Anche quest’ anno, come ormai ogni giorno, a furor di internet cade l’anniversario di qualche film.
Con alcuni, come il trentennale di Die Hard, probabilmente vi martelleranno a suon di clickbait mentre di altri, salvo figurare in liste di film di cui cade il trentennale, non vi parlerà nessuno. È molto probabilmente il caso di Bat*21, atipico film bellico con Gene Hackman e Danny Glover.
Tra il 1986 e il 1990 ci fu un’infilata impressionante di film importanti sulla guerra del Vietnam, di vario taglio e di vario risultato. Dopo i film sul tema usciti a ferita ancora aperta come Apocalypse Now nel 1979, Il cacciatore nel 1977, Rambo nel 1982 ed escludendo la svergognata propaganda di roba come Berretti Verdi del 1968 con John Wayne uscita durante la guerra, a fine anni ottanta i tempi negli USA erano maturi per guardarsi alle spalle e fare due conti a trecentosessanta gradi, in maniera molto autocritica. Si va dai film sulla guerra e sui soldati come Full Metal Jacket (1987), Platoon (1986) e Hamburger Hill: collina 937 (1987) a quelli in cui la guerra è sullo sfondo e al centro ci sono le vicende personali non belliche come in Good Morning Vietnam (1987), Saigon (1988), Giardini di pietra (1987); ci sono quelli sui postumi del conflitto come Nato il quattro Luglio e Vittime di guerra (ambedue del 1989) e si arriva a quelli che sono ambientati durante la guerra del Vietnam ma non sono strettamente “sulla guerra”, come il brillante Air America (1990). Tantini, eh? E questi senza contare svariati film più o meno minori e/o puramente di exploitation. E poi c’è Bat*21 del 1988, appunto.
Bat*21 è un film atipico sul Vietnam, a cavallo come è tra il bellico, il thriller, il drama e la spy story. È tratto abbastanza fedelmente dalla storia vera e incredibile di Iceal E. Hableton e dell’operazione di salvataggio Rescue Bat*21 Bravo per portarlo fuori dal territorio nemico, operazione che si concretizzò come la più lunga, incredibile e costosa dell’intero conflitto: undici giorni, undici vittime, due prigionieri, cinque elicotteri abbattuti e non precisati altri danneggiati.
Perché tanto dispendio di mezzi per un uomo solo?
Iceal E. Hambleton ai tempi dei fatti era un veterano di due guerre, aveva visto la seconda guerra mondiale e quella di corea, ambedue senza vedere mai il fronte; perché Hambleton era un tecnico radio di bordo per l’aeronautica, un navigatore e massimo esperto di contromisure elettroniche ai tempi avendole usate e viste sviluppare dal primo giorno. Al suo impiego in Vietnam era quindi una miniera di segreti strategici e tecnologici, la sua cattura da parte dell’esercito vietnamita del nord sarebbe equivalsa perciò a passare brevi manu una pila di faldoni secretati della USAF direttamente al Cremlino. All’epoca negli USA c’era ancora un certo pudore a vendere la propria nazione ad una potenza straniera, altri tempi. Cosa avvenne per evitare ciò è una delle più avventurose storie di guerra del novecento, degna di un numero di Sgt. Rock ed è appunto la trama di Bat*21.
Nel 1972 l’attempato colonnello Hambleton, golfista amatoriale e prossimo alla pensione, assieme ad altri sei ricognitori venne inviato in missione di perlustrazione per scovare e sabotare eventuali postazioni radar vietnamite per spianare la strada a un enorme attacco alle difese di uno degli ingressi alla via Ho Chi Min. Venne mandato lui a dispetto dei suoi anni perché la missione era importantissima e serviva il più esperto a disposizione, ma durante il volo il bombardiere attrezzato per la ricognizione venne scoperto e abbattuto; di tutto l’equipaggio solamente Hambleton si salvò dall’incidente, paracadutandosi nel bel mezzo della giungla, dietro le linee nemiche, il suo codice identificativo era Bat*21 Bravo, Bat*21 per gli amici. Un ricognitore classe O-2 a bordo di un Cessna Skymaster ultraleggero che monitorava a distanza la missione vide tutto e da quel momento divenne gli occhi e le orecchie di Hambleton in territorio ostile.
Ferito nell’atterraggio ad una gamba e inghiottito da una giungla assassina, senza mai aver combattuto al fronte un giorno in vita sua, per evitare di essere catturato dal nemico Hambleton si muoverà principalmente di notte e per stabilire la sua posizione con eventuali safe zone per il recupero inventa, da bravo codificatore quale era, un codice in cui l’area in cui si trovava veniva circoscritta ad un preciso circuito di golf che lui conosceva come le sue tasche e gli spostamenti all’interno di questa area corrispondevano poi alle varie buche del circuito, di modo da poter comunicare costantemente con la base senza paura che il nemico decifrasse il codice, nascondendosi in bella vista. Nonostante una generale fedeltà alla vicenda umana di Hambleton, film e realtà a questo punto divergono: per semplificazione i vari ricognitori che aiutarono Bat*21/Hambleton diventano nel film un solo eroico speaker su di un Cessna scassato, un po’ di sottiliezze tattiche vengono sacrificate a favore del drama, la catena di comando della complessissima operazione viene ridotta a pochissimi attori con qualche importante omissione (su tutti quella di Nguyen Van Kiet, membro dell’esercito sud vietnamita e unico membro della marina vietnamita ad essere decorato con la Navy Cross della marina statunitense durante il conflitto proprio in virtù del suor ruolo nella missione Bat*21 Bravo Rescue.
Il film è molto asciutto, il teatro bellico è strumentale alla storia tragico-avventurosa di un eroe per caso, il contesto politico semplicemente cronistorico, l’azione poca e non glorificata, il fulcro è l’astuzia e tutto ruota intorno all’affaticato protagonista e alla sua disperata avventura per la sopravvivenza. All’epica militare più facile viene preferito il registro avventuroso e drammatico del superstite, Gene Hackman/Hambleton non è il Kurt Russel/Plissken di Fuga da New York e ogni minuto che lui strappa alla morte catapultato in un terreno ostile è realistico e sudato. Per interpretare il veterano Hambleton che già ai tempi della vicenda aveva nella realtà cinquantaquattro anni viene scelto un attore che ne ha quasi sessanta ma li porta anche peggio, aumentando la drammaticità percepita della sua situazione non solo con la solita bravura interpretativa di Hackman ma anche con la sua fisicità, qui molto in eloquente nelle frequenti sequenze senza dialoghi. A fargli da controparte, nel ruolo di Bartholomew “birddog” Clark un Denny Glover fresco di Arma Letale che qui accorpa più figure reali e sembra modellato sulla fisionomia di Larry Potts, uno dei salvatori del vero Bat*21. Clark funge da voce amica quando non confessore di Hambleton durante la sua disperata solitudine sempre a un passo dalla morte in quegli undici lunghi giorni e Glover sfoggia un’ampia gamma di registri nell’interpretare il personaggio.
Con questo suo piglio pessimista il Vietnam di Bat*21 è un luogo pericoloso e quasi astratto, in cui tutto è difficile, in cui si è sperduti e soli, sempre faccia a faccia con una morte meschina e senza mai nemmeno la consolazione della bravado dei commilitoni. Un piccolo film atipico sul tema, con grande personalità a fronte di un budget contenuto, con più idee che spettacolo, con più recitazione che azione e che preferisce lasciare che la guerra si spieghi da sola nella sua crudeltà che elaborare panegirici moralizzatori (basti pensare alla terribile scena dell’anziano contadino).
Bat*21 è una strana bestia che fa un po’ genere a sé, anche per il fatto di essere una storia vera (quante ce ne possono essere così?). Ma nel 2002 uscì un film che narrava l’abbattimento di un pilota della USAF in missione ricognitiva durante guerra in Iugoslavia e che finisce paracadutato in territorio nemico, braccato dai suoi abbattitori e guidato via radio dai suoi superiori. Il film è ovviamente Behind Enemy Lines con Owen Wilson e nel ruolo del navigatore via radio c’era proprio Gene Hackman, in una parte che ho sempre voluto vedere come un palese omaggio a Bat*21, film poco conosciuto ma nel cuore degli appassionati di film bellici.
DVD-Quote suggerita:
“Golf, morte e avventura per un film da riscoprire in occasione dei suoi trent’anni”
Darth Von Trier, i400calci.com
Bravo. Una delle migliori recensioni mai lette. Ora recuperami anche “Fratelli nella notte” (Uncommon Valor), per piacere, cosicchè io possa piangere maschie lacrime.
:)
Ooops, era “BabboNabbo”.
Bello Bat21
Che dire.. Grazie non lo conoscevo e lo recupererò al più presto
Ottima idea recuperare questo titolo sfruttandone l’anniversario. Vale la pena rivederlo anche solo per la gigantesca prova di Hackman.
Tra i film sul Vietnam ci metto anche il meraviglioso JACOB’S LADDER, anche se prende l’argomento mooolto alla lontana.
Scusate ma il titolo italiano e’ talmente idiota che non me la sento di dirlo.
JACOB’S LADDER stracult assoluto!
La tua saggezza nel non propagare il titolo italiano ti fa onore.
prima ancora di leggere la recensione ti dico grazie Darth. Questo film l’ho visto 200 volte da piccolo perchè l’aveva registrato in VHS mio padre e ci sono superstraaffezionato. Oltre a essere un gran film.
Come sempre siete il sito top da questo punto di vista.
Adesso leggerò la recensione
Non conoscevi e vi voglio bene
Uno dei miei superpreferiti di sempre
Grazie
Si’, gran bel film.
Uno di quei film d’avventura bellica, fighi e appassionanti, ma anche asciutti, che DAVVERO sembra nessuno riesca piu’ a fare.
Vedi roba grondante retorica come appunto “Behind Enemy Lines” o come “Lone Survivor”, che per carita’ e’ spettacolare e tutto quanto, ma con quell’ossessione di sottolineare e risottolineare tutto a tutti i livelli che ti fa sentire un bambino a cui il maestro continua a ripetere “hai capito?”.
Ecco, Bat 21 e’ un film adulto che tratta gli spettatori come adulti.
Anche uno dei migliori dell’Hackman action degli 80s. A pensarci precursore di Liam Neeson e dei suoi emuli, ovvero attempato attore drammatico che si ricicla nel cinema d’azione.
D’accordo su tutto, però “Lone Survivor” è un film che spacca (ossa, anima e cuore).
Non ci avrei scommesso un centesimo e l’ho visto a sorpresa: se non è un capolavoro, ci si avvicina parecchio.
E’ piacuto anche a me, eh.
Pero’ e’ ultra-retorico. E non dico solo ideologicamente, ma anche visivamente: quei soldati che si schiantano giu’ per i dirupi per minuti e minuti di film. Scene che ti fanno “sentire” il dolore dei personaggi. Ma appunto tirate allo stremo. E tutto il film e’ cosi, morti, sentimenti, salvataggi: tutto urlato e sottolineato.
Bat 21 e’ il corrispettivo filmico di un reduce che davanti una birra al bar ti racconta come’ stata quella volta che lui e i suoi erano “con la faccia nel fango…”
Lone Survivor e’ il corrispettivo di un giovane esagitato che racconta la sua storia piangendoti sulla spalla, che tira fuori le foto dei compagni e dei suoi figli, che rivive urlando i suoi ricordi. E poi alla fine vuole abbracciarti.
Non l’avevo mai sentito nemmeno nominare ma me l’hai venduto in tempo zero. Che gran storia.
“All’epoca negli USA c’era ancora un certo pudore a vendere la propria nazione ad una potenza straniera, altri tempi”
mamma mia…………
Gran film, mi hai fatto venire voglia di rivederlo.
Visto su Italia1 all’epoca in cui il film serale su quella rete era una garanzia.
Ma che misconosciuto, un cazzo di filmone, bravo!
E adesso M.A.S.H.
Ok Darth, ma “via Ho Chi Min”? Di solito lo chiamano “sentiero Ho Chi Min”…
Grazie per averci ricordato questo bel film. Mi piacerebbe offrirti una missione impossibile, quindi lo faccio: riusciresti a scrivere qualcosa su Berretti Verdi, magari col ‘tag’ “salvare l’insalvabile”?
Bat 21 visto anni fa resta un gran film, che devo assolutamente rivedere, ma per favore non accostatelo a quella americanata di Behind Enemy Lines.
Invece ho sempre pensato che il personaggio di Gene Hackman in Nemico pubblico, fu ripreso proprio da questo film.