisino: esiste un film del 2006 che si chiama Nice Guys come si può dedurre facilmente leggendo la filmografia di Bunker.
Damn, hai assolutamente ragione.
Visto al cinema senza sapere che esistesse o di cosa parlasse solo per il cast e regista. È veramente molto bello, quasi un film di altri tempi. Senza aspettarcisi un capolavoro scende giù liscio grazie a 3 cose fondamentali: attori in palla, regia al loro servizio e sceneggiatura che più giusta non si può. Non conoscevo Cook e qui fa un figurone arrivando quasi a giocarsi la palma per il migliore dei 3 superato solo da un Defoe in una forma allucinante per il quale è stato scritto un personaggio veramente folle e sopra le righe. La sua risposta alla domanda “come si chiama quel coso che si mette in bocca ai bambini” (inizia sempre con la c, ma non è ciuccio) e il modo in cui lo dice sono esattamente sul confine tra un personaggio troppo caricaturale e uno svitato più vero del vero. Finito di vedere il film ci si sente veramente in pace con sé stessi. Se vivete in una di quelle 5 città dove uscirà al cinema fatevi un regalo e vedetelo lì. Vedere più film del genere in sala sarebbe bellissimo e per cui bisogna supportarli con tutti i nostri 6/7€ che possiamo dargli. Almeno io la penso così.
Dafoe è un abitué di Bunker, vedi Animal factory.
tra l’altro guarda caso oggi è il complemorte di bunker.
anche se con il libro il film ha davvero poco a che fare, ma va bene così, due opere eccellenti.
appunto, il film è davvero ottimo. shrader dopo tanto tempo di incertezze è tornato alla grande. cage, nonostante tutto quello che si dice sul suo conto, ogni due-tre anni continua ad azzeccare un ruolo grosso in un film grosso, che per qualunque attore sarebbe un’ottima media, ma con la sua produttività di cinque film all’anno sembrano gocce nel mare.
dafoe è un grande, e cook è il migliore dei tre.
il film è davvero potente. nerissimo, nichilista, sporco eppure a suo modo piuttosto divertente e spassoso (la scena dell’auto della polizia pazzesca), raccontato in modo leggero, allucinato, politico.
per me uno dei film dell’anno, insieme a free fire.
Ottimo, grazie della segnalazione.
Mi sono accorto di questo film quando l’ho visto nel cinema vicino a casa e contavo di darci un occhio.
Meglio se ha poco a che fare con il libro perché “Cane mangia cane” me lo ricordo pochissimo, a differenza di 2Come una belva feroce” o “Animal Factory”.
invece a me il romanzo era piaciuto da morire, ma per una trasposizione fedele ci andava qualcuno come michael mann. shrader ha (giustamente) preso quello che gli piaceva per costruirci sopra il suo film personale.
Aspetto questo film da più di un anno, ma vivendo in una zona remota dell’italica penisola non potrò vederlo al cinema. Con tristezza nel cuore, ma solo un poco, e la confusione dovuta per “I’m a cool cat”, mi consolo leggendo che è meritevole. Quando lessi il libro pensai subito a Williem Defoe per il ruolo di Mad Dog, era inevitabile. Della fedeltà al libro non me ne frega tre cazzi, ma anche se Paul Schrader si fosse ispirato solo leggermente alle pagine di Bunker non può in ogni caso esser venuto fuori un brutto film.
ok da me al cinema non esiste che lo proiettino quindi aspetterò altre vie, comunque mi ispirava alla grande e leggerne bene qui mi fa solo piacere.
Vado contro corrente. Sarà che l’aspettativa per me era alta, ho amato hardcore e afflication e vabbe, non credo serva dirlo, tutte le sue sceneggiature per Scorsese, ma l’ho trovato un miscuglio senza collante di cose già trite e ritrite dagli anni novanta dopo il boom di le iene e pulp fiction.
Bei colori, bella fotografia, attori bravi, tutto però già visto e in alcuni casi fatto anche meglio: i dialoghi sopra le righe (che alla lunga stancano), le accelerazioni / rallenty, il viraggio cromatico.
La classe di Schrader regista si vede (nel bel finale onirico ad esempio), ma mi pare abbia fatto un film, che scorre via eh, ma senza troppa personalità e fuori tempo massimo.
Ho letto il libro quindici anni fa circa e ricordo ancora la cattiveria dell’incipit. Rimane uno dei miei preferiti, bruciato in 2 giorni ai tempi e Willem-Mad dog me lo vedo di brutto.
Lo vedrò appena possibile, come del resto DEVO* fare con ogni film di Cage.
*è una della mie Grandi Regole di Vita
Nel cinema dietro casa mia “il premio Oscar Nicolas Cage” è al cinema anche con “USS Indianapolis, una storia vera”… ma quanti film fa?
Tantissimi e lo fa per te, apprezza.
Snowden, regia di Oliver Stone (2016)
I corrotti – The Trust (The Trust), regia di Alex e Benjamin Brewer (2016)
USS Indianapolis (USS Indianapolis: Men of Courage), regia di Mario Van Peebles (2016)
Cane mangia cane (Dog Eat Dog), regia di Paul Schrader (2016)
Io, Dio e Bin Laden (Army of One), regia di Larry Charles (2016)
Arsenal, regia di Steven C. Miller (2017)
Vendetta – Una storia d’amore (Vengeance: A Love Story), regia di Johnny Martin (2017)
Inconceivable, regia di Jonathan Baker (2017)
The Humanity Bureau, regia di Rob W. King (2017)
Mom and Dad, regia di Brian Taylor (2017)
Looking Glass, regia di Tim Hunter
#211, regia di York Alec Shackleton (2017)
Da wiki torna che il buon Nicola nel giro di due anni ha recitato in almeno 12 film. Come si fa a non volergli bene.
>> Io, Dio e Bin Laden (Army of One), regia di Larry Charles (2016)
a parte la traduzione italiana del titolo (morite.male.annegati.nella.vostra.stessa.diarrea) “Amy of one” e un bellissimo film (probabilmente poco o niente calciabile) con un Nic quasi misurato.
*Army , naturalmente.
Sempre bravo nic!!!!!a me é sempre simpatico da conair in poi!!!!
visto ieri sera.
delusione.
l’ho trovato..boh.. scialbo? poco ispirato? sotto ritmo?
forse soprattutto senza capo ne coda.
m’ha detto poco insomma… eppure quel trio era potenzialmente ottimo
GRANDE libro come ogni cosa scritta dal genio supremo Bunker (non per nulla è l’ispirazione massima di Tarantino fin dall’inizio di carriera) ma il film non c’entra un cazzo, è un guazzabuglio di scene ad effetto e se ci aggiungi uno dei peggiori attori della storia (si persino scamarcio reggerebbe il confronto con cage) il danno è fatto. Ennesimo libro eccezionale rovinato nella trasposizione al cinema.
Premesso che ho trovato il film interessante, anche se ci ho visto poco Bunker e molto Schrader… ok il montaggio volutamente spiazzante, la redenzione impossibile, il finale onirico… ma lo stacco da Nicocagetroy che si fa trascinare dall’auto della polizia a quando lo rivediamo con giusto qualche graffio che sale in auto con i due ostaggi… non è un po’ troppo forzato?
Lo si trova su prime video! Corro!
Adovo nic ma dopo aver visto questo film mi trovo più vicino al 4.7 di imdb che al giudizio della rece.
Sceneggiatura pessima, che stiracchia il fuori dalle righe e la coincidenza fino a fargli soppiantare il caro vecchio meccanismo causa-effetto, e una colonna sonora con così tante personalità da non averne nessuna.
L’unico beneficio del dubbio lo do al doppiaggio ITA, che può aver depotenziato dialoghi e recitazione, ma non a metaletture e metaforones perché è un film troppo mediocre ad un livello primario.
Purtroppo è una merda