Prima di affrontare questa recensione di The Equalizer 2 – Senza perdono, vi sprono a rispolverare la recensione del primo capitolo a opera del Nannibal nazionale e di Darth Von Trier. Quest’ultimo scriveva, a proposito del rapporto tra il film e la serie TV Un giustiziere a New York: “…il film, cambiando alcuni aspetti del protagonista e dell’ambientazione, è in pratica un prologo sulla nascita del personaggio, i mesi a monte della nascita del giustiziere privato della serie televisiva”. E concludeva: “Se conosci un po’ la serie, cominci a mettere assieme i pezzi durante il film e sul finale ti è assolutamente chiaro cosa avverrà dopo i titoli di coda, chi diventerà il protagonista e cosa farà”.

“Cucù.”
Ed è esattamente così che inizia The Equalizer 2. Bob McCall è diventato “un giustiziere”, anche se non a New York ma a Boston. Si parte addirittura con un cold open alla Bond ambientato su un treno in Turchia per: a) ricordare a tutti che in fondo ogni film d’azione americano è un western e b) mostrarci come Bob stia facendo quello che si aspettava il Darth, ovvero aiutare a titolo gratuito chi ne ha bisogno un po’ a random. In questo caso è in Turchia per recuperare la figlia di una sua conoscente che è stata rapita dal violento padre turco. Con grande abilità di sintesi, Antoine “Fave di” Fuqua ci fa ripiombare nel mondo di Bob, ricordandoci di cosa è capace e dandoci un assaggio di azione prima di ritrovare l’andamento lento e inesorabile del primo capitolo.
Perché, una volta tornati a Boston, è proprio questo che succede. The Equalizer 2 procede pian piano, si prende il suo tempo e Fuqua si diverte un mondo a star appresso a Denzel Washington, studiandone la vita quotidiana, presentandoci le persone che vivono nel suo palazzo. Una donna musulmana che cura il giardino condominiale, un ragazzo che frequenta una scuola d’arte e bazzica pericolosamente il mondo delle gang. L’ideona dello sceneggiatore Richard Wenk (lo stesso del primo capitolo) è quella di affidare a Bob un lavoro da autista di Uber (o quello che è), mezzo perfetto per entrare in contatto con estranei e ascoltarne i problemi, sempre mantenendo un basso profilo. Come dicevamo è un’ideona, ma Wenk e Fuqua la sfruttano troppo poco e solamente come scusa per un’altra scazzottata en passant, quando Bob si ritrova a trasportare una ragazza in pessime condizioni.

“Cucù.”
È un segmento breve all’interno di un film che, pur avendo una trama principale e un cattivo ben definito, quella trama quasi se la dimentica e preferisce accumulare una serie di siparietti quasi auto-conclusivi. È intenzionale: Wenk e Fuqua vogliono ricreare l’atmosfera del primo film, radicando Bob nella comunità per evidenziarne la doppia anima di personaggio solitario ma profondamente empatico verso il prossimo. Ma forse vogliono anche replicare in sintesi la struttura della serie originale, con Denzel che aiuta chiunque gli capiti a tiro. Indipendentemente dal fatto che, nel frattempo, i cattivoni gli stiano alle costole per aprirgli un nuovo ano.
Il guaio è che, rispetto al primo film, la trama principale non è poi così interessante. È vero, anche il giro di prostituzione della mafia russa in The Equalizer era un puro pretesto, ma ci sono poche cose efficaci come i tatuaggi dei malavitosi russi per coprire la loro natura di funzioni narrative a due gambe. E poi, il punto di The Equalizer è proprio quello di aiutare gente random affrontando gente random. Qui, invece, Bob si ritrova ad affrontare il suo passato di assassino pagato dal governo e l’interessante sottotesto del primo film, equilibrare il male fatto un tempo facendo del bene oggi, diventa un testo urlato e sottolineato con l’uniposca. Se il primo Equalizer era un film sulla giustizia e la redenzione, questo è un più canonico e prevedibile film di vendetta e chiusura dei conti in sospeso.

“Sei stato grande in Narcos.”
Oltretutto, per amore della struttura episodica di cui sopra, Fuqua a un certo punto si dimentica del tutto il plot, salvo recuperarlo in maniera maldestra giusto in tempo per il terzo atto. Che, bisogna dirlo, vale il prezzo del biglietto. Come anche svariate sequenze che mettono al centro quel grande vecchio di Denzel Washington, macchina di morte efficiente come un chirurgo eppure capace di godersi il suo lavoro e andarne fiero. È il migliore in quello che fa, quello che fa non è bello, ma non è detto che non possa essere divertente. Ma torniamo al finale: è uno scontro western nel paesello sul mare di Bob, in mezzo a un uragano. Una scena tutta al servizio del suo protagonista, una specie di Rambo meets Batman meets James Bond. Meticoloso, preparato, paziente. E dunque imbattibile.
Denzel lo incarna alla perfezione, lo veste come un guanto e gode di ogni singolo vezzo, di ogni sua idiosincrasia. C’è una scena in cui, mentre sta per entrare in un negozio, alza il braccio dieci secondi prima di poggiarlo su una ringhiera per issarsi sul gradino. Bob McCall sta tutto lì, in questi piccoli gesti che dimostrano come il suo cervello ragioni dieci mosse in anticipo.

“I don’t know who you are, but I’ma find you, an’ I’ma EQUALIZE you.”
E sono questi dettagli che, in fondo, salvano anche un sequel diseguale come questo. Quando ci si affeziona al protagonista di una serie TV non è che si smetta di seguirla dopo un episodio non all’altezza. Perciò se Bob McCall tornerà ancora una volta (sempre che Denzel, qui al primo sequel in quarant’anni di carriera, non decida il contrario), noi saremo qui a dargli un degno benvenuto. Come si conviene ai bravi vicini che non sporcano, non fanno casino e puliscono sempre il sangue dal vialetto.
DVD-quote:
“Rambo meets James Bond meets il pensionato che ti abita sotto”
George Rohmer, i400Calci.com
Sono contento che comunque meriti la visione.. Fuqua non è proprio una garanzia per me. Col buon vecchio Denzel consiglio anche the end of Justice del regista di lo sciacallo (anche se non è assolutamente un film calcista)
Un gran bel sequel (con tutti i problemi che comporta fare un sequel). E Denzel è superlativo come sempre.
a dir poco “sloppy”…
Mah, non so se mi convince abbastanza per andare a vederlo al cinema…una delle cose più belle del primo film era proprio il graduale, quasi contro voglia, ritorno del protagonista da persona tranquillissima con una missione ben precisa nella vita, terminare la lista di classici della letteratura da leggere, a macchina di morte inarrestabile, per aiutare una persona ben precisa con la quale aveva un rapporto particolare
Se ora fa stragi per opera di volontariato mi cala un pò
ggjj alla fine del primo film si vede il protagonista che risponde ad’ una richiesta via mail di un perfetto sconosciuto e questo fa pensare che la prostituta del primo film non fosse un caso ma solo una delle tante vittime di prepotenze il nostro si impegna ad aiutare. altra cosa, mi è sempre sembrato di capire che il bar sia in un certo modo la sua “base centro operativo” che il barista sappia benissimo chi è e cosa fa. il discorso mail richieste di aiuto mi ha fatto pensare a kick ass non so a voi. io personalmente adoro fuqua, soprattutto in combutta con Denzel sono una bomba atomica. questo personaggio sembra una evoluzione di quello visto in “man on fire” anch’esso visto e rivisto mille mila volte. come stile è simile al vendicatore della porta accanto interpretato da liam neeson, ma mentre quelli che pure ai tempi mi piacquero parecchio e li rivedo ancora quando capita, stanno invecchiando un po’ male, modello transporter che era una delle mie saghe preferite prima di accorgermi che statham mi stava sui maroni… trovo che Denzel abbia decisamente più classe e credibilità del pur bravo liam. ci vedo anche una spruzzata di john wick, ma quello è più un fumetto, bello e godibile ma molto poco credibile.
No dai. Statham non può starti sui maroni dopo che lo hai visto in Mean Machine che fa IL MONACO. Bellissimo.
Guarda, che alla fine del primo, dopo aver distrutto la mafia russa “single-handed” possa mettersi a gestire richieste di aiuto di altri è anche possibile, sinceramente non ricordavo la mail, ma di certo il film (il primo) non si basa su questo, è la storia di un uomo che vuole stare da solo coi sui demoni e i suoi rimorsi che poi si trova praticamente per caso invischiato in una situazione nella quale poi non si sente d’intervenire. Forse il barista conosceva (o aveva intuito) il suo passato, ma di certo il bar tutto è meno che una base operativa, tant’è vero che tutti li, protagonista compreso, sanno che la WB (Chloe Grace Moretz, unico elemento in comune con kick-ass) fa la prostituta ma nessuno interviene, finchè la situazione non precipita. Questo, a quel che ho capito, è proprio un altro tipo di film
No, ma davvero vi piace l’equalizzatore che fa la morale a tutto il vicinato, anche al gatto, che aiuta tutte le vecchine possibili sulle striscie, che si mette a ripulire dei MEGA-MURALES col bianchetto (in effetti il ragazzotto che poi ci ha ridipinto sopra è stato più furbo°°°° u.u), e visto vogliamo essere ad ogni costo multietnici, però c’è già lui di colore nel quartiere, ti ci mette pure una musulmana che fa tanto politically correct? Ma andiamo, daaaaaaaiiiiiiii!!!
Il primo era un gioiellino, e con la stessa intensità questo è sconclusionato, e a dirla tutta lui qui manco s’impegna più di tanto: gigioneggia, tanto è Denzel Uòscinton, che ti spara un sorriso a 64 denti e si passa sopra a tutto…
No, bocciato su tutta la linea xD!
Non sarà un capolavoro ma io non me la sento di criticare un film del genere, sopratutto se leggo (ed adoro) i400calci, perché se non è calcista questo…
Il primo mi era piaciuto molto. Sono stato molto stupito di vedere Denzel in un film con un 2 nel titolo. Dopo aver letto la recensione, mi fa strano abbia scelto di farlo per la prima volta per un film solo sufficiente.
Devo vederlo.
Mi tocca, visto che non lo ha fatto nessun altro (magari nella rece del primo Equalizer che non ho letto) ricordare Edward Woodward, interprete del televisivo Robert Mc Call, britannico fino al midollo e capace di interpretazioni esemplari, misurate e supercool come appunto “Un giustiziere a New York”.
Nessun paragone col buon Denzel viste le evidenti differenze tra i due prodotti. Maccheddico, facciamole eccome: Woodward batte Washingtron mille a zero.
La serie (al cinema) potevano intitolarla altrimenti, il citazionismo a sproposito invariabilmente ti si rivolta contro. Detto ciò lo vedrò comunque perchè il primo, schifo non faceva.
Comunque il piglio moralizzatore del Buon DW nei confronti di tutti quelli che lo circondano ( per primo il ragazzino) mi ha ricordato Bill Cosby…prima delle ultime condanne, of corse.
Ciò posto, la parte Batman/James Bond è fatta bene, il resto si, un pò sloppy, e poi….
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.spoiler (hai visto mai?) .
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Il Buon Pascal ultimamente fa sempre la stessa parte (golden circle, Ancona?) ma la trovata di infilargli un dito nell’occhio solo a me è parsa una simpatica citazione di Games of Thrones?
Un coacervo di stronzate senza senso per giustificare un sequel e riempire due ore di noia assoluta.
Giuro che gli ultimi cattivi sono stati uccisi a sbadigli. Da Denzel mi aspetto di più…
Recuperato ora e che dire, non quadrato come il primo ma se anche solo il livello rimanesse questo vedrei un film della saga di equalizer all’anno. Chissà come è andato ad incassi, ho paura poco entusiasmanti
Non ha la solidità del primo, che si giovava della lunga parte di costruzione del secret badass. Non potendo ovviamente rifarlo, questo risulta interessante più nelle due “missioni” iniziali che nel resto, e infatti la parte con lui amico del vicinato risulta pallosa.
Lo scontro finale è bello nel suo essere western, ma giocato troppo in fretta nel finale e con Pascal che ha una strategia di merda.
mi è piaciuto un casino. Washington tira fuori una performance di alta classe per un film di genere di alto livello. Mi sarebbe andato benissimo anche un film gestito come la prima parte con le avventura del Bob McCall di quartiere (e infatti lo sviluppo di trama quasi me l’ha rovinato). In generale il personaggio di Washington è il mio preferito (al pari del primo Jack Reacher di Cruise) tra questi eroi action avanti con l’età, pur con le sue derive moraleggianti. Ma datemene almeno un altro di questi film.
Il mio tic preferito di McCall? Il lavare le mele ed ordinarle meticolosamente sul tavolo.
Film discreto, decisamente inferiore rispetto al primo capitolo. Come molti sequel, è privo della parte relativa all’introduzione e alla presentazione del protagonista e la pellicola evidentemente ne risente. In Equalizer la definizione del personaggio di McCall viene rappresentata in una specie di crescendo continuo, contribuendo ad appassionare lo spettatore. Qua sembra tutto un po’ piatto.
Altre pecche:
– un cattivo non all’altezza del protagonista, soprattutto se paragonato al villain ottimamente caratterizzato da Marton Csokas nel primo episodio. Qui invece gli antagonisti non brillano per personalità.
– mancanza di comprimari con cui empatizzare: sarò cinico, ma risulta più facile prendere le parti di Ralphie, il collega del Brico, o della giovane prostituta Chloë Grace Moretz del primo film, un po’ meno parteggiare per il personaggio wasp interpretato da Melissa Leo.
Aspetto positivo principale:
– Denzel Washington, una garanzia.
Mentre il primo Equalizer offre dialoghi (in particolare quelli tra Washington e Csokas), qualche scena da ricordare, alcune inquadrature interessanti (la tavola calda ripresa in stile Edward Hopper), in sintesi azione mista ad emozione, il secondo presenta un buon assedio western e poco più. Certo, anche nel primo ci sono le prediche moraliste e qualche scena d’azione scontata o comunque migliorabile, ma il prodotto finale risulta nell’insieme ben più efficace e piacevole del secondo.
Nel complesso non sono 2 ore proprio buttate, in giro c’è di peggio, ma dal binomio Antoine Fuqua – Denzel Washington mi sarei aspettato di più. Sarebbe interessante vedere un terzo capitolo, sperando nell’interruzione del trend negativo