Il 2000, visto per almeno cinquant’anni come “il futuro”, è ormai alle nostre spalle da quasi una ventina d’anni. È “il passato”. Ed era un’epoca effettivamente diversa, in cui si iniziava a gettare le basi del mondo in cui viviamo oggi. Nel 2000, Internet stava a malapena iniziando a entrare nelle case degli italiani. Di certo nella mia era entrato da un anno circa, e parliamo comunque di un modem 56K “plug and pray”, nel senso che dovevi pregare che quel maledetto primo trailer di Spider-Man si scaricasse prima di esaurire il budget telefonico di un mese.
Nel 2000 era ancora relativamente semplice passare sotto i radar e sganciare una bomba (il riferimento a fatti accaduti un anno dopo è puramente casuale, giuro). Nel 2000 non uscivano sette trailer e mezzo di un film e cinquantadue clip prima che il film stesso arrivasse in sala. E così anche uno come M. Night Shyamalan, che l’anno precedente aveva sbancato qualunque botteghino gli fosse capitato a tiro con Il sesto senso, poteva ancora permettersi di scaricare nelle sale un film di cui praticamente nessuno aveva sentito parlare. Sigla!
Ricordo ancora la prima volta che vidi – in TV ovviamente – un trailer di Unbreakable. Ero ancora abbastanza ingenuo, ma già sapevo che i trailer cercavano di venderti un film come “Dagli autori di xy” anche se magari l’unico punto di contatto tra i due film era l’assistente addetto pulizie del parcheggio auto antistante il teatro di posa. Per cui quando lessi “Dal regista di The Sixth Sense” subito non mi fidai e dovetti andare a controllare bene i credits prima di convincermi che, sì, in effetti c’era proprio scritto “Directed by M. Night Shyamalan”. Com’era possibile? Il sesto senso era uscito nemmeno un anno prima! Come poteva Shyamalan aver già diretto e confezionato un altro film? E, soprattutto, perché diavolo nessuno ne stava parlando?
Perché, insomma, Il sesto senso aveva fatto un bel quarantotto nel ’99. Ricordo quando uscii dalla sala con gli amici e, guardando in alto verso la cima della scala, vidi una massa di gente silenziosa e con lo sguardo perso nel vuoto che scendeva lemme lemme. Ero abituato al casino dei commenti all’uscita da una proiezione e invece, quella volta, nessuno sapeva realmente cosa dire, erano tutti inebetiti. Era nato lo Shyamalan Twist e non ce lo aspettavamo! L’arrivo di un secondo film a così poca distanza da quello, pensai, avrebbe dovuto generare una fotta collettiva senza senso. E invece eccotelo lì il trailer, buttato a cazzo in una puntata di Anica Flash.
E non è mica che fosse solamente una cosa italiana. In una recensione di Glass su Slashfilm (a firma Chris Evangelista) c’è un passo che ce lo conferma:
“Ricordo distintamente di aver visto Unbreakable nel weekend di apertura con un gruppo di amici […]. Le luci si spensero, apparvero i loghi degli studios e poi accadde una cosa curiosa. Una didascalia apparve sullo schermo, parlando di… fumetti […]. ‘Ma è un film sui fumetti?’, domandò un mio amico incredulo. Lo era. E fu fantastico.”
L’esperienza è praticamente identica alla mia: i trailer erano abbastanza vaghi, raccontavano solo la storia di un uomo sopravvissuto miracolosamente a un disastro ferroviario. Niente che facesse pensare che Unbreakable avesse un qualche legame con i fumetti. Bisogna anche tenere presente che all’epoca non era così normale che un regista considerato “autore” facesse un film sui supereroi. Il nuovo filone degli eroi Marvel al cinema era appena appena nato, X-Men era uscito solo qualche mese prima, preceduto, ben due anni prima, da Blade. Spider-Man di Raimi sarebbe arrivato due anni dopo. Non è che ci fosse esattamente un genere cinematografico su cui riflettere e per giunta il fumetto non aveva ancora raggiunto lo status di rispettabile narrativa mainstream che ha oggi. Per lo meno non quello di supereroi.
In questo Shyamalan fu un vero pioniere, anticipò un ventennio di cinema americano e addirittura alcune tendenze che il filone supereroico mainstream avrebbe manifestato molto più in là. Sto parlando ovviamente di Christopher Nolan e della sua crociata votata al realismo nei film di supereroi. Dei difetti della trilogia di Batman abbiamo già parlato in abbondanza su questo sito: pur ammirando lo sforzo e, in buona parte, anche il risultato, non si può negare che la trilogia del Cavaliere Oscuro abbia delle vistose cadute di tono. E quelle cadute sono proprio i punti in cui, non sapendo come declinare “realisticamente” certe svolte inevitabili di trama, Nolan si tappa il naso, urla “È solo un film!” e invoca la sospensione dell’incredulità con la stessa sottigliezza di un bambino che gioca a supereroi nel cortile della nonna.
Shyamalan invece imbastisce tutto il racconto proprio su questo realismo e riesce a non tradirsi mai. Nemmeno nello scontro finale tra David Dunn e il maniaco omicida, che si risolve con un coraggiosissimo anti-climax. Premessa e realizzazione vanno talmente a braccetto che a Shyamalan riesce anche l’impresa più ambita di tutte nel cinema fantastico. La spiegò molto bene Spielberg parlando del finale de Lo squalo, la scena (effettivamente improbabile) in cui Roy Scheider fa saltare in aria il pescecane. Spielberg disse che se il pubblico si fosse fidato di lui fino a quel punto del film, allora lui avrebbe potuto fare esattamente quello che gli pareva. Shyamalan riesce a calarci in un mondo talmente reale che, anche quando salta fuori che il punto debole di David è l’acqua (“la sua kryptonite”*), non stona e non risulta ridicolo nonostante un po’ lo sia.
Unbreakable è, in generale, un film dalla messa in scena raffinatissima, in cui ogni inquadratura e movimento di macchina è studiato per dare una chiave di lettura extra alle immagini. Come nella scena del treno, con David “spiato” da dietro i sedili (perché solo dopo l’incidente noi conosceremo il vero David). O come nei formalmente eccezionali flashback sul passato di Elijah Price, sempre raccontati tramite il riflesso di una superficie di vetro (uno specchio, lo schermo di un televisore). Ogni nuova rivelazione sul passato dei protagonisti aggiunge un tassello al puzzle, modificandone ogni volta il senso. Non c’è solo il finale, Unbreakable è tutto uno sconvolgimento continuo ed è sempre dieci passi avanti allo spettatore. Shyamalan non dice mai una parola di troppo, non cerca mai di contestualizzare in maniera chiara ciò che stiamo vedendo e lascia che sia sempre la scena successiva a dare senso alla precedente, ampliando il mondo di David fino a scoperchiarne tutti i segreti. Lo guardi e ti viene da domandarti dove sia andato a finire quel regista lì, come abbia fatto a sputtanarsi così rapidamente e sistematicamente.
Piccolo avviso: da qui in avanti parlerò esplicitamente del twist finale. Do per scontato che, diciannove anni dopo, Unbreakable lo abbiamo visto ormai tutti. Ma se non siete tra questi, consideratevi avvertiti.
Unbreakable è anche un film divertentissimo da rivedere per scoprire i dettagli che ci erano sfuggiti la prima volta. Come ogni film costruito sulla sorpresa finale, è pieno di foreshadowing, di strizzate d’occhio e indizi che Shyamalan piazza un po’ ovunque e con i quali ci sta dicendo “Guardate che dopo Il sesto senso non ho perso il vizio, vi sto prendendo per il culo un’altra volta” e noi ebeti a fidarci di nuovo. Come il prologo con la nascita di Elijah ripresa attraverso uno specchio, che non solo rimanda al soprannome del personaggio, Mr. Glass, ma anticipa il dualismo David/Elijah e ci dice subito che Elijah sarà il riflesso deviante dell’eroe.
Poi ovviamente c’è il finale. Un twist meno sconvolgente di quello de Il sesto senso, ma forse proprio perché l’effetto novità era già passato. Eppure un twist ben più organico, coerente con l’assunto del film e rivelatore circa la sua natura di origin story fumettistica. Non fraintendetemi: la sorpresa finale di The Sixth Sense resta un grande momento, eppure mi è difficile scrollarmi di dosso la sensazione che sia un gimmick, un trucco per farci cascare a terra la mascella. Un bel trucco, ci mancherebbe, ma come ogni trucco l’effetto ha vita breve. E infatti – e questo lo dico con enorme pregiudizio, dato che non rivedo Il sesto senso da una quindicina d’anni almeno** – dopo averlo scoperto, quel trucco, non ti viene tanta voglia di rivedere il film. Unbreakable invece non perde un’oncia del suo fascino anche se sai che Elijah Price è il cattivo, perché quella scena è solo il culmine di un percorso che non poteva che concludersi così.
Ecco perché, e non lo dico con la spocchia del fanboy che tenta di distinguersi sparandola grossa, ritengo che Unbreakable sia un film molto superiore a Il sesto senso, nonché il vero capolavoro di Shyamalan. Ed ecco perché sono certo che, comunque sia, Glass non potrà che deludere le aspettative di chi lo ama.
DVD-quote:
“Ancora un superfilm”
George Rohmer, i400Calci.com
* Che poi me ne sono reso conto solo rivedendolo stavolta: è lo stesso punto debole degli alieni di Signs. Cosa c’avrà mai contro l’acqua Shyamalan?
** Ma anche questo vorrà pur dire qualcosa.
Grandissimo film, forse in un eventuale top five di film di supereroi. Aspetto Glass, anche se personalmente Split, tolto il personaggio interessante, non mi aveva detto nulla. Temo che questo crossoverone si pieghi molto alle logiche più commerciali. Vedremo.
Comunque scusate l’O.T., ma l’articolo di Wim Diesel e Darth Von Trier è la recensione che ho letto di più e con cui sono più d’accordo: è uscito True Detective 3, a quanto pare è molto simile al 1 e quindi molti lo hanno elogiato dicendo in molti casi che è il vero True Detective 2. Che ne pensate?
Io penso, sinceramente, che la gente non abbia capito una ricca sega della stagione 2 di True Detective, che è stata una serie veramente bella, ben scritta, con una storia travolgente e dei personaggi memorabili. L’unico suo difetto è che si chiamava True Detective 2 e che la gente non ha capito che la serie nasce proprio per raccontare storie diverse senza praticamente alcun collegamento tra una stagione e l’altra.
Le persone, semplicemente, volevano True Detective 1.5: il sud, il serial killer, i personaggi malati.
Totalmente d’accordo con Munky. Ma proprio totalmente.
Totalmente OT, ma anche io quoto duro Munky.
Senza il nome pesante che si porta dietro TD2 è una serie coi controcazzi, specialmente se ami un certo genere di noir (Bosch anyone?).
Devo ancora partire con la stagione 3, ne ho sentito parlare bene ma vorrei sincerarmi che si aper veri meriti e non per “facciamo il clone inquietante e campagnolo del primo”.
anche io!
Pure anche io,
Ma spero lo stesso di rivedere il duo dinamico della prima serie di nuovo insieme.
Sul piccolo o grande schermo, fate voi…
Io invece ho detestato TD2 per alcune forzature insopportabili della trama. Gente che fa cose senza motivo per portare lo spettatore verso il finale previsto fin dall’inizio. Succede a tutti, ma il personaggio di Colin Farrel caga davvero fuori dal vasetto per la combo di cazzate inspiegabili che fa: mi vai a visitare il figlio sapendo che hai dei killer col fiato sulle spalle e SICURAMENTE uno dei posti dove ti possono trovare è aspettandoti fuori casa tua e fuori la scuola di tuo figlio??? E poi: riesci ad avere minuti di vantaggio sugli inseguitori, hai UNA FORESTA INTERA a disposizione per seminare i tuoi avversari e tu TI FERMI AD ASPETTARLI con una Beretta in mano contro manigoldi armati fino ai denti?
Ma bafangulo, Colin, bafangulo col cuore
Io su TD2 la penso diciamo all’80% come Munky. Però di problemi ne aveva eccome (cito solo: le scene di dialogo fra Vaughn e la mugliera, che appena arrivava mi veniva la scabbia). Ma a me è piaciuta, proprio per la differenza/coerenza con la prima (che a sua volta di problemi ne aveva).
TD2supporter +1
TD2 supporter +2
TD2 era effettivamente più ganza di come venne vissuta, in media, all’epoca, colpa delle tante aspettative generate della prima stagione. I personaggi pazzi e storti erano buoni e Velcoro resta l’eroe senza dio che tutti vogliamo sempre.
Aveva però dei difetti abbastanza pesanti a livello di trama (contorta già di suo) e di sviluppo narrativo (a un certo punto, nella scena dell’incursione dei nostri eroi nella villa dei potentimalvagi il criptogay trova PER CASO giustappunto i documenti fondamentali per il caso, una roba che in un investigativo è di una sciatteria intollerabile).
Il problema di True Detective 2 non è di chiamarsi True Detective come True Detective 1, ma di chiamarsi True Detective e mostrare dei personaggi che, per quanto mooooolto belli e interessanti, sono degli Schiff Detective (e quindi le cose le devono risolvere a culo come spiegato da Cruscotto). Anche tutti i vari testimoni e collegamenti chiave gli vengono fatti piovere in mano, come se non potesse andare diversamente, nemmeno stessero indagando a Carate Brianza invece che in una delle aree metropolitane più popolate al mondo.
Quando invece in TD1 ci mostrano, ad esempio, il lavoro pazzesco e cervellotico che deve fare Harrelson solo per risalire a non ricordo quale donazione che FORSE poteva portarlo a parlare con una persona che FORSE sapeva qualcosa della storia su cui stavano indagando DA DIECI ANNI.
Ho rivisto Unbreakable pochi giorni fa proprio in previsione di Glass, e in effetti rispetto agli altri film di Shyamalan è proprio quello che “perde” meno pur conoscendo già il finale (insieme a Split, godibile anche alla seconda/terza visione, il che mi fa ben sperare su Glass). Anche perché il cosiddetto twist non cambia granché la percezione sul resto della storia, fortemente incentrata su Brus, la cambia solo sul personaggio dell’uomo di vetro. Nel senso, ok Brus non si sarebbe probabilmente mai reso conto del suo potere, ma lui fa tutto il suo percorso credendo di averlo scoperto per caso, quindi ciccia. Semmai, si notano un po’ di più i tipici punti deboli alla Shyamalan – suo vero marchio di fabbrica, altro che twist – come, ad esempio, il fatto che Brus faccia regolarmente pesi nel seminterrato e non si sia mai accorto che poteva alzare il doppio del suo peso senza troppa fatica; sì, magari lo ha sempre saputo e sempre negato a se stesso, ma insomma. Somiglia un po’ alla protagonista di The Visit che non si fa manco una foto coi nonni e la mette su facebook, insomma quel genere di dettaglio che lì per lì non noti, poi ci ripensi e fai ammazza che stronzata.
Però Unbreakable rimane un bel film, credibile nel suo svolgimento al netto di qualche cazzatina tipo quella sopra. Nel complesso, però, secondo me Split è ancora migliore, e spero che Glass sia meglio di entrambi.
Buce non alza il massimo carico possibile a cagione della propria forza, ma grazie alla neonata consapevolezza di non poter subire danni sotto sforzo.
Un pò come se uno scoprisse di poter fare a pezzi un muro di cemento a testate: non ci ha mai provato prima solo perchè non sapeva di aver la testa sufficentemente dura.
Non c’è un difetto in Unbreakable, il miglior film di supereroi di sempre.
Il viola ricorre in scena fin dai titoli di testa, a rivelarci da subito che Jackson è in realtà il Joker. Parimenti, nel disegno che compare sul quotidiano il giorno successivo al salvataggio delle fanciulle, Willis è Batman, tale e quale.
Ah, sì. L’acqua è il punto debole di Dunn come lo è per qualsiasi coglione che non sappia nuotare; perchè ne ha la fobia di default o perchè l’ha sviluppata a conseguenza di un incidente (infatti Dunn ha rischiato l’annegamento nella piscina della scuola quando era un pischello).
Come volevasi dimostrare: film con zero punti deboli.
Non totalmente d’accordo. Sì, ci può stare per carità, però nel corso di quarant’anni circa di vita uno tende ad accorgersi di un potere del genere, credo, anche senza che un tizio strambo gli metta la pulce nell’orecchio.
Comunque sono dettagli eh, come detto secondo me Unbreakable funziona benissimo anche così.
E da cosa te ne accorgi?Io pure penso che la sceneggiatura del film sia costruita molto bene. David Dunn è un abitudinario…un metodico…uno che ha plasmato tutta la vita su una bugia per amore facendo le stesse cose come avviene per tante persone che s’accollano troppo presto la responsabilità di una famiglia.La moglie lo vuole lasciare proprio per quello…perchè affogano nella routine e nell’incomunicabilità dell’usura. Lui fa la guardia giurata insieme ad altri agli ingressi dello stadio…che è un lavoro che puoi svolgere o con coraggio o timbrando il cartellino e stando fuori dai pericoli (e lui dimostra di saperlo fare molto bene…riconoscendo subito le persone che possono dare problemi).Il problema è che lui…non voleva accorgersi del potere del genere.Non s’è mai messo alla prova o rischiato per farlo semplicemente perchè il suo obiettivo era appunto quello di proteggere e preservare l’istantanea del quadretto familiare e dell’uomo comune senza slanci.Il film inizia proprio con lui che per la prima volta…tenta disastrosamente di flirtare con una sconosciuta per fare le corna alla moglie (segno che l’eroe al di là dell’incidente esterno era pronto anche dentro a sbloccare quella vita)
“come lo è per qualsiasi coglione che non sappia nuotare”
Ehe!?! Mah!
Un grandissimo film di supereroi e assieme alla prima parte di Signs la cosa migliore di Shyamalan secondo me.
P.s. grandissima citazione di Hot Shots 2 nella terza foto
A me Split è piaciuto e pure molto, nonostante non mi fidassi per nulla di Shyamalan. Mi è piaciuto perché segue la via tracciata proprio da Unbreakable: un film che ti guida su un percorso che tu pensi sia giá stabilito, che poi viene ribaltato nel finale ma senza essere un vero e proprio twist perché, se ripensi a quello che ho visto prima, tutto è coerente. Certo, come ogni sequel (o presunto tale), è inferiore al capostipite (Unbreakable è e rimane uno dei miei film di supereroi preferiti di sempre, superiore a moltissimi altri titoli molto più blasonati e costosi), eppure mi ha stupito, cosa non facile dopo vent’anni di cinema di super. Per questo aspetto con ansia Glass e, se da una parte spero non si riveli una cagata, dall’altra sono al 70% fiducioso che Shyamalan abbia ritrovato quella sua magia dei primi film, di Unbreakable in particolare.
Se è bello anche solo la metà (e Split è bello a 3/4) di Unbreakable, avremo di fronte una trilogia supereroistica che Marvel, davvero, nasconditi.
Intervengo solo per specificare una cosa: non ho detto che sono al 100% sicuro che Glass farà schifo, anche se in effetti le prime recensioni puntano a questo, purtroppo. Ho detto che sono al 100% sicuro che deluderà le aspettative, perché Unbreakable in questo genere di film di supereroi nella vita reale è un capolavoro, si può solo fare di peggio con tutta la buona volontà. Split mi è piaciuto molto, ma non tanto quanto Unbreakable.
Ma perchè ti è piaciuto Split? E’ un film che promette tantissimo e non mantiene un cazzo.
E Shyamalan pare addirittura compiacersene, perculando lo spettatore: una delle personalità del protagonista anticipa l’avvento della Bestia dicendo che ha una criniera folta e lunga; invece niente, quando arriva è pelato come ogni altro alias.
Il fatto è che gioca suoi soliti cliché! La parte con la professoressa è ben più interessante di quella con le ragazze.
Unbreakble stupì tutti. Tutti.
Fu venduto come una sorta di thriller con mistero – un uomo che non si è mai ferito – e invece era un calesse: Cabin in the Woods per i supereroi dieci anni prima di Cabin in the Woods.
Avevo quattordici anni quando lo vidi per la prima volta, in VHS in allegato a Panorama (un’altra cosa che abbiamo perso con l’incedere dell’internet) e ricordo distintamente il “checcazzoè” alla didascalia introduttiva.
Un atto d’amore nei confronti di un genere unico, come forse solo gli Spider-Man di Raimi riuscirono ad essere (ma lì è più un amore verso un periodo) e come mai più ne abbiamo avuti.
Persino il dvd fu pioniere: recuperato una decina di anni fa, fui sorpreso di trovarci dentro un lungo documentario sulla storia del fumetto supereroistico e non, con interviste a Will Eisner, Frank Miller e Dave Gibbons prima che il grande pubblico li conoscesse (Eisner morì qualche anno dopo l’uscita del film e il documentario era stato girato molto prima che 300 e Watchmen avessero la loro trasposizione cinematografica).
Quello che stona un po’ riguardandolo adesso è forse il modo in cui Shyamalan ti tira sempre per la giacca dicendoti “guarda che i supereroi sono cose serie!”, come nella scena della galleria con l’acquirente ignorante, ma è comprensibile, dato il modo in cui il genere era stato trattato fino a quel momento.
Piccolo OT: il mio film preferito di Sciamalaia dopo Unbreakble è The Village.
Grande OT: bastava una “t” in più per rendere Chris Evangelista un nome perfetto per il premio Jimmy Bobo, rubrica per la quale mai si estinguerà il lutto.
Beh sì in effetti sul discorso “fumetto cosa seria”, quelle scene oggi sembrano datate, ma bisogna contestualizzare. Il fatto in un film del 2000 e c’è una galleria d’arte di tavole originali è una cosa davvero lungimirante. L’abisso tra la percezione del fumetto all’estero e da noi, un abisso che poi è stato colmato (più o meno) ma che allora esisteva.
Johnny, mi stai per fare comprare un DVD, una cosa che non facevo da anni! :D
Hellblazer, puntualizzo però che la versione che ho io è la special a due dischi e il documentario sta nel secondo, non so se esistano altre versioni.
George, sì, sulla contestualizzazione sono d’accordissimo con te, l’ho scritto anche nel commento, anche se in modo diverso.
Sulla mutazione della percezione del fumetto in generale e tramite il cinema nel caso specifico ci sarebbe da aprire una discussione infinita; non è sicuramente più un mondo alieno come vent’anni fa, ma sono dell’avviso che venga visto ancora come qualcosa un po’ di nicchia e rigidamente categorizzato, nonostante prodotti come Lo chiamavano Jeeg Robot, Oldboy o Snowpiercer.
Split è un gran bel film, ma secondo me non solo Unbreakbable è superiore, ma lo è anche The Visit, che ho adorato. Discorso diverso per il Sesto Senso. A me sconvolse, piacque da morire e l’ho rivisto più volte, pur conoscendo il twist, con piacere. Non solo per scoprire le strizzate d’occhio ma anche per emozioni/commozione che mi regalano comunque certe scene.Ecco, l’idea di cui si parla nella recensione me la diede il quasi contemporaneo The Others. Bello, ma una volta che conosci il colpo di scena è inutile riguardarlo
E li comunque dopo l’ inizio te la poni la domanda: “Ma questo è ancora vivo!?!” ed anche dopo che sai là verità la percezione del film non cambia tanto. Qui invece è più classico e volto proprio a sorprendere ancor di più!
Al netto di aver visto davvero pochi film di Shyamalan (e ormai talmente tanto tempo fa che non li ricordo nemmeno) Unbreakable rimane qualcosa che ricordo dalla prima all’ultima scena. Un film esplicito dall’inizio a spiegarti che si parla di fumetti, che te li ritira in faccia più volte durante il film eppure ti tiene talmente dentro che è solo nel finale che le cose fanno tutte clic in testa e penso “Ma questa È una storia di supereroi!”
Un film straordinario, che davvero dopo Sesto Senso fece sperare a Hollywood (e a noi tutti, in fondo) che fosse nato un nuovo Spielberg. Shyamalan è la promessa più dolorosamente non mantenuta del cinema degli anni zero.
Questo (secondo me) è il miglior film del regista in questione: piccolo, indipendente e con grandi attori. Viene ironico dire che il miglior film sul genere supereroistico sia nato prima della cosiddetta “età d’oro”. Il vero cinema sta anche nel raccontare grandi storie attraverso le piccole cose e questo film lo sa fare.
In effetti il colpo di scena finale e’ meno incisivo rispetto a IL SESTO SENSO.
Ma piu’ che il colpo di scena in se’, sono le motivazioni del cattivo che ho trovato un po’ deboli.
Ok, ogni supereroe deve avere la sua nemesi. Ma poi?
Pero’ non dobbiamo dimenticare che e’ un “villain” classico, da fumetto. Cio’ che per noi e’ assurdo, per loro e’ perfettamente plausibile. E tanto gli basta.
Ai malvagi non serve un motivo, dopotutto.
Comunque…UNBREAKABLE e’ e resta un grandissimo film. Ma paradossalmente e’ proprio da UNBREAKABLE in poi che si iniziano a notare i difetti tipici di Shyamalan.
Ha sempre affrontato i temi piu’ svariati da un punto di vista insolito e originale (vedi la comunita’ assediata o l’invasione aliena, con THE VILLAGE o SIGNS), ma…spesso i suoi film crollano sul colpo di scena finale. Che e’ quello che ti spinge a continuare a vederli per capire dove sta andando a parare la faccenda.
A parte IL SESTO SENSO, che costituiva in eccezione in quanto impostato in maniera piu’ seria e tragica (anche se qualche indizio c’era. Eccome, se c’era), da UNBREAKABLE in poi non capivi mai se le opere di Shyamalan erano dei grandissimi film o delle grossissime prese per il culo. E proprio da UNBREAKABLE in poi la carriera di questo regista ha iniziato ad andare in perfetto calando.
Già! Da quel punto di vista “Il sesto senso” fa storia a se. Quello del successivo già ti lascia stranito. Quello di “The village”… mah! Sic!
se glass fosse la seconda o terza parte di una trilogia superuomistica per Over 18, a prescindere dalla bruttezza o meno, la guarderò con gioia al cinema..oggi dopo 20 film fotocopia Marvel DC fa veramente ridere che ci si ricordi e si apprezzi un film senza pigiami senza battutine senza quasi computer grafica…ma aspetta…é quello che succede quando dei registi bravi fanno dei film belli con delle sceneggiature che hanno un senso! incredibile! (il pubblico delle pigiamate non regge 20 minuti di split perché non ci arriva vuole subito vedere ste cazzo di bestia sennò non é un bel film é palloso ecc e intanto ciancica e mozzeca i popcorn e rompe i coglioni…scusate lo sfogo e shamalantwistforever)
Split è un gran bel film, concordo
Tornando a Unbreakable per me è IL film SUI supereroi (non DI), per come affronta l’aspetto simbolico e culturale della faccenda.
Anche io l’ho visto al cinema a spettandomi una roba soprannaturale tipo Sesto senso e ne sono uscito spiazzato ed entusiasta al tempo stesso.
Considerazione sparse, evidenziate già da altri:
– Sesto senso bello visto una volta, ma perde molto nel rivederlo rispetto ad Unbreakable che rimane solidissimo nella narrazione.
– Split mi è piaciuto come film a se stante. Sul crossover sono pessimista di natura (non vorrei si risolvesse a botte buono vs cattivo e stop) ma spingo sulla fiducia.
D’accordissimo sull’osservazione riguardo l’aspetto simbolico e culturale. Il film però fa addormentare.
Fa addormentare se non ne cogli le implicazioni, non ti interessa la storia o sei immune al carisma dei protagonisti.
O nel caso stia assumendo farmaci o ti sia appena fatto una sega.
Altrimenti col cazzo che fa addormentare.
Io trovo più solido ISS nelle successive visioni.
Questo film l’ho adorato, poi l’ho odiato per problemi non suoi.
Spiego in maniera telegrafica
Lo guardo, lo gusto, ne godo.
Anni dopo vedo un teaser su split. “20 personalità in una sola persona”
Penso alla cagata colossale.
Poi scopro che è tratto da una storia vera, su cui c’è un libro inchiesta.
Recupero il libro inchiesta, storia FANTASTICA, da far cadere la mascella.
Penso “non possono sbagliare, c’è materiale per fare un filmone”
Film meh fino alla fine, poi diventa una CAGATA ATOMICA a causa del Shyamalan twist che deve inserire, senza nessun senso apparente, l’elemento soprannaturalissimo.
Mi fa cadere tutto il castello (ma soprattutto i coglioni), alla fine ci incolla senza soluzione di continuità la comparsina di bruce willis per far capire che è un mondo condiviso…il che spiega il bisogno di trasformare il protagonista in un serperettile senza senso.
Quindi, per colpa di unbreakable, split è passato da film meh a film veramente brutto
Non parlerei di doti soprannaturali per i personaggi di Shamalayan. David Dunn stacca 160 kg di panca in Unbreakable, nulla che un powerlifter odierno non possa ripetere con estrema facilità. Ha un intuito eccezionale, ma a chiunque è capitato di avere dei brevi lampi di quella che potrebbe sembrare precognizione e invece è solo il risultato di un’elaborazione inconscia delle informazioni da parte del sistema nervoso. L’Orda non è più alta né davvero più muscolosa nella sua forma di Bestia; certamente si arrampica sui muri, ma Adam Ondra chiude i 9c a vista nella vita reale. Il bello dell’approccio shamalayano ai supereroi consiste proprio nel presentarli come soggetti a una condizione umanissima ma liminale.
LOL, l’ho scritto alla Maccio, scusate.
Anche tu hai i lampi di Bruce in metropolitana? Cazzo, fratello, pensavo di essere l’unico…
Sì ma a me appaiono solo le immagini dei quattrini che sto per spendere in puttanate.
Credo di essere uno dei pochi a cui Split non è piaciuto: un film che mi ha lasciato veramente poco – dalla caratterizzazione del protagonista (ho 21 personalità ma te ne faccio vedere solo 4 perché sì) alle motivazioni (ah, hai sofferto anche tu, allora ti lascio vivere, eh?) e tanti altri dettagli. Formalmente bello – e grandi attori – mi è risultato freddo e respingente. Del mesh-up / seguito con Unbreakable mi interessa zero.
Unbreakable viceversa lo ricordo come una sorpresa meravigliosa. Tutti si aspettavano un Sesto Senso 2.0, invece c’è un film che per metà parla di una cosa, e poi ti accorgi che parla di tutt’altro. Indimenticabile.
Devo rivederlo per rivalutarlo, perché lo vidi al cinema e mi feci due palle così. Ma proprio al punto di abbandonare la sala. Un film di supereroi senza azione, senza superpoteri (ok ci sono ma insomma dai…), il tutto al servizio di un ragionamento da nerd dei fumetti? [Preciso che 1) mal sopporto i film di supereroi marvel/dc 2) sono un grande amante dei fumetti]
Però da allora ne sento solo parlar bene, e Split mi è piaciuto un botto, quindi qualcosa mi sarò perso.
Visto a suo tempo, twist a parte lo trovai pesantino e nn lo riguardai piu. Vedo di essermi sbagliato, forse ero troppo giovincello x apprezzarne la profondita.
Rimediero con una seconda visione.
Grande film del quale ricordo un interessantissimo making of (probabilmente lo vidi su tele+) che mi fece strippare di brutto, sopratutto la fase di storyboard e studio personaggi che rendeva il tutto ancora più fumettoso.
viva viva Shyamalan anche se regista imperfetto, ma che da sempre il 101% in ciò che fa
Sixth Sense: 8. Bello sì, ma di rivederlo non mi va mai.
Unbreakable: 10. Unico film di supereroi per me. I poteri si vedono poco o niente, e per me è bene così, botte ed esplosioni mi rompono il cazzo.
Signs: 9. Mi basta il found footage di 2 secondi e mezzo per spettinare il genere invasione aliena per 20 anni. Ancora una cosa così piccola spettacolare ed effettivamente inaspettata io non la ritrovo con tutti gli effettoni della scifi demmerda di oggi. Credibilità, per me è tutto lì.
The Village: una delle più brucianti delusioni da spettatore fomentato recatosi al cinema con l’hype a 2000
Lady in Water: MACCOSAAAA (la seconda bruciante delusione etc etc)
E venne il giorno: 5. Moscio e stramoscio
After Earth: 5,5. Il pianeta mi piaceva. Lo rivedrei prima degli altri
The Visit: 5,5. Non mi ha lasciato nulla.
Split: 5,5. Il paziente è ancora febbricitante. L’excursus dei primi tre film non si è mai ripetuto. Sono tre film cha valgono carriere. Per me vanno già bene così. Secondo me non si riacchiappa più, almeno non a quei livelli. Gli voglio bene lo stesso, per un attimo mi ha fatto credere di poter essere davvero il nuovo Hitch.
“I poteri si vedono poco o niente, e per me è bene così, botte ed esplosioni mi rompono il cazzo.”
Si, ma quello è il bello del genere. XD
é comunque sempre bello ripercorrere la carriera shamalana … io i suoi film credo di averli visti tutti al cinema e ancora oggi ripenso al film delle piante e ad After Heart come due delle cose più improbabili mai girare in generale … poi però vedo che e venne il giorno é diventato inconsapevolmente il plot base di tutti i film di sopravvivenza da epidemie zombie ecc mentre l’altro sarebbe stato un’ottima base per una serie TV o un film Netflix …insomma alla fine non si butta via niente…e si l’alieno di the visit che passa in quella cazzo di scena mi mette ancora i brividi
L’alieno di Signs?
quella scena è geniale, ambientare il primo avvistamento alieno ad una festa di compleanno è un’idea perfetta, il grido dei bambini dopo che sbuca quella figura sfocata… agghiacciande!
esatto
Ricordo che da bambino quella scena fece saltare tutta la famiglia sul divano. E a successive visioni del film non vedevamo l’ora che arrivasse per fomentarci ancora
Bel pezzo as usual! Io non ho più rivisto né Unbreakable, né Il Sesto Senso (che vidi entrambi al cinema), però ricordo gran fomento dopo ISS e mezza delusione dopo Unbreakable. Ho visto di recente invece Split ed è diventato immediatamente il mio film preferito di Sciamalaiauanaghena. Alla fine lui i film li sa fare, ma quando sbaglia lo fa così male che mi ci son voluti 4/5 film e una rece positiva sui Calci per dargli un’altra chance.
Unbreakable è il miglior film di supereroi di sempre. Se Glass si avvicina anche solo lontanamente a quel livello il 18 gennaio sarà il secondo Natale in meno di un mese.
Miglior film di supereroi di sempre? Per me allora “Poliziotto superpiú”. XD
Su questo sito non mi stancherò mai di dirlo, Shamalayan ti voglio bene, anche se proprio non riesco a scrivere il tuo nome correttamente!
“Che poi me ne sono reso conto solo rivedendolo stavolta: è lo stesso punto debole degli alieni di Signs. Cosa c’avrà mai contro l’acqua Shyamalan?”
Non so se Shyamalan abbia qualcosa contro l’acqua, forse gli piace e basta come elemento: in Lady in the Water era, non so, la porta da cui entrava in scena la ninfa (madam narf, mi pare fosse il nome della sua specie) e… mamma mia che brutta cosa quel film… in The Last Airbender faceva comportare Katara (dominatrice dell’acqua) come una che ha scordato la prontezza e la strategia nell’altro vestito.
Ok, forse qualcosa contro l’acqua ce l’ha :P
“Unbreakable” è il cazzo di capolavoro di (ctrl+v) Shyamalan. Più de “Il sesto senso”, più di “The visit” e più di “Split”. Un film semplicemente perfetto, lento al punto giusto ma che non ti fa staccare gli occhio dallo schermo fino alla fine. E il twist è funzionale alla storia, non una cosa che ti fa cascare la mascella ma contemporaneamente ti sputtana una seconda visione.
“Unbreakable” lo vidi al cinema con discreto fomento e non mi deluse per nulla. E già questo è un altro punto a favore del film. Poi vai a sapere che cazzo è successo a Shyamalan che ne ha beccata mezza nei successivi lavori. Salvo giusto “Signs” e la metà di “The village”. La seconda metà di quest’ultimo sarebbe da bruciare in piazza col nostro che guarda in ginocchio sui ceci (alla Fantozzi/Riccardelli). Chissà che dopo la buona prova di “Split” il buon Shyamalan abbia ripreso la marcia trionfale degli esordi. Ci spero ma ci credo poco.
Non è vero che salvi Signs dai!!!!!!!
Sì, tutto sommato lo salvo. Ha dei difetti ma il film è ancora godibile. Ovvio che non è come i due film con Bruce, ma non è neppure come i successivi lavori del regista che vanno dalla “cagata pazzesca” alla “puttanata allucinante”. Il declino vero comincia dalla seconda parte di “The Village”.
Signs è un filmone clamoroso fino a pochi minuti prima della fine. Fino al “colpisci forte”. Una bomba di tensione ammazzata da una battuta.
E sì, da Scary Movie 3.
Ecco, Scary Movie ha fottuto Signs per sempre! Hai detto bene @Cicciput
Recensione che fa riflettere molto anche su come la proliferazione delle immagini e dei contenuti ai giorni nostri abbia in buona parte ucciso quell’idea di cinema.
Oltre al fatto che oggi il 90% viene raccontato in anticipo da trailer e clip varie, è anche difficile mettersi al riparo dagli spoiler sui colpi di scena di film come “Il sesto senso” e “Unbreakable”; non so se sarà mai più possibile vedere una sala lasciata totalmente attonita alla fine del film come quella che si racconta nella recensione
Ricordo alla fine del Sesto Senso la sala davvero attonita… E all’uscita un mio amico che sovrappensiero se ne esce con un (storia vera)
SPOILER :-)
” Anche Bruce era un fantasma!”,
Davanti alla genere in coda per entrare a vedere lo spettacolo successivo…
Non vi dico cosa gli hanno detto dietro.
Il tuo amico meriterebbe una cura medievale, tipo rimontare al contrario the village e farglielo vedere una 10na di volte.
Colpisci forte
Già! Prima sapevi giusto qualche film che era in lavorazione! La situazione giusta l’ avevano creata per episodio VII. Peccato che poi film non sia stato sorprendente.
Per quanto riguarda il filone dei supereroi, la serialità degli universi condivisi sia Marvel che DC ha spazzato via ogni possibile velleità autoriale.
Questo non significa che non possano più fare film belli o divertenti, come non vuol dire che prima fossero tutti dei filmoni, anzi (vedi il terzo Spider-Man di Raimi o anche il terzo Batman di Nolan), ma adesso in ogni caso devi stare dentro a dei margini ben precisi
Già! Ora, riuscite o meno, hanno perso quella vena autoriale che c’ era fino a qualche anno prima.
Grande recensione per un grande film. Ora per piacere vedete di promuovere quel filmone che è Glass.
Sono felice di non essere il solo che l’ha apprezzato.
Appoggio in toto. Preferisco un film così all’anno che una decina di pigiamoni insipidi tipo Black Panther o Thor Ragnarok.
“Cosa c’avrà mai contro l’acqua Shyamalan?”
Da bravo indiano, ci credo che la veda con diffidenza
Ecco.
https://www.youtube.com/watch?v=zHRoPJtP4zE
Non c’è una sola inquadratura di questo film che non ti dia l’impressione di essere stata pensata, filmata e montata per disattendere le aspettative dello spettatore. Due in particolari mi sono rimaste nel cuore: la morte del secondo superstite all’incidente (primo piano fuori fuoco delle garze che si riempiono di sangue mentre Willis, sullo sfondo, a fuoco, ascolta la manfrina da parte del medico); il sollevamento dei pesi (mdp che si alza e abbassa a ritmo del bilanciere). Le tonalità azzurre, la recitazione anti-spettacolare di Willis, la calma con cui ogni scena si sviluppa, rendono questo film un grande film. A mio avviso il miglior Shyamalan insieme a The Village. Unico aspetto che mi ha sempre infastidito: la colonna sonora quando Willis cerca qualcuno da rimpire di mazzate e scopre il maniaco sequestratore (ma anche lì, che scena è quella dell’aggressione, col vento che muove la tenda e lui che sbuca da dietro?). Split gli fa un baffo.
Peccato che dopo la carriera del mitico Bruce sia andata in calando! Prima sopravviveva anche a cose. O è “Il colore della notte”. XD
“come il colore della notte”
Anche per me Unbreakabbile è il capolavoro del nostro.
Il Sesto Senso ovviamente secondo in classifica, mentre The Village credo sia il film da quale la definizione di Shyamalan Twist è diventata sinonimo più di puttanata che di colpo di scena da mascella caduta.
Su The Signs ho sentimenti contrastanti: bomba di tensione magistrale con colpi di genio di regia, depotenziata ai minimi termini dalla visione catto-destinista di merda SICURAMENTE imposta dal Gibson dell’epoca.
Eh, eh! Su quello di TV hai proprio ragione.
In effetti non c’ era tutta questa attesa per il nuovo film del regista de “Il sesto senso”. Forse adombrato dalle altre pellicole uscire quell’ anno. Boh! Era una Hollywood che cominciava a cambiare ed in effetti a rivedere quel periodo oggi da veramente l’ idea. Lo star power, per dirne una, non porta più gente al cinema in generale. Così come sono cambiati i gusti del pubblico. E la stessa Disney che oggi non produrrebbe mai film simili!