Il pitch di Mayhem doveva suonare più o meno così: La città verrà distrutta all’alba + Impiegati… male! + La notte del giudizio + Un Edgar Wright a caso. E per quanto sembri la proposta più improbabile di sempre, funziona. Alla grandissima. Sigla!
https://www.youtube.com/watch?v=nggRBhUw2dc
Devo ammettere che non sapevo assolutamente nulla di Mayhem prima che mi venisse assegnato dopo il tradizionale sorteggio (un Royal Rumble tra i redattori de i400Calci in un pozzo con in fondo una lama rotante, situato nelle segrete della Cobretti Mansion), poi ho visto la locandina e siccome sono uno dei pochi coglioni che ha continuato a seguire The Walking Dead nonostante gli alti e bassi, ho immediatamente puntato il ditino ed esclamato: “Ma c’è Glenn! Ma grandissimo!”. Al secolo Steven Yeun, un attore che temevo non avrebbe avuto alcun futuro al di là della serie, e che invece ha già fatto questo e Okja. Bravo.
Poi sono andato un po’ a informarmi e ho visto che il regista, Joe Lynch, aveva diretto Knights of Badassdom, che non ho visto ma di cui non ho sentito parlare in maniera lusinghiera. Insomma tutto lasciava un po’ intendere che Mayhem sarebbe stato un prodottino pseudo-home video con una premessa trita e ritrita e un momento action sprecato nella prima metà. E l’incipit non ha fatto altro che confermare questo timore. Per circa tre minuti. Perché poi Mayhem ingrana e non molla più.
La premessa è questa: c’è stata un’epidemia di un virus alla The Crazies, capace di liberare la parte animalesca degli esseri umani spingendoli a ogni genere di violenza, sopruso e comportamento anti-sociale (come fare sesso in luoghi pubblici e accoltellare a morte uno che ti sta sul cazzo). L’epidemia è stata abbastanza controllata e un giovane avvocato in ascesa, Derek Cho (Yeun), ha scoperto un cavillo legale per assolvere un tizio colpevole di omicidio sotto effetto del virus. Grazie a questo ha ottenuto una mega promozione nel mega palazzone del mega studio legale, ma non riesce più a guardarsi allo specchio. Per tutta una serie di ragioni che non sto a spiegarvi, qualcuno lo vuole far licenziare e lui si mette in testa di portare il suo caso all’attenzione dei “Nove”, ovvero i soci dello studio, nel loro ufficio all’ultimo piano. Peccato che nel frattempo scoppi un focolaio dell’epidemia e tutto vada in merda. Consapevole del fatto che verrà assolto per qualunque nefandezza commetterà (visto il cavillo di cui sopra), Derek decide di risalire i livelli del palazzo con l’aiuto di una tipa che ha dei casini con lo studio e ascolta solo METAL!!! (Samara Weaving di The Babysitter. È ufficialmente amore), e far valere i suoi diritti a costo di spargere tantissimo sangue.
La buona notizia è che questa premessa non viene sprecata per nulla. Mayhem è divertentissimo, gode in ogni singolo omicidio, è scritto da dio (i battibecchi tra Yeun e la Weaving sono perfetti) e pieno di personaggi memorabili e ottime idee (la struttura dello studio che sembra quella di un film fantasy, i costumi che assomigliano sempre di più a quelli di una recita scolastica dei Guerrieri della notte). E quando apre tutto arriva a undici con la forza di un cocainomane che non ha più niente da perdere. Ovviamente alla base c’è una trovata non originalissima: portare a galla il non detto, trasformare le coltellate nella schiena in coltellate alla luce del sole. Un ambiente lavorativo può essere pieno di squali, ma di quelli che preferiscono colpirti alle spalle: che cosa succederebbe se la gente smettesse di mentire e cominciasse a menare?
D’altro canto l’originalità delle premesse non conta troppo se la realizzazione è così sfacciatamente arrogante. Perché effettivamente Joe Lynch e lo sceneggiatore Matias Caruso hanno messo insieme una serie di robe già viste. Ci sono: il montaggio serrato di dettagli con effettoni sonori alla Edgar Wright. L’eccezione alle regole del vivere civile che ti consente di uccidere impunito alla The Purge. L’ennesima epidemia del cazzo che ti trasforma in violento (ma gestita benone).
E poi c’è quella cosa che sempre più spesso si vede in questo tipo di cinema: la struttura da videogame. I due eroi devono letteralmente salire di livello, affrontando di volta in volta un avversario più potente e portando a termine una missione. Salire di livello implica trovare dei badge che sblocchino il piano successivo eccetera. È palese ma non disturba, perché ormai il linguaggio dei videogame è entrato in simbiosi con quello cinematografico al punto che non c’è nemmeno più bisogno di sbattere la cosa in faccia allo spettatore. È così e basta.
A fare la nostra gioia c’è che Mayhem è anche la cosa più romeriana vista da diverso tempo. Citavo The Walking Dead all’inizio, e persino il buon Romero aveva criticato la serie perché aveva abbandonato del tutto la sua visione degli zombi come metafora di noi stessi. Vogliamo bene a Romero, ma non è che tutti necessariamente debbano aderire alla sua visione. Mayhem però lo fa, torna a usare gli infetti per una ragione, per dire qualcosa su di noi. Lo fa nella maniera più smaccata e meno sottile possibile, ma anche qui non è che le metafore di Romero fossero sempre sottilissime (fuochi d’artificio de La terra dei morti viventi, sto guardando voi). Lo fa distaccandosi completamente da Romero nell’esecuzione e nello stile, siamo proprio da un’altra parte nello spettro del Cinema Che Conta. Però sotto sotto, nel cuore di Lynch e Caruso zompetta un piccolo Romerino, e tanto basta. Vostro onore, ho concluso.
DVD-quote:
“La cosa più romeriana vista da un sacco di tempo”
George Rohmer, i400Calci.com
Salire i piani di un palazzo facendosi strada con la violenza fino a raggiungere i boss in cima? Mi ricorda qualcosa che ho visto recensito qui, dai come si chiama, ma sì avete capito.
Seriamente, dove si trova? Streaming legale? Bluray?
Intanto kudos per la sigla. Ora torno a leggere il resto del pezzo.
Hahahah! Gesù, ti giuro che non ci ho proprio pensato ma… hai pienamente ragione. Per quanto riguarda la domanda, non ti posso rispondere :)
Ooook molto chiaro!
Finito. Voglio vederlo tipo ORA
Io voglio averlo già visto IERI.
Molto interessante! Mi piace il riferimento al linguaggio dei videogame che trovo molto azzeccato. Lo aveva anticipato già I guerrieri della notte nel 1979 (!) dove le stazioni della metropolitana segnavano appunto la divisione della “quest” in “livelli”.
Finito di vederlo adesso. Grazie per la segnalazione bro’s.
BOMBA ASSOLUTA.
@George grazie mille per la rece, ho la fotta a millemila!!!
DEVO avere questo film, ma mi sa che mi toccherà aspettare parecchio perché non lo vedo manco in prevendita su Amazon UK…spero in Netflix!
Io Knights of Badassdom l’ho visto e non l’ho trovato terribile, a me è piaciuto, seppur con riserva. Diciamo che avere in simpatia gli attori (ci sono pure Peter Dinklage e Summer Glau!) ed essere appassionati di giochi di ruolo (anche se non dal vivo, nel mio caso) aiuta, ma si tratta comunque di un’idea interessante, anche non sviluppata benissimo, pur avendo i suoi bei momenti.
Per inciso, il Blu-Ray è in vendita per 10 neuri su Amazon DE (con audio e sottotitoli in inglese).
in realtà a parer mio sarebbe pure ora di abbandonare l’idea di romero di zombie come metafora di noi stessi visto che è ormai è a) vecchia di decenni b) stra abusata e declinata in tutte le salse, non ultimo ad esempio il caso ruffiano di WWZ quello con brad pitt con gerusalemme e il suo muro per tenere a bada i mostri. Per dire, non ho la controprova ma nulla mi vieta di pensare che sto film avrebbe funzionato uguale come una sorta di you’r next ambientato in ufficio che tanto in qualsiasi di questo posto la gente prova orrore vero dei colleghi e ci stanno già dei mostri che ti cannibalizzano e spaccano tre quarti di minchia senza dover tirare in ballo zombie o infetti a meno che non si tratti di qualche collega particolarmente libertino e poco incline a fare sesso protetto con un’ampia collezione di malattie veneree.
Su TWD, mai visto ma da quello che ho capito il problema è sempre stato che gli zombie tout court in realtà si vedono solo dietro elemosina e, tolto qualche personaggio ben scritto, la cosa che spaventa di più sono le chiacchiere estenuanti e non succedere mai niente di niente
Non voglio vanificare l’ottima -nonché una delle pochissime 100% spoiler-free su i400calci- recensione di Rohmer entrando troppo nei dettagli, ma nel caso specifico l’infezione ha conseguenze molto diverse dalle tipiche viste nella maggior parte dei film a tema zombie/infetti.
E no, una cosa in stile You’re Next non avrebbe funzionato.
no no ormai nella mia testa c’è un film della madonna in cui i colleghi si ritrovano a cena, nessuno rimane infetto ma si ammazzano male uguale. E lo proiettano in anteprima all’Ideal di Torino. E non sarai di certo tu a dirmi che non funzionerebbe
ah ovviamente il.film va visto per via di quello che dice la rece aka ritmo e fantasia sempre ben accetti. Da proiettare alle cene natalizie aziendali in modo da assolvere alla sua funzione catartica e poi ci si può tutti scambiare i regali in falsità, tornare a rompersi il cazzo con mail e fotocopie e scrivere nei bagni “collega x fa i chinotti col culo”
Ma in realtà anche quello che dici tu è romeriano. Il film lo è in senso lato, ovvero nel senso che gli infetti vogliono dire qualcosa di noi (che sia l’ufficio o altro poco importa) anziché essere solo una scusa per l’apocalisse. In TWD ci sono puntate in cui zombie non se ne vedono e puntate in cui ce ne sono eserciti. Ma d’altro canto è inevitabile quando vai avanti per otto anni.
TWD l’ho mollata anni fa senza rimpianti.
da quello che ricordo direi più che ci sono stagioni in cui zombie non se ne vedono e puntate in cui ce ne sono eserciti.
OT
Nessun’altro è interessato a
JEAN CLAUDE VAN JOHNSON
?
Io.
Ma non ho modo di vederlo :(
Un asiatico in un film di menare che non sa menare, questa mi mancava proprio
Chapeau
Il film (visto in inglese) mi ha divertito un sacco!
Se vogliamo trovargli un difetto, preferisco la parte nella quale Samara Weaving porta i tacchi. Grosso errore di sceneggiatura farglieli sfilare.
Curiosità: verso la fine, una delle due zoccole ai lati del tavolo con il bicchiere di champagne in mano è Nina Senicar, che ha avuto anche qui in Italia 15 minuti di celebrità tempo fa (è quella che dice “Sign, and I’ll suck your cock”)
Ottimo davvero: divertente, veloce, violento in modo esagerato e non si prende mai troppo sul serio (cosa che, ad esempio, aveva rovinato The Belko Experiment, troppo impegnato a creare un contesto e a cercare di farci tifare per il personaggio buono). Un altro film che non avrei mai visto se non lo aveste recensito voi, grazie per la scoperta. Samara Weaving e’ una folgorazione, adesso mi tocca recuperare The Babysitter…
a me piace questo genere. l’horror a tema lavorativo, non dimenticiamo il capostipite, cioè severance (tagli al personale). per me ancora insuperato.
Visto ora su YOUTUBE!! Cioè sta legalmente tutto su YouTube!
Cmq è vero, è una bomba e dopo questo e The Babysitter anche io amo Samara Weaving