Red Christmas ha avuto una storia produttiva travagliata.
Quanto travagliata?
Talmente travagliata che ci hanno fatto sopra un documentario.
Ok, forse non vuol dire molto, del resto al mondo esiste persino un documentario su Joaquin Phoenix che racconta a tutti di volersi dare al rap e non ci casca nessuno. A volte si danno per scontate un po’ troppe cose nella vita, tipo che se esiste un documentario su qualcosa allora quel qualcosa dev’essere interessante. Poi capita che Joaquin Phoenix e Casey Affleck, all’apice della pretenziosità mai raggiunto forse da nessun altro al mondo, decidano di trollare la gente e filmarne gli effetti per “far riflettere sul significato di celebrità”, succede puntualmente che non ci casca nessuno e loro dicono “uh… mmm… uuurgh… vabbè ormai lo pubblichiamo lo stesso”. A volte va così.
Il documentario su Red Christmas purtroppo non sono riuscito a recuperarlo, però mi sono informato.
Fondamentalmente è la classica storia del film squattrinato con un autore che ci crede fortissimo ed è disposto a qualsiasi pazzia pur di arrivarci in fondo: aggiungeteci totale mancanza di vergogna, prestiti chiesti ai parenti e pure il fatto che non siamo a Hollywood ma in Australia, e avete il quadro.
O meglio: non ce l’avete, perché non rende davvero l’idea senza sapere che tipo di film voleva fare il nostro nuovo amico Craig Anderson, non proprio l’ultimissimo arrivato visto che vanta un paio di Emmy australiani come attore comico.

Solo amore.
Red Christmas arriva al Frightfest nell’estate 2016. Ve ne avevo già accennato. Per un motivo o l’altro trova distribuzione regolare, principalmente negli USA, solo quest’estate. Esatto: un film ambientato a Natale che esce d’estate. Però almeno va in sala, anche se pochissime.
Red Christmas parla sostanzialmente di una riunione di famiglia.
Non la solita: una famiglia disfunzionale.
Non la solita famiglia disfunzionale: una dove si odiano, una dove c’è rancore seppellito da anni… ma neanche troppo seppellito, proprio bello in vista. Una dove i partecipanti non ci volevano davvero andare per cui regna fortissimo il disagio, condito di tensione che nessuno si sforza più di tanto di tenere sotto controllo. Finalmente una riunione di famiglia vera.
E in questo clima già bello frizzante di suo, si presenta un assassino che provvederà puntualmente a seminare il panico, scatenando problemi che andranno ben aldilà della semplice sopravvivenza.
Per parlare di Red Christmas tocca per forza menzionare quella temutissima cosa chiamata “politicamente corretto”.
Un racconto ha vari modi di affrontare la suddetta questione: può rispettarlo, schivando situazioni spinose per non offendere nessuno o promuovendo attivamente la morale corrente adeguatamente infiocchettata, come gli horror mainstream moderni; può antagonizzarlo, sfidando apertamente le convenzioni attuali, dissacrando, sfregiandole con orgoglio a scopo escapismo “ribelle”, esagerando, come ad esempio Deadpool, o South Park, o i film della Troma.
Oppure può fare come Red Christmas.
Red Christmas decide di buttarsi nel pericolo con atteggiamento totalmente impassibile, come se il problema non esistesse.
Red Christmas tocca volontariamente argomenti delicati – l’aborto, la sindrome di Down, le malattie terminali – ma non lo fa per provocare o per accumulare sgradevolezze a gratis: al contrario, costruisce una storia in cui tutto ciò viene umanizzato e normalizzato, sebbene spesso in maniera brutale, alternando momenti leggeri ad altri drammatici e non privi di sentimento. Al cuore della sua storia c’è una madre che fa i conti con un passato difficile, e Red Christmas – che comunque sa quando punteggiare di humour nero – semplicemente non vuole perdere tempo a indorare la pillola né a lei né allo spettatore.
Red Christmas è uno slasher visibilmente grezzo ed economico, con splendidi momenti splatter a volte purtroppo penalizzati dal budget e un cuore appassionato e incosciente, forse insensibile ma sincero.
Regala dinamiche scomode quanto rinfrescanti e il villain più pazzo dell’anno, ma soprattutto un personaggio difficile e gigantesco a Dee Wallace, la mai dimenticata mamma di Elliott in E.T..
Lei ripaga con un’interpretazione commovente.
Forse ora avete un’idea un po’ più precisa del perché il povero Craig Anderson ha faticato come un ossesso a trovare i finanziamenti.

Le cose importanti
DVD-quote:
“Per tutta la famiglia (NOT)”
Nanni Cobretti, i400Calci.com
P.S.: che bello che è il 2017, eh?
Non avete idea di come sono contento di averlo chiuso con ben due film natalizi insanguinati, uno più bello dell’altro (l’altro che sarebbe Better Watch Out).
Noi andiamo in vacanza, ci vediamo l’anno prossimo!
Ah, e prima che mi dimentico: dovessero mancarvi ancora regali da fare, c’è il Manuale di Cinema da Combattimento e Last Kaijū.
A presto! Menate forte
Anche a te e famiglia
rispettata la tradizione di horror natalizio recensito, molto bene. A volte gira bene (es remake di silent night) a volte male (tipo quella cagata di krampus)
sulle prime mi stavo già annoiando a leggere del documentario: interessante oh, in tizio che chiede soldi ai parenti, che novità. Quando poi si parlava di noie tra parenti, vabbè… Però quando nanni natale riconosce al film onestà e coraggio nelle intenzioni il film vale la visione
Questo e Better Watch Out sono i nuovi classici di Natale! Odio, tensione, sangue splatter e malattie mentali infiocchettati di strenne e lucine.
cmq aĺla voce documentario vip io voto quello du shia labeouf. Che poi non so se ne ha mai fatto uno ma lui ora come ora vive la vita vera come se lo fosse, è tipo una installazione permanente di arte contemporanea qualsiasi cosa voglia dire il suono di queste parole
Complimenti a tutti per il libro, l’ho divorato in tre giorni nonostante avessi già letto tutti gli articoli tranne gli inediti.
La selezione è eccellente e ben rappresentativa; certo ognuno sceglierebbe i “suoi” articoli (tipo, io vorrei un libro a parte solo di Luotto…) ma considerando che bisognava selezionare lo 0,01% del sito più bello dell’internet era difficile fare meglio.
Mi sono quasi commosso (quasi eh, e comunque in maniera maschia e virile) quando ho visto ripescati Pumping Iron di Merenda e The Eagle di Dolores, probabilmente il primo post che abbia mai letto, di cui all’epoca non capii nulla perché era scritto difficile, l’ironia era troppo stratificata e io, giovinetto, non ero abituato; poi a forza di Calci tutti i giorni ho reimparato a leggere. Montessori puppa. Madre di famiglia torna da noi!
Sembra molto interessante, magari lo recupero.
Ciao Nanni, ciao Redazione, ciao avventori, buon nasale
Ma quindi quando era venuto fuori che Casey Affleck e’un mezzo maniaco col vizio di alzare le mani sulle fidanzate mi si stava trollando?
AUGURI E TANTI CALCI A TUTTO IL SITO!!!
SPERIAMO IN UN ANNO NUOVO PIENO DI COMBATTIMENTI…!