Avete presente quando qualcuno vi dice «questo è un film sul corpo»? A me capita spesso, e ovviamente annuisco convinta per non fare la figura della sempliciotta, ma non sempre sono così sicura di sapere cosa significhi: un body horror è un film sul corpo? E un torture porn? I mercenari 1, 2 e 3 sono film sul corpo? E le comiche di Buster Keaton? Chiamami col tuo nome? Inside Out? Voglio dire, adottando un punto di vista appena flessibile e un buon allenamento critico, quasi ogni film può diventare (anche a ragione, eh) “un film sul corpo”, col risultato però che la formula si può applicare a uno spettro che va da Cronenberg (ovvio) all’intera filmografia di The Rock (più corpo di così). Revenge, però, sì, Revenge mi sento di dire anche io che è un film sul corpo. Poi mi dite se ci ho preso.
Dunque, la seconda cosa di cui sono grata all’esordiente regista francese classe 1976 Coralie Fargeat è di aver coniugato femminismo ed exploitation, due cose che di norma si trovano agli antipodi. Femminismo come lo intendo io, e come credo lo intenda Fargeat, insieme più o meno alla maggior parte delle persone che si prendono la briga di leggerne la definizione su Wikipedia: i femminismi in realtà sono tanti, milioni di milioni, ma di base si tratta di aderire all’idea che le donne sono persone (lo so, scioccante), che per molti secoli dei secoli non sono state trattate esattamente come tali, che ancora oggi c’è un bel pezzo di strada da fare verso l’effettiva parità di genere e che è cosa buona e giusta lottare tutti insieme appassionatamente per ottenerla. Questa non è certo la sede per un bignami di gender studies, però è necessario esorcizzare immediatamente la temibile F word, anche per evitare equivoci sul suo significato. Del resto, la promozione stessa di Revenge si premura di presentarcelo come “il primo rape & revenge femminista”, ignorando forse che già il primo rape & revenge dichiarato, I Spit on Your Grave, sosteneva di esser tale, o forse ben sapendo che quella di allora era più che altro una furbata, e in ogni caso esplicitando l’elefante nella stanza: ehi, lo sappiamo che il rape & revenge è un sottogenere ambiguo e grezzo, che taglia tutto con l’accetta (di solito: peni), che da un lato regala al suo protagonista (spesso femmina) un’appagante dose di empowerment, ma non prima di averlo sottoposto a stupri e torture filmate nel dettaglio e con gran gusto, e che senza alcuna sottigliezza né timore va spacciando la morale genuinamente reazionaria del taglione, ma Revenge è diverso, Revenge è femminista per davvero, è femminista del terzo millennio, questa volta non è una trovata di marketing, guardate, è addirittura diretto da una donna!
Tutto okay, ma la prima cosa di cui sono grata all’esordiente regista francese classe 1976 Coralie Fargeat è di aver fatto, con Revenge, un ottimo film. Non perfetto, chissenefrega, ma bello, appassionante, maledettamente appagante, almeno per me. E che, forse forse, ve la butto lì eh, forse non è neanche un rape & revenge. Sì, tecnicamente ci sono sia lo stupro sia (PAZZESCHISSIMO SPOILER CHI L’AVREBBE MAI DETTO!!!) la vendetta, e soprattutto quest’ultima è sparata a caratteri cubitali fucsia nel titolo e nel poster, promettendoci e regalandoci tutta la sanguinolenta soddisfazione che desideriamo. Ma ovviamente non c’è alcun compiacimento nel filmare la violenza sessuale di cui si ritrova vittima la protagonista Jen quando, nella villa isolata del suo ricco amante Richard, arrivano due amici di lui, uno dei quali decide di non accettare un “no grazie” come risposta mentre l’altro fa finta di nulla sgranocchiando junk food. Lo stupro non è un fatto insistito, ripetuto, “esagerato” come le regole del filone vorrebbero (e come uno spettatore di rape & revenge può, anche legittimamente, aspettarsi): è una cosa quasi “piccola” ma senza alcun dubbio aberrante, nonché la parte più realistica di un film che fa della dimensione allucinatoria, irreale e quasi astratta la sua forza. E per quanto riguarda la vendetta, certo che c’è, la vendetta, ma è annodata stretta all’emergenza della sopravvivenza. I riferimenti dichiarati da Fargeat, lei dice, non sono I Spit on Your Grave o Oltre ogni limite, ma oltre a Kill Bill e al primo Mad Max, Rambo e Duel. E, pur con tutte le distanze del caso, mi viene da dire: si vede. Che le interessa soprattutto fare cinema, intendo, e poi tutto il resto.
Non è un film a tesi, Revenge, non è un “rape & revenge femminista” programmatico, ma funziona al contrario: è un bel film di genere, un revenge + survival movie che corre dritto e veloce come un proiettile per la sua strada in mezzo al deserto, senza (troppi) fronzoli, con le minime parole indispensabili (Jen non pronuncia una frase intera dopo il minuto 26, per dire) e tutta l’azione che serve, un invidiabile controllo sulla messa in scena e sui movimenti di macchina (pianosequenza finale: bello), un sano gusto per il gore e per l’intrattenimento pop. Che poi sia pure femminista – nel senso detto sopra – è una conseguenza: qualcosa che può capitare, quando credi che le donne sono persone, e che non è il caso di stuprarle se rifiutano di scoparti, non importa come sono vestite, quanto sono frivole, quanto è libertina la loro vita sessuale, né di buttarle giù da un dirupo impalandole su un ramo secco quando rifiutano di stare zitte. In questo, certo, le inquadrature insistite sull’impeccabile culo di Matilda Lutz, oltre a essere il principale motivo per cui non credo a Coralie Fargeat quando sostiene di non aver visto I Spit on Your Grave prima di girare Revenge («Entrambe le protagoniste si chiamano Jennifer ma è solo un caso!», uhm, okay) sono un efficace ribaltamento: un bel riflettore acceso sull’ipocrisia del capostipite e una continua sfida alla coscienza di chi guarda.
Ma soprattutto, dicevamo, Revenge è un film sul corpo. Quello di Matilda Lutz, ovviamente, connazionale di cui dovremmo andare tutti fieri, non solo perché è tanto brava e tanto bella, ma anche perché ha fatto l’unica cosa che bisognerebbe fare dopo aver girato un film di Muccino (che per giunta aveva un titolo cretino come L’estate addosso): passare 30 giorni nel deserto del Marocco a piedi nudi e ricoperta di sangue finto. Revenge è la storia del suo corpo che cambia nella forma e nel colore (pure di capelli: all’inizio è biondissima, alla fine quasi bruna), e nel frattempo di come si modifica il nostro modo di guardarlo e il modo in cui gli altri lo percepiscono (da desiderio a paura). All’inizio è uno splendore lolitesco con tanto di occhiali a cuore e lecca lecca, impegnata a farsi osservare; Revenge è tutto una specie di sogno, e all’inizio è un sogno da pubblicità, un immaginario standard impacchettato nella plastica e fotografato come tale. Poi comincia l’incubo, comincia il film per cui abbiamo pagato il biglietto e Fargeat procede ad asciugare tutto: il deserto diventa un fatto di linee e colori accesi, di arancioni e azzurri accecanti come in Fury Road, e l’azione una questione di mosse e reazioni, combattuta tra due opposti binari di tensione. Perché, certo, il titolo ci suggerisce velatamente che Jen finirà per vendicarsi, ma in realtà il film è una doppia caccia: i tre stronzi e la ragazza s’inseguono e si attaccano reciprocamente, così che i ruoli di preda e cacciatore si scambino di continuo (altro elemento di schematismo programmatico evitato: evvai!). E intanto, appunto, il corpo di Jen compie la sua metamorfosi: si spoglia, si sporca, viene penetrato, ferito e spezzato varie volte, e altrettante volte si rigenera, si fortifica, si attiva, reagisce, uccide. E alla fine diventa qualcos’altro, qualcuno dice una guerriera, qualcun altro suggerisce “angelo vendicatore” ma mi pare che qui non ci sia nulla di angelico, mi sembra più una figura animalesca nuova, una creatura primordiale impastata di sangue, sabbia ed enorme giramento di coglioni.
[Parentesi SPOILER non tanto per la trama quanto perché secondo me, se dovete ancora vedere il film, vi divertite di più sapendone il meno possibile, pure a livello di immagini: sì, è vero, il film è pieno di simbolismi sfacciati ed esibiti (gli insetti, la mela che marcisce, il fuoco purificatore, la fenice che risorge dalle ceneri come Jen dall’albero bruciato e come il logo della lattina che si trasforma in tatuaggio), ma non posso non amare follemente una regista che s’inventa una resurrezione a base di birra, ferro rovente, fuoco e peyote. Non posso farci niente, Coralie hai vinto il mio cuore, tieni, eccotelo, brava, ciao].
E non è che quella di Jen sia una metamorfosi supereroica (nonostante una resurrezione evidentemente semi-soprannaturale), non è che a un certo punto le si sblocca il livello “vendetta” e da ragazzetta con sogni da starlette diventa improvvisamente una killer inarrestabile e machiavellica sempre un passo avanti a tutti: si fa male anche lei di continuo, scivola, inciampa, sbanda, sbaglia mira, prende altre mazzate (il finale è geniale e a tratti perfino volutamente comico), e anche se sappiamo con sufficiente certezza che alla fine avrà la meglio (again, il titolo del film ci dà qualche indizio a riguardo) la sua evidente fallibilità accresce la nostra empatia e, contemporaneamente, ci tiene sempre sulle spine. E se non bastasse questo suo percorso, ecco che ci pensa di nuovo Coralie Fargeat, con il suo saldissimo controllo sull’organizzazione delle inquadrature e degli spazi (film d’autore! Arte con la A maiuscola!), ma anche con la sua apprezzabilissima e sempre sia lodata passione per lo splatter, che sa raggiungere apici cronenberghiani (la scena della scheggia nel piede! Film sul corpo, film sul corpo!). Voglio dire, la crew di Revenge racconta che il problema principale sul set era che si ritrovavano sempre a corto di sangue finto: tutta la mia stima, ragazzi.
E alla fine il cerchio si chiude dov’era cominciato, solo che nel frattempo il sogno di plastica dell’inizio, proprio come i corpi di tutti i personaggi, è stato martoriato, mutilato, annientato per diventare altro (ecco, sì, il femminismo sta soprattutto qui: chiediamo un mondo nuovo, non banalmente rovesciato). Insomma: Revenge è un film che gronda stile ma mai fine a se stesso, iperviolento e saturo, di poche parole, diretto, con una final girl memorabile, che non spreca quasi niente e raramente perde tempo, che ama la droga, le allucinazioni e il sangue, che potremmo star qui a sfogliare di letture metaforiche quanto ci pare, ma che prima di tutto è una signora esperienza di visione, un viaggio cinematografico che ti tira dentro lo schermo, nel suo accecante deserto di sabbia, rabbia e sangue. Ah, sì, e poi è un film sul corpo, l’ho detto che è un film sul corpo? Un film sul corpo.
Dvd quote suggerita: “Un film sul corpo”, Xena Rowlands, i400calci.com
un film sul corpo… e che corpo direi, vedendo le ultime 2 gif.
ma sta qui davvero gira scalza e in mutande tra le pietre per 3/4 di film? spettacolo!
Non si poteva fare una recensione migliore.
Ho visto il film ieri notte e complimenti per il pezzo e cinque alto per il film.
Unica pecca…
SPOILER
avrei voluto usasse il fungo immediatamente dopo il risveglio dalla caduta per rendere poco poco più plausibile la sua “resurrezione” (e magari avrei gradito vederla mentre si rattoppava anche la schiena…visto che il palo da li è entrato), ma ‘sti dettagli sono una mia fissa!…
FINE SPOILER
Non sapevo assolutamente l’attrice fosse italiana.
Ragazzi, io ho passato tutta l’estate con in testa una recensione di Revenge convinto che l’aveste scritta voi, e adesso non ho idea di dove l’ho vista….
Nocturno, probabilmente. L’avevano recensito tempo addietro.
Ultimamente sto andando a vedere film senza saperne NIENTE, tranne una leggera infarinata su trama/storia e… ahh quante soddisfazioni!
Di questo ad esempio, oltre questa bella recensione, ho solo letto il titolo di articoli che ne parlavano (bene);
Vi farò sapere quando esco dal cinema, intanto brava Xena
Vidi un trailer bello lungo al cinema che mi sembrava raccontasse un po’ tanto (rape and Revenge), ma mi sembrava che volesse sottolineare solo i concetti ”è una donna”, “il regista è donna”, e sono stato a lungo indeciso tra ritenerlo una sóla di film o un bel filmetto violento il giusto. Dopo la recensione forse andró
Figo. Guardatelo.
(Non aggiungo altro ma parteciperò volentieri a eventuali flame su femminismo, guerra dei sessi, booo weinstein merda, gli uomini sono tutti stupratori molestatori fino ad abbondanti prove contrarie ecc..)
Lo inizio dicendo che “sì, vabbè: essere frivole e zoccolette non è un buon motivo perchè qualcuno abusi di te, ma l’aver partecipato ad un film di Muccino il cui titolo è tratto da un orrido brano di Jovanotti… discutiamone!”
LOL
Rilancio dicendo: Revenge non è un film femminista perché se lo fosse avrebbe la stessa onestà intellettuale di un Mondo Movie a caso.
boh, a me la fotografia e il setting ricorda tanto (troppo) the bad batch.
E non è una cosa buona.
Quando si parla di “corpo” a me inevitabilmente viene in mente questa citazione, che credo ben si sposi con la mission dei 400 calci:
“Voi siete brutti stupidi ideologici, mentali, voi anche quando parlate di corpo siete distaccati, testacchioni, andate sempre di testa voi, sempre di testa. Andate di corpo!”
Un film com così tante recensioni positive che mi dicesse così poco non lo trovavo da Forrest Gump. Che a dirigere sia una donna non è rilevante se il film è pochissimo credibile e dannatamente prevedibile. E’ un rape and revenge, con la parte rape mitigata (e ci può stare, non sono un fan del torture) ma con una progessione degli eventi nulla e una crescita dei personaggi assolutamente standard. Caratterizzazioni spesse come fette di cheddar, fotografia patinata a dir poco, si puó guardare certo, non è monnezza, ma neanche il cult di cui si legge ovunque.
“una final girl memorabile, che non spreca quasi niente e raramente perde tempo, che ama la droga, le allucinazioni e il sangue” sono proprio iooooooo che bello che hype <3<3<3<3<3<3
Si libera dando fuoco alla pianta dove è impigliata e si stampa (dal dritto!) l’immagine della lattina sulla pancia. Ah scusate, spoilers.
Ecco trovato il primo cretino. Applausi, mica facile.
Queste due perle di sceneggiatura andavano sottolineate.
Grazie per il cretino.
Appena visto.
Se questa porcata immane si intitolasse “Wonder Woman – Revenge” sarebbe plausibile.
Che una mezza lapdancer SPOILER ..
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se ne esca con l’idea di bruciare l’albero su cui è infilzata … vi prego ! neanche se fosse stata tranquilla in piscina con un mojito in mano, figurarsi in quella situazione. e vogliamo parlare di una che se ne va in giro ( e pure in moto … LOL) con un palo infisso nello stomaco per mezzo film ? E poi … guarisce con … il peyote ?? Qui è peggio di “the revenant”, dove la gente si asciuga a – 20 C.
Abbiamo fior di film in cui con una 22 nella panza muorono male …. LEI NO.
Un altra puttanata pompata dai 400piedi, like hereditary ….. bah.
Non concordo con la forma, ma concordo perfettamente nella sostanza di questo commento. È un film ridicolo e trovo ridicola questa ostentazione.
guarisce col peyote? ma che film hai visto?
Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno su Hereditary. Una vera merda strapompata da recensioni favorevoli, e non si capisce come mai.
@lorenzo: è o non è il peyote che la “fa” e le permette di togliersi quel palo dalla pancia? Ah già, poi basta cauterizzare .. solo davanti. Dietro.. no problem. Gli organi interni? Le spogliarelliste non ne hanno. Allo stesso modo.. stai schiattando per una fucilata mostruosa al fianco .. ti dai due giri di domopak e sei un leone?? E vogliamo parlare della scritta sulla pancia magicamente non a specchio? Ma dove vivete ?? Questo film è semplicemente patetico.
Giuro che sono un po’ basito da tutte queste pretese di realismo e credibilità da un B-Movie. Cioè, non stiamo mica parlando del Manuale su Come Sopravvivere nel Deserto, e nemmeno dell’ultimo film di… che ne so, Christopher Nolan. è un film che ha e non vuole avere nessuna pretesa di realismo (c’è un personaggio che urla “Perchè le donne devono opporre sempre una cazzo di resistenza?” che sarebbe suonato stonato in qualsiasi altro film), è una roba fatta per divertire e che in più infila delle buone trovate (anche la scena della lattina, a me è piaciuta un casino, e non me ne è fregato un cazzo che non fosse credibile, perchè non è quello il contesto per fare i puntigliosi)
ma a Vin Diesel andate a fa le pulci perchè non può volare da una corsia all’altra? a The Rock gli rompete il cazzo perchè devia i missili con le mani?
infine, il peyote. lo dicono ALL’INIZIO DEL FILM che un tipo l’ha preso e poi si è tagliato via la gamba senza sentire un cazzo. a livello chimico è ragionevole? sicuramente no, e allora? è un espediente che in un film del genere va benissimo, e se non vi sta bene è perchè semplicemente vi state approcciando male, pretendendo verosimiglianza da una roba in cui stai cinque minuti a ridere perchè un tizio cerca di togliersi una scheggia di vetro dal piede.
Grande Lorenzo,non avrei saputo dirla meglio. Gente che pretende a tutti i costi il realismo ??? George Lucas una volta disse ” è incredibile che al mondo esistano persone senza immaginazione,pensavo che chiunque ne fosse dotato e invece… “. Non so se sono le esate parole ma il succo del suo discorso era quello,e io come lui e come te rimango basito da certe critiche.
@Lorenzo: risposta P-E-R-F-E-T-T-A !!!
Visto stasera. Sono molto d’accordo con il commento di Lorenzo.
E’ un B Movie patinato, ma divertente.
Aggiungo: lei è davvero bella, e viene rispettata in pieno la par conditio…nuda lei…e inquadrature agratis sul culo nudo di lui. :D
Non e` malvagio e si percepisce che la regista avesse un`idea in testa che le e` quasi riuscito di tradurre in immagini… quasi pero`.
Aggiungo SPOILER anche se credo di rivelare niente della trama
Mi va bene l`inizio con la presentazione dei personaggi (mi va meno bene l`idea di lasciare lo stupro fuori campo, quando poi sangue e violenza sono insistiti fino alla parodia nel corso del film).
A me e` piaciuto fino al primo omicidio, nonostante tutti i WTF di lei che sopravvive a una caduta di parecchi metri in cui finisce impalata da un albero e conseguente perdita di ETTOLITRI di sangue. Il primo omicidio e` spietato e cattivo, come senza pieta`.
Da li` in poi, i due omicidi successivi, e` solo una parodia del genere: ben diretta, l`attrice brava (con un culo da Oscar aggiungo), ma i due omicidi fanno ridere.
A me non e` sembrata tutta sta rivoluzione femminista, e` un normalissimo Rape`n`Revenge diretto e fotografato meglio del solito.
Fine SPOILER
@Zen My Ass
non e` sembrata tutta sta rivoluzione femminista
Non lo è infatti: exploitation AND femminismo non stanno neanche bene insieme nella stessa frase. O meglio, lo è limitatamente all’assunto che con adeguata motivazione qualsiasi essere umano (quindi anche una donna) è in grado di superare qualsiasi avversità pur di romperti il culo.
Ma finisce lì.
Il resto è solo marketing, che cerca di cavalcare questo periodo di medioevo delle relazioni uomo-donna per venderti un prodotto creando sovrastrutture che, secondo me, non erano neanche state pensate dalla regista.
Non che io ne sia informato,ma cosi,giusto per fare una teoria potrebbe essere che non ci stavano abbastanza soldi. Lei,si,fa vedere il culo in continuazione,ma alla fin fine lo vedresti anche se la incontrassi in spiaggia in perizoma,poi si,per un mezzo secondo si vedono i seni ma è solo per un attimo, in penombra tra l’altro. Se giri la scena con tanto di palpeggiamenti vari all’attrice devi dare più soldi. O forse può essere che sin dall’inizio era una scelta della regista ? Chissa ? Fosse cosi anchio come te avrei qualche dubbio,si tratta pur sempre dell’elemento scatenante no ?
Azz,mi rispondo da solo,mi son riletto la rece ed’effettivamente si,deve essere decisamente una scelta della regista. Come se,in un film volutamente eccessivo, lo stupro, alla fine è l’unica cosa vera,raccontata volutamente in maniera non eccessiva. Che poi,si lo so,ci potevo arrivare anche da solo senza che me lo spiegasse la rece ahahahahah
@ Pitch f. H.
Guarda, ci ho pensato tu e, molto candidamente, ammetto che la formula R`n`R non funziona per me… troppo claustrofobica e rigida. Leggendo tutti i commenti qui e le varie opinioni (e devo dire che mi mancava un po` di sano dibattito e polemiche qui sui Calci), capisco dove il mio punto di vista fosse forse non ben equilibrato.
Continuo a credere pero`che il film viri troppo sulla parodia e che questo tolga forza alla storia. Quando lei e` sola nella caverna e si rappezza diventando un animale diverso, il film promette una svolta che poi non avviene. Questo non mi e` piaciuto. Ma e` solo la mia opinione.
Ahia, due commenti qua su lasciano invece presagire le impressioni avute dal trailer. Mmm
provo a mitigartele io dicendoti che la rece è PERFETTA e il film è NABBOMBA. a meno che tu non sia uno di quei fissati col realismo sempre e comunque a prescindere dal contesto. per quelli così mi sa che di cure non ce n’è.
Io non cerco realismo in tutto il cinema, ma se devi essere surreale o grottesco o simbolico devi fare il modo di creare un atmosfera che predisponga lo spettatore ad un certo tipo di clima(x). Questo film parte piatto come una serie tv mediocre, poi a metá, dopo una scena di incredibile improbabilitá diventa un altra cosa, senza alcuna crescita dei personaggi, senza alcuna suggestione che accompagni il cambiamento. E’ semplicemente tutto scolastico e costruito male.
incredibile improbabilità cosa? il fatto che una donna venga stuprata fuori campo?
No, che sopravviva come sopravvive. E che pronti-via diventi l’amazzone della morte. Il personaggio non ha background che giustifichino tutto questo, nè la regia instilla un mood -chessó, ne sparo uno lisergico che mi viene in mente- alla Pickinck at Hangin Rock, per magari provare a creare una sospensione dal reale . Non ci sono dettagli nella vita della stripper che facciano empatizzare, almeno per godersi la sadica revenge. Il film cambia mood a comando, semplicemente perchè si decide che la modalitá vendicativa è On. Irrompe il sovrannaturale dal nulla e dal nulla il film si fa mistico, allucinogeno e via andando. Per me, nammerda.
Secondo me ti stai approcciando al film nella maniera sbagliata. Non è questo il contesto in cui far le pulci alla sceneggiatura, al modo in cui sono approfonditi i personaggi o alla verosimiglianza di quello che accade sullo schermo. per quanto riguarda l’empatia,non mi trovo d’accordo: l’attrice è molto credibile nel ruolo e la trasformazione, come scritto anche nella rece, non avviene nel modo repentino che dici te, perchè lei non è che improvvisamente diventa un T-1000 efficacissimo e letale, tutto il contrario.
Brainiac, quoto tutto!
Vogliamo parlare dello “scontro finale”?
@Brainiac ” e che pronti via diventi un amazzone ” ?????? SPOILER SPOILER SPOILER HO DETTO SPOILER CAPITO SI ? quindi diventa amazzone pronti via ? Cosi,al volo ? sei sicuro di aver visto il film ? Il primo lo uccide giusto perchè ha la fortuna di prendere il coltello dalla cinta di lui. Il secondo gli spara e lo manca,poi lui insegue lei,e niente,nessuna mira da amazzone o simili,riesce a centrarlo solo quando lui gli va incontro in macchina e sta li a 10 metri,non prima di averlo per l’ennesima volta mancato più volte. ( a me sembra culo più che altro ). Il terzo gli spara da pochi metri,quando poi cerca di strozzarla,avesse più forza in corpo forse l’avrebbe pure uccisa. Ma poi ?? L’hai visto il film si ??
Comunque calma eh, non ti ho mica ammazzato il cane, cazzo. Ok ci sto, il processo è più graduale di come ho detto, anche se scarrellare due cartucce nella grotta non mi sembra un buon allenamento per sparare con efficacia, e comunque sia, dopo un volo di 20 metri Iilnpalo conficcato e tutto il sangue perso DOVREBBE ESSERE PROPRIO IMPOSSIBILE SPARARE (mi chiedo se l’abbia visto tu, il film, dato che lo stupratore al primo colpo preso sulla spalla comincia a tremare come un cocker e non riesce a colpire -da cacciatore- un bersaglio da 10 metri). E a parte questi dettagli il film è una noia (divertenti solo le teste esplose nel sogno), la musica electro è messa a casaccio e i personaggi sono irritanti.
Ma no dai,ho preso solo spunto dalla frase ” pronti via,diventa un amazzone”. E ho risposto a questa frase. Su cosa sia possibile o impossibile in questo film credo sia inutile parlarne,semplicemente il film non ha nessuna pretesa di essere realistico,tutto qui.
SPOILER SPOILER SPOILER
guarda, sopravvaluti un po’ la natura umana.
Il secondo è in assoluto il più difficile.
Sei lì che corri e salti, presumibilmente hai il fiatone, sei talmente poco avvezza alle armi che poco prima hanno fatto vedere che devi familiarizzare anche solo col concetto di come ricaricarla.
Spari in testa ad un tizio che sta guidando una macchina a tutta velocità contro di te,ti sposti di lato poco prima di essere travolta.
Non c’è “vabbè sta a dieci metri” che regga
Lo vedrò quando avrò tempo e modo. Per il momento, mi limito a osservare che ci vuole del coraggio a definire “continua sfida alla coscienza di chi guarda” quello che è senza dubbio, perché non può essere altrimenti, fan service a uso e consumo dello spettatore maschio, il quale in assenza dello stesso forse se ne starebbe ben lontano dalla pellicola. Empowered sì ma anche bella fregna calda e sudata, insomma, e violenta al punto giusto da titillare il masochista (lo siamo un po’ tutti, in fondo). Cade quindi l’assunto iniziale, che exploitation e femminismo siano coniugabili – e forse cade anche l’assunto di ogni femminismo cinematografico, e cioè che sia possibile raffigurare degli stereotipi narrativi come persone. Ma qua si scade troppo nel filosofico, e stacco.
Appunto! A prescindere che il “rape and revenge” è un genere reazionario per definizione (il che va benissimo, intendiamoci! Buona parte di quello che guardo o ascolto è goduriosamente reazionaria), il palco cade nel momento in cui usi una stragnocca in bikini e fucile come protagonista (pare una delle pubblicità di “Jackie Brown”, solo senza ironia).
Vuoi essere davvero femminista? Metti una tipa insignificante o brutta come protagonista (subiscono abusi anche loro, in fondo) e filma lo stupro come qualcosa di repellente.
Infatti secondo me l’etichetta di film femminista è uno stunt pubblicitario, non credo fosse nelle intenzioni della regista.
Tanto più che trovo estremamente SESSISTA voler a tutti i costi trovare sfumature politiche e sociali in un film palesemente exploitation solo perché è girato da una donna.
Il rifiuto a prescindere che ad una donna possa piacere il genere R&R e, nella possibilità di farlo, voglia girarne una sua interpretazione (pur canonica) è anacronistico e discriminatorio.
Boh, io lo stupro l’ho trovato repellente. Sarò una persona sensibile.
Ho sempre ritenuto Kill Bill una merda perché dai, cristo, lo sappiamo tutti che è non possibile viaggiare in aereo con una katana appoggiata al sedile.
Planet Terror poi? Quando mi sono operato per una banale ernia inguinale non sono riuscito a scopare per tre mesi e questa le amputano una GAMBA e dopo cinque minuti è lì che corre e spara con un mitra come protesi?
Non violentate Jennifer è l’apoteosi: sai che devi zittire permanentemente la testimone principale -Jennifer medesima- e a chi assegni, how conveniently, l’onore/onere? Allo scemo del villaggio con il superpotere dell’impotenza empatica.
Ti quoto: A Tarantino lustrerei le scarpe se lo incontrassi ma Kill Bill non l’ho mai digerito. Certo, KB ha sequenze che spettinano l’80 per cento dei registi mondiali ma ho davvero sempre avuto problemi con l’enfatizzazione di alcuni elementi forzati (che in altri suoi capolavori -per quanto pur sempre estremi- sono fusi alla perfezione con la sceneggiatura e la credibilitá dei personaggi).
Oddio era vero. L’hai preso sul serio. Non voglio crederci.
Secchiate di sangue come se non ci fosse un domani, particolari truculenti, allucinazioni in loop…ma, mi duole dirlo, mi aspettavo veramente di più.
Un film di Rodriguez con inquadrature di Tinto Brass (il lato B della Lutz è da 58 minuti di applausi).
Si lascia guardare ma niente di più.
Facendo i seri posso dire che ogni critica, anche la più articolata, intelligente ee Facendo il serio posso dire che ogni critica, anche la più articolata, intelligente ed esilarante, non è nulla confronto anche al peggiore dei film. Lo sforzo fatto per mettere in piedi una produzione è faticosissimo e merita sempre e comunque rispetto. Quello che rispetto meno sono le scelte di alcuni produttori, talvolta investire qualche soldino in più sullo sceneggiatore, affiancarlo ad un revisore (che può essere un esecutivo) e un dialoghista può salvare una pellicola.
Vorrei comunque rassicurare tutti quelli ai quali il film è piaciuto: essere di bocca buona non è peccato ne perseguibile per legge.
esilarante, non è nulla confronto anche al peggiore dei film
Vorrei rassicurare tutti quelli ai quali il film è piaciuto: essere di bocca buona non è peccato ne perseguibile per legge.
Minchia che copia/incolla incasinaoto!!!
Però ammettilo. L’idea di commentare dopo una pippata di peyote l’hai rubata dal film ;-)
Eh, potessi dare la colpa al peyote…
Volevo solo dire: raga, la cosa dello stupro non filmato ve l’ha spiegato bene Xena sopra, c’è un motivo per cui non è filmato e il resto della violenza sì, ed è proprio per escludere lo stupro dalla violenza cartoonesca del resto del film e dargli una drammaticità diversa. E lei è figa e non brutta perché è CINEMA, insomma sapete quella cosa in cui in genere le attrici e gli attori sono fisicamente gradevoli più della media delle persone che incontrate al supermercato? Ecco. Questa idea che robe femministe=donne brutte mi ha sempre lasciato perplessa, vorrei capirla bene e capire da dove viene, io sono una femminista e vi assicuro che non mi escono escrescenze dalle orecchie. In più non è che se un film è diretto da una donna e ha uno spirito femminista allora deve tralasciare l’aspetto estetico e sensuale (anche qui, ci sono un botto di donne che apprezzano grandemente la bellezza femminile) se no non funziona il suo discorso, anzi: le inquadrature voyeuristiche qua sono perfino esasperate e sono consapevoli, funzionali a un discorso che ragiona sia sul presupposto della violenza sessuale come frutto di una “provocazione” che sul rapporto tra fisicità dell’attore action e telecamera. Perché il culo di Matilda Lutz dovrebbe rappresentare un ragionamento estetico diverso rispetto ai muscoli di Rambo? Credo perchè il nostro occhio di spettatori che compie il salto interpretativo.
Sì, ok. Ma non ho mica detto che le femministe sono cesse. Ho solo detto che il rape e Revenge non è femminismo (ma vita decisamente verso il fascismo). E che questo film è solo un gran culo e tanto sangue mostrati per il nostro piacere.
Sinceramente sostenere che si insiste a mostrare le chiappe della protagonista non tanto per solleticare lo spettatore quanto per indurlo a riflettere sul fatto stesso che vengano mostrate, mi sembra una tesi un filo azzardata. Diciamo che quando vedo un bel culo la concettualizzazione del mio atto di averlo guardato non è la prima cosa che mi viene in mente. A volte neppure la seconda.
Dunque, se ho capito bene, Femminismo è fare le cose che facevano i Maschilisti ma con consapevolezza e per farci capire quanto sono brutte le cose che pensano e fanno i maschilisti. Farlo con lo stesso sguardo pieno di libidine ma di quella libidine accettabile perchè fatta da una donna su una donna, perchè anche alla donna piace vedere le belle donne inquadrate insistentemente e voyeristicamente perchè a differenza del passato ora c’è un significato in ogni cosa perchè lo sguardo è femminile.
Ciao! Temo di non essermi spiegata bene su questo punto, quindi provo a farlo qui: certo che le inquadrature sul culo di Matilda Lutz sono insistite, gratuite, “lascive”, fa parte del modo in cui Coralie Fargeat presenta il personaggio, il suo insistere sul fatto che è una ragazzetta frivola, libertina, sessualmente disinibita, proprio perché – almeno, è la mia interpretazione, potrei sbagliarmi – vuole dire allo spettatore che il “se l’è cercata” non esiste. Mai. Lo stupratore nel film si sente legittimato a violentarla perché lei è così, perché la sera prima lei ha ballato in modo provocante con lui, e mi è parso di capire che nell’insistere con una messa in scena iniziale da spot pubblicitario iper macho, Fargeat volesse spingere lo spettatore eventuale a chiedersi se anche lui, idealmente, potrebbe mai arrivare a giustificare uno stupro. La risposta, per Fargeat per il film e mi auguro per il mondo civile, è ovviamente no. Ma mi è parso di capire che la regista volesse lavorare in quella direzione, è un film sul corpo anche perché Jen trasforma (volente o nolente) il suo corpo per farlo diventare attivo mezzo di vendetta, e il corpo è filmato e glorificato nella sua bellezza esattamente come si fa con le star del cinema muscolare. Poi, questa è la mia interpretazione, non pretendo di avere una ragione assoluta: a me il film è molto piaciuto, mi ha divertito soprattutto nelle sue componenti gore e anche nella sua sfacciataggine, certo è tutto fuorché un film realistico ma non ha nemmeno la pretesa di esserlo (tranne per la scena dello stupro), anzi, è proprio esplicitamente lisergico, esagerato, allucinato. Ed è tutto fuorché un film perfetto, sia chiaro, ma la mia esperienza di visione è stata davvero appagante, e nella recensione ho cercato di spiegare perché.
Xena ha risposto meglio di me, ma Brainiac, Ang, Rocco, mi preme dire che quello che fa la Fargeat coincide con la sua visione di un determinato genere, che è ANCHE quella di una donna che in quanto donna, vede il genere ANCHE in quel modo, MA non è l’essenza del femminismo nel cinema. Quel che intende lei all’interno del film con quel discorso, è quel che vuole dire LEI. Non cerchiamo manifesti del femminismo in film che non lo vogliono manco essere: questo è un film di genere che fa ANCHE un discorso che tiene conto di uno sguardo femminile e a tratti femminista. Diciamo che è un po’ come lamentarsi che Rambo non ci spiega abbastanza bene storicamente le ragioni dei Vietcong, ecco.
A questo punto dovrei vederlo per farmi un’idea più chiara, sottolineo però che la mia non era tanto una critica all’assenza di femminismo nel film quanto una constatazione: per me un film scritto, diretto e recitato da donne ha già tutto il femminismo che serve, anche se parla di come si cucinano le zucchine lesse.
AAAAH, è un film di serie B, allora tutto è giustificato. Perchè non inserirci un paio di dinosauri allora ?
Ma le vere domande che sorgono con questa boiata pazzesca sono :
Perchè una tizia che NON fuma ( in bocca si mette solo due cose, e una è un chupa chups…) ha con sé un accendino?
Come è possibile stampare una scritta a fuoco e mantenerla identica, e non a specchio ?
Compro il dvd special edition se mi rispondete. bah.
se queste sono le vere domande che ti sorgono, hai un problema, amico mio.
@lorenzo:
Io se vedo un film chiedo innanzitutto coerenza . Non con la realtà, altrimenti 3/4 dei film non li potrei vedere.
E ti faccio un esempio vecchio : se in un film spacciato come storico come il gladiatore vedo delle czz di balestre, spengo tutto e non lo guardo. Se improvvisamente Freddy krueger cominciasse ad uccidere fuori dai sogni… mi sono spiegato?
Questa roba è completamente fuori. Vogliamo fare passare gli spettatori per babbei con la scritta sulla pancia ? ok.
Non ci voleva niente a presentarla con la sigaretta in bocca. Altrimenti io vedo dei buchi di sceneggiatura grossi come case.
PS se io ho dei problemi perchè noto certe incongruenze, a te piacciono film di merda senza sceneggiatura e senza coerenza. Contento te …..
@Xena
La sfida a resistere dal dire: “Se l’è cercata” non è solo per gli uomini, ma anche, in un certo qual modo, per molte donne. Se la Jennifer di I spit in your grave era vergine ed essenzialmente si faceva gli affari suoi, la Jennifer di Revenge non viene solo presentata come consapevolmente sexy e sessualmente attiva ma anche come la classica amante giovane rovinafamiglie. Stereotipo che è tutto fuorché simpatico alle donne.
Ho visto il film in streaming con Miss Pitch * e quando il tipo torna a letto dopo la telefonata alla moglie (Jennifer sa che il tipo è sposato con figli) la sua prima reazione è stata: “Ma guarda sta tr**a!“.
* Miss Pitch non è femminista. Con me condivide l’idea che -ferme restando pari opportunità economiche, politiche e sociali- uomini e donne siano diversi e complementari.
Ma è il bello del film, no? È qui buona parte del discorso femminista che qualcuno di voi non vede. È “ha gli stessi diritti di tutti anche se vi sta sul cazzo e/o non approvate il suo stile di vita”. Troppo facile tifare per la solita innocentina che vuole solo farsi gli affari suoi. Ho detto pubblicamente altrove che ho delle perplessità sul film, ma questa per me è la parte migliore e quella che lo eleva, nell’aspetto politico, sopra a quasi tutti gli altri rape & revenge.
Ma non credo neanche sia il primo a fare questo tipo di ragionamento, Nanni.
Non è proprio un rape and revenge, ma ti citerei “Cane di Paglia”.
La moglie di Dustin Hoffman è la classica donna secondo Peckinpah (una bambolotta idiota e volubile) che provoca i bifolchi, viene violentata e, alla fine, gli aggressori muoiono male – l’ultimo lo uccide lei con un colpo di fucile.
Fu accusato di essere un film fascista, mentre questo viene esaltato come film femminista.
C’è un discreto elenco di differenze fra i due film, potrei ad esempio citare il tono diverso (più realista Peckinpah, decisamente più surreale ed escapista la Fargeat), o potrei citare il fatto che probabilmente ci si riferisse più alla figura di Dustin Hoffman che di lei, oppure potrei semplicemente dire che lo scopo di Cane di paglia non era riflettere sulla giustizia della vendetta quanto piuttosto illustrare un timido che strippa. È un altro argomento e non sono paragonabili.
Si ma in “Cane di Paglia” lo stupro di Lei è usato in modo funzionale come sopruso a LUI :)
Sì ecco, senza contare che “non è un rape & revenge” già sintetizza a sufficienza. Questo lo è, e abbastanza programmaticamente (vedi il titolo stesso) vuole esserne uno di stampo ultraclassico con uno sguardo subdolamente diverso che fa tutta la differenza per come ne esce la figura della protagonista. Non è che dobbiamo per forza eliminare tutte le sfumature e gridare alla rivoluzione epocale come per Get Wonder Panther Out, però se fa effettivamente qualcosa di giusto e interessante (e lo fa) va detto.
L’unica femminista dei giorni nostri e’ Serena Williams
ROFTL
“… mi stai facendo questo perché sono una DONNA!” (Serena Williams, 8 settembre 2018, rivolgendosi ad una supervisor DONNA, mentre sta giocando contro una DONNA, la finale delle DONNE degli Us Open).
Ma Elle non rientra nei Rape & Revenge, giusto per citarne uno che in quanto a ribaltamento di prospettive non scherza un cazzo e uscito da relativamente poco? (Sì, mi irrita molto quando vedo campagne marketing basate sulla memoria corta degli spettatori)
ho guardato questo film qualche mese fa e sono rimasto deluso, le mie aspettative erano alte proprio per i motivi espressi nella recensione, ma… io non sono riuscito a vedere niente di particolarmente diverso da un r&r standard, genere che evito di proposito.
la rece mi piace ma non riesco davvero a sovrapporla al film.
è un po’ come quando agli show queer di drag queens/ballerini/comici e spesso c’è una *ironic stripper*
certo le dinamiche di potere sono diverse e la motivazione dello sguardo e blabla, ma non sono sicuro di apprezzare per *l’ironia*
Io l’ho visto diverso tempo fa, e per me è stata una cannonata xD!
Devo dire che la bellissima recensione di Xena sposa totalmente il mio pensiero su questo film e di conseguenza risparmio tante parole nel dire cose che lei ha detto benissimo. Tante cose mi hanno colpito: l’ambientazione – quella villa con piscina così moderna, in mezzo al deserto è fantastica; i colori e la fotografia – ma che bello l’uso di arancioni accesi, di rossi, di gialli, e che spazi!; naturalmente lei, la nostra Matilda Lutz! Con quel corpo, e quella bellezza, ci voleva un attimo a rendere tutto intriso di volgarità, ad ammiccare in maniera ruffiana ai desideri sessuali dello spettatore masculo , ed invece no: la cosa bella è che lei ed i 3 uomini sono tutti sullo stesso piano, e per certi versi combattono alla pari; quindi merito a lei ed alla regista!
Per ultimo, si può pure insistere a raccomtare la rava e la fava, cercando ogni incongruenza, lamentandosi per il troppo sangue (è fantastico!) o altre menate del genere: signori miei, è il cinema, dove si raccontano storie e sogni per immagini, e devono essere comprensibili e strutturati con poco più di un’ora a disposizione; altrimenti vi sparate in loop Quark e i video del National Geographic e siete a posto xD!
Cavolo! Magari non vuol dir niente, ma solo ora mi sono accorto che su Rotten Tomatoes questo film ha totalizzato un 93% di recensioni positive !! u.u
Ok. Quindi da quanto ho capito il marketing sta facendo PUTTANATE, in quanto tutto quello che ho visto e letto sul film, sino a questa rece, mi aveva convinto a non vederlo.
Cioè, lo stanno vendendo come un rape & revenge fenminista in forma di tarantinata, fate voi.
Il mio unico problema con questo film, che me lo fa digerire poco, è legato al fatto che odio i personaggi scritti con un pennello da parete su un post-it (non parlo di lei). Per il resto, per essere un’opera prima (lungometraggio), è un ottimo film su cui il marketing sta puntando in maniera troppo unilaterale. Qualsiasi altra critica, soprattutto di verosimiglianza, mi fanno capire quanto, molti di voi, dovrebbero cambiare hobby.
Cambialo tu hobby, anche in un film di genere la verosimiglianza puó essere un plusvalore. Io so molto bene cosa mi piace nei film, e se tu non la pensi allo stesso modo rilassati, ognuno ha la sua visione delle cose. Non è necessario il realismo, certo, ma quando non lo è l’atsmosfera creata dovrebbe far da contraltare, proprio per bilanciare gli spunti grotteschi o visionari. Per me questo film non lo fa, per Nocturno, il Frusciante i 400 calci e tanti altri lo fa egregiamente. Non capisco perchè dare del coglione a tutto il resto del mondo.
Sono calmissimo e non ho dato del coglione a nessuno. Se tu, nel mio commento, ci hai letto questo, hai chiaramente esagerato i toni. Sei andato in puzza per niente.
Ah, e lo specchio riflesso è roba per bambini. Dovremmo essere adulti, qui.
Va bene, “cambiare hobby” se non la pensi come me = “datti all’ippica”, a casa mia. Io non ho interpretato male niente, a occhio e croce, tant’è che tiri fuori la storia dello specchio-riflesso per continuare a provocare.
Guarda, cerco di chiarire perchè discutere è ok, ma almeno farlo con la chiarezza di non aver davanti un troll (cosa per la quale tu sembri avermi scambiato). Si, il cambia hobby è un equivalente di datti all’ippica, ma non del darti del coglione. Dare del coglione è un insulto che riservo alle persone che conosco abbastanza da poterglielo dire, che poi la provocazione in se possa darti fastidio è ok, ma provocazione rimane e non insulto. Sulla cosa dello specchio riflesso, no, quella non è per provocare, è proprio che non ce n’è bisogno. Aggiungo, ad ulteriore chiarimento, che non ho detto che hai interpretato male, ma hai sbagliato i toni. Non erano aggressivi e non volevano insultare, provocare si, insultare (coglione), no. È che ci tengo, discutere animatamente, magari irritandosi a vicenda lo trovo ok e divertente, ma essere maleducato, non lo sono.
Guarda, cerco di chiarire perchè discutere è ok, ma almeno farlo con la chiarezza di non aver davanti un troll (cosa per la quale tu sembri avermi scambiato). Si, il cambia hobby è un equivalente di datti all’ippica, ma non del darti del coglione. Dare del coglione è un insulto che riservo alle persone che conosco abbastanza da poterglielo dire, che poi la provocazione in se possa darti fastidio è ok, ma provocazione rimane e non insulto. Sulla cosa dello specchio riflesso, no, quella non è per provocare, è proprio che non ce n’è bisogno. Aggiungo, ad ulteriore chiarimento, che non ho detto che hai interpretato male, ma hai sbagliato i toni. Non erano aggressivi e non volevano insultare, provocare si, insultare (coglione), no. È che ci tengo, discutere animatamente, magari irritandosi a vicenda lo trovo ok e divertente, ma essere maleducato, non lo sono.
Está bien, amigo, está bien
Bella lei, ma finisce lì.
Nel nulla quasi assoluto del cinema di oggi questo è un discreto 6.
Io credo al contrario che pretendere la verosimiglianza in un rape & revenge congegnato come questo film è obbligatorio.
Hai questa donna che subisce soprusi inenarrabili, ok; davvero pensate che sia più coerente e femminista che sta tizia non solo risorga tirandosi un ramo dal corpo (senza che questo infici in alcun modo i suoi organi interni) e cauterizzandosi alla bellemeglio, ma che dopo poche ore c’ha un taglietto davanti e qualche sparuto graffio dietro? Se condannare lo stupro significa farci partecipi di quanto repellente sia come atto e degli effetti che provoca sulla vittima, allora non vedo dove stia il femminismo in Revenge, visto che la suddetta vittima ce la ritroviamo che sta come un fiore, col ben tornito culetto bene in vista, ad ammazzare i suoi aguzzini.
Poi vabbe’, se ci accontentiamo di film da menare mi sta benissimo, ma ammantare Revenge di valenza “politica” è fuori luogo proprio. O meglio, è puro battage pubblicitario.
Onestamente il tuo discorso sembra un po’ “se il femminismo non ha la definizione che dico io e non sta dove lo cerco io allora non c’è”, mentre mi pare che sia nel pezzo che nei commenti siamo stati chiari nell’indicare dove sta il nocciolo della faccenda. Se hai dubbi, chiedi.
Mah, senza offesa, ma la tua mi sembra un’argomentazione un po’ povera.
La tesi dell’articolo è che siccome la vittima dello stupro è una donna sessualmente disinibita il film è automaticamente femminista: dici che sono io che sto utilizzando a mio piacimento il termine femminismo o non sarà mica quello che avete fatto anche voi nella rece?
Poi ripeto, non è nemmeno il femminismo in sè che mi crea perplessità, è il fatto che sotto il paravento del femminismo (molto in voga di questi tempi, suvvia, non siamo nati mica ieri) mi debbano far passare come genialate che:
SPOILER SPOILER SPOILER
1. questa tizia c’ha un albero conficcato nel petto e allora pensa bene di levarselo, utilizzando il peyote come antidolorifico, e cauterizzarsi lo squarcio, e – miracolo della medicina! – il giorno dopo c’ha un taglietto davanti e qualche sparuto graffio dietro;
2. ammazza il primo laidaccio in un imprecisato punto di un laghetto, poi il giorno dopo pam!, il cadavere galleggiante dove va a finire?, ma ovviamente a chilometri di distanza di fronte al secondo laidaccio che stava urinando;
3. la gente sanguina e poi d’improvviso smette di sanguinare di botto;
4. in alcuni frangenti i protagonisti sentono un fruscio a un chilometro di distanza, mentre in altri ci sono urla e sparatorie e nessuno si accorge di niente;
5 (il capolavorone). il supercattivaccio viene colpito al torso da una fucilata, striscia sanguinando abbondantemente per il corridoio della casa, riesce ad alzarsi in piedi, poi dopo poco miracolosamente inizia a correre a perdifiato, riesce persino a ribaltare la situazione trovandosi la vendicativa Jen a terra e disarmata e che fa? le spara? ma ovviamente no, questo tizio semimoribondo decide che è meglio darle un colpo col calcio del fucile e poi strozzarla, da buon cavaliere (nero?)… sic
FINE SPOILER
Credo che il film sarebbe stato molto migliore, e molto più femminista conseguentemente, se ci avesse risparmiato un po’ di queste “leggerezze”.
Poi oh, è piaciuto a un sacco di gente, quindi il mio parere vale quello che vale. Se avete dubbi, chiedete.
“La tesi dell’articolo è che siccome la vittima dello stupro è una donna sessualmente disinibita il film è automaticamente femminista: dici che sono io che sto utilizzando a mio piacimento il termine o non sarà mica quello che avete fatto anche voi nella rece?”
Sì, la tesi è quella. Il motivo è che ti sbatte in faccia che solo perché qualcuna non si comporta secondo canoni di purezza e perfezione e morigeratezza non è un buon motivo per metterne in discussione i diritti umani di base, tipo quello di non essere stuprata. Fatti un giro sotto qualsiasi articolo di cronaca sull’argomento, leggiti i commenti e trova il coraggio di dire che non ti sembra un discorso, purtroppo, amaramente necessario. Due parole: “Asia” “Argento”. Il resto è tono volutamente surreale, che ovviamente si può apprezzare o meno, ma davvero dopo che hai visto lei che resiste a un volo di decine di metri finito con un’impalata non cogli l’indizio e stai ancora lì a sindacare su ogni altro dettaglio? Non era abbastanza plateale? La mia unica domanda, se proprio ne devo avere una, è onestamente questa. Un’altra forse sarebbe “perché femminismo e realismo devono essere necessariamente collegati?”, ma fa lo stesso.
Devo essere sincero, continuo a comprendere poco questo atteggiamento “visto che la tesi è buona, giusta e condivisibile, allora dobbiamo accettare di buon grado tutte le incoerenze narrative e le crasse inverosimiglianze, dobbiamo fare finta che non esistono”.
Per quanto paradossale ti sembri, posso accettare che ci si salvi da un volo di 10 metri e dalla conseguente impalata di un albero, potrà succedere una volta su un milione ma vabbè, se non fosse peculiare e eccessivo non ci avrebbero costruito un film su, no? Ma se a questo ci aggiungi la miracolosa guarigione con peyote e cauterizzazione la percentuale scende a una su un miliardo; aggiungici che un tizio ammazzato da una parte del lago venga ritrovato giusto giusto dove sta pisciando il suo amichetto e la percentuale di plausibilità scende a una su un biliardo, e così via. Nei film che non si pongono come “fantastici” la sospensione dell’incredulità vale solo fino ad un certo punto, del tipo che ti aspetti che Bond la sfanghi sempre però se in un film qualcuno lo colpisce in testa con una cannonata ti viene difficile accettare che lui si sistemi il ciuffo e faccia come se niente sia successo. Spero che il mio punto di vista sia più chiaro e di non venire considerato “quello che spacca il capello in quattro”, perchè – possono ammetterlo anche quelli che lo difendono a spada tratta – qui non si tratta di capelli, ma di oceani di baggianate.
Credo, dopo 80 e passa commenti, che il nocciolo della questione per i detrattori (fra cui mi metto anche io) è che il film abbia un approccio serio, almeno all’inizio, quando poi diventa palesemente altro.
Mi spiego meglio.
In Pulp Fiction, Tarantino, fa capire subito che ci troviamo in una sorta di realtà parallela…surreale ma credibile, attraverso i dialoghi fra Vincent e Jules: davanti alla porta dei bersagli stanno parlando di massaggio ai piedi.
In Revenge la situazione è completamente diversa, la fotografia è molto patinata al fine di rendere la Lutz un’amante “lolita”, creando una situazione MOLTO REALE (ricco bello con amante ancora più bella) con tanto di lecca lecca in bocca. I minuti passano e succede esattamente ciò che ci si aspetta, ci sta anche lo stupro fuori campo…va benissimo, è il preludio di ciò che potrà essere…siamo ancora nell’ambito “serioso”.
Al limite mi sta pure bene come si arriva al famigerato burrone, la spinta, lo schianto e l’impalamento.
È da qui in poi che c’è il tilt, la messa in scena cambia spettro e, a mio parere, cozza pesantemente con tutta la premessa facendomi apprezzare molto ma molto meno tutto ciò che invece c’è di buono.
@daniel : GRAZIE !!!! hai espresso in maniera pulita quello che io volevo dire in modo sconclusionato !
@Daniele Day Levi-Strauss
Il “tilt” che ti ha infastidito in Revenge è il medesimo che hai visto in decine di altri film che (magari, forse) ti sono piaciuti. Il primo che mi viene in mente, giusto per non cambiare campo da gioco, è “Dal tramonto all’alba“.
Beh, però non si possono assimilare un revenge movie/thriller e un film di vampiri… E’ un po’ come dire che giocano nel medesimo campo da gioco Il Silenzio degli Innocenti e Jesus Christ Vampire Hunter…
@Blissard’of Oz
Hai presente il tipico campetto multisport in erba sintetica che trovi nelle polisportive comunali? Quello su cui a seconda delle circostanze ci si può giocare a tennis, pallavolo, basket, calcio a 5 ecc
Ecco, quel campetto è l’exploitation.
Perfetto, solo che tu non puoi arbitrare una partita di calcio a 5 utilizzando le regole del tennis o della pallavolo, anche se il campo è lo stesso
Certo. Sullo stesso campo, con regole, righe e palle diverse puoi fare sport distanti tra loro (Revenge, Dal Tramonto all’Alba, A prova di morte, Pink Flamingos ecc.) ma non puoi giocarci a football americano (Il silenzio degli Innocenti), Sci Nautico (2001 Odissea nello spazio) e Bob a quattro (un film di Woody Allen a tua scelta).
Secondo me la tua metafora regge fino ad un certo punto (e ha oltretutto un vago sapore classista).
Qui non si tratta di mere questioni produttive, qui si parla di generi cinematografici. Secondo il tuo discorso Il Silenzio degli Innocenti e Cinque corpi senza testa dovrebbero appartenere a categorie ben distinte, ma sono thriller entrambi e non è così assurdo paragonarli.
Non so poi se, a proposito di Revenge, non si capisca o non si faccia finta di non capire: in alcuni film che hai citato ci sono esempi di inverosimiglianza, ma una cosa è un’inverosimiglianza, un’altra è una scempiaggine; per dire, se un tizio in una inquadratura è zuppo d’acqua e in quella immediatamente successiva è perfettamente asciutto la questione non è se la cosa sia verosimile, è semplicemente una scempiaggine, un errore narrativo e tecnico. E in Revenge di scempiaggini ce ne sono tante (ne ho elencato qualcuna sopra), il che è un peccato visto che la regista ha delle evidenti qualità.
@Pitch f. H.
Non è lo stesso campo da gioco, non è lo stesso campionato e neanche lo stesso sport!
In “Dal tramonto all’alba” non ci sono “tilt” per lo stesso identico motivo per il quale non ci sono in Pulp Fiction…ossia, fanno parte dello stesso “mondo” surreale ma credibile. Non per niente sono frutto della stessa mente, cioè quella di Tarantino.
Lo si capisce benissimo, anche qui, dai dialoghi iniziali quando Seth e Richard sono nel minimarket/autogrill e Richard ha appena seccato il ranger sparandogli alla testa…iniziano un botta e risposta con il commesso rintanato dietro il bancone per non farsi ammazzare.
O ancora, quando arrivati al Titty Twister, Jacob spiega al cavernicolo all’ingresso perché ha diritto ad entrare parlando di patenti da camionista.
Dai su, è evidente che si parla non solo di generi diversi…ma anche e soprattutto di punti di vista diversi (intendo da parte dei registi).
Tarantino o Rodriguez ti portano a tifare, e quasi a voler bene, ai loro personaggi malgrado siano assolutamente negativi e disfunzionali.
Coralie Fargeat fa un rape & revenge dal punto di vista dell’abusata (è ovvio che sarai dalla sua parte, femminista? boh!) che inizia in maniera impeccabile e poi si svolge e conclude in tutt’altro modo…a dirla tutta in certi momenti era quasi buffo, vedi scontro finale.
Ma ciò non toglie le sue assolute qualità di regista, ha una chiarezza nel mettere in scena momenti truculenti che si fatica a credere sia opera di una donna.
In ultimo, non dimentichiamo che Revenge è la sua opera prima, quindi ci si può solo che aspettare cose migliori nel prossimo futuro.
@Blissard of Oz
quote: “Il Silenzio degli Innocenti e Cinque corpi senza testa dovrebbero appartenere a categorie ben distinte, ma sono thriller entrambi e non è così assurdo paragonarli.”
Paragonarli, magari, non è assurdo. Ma è fuori ogni logica riporvi le stesse aspettative in fatto di capacità registica, solidità di trama, qualità attoriali.
quote: … una cosa è un’inverosimiglianza, un’altra è una scempiaggine
Le discriminanti sono: a che livello riesci a sospendere l’incredulità e che cosa ti impedisce di godere di un film per quello che è.
Semplifico: perché hai affrontato la visione di Revenge con la soglia dell’attenzione così alta? Forse perché te lo hanno venduto come un film femminista quindi politico?
Al di là della lattina che *non* rimane impressa in negativo (quello è oggettivamente un blooper, a meno che non vi siano significati reconditi che però ignoro), i restanti errori sono sciatterie tipiche dell’exploitation che, limitatamente a questo macroinsieme, sono tollerate e a volte persino cercate scientemente —vedi ad esempio i glitch di pellicola artificiosamente inseriti da Tarantino/Rodriguez nel double bill Grindhouse.
SPOILER! In effetti il tatuaggio storto (o dritto, comunque sbagliato) m’ha lasciato un po’ di merda. E per qualche scena ci stava pure, sembrava quasi avere un senso, pareva un segnale di irrealtà ben congegnato. Poi no, lo reinquadra e proprio ti chiarisce che è un errore, a meno di non voler pensare che la parte revenge sia tutta una fantasia. Forse lì sta il femminismo, nel dirti che nella realtà tutto sarebbe, anzi è finito male molto prima, come nella triste realtà è normale che accada tra carnefice e vittima. Boh, comunque sia, nonostante quel momento di fortissima rottura alla sospensione dell’incredulità io ancora ho male allo stomaco.
@Daniele Day-Levi Strauss
In Dal tramonto all’alba non c’è un tilt? Dici davvero? Il film è fisicamente diviso in due parti, quella noir/pulp e quella vampiro/splatter. E considera una cosa: il film l’ho visto nel 1997 al cinema, quando i comuni mortali (tra cui me) non avevano internet che ti mostrava trama, spoiler, video, recensioni ecc. Vidi Tarantino sulla locandina*** ed entrai in sala. Non sapevo assolutamente che a metà film avrebbe virato verso lo splatterone vampiresco.
Apprezzato? Si. Prevedibile basandomi sul primo tempo? No.
Poi vabbè, se vogliamo fare il giochino del temperamatite e del cazzo lo si può fare di qualsiasi film della storia.
Rimaniamo su Dal Tramonto All’Alba.
Agevoliamo contributo video di Sex Machine:
https://i.imgur.com/LlwAACC.gif
Quanto è tecnicamente sbagliata quella pistola?
1. Tra i due tamburi e la canna non c’è un collegamento
2. Non c’è fisicamente spazio per il cane e per un qualsiasi tipo di innesco
3. Anche funzionasse, un minimo rinculo sarebbe sufficiente a far finire i coglioni del povero Tom Savini dritti in gola
*** entrai in sala nonostante la faccia di Tarantino mi avesse già fistfuckato tre anni prima con quel cesso di Killing Zoe.
Grossa delusione per me, quasi tutte le cose scritte nella recensione sono difficilmente contestabili e il discorso “politico” sostenuto da Nanni non fa una piega ma continuo a pensare che questo film non funzioni affatto.
Un po’ è sicuramente colpa della continua richiesta di sospensione dell’incredulità che non è aiutata dalla carenza di coerenza narrativa e dalla incapacità di gestire la tensione e generare il giusto coinvolgimento. Poi devo dire che ho mal digerito i continui e scontati simbolismi e i messaggi scritti col pennarellone. Ho sperato fino all’ultimo in un guizzo della sceneggiatura ma niente, tutto procede in maniera abbastanza scontata.
Dulcis in fundo l’antagonista mi è sembrato un cane di attore (non aiutato dal dover rappresentare un personaggio scritto veramente male) e il doppiaggio davvero scadente.
@Pitch f. H.
Ma guarda che non era proprio mia intenzione fare la punta ai cazzi ne tanto agli stronzi, stavo spiegando il mio (e magari di qualcun altro) punto di vista argomentando, come vuole la regola sancita e tantissime volte ribadita da Nanni.
Il mio non era tanto un discorso legato alla plausibilità di quanto venga messo in scena, ma piuttosto al come ci si arriva.
Tento di spiegarmi ancora una volta.
E’ chiaro pure ai minus habens, che una pistola a forma di cazzo con i tamburi al posto delle palle sia una stronzata immane e tecnicamente errata e irrealizzabile, ma il punto non è quello…il punto è che a quel punto (perdona la ripetizione) della trama hai già accettato la situazione e tutto ciò che ne consegue (tipo il cuore strappato dal petto del vampiro da Frost con una mossetta simil Karate, non credo serva l’agevolazione di un contributo video per ricordare la scena e qualificarla come assurda o inverosimile) perché la storia che viene raccontata parte da subito con situazioni al limite dell’incredibile, ma plausibili, grazie alla penna e quindi al modo di scrivere di Tarantino e al modo di dirigere di Rodriguez.
Come dice giustamente Ceramiche Kobayashi qua sopra, in Revenge c’è una continua richiesta di sospensione dell’incredulità generata da una partenza in un certo modo (serio) e uno svolgimento in tutt’altro che, dal mio punto di vista, faticano a convivere.
Ti faccio un esempio che magari rende meglio ciò che voglio dire.
Anche Il Corvo può essere considerato un Rape & Revenge, c’è tutto ciò che serve per inquadrarlo nel genere: coppia tranquilla di ragazzi che si devono sposare, lui viene ucciso, lei prima violentata e poi uccisa, lui torna dalla tomba per vendicarsi.
Ecco, il suo risorgere viene SUBITO giustificato con la leggenda che Sarah racconta in voice over ALL’INZIO del film.
Accettata la leggenda, si innesca la sospensione dell’incredulità e tutto il resta fila dritto come una spada.
Daniele Day-Levi Strauss
Il Corvo non è, a mio parere, un R&R. Wikipedia però ti dà ragione, anche se forse per troppo entusiasmo nella pagina del genere inserisce anche Irreversible, che -No Spoiler!- non può ovviamente stare in lista.
Comunque, potremmo andare avanti all’infinito, cosa che non sarebbe produttiva per nessuno dei due: personalmente me lo sono goduto perché tendo a non aspettarmi iperrealismo in un exploitation; inoltre il fatto che fosse diretto da una donna mi ha influenzato meno di zero: il film è molto meno femminista e femminile di quanto abbiano cercato di spacciarlo.
Avremo modo di scannarci meglio quando uscirà la recensione di Peppermint con Jennifer Garner, una sorta di Giustiziere della Notte meets John Wick, ovviamente al femminile :-)
Peace.
@Pitch f. H.
Anche se si rimane delle proprie idee, è sempre bello confrontarsi con chi condivide la tua stessa passione.
Al prossimo match.
Respect.
Personalmente l’ho trovato un film molto interessante, anche nel suo essere così dichiaratamente eccessivo ed esagerato, nonostante in molti punti la trama corresse sul filo del “maccosa”. L’unico appunto che mi viene da fargli è per lo scarto un po’ troppo netto tra la spensieratezza iniziale della protagonista e il suo trasformarsi in una sorta di Rambo al femminile. Credo che, se il background del suo personaggio avesse offerto una giustificazione un po’ più coerente a livello narrativo con le prodezze che le vediamo compiere lungo il film, il pubblico avrebbe raggiunto molto più facilmente la sospensione dell’incredulità, e ci sarebbero state molte meno critiche negative. Comunque applausi a scena aperta per Matilda Lutz, che risulta in parte tutto il tempo e riesce davvero a farti stare male quanto la povera Jennifer. ✌
oh, per me è solo un brutto film
Al netto dei maccosa è un bel film.Il doppiaggio fa così schifo che ho riconosciuto un paio di voci di doppiatori dei videogiochi, dove il doppiaggio fa notoriamente schifo, lo ribadisco.
Io ho capito che problema ho con molti horror o simil thriller ormai:
Li fanno per far parlare quelli come voi.
Mi spiego meglio mentre vi disprezzo:
Un film così non ha molta scienza di trama dietro, la bella abusata che si vendica e ammazza tutti; di che altro devi parlare e quanto la devi girare scusa?
Tanto lo sai che le accadrà il peggio ma li ammazza tutti alla fine e pure male.
Però poi ai giorni nostri il regista che fa cose così non si accontenta, pensa a quando andrà Domenica a pranzo dalla madre che chiedendo “Ma a cosa lavori” non potrà dirgli:”Un film su una mezza biotta che dopo esser stata usata come un bagno chimico sbudella e smembra come manco alla sagra dei Ciccioli” eh no, che figura ci fa col fratello che si è sposato ed ha comprato una Tesla ed ha la piscina in giardino?
E allora ecco:”E’ un film su un viaggio attraverso la distruzione di una donna che rinasce come una Fenice e porta in seno la vendetta sino alla sua destrutturizzazione e rinascita; un film sul corpo”
E minchia e ora Gaetano, cosa dici?
Ha il computer la macchina, ma io ho fatto un film sul corpo destrutturato!
E allora iniziamo con gli SPOILER:
Ed ecco che il tipo che sta a guardare mentre lei viene abusata si piglia un coltello nell’occhio, METAFORA ED ALLUSIONE!!!
Poi abbiamo sezione onirica e lisergica, che fa un pochino MDMA ma anche Rambo che si ricuce; non dimentichiamoci il legno che le resta addosso PENETRANDOLA CON VIOLENZA, METAFORA, ARTE!!!
Poi lo stupratore come ce lo eliminiamo?
Chi se ne fotte, gli mettiamo però la scena dove grazie a lei si ritrova una fessura piena di sangue per un oggetto che gli è penetrato dentro con forza, MARINA ABRAMOVICH NON SEI UN CAZZO!!!
Ed infine per Lui che le ha distrutto il cuore lei lo penetra forzatamente e lo uccide, e andiamo!!!
Il tutto, lo ripeto, con campi lunghi e riprese da filmaker, formiche immerse nel sangue e via dicendo; in culo ad ogni bagliore di senso o filo logico, perchè è ARTE CAZZO!!!
E purtroppo ci state voi che invece che farmi una recensione dicendo “Che topa che è lei, peccato perchè avrei voluto che glielo infilasse nel culo il fucile invece che sparargli in testa” voi dovete buttar giù righe e righe di arte e cultura sparsa.
Che poi che cazzo me ne frega in una recensione che mi dite chi o cosa abbia fatto la regista o un attore, c’è wikipedia.
Madonna Psyko che epico capolavoro che hai scritto. Ci tengo a specificare a chi ci sta leggendo che non sei uno della redazione sotto falso nome che sta facendo la caricatura per aprire un finto flame e far ridere tutti, ma che non ti conosciamo e stai facendo tutto tu di tua spontanea volontà. O magari stai facendo avanguardia, e a questo turno ti è uscita perfetta. In ogni caso, una sincera standing ovation.
Allora farò sempre così.