Ovvero, di quell’unica volta che Cicciolina scrisse qualcosa di nostalgico sugli anni ’80. Non si ripeterà mai più.
Estate 1989. Città sonnolenta del nord Italia. Due ragazzine si dirigono spavalde verso la neonata biblioteca per ragazzi. Per qualche motivo, la bibliotechina contiene una nutritissima sezione di gialli di Agatha Christie e le ragazzine ci si fiondano come se fossero (e in un certo senso lo sono) un pilastro della letteratura proibita. Li portano a casa e li leggono voracemente, l’una immedesimandosi nei personaggi e cercando di risolvere il mistero per conto suo, l’altra analizzando i caratteri e lo stile letterario, ed assaporando le descrizioni truculente. Poi se li scambiano. In breve si fanno una cultura sui molteplici modi di far morire male la gente; le affascinano le reazioni dell’organismo ai vari veleni, la disposizione di vene e arterie e come tranciarle, i vari tipi di lame, le trappole mortali, i tempi del soffocamento e del dissanguamento, la scala del dolore. Hercule Poirot è il loro eroe, le cellule grigie sono la promessa di un futuro fulgido, reso giusto della forza della ragione, dalla luce dell’intelligenza che in breve debellerà ingiustizia, stupidità, religione. Come potrebbe essere il contrario?
Poi i libri di Poirot finiscono, Miss Marple è una troia insopportabile, Tommy e Tuppence fighetti, Dieci Piccoli Indiani macchinoso e moralista come un episodio della saga di Saw. Che fare? Un giorno una propone all’altra di andare al cinema. Data la magra programmazione la scelta ricade su Indio di Antonio Margheriti, e la vita della piccola Cicciolina cambia per sempre. Ma questa è un’altra storia.
A differenza della stragrande maggioranza della produzione di Christie, Omicidio Sull’Orient Express non è il solito delitto motivato da soldi e/o sesso (ah, quanta arroganza borghesuccia, quanta pruderie nelle sue storielle crudeli!) bensì una congiura di dodici personaggi alle prese con un lutto che richiede altro sangue per essere superato. Mette in campo temi alti, il concetto di giustizia privata contro giustizia istituzionale, responsabilità individuale, colpa, espiazione; ma siccome Agatha non fa Dostoevska di cognome, non sa bene nemmeno lei come approfondirli e li lascia lì, sperando che i personaggi si sveglino per conto loro e rimpolpino le pagine di parole cariche della giusta gravitas.
Da questo punto di vista, la trasposizione di Branagh è perfetta: chiama un cast stellare come aveva fatto il suo predecessore Sidney Lumet (il cui film era solo vagamente più interessante di questo, ammettiamolo), proibisce a Johnny Depp di tingersi i capelli di verde e le guance di viola, ha la pensata geniale di far interpretare la perpetua bigotta da Penelope Cruz, fa capire a Michelle Pfeiffer che il suo ruolo è importante e lei procede tranquilla a sbafarsi tutte le sue scene (perché di fatto Pfeiffer è e sempre resterà Catwoman), inserisce un personaggio di colore perché LO SAPPIAMO TUTTI PERCHÈ. Dopo aver sbrigato queste piccole formalità, dopo aver inserito una simpatica scena di rissa totalmente a cazzo e un’inquadratura di Depp tutto trapanato dalle pugnalate, giusto per far piacere a noi dei Calci, Branagh si concentra sul cuore del progetto: se stesso.
Dimenticatevi l’intensità drammatica e gli occhi lucidi sfoggiati in Dunkirk! Kenneth qua si vuole divertire a modo suo, vuole farvi dimenticare che attorno al suo Poirot dopotutto c’è anche un film. Poche balle: questa versione di Omicidio sull’Orient Express si può sintetizzare nell’immagine di Kenneth Branagh allo specchio intento a farsi un segone a due mani. Il suo Poirot è statuario, atletico e sbruffone come un supereroe, gli altri personaggi non contano un cazzo, sono lì a riempire l’inquadratura meglio che possono e si vede lontano un miglio che agli attori non gliene frega niente. Insomma, io se fossi Judi Dench o Willem Dafoe questo film non lo metterei nel curriculum. Poi certo, belli gli sfondi digitali fintissimi; ma a cosa servono se non a far vedere Branagh che si arrampica? Bello l’effetto di sdoppiare i volti per personaggi nel vetro per far capire che, wink wink!, fanno il doppio gioco; ma a cosa serve se non a dimostrare che Branagh è (o meglio, si crede) un regista raffinato ed intellettuale?
Al di là dello smaccato narcisismo di questa operazione di narcisismo, rimane la conferma che per svecchiare i personaggi letterari, il cinema moderno conosce e implementa solo una via, quella supereroistica appunto; dopo i recenti Sherlock Holmes e Frankenstein, squadra che vince non si cambia. Certo, super-Poirot per me è un’idea gradevole perché mi riporta ai tempi belli descritti sopra; per il resto del pubblico mondiale, non so. Se avete due ore e passa da buttare dietro a un istrione baffuto che saltella in giro e se vi piace l’idea di Johnny Depp che muore male (io sono già a posto così), buttateci un occhio.
DVD-quote:
“Un segone a due mani allo specchio”
Cicciolina Wertmüller, i400calci.com
Primo!
Detto ciò, perchè hai detto chi muore senza scrivere SPOILER?! Dal trailer non lo si capiva!!
Pazienza ormai..
Mi par di capire carino ma niente più..
Mi concentrerò sui soliti Blockbuster Natalizi, vedi Star Wars..
Dal trailer si capisce eccome.
https://www.youtube.com/watch?v=hax5cvqOdUs
Carrellata dei sospettati a 1’02”, Depp è l’unico che manca. 2+2 = la vittima è Johnny Depp.
E comunque la forza del romanzo e della trasposizione cinematografica del 1974 è scoprire chi è stato e perché, non chi è stato ucciso. Sapere in anticipo chi muore non toglie nulla al film.
Infatti ha scritto anche quello…
Chi. Cosa. Quando.
Non rispondo per non fare spoiler a mia volta, ma nella recensione è contenuta – in termini abbastanza espliciti – la risoluzione del caso.
Onestamente se ne poteva fare a meno.
@John Who?
Ho capito a quale passo della recensione fai riferimento. Ma è il solito discorso spoiler si / spoiler no che si fa sui film usciti X (dove X = tanti) anni prima e sui loro remake. E in questo caso c’è anche un romanzo (del 1934) di mezzo…
Non credo che la tutela ad oltranza della sensibilità di chi ha vissuto su Plutone fino a ieri debba venire prima di una recensione che dimostra quantomeno che l’autore sa di cosa sta parlando.
Come hai scritto giustamente tu, “la forza del romanzo e della trasposizione cinematografica del 1974 è scoprire chi è stato e perché”.
Siccome la recensione dice prima chi è stato e perché, direi che pregiudica abbastanza la visione. Vero che si tratta di un romanzo vecchio, altrettanto vero che se a un giallo classico togli assassino e movente, ti resta un film su Kenneth Branagh coi baffoni.
Suppongo che tu abbia letto il romanzo e/o visto il film originale (io ho visto il film originale).
Perché una frase, quoto dalla recensione…
“[…] bensì una congiura di dodici personaggi alle prese con un lutto che richiede altro sangue per essere superato. Mette in campo temi alti, il concetto di giustizia privata contro giustizia istituzionale, responsabilità individuale, colpa, espiazione […]
… se tu fossi COMPLETAMENTE vergine di film e libro (ergo: residenza su Plutone o pianetoidi similari), significherebbe poco o nulla, se non che tutti i personaggi hanno un ruolo e una interconnessione di qualche tipo tra loro nel vagone. E sarebbe strano se non fosse così.
ma dai su..è l’orient express. storia trita e ritrita e conosciuta.
lamentarsi di spoiler è come lamentarsi di venire a sapere che king kong muore cadendo dal grattacielo o che in passion di mel gibson cristo muore in croce… :D
Io sto con John Who?.
Quel paragrafo non serve a niente, nella recensione, e credo che l’unico motivo per cui un giallo del 1934 finisca al cinema nel 2017 è che si punti a farlo guardare da chi non ha letto il libro nè visto la versione precedente.
Mia madre ha letto TUTTO di AC e si spara di fisso i Poirot in TV, ma al cinema a vedere questo non ci va.
Se la rivelazione su Deep e la forte indicazione sul finale fossero utili a portare avanti un qualche tipo di ragionamento o concetto potrei pure capire, ma stanno alla recensione come il supercast al film.
raga vi prego ripigliatevi
è assassinio sull’orient express, ma davvero non conoscevate la trama?
nel senso che non solo non avete letto il libro (ci sta), ma non avete visto nessuno dei trecento film che ne sono stati tratti, le copie spudorate, le citazioni, le parodie, i riassunti, le riduzioni a fumetti, la versione coi personaggi di Topolino..?
un conto è a spoilerfobia (che comunque vi sta facendo fare delle figure non proprio stellari) ma non è che adesso il ruolo di un recensore è fare da babysitter a chi non è andato a scuola o ha vissuto 30 anni sotto una roccia senza televisore
next on i 400 calci:
“magari potevate segnalare lo spoiler, prima di dire che adamo morde la mela!!1”
Massì dai, litighiamo.
Se tu sapessi leggere, capiresti che il punto espresso poco sopra è di critica alla recensione e non ha nulla a che vedere col fatto che io, tu o chiunque altro sappia o meno come va a finire Assassinio sull’Orient Express.
Volendo continuare a spaccare il cazzo, perchè oggi mi va così, qui sopra è partito un circo perchè qualcuno ha citato la presenza di un certo PAPERO dopo i credit di un certo film, che mi sembra tutto sommato meno grave che indicare l’assassino in un cazzo di giallo di merda in cui la cosa interessante è solo ed esclusivamente CHI ha dato le stramaledette coltellate (nel caso specifico sorpattutto).
Io non lo so su 100 persone in sala, quante siano andate a vederlo dicendosi “massì dai, riguardiamo l’ennesima versione di sta storia” e quante invece abbiano detto “Toh, rifanno sto giallo che per una cosa o per l’altra non ho mai visto/letto. Vediamo com’è.”.
Magari il rapporto non è 50:50, ma manco 100:0.
Te lo ripeto piano, che magari ti arriva: dire chi è l’assassino è uno spoiler. Fosse a supporto di una tesi interessante o comunque un pilastro che serve alla recensione per stare in piedi e portare alla luce concetti e riflessioni potremmo discutere sul gioco e la candela. Potrei anche dirti “ok, valeva la pena farlo”. In questo caso, se togli quelle due informazioni, il pezzo sta in piedi paro paro. Quindi non vedo perchè metterle.
@El Mariachi, Manq e John Who, ma ci siete o ci fate? io ho detto chi e’ la VITTIMA, non chi e’ il COLPEVOLE. E se per voi il fatto che ci sia un assassinio in un film che si chiama “Assassinio sull’ O.E.” e’ uno spoiler, davvero non prendo responsabilita’.
Non tanto per la vittima (Johnny Depp trucidato è un indubbio selling point per noi lettori calcisti) anche se a modo suo anche capire “chi è” e perché la vittima muore è un colpo di scena piuttosto grosso – che Lumet buttava un po’ via.
Ma fare riferimento alla “congiura di dodici personaggi alle prese con un lutto” anche a me sembra inutile. Pure i trailer parlavano di dodici sospettati, quindi…
[Detto questo, parlare nel 2017 di giallo a sorpresa (e quindi di spoiler) per Orient Express mi sembra un tantino surreale]
Io ci sono, perdonami.
@avdf
“king kong muore cadendo dal grattacielo o che in passion di mel gibson cristo muore in croce”
No e No.
@Cicciolina
“Omicidio Sull’Orient Express non è il solito delitto motivato da soldi e/o sesso […] bensì una CONGIURA di DODICI personaggi alle prese con un LUTTO che richiede ALTRO SANGUE per essere superato”.
Mettiamola così: se Poirot avesse letto la tua recensione, il film sarebbe finito molto prima…
@John Who?
Vediamo se ora arriva. Mi sono risparmiato i soldi del biglietto del cinema, ma d’altra parte colpa mia, sono un povero stronzo che non conosce a memoria tutti i libri di Agatha Christie. Seguono bestemmie a piacere.
Cicciolina su, fai la brava… Libro mai letto, mentre il film di Lumet l’avrò visto con mia nonna 9 anni. Sto con Manq e co.
Cicciolina Wertmuller Presidentessa della Repubblica Mondiale subito (è sufficiente l’episodio formativo dell’infanzia per conquistarmi, come se non ci fossero già decine di recensioni per eleggerti. Anzi, acclamarti)
Io avevo visto mezzo trailer molto tempo fa ed ero convinto che Depp fosse Poirot!!! Peccato e’ cosi’ bravo con gli accenti…
E imBece il film di Lumet era interessante, eccome (checcazzo!).
Digressione Glam: pensate anche Voi che Branagh (che è stato un grande Wallander) abbia lanciato Hiddleston (che di Wallander era l’inutile aiutante) nel primo Thor, previa sostituzione degli orridi riccioli color topo con la chioma corvina (e posticcia) di Loki motivato da, quantomeno, un focoso bromance?
Film a tratti noioso.
Mi accodo agli applausi per la storiella formativa. Però Sherlock Holmes ha sempre avuto un lato alla Bond fin dai racconti originali, il vero investigatore sedentario era proprio Poirot, quindi questo trattamento supereroistico mi sembra molto più posticcio e – per quanto sia curioso di vedere il risultato – non so quanto possa essere convincente. Da quello che scrivi, molto poco.
che confezione ultra-patinata oh. Gli mettevi 2 slow-mo e lo poteva girare guy ritchie, ci sono pure i nomi dei personaggi in sovraimpressione. Almeno veniva fuori un film grezzo e divertente
dai ma che baffi ha branagh? ha ragione Marlon cazzo fai johnny depp che sembra poirot e invece branagh che sembra boh, giolitti.
prossimo franchise con trattamento supereroistico: giolitti, the movie. Fotografia patinata, slow mo di richieste di silenzio in aula, la lotta contro il trasformismo con time lapse, scontri dialettici con d’annunzio con sotto lens flare da buttare
La risposta italica a pride and prejudice and zombies? Giolitti the movie mi ha ucciso!
Giolitti: The Movie mi ha rimesso a posto la giornata
@Steven uno-due su Giolitti da lol
Torna su twitter Steven, mi manchi. <3
Esiste una serie di romanzi con Aristotele detective, Giolitti lo si fa in cinque minuti. Approvo.
Gay
Io per anno ho avuto in cantiere l’idea per un Sandro Pertini zombie smasher
L’ho visto Sabato sera con un amico subito dopo La Signora dello Zoo di Berlino.
L’ieda era che il primo potesse essere un po’ un mattone e quindi avesse bisogno di qualcosa di divertente per essere digerito ed essere ben disposti al paninazzo con mascarpone all’una di notte.
E invece…
Questo film é imbarazzante, nel senso che mi vergogno come un truffato nell’ammettere di aver pure pagato per vederlo.
E la sala era pure PIENA!
Con la gente che si divertiva!
…
VE LO MERITATE ALBERTO SORDI!
“Battesimo” con Agatha Christie pure io, e proprio il film di Lumet visto in tenerissima età mi fece appassionare al cinema di morti ammazzati.
Visto ieri sera. Boh, perché fare un remake/reboot se poi l’originale rimane sopra di un bel po’?
L’unica cosa che salvo veramente è la performance di Branagh e il suo lavoro col personaggio, che mi é piaciuto, ma per il resto è un film abbastanza ignobile dagli esterni fintissimi fino a quei due tre momenti action buttati lì e che non c’entrano nulla.
Peccato perché questo romanzo era IL GIALLO per eccellenza e si prestava benissimo ad un adattamento in grado di toccare anche temi profondi, che tanto chi ha ammazzato chi lo sanno anche i muri: alla fine invece tutto scorre via come se nulla fosse e l’unica cosa che ti ricordi è Branagh.
Doveva(no) valorizzare i personaggi e i loro drammi in un crescendo continuo fino alla soluzione del mistero e invece sono tutti macchiette (più vergognoso di tutti il conte Andrenj) e in più l’indagine è gestita malissimo ovviamente per motivi di durata: dopo pochi minuti iniziano già a sgamare i collegamenti, che gusto c’è?
Di recente mi sono rivisto Assassinio sul Nilo, che sarà il prossimo remake, e contrariamente ad ogni previsione mi è ri-piaciuto come quando lo vidi la prima volta da piccolo
PS: che poi è vero che nemmeno il film di Lumet era tutto sto capolavoro, ma quanto caspita era bella e cupa la scena dell’arrivo alla stazione e della partenza del treno?
Non si poteva fare a meno di pensare che qualcuno sarebbe morto malissimo di lì a poco, nonostante non accada sostanzialmente nulla.
E ci sono tantissime altre scene che rendono molto di più: quella del metodo della cappelliera, la risata di Poirot al ritrovamento del kimono in valigia ecc.
Proprio tutto un altro modo di girare e di mettere in scena
Non si poteva fare a meno di pensarlo perché nei titoli di testa c’era scritto “Assassinio”, dai :P
No!? Branagh che si fa pagare per fare un film che è un enorme segone allo specchio (urlando: “Ho fatto Shakespeare al cinemaaaaaaahh!!”, peraltro)?!
Non me lo aspettavo… giuro, non me lo aspettavo…
non riesco a dire niente riguardo a questo film perché se mi ci metto mi torna in mente la scena del conte che stende il fotorgrafo con un numero alla scott adkins dei bei tempi
Purtroppo la rece conferma tutti i timori che da Christofilo avevo prima del film. Confezione bella, Poirot da buttare via. A parte Lumet (che fece una cartolina), la versione con Molina (che è dignitosa ma puzza di sfiga generale) a vincere è ancora quella del 2011 con Suchet che nel finale qualche tocco dostoevkjiano ce l’ha sul serio.
Avevo sperato in un revival pensato e intelligente come quello dello Sherlock di Moffat/Cumberbatch (bellissimo, finale escluso) ma temo siamo più in zona Sherlock di Guy Ritchie. Però, come diceva Li Dong An, Sherlock qualche scena d’azione l’ha sempre avuta (per tutte, la corsa tra motoscafi nel segno dei 4), mentre mettere l’action in Poirot mi sembra una stronzata.
Note sparse:
Richard Widmark (Lumet), Toby Jones (Suchet), Johnny Depp (Branagh).
Mai capito perché per fare il personaggio con meno screentime prendono sempre un attore di rilievo.
#TeamMissMarple
Perché sarebbe colpo di genio mettere la Cruz a fare la bigotta? …ah, “Cruz” > “Croce” > Missionaria?
@Cicciolina, cerca assolutamente “Chi ha ucciso Roger Ackroyd?” di Pierre Bayard, lo adorerai.
Un compitino svogliato ma tutto sommato sufficiente.
Qualche cosa a caso. Il fatto che la storia sia incentrata su Poirot e poco sui sospettati è elemento che caratterizza anche il libro. Cos’altro sono, i dodici, se non un insieme di “ruoli” ambulanti che raccontano cazzate da sbugiardare? Dove mai, nell’opera della Christie, si fa riferimento al loro background (proponimento impossibile, per ovvie ragioni), o gli si concede più spazio del mero botta e risposta che caratterizzano i colloqui-interrogatori condotti dal detective baffuto- il quale era ed è l’assoluto protagonista della storia-?
Semmai si può discutere sulla caratterizzazione branaghesca di quest’ultimo, baffoni a parte lontana anni luce da quella dei romanzi, che descrivono Poirot come un ometto basso, buffo e con la testa ad uovo.
Un punto su cui ho trovato molto da ridire è la gestione della soluzione del caso. Laddove nel libro la spiegazione era graduale e faceva emergere solo alla fine il colpo di scena (implicitamente svelato nella recensione, si, complimenti), nel film Poirot fa capire subito chi è il colpevole, e POI spiega il suo ragionamento.
Male, perdio.
Ah, le critiche a Dieci Piccoli Indiani non si possono proprio sentire/leggere. Stiamo parlando di uno dei più grandi gialli di sempre per un mucchio di ottime ragioni. Un libro non a caso preso, ripreso, riadattato rielaborato in un numero a tre zeri di film e cose varie.
“Rielaborato” tra gli altri in Saw :P
D’altra parte anche Dieci piccoli indiani rubava la trama a sua volta.
“L’ospite invisibile”, 1930
https://it.wikipedia.org/wiki/L%27ospite_invisibile
Dieci piccoli indiani fu pubblicato nel 1939.
Uh, non lo sapevo.
Vado completamente (in parte dai) controcorrente hai commenti. Per me il film non è malaccio e da un numero da 1 a 10 io un bel 7 pieno glie lo do volentieri. Lo sappiamo come funziona il cinema nel 2017, dove il pubblico di un certo tipo (quello che paga, diciamolo) è quello che si va a vedere i Marvel o i sequel o tutte quelle cose li che chi usa torrent odia. Ha ragione Cicciolina quando dice che si è cercato di far diventare Poirot un super eroe, con la sua maschera (i baffi volutamente esagerati), la sua arma di ordinanza (il bastone, che usa in ogni modo) e il suo super potere, quelle cellule grigie che lo fanno essere uno di quelli sveglissimi ma pure maniacalissimi, che per loro soffre, si sacrifica, perché sono un po’ la sua fortuna e la sua condanna (ciao Nolan, come stai?). MA alla luce di tutto questo, è davvero un male? Se fatto bene per me non lo è affatto. Infatti tutta quella parte li, di rimodernamento, non è per nulla male e le parti più confuse risultano quelle più classiche, di indagine, dove si arriva ad alcune conclusioni molto più in fretta del dovuto a causa della modalità “non possiamo farli parlare per più di due ore se no la gente si annoia”. E hanno ragione. Il pubblico moderno si annoia. E allora che si fa? si cerca di fare un operazione a metà, di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, sperando che l’equilibrio precario dell’operazione funzioni. Il problema qui è che, appunto, non sempre funziona, ma a dire il vero non è una cosa facilissima da fare. Lo sforzo si vede e l’ho apprezzato. Mentirei se dicessi di non essere curioso di vedere il prossimo, sperando che il tiro venga aggiustato e si possa godere di un film migliore. E’ un modus operandi “produttivo” di fare le cose e, visto il materiale di partenza, Branagh è l’uomo giusto per farlo.
Molto bella la recensione…:) mi hai fatto venir un bel sorriso.
Volevo chiederti secondo te la produzione della Fox risente di The Hateful Eight di Tarantino? Prendila con le pinze non sto dicendo che si sono basato su Tarantino (alla fine i prodotti prendono spunto da Agatha Christie) ma per dcome hanno venduto il trailer e la figura di Poirot (per certi versi sembra John “The Hangman” Ruth con quei baffi).
Tarantino al botteghino non è andato bene complice l’uscita di Disney Wars, invece Kenneth si. Per te è accattivante l’idea che si metta a fare pure il film sul Nilo di Guillermin? Se si chi prenderà il posto di Jane Birkin (ahahahah)?
Cmq quello di Lumet è un classico, ma questo qui nuovo mi è sembrato subito accattivante.
ma anche per voi la perdita della verginità con A. Christie è toccata leggendo Poirot a Styles Court?
Adda (=deve) tornà baffone
Branagh si è così impegnato a diventare un Poirot indimenticabile (nel bene e nel male) che ha dimenticato di drappeggiarsi attorno un film. Spoiler
Spoiler
eeeee
Spoiler
Vogliamo parlare della Gerusalemme rifatta a Malta? Ci sta un prete un rabbino e un imam, chi ha rubato la preziosa reliquia di turno? Vi aiuto. Branagh non è Tarantino. Non avrebbe mai fatto saltare per aria Hitler in un cinema, mai.
Quindi il ladro è il poliziotto che ha deciso di svoltare fregandosene della pace in Medio Oriente, e che ha messo in mezzo Poirot perché con quei baffi sembra un coglione inoffensivo.
Ora che vi sono cadute le braccia non potrete più coprirvi gli occhi e sarete costretti a vedere Branagh far deragliare la storia:
altri spoiler
1) bloccando il treno prima dell’omicidio;
2) facendo arrivare una squadra di soccorso entro l’alba;
3) organizzando futili accoltellamenti che annientano l’alibi dell’estraneo, che già fa pena in sé.
Poi non è mica brutto, anzi, ha anche dei bei momenti, per esempio Johnny Depp muore.
Boh a me alla fine non è dispiaciuto, me lo sono goduto, la cosa che mi ha fatto veramente cascare le palle è il sequel hook alla fine per “Assassinio sul Nilo”… vogliamo fare anche lo “Agatha Christie Dark Universe” adesso?
E comunque il migliore è Willem Dafoe che fa il cosplay di se stesso che fa Pasolini, anche se
[spoiler]una performance così macchiettistica ha il suo perché, dato che la sua è solo una falsa identità[/spoiler]
Ricordo che Branagh pubblicò la sua autobiografia a 27 anni. Che stronzo.
A me, digiunissimo di A.C. e colpevolmente(?) orfano del film di Lumet, questo è piaciuto per la godibilità generale e l’interpretazione totale (anche se per i puristi capisco possa essere totalizzante) del Poirot con baffone a doppia lama così diverso da quello televisivo che si sparava sempre mia madre.
Forse la visione è stata nobilitata anche dalla possibilità di vederlo in una sala vuota per 3/4 (spettacolo delle 19.40 e ciao overbooking) dell’ex circuito Pathè di Torino, con 700 posti e schermo da un triliardo di pollici che secondo me, per un film del genere che è praticamente una piece teatrale, aggiunge parecchia sfiziosità.
Poi non entro nel merito di quanto abbia tradito o meno lo spirito dell’autrice perchè non ne ho i titoli. Ma il super cast ci stava per ciò che è chiesto di dare ai 12 personaggi a livello di sviluppo narrativo, e pure un Poirot diverso perchè minchia, nel 2017 con la testa a uovo il baffo a matita e nano a chi cazzo lo facevano fare, Danny De Vito?
;-)
Comunque, a proposito di segoni a due mani:
Cicciolina, è per caso in cantiere un altro video intellettuale in cui parli di cinema con la camera fissa sulle tettone? Sono un grande fan di quel format e mi piacerebbe tantissimo una riproposizione
Arrivo con “lievissimo” ritardo.
A me hanno dato fastidio le pistole fumanti (l’unica pistola nel romanzo e’ quella, inutilizzata, di Ratchett) con annessi tentativi di ammazzare il detective, e tutte quelle deduzioni uscite dal nulla. Nel romanzo, e nel film di Lumet, ogni deduzione di Poirot era motivata da un gesto, una parola, un particolare. Qui le estrae come conigli dal cilindro.
Non ho poi capito come mai abbiano buttato via tanto screentime per il caso iniziale, che non aggiunge nessun valore ne’ alla trama ne’ al personaggio di Poirot)
Bah. Mi e’ sembrato un film assolutamente inutile.