Scott Adkins.
Sfido chiunque a guardarlo in Undisputed 2 e, come è successo a me, non provare esattamente gli stessi brividi che avevo provato la prima volta che avevo visto Van Damme in Senza esclusione di colpi e Kickboxer.
Un ruolo incazzato e colpi atletici che sfidavano qualsiasi cosa che fino a un istante prima ritenessi umanamente possibile: un cult instantaneo che ha provocato altri due sequel incentrati su di lui.
Una carriera in costante suspense, dovuta al fatto di essere l’uomo giusto in un momento forse non giustissimo, quando Hollywood ha perso il gusto per gli eroi veri e imparato a rimediare con montaggio, inquadrature strette, shaky cam e un gran mucchio di CGI. Una carriera in cui il nostro le ha provate tutte pur di ottenere il trono che gli spetta, girando almeno tre film all’anno tra Inghilterra, Cina e Hollywood e lavorando con tutti i più grandi in Expendables 2, e che nonostante i bastoni fra le ruote ci ha regalato momenti memorabili come la serie Ninja o Universal Soldier: Day of Reckoning fino al recente Eliminators.
Su i400Calci abbiamo coperto tutto da quando lo scovammo a sostituire Ryan Reynolds nel ruolo di Weapon XI nel combattimento finale di X-Men Origins: Wolverine, ed è praticamente da allora che ci sarebbe piaciuto scambiare due chiacchere con lui.
L’occasione: una proiezione deluxe di Accident Man a Birmingham, vicino alla sua città natale (Sutton Coldfield), organizzata dal Fighting Spirit Film Festival e rimpolpata da proiezioni di cortometraggi di arti marziali e un Q&A.
Una cosa fighissima a cui purtroppo non sono riuscito a partecipare, ma grazie alla quale sono riuscito almeno ad organizzare una telefonatina con il grandissimo e gentilissimo Scott.
Com’è andata la serata?
È stato bello guardarlo insieme al pubblico perché non avevo ancora avuto la possibilità di farlo. È bello sentire la loro reazione, le risate alle gag, vedere cosa funziona e cosa non funziona… È stata una bella esperienza, è bello per un filmmaker vedere come il pubblico reagisce ai tuoi film.
Hai dichiarato che Accident Man è per te il classico progetto della vita. Come hai scoperto il fumetto?
Per pura coincidenza, onestamente. Ero in edicola e stavo sfogliando i fumetti, c’era anche Toxic! che è questa rivista mensile che contiene diverse storie, e Accident Man era una di quelle. Me la sono letta sul bus mentre tornavo a casa, l’ho amata subito e l’ho conservata per tutti questi anni. A un certo punto il mio cane l’ha rovinata ma l’ho rimessa insieme. Ho sempre pensato che sarebbe potuta diventare un bel film, e che qualcuno avrebbe dovuto farlo, poi appena sono entrato nel giro ho pensato che io avrei potuto esserlo. Pensavo che qualcun altro mi avrebbe anticipato, ma non è successo, e allora ho pensato “ok, vediamo se i diritti sono in vendita” e l’ho opzionato. Ho quindi iniziato a scriverlo insieme a Stu Small, il mio migliore amico dai tempi della scuola, e alla fine l’abbiamo proposto alle persone giuste. Appena ci hanno detto “ok facciamolo” è andato tutto abbastanza liscio e veloce onestamente. Ma insomma, se qualcuno mi avesse detto “hai 30 milioni, puoi fare qualsiasi film desideri, quale fai?” io avrei risposto “Accident Man”.
Come hai trovato il processo di scrittura? È qualcosa che ti vedi a fare di nuovo in futuro?
L’ho scritto io perché non volevo pagare uno sceneggiatore, onestamente. Per un sacco di tempo ho pensato che per fare il film avrei dovuto investirci i miei soldi, e allora ho preso il fumetto e ho iniziato a tradurmelo in script da solo, inizialmente in una bozza di 45 pagine. Poi ho contattato Stu, ci abbiamo lavorato e l’abbiamo allungato. Ogni tanto pensavo “prima o poi dovremo contattare uno sceneggiatore di professione”, perché anche per Stu era ufficialmente la prima esperienza, ma alla fine non ne abbiamo avuto bisogno. Comunque è stata una bella esperienza, ho imparato molto, e ho imparato ancora di più di recente, quando il film è uscito. Sono stato molto più critico. Penso che una volta che il film è montato idealmente si debba lasciarlo li’ per qualche mese, per digerirlo con calma, e poi riprenderlo in mano ed eventualmente prendere altre decisioni. Ora ad esempio lo snellirei, di almeno 10 minuti.
Trovo comunque che in generale il processo sia un po’ troppo laborioso onestamente. Ho bisogno di qualcuno come Stu che butti giù un po’ di roba, e che poi me la faccia vedere, e allora a quel punto prendo qualche decisione o ne propongo di altre, e poi magari mi scrivo un po’ di dialoghi da solo. Ma fissare il foglio vuoto è difficile per me, è frustrante. Per Accident Man comunque ho fatto un po’ di più che semplicemente buttare lì qualche idea: ovviamente all’inizio c’è il lavoro degli scrittori del fumetto originale, poi Stu ha scritto la maggior parte dello script, ma direi che tra me e lui la proporzione era circa 70/30.
Hai dichiarato che di Accident Man ti piace il fatto che lui sia praticamente un villain, in quanto è uno a cui uccidere piace, ma che si può comunque tifare per lui nel momento in cui i veri villain sono ancora più cattivi. Ovviamente è un discorso interessante perché questo lo avvicina a Boyka. E mi piace il fatto che nella saga di Undisputed si nota che ci tieni a curare il personaggio come si deve, svilupparlo da un film all’altro, mandare avanti la sua storia. Hai avuto per caso la possibilità di dare input già dal primo film in cui appare, Undisputed 2?
Non la prima volta, lo script era fatto e mi è stata semplicemente assegnata la parte. Principalmente volevamo che Boyka fosse un cattivo sgradevole, non volevamo che piacesse al pubblico. Ma quello che abbiamo fatto è stato dargli un senso dell’onore. Sia io che il regista siamo artisti marziali e non volevamo che quel lato del personaggio venisse gettato alle ortiche, volevamo che avesse senso dell’onore e che fosse un vero artista marziale, che alla fine voleva solo sconfiggere Chambers in uno scontro onesto, alla pari. Poi nel terzo e nel quarto capitolo sì, ho avuto modo di dire la mia. Non avevo l’ultima parola, alcune mie idee sono state ascoltate e altre no, ma ho sicuramente avuto la possibilità di metterci del mio.
Quanto tempo serve normalmente per creare una buona sequenza di combattimento? Diciamo tipo il combattimento finale in un film alla Undisputed?
Beh, idealmente sempre un po’ di tempo in più. Non abbiamo mai abbastanza tempo. Mi piace usare The Raid come esempio in quanto sono un grandissimo fan, e loro per il combattimento finale ci hanno messo otto giorni. Per il combattimento finale in Undisputed 3 ci abbiamo messo quattro giorni. Per quello in Ninja 2 tre giorni. Credo che Jackie Chan per i suoi impieghi tre mesi… o così mi dicono. Per cui sì, vorresti sempre avere più tempo, non ne hai mai abbastanza. Quello che succede normalmente è che se riusciamo ad avere i lottatori presenti facciamo diverse prove. Magari mi prendo un paio di settimane insieme ai coreografi mentre ancora ci stanno lavorando, poi un’altra settimana per provare la coreografia definitiva, poi la maggior parte delle volte hai due giorni per girarla e buona lì. La media è di due giorni per un combattimento fatto bene: se ne hai tre sei fortunato. Su Accident Man sono produttore per cui sono riuscito a organizzarli come volevo io, e ho ottenuto quattro giorni per il combattimento contro Ray Park e Michael Jai White, e tre per quello con Amy Johnston. Ma ho dovuto litigare un po’… “non ti serve tutto quel tempo” “e invece sì, cazzo”… abbiamo trovato il modo di farlo.
Hai girato film in Inghilterra, a Hollywood e in Cina. Hai notato qualche differenza particolare?
Alla fine onestamente si riduce tutto alle stesse cose. Non c’è una gran differenza, che ci sia un budget alto o basso, o in che paese sei. Forse c’è un po’ di differenza in Cina. Tendono a presentarsi sul set con un’idea di quello che vogliono girare, poi il modo lo improvvisano un po’ sul posto, sperimentano un po’. E in Inghilterra c’è questa usanza, un codice da gentleman, “Sissignore” “Assolutamente, signore” “Così si fa, signore” che mi diverte. Ma il resto è più o meno lo stesso.
Una cosa che dico spesso è che purtroppo non siamo più nell’epoca di Van Damme in cui, se sfondavi nel mercato homevideo, Hollywood non aveva problemi a testarti subito con una chance da protagonista. Oggi, e il tuo caso purtroppo lo conferma, la strada sembra essere sbarrata. Che idea ti sei fatto al riguardo?
Penso che negli anni ‘80 ci fossero molte star di arti marziali e film di arti marziali, mentre oggi hai molti film con arti marziali. Sono nascoste in roba tipo i film di Bourne, o quelli dei supereroi. Per cui forse in realtà non ci sono mai state più arti marziali di così, tranne che le metti in tutti questi film di diverso tipo e poi riesci a girarle in modo da far sembrare che il tuo protagonista le stia davvero facendo. Per cui sì, son tempi diversi. È frustrante per me, sento che non mi viene data la chance che merito, ma può essere per colpa mia perché faccio troppi film low budget. Ai produttori di Hollywood non piace.
È questo che pensi sia successo quando hai fatto il provino per Batman?
Guarda, la parte l’hanno data a Ben Affleck perché è un grande attore. Ha vinto degli Oscar, è un ottimo regista, è intelligente, è famoso, è adatto al ruolo. Io invece sono quello che ha fatto i film sui ninja. I produttori dicono “eh, i film sui ninja…” e io dico “ma Batman è un ninja, razza di imbecille”… Ma niente, mi guardano il curriculum, dicono “troppi film low budget”, e fa parte del business. La cosa frustrante per me è che c’è roba che io faccio in tre o quattro settimane che molta di quella gente non riuscirebbe a fare in sei mesi. Ma loro non la vedono da quel punto di vista. Loro dicono “è uno da film low budget, lascia perdere”. È frustrante.
Chi pensi che sia oggi il miglior artista marziale in circolazione al cinema? Quando l’ho chiesto a Jason Statham lui ha fatto il nome di Tony Jaa e il tuo…
Jason ha fatto il mio nome? Molto carino da parte sua, grazie Jason! Onestamente penso che dirò Donnie Yen. È il veterano del mucchio ma ancora fa roba incredibile, e ovviamente ha un sacco di conoscenza ed esperienza, ha fatto un sacco di film. Mi ha ispirato moltissimo il suo lavoro in Flashpoint. Jackie Chan e Jet Li ormai hanno superato il loro periodo migliore, per cui dico Donnie Yen.
Hai detto in passato di preferire un film con le arti marziali piuttosto che un film di arti marziali, per cui immagino che se dovessi scegliere preferiresti fare un altro Accident Man piuttosto che un altro Undisputed. Mi chiedo quindi qual è il tuo film e la tua performance preferita nella tua carriera?
Devo dire Accident Man, perché è un’idea mia. È il film di Scott Adkins per eccellenza. Ovviamente ho anche Boyka nel cuore, ma Accident Man è mio, è quello che ho sempre voluto fare. Ci ho messo più arti marziali possibile, ce ne avrei messe di più se avessimo avuto tempo, ma tocca fare con quello che si ha. Mi sorprende però di aver fatto una dichiarazione simile, amo i film di arti marziali ben fatti, il problema al massimo è che le idee al riguardo tendono ad essere limitate. Trovassi una buona idea per un film di arti marziali puro lo farei assolutamente.
Nella tua carriera hai anche provato ruoli non action, come in Zero Dark Thirty. È qualcosa che cerchi ancora attivamente?
Guarda, no, mi è capitato di fare cose diverse… Il mio primo ingaggio fu per un film di arti marziali, il mio secondo ingaggio fu per un ruolo non action, in una soap opera inglese. Mi considero un attore, ma amo le arti marziali e i film d’azione. Ogni volta che ho fatto qualcosa di diverso era sempre per me un modo per dimostrare alla gente “hey, guardate, lo so fare” e accumulare più esperienza possibile. Ma nello stesso momento so perfettamente perché piaccio al pubblico: è perché sono una star d’azione. E non li voglio deludere. Occasionalmente proverò qualcosa di diverso, ma tornerò sempre a quello che sostanzialmente sono, ovvero un uomo d’azione. Non sono così stupido da pensare di poter diventare Benedict Cumberbatch. Ho sempre voluto essere un eroe d’azione, è quello che sono ed è quello che sarò.
Dove ti vedi in futuro? In Cina sembrano essere più aperti agli eroi d’azione del tuo genere rispetto a Hollywood…
Mi vedo decisamente a fare più film in Cina, e il mio prossimo film sarà là, ma non posso dire ancora nulla tranne che dovrebbe essere grosso…
Grandissimo Scott, grandissimi tutti voi con queste stupende interviste…ma lo sapete quale rece stiamo aspettando con la bava alla bocca vero????
no, è da quando è nato il sito che aspettavamo questo post. Di quei film ne esce uno all’anno
@Bubbola: Sei serio?
Intende sicuramente Triple Threat. Ma c’è da portare pazienza, non è ancora uscito.
Grande, cazzo!
Grande e massima stima.
Dategli una soddisfazione santo cielo! Anche qui sui 400calci è stato tradito nei Sylvester 2018 : (
:”(
Io spero che almeno abbia tutta la f**a che si merita.
Quando mi riguarderò “Undisputed #” empatizzerò ancora di più.
Grande Sig. Nanni, grazie per l’intervista, ma volevo sapere, tra due del Vostro calibro, dopo un intervista del genere, come Vi siete salutati?
Del tipo “It’s ok man, keep it up”, oppure “Kick ’em all!” o ancora “Walk on home boy!”… ;)
Credo che ormai siate in confidenza, no?
Bellissima intervista, resa grandiosa dalla spiazzante onestà intellettuale di Scott. “Ho sempre voluto essere un eroe d’azione, è quello che sono ed è quello che sarò” se avessi le palle me lo farei tatuare.
sincero sincero? uno dei momenti più alti del sito. A conti fatti sono stati intervistati tutti o quasi i più grandi. Ne vien fuori un ritratto sincero e bello di un ragazzone anche ingenuone cresciuto a pane e schiaffi che però è consapevole che gli schiaffi non bastano a magnare e talvolta deve grattare il pane altrove. Uno che si definisce “artista marziale” e lo è davvero. Non un interprete o un atleta perché al suo livello siamo davvero allo stato dell’arte. C’è tanto contrasto in sto tizio: convinzione ma anche umiltà, non è il classico sboro sembra quasi sempliciotto quando tira fuori i suoi limiti (signori quando dice che gli vengono i vortici e le vertigini davanti al foglio bianco ho riso parecchio figurandomelo tutto ingrugnito per una cosa che non può risolvere a cartoni in faccia)
C’è pure la frustrazione nelle sue parole ma la grinta di chi cmq si dà da fare nonostante sia consapevole dei suoi limiti. Scottie oggi io ti perdono tutto: dall’elemosina al rosicare, fino alla pretenziosità del passato. Scottie vero uomo, combattuto e tormentato, forse l’ultimo artista marziale occidentale. Alla fine, un uomo malinconico consapevole che il suo tempo non è questo.
Chapeau nanni
Volevo fare i complimenti a mia volta ma non saprei trovare parole migliori di quelle di Senegal.
Non so se/quanto la traduzione lo abbia ingentilito ulteriormente ma veramente bellissimo leggere risposte così oneste e allo stesso tempo pensate, porte con un garbo d’altri tempi. Non si vorrà più bene allo Scott marzialista (più di così sarebbe impossibile) ma da oggi a Mr.Adkins molto, molto di più.
Quoto in tutto e per tutto Steven.
Momento memorabile, intervista quasi commovente.
Bravi tutti!
Meglio Re all’Inferno che schiavo in paradiso, Scott.
Non so perchè ma ho un deja vù di Darksiders
Io la ricordo detta da Willem Dafoe in Animal Factory, ma è a sua volta una citazione di Milton.
<3 <3 <3
mitico. ma il film qualcuno lo ha visto??
Si e quello con Danny Trejo e William Dafoe in prigione che alla fine fanno scappare il rachitico William Furlong e son sbaglio e tratto da Edward Bunker o fa una particina.
Purtroppo Scott a la faccia più adatta a fare il cattivo e poco carisma ma un’atleta fenomenale
E’ un bravo figliolo. Non sono così appassionato di film di arti marziali, ma lui mi sta simpatico.
Ma il film mi.pare lo stroncaste xk c erano troooppi dialoghi e poche botte.
Grande intervista per un grande artista marziale troppo sottovalutato al cinema.. Avesse un po più di carisma magari la scarsa recitazione non sarebbe così evidente! Chapeau per l’intervista e tiratina d’orecchie per la recensione di accident man :siete stati troppo severi nel giudizio!
l’ho ri-letta altre 2 volte e visto che c’ero mi son pure guardato il video dei best moments.
Per me vince lo scambio a 0:51 quando quello gli sta tirando un destro terrificante e scottie dà una testata al pugno
partecipate al contest, bambini
Ogni volta che fa un calcio rotante saltato, atterra di schiena e si rialza con un colpo di reni. Lo facessi io mi fracasserei schiena e spalle, lui invece un bel kip-up e alé continuiamo a massacrarci di botte
A parte ovviamente i vari grandiosi calci in aria terra doppi o tripli a me piacciono molto anche le varie schivate che si spara con una scioltezza incredibile
Le gomitate “difensive” al quadricipite dell’avversario non si vedono spesso
“Ma Batman è un Ninja cazzo” “Quello che faccio io in poche settimane loro non lo farebbero in 6 mesi ” CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP CLAP ,in pratica il pensiero di noi fancalcisti espresso da un signor atleta che meriterebbe tanto di più,Adkins uno di noi.
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Solo applausi
Mi dispiace per lui, ma è nato con 30 anni di ritardo.
Se quest’uomo fosse nato un mese prima di Van Damme oggi sarebbe ricordato come il più grande artista e attore marziale di sempre forevver.
Grande Scott Adkins
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