In attesa che esca Shazam!, un supereroe dalla storia gloriosa che la Warner e la DC hanno deciso di tradurre sul grande schermo in una buffonata, cogliamo l’occasione per proseguire la storia dei cinecomics con l’ultima volta che gli stessi colpevoli ci giocarono uno scherzetto simile.
Il pezzo di George Rohmer
Da bambino guardavo i cartoni animati di Spider-Man e mi godevo un mondo. Poi, colto da un rigurgito di nostalgia, più o meno nell’epoca in cui compravo gli anime in videocassetta, presi alcune VHS di vecchi episodi de L’Uomo Ragno e i suoi fantastici amici. Avete presente? Quelli in cui Spidey faceva squadra con l’Uomo Ghiaccio e Stella di Fuoco. Quanti ricordi, signora mia.
E insomma, mi è rimasta impressa una scena, che esemplifica perfettamente il cambiamento nella percezione di un determinato prodotto con il passare degli anni e lo sviluppo del senso critico. Nella scena in questione, il cattivone di turno getta una rete e cattura i tre eroi. A quel punto, due secondi dopo essere stato avvolto dalla rete, l’Uomo Ghiaccio fa: “È una rete speciale, ci priva dei nostri poteri!”. Tutto convinto, in due secondi netti, senza neanche chiedersi se magari la cosa valesse solo per lui.
È un po’ l’ingenuità delle storie a fumetti della Silver Age, quell’epoca innocente in cui il riscaldamento globale non esisteva, neri e omosessuali se ne stavano giustamente al posto loro e LA SCIENZA poteva ogni cosa. Non sapevi come giustificare una svolta di trama? Niente paura, ci pensava LA SCIENZA! Oggi, se scrivi una storia di fantascienza, al cinema come nei fumetti, ti conviene avere un consulente del M.I.T., ma negli anni ’50/’60, quando i fumetti li leggevano praticamente solo i bambini e i film di fantascienza servivano per lo più a limonare al drive-in, lo sceneggiatore poteva tranquillamente inforcare gli occhiali del fottesega e portarti ovunque volesse.
Negli anni ’50/’60, inoltre, LA SCIENZA faceva anche abbastanza paura (come oggi!!1!), e non a caso i cattivi erano spesso SCIENZIATI (una figura mitica che poteva essere contemporaneamente biologo, astrofisico e ingegnere chimico). Pensate a Doc Ock, Norman Osborn o Lex Luthor.
Ecco, prendete tutto quello che ho scritto, sostituite LA SCIENZA con I COMPIUTERS e otterrete Superman III. Un film che, se proprio vogliamo trovargli una qualità che lo redima in minima parte, è la trasposizione cinematografica perfetta di un fumetto DC della Silver Age. Oggi siamo abituati a supereroi complessi, problematici, che si muovono in scenari credibili nonostante siano dei trentenni con indosso una tuta in latex. Quest’idea nasce negli anni ’60 grazie a Stan Lee e alla Marvel, ma se vi capitasse di leggere un fumetto DC degli stessi anni o del decennio precedente, capireste per quale ragione l’avvento della Marvel sia considerato un momento di rottura con la tradizione. Le vecchie storie DC sono spesso naif, letture semplici pensate per essere consumate in breve.
Superman III è proprio questo. Un film per bambini, in cui, siccome nel 1983 I COMPIUTERS avevano appena iniziato a diffondersi ed erano ancora un bel mistero per il 99% della popolazione mondiale – produttori hollywoodiani di 60 anni compresi – a un programmatore di questi misteriosI COMPIUTERS potevi fargli fare tutto quel cazzo che ti pareva. Era una manna dal cielo per gli sceneggiatori, soprattutto due scadenti come David e Leslie Newman, perché ti permetteva di coprire qualunque maccosa semplicemente gridando “È SCIENZA NON ME LO STO INVENTANDO LALALA”.
È anche l’ultimo (penultimo?) chiodo nella bara di un franchise che, in soli tre film, era passato dal tentativo di elevare il materiale d’origine, per scolpire a Superman il suo meritato altarino tra i miti della narrativa americana, a parodia di sé stesso. Da monumento al viaggio dell’eroe di Campbell e Vogler a commedia slapstick pruriginosa e senza ambizioni, tutta puntata su sight-gag tanto immediate quanto frivole (seriamente, perché mai raddrizzare la torre di Pisa dovrebbe essere un simbolo di ribellione?). Da Mario Puzo al Bagaglino.
Per me si sintetizza tutto nella battuta che mettono in bocca al povero Richard Pryor, nella scena in cui si rifiuta di calarsi col pallone aerostatico: “Non credo che un uomo possa volare!”. Ribaltamento totale dell’iconica frase di lancio del primo film e segnale che ai Salkind la visione epica di Richard Donner non era mai andata giù, e finalmente se l’erano potuta scrollare di dosso.
Superman II, pur essendo stato completato da Richard Lester, era pur sempre stato concepito da Donner, Mario Puzo e Tom Mankiewicz. Superman III è invece il primo capitolo della saga interamente concepito dai Salkind a briglia sciolta, e sceneggiato da David e Leslie Newman senza interferenze. Gli stessi, lo ricordiamo, che nel primo film volevano inserire una raffinatissima gag in cui Superman catturava per errore Telly Savalas scambiandolo per Luthor. “Che sagome!”, devono aver pensato Donner e Mankiewicz prima di strappare la pagina e ingollarla con un sorso di Biancosarti.
Credo che sia un bel testamento al nome di Christopher Reeve il fatto che, pure in mezzo alla tragedia, lui riesca comunque a mantenere dignità e carisma. È solo grazie a lui se la scena del duello tra Superman e Clark Kent viene comunque ricordata come uno dei momenti belli della saga. Se ci pensate, Reeve ha interpretato Superman in un film bello, uno così così e due brutti, eppure ancora oggi tutti lo considerano l’incarnazione definitiva del personaggio. Non male davvero.
Il pezzo di Nanni Cobretti
Diciamocela tutta: non so cosa dicessero i sondaggi all’epoca, ma alla Warner avevano deciso che sotto sotto, nonostante il successo dei primi due Superman, nel 1983 i fumetti non interessavano a nessuno.
Superman III è famigerato principalmente per un motivo: a conti fatti, è un film in cui la presenza di Superman pare quasi forzata/accidentale.
È un film in cui pochissimo materiale (Smallville, sostanzialmente) viene dal grosso canone di decenni di fumetti, ma in cui liberatisi di Luthor e Zod si è scelto di buttati dritti su personaggi inventati. È un film in cui, liberi dalle riscritture ordinate da Richard Donner, i coniugi Newman possono “finalmente” recuperare indisturbati i toni comici che avrebbero voluto fin da subito e in cui qualcuno ha pensato che Superman, e il mondo dei fumetti in generale, fossero scuse troppo deboli per portare al cinema la gente, e che siccome Richard Pryor si era detto interessato a partecipare tanto valeva fare una commedia di Richard Pryor con contorno di Superman.
Si capisce tutto fin dalla prima scena: i titoli di testa non sono più nello spazio, ma sono sovrapposti a una complessa coreografia slapstick ambientata nelle strade di Metropolis con sbadati che inciampano, ciechi che perdono il cane da guardia, mimi che scivolano. Una scena troppo elaborata per non essere stata fortemente voluta, considerata importante.
Se ne potrebbe fare completamente a meno di Superman in uno script del genere: sarebbe la storia di un disoccupato cronico che, senza essere inondato da alcuna radiazione aliena o niente del genere, scopre di avere un talento naturale per l’informatica, così, senza aver letto mezzo libro, come se programmare e cantare fossero la stessa cosa, doti nascoste che aspettano solo che vi venga messo davanti un microfono, o una tastiera, per esplodere immediatamente in tutta la loro immediata superiorità. Magia, come diceva George qua sopra.
Gus, il nostro disoccupato, finisce quindi a lavorare per l’aspirante magnate del caffè Ross Webster, il piano B di Gene Hackman interpretato da Robert Vaughn, un personaggio talmente simile a Lex Luthor che tanto valeva chiamarlo Martin Luthor (king of coffee).
E tutto il film potrebbe essere così, con Superman a fare il Beep Beep nei piani malvagi di Webster Coyote, invece che costringerci a vedere due film diversi paralleli, una commedia demenzial/surreale da una parte (Gus che spinge bottoni a caso in un sistema centralizzato e il risultato sono l’omino rosso e quello verde del semaforo che si menano) e dall’altra scene action a caso (Superman che salva la centrale nucleare) e una gita a Smallville per ripicca a Margot Kidder, l’altra assente semi-ingiustificata.
C’è snobismo e snobismo: c’è quello dell’Hulk di Ang Lee, che tratta la materia con condiscendenza e la riscrive aggiungendo extra-dosi di tragedia greca, e c’è quello di Superman III, che la considera talmente inferiore da trasformarla in farsa e trattare il suo stesso protagonista come un’ingombrante scocciatura, un ammazza-feste, un innocuo e simpatico comprimario quando fa Clark, una noiosissima e infantile icona di perfezione quando è Superman.
E alla fine che dire?
Richard Pryor è un fuoriclasse. Si aggira per tutto il film con l’aria divertita di chi non ci crede che gli stiano davvero permettendo di surclassare un caposaldo della cultura americana come Superman, e se la spassa in scioltezza senza strafare.
Christopher Reeve è un fuoriclasse: viene trattato malissimo ma ci mette talmente tanta inaffondabile eleganza, dignità e intensità, anche attraverso scene umilianti come quando la sceneggiatura lo trasforma in cattivo dispettoso e gli fa spegnere la fiamma olimpica o raddrizzare la torre di Pisa, che viene da commuoversi. Eroe vero.
E Richard Lester è un consumato professionista: viene dalle commedie con pizzichi di avventura, e quello gira. È il film sbagliato per il franchise, ma è il film giusto per lui, e mentirei se dicessi che a superare il fastidio per quello che doveva essere non si rida qua e là per quello che è.
E in tutto questo, come già evidenziato da George, ci scappa un momento in cui tutti gli astri si congiungono miracolosamente, ovvero la scazzottata fra Superman e Clark Kent, e per un attimo si sorride per il motivo giusto.
DVD-quote:
“Superman tiè!”
George Rohmer, i400Calci.com
Mi ripeto, ma quando parlate dei classici (ok, questo é un classico “al contrario”, se mi passate il termine) date sempre il meglio. Ricorco vagamente il film in questione, peró da piccolo Pryor mi divertiva per cui all’epoca mi piacque. Avrei paura a riguardarlo adesso.
Due appunti collaterali:
1) al netto della spocchia che trasudava abbastanza palesemente e di qualche maccosa, a me l’Hulk di Ang Lee era piaciuto. Poi ovvio, in un film su Hulk uno vorrebbe vedere cazzotti e distruzione, non struggimento e analisi psicologiche.
2) Ma il commento su Shazam! nell’introduzione é una vostra previsione o avete avuto giá modo di dargli un’occhiata? Non la chiamerei fotta, ma ero abbastanza curioso e cosi mi avete devastato l’entusiasmo.
2) Pregiudizio purissimo, che spero ovviamente venga smentito.
Non per fare il nerd spocchioso ma va detto che l’Hulk dei fumetti è 70% struggimento e analisi psicologiche, 30% botte. Uno dei suoi comprimari fissi è il suo psicologo (superforte anche lui).
Ammetto di non essere molto esperto di fumetti di Hulk. Diciamo che forse, come primo approccio cinematografico, conveniva puntare inizialmente sul fattore piú spettacolare e magari andare piú in profonditá negli eventuali sequel. Di sicuro affidare il film ad Ang Lee non fu proprio un colpo di genio, ecco.
quello che hai chiamato “L’unico altro lampo di ispirazione approvabile” non mi fece dormire per una notte. Non ricordo nel dettaglio la scena ma mi spaventò allo stesso livello della salamoia di Roger Rabbit
Mi hai letto nel pensiero. Anche io ho rimosso completamente il film se non per la scena in cui la donna e poi Superman veongono “assorbiti” dal Supercomputer. Ha foraggiato gli incubi del me stesso di 8 anni.
Mi hai fatto tornare in mente la scena di quando Superman cattivo, sbatte Clark Kent nella pressa dello sfascia carrozze, probabilmente erano quasi tre decenni che non la guardavo.
Se qualcuno è interessato è questa:
https://www.youtube.com/watch?v=O9zWwhJYQNc
Ma allora non ero solo io… Che incubi da bambino.
Oh, è qui il Comitato di Supporto per Bimbi Traumatizzati dalla Scena della Bambola Robot di Superman III?
Primo terrore vero nella mia vita da piccolo spettatore, e per mesi a mia sorella più grande bastava nominare “LA BAMBOLA” per farmi cacare sotto.
(sono quasi sicuro che questo è la prima manifestazone del “maccosa” nella mia vita – alla tenera età di 7 anni. E avviene quando il megacomputer prende la sorella di Vaughn e la trasforma in…boh? Un robot cattivo? Senza alcun senso, senza alcuna giustificazione, senza un cartello che compaia, sullo schermo, con scritto “oh raga, scusate”)
Il film chiaramente non è riuscito, solo che anche in un altro topic riguardo questo film, nei commenti leggo roba da controstoria del cinema.
Il mestierante è Donner, l’artista con una poetica ed un suo stile è Richard Lester, il quale nei suoi film ha sempre preso icone della cultura pop (Beatles, Moschettieri, Robin Hood etc…) e le ha smitizzate, ricostruiti e rientrerpretati. Il finale di Robin e Marian ad esempio ha una tale poesia e forza, da colpire chiunque.
Con Superman III ha ovviamente fallito, ma anche se sbagliato, è un film di Lester.
Donne invece ha girato Omen, Superman, LadyHawke, Goonies e Arma Letale. Cosa hanno in comune? Nulla, anche se comunque tecnicamente Donner ci sa fare e sa come adoperare il mezzo. Del primo Superman mi piacquero soprattutto le scena prima che lui diventasse supereroe. Comunque ricordo la bellissima scena del volo con Lois Lane; regia ed effetti speciali ben amalgamati.
La zia robot era fatta così male che finiva per far paura vera, una specie di effetto uncanny valley al reverse forse.
L’ho visto da bambino e mi andava bene tutto, l’ho rivisto qualche mese fa e l’ho trovato inaccettabile (le ragioni le avete già scritte tutte voi).
Anche a rivederlo adesso me godo sempre come se fosse la prima volta…
Nonostante tutti i suoi difetti.
E poi dai..la scazzottata Superman vs Clark meriterebbe una rece tutta sua.
E poi altri momenti belli:
lui che salva il bimbo che sta per essere mietuto insieme al grano.
La petroliera.
I missili sparati addosso e Supes che li schiva come in un videogame.
La donnamaccosarobot.
Inferiore ai primi dua ma ancora godibilmente accettabile.
Anchio vorrei una recensione solo per la scazzottata. Un momento epico.
Ma la petroliera che viene riempita risoffiandoci dentro il petrolio appena fuoriuscito?
Mi ricordo di aver visto la scena da bambino e di aver pensato “non funzionano così i liquidi…”
E il tizio che stava annegando in auto con un idrante ficcato dentro?
Ma il video games c’era veramente con quella scena, mi pare fosse dell’Atari
In sala giochi ci giocavo sempre.
Dovevi schivare e/o distruggere i missili
La scena della scazzottata è uno dei più bei ricordi cinematografici della mia infanzia, con Clark, che ai miei occhi e complice una effettiva somiglianza, era interpretato dal mio papà, che prende a calci Superman cattivo. Indelebile.
PORCAMISERIA ho dimenticato di raccontare l’aneddoto per cui una volta ho incontrato Robert Vaughn in un ristorante cinese a Birmingham :(
Dicci dicci..
No niente, era tutto lì, ero in un ristorante cinese a Birmingham e a un certo punto ho visto Robert Vaughn con tutta la famiglia (fazza inconfondibile) ma non gli ho rotto il cazzo. All’epoca girava in non ricordo quale roba teatrale in zona.
Vabbè…io ho incontrato gerry calà se è per questo…
Un collega del papà di un mio amico ha incontrato Clint Eastwood a Kapodistria negli anni ’70…Ci ha fatto una foto insieme.
Il mese prossimo a Trieste ci saranno Salma Hayek, Samuel Jackson, Ryan reynolds e Antonio Banderas: girano nel palazzo dove lavoro e IO NON POSSO ESSERCI!
Io ho incrociato Peter Gomez a Roma, non l’immaginavo cosi alto.
io il mago Otelma nei carruggi a Genova, ed è molto meglio in abiti da “mago”… detto tutto…
Comunque la foto con la didascalia “La classe non è acqua” È Superman
Tutti i film https://casacinema.tube parlano di Eros e Thanatos, tutta l’arte occidentale parla di Eros e Thanatos.
Disaccordo quasi totale a ‘sto giro.
Sara’ che, appunto, e’ un film per bambini che io vidi da bambino al cinema col papa’, ma mi piaque un casino.
Ma anche rivisto da adulto non mi ricordo grandi ripensamenti.
Ha, ri-appunto, una serena aria anni 50 da America alla Norman Rockwell che continua a non dipiacermi.
Mentre i primi due si proponevano come monumenti a Superman e trattavano la materia come fosse Faulkner, qui e’ come si mettesse in scena una storia qualsiasi di un albo qualsiasi. E’ come venir calati in una piacevole routine. Davvero il primo approccio e’ piu’ “rispettoso” verso la natura di quel tipo di fumetti del secondo?
Ma lo difendo anche cinematograficamente.
Ha una compattezza generale che spesso manca ai film di supereoi (ancora oggi) ed e’ un film colorato, pieno di roba, spostamenti geografici, sequenze ingenuamente spettacollari (il lago ghiacciato, la trebbiatrice assassina) e soprattutto ritmatissimo, a differenza dei primi due che tendevano al pachidermico.
E ok, in questo ambito Richard Lester si limta alla parte del consumato professionista presumibilmente annoiato, ma ovviamente e’ un regista ben superiore a Richard Donner (a cui pure voglio un sacco di bene, eh), e nel controllo visivo che mantiene anche della materia piu’ cheap lo si vede. Tipo la zitella robot: idea ridicola e effetti speciali ancora piu’ ridicoli, ma Lester sa usare il grottesco e riesce a girare l’errore in qualcosa di sottilmente inquietante nel suo essere fuori luogo. Laddove Donner nel primo film (il migliore, ok) qui e la’ soccombeva invece al kitsch in alcuni momenti.
E infine l’ironia. La temuta e odiata ironia. Anche quando, come in questo caso, a me sembra piu’ affettuosa che denigrante. E per me la citata sequenza dei titoli di testa, tra Tati e Jerry Lewis, per me e’ cinema coi fiocchi.
Boh. Sara’ che fumettisticamente parlando sono cresciuto con Tex, Ken Parker, Storia del West, Mister No e quindi non ho mai coltivato nessun complesso di inferiorta’, anzi. Ma anche dopo che ho avuto pure io il momento supereroi americani mai avuto quest’ansia del “oh mio dio, non stanno prendendo sul serio le cose che ci piacciono tanto!”.
D’accordo su tutto, e aggiungo pure che (almeno per il me 6enne) la sospensione dell’incredulità funzionava benissimo…ed ha funzionato benissimo (non più di qualche mese fa) anche per le mie bambine di 8 e 5 anni.
Dici bene, è stato un film trattato come un albo qualsiasi di un mese qualsiasi…in perfetta linea con il tema: un uomo onnipotente in mutandoni e mantello rossi su costume blu.
L’immagine de “la classe non è acqua” merita un’ovazione!!!! Bei tempi…
P.S. mi associo a chi chiede una rece SOLO per la scazzottata fra Supes e Clark.
Cioè non avete fatto caso che il vero protagonista del film è Richard Pryor e vi sembra tranquillo che il protagonista di un film che si chiama Superman non sia Superman bensì un tizio inventato per l’occasione?
.. Quell’epoca meravigliosa nella quale potevi minacciare il mondo con un floppy disk..
“Se ci pensate, Reeve ha interpretato Superman in un film bello, uno così così e due brutti, eppure ancora oggi tutti lo considerano l’incarnazione definitiva del personaggio”
QUOTO in pieno, per me Reeve E’ Superman
E la storia dell’incidente eccetera eccetera e’ sicuramente frutto di una teoria della cospirazione o una copertura. Vero? Vero?
Quindi nel film Superman fa uno sgarro a qualche industria di caffè…
Poi ci hanno riprovato con Spiderman e ce l’hanno fatta.
Maledetti poteri forti!
Fortunatamente, essendo giovincello quando ho recuperato i film di superman la prima volta ho optato solo per i primi due. Immagino quindi che Shazam non vi sia piaciuto, a giudicare dalla scritta iniziale: lo vedrò al più presto.
Ultima domanda, farete mai una recensione degli Spiderman di Raimi?
Mi sono perso qualcosa…quale film di supermutandati ad oggi non è una buffonata ? (esclusi parzialmente alcuni Batman)
Eh su questo sito alcuni sono apprezzati.
Direi il primo Superman e il primo Avengers per dirne un paio. Ed io sono pure d’accordo.
Poi oh sono gusti…
Innanzitutto c’è una differenza tra un film che ha due o tre battutine qua e là e un film di genere comico.
Ok per Superman ma invece anche il primo Avengers lo ricordo abbastanza cazzone (nel senso che davvero lo ricordo cosi ma potrei onestamente ricordarlo molto superficialmente)
Dipende dalla definizione di “buffonata”. Per me il primo Avengers era serissimo, e un film eccezionale (sicuramente uno dei migliori di una saga che in genere amo poco)
Visto nel 1983 con mio padre al cinema… e` stato il mio primo contatto col mondo dei supereroi. Devo dire che per essere quello che e`, mi era piaciuto un botto. Richard Pryor e` sempre ottimo ovunque lo metti e le scene d`azione non erano malaccio. La scena della tipa risucchiata dal computer gigante e trasformata in un cyborg mi ha letteralmente fatto cagare sotto per anni… Credo di averlo rivisto in tv ad ogni passaggio… chiamatelo il mio Guilty Pleasure.
Primo cinecomic visto in vita mia causa VHS di Panorama comprata da mio padre in un periodo in cui prendeva VHS in edicola abbastanza a caso. Ne ho uno sbiaditissimo ricordo come di un film scioccherello. Magari anche guardabile ma insomma…
di Panorama comprata da mio padre in un periodo in cui prendeva VHS in edicola
Forse i film sembreranno interessanti, ma non tutte le stesse persone lo cancelleranno. Il resto ama questo film https://cb01.vet/family/
mai visto fino in fondo…ci ho provato un paio di volte…
p.s.
ma dopo superman IV, tocca ai 4 batman…?
I primi due li avevano già fatti. Gli altri… Va beh. Io preferirei gli Spider Man di Raimi.
Il film chiaramente non è riuscito, solo che anche in un altro topic riguardo questo film, nei commenti leggo roba da controstoria del cinema.
Il mestierante è Donner, l’artista con una poetica ed un suo stile è Richard Lester, il quale nei suoi film ha sempre preso icone della cultura pop (Beatles, Moschettieri, Robin Hood etc…) e le ha smitizzate, ricostruiti e rientrerpretati. Il finale di Robin e Marian ad esempio ha una tale poesia e forza, da colpire chiunque.
Con Superman III ha ovviamente fallito, ma anche se sbagliato, è un film di Lester.
Donne invece ha girato Omen, Superman, LadyHawke, Goonies e Arma Letale. Cosa hanno in comune? Nulla, anche se comunque tecnicamente Donner ci sa fare e sa come adoperare il mezzo. Del primo Superman mi piacquero soprattutto le scena prima che lui diventasse supereroe. Comunque ricordo la bellissima scena del volo con Lois Lane; regia ed effetti speciali ben amalgamati.
commenti leggo roba da controstoria del cinema.
Considerando tutti i paralleli con i padri fatti nei commenti, tra 25/30 anni anche mio figlio commenterà su questo blog scrivendo che suo padre lo porto’ a vedere Shazam! a 8 anni e rimase traumatizzato dalla scena dove i demoni(?) mangiano la fazza ad alcuni personaggi del CDA…
coincidenze?
commenti leggo roba da controstoria del cinema.