Timo Vuorensuola è ancora lì che non riesce a dormire, si volta e si rivolta, suda, ripensa agli ultimi sette anni della sua vita, volati via come foglie al vento, sprecati dietro a un’illusione di trionfo rivelatasi rovinosa. Sette anni fa, Timo camminava a testa alta, raggiante del successo del primo Iron Sky, che io stessa avevo amato molto; sette anni dopo, il secondo Iron Sky si è rapidamente guadagnato la fama di merda fumante e tutti hanno voltato le spalle a Timo. Tutti, persino la squadra degli effetti speciali e persino i backers che hanno aiutato a finanziare questo disgraziato progetto. Sic transit gloria mundi. Come ha potuto andare tutto così storto? Timo, dimmelo, io non ti giudicherò.
Forse creare uno “Iron Sky Universe”, manco fosse la Marvel, e’ stata una mossa un tantino ambiziosa; ma dopotutto, quando attorno a te piovono lodi e il tuo film sta incassando mica male, senti di avere vinto una scommessa con la vita. Come sarebbe stata accolta una satira che puntava a sbeffeggiare tutti gli schieramenti? Avrebbe fatto ridere? O si sarebbero tutti incazzati? Grazie a una scrittura acuta e a una regia ispirata, Iron Sky riusciva a mantenere un tono leggero anche mentre si confrontava con temi pesantissimi; la musica dei Laibach, paladini dell’ambiguità politica, artisticamente in bilico fra serio e faceto, vi si adattava perfettamente. E allora via sulle ali dell’entusiasmo!, creiamo un secondo Iron Sky, creiamo gli spin-off, creiamo l’universo. Con che soldi? Ohibò, col crowdfunding. Il popolo ci acclama, che cacci il grano per dimostrarcelo. Il resto verrà da sé.
Ma da sé non è venuto niente, e dal grano si è passati alle grane. I backers che fiduciosi hanno aiutato il progetto si sono visti spillare sempre più soldi per far fronte ad un budget improvvisamente lievitato (su questo punto torno dopo); i perks promessi non arrivavano, la comunicazione latitava (ci sono varie testimonianze su IMDb), e presto si è sparsa la voce che forse, ma proprio forse, Timo non aveva fatto i conti come si deve. Poi ci si sono messi gli animatori degli effetti speciali, che hanno accusato il regista di aver rubato la paternità intellettuale dei loro designs; il caso è finito sul tavolo della corte finlandese e la produzione ha vinto – ma non senza un altro duro colpo alla propria reputazione. Cos’altro? Ah, la sceneggiatura; quando il tuo primo film sfoggia una scrittura dall’equilibrio encomiabile fra sarcasmo e rettitudine, piena di sensibilità comica, affetto verso i personaggi, invenzioni fantasiose, tu cosa fai? Chiami il tuo amico più imbecille e fra una vodka e l’altra gli chiedi di scrivere il sequel. Non è capace? Questo lo dice lei.
Iron Sky: The Coming Race cerca disperatamente di strizzare l’occhio a tutto ciò che si trova sulla tua bacheca di FB e che è stato minuziosamente disegnato per farti reagire: politica, poteri forti, femminismo, allergie alimentari, razzismo, omosessualità (cosa ci vuoi fare?, cit.), tecnologia vintage, messianismo, conspiracy theories a buttare, ecologia, vaccini, film di fantascienza che fanno sentire nostalgici i diversamente giovani come te, insomma tutto tranne i gattyny ma c’è tempo, magari li mettono nel terzo capitolo (torno anche su questo). Ma siccome è scritto da un imbecille e diretto da uno che si sente dritti i peli sulla nuca e l’intestino in disordine, riesce a fallire su tutti i fronti, a partire dal più facile: la protagonista. Che è donna, nera, muscolosa, ha il piercing al naso e si chiama Obi; OBI, cristo santo, gomitino gomitino, ma quanto siamo giusti noi finlandesi. Se già a questo punto avete avuto un mezzo infarto a ogni virgola, sappiate anche che Obi è l’unico personaggio femminile positivo del film; tutte le altre donne sono stupide e/o cattive e/o deboli e/o rincoglionite e/o muoiono male e/o hanno caratterizzazioni sessuali grottesche per il sollazzo dei personaggi maschili. Sì, esatto: Iron Sky – The Coming Race è un film misogino. Ti viene voglia di chiamare Superman che riarrotola il mondo per impedire che Timo e il suo amico caschino in questa fossa biologica di SBAGLIO, ma paradossalmente non c’è tempo: devi anche riprenderti dallo shock di vedere un attore russo trasformarsi in macchietta russofoba, un campione di BJJ fare a pizze fintissime coi dinosauri fintissimi, e soprattutto di vedere Udo Kier che NON si diverte e NON salva la baracca perchè non gliene frega una mazza.
Ma lasciamo perdere lo sbaglio concettuale e vediamo se almeno dal punto di vista tecnico tutti questi soldoni del crowdfunding sono serviti a qualcosa: sì, ad andare tutti in gita a Gardaland e girarci le scene della Terra Cava. Graficamente, l’intero film e’ una poverata senza vergogna e non c’è da stupirsi se i backers si sono sentiti presi per il culo: sembra un monumento al concetto di “mio cognato conosce uno che te lo fa a 50 euro”. Dove la storia fa acqua (più o meno ovunque, come si è capito), Timo tenta di supplire sbattendo dentro un po’ di derivazione culturale molesta: dalla tipa di nome Obi, al make up dei rettiliani a metà fra Prometheus e i Klingon, al Cenacolo leonardesco, a Indiana Jones e il Tempio Maledetto, in una corsa verso il fondo che ha dell’incredibile. Anche i Laibach ci fanno una figura barbina: va bene reinventarsi quando ormai sono 40 anni che vanno in giro in anfibioni e divisa militare, ma barattare la gravitas che li ha resi famosi per uno Stetson e due giri di chitarrina francamente fa male al cuore.
Non è facile guardare questo film di merda per noi, ed è ancora più difficile per Timo Vuorensuola. Il montaggio definitivo indica che terabytes di girato sono finiti nel cestino: che cosa c’entra il finto Putin della sequenza iniziale? E dov’è il Gesù di cui parlano i backers su IMDb? Chissà quanti ricordi, povero Timo, quante illusioni infrante, quanti rimpianti. Per fortuna è finita, vero? Diamo la possibilità a questo poveraccio di ritirarsi con uno straccio di dignità, anzi no: INTRODUCIAMO IL TERZO CAPITOLO. Ladies and gentlemen, ho pianto tutte le mie lacrime.
Sigla (perchè il Vril e’ un tema del film, perchè i Laibach a ‘sto giro niente, perchè se e quando guarderete il film penserete anche voi “are we there yet?”)
DVD-quote:
“Ho pianto tutte le mie lacrime”
Cicciolina Wertmüller, i400laibach.com
No.
A me giá il primo, al netto di qualche trovata davvero simpatica, non mi aveva convinto troppo. L’umorismo da meme e video stupidi va bene solo sui social (anzi, per quel che mi riguarda ha abbondantemente rotto il cazzo pure li).
Come da una cosa del genere qualcuno possa pensare di farne una saga non riesco proprio a capirlo (cioé si, i soldi, but still…).
P.S. Magari Obi é in onore di Joel Obi, ex centrocampista di Inter e Torino. É pure di colore. Tornerebbe tutto.
Per me OBI non è in onore di Obi Wan Kenobi, ma rimanda ad una marca di assorbenti interni…
e niente magari sto strano io, ma roba come questa e i millemila sharkonado e tutta quella roba che urla: VEDETE COME SIAMO PAZZIMATTI!!!1111!111 le scando a prescindere…se puoi farlo non significa che devi farlo.
Omosessualità (cosa ci vuoi fare?. cit)
Ho riso 10 minuti. Cicciolina, ben fatto. Elio è sempre la citazione giusta.
Nell’ipotetica follia che questo regista sia dia ancora alla celluloide (che manco è quasi più usata), mi auguro ascolti Cateto e prenda spunto.
Il primo partiva molto bene, poi sbracava di brutto. Questo quindi è la continuazione dello sbraco.
Avevo visto a suo tempo Iron Sky. Piacevole e divertente il giusto, senza urlare CAPOLAVORO ma pure con qualche ideuzza niente male, il gusto caustico di prendere in giro un po’ tutti, senza sconti. Sicuramente sopra le righe. Che non è di per se un problema, a meno che uno non ci creda troppo e metta Hitler in groppa al t-Rex e giochi a chi le spara più grandi. Solo pochi lo sanno fare bene. Qui, evidentemente, no
Lara Rossi? Mmm, mi piaceva in Crossing Lines, spero che questo film, che non ho visto, non sia un inciampo alla sua carriera.
Non mi ero interessato molto nemmeno ad Iron Sky, dopo aver letto questa recensione credo che dimenticherò sia quello sia il suo seguito…
>>> Non è capace? Questo lo dice lei.
@Cicciolina noi tutti sappiamo che sui 400 calci non ci manca mai nulla e tutto è sempre abbondante come un apericena sul Valhallha (pre-Thanos e pre-Cate Blanchett), ma… quanto manchi quando non scrivi! scrivi più spesso, cazzo!!
La mia unica riflessione su questo incidente ferroviario in galleria di cui – me ne scuso – mi importa il giusto, è che auspico che alla prossima alzata di scudi contro i produttori cattivi che distruggono i capolavori de L’Autore per mere questioni di botteghino, qualcuno che ha messo un euro o un centone su questo craufaunding non dimentichi. Sono cinico?
A me il primo ha fatto scompisciare. La scena in cui la Direttrice d’Immagine della Presidente si toglie gli occhiali con la mano tremolante, ripresa pari pari da La Caduta, mi ha UCCISO. Ho riso tipo sette-otto minuti ininterrottamente, e non mi succedeva da anni.
Il concetto di “tutto troppo” era forte in questo film, ma non ho saputo capire una cosa da questa rece: lo hai descritto come goffo e malfatto, ma non ho capito in che senso questo dovrebbe inficiarlo. Non sono polemico, giuro, qui è proprio che il primo mi piacque perché sapevo di star guardando un Nazi-sharknado, e l’ho guardato con quegli occhi.
C’è una battuta in uno Scooby Doo in cui due produttori cinematografici dicono: “Tutti quei film di androidi, zombie, fantascienza, fantasy spinto e alieni stanno incontrando un momento di stallo, è tempo di un bel western alla vecchia maniera! Ma per stare tranquilli, il nostro cowboy sarà uno zombie androide che viene dal futuro per fermare un’invasione aliena, e avrà una scimmietta parlante che esaudisce desideri”
Ecco, io ho guardato Iron Sky con questi occhi, sapendo che avevo davanti uno Scary Movie coi Nazisti.
In che senso il secondo fa cilecca, se di base lo scopo è incarnare il trash del trash? Non ho capito se l’idea di Hitler zombie in groppa ad un T-Rex è una battuta o accade davvero, ma lo troverei del tutto in linea con il primo.
Please spiega meglio!!!
Bacioni…
Credo di non aver mai letto una sequela di cazzate più grande di questa in tutta la mia vita…The Coming Race è semplicemente il sequel di Iron Sky, trash abbondante mischiato con satira sociale e politica graffiante. La battuta della Palin a Zuckerberg sui social che rincoglioniscono la gente è micidiale e vera, qua in italia abbiamo l’esempio di svariate teste di minchia che li usano a quello scopo. E poi tutta la presa per il culo della Apple e da maestro, meglio di così non potevano farla. Udo Kier stellare e nella parte come non mai, Julia Dietze che spacca il culo al T-Rex meravigliosa, e la chiusa con il pianeta rosso dei comunisti era semplicemente da immaginarsela. Sapete com’è, la vecchia diceria anni ’60 sui comunisti che giungono da marte…e russofobia per cosa, per una presa per il culo del Car0 AmIk0 PuTeeeeeeeeen che sogna il ritorno dello zarismo? ma per favore. Spiace dirlo, ma qui mi sa che chi ha scritto la recensione lo ha fatto durante quel giorno del mese, quando gli ormoni erano più impazziti. Non trovo altra spiegazione. E se i fanZi che hanno finanziato il film erano delusi perché si aspettavano un Remake di Animal House con il secondo film di Iron Sky, che vadano semplicemente a farsi fottere.
Voi e i “f3Nz DeLu$i!11!!!!!” vi meritereste di grattuggiarvi i coglioni a vita con la “raffinatissima” e, sottolineo, DIVERTENTISSIMA satira sociale di Rollerball, ficcatavi nell’occhio attraverso la cura lodovico fino alla fine dei tempi. Robe da matti.