Scott Adkins è alto, di bell’aspetto e inglese, cosa che non guasta mai, ma soprattutto è uno dei migliori atleti e artisti marziali di cui il cinema action occidentale disponga al momento. Cintura nera di taekwondo e maestro di kickboxing, pratica con disinvoltura un’altra mezza dozzina di discipline e tira calci volanti che non sfidano semplicemente la forza di gravità, la umiliano. Se fosse stato coetaneo di Van Damme avrebbero cavalcato assieme gli anni 90 come un esercito di unni, invece è nato nello stesso anno di Benedict Cumberbatch e la sua presenza nell’universo delle produzioni ad alto e medio budget si traduce nel fare lo scagnozzo muto #3 del cattivo quando gli va bene.
Questa maledizione da “tizio giusto al momento sbagliato” ha fondamentalmente due effetti sulla carriera di Scott. La prima è che per aumentarsi la street cred ha preso questa abitudine tristissima di mettere in giro voci assolutamente improbabili secondo cui sarebbe in trattative per essere il nuovo Batman o James Bond ogni volta che un nuovo Batman o James Bond sono in lavorazione. La seconda è che a un certo punto ha capito che se voleva fare i film che piacciono a lui, se li doveva fare da solo. Avete capito dove stiamo andando a parare. Sigla!
Accident Man è un fumetto indipendente creato da Pat Mills, quello di 2000 AD e Giudice Dredd, sulle pagine di Toxic! all’inizio degli anni 90. Costantemente in bilico tra la parodia e l’autoparodia, come diventerà un po’ tutto il cinema di genere di lì a qualche anno, è una serie spy/action su un sicario yuppie specializzato in omicidi che sembrino incidenti. Situazioni esagerate, dialoghi sopra le righe, sesso violenza e humor nero tenuti insieme da una vaghissima idea di trama, una roba abbastanza di nicchia da poter dire “probabilmente non ne hai mai sentito parlare” e sentirti un intenditore, ma non esattamente una lettura impegnativa.
Erano anni che Scott Adkins gli faceva il filo, convinto per qualche motivo che quello del protagonista Mike Fallon — narcisista, misogino, classista, politicamente scorretto e abbastanza chiaramente un omosessuale represso — fosse un ruolo perfetto per lui, e alla fine è riuscito a metterci le mani sopra: si è accaparrato i diritti, ha scritto (!) una sceneggiatura, ha prodotto il film e affidato la regia agli amici sodali Jesse V. Johnson e Tim Man. Il risultato è… Meh.
Sono altri i film brutti, eh? Ma sono altri anche i film belli.
Non si può dire che Accident Man sia fatto male, è diretto adeguatamente e la scrittura è, se non altro, grammaticalmente corretta, ma mi venisse un colpo se non è il film d’azione più verboso che abbia mai visto. I personaggi parlano in continuazione e Scott Adkins parla più di chiunque altro, spiegando in maniera pedante ogni singola cosa che succede. Scott si allena? Ci dice perché si sta allenando. Scott guida una moto? Ci dice che modello è e quanto costa. Scott guarda malinconico la foto di una bionda? Ci spiega che la tipa nella foto era la sua ragazza ma ora si sono lasciati. Ogni occasione di stare zitto e lasciare che siano le immagini a parlare è sistematicamente assassinata da quella che Scott crede sia una narrazione da hard boiled, mutuata dal fumetto originale o da un qualsiasi clone pasticcione di Sin City.
Del fumetto originale, comunque, la sceneggiatura conserva poco. Il Mike Fallon di Adkins è sempre un’insopportabile testa di cazzo, un duro che non deve chiedere mai e affronta le proprie emozioni a suon di pugni, ma molto meno poshy di come lo raccontava Mills, e molto più aggiornato ai trend dell’action degli ultimi anni: questo Mike fa parte di una cricca segreta di super-assassini alla John Wick che si riunisce in un bar frequentato da soli mercenari come in Deadpool che vengono introdotti con l’inevitabile fermo immagine + presentazione in voice-over come nel più classico film di Guy Ritchie. Abbiamo il matto con l’accetta, l’esperto di veleni, l’imitatore di Danny DeVito, la coppia di ex soldati (Michael Jai White e Ray Park), la tipa con la katana (Amy Johnston) che riunisce ogni possibile cliché di Kill Bill (raga, Kill Bill ha 15 anni, mi sa che copiarlo è andato in prescrizione e ora bisogna dire che lo si omaggia) e Ray Stevenson nel ruolo di se stesso.
La vita scorre tranquilla, al bar degli assassini, tra una risata, un omicidio e una frase fatta, finché l’ex fidanzata di Mike non muore in circostanze diciamo sospette, Mike nasa che il responsabile potrebbe essere uno dei suoi colleghi e il resto si gira da solo.
O quasi.
Perché dal punto di vista dell’azione, per essere un film su un assassino che deve assassinare un mucchio di altri assassini per vendicare l’assassinio della propria amata, Accident Man lascia pericolosamente a desiderare.
Gli scontri tra Adkins e Jai White (ce ne sono ben due) assomigliano, più che a dei combattimenti, a delle ottime esibizioni dove ogni colpo è un po’ troppo evidentemente accompagnato, ogni calcio manca il bersaglio di diversi centimetri, ogni presa è realizzata perché l’altro lo ha permesso. Tutto eseguito alla perfezione, ma ben lontano da quel realismo, da quella grinta a cui ci eravamo un po’ ingenuamente abituati. Il cameo di Tim Man è imbarazzante, un atleta del suo calibro sprecato per fare la gag umiliante alla Bud Spencer del marzialista super tecnico che si spara mille pose e poi viene steso con uno sganassone — e tutto solo per dare a Scott il pretesto per fare una serie battute alla Deadpool mentre lo affronta (non gli è proprio andata giù aver fatto gli stunt per Deadpool sbagliato, eh?). Per il resto sono scene in cui Scott malmena gente indifesa, schiva qualche colpo e picchia pressoché indisturbato. L’unico momento veramente memorabile è, a sorpresa, quello con Amy Johnston: lei è un’artista marziale e una stuntwoman che non ha bisogno di presentazioni (ma casomai ne aveste bisogno voi, vi basti cercare il suo nome su YouTube) ma, considerando la differenza di stazza tra lei e Scott, mai mi sarei aspettato di vederli “fare sul serio”… E invece si tirano di quelle pizze da fare arrossire il resto del film! Purtroppo è un po’ poco e un po’ tardi e parzialmente rovinato da una serie di scelte narrative che privilegiano la trama e il lavoro degli attori (?!) a discapito dell’unica cosa per cui avevamo pagato il biglietto (figurato: il film esce in dtv): la violenza fine a se stessa. Credo che Accident Man sia il primo film d’azione della storia dove invece del combattimento finale c’è il dialogo finale, in cui gli unici due personaggi rimasti in piedi parlano, si chiariscono, fanno pace e ognuno va per la sua strada con le proprie gambe.
Diciamo sempre che è meglio il film maldestro che ci crede, ci prova e magari fallisce, di quello furbetto che non ci crede e imbocca la strada più semplice, ma al netto delle gran pacche sulle spalle che possiamo dare ad Adkins e Johnson per essersi messi in gioco, Accident Man resta un film mediocre e per buona parte semplicemente noioso che soffre di due grossissimi problemi: quello dell’energumeno complessato, che vuole dimostrare che sotto quella corazza di muscoli batte un cervello da vero artista; e quello del dilettante benintenzionato che non ha la minima idea di come si scriva una storia e nel dubbio ci butta dentro tutto quello che gli viene in mente.
Il cinema action occidentale non sta ancora benissimo, ma se la cava. Ha il suo pubblico, la sua ragione d’essere e di tanto in tanto, negli ultimi anni, ha buttato fuori vere chicche e una manciata di bombe. Non voglio parlare di rinascimento, ma possiamo dire che sta uscendo dal letargo. E in un clima del genere è semplicemente assurdo che nessuno a Hollywood e dintorni sia interessato a ciò che Scott Adkins può mettere sul piatto, al punto da costringerlo a scriversi i film da solo! Dategli delle parti interessanti, tarate sui suoi limiti (mi sta benissimo, per esempio, se decide di non farlo mai più parlare), ma anche sulle sue capacità. Valorizzatelo, dategli per una volta l’occasione di brillare, perché in caso contrario le conseguenze sono davanti agli occhi di tutti: altri film come Accident Man.
DVD-quote:
“Ecco cosa succede a non dare parti decenti a Scott Adkins”
Quantum Tarantino, i400calci.com
Boyka IV rimane quindi il suo apice?
direi di sì
Mah. L’ipotesi di congiura di una Hollywood che non lo valorizza, a questo punto, perde un po’ di credito: sono ormai quasi convinto che Adkins stia programmando la sua carriera per esser considerato un attore (di terza fascia) che è anche un atleta, piuttosto che un atleta (di primissima fascia) che è anche un attore.
beh sì, la questione è un po’ ipersemplificata a uso ridere, però nessuno parla di congiura. per come la vedo io scott è bravissimo a fare una roba che ora, a hollywood, non serve a niente. il problema è che dovrebbe servire, porco cazzo.
poi chiaro che lui, capito che non c’è trippa per gatti, si stia reinventando, ma una cosa non esclude l’altra
Domanda da 10mln di $. Ma un remake di SENZA ESCLUSIONE DI COLPI fatto bene (non come quella cagatona con Ronaldinho e Tyson o quell’altro al femminile con Dolph…) con Adkins e un pugno di artisti marziali ognuno col suo stile, una motivazione che lo spinge a combattere (tip WARRIOR) e a vincere farebbe proprio schifo al cazzo ai capoccia di Hollywood?
Siamo sicuri sicuri che sarebbe un fiasco?
@Quantum
Si, alla fine il mio commento è uscito più serioso di quanto volesse essere.
Il discorso è, ovvio, più ampio. Secondo me dipende anche molto dall’agenzia che lo segue, la BWH, che è abbastanza autorevole da *proporre* i propri attori, anche in produzioni pesanti (Star Wars, American Assassins, Doc Strange….) ma non abbastanza autorevole da *imporre* i propri attori alle produzioni pesanti.
E quando a 41 anni, anche se ne dimostri 10 di meno, l’industria cinematografica di ha ormai inquadrato in: [DTV di nicchia + Comparsa in film mainstream], lì ci rimani, Hollywood o non Hollywood.
Tanto che…….
@L’ozio è il padre dei Virzì
…….. se mai venisse in mente ad una major che i tempi sono maturi (spoiler alert: NO) per un remake / reboot di Bloodsport, e reclutassero Adkins, lo truccherebbero da arabo e gli farebbero fare la parte di Hossein https://www.youtube.com/watch?v=UKjdC8d7Ysc
Fa male leggere queste cose ma purtroppo devo ammettere che è la realtà.. Comunque un intrattenimento dignitoso che sa di già visto. Peccato per la regia dei combattimenti che effettivamente restano plasticosi. Come la faccia di MJWhite.. Che cazzo ha combinato col botox?
Non posso che concordare.
Oltre ad essere volutamente impostato per valorizzare le, ehm, “doti” di attore di Adkins a discapito dei (deludenti) combattimenti, ho anche notato per la prima volta quanto sia invecchiato MJ White, che ne ha pur sempre 50 ma qui pare proprio aver perso quasi del tutto la capacità di menare.
Sorpresa invece Amy Johnson a cui non si può che augurare il meglio per il futuro, anche se rimango convinto che abbiano limitato le altre coreografie per esaltare lei, forse per il discorso parità dei sessi et cetera in cui però non voglio avventurarmi.
Vorrei vedere più spesso Stevenson in giro, la parte in cui incontra e addestra il giovane Accident Man è buona nonchè tutta sorretta sulle sue spalle.
se ci fosse stato un discorso di parità dei sessi alla base del film, sarebbe stato un altro film.
Concordo con la recensione.
Per tutto il film non ho fatto che pensare a due cose: uno, le scintille che avrebbe fatto Ray Stevenson con il Guy Ritchie di 15 anni fa.
Due,Michael J. White sembra abbia sposato la filosofia dell’imbolsimento di Steven Seagal.
Eppure secondo me dando a Guy Ritchie il buon Scott qualcosa ne potrebbe uscire fuori
Ma fategli fare una bella serie tv action su Netflix, così imparano a conoscerlo tutti e si rifà il nome;
Facciamo una petizione.
Firmo col sangue. Ora.
next on Netflix: Scott Adkins viene ingaggiato come protagonista assoluto per una serie… animata, in cui doppierà e basta.
Ma davvero..?
Allora facciamo una petizione per cambiargli agente..
Dovevano metterlo come Iron Fist. Quella era la SUA serie. Invece hanno scelto un biondino qualunque e hanno reso i combattimento da prima elementare tanto la gente non capisce un cazzo e la vede comunque, allora addio Scotty.
eh, ma scott è moro, avrebbero dovuto tingergli i capelli… e sai come ci tiene la Marvel alla naturalezza, capisci che non sarebbe mai stato fattibile
È che invece di prendere un attore cane bravissimo a menare hanno preferito prendere un attore cane incapace di menare. Ci sta.
scott adkins parla e le didascalie lo sconfiggono. Fine
ti stai specializzando in tagline fulminanti o cosa
no mi escono gli slogan ma sono sempre il solito mentecatto
Amy Johnston che è anche, incidentalmente, parecchio bona
cosa da non dare per scontata nel caso di una che per lavoro prende cazzotti in faccia
Ammiratela: https://youtu.be/mgmdHE_ZppA
@quantum infatti la cosa che meraviglia di più è proprio il viso, senza il classico naso deformato da chi si è preso parecchie pizze in da fazza. E comunque molto credibile nelle scene di schiaffi, anche più di parecchi omini grossi e pelosi
Credo di essermi innamorato.
Ottima atleta, ma veramente acerba come attrice. Bel volto, ma ha poca grinta e presenza scenica… Almeno queste erano le mie impressioni dopo aver visto Lady Bloodfight, comunque un discreto film.
Salve, sono Pat mills. Forse vi ricordate di me per fumetti cult come Marshal Law, cacciatore di supereroi!
(che con un budget adeguato potrebbe essere un filmone tra qualche anno, quando il grande pubblico inizierà a essere veramente stanco dei supereroi)
Made che mi hai ricordato.
Le prime serie le adoravo (poi le idee hanno incominciato a scemare e dopo Super Babylon ho mollato).
OT:ora Pat Mills lo associo subito alla serie francese di Requiem, che è la cosa più incredibilmente zarra che abbia mai letto, tipo una copertina dei Manowar a ogni tavola :)
Marshal Law al cinema e’ un sogno bagnato proibito, ma in fondo forse e’ meglio se restera’ un sogno perche’ il mondo (leggi: la Hollywood che fabbrica film per Americani suscettibili e dalle chiappette strette) non sara’ mai pronta per tanta gratuita violenza e scorrettezza politica. Ne farebbero una pigiamata per famiglie, e non riesco a immaginare un affronto peggiore. Gia’ ci stanno provando con Lobo e piango solo al pensiero di cosa faranno all’Uomo.
Più che mediocre lo definirei discreto, alla fine Scottone bello mi ha intrattenuto facile facile per un’ora e quaranta senza neanche pensare di mandare avanti qualche scena… e comunque Ray Stevenson che padre putativo spaccaculi rende alla grandissima.
scusate l’OT gigantesco, ma posso chiedere una mezza ovazione, un buffetto sulla guancia, un levarsi di crodini per Lucy Lawless, Bruce Campbell e tutta la FAMIGLIA di Ash vs Evil Dead?
Hyper per la stagione +666
(dimenticato Sam Raimi, e ovviamente era *hype* :)
sono daccordo con tutto cio’ che ha detto quantum… come cazzo si fa a hollywood a non notare o USARE, anche in qualche parte da villain principale, uno col talento di ADKINS!!!!??? SONO COSE CHE MI HANNO SEMPRE FATTO INCAZZARE…! speriamo almeno che, anche se in serie b, Adkins continui a fare film come Boyka o simili ! ODIO IL TALENTO SPRECATO! Specialmente se è nelle arti marziali!
Quando vedi una merda computerizzata come black panther, nel volerlo realizzare, invece del computer non preferiscono Adkins in tutina come controfigura dell’eroe e poi il film incassa LETTERALMENTE la madonna, nonostante sia un cartone animato senza un briciolo di gusto per le coreografie… allora comprendi quanto Scott non conti un emerito cazzo in confronto ad un pc che costa meno.
oh, a me è piaciuto *anche* black panther
sono matto a sognare un mondo in cui possano esistere entrambi i tipi di film?
no non sei matto, forse come gusti non sei coerente. se ti piacciono adkins, jackie chan, donnie yen etc.. quella roba fatta al computer non può catturarti; fosse fatta bene poi potrei anche capire. ti abbuono solo captain america: winter soldier
posto che winter soldier bombetta e fights garbati (quindi no alla severità della rece), la questione è molto semplice: non ha senso decontestualizzare e paragonare in assoluto i valori atletici e coreografici di un qualsiasi prodotto MCU con quelli espressi da film che alla fine sono showreel di atletissimi ma attori cani (che tra l’altro si rovinano la street credibity mendicando un piatto di ceci o sputtanandosi sui social). Marvel è da sempre questo: fazze di bravi ragazzi, pompati dal training pre film, soccorsi dalla cgi e dal montaggio (nonna di statham docet). Un prodotto a cui non interessa ricercare la bellezza del gesto atletico reale per quei 10 min che serve ma a cui interessa vendere il pigiama, la tazza, le figurine etc
Visto ieri sera. Si lascia vedere ma è troppo blando…
non era ancora stato detto ma c’è pure un cameo (misero e tristissimo) di Martyn Ford!
Perché è piccolo, non lo si nota