Anche i migliori sbagliano.
Il quarto Indiana Jones. Hereafter. Vicky Cristina Barcelona. Benjamin Button. I fratelli Grimm. Non lo so, sto andando a memoria, non è che voglia lanciare il gioco “pessimi film girati da ottimi registi”, mi servivano solo dei nomi per sostenere l’affermazione apodittica e banalissima con cui si apre il pezzo.
Anche Paul W. S. Anderson è uno dei migliori. Più precisamente è il Migliore, degli Anderson ma a volte non solo. Ha sbagliato anche lui? Sì, e non mi riferisco a Resident Evil: Afterlife, ma a quella volta che decise di girare il sequel di Blade Runner, un film che si autodefiniva tale in virtù del fatto di essere stato scritto dallo sceneggiatore dell’originale e dell’impossibilità di Philip Dick di lamentarsi. Soldier fu un flop clamoroso e potenzialmente ammazzacarriera per Anderson, com’è giusto che fosse in considerazione dell’insulto perpetrato dal film, e ci vollero quattro anni e Milla Jovovich perché il nostro si risollevasse.
Questa, almeno, è la storia che ci raccontiamo tutti da quasi vent’anni. Quand’è l’ultima volta che avete visto Soldier? Mi sapreste dire al volo che cos’ha che non va? Perché se non ci riuscite ve lo dico io: David Webb Peoples è un coglione convinto che la gente nel 1998 fosse abbastanza scema da andar dietro a una sua fantasia e innamorarsi dello, cito, spin-off sidequel di un classico che era finalmente stato universalmente riconosciuto come tale solo da pochi anni. In altre parole: se riuscissimo a dimenticarci per un attimo che quello che stiamo vedendo sarebbe, in teoria, la prospettiva militare su un mondo che Ridley Scott ci aveva raccontato per la prima volta nel 1982, sono sicuro che non odieremmo più Soldier per principio e impareremmo tutti ad amare questa sorta di Predator con Kurt Russell al posto del Predator.
Io per esempio l’ho fatto di recente, e ora non odio più Soldier per principio (nel mio caso il principio di tutto è il giorno in cui lo andai a vedere in sala quando uscì). SIGLA!
Sapete quanto è lungo il secondo paragrafo di questo pezzo, quello su Paul Anderson? 104 parole. Sapete quante parole pronuncia Kurt Russell in tutto Soldier? 104, per un attore che è presente in scena per, a occhio, un buon 90% del film. Capite dov’è il problema nel presentare questo film come “il sequel di Blade Runner“? Quello, e il fatto che parla di soldati, sì, e lo fa nel mondo più manicheo e inequivocabile possibile. Ci sono i buoni, che sono indifesi, ci sono i cattivi, che sono senza cuore, e c’è Kurt Russell, che è senza cuore finché non gliene cresce uno e diventa il difensore dei buoni, quindi per proprietà transitiva buono pure lui. È Balla coi lupi nello spazio? Sì, solo che al posto dei nativi americani ci sono i coloni reietti e dimenticati dalla Terra che hanno costruito la loro casa su un pianeta-discarica presunto abbandonato, dove hanno messo in piedi il miglior avamposto post-apocalittico da questo lato di un Fallout a caso.
L’aggancio, tenue, con Blade Runner sarebbe nelle modalità di produzione dei soldati – per quale scopo non è mai spiegato, se non un generico “bla bla guerra” –, che immagino dovrebbe fare da eco alla creazione dei Replicanti. Non c’è nessuna Tyrell, ma sappiamo che i primi supersoldati sono stati resi tali grazie a un addestramento costante, crudele e disumanizzante, e che c’è una nuova generazione di supermegasoldati che sono stati geneticamente modificati e creati in laboratorio per essere imbattibili e indistruttibili e anaffettivi e GROSSISSIMI.
Una volta chiarito, in una clamorosa e violentissima scena di botte volanti, che Kurt Russell è un soldato ed è di quelli old school, addestrati non creati quindi sorpassati, il film è già fatto. Todd (e qui Kurt Russell mantiene per tutto il film una clamorosa faccia da Todd) viene prima gonfiato di botte da un Nuovo Soldato, poi buttato letteralmente nella spaziospazzatura e scaricato sul pianeta della rumenta.
Non c’è alcuna sottigliezza, alcuna idea provocatoria nella visione del futuro dell’esercito di David Peoples. È la solita (o classica se la volete girare in positivo) storia del nuovo che avanza e del vecchio che vuole dimostrare di valere ancora qualcosa, o anche “gli ultimi venticinque anni di carriera di Clint Eastwood“. Kurt Russell (scusate, Todd) è la Battlestar Galactica che sopravvive all’attacco Cylon perché ha la tecnologia obsoleta, e il nuovo che avanza – qui ottimamente rappresentato sia da un Jason Isaacs con baffi da Oscar sia da un gigantesco Jason Scott Lee – è indiscutibilmente cattivo perché, indovinate?, non ha empatia né considerazione per l’altro.
Il rischio più grosso che corre Soldier, visti i presupposti, è quindi quello di dedicare troppo tempo a umanizzare Todd, e considerando che per farlo sceglie la strada di trasformarlo in figura paterna potete capire perché l’allarme stronzata cominci a strillare non appena Todd si mette a tavola con i reietti e spezza il pane insieme a loro. Fortunatamente il Migliore è uno che con i sentimenti ha un rapporto di freddo distacco e reciproca stima, e i pochi momenti di quiete nei quali Todd fa amicizia con gli umani clandestini che vivono sul pianeta della rumenta – e che lo aiutano a trascendere la sua natura soldatesca per bla bla – sono comunque più che sopportabili per una serie di motivi.
Anderson è uno bravo a fare tante cose, ma personalmente quella che più mi colpisce è come riesca sempre a immaginare il futuro e lo spazio in modo vivido, personale e interessante nonostante la maggior parte dei suoi film migliori siano stati girati nel peggior periodo di sempre per la CGI al cinema. È uno di quei registi (e in questo forse sforzandoci un pochino possiamo vedere un legame con il presunto “primo capitolo”) che preferisce far parlare i suoi set e raccontare storie muovendo la macchina, che sceglie con attenzione i dettagli più potenti e allarga lo spazio del film ben oltre i confini dell’inquadratura; c’è sempre qualcosa d’altro nelle sue panoramiche, e pure se la sua estetica è spesso grossolana, e opulenta per semplice addizione, il risultato è sempre vivo e vitale, mai artificioso, mai “solo un set”.
Sto insomma dicendo che Soldier è un gran piacere per gli occhi.
C’è poi un motivo puramente ormonale, e cioè che se vi piacciono le fanciulle Connie Nielsen nel 1998 era una fata (per la cronaca, anche oggi è una delle donne più belle del mondo).
e se vi piacciono i fanciulli, be’, Kurt Russell!
Scherzi a parte, quello che voglio dire è che, per essere ambientato in una discarica, Soldier riesce comunque a essere anche un film di attori e di carisma e di momenti sorprendentemente intimi, non solo di belle inquadrature e grandi botte.
Perché ecco, una volta perdonata la porcata del sidequel di Blade Runner, una volta apprezzato il contorno estetico e sopportato quello filosofico-moraleggiante (stiamo parlando di un film in cui esiste questo dialogo), rimane una domanda: cosa vuole essere questo film?
La risposta: una macelleria. I primi tre quarti d’ora servono ad apparecchiare la tavola per uno scontro 20 contro 1 sul pianeta del rusco, il resto serve per lasciare che Kurt Russell ammazzi tutti a colpi di botte e dolore e pallottole e occhi strappati dalle orbite. Volete davvero sapere che cosa Soldier vuole tantissimo essere? La risposta a questa domanda:
E a quel punto dipende tutto da quanto vi piace lo stile ipercinetico, anarchico, senza vergogna eppure sempre coreografato con attenzione con cui Anderson gira le sequenze d’azione. Consapevole dell’impossibilità di prendere pienamente sul serio un film in cui Todd ammazza tutti e poi diventa il papà di Starlord, qui il Migliore si abbandona a citazioni biechissime (da, appunto, Predator fino all’immancabile Apocalypse Now), esplosioni splatter e tante, tantissime esplosioni molto grosse.
Persino il finale spielberghiano è sopportabile perché breve, conciso e ironico: una volta che abbiamo visto Kurt Russell massacrare un branco di SuperTurboMegaSoldati, perché perdere tempo in stronzate?
Prima di chiudere, mi preme solo rimarcare che Soldier è un film nel quale a un certo punto Kurt Russell appende uno scaldabagno al soffitto e lo usa come punching ball.
DVD quote:
«Kurt Russell macella i cattivi»
(Stanlio Kubrick, i400calci)
mi manca! ma questo articolo mi fa proprio venire voglia di recuperone!
Io l’ho visto un paio di anni fa integrale su Youtube (magari ora e’ rimosso).
Certo il formato non aiutava, ma a me pareva un po’ una poverata da Direct to Video (per dire: le riprese iniziali con i vari conflitti a cui partecipa Todd prima di diventare “obsoleto”).
Poverata nel senso che mi parevano cronicamente a corto di mezzi, una specie di Direct To Video. Sono tentato di dargli una seconda occhiata (se lo ripesco) per capire un po’ meglio.
Visto finalmente qualche mese fa e non mi ha proprio preso: 40 minuti di Mulino Bianco nella discarica spaziale come secondo atto mi hanno ammazzato. Kurt Russell e` bravino, ma con un personaggio del genere reggere il film da solo e` un` impresa ardua: non parla, ha uno sviluppo minimo e scontato ed e` pure mono-espressivo. Anderson ci mette del suo, ma con presupposti simili, tirare fuori un film decente era oltre le sue possibilità.
Bella rece, grazie!
Io non ero manco a conoscenza dell’esistenza di questo film fino ad alcuni anni fa quando, non ricordo come, ho scovato il DVD su Amazon UK e l’ho comprato a scatola chiusa (fantascienza, il migliore degli Anderson, Kurt Russel, Connie Nielsen e Jason Scott Lee? venduto!).
Ne ho un bel ricordo, tanto che l’ho riacquistato in Blu-Ray. Concordo in toto con la recensione, secondo me una visione almeno la merita.
prova
ecchime, per lungo tempo non sono riuscito a postare, un nerdifico: TU NON PUOI PASSARE mi ha ostruito il postaggio, va bene…rimettiamoci in paro…
se non erro è ancora inedito da noi, du-palle.
commento di un lamentoso, uno di quelli che prima dell´estate ha fieramente brandito il forcone al grido di “chiudete il sito!!!”:
Bentornati ragazzi!
Questi so i Calci che ci piacciono
Io sono certa di averlo visto da piccola, ma non lo ricordo proprio. Rimedierò.
Non ho memoria di aiesto film! Domanda off ma mica troppo: è una cazzata quella che “teoricamente” il sequel di Blade Runner sia “Screamers” (per questioni letterarie)?
Non saprei sai? Nel racconto di Dick da cui è tratto Screamers i robot erano proprio dei robot, non degli umanoidi indistinguibili dall’originale. Non ricordo il film però.
vado a memoria e spoiler grossi sul racconto ma mica alla fine un robot femmena con le sembianze umane riesce ad andare sulla stazione orbitante, ultimo avamposto degli umani? sto confondendo a cazzo di cane varie storie?
Screamers e il racconto da cui è stato tratto, sono la base di Terminator.
Macchine che si autoproducono e alla fine fanno modelli simili agli umani per ingannarli.
bho, ma secondo me no. La funzione stessa degli androidi di Blade Runner è parecchio diversa rispetto alle macchine del racconto che sono solo armi per sterminare. Poi magari ci si può vedere anche dei collegamenti ma ecco non credo sia stata nell’idea dell’autore di collegare vari racconti e romanzi ad un corpus unico. Inoltre Screamers mi sembrava ambientato su un altro pianeta (vado a memoria).
La base di Terminaotr sono i Berserker di Saberhagen :)
Mi scuso tantissimo, ma ho un grosso OT e non so a chi chiedere. Secondo voi i nuovi spot del mulino bianco rientrano nel genere torture porn? So che non mostrano niente, ma dovreste vedere i miei neuroni dopo la visione.
ok, visto per la prima volta un paio d anni fa in cui ero in botta (mai passata, precisiamo) con Kurt Russel e mi sono messo a spolverare la sua filmografia. Fusina sorpresa scoprire che questo film si svolge nello stesso mondo di BR, comunque sapendo che ci stava Anderson alla regia le aspettative erano quelle di una cafona divertente e questo ho avuto. anzi a dire il vero per la media di Anderson il film è molto meno ignorante dj quanto mi aspettassi, più equilibrato mi verrebbe da dire e anche se le scene domestiche sono a tratti stucchevoli me lo ricordo come un film complessivamente divertente.
Interessante…magari lo recupero e lo regalo ad un’amica.
Fondamentalmente la recensione poteva iniziare e finire con “Kurt Russell usa una scaldabagno come punching ball” e nessuno avrebbe avuto da ridire. Da recuperare.
“E poi diventa il papà di Starlord”
Comecomecome? Prima di GotG 2? Ahahah, fantastico!
SO CHE NON CENTRA MOLTO MA APROFFITO PER UN RICORDO DEL GRANDE UMBERTO LENZI
UNO CHE DI CALCI NE HA TIRATI ASSAI
RIP
GRAZIE
Letto adesso, un grande.
Ci starebbe un piccolo speciale/omaggio…
Signor Stanlio,
lei è bolognese? “rusco” mi scalda il cuore
La mia famiglia da parte materna lo è, si sono trasferiti a Milano quando mia mamma era piccola. “Rusco” me l’hanno insegnato i miei nonni, Nyarlathothep e Azathoth Kubrick.
”azathoth”! ti voglio bene Stanlio Kubrick. sei un figo.
Era uno dei miei film più attesi del 1998 ma non è:
– MAI uscito al cinema
– MAI uscito in DVD
– MAI passato in tv
Considerando che in tv passano anche la spazzatura (come quella in cui è ambientato il film) che porcata immane deve essere?
Eppure non sembra dalla rece ma da altri commenti sì.
Mah!? La verità starà nel mezzo come al solito, fatto sta che non ho mai avuto occasione di verificarlo di persona.
io comunque non sarei così severo con l’idea di fondo del film. alla fine hanno probabilmente preso una sceneggiatura di peoples ambientata in un futuro tipo blade runner (come tanti altri film) e per fare i furbetti con il marketing hanno unito le due cose spacciandolo per spinoff.
non ci vedo molto di male dietro, è un genere di film molto diverso che dice quello che deve dire nel suo genere. mi pare che non usino neppure mai la parola replicanti per definire jason scott lee e i suoi compari.
una cosa che mi ha colpito quando l ho visto è il fisico di kurt russell. è sempre stato uno grosso ma qua si era evidentemente imbottito di steroidi. forse la sua carriera si stava un po’ infiacchendo e voleva rilanciare la sua immagine, perchè non è che il ruolo lo richiedesse. jason scott lee anche, mai così grosso prima. però appunto il suo ruolo volendo poteva richiedere la trasformazione.
molto riuscito come villain.
No no, è proprio Peoples che ha voluto scrivere una roba legata a Blade Runner, un film che si svolgesse “nello stesso universo”.
Dopodiché la differenza tra BR e questo è che in BR era tutto ambiguo, riflessioni profonde sull’umanità et cetera, mentre Soldier, avendo la guerra e non la vita quotidiana come sfondo, ha gioco facile a individuare buoni e cattivi, perché i soldati senza cuore che ammazzano tutti (e i loro generali altrettanto senza cuore) non possono che essere gli antagonisti e il soldato vezzo che ha ancora una scheggia di umanità graviterà necessariamente verso l’innocenza e i buoni.
È un approccio più manicheo e da storia classica, non è che sia un problema di per sé (non è che “più complesso” equivalga automaticamente a “migliore”) ma Soldier lo declina nel modo più piatto e scontato possibile. Poi anche chissenefrega, non era un film fatto per far riflettere ma per farci vedere Kurt Russell che ammazza tutti e in questo è venuto benissimo.
A me è piaciuto tanto, peccato non abbiano messo più dialoghi per Russell!