
La maglietta di Monster Squad, maledetto…
Non posso fare un’altra intro su Adam Green come fenomeno da festival e come esempio di ambizioni tristemente piccole anche a fronte di un talento che sembrava interessante. L’ho già fatta, porcamiseria.
Eppure ogni volta tocca nuovi bassi.
Adam Green è un bravo ragazzo alla mano e simpaticissimo: questo fa di lui uno che ai festival chiami sempre volentieri qualsiasi sputo abbia prodotto.
Ti garantisce il minimo: qualcuno che sa coinvolgere quelle 20/30 persone orgogliose della loro presunta amicizia spettatore/filmmaker e che si guadagna qualche applauso di default che ti fa sicuramente fare bella figura.
Non c’è niente di male, eh?
O meglio: non ci sarebbe niente di male se poi girassi un film che vuole essere un film, che ha l’ambizione di piacere a qualcuno che non sia quelle suddette 20/30 persone.
Ambizione: non pretendo per forza risultati.
Pretendo che almeno ci si provi.
L’ultima volta che abbiamo visto Adam Green in azione era un’idea molto carina puntualmente deragliata dalla trovata di auto-ingaggiarsi come protagonista nei panni di se stesso e sfondare l’autorefenzialometro.
Qui si inizia subito in modo preoccupante.
Probabilmente gliel’ho tirata – che ne so? spero di no, non auguro cose brutte a nessuno – ma stando a quanto raccontò nella suo monologo di mezzora al Frightfest dell’estate scorsa Adam Green stava per ritirarsi dalle scene.
Insoddisfatto dei propri risultati e della mancanza di occasioni stimolanti, era apparentemente caduto in depressione fino a un provvidenziale incontro con George Romero.
Dobbiamo a George l’incoraggiamento definitivo.
Che fa quindi Adam?
Con mossa alla Cloverfield (di cui probabilmente questo franchise fa parte, credo di aver visto degli indizi) va al banco dei pegni, si svuota le tasche, ne rivende i contenuti per circa $14, un pacchetto di Brooklyn e la figurina di Ibrahimovic con la maglia dei Galaxy, e con quel budget gira un quarto episodio della saga di Hatchet senza dirlo a nessuno.
Poi all’ultimo organizza una festa per il decimo anniversario di Hatchet e PEM! A sorpresa mostra questo.
Faccio quindi due considerazioni:
1) è effettivamente un pensiero molto carino. Se io andassi, che ne so, a una proiezione per l’anniversario di Crank, e a sorpresa proiettassero un terzo capitolo che Neveldine & Taylor hanno girato di nascosto con il Jason Statham, penso che mi verrebbe un coccolone e finirei per perdermi la prima mezzora per la felicità.
2) se tu hai coscientemente speso dei soldi per uscire di casa e andare a (ri)vedere il primo Hatchet e al suo posto ti proiettano questo, ci sono gli estremi per chiedere il rimborso.

Kane Hodder mascherato
Sapete una cosa buffa?
Ho appena controllato e IMDb dice che il budget del primo Hatchet era di 1 milione e mezzo mentre per questo in realtà era addirittura di 7.
Secondo me è l’inflazione che in 10 anni si è impennata senza precedenti, altrimenti non me la spiego.
Sette milioni.
Più di Sharknado 5.
Più di quasi tutti i Blumhouse.
A questo punto quasi vi sfido a guardarlo solo per fare il confronto.
Il primo Hatchet era ambientato nella palude di New Orleans e aveva Robert Englund e Tony Todd.
Questo è ambientato all’80% dentro a un aereo schiantato e ha, uhm, Dave Sheridan.
Chi è Dave Sheridan?
Grazie per la domanda.
Dave Sheridan è un comico americano che probabilmente ricordate come una specie di Jim Carrey del discount nel primo Scary Movie, o come una specie di Jim Carrey del discount nel video di By the Way dei Red Hot Chili Peppers.
Dave Sheridan è una specie di Jim Carrey del discount, cresciuto facendo lo stagista del SNL.
Qui spicca perché Adam Green imbastisce da subito il suo festival di sarcasmo e dialoghi a fuoco rapido e poi arriva lui e sembra recitare in un film completamente diverso.
Qui spicca perché, pur recitando apparentemente in un film che sta solo nella sua testa, è di gran lunga il migliore di tutti. È come mettere che ne so, Kenan Thompson in un film della Troma: magari non ti ha mai fatto ridere in vita tua, ed è visibilmente fuori luogo, ma verrebbero fuori tutti gli automatismi da consumato professionista e, in mezzo a un mucchio di improvvisati, sembrerebbe di colpo la Grande Ex-Star in Pensione.
Il succo della questione è: se gli ultimi film di Adam Green erano macchiati di eccessiva autoreferenzialità per pochissimi, cosa mai può essere un film che è stato dichiaratamente progettato proprio per ringraziare quei pochissimi?
Un film in cui Adam slaccia i pantaloni e si trasforma definitivamente nel Kevin Smith dell’horror, il Kevin Smith scarso svogliato e autoindulgente, ma con un decimo della fanbase?
Un film che tra l’altro decide che il modo migliore di porsi in questo senso è fare il salto da slasher condito di umorismo a commedia demenziale condita di momenti splatter, con personaggi che sono pura dichiarata macchietta e la tensione a zero.
Esempio di autoreferenzialità: dovreste già ridere perché il protagonista è Parry Shen, amico di Adam le cui comparsate in ruoli diversi erano una gag ricorrente negli altri tre film. Qui nei panni del sopravvissuto al primo film che diventa famoso in quanto tale, che è una gran scusa per un mucchio di gag facili sul mondo dello showbiz, alcune talmente facili che se vi distraete un attimo potreste persino ridere.
E dire che Adam non è completamente privo di idee, ha ancora almeno un certo gusto per sovvertire le aspettative, ma è tutto girato in maniera talmente sciatta da intristire.
Pare di guardare un film della Troma convinto di essere più intelligente.
Pare di guardare Hellraiser 7 in confronto a Hellraiser 1, tranne che il regista è incredibilmente lo stesso.

Tre quarti di film così, tranne che questo è un raro momento in cui stanno zitti
Voglio comunque finire su una nota positiva.
Una caratteristica fondamentale di Hatchet è mostrare morti splatterose e creative senza fare uso di CGI, e quello rimane.
Il resto fa venire il nervoso, ma quello rimane e basta da solo a renderlo più degno di esistere di un Annabelle a caso.
La regola è sempre la stessa: se un film che punta a creare tensione fallisce nel creare tensione, ti rimane zero, il nulla più assoluto; se un film che punta sullo splatter fallisce nel creare splatter non fallisce mai completamente, ti rimane sempre almeno un povero cristo che muore in primo piano.
Victor Crowley passa troppo tempo fra stronzi che litigano in un aereo credendo di essere simpatici e presenta meno morti dei capitoli precedenti, ma quando fa il suo dovere lo fa come si deve.
L’altra cosa buffa è che ho sempre considerato i BFF Adam Green e Joe Lynch come rispettivamente il Max Pezzali e il Mauro Repetto della situazione, col primo che mostrava talento promottente e il secondo che montava continuamente sullo stesso carro ma non ne azzeccava una manco a metterlo a un metro dalla porta vuota, e poi invece all’ultimo Frightfest Adam si è presentato con questa ciofeca col botto mentre il Joe, con Mayhem, ha infilato uno dei film più divertenti dell’anno scorso.
DVD-quote:
“Ciao Adam, è stato breve ma intenso”
Nanni Cobretti, i400calci.com
P.S.: magari vi sembra che esagero, ma controllate la pagina di Victor Crowley su Letterboxd… su tre recensioni in primo piano, due si vantano di avere incontrato Adam Green di persona
Sono il primo a commentare e anch’io ho incontrato Adam Green (e Joe Lynch) di persona, a Berlino, per la proiezione di Chillerama. Il loro segmento era “The Diary of Anne Frankenstein”, e spararsi tutte quelle nazi jokes in una platea piena di crucchi è stata un’esperienza totale. Tornando ad Hatchet, boh, personalmente ho apprezzato la scelta di aumentare le risate – anche se stantie – e pestare duro con il gore solo in rare occasioni. Negli altri tre capitolo Victor Crowley era tipo una mietitrebbia che si accendeva all’inizio e tirava avanti falciando tutti fino alla fine, qui almeno si spezza il ritmo con due battute in più. WTF enorme per la storia del budget, cioè sará costato più il labirinto di cartone di Dave Made a Maze.
Dave made a maze…che film assurdo
a parte che il fatto che questo adam green come del resto eli roth sarebbe un meraviglioso amico immaginario di bevute e chiacchierate sul cinema, ma ci credeva veramente qualcuno nelle qualità di sto qui? cioè a me già il primo hatchet e li mi sono fermato, pareva na “scmtudn” e nulla più, un venerdi 13 manco tra in più riusciti, con qualche secchiata di sangue in più, le citazioni e i cellulari e finiva lì…toh passi frozen, ma veramente nulla di che.
In effetti Mayhem è una figata, non capisco perché Netflix non se lo sia preso