Fate questo esperimento sociologico: leggete in un luogo pubblico l’illuminante volumetto Creativity & Madness del dottor Albert Rothenberg e contate gli sconosciuti che vi romperanno i coglioni a tradimento per dirvi “Ah! Creatività e pazzia per me vanno a braccetto! Haha, è vero o no?”. E voi li manderete tutti affanculo (silenziosamente o meno), perché la tesi del dottor Rothenberg è opposta e molto più interessante: la malattia mentale, quella vera, quella che ti attanaglia e che ti fa soffrire, non le stronzate che i tuoi amici condividono su Facebook per giustificare le loro vite da falliti, la malattia mentale è la peggior nemica dell’immaginazione e dell’azione senza le quali non si può creare alcunché. Le schiere di famosi artisti pazzi che conosciamo creavano la loro arte nei rari sprazzi di lucidità fra la paralisi della malattia; nonostante la malattia, non grazie alla malattia. Il dottor Rothenberg forse non ha molti followers sui social media, ma ha ragione da vendere. Sigla!
httpv://www.youtube.com/watch?v=RmFqx8CKRY8
The House That Jack Built è una maledizione al potere distruttivo della pazzia, che ha preso uno dei migliori registi mai esistiti e lo ha dato in pasto all’ipocrisia paludata dei festival, gli ha messo in mano troppe bottiglie, gli ha messo in bocca troppe parole tanto innocue quanto incaute, infine lo ha reso incapace per anni di tirare assieme un film. E quando finalmente ha allentato la presa, gli ha fatto fare un film di merda. Signore e signori, l’ultimo Von Trier è irrimediabilmente brutto. E tuttavia vale la pena di essere visto, questo canto del cigno concettualmente simile a Serotonina di Michel Houellebecq, questo tristissimo e furente grido di impotenza suicida, questo supremo esempio di “morte al lavoro” su molti livelli, coi suoi scarti stilistici di qualità semiamatoriale, le sequenze di omicidio girate senza alcuna finezza o perizia, gli inserti di repertorio, i rewind, le autocitazioni che più didascaliche non si può, l’epilogo all’inferno con Matt Dillon vestito da Dante e Bruno Ganz buonanima che si chiama “Verge”, tutto sbagliato, tutto una merda, Lars dio bono ma sei scemo cosa cazzo fai?
La prima cosa a colpire, a parte il crick contro il naso di Uma Thurman, è la mancanza di un’idea artistica forte e unitaria: le divagazioni stilistiche sono troppe e troppo lunghe per riuscire a solidificarsi attorno al nucleo tematico del film, il minutaggio è impietosamente eccessivo e finisce per annegare le poche intuizioni interessanti (la mia preferita è la famigliola di idioti coi cappellini rossi stile MAGA che non se li toglie nemmeno quando deve nascondersi da Jack), le voci fuori campo fungono da spiegone continuo per bambini scemi – o per adulti confusi dalla pazzia; per fortuna ci sono gli attori ad impegnarsi tantissimo, ma pare più una questione di affetto e rispetto che di reale convinzione.
E ora, il nucleo tematico del film, ovvero il metaforone scribacchiato col pennarellone a punta tonda: quello che probabilmente sapete già, perché lo hanno scritto tutti, è che Jack è l’alter ego di Von Trier. Grazie al cazzo. Ma Von Trier è anche ogni vittima di Jack, è Verge, è il film. E questo disgraziato film, con la sua violenzuccia che proprio non ce la fa ad essere efferata, coi suoi omicidi programmati male, compiuti peggio e filmati da schifo, contiene l’unica cosa che in questo momento conta per Von Trier, la sua domanda suprema al mondo del cinema: cosa vuoi fare di me, della mia storia, del mio cadavere? Come ricorderai i miei film? Saranno come i monumenti nazisti di Albert Speer, progettati apposta per sembrare rovine realistiche in futuro? Acquisiranno la muffa nobile come i vini pregiati? Li ho costruiti col materiale giusto?
A Cannes ha detto “temo che non lo abbiano odiato abbastanza”, ed è questo il problema: come si può odiare un film-epitaffio, un’opera talmente triste e tragicamente brutta? Sarebbe come odiare Joseph Merrick, sarebbe da pezzi di merda. Quindi Von Trier si aspetta che il pubblico cannense sia composto da pezzi di merda? Beh oddio, sarebbe anche comprensibile, visti i suoi trascorsi. Qui a Valverde io mi limito a stendere un velo pietoso; ciao Lars, mi raccomando prendi le medicine e lascia in pace l’infermiera.
DVD quote:
«Madonna che depre»
(Cicciolina Wertmüller, i400calci.com)«Adesso mi citano pure sui 400 Calci. Ma vaffanculo»
(Jean Cocteau is not amused)
Io vorrei davvero provare a vedere qualcosa di Von Trier: sono fermo ai primi 20 minuti de Le Onde del Destino e tutto Dancer in the Dark, poi non ce l`ho più fatta. E` un regista che mi rompe i coglioni con i suoi metaforoni a caratteri cubitali e la sua voglia di scandalizzare a tutti i costi. Mi piace Matt Dillon e vorrei vederlo più attivo e in film migliori di quelli che generalmente fa, ma non e` abbastanza per costringermi a vedere questo. Su Facebook, e` tutto un gridare al capolavoro controcorrente, bla bla bla. Tenetevelo.
Guarda melancholia
….e avrai ulteriore conferma alle tue corrette idee riguardo il regista in questione.
Beh se non hai superato i 20 minuti de Le onde del destino, semplicemente sei allergico a certo cinema. Sui “metaforoni” ti avviso che nei suoi film non sono così cubitali, anzi…; sullo scandalizzare a tutti costi ti sbagli: è un regista eccessivo, ma non cerca lo scandalo, cerca l’essenza della realtà, che è diverso. Ad esempio in Nimphomaniac c’è una scena terribile, quando la donna si autoinfligge l’aborto, che non è mostrata per scandalizzare (o almeno non solo) ma per dire: ecco, l’aborto è questo. Von Trier non è per tutti, ma non va scartato dopo aver visto un film e un quarto. Peraltro Dancer in the dark non è nemmeno tra i miei preferiti. Ti consiglierei Dogville ma, visto il tuo approccio, forse faresti meglio a virare su un film a caso di Chuck Norris.
Concordo con il commento di Martino, sul fatto che e´un regista sicuramente complesso. Concordo, dicevo, fino all´ultima frase, che poteva essere tranquillamente risparmiata, senza perdere un femtogrammo del concetto – anzi paradossalmente confermando completamente il concetto opposto. Perché semprerá inconcepibile, ma esistono un paio di gradazioni di colore tra LVT e Chuck Norris.
tutto fantastico. Dopo 10 anni di questo sito/blog speso a restituire valore e dignità a un certo modo di fare Cinema e ancora si palesa qualcuno a usare “allora vediti un film a caso di Chuck Norris” come fosse un insulto.
Sì, ce lo guardiamo e vi tiriamo pure 2 razzetti sparati con la motoretta. Aria, circolare ora
Ma, Steven, tu sei Senegal perchè lecchi “Banane Merda”®?
esatto. “Anonimo” invece perché non si conosce il padre?
Esatto. In compenso conosco tua madre. Gran brava donna.
Anche se suo figlio lecca “Banane Merda”®.
bravo. Visto che ci sei, anno prox vai a Sanremo e canta “lasci la città ma nessuno lo sa. ieri eri qua, ora dove sei papà?” che magari vinci pure
Grazie. Tanto è inutile che ti scaldi. Questo è definitivamente un sito di froci, e tu sei in cima al trenino.
Dai, visto che alla fine hai vinto tu?
Oh finalmente una recensione negativa. Pensavo che Von Trier avesse l’immunita come Sorrentino, cioè che nessuno, carta stampata o rete, riuscisse a parlarne male.
L’immunità di Sorrentino proprio no eh… È tipo spernacchiato ogni due minuti dai tempi de LGB
Linkami una recensione negativa su La grande bellezza o sul papa giovane e ti credo. Al massimo qualcuno sospende il giudizio, si concentra sulla trama (sic!) e sulla lavorazione. Nessuno che ne parli male, e in modo analitico (come appunto dovrebbe fare una recensione).
http://fotodigruppoconcavallo.blogspot.com/2018/01/la-grande-bellezza-di-paolo-sorrentino.html
Dopo avermi rubato (perché quello è stato, un furto) più di 20 con Nymphomaniac, Von Trier al cinema non mi vede più. A me è sempre sembrato uno che fa film solo per aumentare il suo ego e quello dei suoi fan. In pratica, è l’esatto opposto dell’idea che ho io di cinema. Bravo lui eh, ma no.
Scommetto che ti piace Forest Gump!
Non piú di tanto
Eh, mi sa che hai ragione e possiamo anche smettere di andare a vedere i film di Lars… quello che poteva dare lo ha dato!
Ottima recensione, condivido parola per parola (specie quando parli di Michel Houellebecq).
All’estero l’hanno piallato ma per i motivi sbagliati (ovvero i motivi giusti, dal punto di vista di Lars) definendolo “repulsive gorefest” (maddove), “unfathomably disturbing” e vari epiteti del cazzo, manco avessimo tra le mani il successore di August Underground.
Oltre che per la pacca e la padronanza tecnica ho sempre amato Von Trier nonostante (e magari soprattutto) per quel suo modo un po’ ingenuo di tirare colpi bassi e cercare lo scandalo. Tipo che l’ho sempre visto come quello un po’ più scemo degli altri in una ipotetica cricca di malandrini del cinema composta da lui, Haneke, Noé e Reygadas.
Stavolta però ha pisciato sangue fuori dal vaso, ‘sto film è indifendibile e triste come un cinquantenne in discoteca.
Fortuna che abbiamo quella ciabattata di “Climax”.
Di Von Trier ho apprezzato Dogville.
Davvero! Ero giovane ed è stato il primo film di Von Trier che ho visto.
Poi una montagna di inguardabìlia: Melancholia è stato osannato da tutti (credo persino qui sui 400 calci avete trovato una lettura che dava un senso a quella sofferenza). Mi ha fatto cagare: lentissimo, noiosissimo, inconcludente e persino contraddittorio (non è “controverso” se un personaggio dice “a” tutto il film e alla fine, senza ragione, fa “non-a”).
Cicciolina, l’altra conferma importante di questa recensione è che sei una bomba sexy.
Domanda da un milione di Goleador: ho visto la versione censurata (tuttavia vietata ai minori perchè boh), la versione non censurata cambia molto?
Che poi questo sia l’unico film di Von Trier che mi sia piaciuto è un tema tra me e il mio psicologo
Sei un coglione senza possibilità di recupero. E con te tutti coloro che hanno scritto su questa pagina.
La versione non censurata ha in meno qualcosa come 2:30 in meno.
Il che non toglie nulla alla valutazione del film in merito al divieto.
Le scene eliminate:
————-
SPOILAAAH
– sparo alla gamba del primo bambino (salvo poi mostrare comunque il corpo esanime con gamba mozzata;
– sparo in testa all’altro bambino;
– trancio di torta al bambino morto;
– mastectomia artigianale (peccato peccatino, un bel seno)
Pare invece sia rimasta la scena del paperottolo (imho la peggiore) e anche quella del portamonete tettoso (imho tranquilla).
Confermo che sono rimaste quelle due.
Allora ok, a vederlo si capiva dove avevano tagliato con brutalità e volevo giusto una conferma
Luke Perry
Rip.
Insegna agli angeli a mettessi er dopobbarba sue chiappe
Embè non si può che essere d’accordo. Però… boh, a me Von Trier piace sempre, sarà che fa film intellettuali for dummies, sarà perché qualche idea buona ce l’ha sempre, sarà perché… boooooh…. ci riesce e basta.
E cmq l’unica scena disturbante è quella dell’anatroccolo, porca puttana!!!!!!
Quotissimo, la scena peggiore, la più disturbante.
Trier è Trier!
Che versione avete visto, quella integrale o quella italiana con 3 minuti (a dir tanto) in meno?
Pur odiando Trier al punto da non riconoscergli il Von, non ho trovato male il film (complice un bravissimo Dillon); piuttosto va decisamente in vacca appena compare Verge.
Della parte finale salvo solo l’affresco al ralenty.
Quotissimo, la scena peggiore, la più disturbante.
A me è piaciuto, al netto di tutti i tic vontrieriani, e gli omicidi filmati male li ho trovati bellissimi, una parodia del genere molto riuscita secondo me. Certo la struttura è grosso modo la stessa di Nynphomaniac (un protagonista che racconta a un tizio la sua storia divisa per capitoli, con digressioni fatte di immagini di repertorio e spiegoni pseudofilosofici), solo che lì era il sesso e qui la morte. Comunque, può far incazzare o può esaltare, ma difficilmente una vontrierata lascia indifferenti, e questo per me è comunque un punto a suo favore.
Il cinema di Lars è oro colato in questi tempi magri fatti da eroi in calzamaglia e biopic sui cantanti.
Io poi adoro Matt Dillon sin dai tempi della fase giovanile del cinema di Coppola, per non parlare poi di Drugstore Cowboy di Van Sant.
E poi è pure presente Uma nel cast!
Al cinema da me di tanto in tanto qualcuno lasciava la sala e alla fine solo metà delle persone sono rimaste fino alla fine, mi sarebbe piaciuto chiedere se uscivano perché scandalizzati o per la noia del film.
È un film demmerda senza alcun dubbio, ha poco di interessante, banalotto, scontato, lento ecc.. Per me era il primo di von tears che mi ci ha portato a vederlo la mia ragazza (che a lei è piaciuto ma non so il perché), a questo punto mi chiedo se era questo particolarmente non riuscito o è proprio Lars ad essere il classico regista osannato da intellettualoidi che fa film demmerda.
Quoto tutto. Forse tra i peggiori del Nostro. Qualche buona trovata affogata in un mare di merda.
Utile, però, come cartina tornasole: i critici che lo osannano sono dei bluff.
Nè sto leggendo sia malissimo (voi, La Stampa, Badtaste) che benissimo (Nocturno e Ondacinema).
Dal punto di Von Trier deve essere una vittoria.
Chiedo venia per l’accento sul “ne”
Film inutile
pessima recensione. A voler fare gli alternativi a tutti i costi si cannano i giudizi. Forse davvero dovreste limitarvi a parlare del “cinema di menare”, dove riuscite davvero a dare il massimo senza compromettervi in termini di credibilità.
… in effetti e vero: potevano invece dire “fa cagare”, “pessimo”, “Von Trier sei uno scemopagliaccio!” con supponenza E senza portare uno straccio di argomentazione e chiuderla là, semplice!
Meno male che i Grandi insegnano con l’esempio.
A me il film non ha fatto per nulla schifo, si può essere in disaccordo senza andare in berserk.
Landis Buzzanca, hai onorato il tuo nome. Rispetto.
Abbastanza d’accordo. Il 60% del film è tutto un “guardatemi sono un intellettuale incompreso e problematico”, il 30% una trama banale e scontata (quando si autocita andrebbe percosso). Salvo un 10% di minutaggio finale, secondo me il plot twist e l’afflato visionario delle sequenze conclusive è decisamente sopra la media di quel che si vede di solito al cinema. Purtroppo non è nemmeno lontanamente sufficiente.
Ah quindi parlare di muffa mostrando le immagini dei cadaveri delle vittime dell’Olocausto è banale?
Lodare lo Stuka come Arte (seppur arte di morte) è banale?
Discutere di cosa sia l’Arte e se la violenza possa entrare in essa è banale?
Paragonare la caccia di animali a un omicidio di una famiglia è banale?
La scena delle icone (Hitler, Mussolini, Stalin, forse uno era Pol Pot) è banale?
Sì, è tutto già stato visto in realtà. (Specie la terza domanda, avanti!)
Ma poi il problema principale non è la banalità: è che il film è una rottura di palle.
Non ho visto il film e penso proprio che non lo vedrò, ma grazie Cicciolina per la premessa sul rapporto arte-malattia mentale, andrebbe ribadito e ripetuto più volte.
Non sembri avre colto, o non ti interessa evidenziarlo:
– il rapporto tra Lars e il nazismo
– il rapporto tra Lars e David Bowie
– il raporto tra Lars e Trump
– etc.etc.
Ci sta pure non cogliere o non essere interessati, ci sta pure il giudizio negativo, ma non confrontarsi a viso aperto con un’opera biografica, ideologica e politica proprio no.
La cosa strana è che da un lato sono d accordo con la recensione mentre dall’altro non riesco ad essere così lapidario. Certo, non è uno dei film di Von Trier più riusciti e sicuramente pecca di ripetitività, nel senso che sta parlando di robe di cui aveva già parlato (meglio) nel film precedente. Però non riesco a considerarlo un bruttissimo film. Ci sono cose buone e di certo è meglio di tanta altra roba che ci facciamo passare sotto al naso con molta più tranquillità. È che con Von Trier è quasi sempre un volerlo mettere alla prova, uno stanarlo per quelli che in lui vedono mille difetti. Li ha, i difetti, ma con queato non riesco a dargli così tanto addosso perché in passato mi ha regalato dei gran bei film. La paura, a questo punto, è che abbia preso una strada fin troppo autoreferenziale , che ovviamente un po’ ha sempre avuto, e che ci ripresenti in futuro l’ennesimo film che parli di se. Lo dico da uno che alla fine del film ci è rimasto pure male e si è incazzato pure. Però ecco, i film veramente brutti stanno da un altra parte.
fighi comunque i killing joke
L’unica cosa a proposito detta da voi che avrei lontanamente accettato, forse l’unica che avreste dovuto scrivere, era che Dillon e’ uguale a Bruce Campbell, e qui ancora di piu’. Altro che Defoe. Praticamente e’ Ash Williams on (yet another) rampage. Non l’avete detto, bene, c’e’ un altro pezzo fantastico dei Killing Joke sempre di quell’album e si intitola You’ll Never Get To Me. Ecco, You’ll Never Get To Lars. Non perche’ lui sia chissa’ chi e Nymohomaniac sta a dimostrare tutta la sua incipiente demenza, ma perche’ manca proprio l’approccio, manca la sensibilita’ per capire la portata del palesemente imperfetto The House rispetto a cosa sia e chi l’ha fatto. Massi’, riguardiamoci il remake di Suspiria.
Chi non sa fare, critica o insegna.
Ora capisco davvero il senso della citazione.
Ma quelli offesi dalla recensione? Oh, non toccategli il loro lars, voi non lo avete capito!
“quello che probabilmente sapete già, perché lo hanno scritto tutti, è che Jack è l’alter ego di Von Trier. Grazie al cazzo. Ma Von Trier è anche ogni vittima di Jack, è Verge, è il film.”
Spiace ma hai leggermente cannato io focus del film.
Si può essere d`accordo o meno con la recensione, si può apprezzare o meno il film, va tutto bene… ma vedere tutti questi bimbiminkia di Lars Von Trier uscire fuori per difendere il loro beniamino dagli attacchi feroci di una critica spietata, Dio, sarei anche disposto a pagare per questo.
Ma vivete in internet…? Non so perché parlate tutti quanti alla stessa maniera
Trier è Trier. ❤ lo vedrò sicuramente
Lars è Lars ❤
I commenti mi riportano alla leggendaria recensione di Twilight…
Mi manca Schiaffi.
Mi hai incuriosito, adesso. Fammi cercare.
@Johnny Cloaca io ricordo come meravigliosi anche i commenti a Il ragazzo invisibile (aka Il ragazzo inguardabile)
Il film non mi e’ sembrato brutto, di certo e’ un film con scene disturbanti che non lo faranno dimenticare. Tuttavia concordo che la lunghezza e’ eccessiva e l’ultima parte e’ davvero pallosa. Scontatissimo poi il finale appena arrivano al ponte spezzato.Mi e’ piaciuta l’interpretazione di Matteo Dillone, uno dei miei preferiti, con la sua faccia da schiaffi. Quando ha fatto quello che ha fatto al paperotto avrei voluto prendere io quella faccia di c***o del bambino e l’avrei tenuta sotto il fiume. Sara questo l’effetto che Lars voleva ?Comunque visto una volta e tanto mi e’ bastato.
Ho visto fanboy meno incazzati sui forum Android vs Apple.
Ragazzi, Von Trier non è Dio. Non è intoccabile, non è infallibile.
Questa è l’opinione ragionata di una persona che si supponga ne capisce di cinema abbastanza da poter dare un parere autorevole, ma è pur sempre un parere. Non un giudizio insindacabile.
A me Von Trier pesa più di una peperonata alle 3 di notte, ma se a qualcuno piace, son contento per lui, non c’è bisogno di incazzarsi.
Specie se le contestazioni sono del calibro “Non hai capito un cazzo” senza un minimo di argomentazione.
*Si suppone che ne capisca (ma come cazzo ho scritto?)
Bah, a me il film è piaciuto un botto, non sono un fan a prescindere di Von Trier (dei suoi film ne ho pure visti pochi), ma trovo la recensione discutibile e tagliata con l’accetta.
Per quanto mi riguarda gli inserti di filmati di repertorio sono ben fatti, l’umorismo regge, il finale sfida il ridicolo ma è invece visivamente molto efficace, l’autoreferenzialità c’è ma no nmi disturba, prendo il tutto come un gioco con molti spunti interessanti.
Il fatto che le sequenze di omicidio siano mal girate poi non mi è chiarissimo.
Qualche considerazione spicciola.
Visto il film in sala nell’edizione italiana con tagli, poi in versione piratata integrale, mi compiaccio con gli sforbiciatori, che devono aver visionato il film in fast forward senza seguirne gli sviluppi, fermandosi solo sui fotogrammi dove schizza il sangue. Hanno capito tutto e sono riusciti a tagliare il nulla. Avessero tolto la scena del paperotto…
Idioti. Non è solo un film. Tale è la considerazione che il regista ha dei critici dei suoi film, e forse anche degli spettatori.
Torna il Dogma 95 in versione light: giustifichiamo con una scelta stilistica la mancanza di schèi per fare dei bei film.
E per pagare buoni attori. Dillon sul viale del tramonto non è Christian Bale.
Il finale dantesco qualche pur economico effettuccio lo ha richiesto.
Molto meglio la Thurman, meravigliosamente espressiva dopo l’arrivo del cric. Un po’ meno prima.
Mi sento un po’ idiota anch’io. Ho studiato ingegneria, anche se non ho mai voluto fare l’architetto, amo l’ordine e la pulizia e mi infastidisce coricarmi su lenzuola stropicciate. Ho un rapporto conflittuale col cric della mia macchina, la cui manovella gira male. E alla fine non so dire se il film mi sia piaciuto un casìno o se mi abbia clamorosamente disgustato.
Non mi aspetto che si parli di film da/per intellettuali su I 400 calci.
O almeno non mi aspetto che i commentatori siano tutti intellettuali, visto che qui mi sono infilato anch’io…
Sono stato massacrato per averne scritto male in una recensione postata su Cinematti, ma per fortuna ora so che non morirò solo. Grazie.
Dopo la visione al cinema(insomma, visione…ne ho dormito un terzo. Non oso immaginare sul divano di casa)dico che questo film è troppo lungo, lento e larsvontrierano. Quindi …Il mio giudizio sul thriller cerebrale di von trier è lo stesso che ho dato sull’horror intellettuale di guadagnino, ma cambiando l’aggettivo:
Un brutto film. Punto.
Questi film metaforoni di merda ci hanno rotto il cazzo. Qual era l’altro che mi hanno fatto vedere? Ah, Mother.