Il tempo che passa è una di quelle cose che né io, né te, né loro possiamo fermare. Il tempo che passa è anche una di quelle cose che probabilmente percepiamo solo noi, umani, che abbiamo inventato gli orologi e i calendari. Tutti gli altri, invece, fanno parte di un flusso di coscienza ben diverso, quello del presente.
Quattro anni non sono pochi, ma a vederli così sembrano passati veloci come un testacoda al cinema. Immagino siano successe un sacco di cose da quando è uscito il primo Sharknado. Magari avete figliato, magari prima non lo eravate ma adesso siete felici. Sicuramente, però, ne sono usciti altri quattro. Quello che sembrava, e in parte era, uno scherzo è diventato l’appuntamento annuale a cui forse vogliamo più bene, anche perché, a pensarci bene, è l’unico film di cui parliamo (parlo) ogni anno senza perdere un colpo.
Ricordare quello che è stato fa ridere perché lo stupore che questa cosa qui ha generato è sempre stato speciale. Fa ridere come fanno ridere i bei ricordi.
Quando uscì il primo lo stupore era quello del “non posso credere l’abbiano fatto davvero”. La formula era quella giusta, ma il risultato era anche molto grezzo, giustificato perché prodotto Asylum e quindi di bassa fattura. Ma c’era qualcosa in più rispetto alle solite idee buttate a caso. C’era del genio nascosto sotto un mare di merda.
Quando uscì The Second One lo stupore era quello del “non posso credere ne abbiano fatto un altro e sia pure venuto meglio”. C’era da aspettarselo ma non era per niente scontato. Ed è qui che le idee iniziarono a uscire fuori davvero, che gli squali iniziarono a piovere in sequenze aeree degne di un Malick un po’ sbarazzino.
Quando uscì Oh Hell No! lo stupore era quello del “ma questa roba dovrebbe andare al cinema”. Era ormai scontato che l’idea di Anthony C. Ferrante e Thunder Levin, rispettivamente regista e sceneggiatore, fosse quella di girare tutto come se fosse un film di Michael Bay, budget compreso. Il risultato fu ovviamente una delle cose più divertenti dell’anno, che abbracciò anche la potenza dell’internet lasciando che il pubblico decidesse che fine avrebbe dovuto fare Tara Reid.
Quando uscì The 4th Awakens lo stupore era quello del “ero pronto a dire basta e invece che cazzo di bomba ma ci credere che Tara Reid è un robot”. Va da sé, se al quarto film sullo stesso concetto in tre anni sono riusciti ad andare oltre e tirare fuori il migliore c’è solo da togliersi il cappello. Il divertimento è sempre lo stesso, ma ci sono sempre cose in più, sempre più sharknado, sempre più idee, sempre più Michael Bay con un trauma cranico al campo da bocce.
Ora è uscito il quinto, Global Swarming, e lo stupore è quello di chi vede un figlio crescere, camminare, dire le prime parole e scoprire che niente poteva prepararti a tutto questo.
Global Swarming potrebbe essere davvero il punto di arrivo definitivo della serie, non solo perché la regia è finalmente curata da cima a fondo e le scene d’azione spaccano davvero, o perché le idee sono in assoluto le migliori tra tutti gli altri capitoli messi insieme, ma anche perché finisce in un punto perfetto, preciso, parlando del tempo.
Quello che succede è che si iniziano a scoprire cose sulla provenienza degli sharknado: da quanto esistono, da dove (forse) vengono, persino come controllarli. Scavando nella mitologia del fenomeno vengono a galla le potenze del futuro, ed è così che gli sharknado da disastri ambientali diventano una forza magnetica in grado di manipolare il tempo e lo spazio. Gli sharknado sono fibra dell’universo stesso, muovono le molecole, cambiano le carte in tavola. Dopo svariate peripezie il film finisce dove nessuno avrebbe mai pensato: nel post apocalittico, perso nel tempo, in un luogo dove il figlio di Fin è ora Dolph Lundgren.
E allora torniamo a parlare del tempo che passa, di come noi lo percepiamo ma gli sharknado no. Loro, forse, sono tempo stesso, e decidono quando è il momento di ricominciare. Quello che ci aspetta potrebbe essere un nuovo inizio, ma anche la fine. In un punto altissimo tra cinema e filosofia, Global Swarming è riuscito a smuovere le fondamenta che stanno alla base di tutto ciò che è sicuro. Quello che resta è l’immediato e, subito dopo, l’ignoto.
Film così sembrano stupidi, film così sono stupidi, ma in un momento in cui tutto è anticipato e tutto è criticato e nulla va mai davvero bene, i film fatti in questo modo, per la leggerezza, sono quelli che fanno bene davvero. Non lo so cosa il futuro abbia in serbo per noi, tantomento per me, ma spero che ‘sta roba non smetta mai di esistere.
DVD-quote:
“Pazzesco”
Jean-Claude Van Gogh, i400calci.com
io ho provato a guardare il primo e dopo dieci minuti hop dovuto staccare per quanto mi faceva cagare, e lì è finito il mio rapporto con sharknado.
ogni volta che leggo una recensione positiva qui sui calci mi viene voglia di riprendere in mano la saga, poi mi ricordo di quel pallosissimo quarto d’ora e niente, non ce la faccio proprio.
idem, fratello (padre?)
stessa identica esperienza
Seguo…
Mi accodo…
Presente…
Uguale, uguale, magari per l’ultimo faccio uno sforzo ma non garantisco.
Mi accodo…
Quoto
Madonna che banda di tristoni
Buttati sotto un treno, facce ride!
capitata la stessa cosa
Idem,
poi rivisto con amici coglionazzi e due litri di birra e abbiamo riso.
Non ci siamo, signor dembo:
le sembra questo il modo migliore di usare la sua aggressività ?
Le consigliamo di farsi veramente qualche risata,
perchè il tempo passa e le sue possibilità di risvegliarsi sotto un cipresso
aumentano di giorno in giorno
Io il primo l ho guardato con lo spirito di farmi due risate con una poverata e..
Mi ha fatto cagare.
franchise che via via ha perso la sua forza propulsiva che gli valse l’approdo sulla colonnina di destra di repubblica tanto che ne parlavano pure in panificio dandosi di gomito. Mentre prima ci si lamentava di queste invasioni di campo (tra l’altro incapaci di inquadrare bene la cosa) in una sorta di hipsterismo ora effettivamente a seguirlo sono i fan nudi e puri, quelli che comunque si divertono con il rilancio della troiata a vanvera su cazzate a caso. E rimane questo l’unico tipo di approccio. Perché se lo vedi insieme ad altri facendo finta di divertirti tipo quelli che commentano il trash in tv, poteva andare bene per 1° ma poi ne esci con le ossa rotte.
Per quello che mi riguarda l’ho seguito fino al 3 ma mi ricordo solo il 1.
Per quanto riguarda jean claude non gli perdonerò mai la sua assenza alla #400tv celebrativa della dvd quote. So cosa hai fatto.
visti il 2 e il 3 con mio figlio di 8 anni. cori da stadio e lancio di pop corn. asylum rrulez!
inutile, sul finale mi stavo per alzare in piedi e gridare SIGNORE PRENDIMI PERCHE’ ORMAI HO VISTO TUTTO (a parte Dwayne Johnson che guida uno spazzaneve per le strade di Las Vegas in un ipotetico Furious 9)
dispiace solo non sia tornato David Hasselhoff e quel tizio nero con la tuta alare che si salvava alla fine del quarto. ma dite che nel 6 un Christopher Lloyd riusciranno a infilarcelo visto l’argomento?
Io me li sono guardati tutti, e mi ci sono divertito. È vero il primo è più duro da digerire ma gli altri scorrono meglio.
Io sono una brutta persona e confesso che ho scartato la saga intera dopo aver visto di sfuggita una sola scena passata in tv, alla stregua di come si bypassa un filmato porno qualunque di cui ti basta vedere un fotogramma per capire che non entrerà mai a far parte dei tuoi filoni di ricerca.
Che poi, ditemi che è uno scherzo che in un film di squali c’è una linea genealogica Dolph-Fin. Ah no, Dolph è l’attore, Fin è il personaggio, chiedo venia.
il padre si chiama PINNA Shepard e il figlio BRANCHIA Shepard, ehhhhhh :D
ti voglio bene amico Jean-Claude Van Gogh!
bentornato anche a te.
evviva lo sharknado fibra dello spazio-tempo
Devo ancora vederlo! Non vedo l’ora!
visto stasera il 5
il 4 non mi era piaciuto per niente, pensavo che la saga fosse morta per un comprensibile esaurimento delle idee… e invece hanno tirato fuori una figata clamorosa
(che poi chissenefrega di the rock, qui c’è johnny nitro/mundo/morrison che è molto più figo)