Mi fa sinceramente un po’ impressione essere qui, ancora una volta, a scrivere della serie Tremors. Lo dico per i novizi, quelli arrivati qui da poco o per i distratti: tempo addietro ci siamo dati da fare con la rubrica Mostrologia, all’interno della quale abbiamo svolto delle approfondite ricerche sui più famosi mostri del cinema. Ovviamente non potevano mancare all’appello i Graboidi, i famosi vermoni mangiauomini del deserto, comparsi per la prima volta sullo schermo – allora grande – nel 1990. Da allora, per i Graboidi, ci sono stati altri cinque capitoli – i primi quattro trattati insieme qui nel 2009, il quinto nel 2015. Quasi trent’anni di vermoni. Sono tanti, tantissimi. In queste due decadi il prodotto, come sapete o come potete anche solo immaginare, è drasticamente cambiato nel glorioso nome dell’exploitation. Anzi, penso proprio che Tremors, insieme a Starship Troopers, rappresenti uno dei casi più chiari di come funziona lo sfruttamento di un franchise del genere ai giorni nostri. Certo, ci sono differenze sostanziali, sopratutto per quanto riguarda il primo capitolo, ma alcuni passaggi tendono ad assomigliarsi. Mezzi passi falsi, tentennamenti, soprattuto sui secondi capitoli – quelli in cui ancora forse si poteva sperare di tornare in prima divisione – per poi trovare una propria strada una volta presa coscienza della propria condizione di figli appestati, di pecore nere di una Hollywood che nel frattempo è irrimediabilmente cambiata. Sapete quando incontrate per strada quel vostro amico con cui un tempo uscivate, ma che adesso non riconoscete quasi più, no? C’è sempre quel momento di imbarazzo in cui non si sa bene se salutare o meno. Ecco, Hollywood si comporta un po’ così con Tremors. Alla fina il saluto scappa… ma è più per imbarazzo che per altro. E poi, cosa ci si dice dopo 18 anni in cui non ci si frequenta più?
Noi invece, per tutti questi 18 anni, siamo stati degli amici fidati dei Graboidi . Sappiamo tutto quello che c’è da sapere, non ci siamo mai persi di vista. Ricordiamo quando se ne andò Kevin Bacon per lasciare spazio al solo Fred Ward. Abbiamo assistito alla presa di potere da parte di Michael Gross, ci siamo puppati il prequel e pure l’arrivo del figlio/macchietta comica. Abbiamo studiato il ciclo evolutivo del graboide in tutti suoi aspetti, abbiamo notato come si sia deciso di dimenticarsi dal 5 in avanti della fase intermedia, del Shrieker, sappiamo i nomi in latino… Insomma, raga, abbiamo fatto di tutto. Certo, siamo rimasti in pochi, eh? Ormai tutto quello che c’era da dire l’abbiamo pure detto, ma ogni tanto una bella pizzata con gli amici fa anche piacere. Ed è per questo che siamo ancora una volta qui nel 2018, a vedere un Tremors. Per un atto d’amore così bello dovremmo organizzare delle visioni collettive, amici. In questo momento vi scrivo dagli Stati Uniti dove il film è uscito in contemporanea per l’home video, DVD e Bluray, e su Netflix ma mentre cliccavo play pensavo: “Ma in quanti se lo vedranno Tremors 6? Cioè, a parte quelli che ormai l’hanno preso come lavoro e lo fanno per affetto, in quanti vedranno un film del genere?”. Cioè, stavo controllando adesso le varie references sulla pagina wiki del film e tra i sette articoli citati uno è un post su Facebook di Gross. Insomma, it’s a family affaaaaaaaaair….
La storia è questa: dopo la gita in Sud Africa raccontata nel quinto film, Burt Gummer è tornato a gestire l’emporio del Signor Chang in quel di Perfection, Nevada. Suo figlio invece, giramondo, è in giro a fare disastri e a bere le birrette tutto spettinato. Insomma, una gran monotonia, interrotta solo dalla solita minaccia da parte dell’IRS – “Prima o poi ti faremo chiudere bottega, Gummer!” – alla quale lui risponde sempre con delle battute particolarmente sudiste e repubblicane. Ma ad un certo punto succedono tre cose importanti: 1) Gummer ha gli incubi brutti in cui sogna cose schifose di Graboidi. Non sta bene, è evidente, anche se non lo vuole dare a vedere a nessuno 2) Alla porta dell’emporio del Signor Chang torna il figlio tutto matto e spettinatissimo di Gummer 3) suona il telefono. È chi è? Grazie per la domanda. È dottoressa fregnolona numero 1 la quale vuole parlare con il noto cacciatore di Graboidi. Da dove chiama? Dal Nunavut? Cioè, dal primo Ep dei Settlefish? Ah, no, dice dal territorio canadese quello in alto in alto dove fa un freddo becco? Ma guardi che non è possibile? I Graboidi vivono in zone desertiche… ma vuoi vedere che?
La grossa novità di Tremors: A Cold Day in Hell è proprio nel set. Questa volta non abbiamo più a che fare con vermoni mangiauomini nascosti sotto la sabbia, ma con vermoni mangiauomini sotto il ghiaccio. Anzi, a dire il vero, e qui scatta già il capolavoro, sono vermoni mangiauomini sotto la sabbia mascherata da ghiaccio. Già, perché inizialmente si voleva andare a girare realmente tra i ghiacci, tra le montagne della Bulgaria, ma quando l’omino del meteo ha fatto sapere alla troupe che ci sarebbero state tempeste e grosse nevicate, la produzione ha dovuto ripiegare sul Sud Africa. Per cui ancora una volta c’è sabbia e deserto ovunque ma, grazie alla magia dei computers con cui oggi signora mia si riesce a fare di tutto, sembra di stare nella neve! Non male, no? Comunque, alcuni antenati dei graboidi – dei graboidi “pre precambriani” come viene detto nel film – si sono risvegliati e stanno uccidendo persone a vanvera tra i ghiacci del Nunavut, dove c’è la spedizione scientifica delle dottoresse fregnolone, Tanya van Graan, Christie Peruso e Jay Anstey. Tra le fregnolone c’è anche Valerie, una ragazzina appena maggiorenne che altri non è che la figlia di Val e Rhonda, rispettivamente Kevin Bacon e Rhonda LeBeck dal primo film. La ragazza conosce ovviamente la fama di Gummer, la sua storia, e non esita a chiamarlo.
Ma perché Gummer sta male? E qui arriviamo alla seconda svolta del film. Alla fine del quinto il nostro per avere la meglio s’era avventurato fin dentro the belly of the beast, era entrato dentro a un graboide. La cosa non solo ha portato un po’ di turbe psichiche, ma anche un’infezione brutta che si manifesta in flash tutti matti girati col grandangolo, occhi rossi e svenimenti vari. Ma visto che abbiamo la fortuna di avere dalla nostra un pool di scienziate fighe, ecco la soluzione: catturiamo un graboide vivo, estraiamo un siero da una ghiandola e curiamo Gummer, ok? Ok! Quindi la storia è questa: Gummer e suo figlio arrivano in Canada e aiutano delle fighe a uccidere due graboidi e ne devono catturare un terzo. Come andrà a finire?
Il tentativo è quello di ricreare ancora una volta una situazione come quella del primo film: assedio di un piccolo centro abitato – là la cittadina di Perfection, qui la base scientifica canadese (no, The Thing non viene mai in mente) – con la variante del non poter emettere nessuno rumore/vibrazione (beccati questa, A Quiet Place). Potrebbero essere 90 buoni minuti tra tensione e umorismo ma non si riesce mai realmente a ingranare. La regia di Don Michael Paul, sceneggiatore di Harley Davidson & Marlboro Man e già regista del quinto capitolo come di altre perle come Kindergarten Cop 2, Lake Placid: The Final Chapter e dell’ultimo capitolo della saga di Death Race è particolarmente inefficace e pasticciona. Tutte le situazione di tensione vengono gettate alle ortiche, le gag non funzionano quasi mai e c’è una gestione degli spazi al limite dell’incomprensibile. Ci si salva giusto per il rotto della cuffia grazie all’entusiasmo profuso da Gross e per uno, di numero, graboide finalmente non in digitale. Perché se no meglio le moldenottere di Zelda: Breath of the Wild.
DVD-Quote:
“Lo stato dell’exploitation nel 2018. Now with more (fake) ice”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Intanto, il pilota della serie con Kevin Bacon e` stato cassato, peccato.
Pilota diretto da Vincenzo Natali…
Se il primo è del ’90 sono 28 anni… Cristo se vola il tempo
Dico solo che ti voglio bene per la citazione finale a Zelda BoTW <3
Non ho mai avuto il coraggio di guardare un tremors, mi dà la stessa sensazione di dover passare in uno di quei paesini di montagna dove i vecchi al bar ti guardano storto perché non sanno chi sei.
Invece il primo è imprescindibile
Concordo. Rivisto qualche tempo fa, mi sono stupito di quanto regga bene ancora oggi. Gli altri non li ho mai considerati, ma il primo vale la visione di sicuro
Il primo Tremors è imperdibile, un classico. Fosse solo per la battuta passata ai posteri “Porco cazzo”, o perchè c’è Remo Williams, o perchè Burt gummer è un badass un pò cojone cui si vuole bene, o perchè c’è Victor Wong (senza fulmini tra le mani però). Da vedere, il resto invero monnezza!
Va bene il primo lo vedo.
Il fatto che sia sabbia mascherata da neve mi ha fatto pensare allo strepitoso sketch di Scott Of The Antarctic dei Monty Python.
Bella recensione Casanova! Le foto scelte (in climax) per descrivere le tre scienziate fregnolone + 1 valgono un’occhiata al film.
Cordiali Saluti