Benvenuti al corso di recupero sul cinema di menare, questa volta vedremo un video.
Si tratta dell’ormai celeberrimo intervento di George Rohmer al Terzo Convegno Di Menare, un momento epico nella storia dei dibattiti sul cinema mostrologico, che fomentato da una lettera di Martin Lutero dirime in breve le differenze tra l’approccio nipponico e quello occidentale ai grandi mostri.
Ovviamente chi non era presente non potrà mai assaporare quel gusto del momento, l’odore del legno delle assi del palco, la polvere delle tende, il brivido del teatro e l’esaltazione del dibattito intellettuale mentre dietro passano meme di grandi mostri.
Ma almeno avete un video.
Eccolo:
A proposito di kaiju…
LAST KAIJŪ è una delle prime uscite della collana a fumetti “I 400 Calci presenta”, curata da noi in persona e pubblicata da Magic Press.
Il primo volume è scritto da Roberto Cirincione e disegnato da Sergio Mancinelli e Marco Matrone.
In attesa dell’imminente uscita in tutte le fumetterie e negozi on line, abbiamo chiesto allo sceneggiatore Roberto Cirincione di parlarvene un po’…
Sinossi:
Benvenuti nell’era POST-KAIJU.
Zetta Max, il difensore della Terra, è morto nell’estremo tentativo di salvare la razza umana dalla furia dei Mostri.
Tuttavia, la sua eredità non è andata perduta. Nel mondo ancora sconvolto dalle conseguenze della guerra, la Henshin School addestra una nuova generazione di eroi per formare una super squadra d’elite.
Nel frattempo la Regina dei Kaiju, un orrendo ibrido metà mostro metà uomo, prepara la sua vendetta: si ciba di radiazioni e bombe nucleari inesplose, e sembra in grado di ridare la vita ai cadaveri dei Kaiju con il suo soffio atomico…
Presentazione/Making of:
Last Kaijū nasce dal desiderio di menare forte.
O meglio, far menare forte i suoi protagonisti.
Questo primo volume, equiparabile al primo atto di un film, getta le basi sulle premesse e sulla mitologia necessarie per montare la catarsi e creare la giusta alchimia di imbruttite tra i contendenti.
Siamo appena dopo la morte di Han, prima che Toretto le dia a Deckard Shaw e viceversa. Solo che qui a morire è il protagonista, tale Zetta Max, un supereroe omaggio ai tokusatsu giapponesi, e la vicenda è ambientata in un prossimo futuro in cui la razza umana non si è qualificata ai mondiali le ha prese dai Kaiju e si è appena rimessa in sesto.
Questo per il medesimo numero di colpi di un revolver:
- il primo filologico. Mi interessava parlare del filone Kaijū eiga abbracciando l’intera mitologia nipponica dalle sue radici: dai Mostri giganti, passando per i tokusatsu (Ultraman) arrivando ai Super Sentai (i Power Rangers, qui in occidente);
- il secondo generazionale: mi stuzzicava raccontare il passaggio di testimone da un eroe alla Ultraman ai suoi figli genetici e “di genere”, i Super Sentai, appunto;
- il terzo perché ambientare il tutto in media res, dopo una vicenda catastrofica evocata ma non raccontata nei particolari, fa molto Star Wars e mi ha permesso di usare la parolina “Last” nel titolo, che sotto Natale potrebbe portare qualcuno a sbagliarsi con l’album dei trasferelli di The Last Jedi arricchendo le casse di Val Verde;
- il quarto non ve lo posso dire ché sarebbe uno spoiler grosso come il cuore di Optimus Prime, ma farà da base al secondo volume. Vi dò un indizio: BATTLE ROYAL MATCH!
- il quinto… okay, non ho usato il termine Last solo come mero rimando alla moda del momento, ma anche come richiamo a uno dei miei fumetti preferiti di sempre, Last Man (di Balak, Bastien Vivès e Michaël Sanlaville), amato anche dai bravissimi disegnatori (e coloristi) che hanno realizzato il volume, Sergio Mancinelli e Marco Matrone.
Come in Last Man abbiamo cercato di creare un punto di contatto grafico tra l’animazione giapponese e i fumetti occidentali, mentre narrativamente alcuni dei protagonisti si rifanno agli stessi archetipi del trio di eroi dell’opera francese sopradetta (Adrian, Richard Aldana e Marianne Velba); - per finire, era da tempo che Godzy & Co. non avevano l’agenda così piena di città e mondi da distruggere, e volevo trovare un punto di vista per certi versi personale alla materia, che non rifacesse Pacific Rim, il nuovo universo Warner Bros. e il sublime Shin Godzilla pari pari su carta. In LK, quindi, c’è anche tutta la mia passione per i supereroi americani, dagli X-Men a Spider-Man (soprattutto in una delle mie tavole preferite), sia tematicamente sia sotto forma di easter egg (la Danger Room, vi dice qualcosa? L’altro easter egg che ci tengo a segnalare è il nome della protagonista femminile… Briana. Ciao, O’Conner, salutaci da lassù).
Vi lascio con una delle folli sigle, sfacciatamente epiche ed esaltate, che mi hanno accompagnato durante la stesura del fumetto:
Chiedete LAST KAIJŪ nella vostra libreria o fumetteria di fiducia!
Che bello! non vedo l’ora di mollare il lavoro e vedermi con calma i filmati.
Sono molto ansioso di leggere Last Kaiju. Purtroppo ho delegato l’acquisto di tutta la produzione 400calci a un mio amico nerd che (forse) rivedo tra una settimana…
Confido che sia il fumetto calciante dei Kaiju, come One Punch Man è IL fumetto dei Super Sentai.
Il mio unico fumetto cartaceo da lustri.
Bello! Però nell’era della post-trama non so se voglio tanto venirci…
tanto onore a George Rohmer