Il pezzo di Casanova Wong Kar-Wai
Questione spoiler: raga, dico poco o nulla, tranquilli, ma è comunque un film di Tarantino. Se non l’avete ancora visto 1) siete matti 2) fossi in voi non leggerei quanto segue per arrivare come vergini come Maraglia Carrey al matrimonio. Pronti? Via.
“Working in this town is all about being on the list.
You’re either on it or you’re not”.
Rick Fuckin’ Dalton
Il dubbio principale è uno e uno solo: C’era una volta a… Hollywood è un film calciabile? Anzi, ho un altro dubbio, vostro onore. Forse un filo più frivolo ma non da poco. Posso? Vado. Perché il titolo originale è Once Upon a Time… In Hollywood mentre quello italiano è C’era una volta a… Hollywood? Chi decide dove mettere i puntini di sospensione? Prima dell'”In” o dopo la “a”? È stato chiesto a qualcuno dell’Accademia della Crusca questa cosa? C’è una motivazione di ordine grammaticale o è solo perché qualcuno ha deciso che suona meglio strascinare la “a” mentre nella nostra testa subvocaliziamo il titolo nella nostra testa? Tipo: C’era una volta aaaaaaaaaaaa… HOLLYWOOD! O era meglio C’era una volta… AHOLLYWOOD! Non lo sapremo mai. E a me questa cosa non va giù.

Thanks to la pagina facebook Il cinéfilo nell’era dell’Internét
Comunque, il dubbio principale rimane. Ed è un dubbio non da poco. Once Upon a Time… in Hollywood (preferiamo il titolo originale, dai. Così com’è preferibile, se non addirittura mandatory, vedere il film in lingua originale e, se possibile, in pellicola) è un film di quelli che interessano ai ragazzi de i400Calci? È giusto che sia recensito nel tempio dei film di genere, sulla rivista di Cinema da Combattimento? Bè, ma perché questo dubbio, vi chiederete voi. Presto detto: perché se fino ad oggi il mondo di Tarantino ha avuto a che fare con cani da rapina, ammazzanazisti, gangster ciarlieri o outlaws in cerca di vendetta, questa volta non è così.
Los Angeles, febbraio del 1969. Rick Dalton (un Leonardone in una forma strepitosa) è un attore oggi principalmente famoso per la sua parte nella serie televisiva Bounty Law, dove interpreta il cacciatore di taglie Jake Cahill. Eppure Rick ha fatto una bella gavetta, un tempo era facile vederlo al cinema tra filmetti di guerra e qualche vecchio western. Adesso invece è un po’ fermo al palo. Ma d’altra parte è anche normale. Hollywood sta cambiando. Ormai la golden age è passata, i produttori si sono stancati di fare i nostalgici, ritrovarsi in qualche bar sulla strip per parlare di un cCinema che oggi evidentemente non esiste più. Non è un caso che tra le colline, a Cielo Drive, dove Rick tempo fa si è comprato una bella villa con piscina, sia appena arrivato un nuovo vicino di casa. Sì, prima il dirimpettaio di Rick era Terry Melcher, il figlio di Doris Day. Adesso invece c’è Roman Polanski, il bizzarro e lanciatissimo regista europeo che si è imposto al botteghino con un film come Rosemary’s Baby, in compagnia della sua bellissima compagna, Sharon Tate. Aria nuova, ragazzi! E Rick? Bè, glielo ha detto pure il suo produttore, Al Pacino: il treno è passato, Rick. Se vuoi ancora recitare in qualche film, non ti resta che andare in Italia, a girare con questo Sergio Corbucci. Certo, non è Sergio Leone, però…
Rick non la prende bene. E quando Rick non la prende bene solitamente fa due cose. La prima è bere come una spugna. Non che solitamente al ragazzo non piaccia alzare il gomito, eh? Cavolo, è ubriaco un giorno sì e l’altro anche. Ma quando è preso male, bè, semplicemente beve di più. La seconda è confidarsi col suo unico amico, Cliff Booth (Brad Pitt). Cliff è lo stuntman di Rick. Lavorano insieme da una vita e a definirlo semplicemente uno stunt, gli si potrebbe fare un torto. Cliff è uno stunt, un amico, un assistente, un tuttofare. C’è da ricordare a Rock che domattina dev’essere sul set per girare il pilota di Lancer insieme a Timothy Olyphant e Luke Perry? Ci pensa Cliff. C’è da mettere a posto l’antenna della televisione a casa? Cliff è già sul tetto a torso nudo con una cassetta degli attrezzi pronta ad ogni evenienza. C’è da andare a prendere Rick a fine giornata agli Studios? Cliff è già lì fuori con la macchina accesa.
Once Upon a Time… in Hollywood non parla di una vendetta o di una rapina andata a male. Parla di questo. Nella sua prima parte, racconta due giorni nella vita di un attore e del suo double. E nel fare questo parla inevitabilmente di quel posto lì. Ci fa vedere i neon di una città che era abituata a sbrilluccicare di notte, ci mostra come si gira un pilota di una serie televisiva, come si muovono gli attori sul set e cosa fanno tutti quelli che lavoravano dietro. Ci svela i retroscena di una grande produzione, le feste alla Playboy Mansion, i poster giganti dei film che dominano le strade. Ma non solo questo: ci fa vedere anche come quella città, la Mecca del Cinema, sta cambiando. The Times They Are A Changing, no? E allora oggi Los Angeles non è più quel posto dove ti poteva capitare di incontrare uno della famiglia Barrymore o, che ne so, Cary Grant. Oggi per strada ci trovi i freakettoni, ragazze scalze, coi capelli lunghi e i pantaloncini troppo corti, che predicano “pace e amore” e razzolano tra i bidoni della spazzatura in cerca di qualcosa da mangiare o da rivendersi per qualche cannetta o per un cartone di LSD. O per una canna pucciata nell’LSD, ma sì, che ce frega.
Prima di riuscire a vedere Once Upon A Time… in Hollywood, ho visto decine di articoli che si affrettavano a individuare ogni riferimento televisivo e cinematografico tirato fuori dal sapiente e profondissimo cilindro magico di Tarantino. Un giochino al solito bello e utile, ma se dovessi dire io un titolo a cui mi ha fatto pensare questo nono film di Tarantino… oh, a me verrebbe da citare Amarcord. Perché qui Quentin parla della sua infanzia, di quello che ha visto da bambino quando si sporgeva dal finestrino della macchina della sua famiglia quando attraversava la città dove abitava. Forse aveva i braghini come Titta a Rimini. Una volta cresciuto ha messo in fila i suoi ricordi in un film che a un primo sguardo, certo, può sembrare non andare da nessuna parte ma che forse è semplicemente un’operazione nostalgica di uno che, come pochi altri al mondo, conosce e ama il Cinema. Un film filologicamente ineccepibile che ha poi il coraggio e l’ardire di lasciarsi andare a un sentimentalismo, un amore, una nostalgia che non può non conquistare. L’affetto con cui ci mostra una giovane e innocente Sharon Tate in un cinema, bella come Margot Robbie, intenta a riguardarsi in un vecchio film al fianco di Dean Martin (The Wrecking Crew o in italiano Missione Compiuta Stop. Bacioni Matt Helm) è palpabile. Ed è il vero cuore di questo film.
E allora cosa rimane a noi dei Calci? Perché ne pariamo qui? Bè, prima di tutto perché comunque Tarantino anche se domani girasse una puntate remake di Love Me Licia a me tremerebbero le mani dall’emozione e lo inserirei a forza tra le nostre eccezioni meritevoli, e poi perché, qua e là, qualche elemento calciabile c’è. Se cercate sangue e ultra violenza c’è tutta la sequenza finale lì per voi, tra testate, sangue, cani assassini e morti scomodi. Ma poi c’è anche la CLAMOROSA sequenza in cui Brad Pitt porta Margaret Qualley (mio dio… la bellezza) allo Spahn Ranch, dove risiedevano i membri della Manson Balotta. Qui, in un secondo, dopo averci portato a spasso per non so quanto tempo in giro in macchina per le strade di Los Angeles sostanzialmente a ciurlare nel manico, Tarantino realizza un piccolo film thriller perfetto, con una gestione degli spazi e dei tempi incredibili. Dite che è poco per finire sui 400 Calci? Per quanto mi riguarda, se la pensate così, non siete miei amici.
Ah, prima di lasciarvi mi preme dirvi che avere un cast del genere è un conto. Saperlo usare in questa maniera è un altro. Leo e Brad sono stellari, Margot fa poco ma quel poco che fa lo fa con le giuste lucine negli occhi. Impossibile citare poi tutti gli altri milioni di attori che compaiono, ma tanto siete bravi quanto me ad eccitarvi in sala e urlare: “Wow, Bruce Dern vecchissimo!”. Ok, amici, io vado in sala a rivederlo, ma prima di uscire lascio la parola a Nanni Cobretti che dice la sua sul vero momento CALCI del film. Vai Nanni.
Il pezzo di Nanni Cobretti
Driiiiin
Driiiiin
Signora? Signora?
Driiiiin Driiiiin
Signora? Ha un minuto? Le vorrei parlare del nostro Signore e Salvatore Piccolo Drago Bruce Lee.
Signora posso entr–
Vabbè io parlo di Bruce Lee lo stesso.
Funziona così: Tarantino con la storia e le persone vere ha sempre fatto il cazzo che gli pareva, lo sappiamo da Bastardi senza gloria.
Lo fa anche in questo.
Lo fa nel suo stile: plateale, ma non telefonato.
Non fa una magica dissolvenza sbrilluccicante grazie alla quale capisci che stai per assistere a una scena onirico-fantastica di soldati che sognano di ammazzare Hitler: ammazzano Hitler e basta.
Non ti mette la didascalia gigante con scritto “INIZIO SCENA INVENTATA” e “FINE SCENA INVENTATA”: fa come se niente fosse. Se non lo sai, non te ne accorgi. Se lo sai, l’obiettivo è farti godere il doppio.
C’era… una volta… a… Hollywood (metto i puntini ovunque per non sbagliare) non fa eccezione e anzi, pieno com’è di personaggi reali, si diverte a mischiare fedeltà e fantasia senza soluzione di continuità. Rick Dalton è inventato, Sam Wanamaker è davvero un attore/regista shakespeariano che a un certo punto si è ritrovato a dirigere western, ovviamente non hanno mai fatto un film insieme. Pussycat è inventata, Squeaky Fromme e George Spahn sono realmente esistiti e la descrizione del ranch è fedele a livelli abbastanza ricercati. Cliff Booth è inventato, Bruce Lee è realmente esistito.

Storia vera.
Avete mai letto nulla su Bruce Lee?
Siete sui 400 Calci, quindi è facile di sì. Qualcuno di voi probabilmente ha persino letto più cose di me su Bruce Lee (sto scherzando, è impossibile).
A pagina 1 di un qualsiasi testo biografico su Bruce Lee, voi ben sapete, si scopre che Bruce aveva una sua personalissima filosofia di combattimento.
A pagina 2 Bruce dice puntualmente qualcosa che, a seconda dei punti di vista, può suonare incredibilmente illuminata o un pochettino arrogante.
A pagina 3 capisci che, per motivi che fanno parte integrale del nucleo stesso della sua filosofia, mai neanche per l’anticamera del cervello a Bruce Lee sarebbe venuto in mente di tirare un calcio volante in un contesto che non fosse un film, roba che pure nei film gli sapeva dichiaratamente fatica.
Di conseguenza, se hai letto un qualsiasi testo biografico su Bruce Lee fino ad almeno pagina 3, sai che quello che si vede in C’era… ecc… ha attinenza zero con la realtà, è a malapena la sua imitazione del Bagaglino, e ha chiaramente l’unica funzione di agevolare ulteriori tratti descrittivi del personaggio di Brad Pitt.
Ne esce malissimo Bruce, talmente male che non gli assomiglia nemmeno di striscio. È una plateale barzelletta, talmente caricaturale che non ho onestamente trovato la forza di offendermi.
Ora, ci sono diverse scuole di pensiero.
Una è appunto quella di non farne una tragedia: è un film, è un’interpretazione libera, bla bla bla, e allora quella volta che hanno ammazzato Hitler al cinema, e poi se c’hai fatto caso è un flashback di Brad Pitt che magari si sta inventando tutto per bullarsi da solo, ecc…
È legittima. È chiaro che è legittima. È anche la mia preferita se devo essere sincero, innanzitutto perché mi permetterebbe di finire il mio pezzo qui e passare a fare altro nella vita, tipo finire di guardarmi Warrior.

Sì come no.
Però ce n’è un’altra.
Innanzitutto: Bruce Lee non è un personaggino qualunque, è una cazzo di leggenda. È un personaggio storico la cui portata rivoluzionaria sulla cultura odierna non è limitata ai suoi film, ma si espande al mondo delle arti marziali e arriva a resistere a continui episodi di razzismo e infine a contribuire in maniera fondamentale, decisiva, al modo stesso in cui la cultura orientale tutta veniva vista in Occidente. Probabilmente era anche arrogantello, eh? Ma come dire… probabilmente pure Gandhi ogni tanto era un po’ maleducato.
E insomma, nascono un paio di problemi.
C’è che Bruce Lee in Oriente è una delle figure fondamentali della loro intera cultura, mentre in Occidente la gente sa a malapena che ha fatto solo quattro film e non centoquindici.
C’è che un’apparizione nell’ultimo film di Tarantino è il suo momento di maggior esposizione mediatica mainstream da parecchi anni.
C’è che tutti quanti sanno che Hitler non è morto sparato in un cinema con un pezzo di David Bowie in sottofondo, ma chi è che sa distinguere un Bruce Lee fedele da uno caricaturale, se il contesto è ambiguo e lasciato all’interpretazione?
Fottesega, qualcuno di voi dirà, ma siamo sicuri? È davvero il caso di prendere un personaggio di tale portata, in un momento storico in cui il suo esempio sarebbe più importante e rilevante che mai, e dipingerlo con leggerezza come un povero cazzaro? Cosa sarebbe successo se, al posto di una scena del genere, ce ne fosse stata una in cui Brad Pitt corregge ridendo i discorsi di quel semianalfabeta di Martin Luther King?
Questa seconda scuola di pensiero è probabilmente meno preferibile, è complessa, problematica, costringe a fare una serie di riflessioni che fuoriescono dall’ambito cinematografico, ma se devo essere sincero non me la sento di snobbarla. È altrettanto legittima e la capisco.
Se n’è fatta portavoce Shannon Lee, figlia di Bruce, oggi a capo dell’organizzazione che promuove la figura del padre, sicuramente, certo, poco propensa in generale ad accettare macchie di qualsiasi tipo sulla sua immagine.
Ma Tarantino, invece di risponderle “capisco ma ho dato una mia interpretazione fantasiosa funzionale al contesto narrativo” (o stare zitto), ha detto “no oh io mi sono documentato e secondo me invece ne ho dato un ritratto plausibile”.
Della “coreografia” del “match” non ne parliamo. Nessuno si aspettava il nuovo Urlo di Chen, ma da un presunto fan che aveva omaggiato Bruce regalandone la tuta alla Sposa di Kill Bill ci si aspettava sicuramente un trattamento un po’ più affettuoso, e non qualcosa che nel migliore dei casi è sorvolabile e nel peggiore fuorviante in negativo.
Ma amen: se non vi interessa, non vi accorgerete di niente.
In ogni caso, signora, ho finito.
Mi scuso per averla disturbata suonando il campanello così, senza preavviso, ma non sapevo come altro fare.
Posso ripassare domattina per Steve McQueen?
DVD-quote:
“Oh, non ne sbaglia uno”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Casanova anche a me è venuto in mente Amarcord, e il finale di C’era una volta… mi richiama l’apparizione del transatlantico Rex. Niente, solo questo e profonda pena per il cinefilo nell’era di internet.
Tutto giusto e tutto esatto, questo non è un film “fatto con le citazioni dei b-movie che noia” come hanno detto superficialmente certi critici pessimi e sopravvalutati e suonati (sì, parlo di Paolo “per me Fury Road è brutto” Mereghetti), ma è un film fatto di Fellini, Godard, Billy Wilder, Orson Welles. È un film fatto di storia del cinema che fa storia del cinema, e se non lo capisci PRIMA vai a studiare e DOPO che hai studiato lo rivedi e FORSE capisci, altrimenti TORNI a studiare ancora. Altrimenti lascia perdere e guardati Spiderman.
Sulla questione Bruce Lee (SPOILERINO), al di là delle dichiarazioni di Tarantino che cmq si diverte sempre a confondere le acque, stando a ciò che conta cioè il film è evidente che il vero Bruce non sarebbe mai stato sfrociato con facilità contro un’auto da uno stunt qualsiasi, quindi a me pare una chiara dichiarazione col pennarellone grosso che quello NON è il vero Bruce Lee, questo non è un biopic su Bruce Lee e – di nuovo – se non ci arrivi è solo un problema di te spettatore.
Ok, ma di base stai dicendo che questo film lo devono guardare in venti illuminati e gli altri si devono attaccare al cazzo e possibilmente pure vergognarsi. Limitandosi a Bruce Lee: chi ne sa un minimo capisce senza problemi, ma la maggioranza continua a conoscerlo solo come attore e secondo me, invece che dire “cazzi vostri”, occasioni come queste servirebbero non dico a spezzare la narrazione per fare un documentario filologico su di lui, ma almeno possibilmente a non fare danni.
Sì però di film, biopic e docu che parlano delle doti di Bruce Lee e ne enfatizzano la grazia, la forza e la dedizione ce ne sono a pacchi. Non potrà una macchietta sgraziata inficiare un mito o fare danni. E’ una provocazione quella di Quentin, forse eccessiva, ci si legge dentro in negativo una certa dose d’invidia e in positivo una voglia di placare l’eccessiva l’enfasi per un determinato personaggio. E’ un voler dire: ” Come voi potete dire fosse l’uomo più forte del mondo senza controprove io posso dire che dal mio personaggio le avrebbe prese”. A me, ripeto, la scena non è piaciuta ma non ci sto neanche al “Tarantino stia zitto” o all’ennesimo “Tarantino è razzista”.
Sono sicuro però che sei d’accordo anche tu che non tutto il pubblico di Tarantino va necessariamente a spararsi i docufilm su Bruce Lee, o i suoi film incasserebbero molto meno e ovviamente non staremmo qui a discuterne.
Giusto un appunto sull’incipit di Casanova. Io apprezzo molto l’idea di vedere i film in v.o. ma per quanto abbia una buona comprensione dell’inglese ho anche la decenza di ammettere che molte parti dei dialoghi tarantini mi sfuggono, ergo necessito di sottotitoli. Purtroppo ho il cinema Arcadia a mezz’ora da casa e questi film mi tocca vederli in Sala Energia, va da sé che seguire le immagini su quello schermo per poi dare attenzione ai sottotitoli in fondo è come sbocciare una bottiglia di barbaresco nei bicchieri di plastica e accompagnarci un bel panino apollo dell’autogrill scaldato fra croste di formaggio bruciate. Tanto vale buttarla nel cesso, o guardarsi il film al cinema doppiato e recuperarlo poi a casa in lingua. Mi spiace solo per la mia ragazza che mi accompagna e che guardacaso è insegnante di inglese…
Ovvio che in teatri con schermi di dimensioni più contenute la cosa mi risulta accettabile. Giusto la mia opinione sulla lingua originale a tutti i costi.
Io il “pubblico di Tarantino” non ho mai capito chi sia davvero. Fra i fan del cinema che cita leggo più spesso odio che altro. La maggior parte degli estimatori veri dello Spaghetti Western ad esempio ne hanno dette di peste e corna su Django ed Hateful. Penso che Kill Bill ai fan dell’action piaccia poco o niente. Prova a leggere le rensioni di Death proof sui siti in cui si incensano Lenzi o Fulci, e vedrai che l’approccio citazionista viene visto più come una ruberia che come un omaggio. Penso invece che Bruce Lee abbia un pubblico molto più esteso ed intergenerazionale di Tarantino. Quando parli dei suoi film a persone che non frequentano tanto il Genere nessuno mette in discussione la sua grandezza. Anzi, la convinzione che fosse prima di tutto invincibile come alteta piuttosto che credibile come attore action ho l’impressione sia molto più ben radicata. E’ solo a questa convinzione e non alla Persona (si vedano appunto gli spezzoni concilianti degli allenamenti con gli attori) che la provocazione può ragionevolmente rivolgersi.
Porc… non volevo scrivere una risposta sotto questo commento, vado a tranciarmi un dito come gli yakuza
Tarantino è tra i pochi che hanno trovato il maggior punto di incrocio fra cinefili appassionati di cinema autoriale e pubblico generico. Il sottoinsieme “appassionati di Bruce Lee al punto da documentarsi su di lui” è infinitamente inferiore. Poi oh, faccia il cazzo che preferisce ovviamente. Ribadisco che il senso del mio commento è che se da una parte io personalmente provo al massimo solo un pizzico di delusione, dall’altra trovo anche che le lamentele siano comprensibili.
La mia posizione molto semplice è che il film di Tarantino è un’opera d’arte e come moltissime opere d’arte presuppone una conoscenza approfondita del contesto e delle persone reali citate, in questo caso Bruce Lee, Sharon Tate, Manson,…
E’ la stessa identica cosa di uno che va a leggersi la Divina Commedia senza note e senza sapere nulla del contesto e delle persone reali citate, non è che può dire “Non capisco una fava, è colpa di Dante che non spiega le cose e sta Divina Commedia è superficiale”.
No, sei tu e solo tu che sbagli ad accostarti a questo film come a un blockbuster qualsiasi. La fruizione del cinema d’autore e dell’arte in generale da sempre richiede una preparazione adeguata allo spettatore, anzi a parer mio è anche una delle principali caratteristiche che lo definisce.
Visione romantica ma eccessivamente riduttiva. Tarantino, che lo voglia o meno, ha un pubblico largo e generico, e il paragone con la Divina Commedia in linea di principio salta nel momento in cui il problema non è non capire (giustamente cazzi tuoi) ma capire male (potenzialmente irresponsabile).
Diciamolo chiaro. Chi è interessato alla figura di Bruce Lee sa la verità, chi non è interessato di sta polemichette se ne sbatte altamente. Nessuno dei NON fan si è offeso o ha pensato “che merda bruce lee”, hanno tutti riso e preso la scena per quello che voleva essere, dar risalto al personaggio di Pitt. Siamo noi appassionati che saltiamo a lamentatci sulle sedie come i fanboy peggiori del mondo. Aggiungo che se la sorella non avesse fatto la piazzata se ne sarebbe parlato pochissimo, sono tra i fan di Bruce più affezzionati e suscettibili.
Sulla questione pubblico Tarantino ha un grosso problema con esso dal giorno uno. La maggior parte vede i suoo film e pensano che sono roba originale, senza cogliere mezza citazione. Non tutti, ovviamente, ma una gran parte. Sono persone con cui ho sbattuto la faccia spesso. In questo caso, essendo le citazioni non acceasorie ma funzionali a un certo livello di comprensione, è un po’ più complicato. Insomma, per me più che dalle parti di Amarcord siamo dalle parti di Effetto Notte. E prova a far vedere Effetto Notte a una persona che di cinema sa pochissimo e vediamo che dice.
Nanni è la prima volta che sono in disaccordo con te (prima o poi doveva succedere dopo 7 anni), la scena è una boutade che punta al divertimento e basta, Lee è quel pizzico sopra le righe per farti ghignare e si risolve con una scenetta comica con qualche (finto) calcio. Io non c’ho trovato assolutamente niente di fuori posto e anche il volerci trovare una critica a Lee (che qui è semplicemente una caricatura, e se è giusti che le caricature le faccian di Gesù o della Madonna figuriamoci se non si possono far di un attore, seppur mitico, del passato).
Tra l’altro è una scenetta veramente, non 20 minuti di spalate di merda fuori luogo.
Ma pure io sono d’accordo ziobonino, l’ho scritto. Solo che sono anche in grado di comprendere le ragioni di chi si lamenta. Le due cose possono coesistere, ve lo giuro, la scienza l’ha dimostrato.
Anch’io penso che il GIGANTESCO equivoco su Tarantino, dato dall’incredibile successo popolare dei suoi film, sia che molti credano tuttora che Tarantino sia Michael Bay, non nel senso di giudizio qualitativo ma nel senso di accessibilità delle sue opere, cioè che posso andare a vedermi i suoi film anche se ho la cultura cinematografica di un bimbo di sei anni e divertirmi lo stesso. Anzi quello magari sì, ma tra divertirmi col film e capire il film ci passa un mondo.
No. Tarantino non è Michael Bay, Tarantino è Godard, è un regista di successo ma “facilmente accessibile” neanche per sbaglio in nessuno dei suoi film. C’era pure il nome della compagnia di produzione “A Band Apart” a segnalarlo coi riflettori. NON PUOI andare a vedere i suoi film senza una cultura cinematografica adeguata, gli strumenti per interpretare correttamente, le conoscenze sul contesto e i personaggi. O meglio: puoi, ma non è che poi ti metti a fare critiche pretestuose basate sul fatto che hai capito il 10% a dir tanto di quanto hai visto. O lo vedi e poi stai zitto oppure, se vuoi parlarne, prima ti informi, interpreti, capisci, approfondisci.
Poi ok è una visione utopistica nell’era dei social, ma per me tanto più bisogna difenderla.
Poi vabbeh come ho scritto all’inizio più che altro io sono incazzato che uno che scrive I DIZIONARI DEI FILM, cazzo, I DIZIONARI DEI FILM e fa il critico per IL MAGGIOR QUOTIDIANO NAZIONALE, cazzo, IL MAGGIOR QUOTIDIANO NAZIONALE non ha capito NULLA, ZERO, NADA di questo film. E’ atroce tutto ciò.
Più che altro la scena con bruce lee mi ha fatto venire in mente la barzelletta del cavaliere bianco e del cavaliere nero , solo che erano invertiti i colori
Io tutta questa enfasi sull’elitarismo non la capisco. Il “trucco” di Tarantino (e di altri come lui, tipo Kubrick) è che riesce a fare film che bene o male ti godi anche se non capisci appieno. È un fatto, o non incasserebbero così tanto. Parlando in generale, e non soffermandosi sul caso Bruce Lee che alla fine è una mezza cazzata, ribadisco: il problema non è quando il pubblico non capisce. Il problema, di responsabilità, è quando il pubblico è portato a fraintendere e non si rende necessariamente conto di aver capito male.
Non so se sono l’unico a pensarla così, ma ho avuto l’impressione che inserire il massacro di Manson e la caricatura di Bruce Lee siano tutte scelte al fine di rendere vendibile un film privo di idee di fondo. Insomma alla fine si è parlato più di questi elementi di contorno piuttosto che di quelli centrali del film (probabilmente perchè c’è il nulla) e senza queste elementi dubito che se ne sarebbe parlato così tanto del film.
Non sono un fan delle arti marziali e di Bruce Lee, ma anche a me la caricatura fatta nel film ha stranito. C’è da dire che nel resto del film la figura di Bruce viene riabilitata con una certa dolcezza, facendolo vedere mentre allena con simpatia e disponibilità un tot di attori. Altro fattore: una descrizione “tenue” di Lee- se l’idea che Tarantino di era fatto era quella più di un coreografo che di un atleta- poteva funzionare solo se estremizzata. Il film comunque è bellissimo e romantico, soprattutto nella descrizione della città, delle sue strade poco praticate e dei suoi squarci poetici (la roulotte dietro il drive in).
Se l’idea di Tarantino è che Bruce fosse un coreografo e non un atleta gli tiro un calcio volante in fazza di persona.
Io la scena con Bruce Lee l’ho intesa come esplicativa del personaggio di Pitt in vista della scena finale.
In pratica Pitt non ha alcuna remora ad affrontare Il campione Bruce Lee quindi figurarsi quando si trova di fronte 3 ragazzini
E poi scusate ma a voi i film con Bruce Lee non facevano ridere? Con tutte quelle urla da isterici?
Avendo una certa età ho visto quei film al Cinema negli anni settanta che ero una bambina e non vedevo la violenza ma la chiave comica
Eri una bambina e come tale non capivi un cazzo. Una volta donna, con un percorso adeguato, avresti potuto cambiare idea. Evidentemente non l’hai fatto ed è più che legittimo; meno legittimo è spoilerare il finale senza scrivere SPOILER. Adesso torna in cucina a fare i biscotti.
Ciao “machoman”! Guarda, stavo per dirti che capisco la frustrazione da spoiler e che dovresti imparare a rispondere “non capisci un cazzo” piuttosto che buttarla a gratis su un sessismo che non ti fa onore, ma poi non ho manco trovato lo spoiler di cui ti lamenti per cui secondo me dovresti stare sereno. Grazie.
Gli spoiler sono contenuti nelle prime due frasi. Il sessismo e’indirizzato unicamente alla signorina in questione e la scelta del nickname intendeva evidenziarne il risvolto ironico. La mia considerazione della donna tende al divino ma e’ suscettibile a variazioni a seconda del soggetto. Mia moglie, oltre a fare ottimi biscotti e’ campionessa di Kung fu (da qui il riferimento a un percorso adeguato, per mezzo del quale, ad esempio, ilo ho imparato a confezionare gustose torte di compleanno). Un caro saluto.
Son contento machoman, anche se non ho capito né perché il sessismo saltuario debba essere considerato in qualche modo giustificato, né perché non te la stai prendendo con decine di commenti sotto che stanno spoilerando molto più forte in assoluta libertà. Mi fido degli intenti ironici ma dagli una controllata, ricorda che non ti conosciamo.
Ho tentato di evitare gli spoiler leggendo solo parte dei commenti (quelli inerenti Pitt vs Bruce) ma nel caso in questione ho fallito. Il sessismo saltuario cessa a mio parere di essere sessismo (proprio perchè non generalizzato), ma mirato. “E poi scusate ma a voi i film con Bruce Lee non facevano ridere? Con tutte quelle urla da isterici?” è una roba che non si può leggere senza provare sdegno. Bruce Lee non mi è mai stato simpatico, ma si tratta di un’icona cara a mezzo mondo e ogni marzialista non può che portargli sacro rispetto.
Magari non credo nella psicanalisi ma non mi permetterei mai di affermare che Frued era un coglione, parimenti non interferirò con il lavoro dell’idraulico in quanto di tubi non ne so un tubo. Viviamo in un mondo in cui chiunque può dire (e scrivere) di tutto, e va bene così, ci mancherebbe. La libertà di espressione è imprescindibile. A un’affermazione squalificante, di fatto un’enormità come quella proferita dalla gentile signorina, ho ritenuto appropriato rispondere con una cazzata di pari livello. Anche per il gusto di provocare, lo ammetto. Dai, che adesso ci conosciamo un pò meglio.
@ MachoManRandySavage
Ma tu, “verosimilmente” (cit) non dovevi lasciare i400calci? (cfr: http://www.i400calci.com/2019/09/rosemarys-babysitter-la-rece-di-satanic-panic/ )
Era solo un turn heel, fatto per altro malissimo?
Credo sia un omonimo, amico. Io sono heel sempre e comunque.
Cioè, fammi capire, non hai visto il film e scendi a leggere i commenti?
Mi ricordi un tizio che una volta entrò in un locale di drag queen qui dalle mie parti e alla vista del primo cameriere col culo scoperto sospirò un “oh mio dio..” udito in tutto il locale.
Cosa vuoi che ti dica…la questione “Bruce” era troppo allettante.
La similitudine mi pare forzata. Nessun problema con le drag queen di casa tua, nè con le chiappe nude.
Ok, “machoman”, sono costretto a darti uno spiacevole spoiler: il sessismo mirato è ancora sessismo, e non è minimamente giustificato davanti a un’affermazione che fa rabbrividire pure me dal fastidio ma non è offensiva. Piacere di conoscerti.
Non e’ uno spoiler e gli scambi d’idee su argomenti importanti non sono mai sgradevoli. Quando un individuo si fa portavoce di alcune delle caratteristiche peggiori attribuite al suo genere da una tradizione secolare (esecrabile ed erronea) va stigmatizzato esibendo il medesimo pregiudizio che egli per primo ha alimentato. Se nonostante abbia evidenziato l’ironia del tutto, la cosa non ti piace non lo faro’ mai piu’ in questa sede, ma ribadisco: se un uomo avesse scritto la stessa cosa gli avrei suggerito di mollare la tastiera e tornare a zappare la terra. Non perche’ disprezzi contadini/e o pasticcieri/e ma perche’ credo nel contrappasso (cosi’ tanto che non mi dispiace subirne le conseguenze come sta in effetti accadendo) . Con eccellente rispetto, MachoMan (!)
Non credo che le discriminazioni contro chi urla quando mena siano paragonabili alle discriminazioni sessuali, e inoltre in generale sono un grande fan nel rispondere cercando di dare un esempio migliore di quello che si è subito, se si è in grado. Spero che questo ti aiuti a regolarti da qui in poi. Grazie.
Mi sembrano le stesse giustificazioni addotte da certi individui apertamente razzisti quando rivendicano il diritto di usare la parola “negro”. Secondo loro non è un appellativo offensivo, ma intanto loro sono bianchi.
Forse, MachoMan, dovresti chiedere a una donna che ne pensa di questa faccenda delle caratteristiche attribuite al genere da una tradizione secolare. Ecco magari non chiedere a tua moglie, che mi sembra di capire sia una che mena forte.
Speravo di essere stato chiaro. Non si tratta di giustificazioni ma di affermazioni a seguito di una provocazione (mia). Non si tratta di sessismo, non si tatta di discriminazione. Ho specificato tradizione secolare “erronea ed esecrabile”. Più di così non so che fare. Mai usato la parola negro in vita mia. Su una cosa hai ragione: mia moglie mena fortissimo (a fronte di cotanta verità come potrei essere sessista?).
Il nickname magari era solo un indizio. Ciò che ho scrito successivamente mi pare abbastanza esplicativo.
Sessista no, razzista manco. Ma tantomeno buonista.
La signorina che ho invitato a “tornare in cucina a fare i biscotti” ha rafforzato col suo commento lo stereotipo della donna che di arti marziali non capisce un…fico secco. La frecciata beffarda, burlesca, canzonatoria, derisoria, irridente, sarcastica, sardonica, caustica, ironica, di cui l’ho fatta oggetto è indirizzata allo stereotipo di cui mia moglie (che mena fortissimo) è l’antitesi, oltre a essere, come è cosa buona e giusta, una fan di Bruce Lee.
Ma vi pare che uno che fa sul serio si firma Macho Man Randy Savage? Senza nulla togliere al Grandissimo (R.I.P.) wrestler, una delle massime icone di tutti i tempi nell’ambito sport/spettacolo, si trattava di un personaggio clownesco.
https://it.wikipedia.org › wiki › Randy_Savage
Se puntavo a fare un’asserzione politico-antropologico-filosofica mi sarei firmato Dottor Manhattan, Mosè, Chtulu o roba simile.
Il problema di sessismo è appunto che hai pensato “rafforza lo stereotipo della donna ecc…” e hai reagito su quello, invece che pensare che è semplicemente una persona che non ne sa molto di arti marziali come anche milioni di uomini, e sbattertene di che sesso fosse, visto che non è particolarmente rilevante. Sono sicuro che non intendevi fare questa figura ma tant’è. Accetto le scuse e finiamo qui la discussione, per favore. Grazie.
Ti manca solo di dire che hai anche tanti amici omosessuali , giusto per rispettare il copione
Ne ho alcuni. Vuoi diventarlo anche tu?
Nessun problema a finirla qua, ma non mi sono scusato. Ho spiegato il mio punto di vista, condivisibile o meno. E che ci crediate o no, ho preso in esame anche quelli altrui.
Io peró Nanni non capisco. Voio dì: sessismo, omofobia…le cose sono più gravi se ci si mette l’etichetta? Non sono gli stronzi che insultano (nel caso specifico parlerei più che altro di cattivo gusto) il problema? Credo sia questo a generare molte incomprensioni e rinculi. Che se fai una battuta su un ciccione sei “semplicemente” uno stronzo, se la fai su una donna sei un sessista e questo è molto più grave.
In ogni caso: il film è molto bello ma le ha 3 ore? saró ignorante e dei vari riferimenti tocca sbattermene, peró un tarantino di un’ora e quarantacinque non mi dispiacerebbe vederlo. Di Caprio (anche Brad, ma soprattutto lui) di una bravura allucinante.
Capisco la volontà di esprimersi in coerenza con la policy del sito etc.
Ma sappiamo TUTTI (Nanni, Ruper,Tony, Hans) che il commento all’origine della discussione non poteva esser scritto che da una donna, per il semplice motivo che i maschi, fin dalle elementari se non dalla scuola materna devono per forza confrontarsi con la sgradevole realtà delle botte/scontri/bullismo e quant’altro. Non è discriminazione (da parte dei bulli): è retaggio genetico. Pertanto i film di Bruce, “urla isteriche” comprese, per gli uomnini assumono un significato diverso, che a mio parere, pur nei lontani anni 70, poteva quantomeno venir “intuito” anche dalla stragrande maggioranza del pubblico femminile.
In gni caso credo che nessuna tra le tante donne che conosco e rispetto (è obbligatorio specificarlo, vero?) si sarebbe espressa in tal modo. Il buon “MachoMan” ha spiegato e rispiegato più volte il suo punto di vista ma mi pare nessuno abbia capito (o voluto capire). “Torna in cucina a fare i biscotti” è diverso da “Tornate in cucina a fare i biscotti”. Il sessismo è altra roba; se proprio vogliamo usare ‘ste etichette, facciamolo a ragione e non a cazzo di cane.
Ragazzi, non è difficile: se una persona fa un’osservazione che potrebbe fare letteralmente qualunque non appassionato di qualsiasi genere sesso razza e provenienza, e voi invece che rispondere a tono passate in rassegna gli stereotipi di genere sesso razza e provenienza a cercare corrispondenze, e come se non bastasse invece che rispondere semplicemente sulla base del fatto che non è appassionato ci tenete fortissimo a ribattere con un ulteriore stereotipo fuori luogo, è già lì il problema. È davvero tutto lì. E se proprio non vi convinco, cercate almeno di mantenere un minimo di contegno e scegliere battaglie più onorevoli. Basta così, su.
Però Nanni la questione é molto interessante, é tutta politica e sta attaccando anche qui, sul sito piú bello del mondo, da un pó. E non é una questione da poco. Il comportamento da te descritto é senz’altro sconveniente, non onorevolissimo senz’altro. Posto che sono cazzate scritte tra sconosciuti, ridimensioniamo anche. Peró, se questo tipo di attenzione al linguaggio ha inizialmente dilagato in nome di una maggiore attenzione al prossimo (e ben venga) é anche vero che tutto sta rinculando perchè si sta esagerando. COn tutte le cazzate che si dicono e, soprattutto, si fanno, dire una cazzata su una “categoria protetta” (senza che nessuno di preoccupi del fatto che tali categorie sono mere astrazioni peraltro) é diventata la cosa piú grave del mondo, con tanto di riti di scuse pubbliche, carriere distrutte eccetera eccetera. COme se poi servisse a qualcosa, gli stronzi tali rimangono e tutto al piú si nascondono. Anzi, stai fornendo loro la mappa per potere essere stronzi e contemporaneamente impeccabili.
Insomma, io capisco bene i tuoi punti, ma tu capisci cosa ti si sta rispondendo? Accusare qualcuno di sessismo vuol dire accettare implicitamente una dialettica di bianco o nero, di persone che o sono sessiste o non lo sono (o sono omobfobe o non lo sono, o sono pro aborto o sono contro etc. etc.) ovvero sposare una chiave di lettura della realtá che intanto é sbagliata e in secondo luogo risponde palesemente ad esigenze politiche.
Abbracci.
@Ruper: capisco il tuo intervento e ne apprezzo la civiltà. Io da qua gestisco un sito, non mando in galera e non faccio perdere il lavoro a nessuno, se non magari distraendolo troppo per leggere la nostra roba. Il commento occasionale del cazzo scappa a tutti, nessuno è perfetto, ma la giustificazione che ne è seguita dimostrava che non si è manco capito perché era un commento del cazzo. E allora a quanto pare diventa necessario spiegarlo, per cercare di evitare che la situazione si ripeta e/o peggiori.
Grazie Nanni, buon week end
“C’era una volta a… Hollywood” è la trasposizione cinematografica del “Paola R. Effect” (cognome oscurato because: GDPR).
Paola era una tipa che frequentava la mia compagnia quando ero adolescente: occhi azzurri, carnagione olivastra, denti bianchissimi incorniciati da un sorriso che ti stendeva, snella, un culo che levati, alto tondo e sodo. Era anche simpatica, non se la tirava per nulla. Problema? È che questi elementi, che tradivano una genetica benedetta, tutti insieme componevano: un CESSO della madonna. Giuro, nella top 5 delle donne più brutte che abbia mai visto in vita mia.
Ecco, il film di Tarantino è un po’ come Paola R. Ogni fotogramma, ogni scena (la sequenza al ranch è uno dei migliori corti di sempre), ogni scelta di montaggio è una benedizione per chiunque ami il cinema.
Nell’insieme? Un film del cazzo che non parte da nessuna parte e non arriva da nessuna parte. Fine a se stesso, che glorifica il “farsi i pompini da solo” di dannunziana* memoria.
ps: il finalone storicamente inventato di Bastardi Senza Gloria l’ho rivalutato col tempo. Magari mi riuscirà anche col finale di C’era una volta ecc. –> spoiler: No.
* è una leggenda
Non so quanto il paragone possa reggere. Una persona la vedi tutta insieme a figura intera, la vicenda di Once upon etc. si dipana in 160 minuti.. liquidarlo come un brutto insieme di belle cose è un giudizio che a ben guardare potrebbe essere applicato anche ad Amarcord, per rimanere in tema.
Credo che non sarei riuscito ad esprimere al meglio il mio giudizio, che appunto è molto simile al tuo.
@ Hans Cooper
Il senso del film è rinchiuso perfettamente nelle parole di @ darkskywriter pochi commenti sopra. Ne cito il passaggio chiave:
[…] è un film fatto di Fellini, Godard, Billy Wilder, Orson Welles. È un film fatto di storia del cinema che fa storia del cinema, e se non lo capisci PRIMA vai a studiare e DOPO che hai studiato lo rivedi e FORSE capisci, altrimenti TORNI a studiare ancora. Altrimenti lascia perdere e guardati Spiderman.[…]
Ora. Non so che concezione si abbia (o si debba avere) del cinema. Per me che sono un coatto, è un dot-ut-des. Io pago 8 dei miei più o meno onestamente ma pur sempre sudatissimi € e tu regista/produttore/distributore in cambio mi fai staccare per 2 ore dalla mia realtà, che sia la migliore o la peggiore delle realtà possibili.
Se due ore e mezza della mia vita si trasformano unicamente in un lunghissimo Trivial Pursuit in cui devo cogliere ogni citazione, ogni sfumatura, ogni riferimento a fatti/film/situazioni, la conoscenza della quali non assolve ad alcuna delle mie funzioni primarie quotidiane (mangiare, dormire e cagare) pena il sentirmi un ignorante allora fanculo, rivoglio i miei soldi.
Che poi, il citazionismo è l’essenza stessa della cinematografia Tarantiniana. Ma un conto è se la metti al servizio di una storia (anche non-sense come in Pulp Fiction), un conto se questa costituisce l’ossatura, fine a se stessa, di quasi 3 ore di film.
in realtà l’unico piece of knowledge che si DEVE veramente avere per godersi il film (aka le “vera” fine di sharon tate e amici) non c’entra praticamente nulla con il cinema
@ samuel paidinfuller
Esatto. Ed è proprio nel momento clou, in cui Tarantino avrebbe potuto mostrare il suo genio, unendo [aderenza storica + iperviolenza + rispetto per il personaggio della Tate, dolcemente mostrato per tutto il film], che sceglie la via più “facile”.
Tra l’altro va bene cambiare le carte in tavola (per la seconda volta), ma il personaggio di Tex lo pompi per tutto il film come un incrocio tra Malachia-Kylo Ren-Vice Manson e poi in definitiva è un coglionazzo senza precedenti… e ok che la quota pistola di Cechov l’hai già giocata con la pitbull, ma un minimo di coerenza cacchio…
aspè non ho capito…secondo te er quentin ha sbagliato a “cambiare” la storia e quindi (spoiler” la tate doveva schiattare?
no perchè quello è di base uno dei motivi per cui c’ha fatto un film sopra e senza di quello viene stravolto tutto il senso dell’operazione.
poi capisco che non possa piacere, ma non lo si può considerare un difetto del film.
che poi c’è anche una (bella secondo me) differenza rispetto ai besterds: lì il “cinema” puniva dei colpevoli, mentre qui salva degli innocenti.
@Pitch Ehm, a dire il vero a me Once upon etc. ha fatto ESATTAMENTE staccare dalla realtà per 2h40m.
Come la maggior parte dei cinefili della mia generazione conosco a menadito l’opera di Tarantino e proprio perché conosco i miei polli non ho riposto aspettative nel film, non ho letto nulla a riguardo e soprattutto non sono andato al cinema col bloc notes per appuntarmi citazioni riferimenti calchi plagi e cazzate varie. M’è scappato un sorriso a sentire i nomi di Corbucci e Margheriti nei riferimenti poco lusinghieri (ma esilaranti) al cinema di serie b maccheronico ma andiamo, Corbucci e Margheriti non sono mica citazioni da trivial pursuit.
Risultato: il film mi è piaciuto. Capisco che molti vedano Tarantino nell’ottica del “lo ami o lo odi” ma tra la deificazione coatta e l’andare a vedere un suo film carichi di pregiudizi negativi ci sono molte sfumature, tra cui: vado al cinema a vedere un film e basta.
tolto che per me il finale è la parte più debole del film, mentre la vera scena capolavoro è quella del ranch, secondo me tarantino non usa quella conclusione per “prendere la via facile”, ma per ricordare che quello non è un documentario, non è la vita vera e non è Hollywood. quello è il suo film, il suo racconto di hollywood se ad hoolywood ci fossero stati rick e cliff. che non c’erano. ma se tu spettatore credi al fatto che ci fossero, devi anche accettare che la loro esistenza avesse un peso su quel mondo, e la tua inutile visione della storia vera, non era altro che una mossa kansas city per sorprenderti.
perché poi tu guardi il film aspettandoti un documentario mentre invece è il suo film, e la parte documentario è solo uno sfondo per i suoi personaggi, che lui costruisce in virtù di quello che succederà.
detto questo su internet ho letto tanta gente convinta che la vera scena finale avvenga dopo il film, che rick non più difeso da cliff e brandy verrà ucciso a casa di sharon tate da manson e gli altri che tornano con la ragazza scappata dalla scena, anche perché nella realtà sharon è stata uccisa insieme ad altre tre persone quella notte, e con rick sono proprio in 4 in casa.
ma io non ci credo, penso che se così fosse l’avrebbe mostrato.
@samuel paidinfuller
Non è un “errore”. In questo film di errori non ce ne sono. È una licenza personale di Tarantino. La puoi ritenere una genialata, e mi sembra sia il tuo caso, o puoi ritenerla una paraculata (è il mio caso).
Non mi sognerei mai di definirla un errore, perché tale non è. Fino all’ingresso in casa Dalton è la riproduzione abbastanza fedele di ciò che avvenne realmente (inclusa la figlia di Uma Thurman che scappa con la macchina).
@Hans Cooper
Non fraintendermi, conosco l’opera di Tarantino (vidi Pulp Fiction ai tempi dell’uscita al cinema e avevo già l’età legale per farlo) e l’ho sempre seguito. Non parto prevenuto, anzi. Semmai ho il problema opposto ovvero il partire con troppe aspettative.
La mia risposta era rivolta a chi ribalta sullo spettatore la responsabilità di farsi piacere o meno un film, come se fosse in atto un reato di lesa maestà (vale per Tarantino, ma anche per Kubrick, Lynch ecc.).
le cacate che scrive la ggente su internet…
tralasciando tutto il resto e limitandosi solamente alla plausibilità tecnica di questa teoria: quella “che scappa dalla scena” scappa prima che succeda tutto e quindi non c’è modo per manson e la family di sapere che i loro amici sono stati trucidati e perciò andare dalla tate per completare il massacro…
@il Reverendo
” detto questo su internet ho letto tanta gente convinta che la vera scena finale avvenga dopo il film, che rick non più difeso da cliff e brandy verrà ucciso a casa di sharon tate da manson e gli altri che tornano con la ragazza scappata dalla scena, anche perché nella realtà sharon è stata uccisa insieme ad altre tre persone quella notte, e con rick sono proprio in 4 in casa.
ma io non ci credo, penso che se così fosse l’avrebbe mostrato. ”
Infatti. Non è possibile.
I tre (+1 che non fa nulla) che irrompono in casa Dalton, nella realtà storica sono gli stessi che hanno compiuto l’eccidio in casa Polanski.
si ma questa non è la vita vera. che utilità ha la ragazza che scappa? onestamente non trovo ci sia nulla di impossibile, solo che non è così, perché non ci viene mostrato. la ragazza che scappa sa che i tre hanno cambiato i piani per ammazzare Rick anziché la tate, e tanto basta.
se il film fosse finito con l’inquadratura dall’alto che si allontana e il furgoncino di manson che entra nel cancello lasciato aperto, non solo non ci avrei visto nulla di male, ma anzi sarebbe stato un finale aperto che onestamente avrei pure preferito.
@Il Reverendo
” la ragazza che scappa sa che i tre hanno cambiato i piani per ammazzare Rick anziché la tate, e tanto basta. ”
Nope. Nel film, l’idea di ammazzare (cito a memoria) “un maiale del cinema che ha insegnato loro -i giovani- la violenza” è un’idea estemporanea del momento, e infatti la tipa quando capisce che fanno sul serio scappa e basta.
Potrei ricordare male, ma ne sono sicuro al 99%.
esatto. comunque tralasciando le fan theories di internet o eventuali finali aperti, quella scena è buttata là a cazzo. secondo me ha a che fare con le millamila robe che taranta ha tagliato fuori dal film, tra cui il personaggio di tim roth.
@pitch
Non la ritengo una genialata, ma la ritengo un presupposto del senso del film.
Senza di quella sarebbe stato completamente un altro film o forse non ci sarebbe stato un film.
E non capisco perché sia una paraculata, visto che tarantino non regge il film su quella scena che arriva alla fine.
SPOILER :
La teoria della tizia che torna non regge neanche per me.
Io l’ho vista come un gigante “butterfly effect”.
Il piccolo dettaglio che cambia la storia “Cosa sarebbe successo se i tre assassini fossero stati disturbati da un duro per strada?”
“Cosa succederebbe se mentre sei distratto in piscina, la tua controfigura impedisse il realizzarsi di qualcosa di irreparabile?”
Una piccola favola basata sulle ipotesi, non è un caso secondo me che il titolo appaia un poco alla volta mentre Sharon e gli altri parlottano felici
Esatto!
è il più classico dei “e vissero felici e contenti” che chiude perfettamente il cerchio con il “c’era una volta..” che appare sullo schermo.
@ samuel paidinfuller
E non capisco perché sia una paraculata, visto che tarantino non regge il film su quella scena che arriva alla fine.
Perché al di là dell’escamotage del: “il film è mio e la storia me la riscrivo come mi pare e piace” che è stato usato anche in Bastardi Senza Gloria, le due scene di tensione del film (il ranch e lo showdown in casa Dalton) le percepisci come tali non perché lo siano realmente ma perché *sai* chi sono quei ragazzi.
Tarantino gioca su questo con lo spettatore, per tutto il film… e se ci pensi bene, gli hippy ti danno quel senso di inquietudine persino quando rovistano nella spazzatura, o quando li vedi fermi sul ciglio della strada a far l’autostop. Ma in tutto il film sono trattati da scappati di casa. L’inquietudine è una tua sovrastruttura.
La scena del ranch è ricostruita fedelmente alla storia da rasentare l’ossessione compulsiva: lo scenario è identico all’originale, la family occupa il ranch pacificamente (realtà storica), con il permesso di Spahn (realtà storica), che è realmente vivo seppur decrepito e cieco (realtà storica) che ha stretto amicizia con Manson (realtà storica) ed è legato in particolare ad una ragazza (realtà storica), ossia la redhead che accoglie Brad Pitt.
La “paraculata” è la reinterpretazione arbitraria della storia già sfruttata per uccidere Hitler (e X gerarchi nazisti compresi nel lotto) per uccidere quei tre scappati di casa della Manson’s Family, la cui aurea malvagia è storica, non filmica, dando al pubblico il fan service violento d’ordinanza, e al tempo stesso senza sporcarsi le mani ricostruendo il massacro in casa Polanski.
Oh non sono un regista e non sono Tarantino e non mi sogno neanche, di dire che “io avrei fatto così e così“, però lo stesso trucco, la seconda volta fa molta meno scena della prima volta
@Pitch
allora la questione è articolata perchè se uno pensa, a torto o a ragione, che er Quentin sia in “malafede” o che il “il film è mio e la storia me la riscrivo come mi pare e piace” sia un escamotage, praticamente quasi tutti i suoi film e quasi tutto il suo cinema (con le citazioni/rielaborazioni/omaggi, le strizzate d’occhio, le variazioni di stile che scimmiottano i B-movie/film di genere) può essere inteso come una gigantesca paraculata.
Se invece uno pensa che er Quentin ci creda realmente, allora il “il film è mio e la storia me la riscrivo come mi pare e piace” è quel qualcosa che si può definire (occhio che arrivano una sfilza di termini imparati dal Dizionario del cinema di mereghetti edizione 1999) la cifra, la poetica, il tema che il suo cinema ha cominciato a sviluppare a partire dai Basterds, che non è un caso che inizi anche lui con un “once upon a time…”
In pratica una sua versione hardcore/str8 edge del “basato su fatti realmente accaduti” in cui innesta un elemento fantastico, quasi fiabesco, che rispecchia come lui avrebbe voluto fossero andate le cose.
E’ evidente che questo elemento fiabesco diventa 10 volte più efficace se si innesta in un contesto realistico anziché di pura fantasia. In once upon a time in H la realtà storica viene anche da tutti gli elementi che citi tu, nei basterds anche dai riferimenti ai veri film prodotti da goebbels o anche dal fatto che tutti parlino la “propria” lingua o il proprio accento (che si perde drammaticamente nella versione doppiata).
Così come è normale che questo meccanismo fa leva sulla realtà che conosce lo spettatore. Qui è quello si conosce della family a dare più forza ad alcune scene, nei basterds è quello che si conosce dell’olocausto ad dare una potenza incredibile alla “vendetta degli ebrei” che bruciano i nazi.
@samuel paidinfuller
Eh.. sai che potremmo andare avanti all’infinito. È innegabile che il ‘what-if‘ faccia parte della cifra stilistica del Tarantino post Kill Bill (anche in Django Unchained, la comica genesi delle maschere del KKK non credo fosse avvenuta proprio così nella realtà, ma in quel caso è funzionale alla ‘crescita’ di Django e del suo legame con Schulz).
Secondo me (sacra premessa: secondo me) in CUVaH queste licenze non sono totalmente al servizio della storia anzi: nel caso del flashback di Cliff su Bruce Lee rasentano la gittata di fango, gratuita; nel caso dell’attacco della Manson’s Family in casa Dalton, dissociano definitivamente il personaggio della Tate dalla trama.
Poi che so, magari nel cut originale da 4 ore tutto questo era maggiormente giustificato, ma nel cut da 2 e 40′ che ho visto, ciò che mi resta, oltre a dell’oggettivo cinema d’autore, anche un po’ la sensazione di aver assistito ad un gran bell’autopompino.
Io non lo so, forse sbaglio forse no, ma ho la sensazione che questo film sia uno spartiacque nella filmografia di Quentin.
Non so dire cosa farà e cosa diventerà nel futuro e credo che influiscano anche certi cambiamenti nella sua vita tipo il fatto che è diventato papà.
Poi ci sono le famose voci sul fatto che dopo il decimo film lui si ritiri, che voglia fare Star Trek…. molto probabilmente sono delle trollate eh, ma il tutto contribuisce a farsi l’idea che il Quentin che conoscevamo non lo rivedremo più. Chissà
per quale cazzo di motivo dopo aver letto questo devo continuatre a leggere altre opinioni vuote e superficiali eh? me lo dite?
Mel O’ Dite?
Lo dico da praticante e appassionato di arti marziali :Bruce Lee è un personaggio tanto immenso e complesso che è da studiare e capire soprattutto anche al di fuori della sua filmografia. La sua filosofia è il suo approccio hanno realmente rivoluzionato il concetto stesso di arte marziale classica. Non che il film di Tarantino debba parlare di questo chiaro.. Ma un po’ più di rispetto me lo sarei aspettato. Poi quando la figlia di Bruce Lee ti dice che non hai centrato il personaggio e si sente offesa (anche se hai l’immensa arroganza di Quentin Tarantino) o stai zitto o chiedi scusa.
Il film m’è piaciuto un botto, con la combo scena finale+titolo del film che mi ha quasi commosso dall’emozione.
Ma posso capire alcune critiche.
In pratica è un film che sulla carta (in senso stretto, ossia soggetto e sceneggiatura) gli potresti non dare 2 lire ma poi scatta “la Maggia der Ccinema” e lì Quentin se li magna tutti o quasi.
Dico quasi perchè con questo film mi sono scattati delle similitudini tra il quentin e quell’altro king fulminato di david lynch.
Sarà per la materia trattata (il Cinema, e una strada di hollywood in particolare, protagonisti sia qui che in quella bomba assoluta di Mulholland Drive), sarà per la padronanza tecnica assoluta con cui gestiscono una parentesi di ansia pura (qui il pezzo al ranch, lì la scena dell’uomo nero dietro il ristorante), sarà perchè alla fine in tutti e due il cinema scorre così potente da dare vita a un universo a parte dove i protagonisti dei loro vari film convivono e a volte si incontrano (come nel finale di inland empire).
La mia scena manifesto di tutta sta cosa è l’estratto dai 14 Pugni di McCluskey in cui Dalton fiamma i nazi che può essere il film che quentin s’è immaginato da vedere da bambino e da cui ha preso ispirazione per la scena nel cinema a Parigi dei Besterds, oppure un film che prende ispirazione da quanto avvenuto realmente nel cinema di Parigi la notte in cui è finita la II guerra mondiale, oppure tutte e due.
Oltre ovviamente a poter essere Tarantino a corto di idee che ricicla se stesso, come probabilmente ha pensato il cinefilo nell’era internet.
Sulla question Bruce Lee.
Io dico di distinguere il dissing fatto da Quentin in due parti.
Quello che c’è prima di arrivare al combattimento, con Bruce in versione Oscar Pettinari ma col malus bullismo e arroganza.
Quello che avviene durante il combattimento, col Bruce scartavetrato sulla fiancata di un Ford e che non riesce a colpire Brad.
Sul primo dissing, il pezzo di Nanni sintetizza perfettamente i diversi punti di vista e le diverse argomentazioni, e a me personalmente non ha disturbato più di tanto (anche perchè forse l’ho vissuto di più come “difesa” a Alì che “attacco” a Bruce).
Sul secondo dissing invece DOVEVA andare così, perchè è grazie soprattutto a quella scena che io so che Brad si può permettere di entrare a vedere se il vecchio sta veramente bene, a rischio di essere assalito da una 20ina di hippie sotto acido, oppure di tenere testa al diavolo venuto a fare cose da diavolo e armato di pistola.
Vero, a livello di costruzione del personaggio è una scena fondamentale (in pratica una via di mezzo tra Brock Lesnar e Terminator), però e’ tutta la parte prima che rende Lee una macchietta.
Bravo, ho pensato la stessa cosa. Una scena di costruzione del personaggio molto facile ma di gran lusso.
Ho giusto un appunto per quanto riguarda il titolo, “Once up on a time in… Hollywood”. I tre punti di sospensione si trovano prima di “Hollywood” e di conseguenza la traduzione italiana “C’era una volta a… Hollywood” è corretta.
mmmNO
E invece sì, cazzo, basta guardarsi l’immagine di copertina dell’articolo ;-)
Sorry, pensavo che i puntini a cazzo fossero solo nel titolo italiano, invece noto che anche nella versione originale nessuno ha le idee chiare, comunque scusate la spocchia
Body double, il tema del film. Il corpo, la sua rappresentazione, il suo disvelamento. E il dichiarare falso il falso, in modo ostentato.
Schwarz chiede a rick se cliff è suo figlio, pussy dice a cliff che è vecchio, “un vecchio con la camicia hawaiana”.
il corpo cambia, quando un organismo è vecchio cerca di nasconderlo. Così hollywood, che affianca ai vecchi uomini giovani ragazze, giovani e belle come sharon. È un film fatto da un vecchio, che era giovane, ma che ora è vecchio, non più innovativo,pur avendo spaccato in due la storia del cinema 25 anni fa. I contenuti non sono mai stati il suo forte, la forma è ormai assorbita nel canone classico e per questo il film è vecchio. Ma si invecchia, è naturale, nemmeno la violenza finta serve, anche perché viene presa per vera, viene imitata da quattro strippati invidiosi del falso, affamati di rivalsa e invidiosi forse , come manson, del successo altrui.
Un film inutile, come tutto il cinema di tarantino, solo che ora si vedono le rughe, anche se pare ancora in forma.
Prima osservazione: questo è il secondo film in cui Tarantino ha girato con l’intento evidente di divertirsi solo lui, fregandosene di noi.
Il primo è stato “Dal Tramonto all’Alba” (sì, sì, il regista è Robert Rodriguez… dai, la piantiamo di farci prendere in giro, su!).
Dalla proiezione di DTaA metà del pubblico era uscito incazzato, metà felice. Io ero nella prima metà.
Dalla proiezione di CUVaH metà del pubblico è uscito incazzato, metà felice. Io sono nella seconda metà.
Penso che il fatto di fare un film per divertirsi solo lui e far COMUNQUE contenta almeno metà dei suoi spettatori sia una buona misura della capacità di Quentin Tarantino.
Seconda osservazione: piedi nudi e gambe bellissime. Cinematograficamente non c’entra nulla ma, oh… che vi devo dire.
Terza osservazione: Quentin è anche generoso, visto che lui pensava a divertirsi, ha probabilmente solo detto a Di Caprio e Pitt: “oh, il copione lo avete letto, no? Vi devo ancora dire qualcosa?”. Loro hanno capito e tirano fuori due pezzi di bravura che non so davvero cosa dire.
Quarta osservazione: DiCaprio, ENORME, ha comunque il limite di essere LA “faccia degli anni ’90”. Per quanto impegno ci metta, quando è in scena sai che è Di Caprio che interpreta, ENORME, un attore degli anni ’70. Brad Pitt… non riuscivo a crederci… era più Steve McQueen lui del presunto doppio di McQueen.
Quinta osservazione: ma se questa storia di Bruce Lee ce la lasciassimo alle spalle già ora? Perchè, parliamoci chiaro, magari è poco rispettoso, ma non è che “Cliff Booth” faccia poi tutta questa bella figura. Nell’economia del racconto è semplicemente uno degli interpreti di uno dei tanti eventi hollywoodiani: “star litiga con manovalanza e la vita continua”, che Tarantino voleva mostrare, assieme alle luci che si accendono e alle feste da Hefner. Non è che dall’aver pareggiato un incontro con Bruce Lee (di cui viene poi mostrata anche la grande disponibilità) la figura di Cliff Booth cresca. Resta un bravo stuntman, un buon amico, ma anche una persona che non si sa bene cosa viva a fare e, se fa fede una probabile moglie trapassata con un arpione da pesca, con seri problemi di gestione dell’ira.
Grosso boh per quanto mi riguarda: di solito il Quentin riusciva a incanalare le sue ossessioni in un film, qui fa il contrario, le prende e ci costruisce sopra un film accessibile al 100% a chi conosce lui o ha le sue stesse ossessioni (credo abbia fatto il record di inquadrature di piedi in un singolo film, battendo se stesso). Tipo, tutta la storia di Manson e Tate se non la conosci perde un sacco, se non si ha la passione per quel periodo storico al 34 giro in macchina per la Strip ti parte lo sbadiglio, anche perchè non scrive praticamente nulla per farti seguire la trama o suddetta tale (non che serva sempre eh, ma qui sembra se la dimentichi per fare vedere set di western a caso e citare gli spaghetti western). Poi si spara la sequenza al ranch e porta a casa tutto (Dakota fanning mi sei mancata tantissimo), però le 2 ore di masterclass di recitazione (pure il cane!) e ricostruzione fiabesca/nostalgica di un periodo che Tarantino NON ha vissuto se non leggendo o guardando film (la timeline della sua vita non lo permetterebbe) non bastano a farmi urlare. E’ un film guardabilissmo perché comunque Quentin è un fuoriclasse e anche filmando me che vado al Lidl la porta a casa e la stragrande maggioranza dei registi nel mondo ucciderebbe per un film così, ma è chiaramente il peggior film della sua carriera solista (senza grindhouse o simila)
Per me eccezione più che meritevole e film strappalacrime per la non so per pigrizia chiamiamola bellezza delle varie scene…a me ha ricordato vagamente quello dei Coen con Clooney vestito da imperatore romano che veniva rapito dai comunisti…
Può piacere o meno per carità ma quando più di uno scrive che è un film senza capo ne coda di solito vuol dire che è un filmone (e chi lo dice un’ altra cosa che finisce per one).
Su Bruce Lee sono del partito che per 5 minuti di film direi anche sticazzi..
In un mondo cinematografico e seriale che ormai attinge solo agli anni 80 (e male) o al fumetto (e male anche qua) direi che Tarantino (come Allen o Scorsese o altri) ha pieno diritto di fare la sua opera nostalgica fregandosene di tutto e tutti (anche perchè cosa vuoi dirgli? al massimo non ti è piaciuto e amen ma cagare il cazzo su questo o quel particolare no perchè è roba sua).
p.s. Margot che si guarda al cinema fa piangere per quanto è strafiga e anche brava.
Sul pubblico in sala: dopo un inizio preoccupante (sala piena per 3/4, l’ultimo quarto eraa vedere il film della ferragni grazie a Dio) silenzio quasi totale fino al finale con qualche ovvia risata…forse è vero che quando si guarda qualcosa di bello magari si ciancica meno e non si spippola il cellulare ogni due minuti.
Io avevo seduti a fianco due settantenni che hanno belato di gioia e commentato ad alta voce tutte le citazioni. Se a me, trentenne, fosse per caso sfuggito qualcosa, ci hanno pensato loro.
eh beh dai sempre meglio delle cianciate o degli smartphone a mò di faro nell’oscurità
Comunque penso ci sarà più serenità per tutti quando si accetterà la questione che Bruce Lee non è “il miglior combattente della storia che pesava quaranta chili ma sapeva fare una mossa che faceva esplodere i sassi con un dito”, quanto un “Ottimo attore marzialista con un grandissimo marketing di se”
“Ma guarda che lui era un combattente fortissimo: ha fatto zero incontri ufficiali e pubblici dopo il liceo (dove praticava boxe) perchè per lui non era importante dimostrare chi era il più forte”
Seh, come no. E’ come se io sostenessi di essere il miglior pilota di formula uno della storia e indottrinassi chiunque su come si guida una formula uno salvo poi non correre mai in formula uno perchè “non devo dimostrare nulla”.
Ho subito anche io il fascino di Bruce Lee da regazzino, ma ad una certa è come convincersi che Charles Bronson girasse davvero con un fucile a canne mozze per ristabilire l’ordine morale del mondo.
“Ma Randine, sei proprio un ignorante. Ha inventato una disciplina, le sue dottrine sono ancora applicate”
Anche Osho lo ha fatto. Era il miglior santone del mondo? Era l’uomo più vicino a Dio per davvero (manco fosse Virgo)? No. Eppure è riuscito ad avere tanto seguito da fondare una città stato e avere 93 (novantatre) Rolls Royce in modo da poterne ruotare una diversa al giorno.
Non si confonda il “molto seguito” con “migliore”. In patria Lee ha il proprio rispetto per quello che ha fatto come attore,non per chissà quale innovazione nel mondo delle Arti da combattimento
Sì, ovvio, giusto: da una parte ci sono queste osservazioni che ci tieni molto a fare, non era per forza il n.1 indiscutibile, c’è chi ha dubbi più che legittimi, giustamente non ha mai partecipato a tornei sportivi (facile intuire dal suo approccio alle arti marziali come non gli interessassero, era platealmente più improntato all’autodifesa concreta); dall’altra ci sono anche molti campioni veri che ne confermano lo status di atleta top, negare che il Jeet Kune Do abbia avuto influenza come minimo sulle MMA è da ciechi, e negare che la sua esplosione al cinema abbia avuto effetto su un intero genere di film e sull’intera visione della cultura orientale in Occidente significa non avere manco iniziato a informarsi sulla materia. Però sì, non era per forza imbattibile e nemmeno per forza Padre Pio, son d’accordo, ci mancherebbe.
su Bruce Lee. Pur adorandolo e conoscendone la sua influenza in 400 ambiti diversi, non fatico a credere che fosse un po’ stronzo e molto attento alla costruzione del suo “personaggio”. Ci sta, era un uomo geniale. La menata delle “Mani registrate come armi” è sempre stata uno stunt pubblicitario. E devo anche dire che in uno scontro senza regole ipotetico metterei i soldi su Ali. E diciamola tutta: gli urletti sono sempre stati una cafonata. Fosse un altro a farli e non Bruce sarebbero ridicoli. Detto questo, so what se non era una figura da cartolina? La scena è spiazzante perchè siamo abituati un po’ al santino di Bruce Lee. Resta una scena girata benissimo e per me vedere un altro aspetto di una persona (ammettendo che qualcosa del genere sia successo veramente) non fa perdere di vista il quadro complessivo. Quando poi realizzi il tema del doppio del film , del rapporto cinema\vita, direi che realizzi che la scena doveva andare proprio così.
A Tarantino di Bruce Lee non frega tre cazzi serve solo per farci ammirare quant’è figo il personaggio di Cliff Booth. Il calcio volante del trailer mi aveva fatto prendere malissimo.
Comunque devo confessare che ho fatto la figura del beota in sala quando viene inquadrato Steve McQueen urlando “bbbbada! l’hanno ricostruito digitalmente come Cushing in rogue one!!!!”
e tre/quattro tra quelli seduti intorno mi sono anche venuti dietro
Due cose veloci: treno aero!
No, questa é unable mia vecchia battuta mai compress.
Peró due semplici cose veloci veloci le vorrei dire: 1) non sapevo ci fosse un film su “love me Licia” (che ho sempre creduto fosse “kiss me Licia” (e dal basso dei miei 40 anni credo di aver visto la serie tv ai suoi esordi);
2) ho fortemente sperato che il link di Time they are a changin” portasse all”intro di Watchmen… e gia stavo sbavando come i cani di Pavlov.
No, vabé, ho clamorosamente sbagliato dove piazzare il mio commento.
qualcuno mi argomenta superiorità di versione originale su versione v.o. (in questo caso non in assoluto eh)?
avevo la possibilitò di vederlo v.o. ma per questioni di comodità (e di “affezione” alle voci storiche italiote di Leo e Brad) sono andato di doppiata, ma non escludo possibilità di 2nda visione in v.o. se ci sono buoni motivi.
E’ spiaciuto anche a me per come hanno trattato Bruce Lee, lo ammetto.
Ma probabilmente Tarantino lo ha rappresentato nel modo in cui lo vedeva la maggior parte dei bianchi che bazzicava ad Hollywood e dintorni.
Lee e’ stata una figura a suo modo controversa.
Ha sperimentato un sacco, in primis su se’ stesso.
Ha di fatto sdoganato le arti marziali, e i suoi concetti sono alla base di sport come le MMA. Anche se alla fine non ha detto nulla di nuovo.
Il concetto di assorbire ogni nozione utile e di integrarla adattandola al proprio corpo lo avevano gia’ detto anche altri, prima di lui. Tipo Kano e Funakoshi.
Indubbiamente e’ stato il primo a spingere tanto sul concetto in questione, tanto da renderlo un punto fondamentale.
Non focalizzarsi sul proprio stile, trattando i contatti con altri stili come eventualita’ casuali.
In altre parole…io pratico il mio. Se poi mi capita di fare altra roba, bene. Se no, uguale.
Provare piu’ roba possibile.
E’ stato anche un filosofo e un artista a tutto tondo.
Ma quindi…chi era veramente Bruce Lee?
Non lo sapremo mai.
Di certo ha subito una grandiosa opera di riabilitazione postuma. E molte delle sue scoperte sono state riprese da altri, tipo Dan Inosanto.
Quindi…cio’ che sappiamo di lui era davvero farina del suo sacco? Difficile dirlo.
Molto di quello per cui oggi viene mitizzato e’ arrivato dopo la sua prematura scomparsa.
Poi non dimentichiamo che e’ morto giovane. Come James Dean. Come tanti altri. E si, ci metto pure “Che” Guevara.
Il morire giovani e’ una bella spinta verso il mito.
Ai tempi come veniva considerato, Bruce Lee?
Come un ciarlatano, anche. Un venditore di fumo.
Un pessimo istruttore. Un pessimo combattente. Un pessimo attore, anche.
Uno che a un certo punto ha preferito fare il personal trainer dei VIP, ritenendo che fosse piu’ importante farsi amici tra la gente del jet – set.
Approffittando della loro ignoranza in materia per intortarseli a dovere.
E un montato, anche. Che faceva il bullo con gli stunt, ma che le volte che ha fatto alle mani sul serio le ha sempre prese. E Chuck Norris potrebbe raccontarne in paio, a riguardo.
E ci mancherebbe, oh.
Alla fine…vendeva un prodotto. E di quello campava.
Non dimentichiamo anche che in oriente lo hanno disprezzato per lungo tempo, considerandolo un venduto e un traditore. Al punto che molti insegnanti di Wing Chung si rifiutavano persino di insegnargli o mostrargli le tecniche.
Insomma…nella Hollywood di quei tempi, se non eri un viso pallido…potevi solo occupare gli interstizi. E cercando di dare il meno possibile nell’occhio.
Ma Bruce Lee era uno che voleva far di tutto tranne che passare inosservato.
IO sono della teoria parlatene bene o male ma parlatene.
io sono del 1971 e so chi è bruce lee. temo che uno nato nel 1991 non lo sa chie è bruce lee.
magari quello del 1991 vede il film e gli viene voglia di vedere i film di sto bruce lee
insomma per me la figlia di bruce lee dovrebbe ringraziare tarantino
rdm
ergo la
Per quanto riguarda i puntini di sospensione nel titolo hanno ragione tutti: https://www.nytimes.com/2019/07/25/movies/tarantino-once-upon-a-time-in-hollywood.html?searchResultPosition=16
per me la questione di bruce lee torna nel momento in cui l’incontro che viene raccontato è filtrato dalla prospettiva di cliff, uno quasi del tutto fuori da quel mondo che sta cambiando. è un po’ il discorso di di caprio che schifa l’idea di fare film in italia: due personaggi di quell’età, in quel momento dell’america e della loro carriera, non hanno gli strumenti per apprezzare il nuovo che sta arrivando. o almeno io l’ho interpretata così, certo che su lee la dichiarazione successiva di tarantino nel rispondere alla figlia non mi da poi così ragione
Visto ieri. Mi sono molto divertito, ma più ci penso e più non capisco la parte di sharon tate. È un mini film nel film che non incide nella storia dei due e che a mio modo di vedere non aggiunge molto al film. Poi potrei stare a vedere Margot Robbie che mi fa gli occhioloni anche 2 gironi, ma allora facciamo una serie dedicata.
PS off topic. Secondo me questo sito dovrebbe aprire i commenti anche ai robot.
Credo che serva a farti dire “oh no, che tatona. Peccato che muore”
Per 40 minuti.
Come la scena presuntamente inutile in cui si vede un presunto Manson e tu pensi “Dannazione, Quel maledetto sta studiando il campo”
Vero, ma sottolinea ancora una volta la debolezza del film: l’ho visto con fidanzata che non conosceva la storia Tate/Manson, quindi sta cosa l’ha persa del tutto e si è lamentata della sfruttamento della Robbie.
Che poi Manson, pubblicizzatissimo, “appare” per un attimo. Una presa in giro.
Credo sia piuttosto evidente che la storia della Tate e della Family che scorre in secondo piano serva a localizzare il film in uno spazio temporale ben preciso intorno al quale si costruisce il tema della fine traumatica della golden age (la strage) e il passaggio alla new hollywood (di cui Polanski, sopravvissuto, fu uno dei precursori). O pensavi davvero che il tema del film fosse la bromance fra Di Caprio e Brad Pitt?
Secondo me il tema centrale del film è “guarda che bei tempi quelli”, un nostalgivismo alla Stranger Things in cui Tarantino parla di un periodo che ha idealizzato senza averlo mai, realmente, vissuto (lui è del ’63 e si è trasferito in California nel ’71 quindi dopo che è successo il fattaccio), il periodo dei suoi film preferiti e dei suoi registi preferiti. Il tema del “passaggio violento” non lo tratta o lo tratta in maniera molto labile, è un suo sogno nel quale la golden age non è mai finita. Infatti la questione Manson/Tate non la tratta quasi per nulla, Sharon è idealizzatissima e Manson non appare per nulla, appare solo la Family e sono trattati come un branco di cialtroni. Non ha voluto sporcare il suo viaggio nel passato con lo schifo della realtà. Leo & Brad sono dei veicoli che usa per poter farsi un giro in quel mondo produttivo e non c’è neanche questo passaggio di consegne al mondo “dopo”: infatti Leo dice “sono ad una festa in piscina dal lavorare con Polanski” e, nel finale, lui va a casa Polanski, dando un segno di continuità con quel mondo.
Veramente Tarantino si trasferì con la madre in California all’età di due anni, o almeno questo dicono le biografie.
Rispondo a Cooper. È chiaro a cosa vuole fare riferimento e i riferimenti non mancano. Per richiamare quell’evento come la fine di una Hollywood erano già sufficienti aver detto di stare a cielo drive, avere quei due vicini di casa, dire chi sono, far vedere manson e la family…insitere su sharon tate mi è sembrato di troppo. Non mi tolgo dalla testa che rivedendo il film senza tutte le scene di solo su sharon tate non avrei perso granché.
Ti saresti perso solo uno dei temi che tarantino sta portando avanti dai besterds in poi
Che poi forse l’unico tema vero del suo cinema
Quale tema che già non permea tutto il film? Chiedo seriamente, senza polemica.
Vero (dove ho letto 71 lo so solo io XD) quindi arriva in California nel ’65.
Quindi ha 4 anni quando accadono queste cose.
Comunque non è la sua infanzia ma una idealizzazione basata su una nostalgia finta, tipo (perdonami l’esagerazione ma serve per fare capire) i ventenni nostalgici del Ventennio?
Niente di male eh, ma non spacciandola come Tarantino che racconta la sua infanzia.
@Lucas mi limito a dire che io sono nato nel 1986 e il periodo cultural/musicale a cui sono più affezionato sono i 90s vissuti quando ero bambino più che i 2000, vissuti quando ero già più grandicello. Se dovessi scrivere un libro o un trattamento sceglierei senza dubbio di ambientarlo nel 1994 piuttosto che nel 2004.
Comunque -per amore delle date- nel ‘71 si trasferirono a L.A., prima abitavano a Torrance. È un po’ come dire che hai fatto l’infanzia a Paullo ma poi sei andato a vivere in Porta Venezia.
Per @Hans: ok quindi non mi ero immaginato il numero, buon per la mia sanità mentale. Ok, ma eri già decenne a metà anni 90, quindi ci sta che siano gli anni della “nostalgia” (io sono del 90 giusto, quindi considero infanzia il periodo fine ’90 primi anni 2000). Eri comunque più grande rispetto al Tarantino “””””losangelino””””. Se poi ha vissuto dal 71 a LA ci sta ancora di più che abbia idealizzato Los Angeles, essendo il paesano che va a vivere nella grande città, ma ripeto, è tutto un’idealizzazione che non ha vissuto e, per certi versi, me lo confermi tu stesso dicendo che parleresti del 94 rispetto al 2000. E ripeto, non è il problema del film per quanto mi riguarda, trattare quella Hollywood come un sogno idealizzato ci sta da Dio, ma non è la realtà vissuta da Quentin, è il bambino paesano che guarda alla grande città come una meraviglia irraggiungibile (tipo il paullese che guarda a Piazza Duomo come un mondo incredibile).
Sì sì, certo, è ovviamente come dici tu (non sono sarcastico), Tarantino bambino -che rima del cazzo- non ha vissuto quel periodo né da protagonista né da spettatore in prima fila e ciò che si vede nel film è di certo un qualcosa che ha idealizzato: ma consapevolmente aggiungerei, dato che stiamo parlando di uno che ha passato decenni a scavare vecchie pellicole e riviste di cinema ammuffite in depositi abbandonati. Comunque la si veda è sicuramente un’opera che presenta un grado di fedeltà piuttosto alto con il periodo in cui è ambientata, fatto per altro confermato da chi l’ha vissuto per davvero.
Mi chiedo se davvero nei commenti si puo’ ridurre un film meraviglioso di 2 ore e 40 minuti ai 5 minuti di scena con Bruce Lee.
Mi sembra veramente riduttivo e pure un po’ ingiusto nei confronti di Tarantino.Nella recensione tra l’altro si parla di tutto il film e io sono assolutamente d’accordo con quanto scritto : in particolare concordo sulla delicatezza e il rispetto con cui viene tratteggiata la figura di Sharon Tate.E la Robbie e’ bravissima anche nelle poche scene che ha a disposizione.
Pitt mi e’ piaciuto di piu’ di un pur grande Di Caprio che (mio limite) continuo a non vedere centrato nel cinema di Tarantino.Anche per Django pensavo lo stesso.
Pitt ,dicevo, invece e’ veramente grandioso : ha un personaggio solo,disoccupato,senza futuro eppure non gli fa perdere un briciolo di dignita’.Bravissimo.
Se devo dire : la sequenza con la ragazzina / attrice non mi e’ piaciuta : rallenta tutto il film.Potevano tagliarla.
Stupenda la scena allo Spahn Ranch : grandissimo crescendo di tensione.
Curiosissimo nei titoli di coda la presenza di Tim Roth nel cast con la dicitura (CUT).
In definitiva : un grande film in cui Tarantino mette in scena tutto il suo smisurato amore per il cinema.Chissa’ se uscira’ mai una director’s cut dato che Quentin a Cannes aveva detto di voler rimettere mano al montaggio allungandolo…
Voto 8
Dimenticavo : Si,Tarantino questa volta cita tanto cinema “alto” : Il Gigante,La Grande Fuga,Krakatoha a Est di Giava,Romeo e Giulietta.
Ed in tutto questo e’ meravigliosa la battuta della Robbie : “Ma fanno anche le premiere dei film sporchi ? ”
Amore per il cinema a tutto tondo.
Credo sia dovuto al fatto che una recensione su due, peraltro del grande capo, riduca tutto ai cinque minuti di bruce lee.
Mi dispiace che non sia chiaro che un pezzo che parla solo della scena con Bruce Lee non sia una recensione ma un commento alla scena con Bruce Lee, la prossima volta lo introduco con le parole “vorrei parlarvi di Bruce Lee”.
Il personaggio di Brad Pitt è piuttosto facile rispetto a quello di Di Caprio. Anch’io se dovessi scegliermi il poster da appendere in cameretta punterei su Cliff Booth ma bisogna riconoscere che lo sguardo da duro disilluso che adesso vengo lì e ti rompo il naso è anche l’unico che a Brad Pitt sia mai venuto veramente bene. Di Caprio, ci tengo a farlo notare, a un certo punto lo vedi recitare nel ruolo di un attore che recita male per poi avere un raptus contro se stesso e mettersi a recitare bene -anzi benissimo- il tutto nello spazio di, boh, cinque minuti di film? Ma che razza di interprete devi essere per mettere in scena una cosa del genere?
Anzi, pardon, aggiungo: Di Caprio recita nel ruolo di un attore che recita male, ne è consapevole e ne soffre. Un labirinto in pratica.
Hai vinto tutto Nanni !
Mi cospargo umilmente il capo di cenere
Brevemente : a me ha fatto sorridere come scena.
Non mi ha disturbato.
Capisco pero’ che la figlia non l’abbia presa bene.
@hans cooper
Di Caprio e’ straordinario e pazzescamente bravo !Sono io che come interprete non lo vedo una faccia da film di Tarantino.
Ma non discuto per nessun motivo la sua bravura nel film.Peraltro mi piace molto come attore in generale.
La scena isterica nella roulotte con gli scatti di montaggio e’ un pezzo di bravura.
Come storyline mi e’ piaciuta di piu’ quella di Pitt che recita praticamente col corpo e il suo personaggio e’ scritto molto bene
Concordo, come dicevo sopra il poster in cameretta è tutto per Cliff Richards ;)
Scusate ma io alla faccenda di Bruce Lee accosterei il tono canzonatorio con cui si parla di spaghetti western e registi italiani per tutto il film. È palese che tutto venga trattato con affettuosa leggerezza al fine di far girare la storia (e se sento ancora qualcuno dire che una storia questo film non ce l’ha lo scaravento contro un’auto).
Riguardo la risposta di Tarantino alla figlia di Bruce Lee si potrebbe menzionare quell’episodio che circola sul web di uno stuntman che sul set di Green Hornet si caricò Lee sulle spalle in una presa da catch per dargli ragione, ma forse è più semplice essere realisti: Tarantino è uno che non sarebbe in grado di star zitto neanche da imbavagliato e con un coltello alla gola e a una critica così diretta ha dato l’unica risposta che poteva dare. Del resto Bruce Lee compare nuovamente in 2-3 inquadrature nel resto del film, molto delicate e funzionali a rendercelo più simpatico che nello scontro con Cliff/Pitt.
commento spoileroso
alla fine la vedo in maniera del tutto opposta al tipo del “cinefilo nell’era dell’internet”. per come l’ho visto io, è un film discretamente della madonna con un finale dove tarantino deve pagare pegno al fatto di essere tarantino e si sa che tarantino fa i finali violenti e sanguinosi (in realtà no, o meglio non sempre), che lascia spiazzato sulle prime ma che alla fine ragionandoci ha perfettamente senso. sia per i motivi che ho già scritto sopra in un altro commento, sia perché è la chiave di lettura del film, che è il film su cliff e rick. non sulla hollywood del ’69, non sulla manson family, non su sharon tate. ci sono anche quelli, ma fanno da sfondo. il film è su cliff e rick.
e forse ha senso che manson faccia poco meno di un cameo, ha senso che a differenza dei nazisti di bastardi e degli schiavisti di django, qui gli assassini vengono puniti con la stessa efferatezza anche se in fin dei conti non ci viene mostrato alcun motivo reale per odiarli.
e in fondo pure la scena di Bruce Lee non è altro che in flashback di cliff, forse. forse bruce non era così arrogante, forse è cliff che lo ricorda così.
Se il film era solo su Cliff e Rick lo avrebbe pure potuto ambientare dieci anni prima, non trovi?
Non capisco bene la questione Bruce Lee, cioè capisco la figlia che si indigna perchè deve, ma mi pare chiaro che la scena non voglia fare altro che usare un personaggio universalmente noto per il fatto che sia uno dei migliori combattenti di sempre, solo per valorizzare l’invincibilità di Booth (e farsi due risate, che smitizzare i miti fa sempre bene).
In più ho letto in giro che il finale è debole perchè se non sai cosa è successo davvero alla Tate, non ti fa scattare . Secondo me il finale è sì la parte un po’ più debole del film (comunque il solito fichissimo film di Tarantino), ma perchè gli hippy in questione non fanno mai veramente paura, sono solo degli scemi strafatti, sopratutto considerando che il primo a cui decidono di fare il culo è l’invincibile Booth.
In entrambi i casi, conoscere o no cosa sia successo davvero quella notte o sapere o meno come fosse davvero Bruce Lee nel privato non fa grande differenza sull’impatto generale, perchè stiamo guardando un film che usa quelle persone realmente esistite solo come personaggi di una storia inventata.
beh aspetta…
sul non sapere chi è bruce ok (anche se ok fino a un certo punto perchè vuol dire che hai avuto un’infanzia/adolescenza tristissima)
sul non sapere come è andata realmente con la Tate anche no, altrimenti lo stesso titolo del film lo vedi con occhi differenti e sicuramente non ti sale alcuna emozione nell’ultima scena
perchè, almeno io, quel “c’era una volta” lo vedo molto di più come omaggio al classico incipit delle favole che come omaggio ai 2 film di leone.
Ti dirò, ho visto il film sapendo perfettamente cos’era successo alla Tate e credo che saperlo mi abbia fatto godere molto di più il finale. Ho passato gli ultimi 30 minuti in fibrillazione per poi lasciarmi andare gradatamente all’isteria quando i tre scemi della family si dirigono a casa di Dalton invece che a quella di Polanski. C’è da credere che ignorare quella storia renda tutto il film meno godibile oltre a rendere superflua appunto la presenza del personaggio di Sharon Tate. Come al solito, i film di Tarantino sono per molti, ma non per tutti.
Mi sa che mi son spiegato male
è chiaro che Tarantino gioca con le aspettative del pubblico inserendo un fatto di cronaca e dei personaggi realmente esistiti in un racconto inventato, ma il finale è debole NON perchè se ignori la vicenda Manson non rimani di stucco sullo stravolgimento dei fatti, ma per il motivo che il cattivo di turno (gli hippy invasati) non è abbastanza temibile.
Invenzione per invenzione poteva fare di Tex un hippy bello grosso che avrebbe potuto dare filo da torcere a Booth, ma tant’è.
Comunque ripeto, mega filmone
Bé, giocare per giocare, si può tranquillamente dire che Tarantino giochi anche sul fatto che chi conosce i fatti sa che quegli hippy invasati si comportarono come trucidi assassini senza pietà.
Ma forse ho capito cosa intendi, di fatto chi veda il film ignorando la vicenda Manson/Tate non vede altro che un gruppetto di sfigati che tenta un’improbabile aggressione in casa, per altro dopo aver già preso un fracco di botte da quel dritto di Cliff. Ma chi ignori la vicenda nemmeno capisce chi sia quel “Charlie” appena menzionato, non collega che possa trattarsi dello squinternato coi capelli lunghi che si intrufola in casa Polanski, non si spiega come mai il quartetto sulla macchina scassata voglia compiere una strage, non capisce cosa c’entrino tutte quelle scene con un’attricetta giovane e carina e col pancione… insomma, se ignori quella storia -oltre a essere un marziano- non riesci a quagliare almeno il 40% del contenuto del film, ed è un grosso handicap a mio parere.
Diciamo che un po’ tutta la questione “villain” è buttata lì.
Comunque il punto mio era: se è vero che se non conosci la vicenda Manson-Tate il finale ti risulta meno potente (ma chi, tra chi sceglie di andare a vedere il film, non la conosce?), non è che se la conosci allora hai sta mega sorpresa, a meno di non avere visto Bastardi senza gloria (altra cosa improbabile).
Ma a rendere “innocui” i 3 della family, disinnescandone la pericolosità, è principalmente la reazione di Brad, oltretutto sotto acido.
Fino a quel punto (compreso il confronto iniziale con Leo) non sono rappresentati come macchiette, ma come invasati armati e con l’intenzione di uccidere
@Videosbronz: “ma chi, tra chi sceglie di andare a vedere il film, non la conosce?”
Troppi caro mio, troppi, più di quanti pensi tu…
Aneddoto: un tizio accanto a me in sala è uscito a fumarsi una paglia proprio quando i fricchettoni parcheggiavano davanti a casa di Dalton. Rientrato mentre portano via Cliff con l’ambulanza. Scemo del villaggio a vita.
ma uno così non solo non sa nulla sulla manson family, ma neanche perché è al cinema, però l’immagine mi fa molto ridere
Un pezzo interessante sulla diatriba Bruce Lee:
https://www.ozy.com/true-story/debunking-quentin-tarantinos-mockery-of-bruce-lee/95956?fbclid=IwAR3R8ZmyoSY6aCaUl65uoPLF-RzMJDg9f5ZZJiC4T0t8Mb27r2ZICtJXHqw
Appena ho letto il nome di Gene LeBell ho pensato “non ho ancora letto cos’è successo ma non fatico a crederci”.
Bè, parliamo di quell’essere immenso che tra i suoi accomplishment minori ha messo a nanna quel cazzaro di Steven Seagal.
Un film completamente inutile, noioso, lento, senza senso e privo di qualsiasi interesse. Chissà perchè Tarantino ha voluto sprecare un budget altissimo e degli attori eccellenti, sperperare simili risorse per costruire un’ idiozia del genere .Mi chiedo come mai un regista così talentuoso inciampi in disastri simili. Un film da non vedere.
Oh mil dio io l’ho guardato! E ora?
Esagerato. Sul serio non salvi proprio nulla del film?
Neanche quella scena (oh, è la mia preferita, che posso farci!) di quando Margot Robbie / Sharon Tate va al negozio di animali perché vuole un maltese toy e alla fine se ne esce con un coccodrillo e va sul set di “Rosemary’s Baby” a trollare il marito spaventando mezzo cast?
il più classico dei commenti inutili
Puntualissimo as usual
leggendo le critiche negative e come son argomentante penso sempre alla fatica con cui (magari gli stessi) si dibatte sulla dieta di godzilla o sulla trama di una delle seimila pigiamate…è un’eccezione meritevole non è che si può trattare come un avengers seimila qualsiasi dicendo eh ma che tramademmerda o bah cheppalla dai…
Prima che volta che scrivo un commento dopo anni di frequentazioni, grazie Quentin per avermi dato la forza. Film visto venerdì: tra primo e secondo tempo ero perplesso – in bagno c’era chi già si lamentava “oh, un po’ di azione poteva anche metterla”, ma ho derubricato il commento a quello classico dei finti-tarantiniani che se non vedono il sangue ci rimangono male – ma alla fine delle estenuanti due ore e 40 ero decisamente deluso.
Ho sempre pensato che la bravura di Tarantino fosse la sua straordinaria capacità di trasportare nei suoi film, attraverso un punto di vista personale, il suo sterminato bagaglio di conoscenze cinematografiche. Non semplice “citazione” ma vera reintepretazione di tutto quello che lo aveva incantato durante le sue visioni da innamorato del cinema. Il bello del suo cinema è (tra le altre cose) la capacità di raccontare sempre su più livelli, se comprendi solo il primo comunque ti diverti, se inizi a cogliere anche il secondo e tutti i successivi ti diverti di più. In questo suo nono film – il primo non-film? – non ho ritrovato quella magia, mi è sembrato quasi che volesse a tutti i costi farci vedere il dietro le quinte delle sue passioni, senza filtrarlo ma mostrandolo senza soluzione di continuità. Poche scene mi hanno catturato (il dialogo Rick/Marabella e la successiva scena nel saloon), la visita di Cliff al ranch, Sharon che va a vedersi al cinema. Il pulp finale? Per me puro “fan service”. Dal punto di vista tecnico e realizzativo nulla da dire (a parte quei cazzo di piedi sempre in mezzo, capisco che ognuno abbia i suoi feticismi ma questo giro mi stava irritando).
La ragazza che scappa io l’ho ricondotta a una della banda che, se non ricordo male la storia vera, ha parlato e denunciato tutta la faccenda.
Sto commento doveva rispondere a uno più su, scusate ma è successo qualcosa
Credo tu parli di questa storia qua.
https://www.illibraio.it/le-ragazze-emma-cline-381892/
Libro tra l’altro veramente bello, te lo consiglio.
Ottime analisi. Concordo su come sia un gigantesco amarcord, ma anche un film sulla mutevolezza del mondo, sullo spaesamento di un personaggio che forse non comprende più il suo stesso mondo. Simpatico il fatto che Tarantino lo abbia vestito proprio come Dennis Hopper.
Esatto, e poi alla fine si rivolge a Tex apostrofandolo proprio con roba tipo “metti la retromarcia e vattene, Dennis Hopper!”
Nessuno che citi Polanski che va alla festa nella Playboy Mansion vestito come Django fighetto (cioè con quell’improbabile abito blu alla Austin Powers)?
Riguardo alla questione Lee, la penso un po’ come Nanni: non vedo il motivo di dipingere Lee come un bulletto arrogante per una scena che nell’economia del film non serve nemmeno a molto, cioé avrebbero potuto cacciare Cliff dal set per qualunque altro motivo (Kurt Russell sprecatissimo fra l’altro). Tarantino avrebbe magari potuto approfondire il rapporto tra Lee e la Tate come istruttore di arti marziali e allieva e [SPOILER?] visto che non si tratta di realtà storica, magari far sottintendere che si sarebbe salvata dagli aggressori grazie a tali allenamenti. [fine SPOILER?]
Per il resto, affascinante l’ambientazione e bello il dualismo Rick/Cliff (star che vive nel lusso ma depresso e alcolista/uomo di fatica ostracizzato perché sospettato di omicidio e che vive nello squallore, ma felice e appagato), però non sono del tutto convinto. Forse non ho potuto apprezzare questo film appieno perché sono un po’ ignorante sul dato periodo storico e sulle sue produzioni, e avrei forse preferito che si concentrasse di più sulla vita vissuta di Rick piuttosto che sui finti western di cui onestamente dopo un po’ mi ero già rotto le palle. In sostanza l’ho preferito a The Hateful Eight (che non ho amato per vari motivi), ma molto meno rispetto a Django, Bastardi o Kill Bill.
Bruce Lee era un ottimo atleta, un discreto attore, un discreto regista … ma da lì a dire che sia stato imbattibile ce ne corre … quello che non so è se fosse arrogante e presuntuoso … ma non crediate che gli attori che interpretano arti marziali, anche molto bene, siano imbattibili … vale per tutti, da Stallone a Segal, da Norris a Statham ecc … e state sicuri che se in una stanza ci fossero stati Cassius Clay e Bruce Lee, il cinese sarebbe uscito passando dalle pareti … ma anche con Frazier, Foreman, Tyson ecc …
Molto interessante. Solo un paio di appunti: 1) Jason Statham ha un background da tuffatore olimpionico e cubista, nessuno di noi l’ha mai scambiato per vero atleta, ma Chuck Norris ad esempio è un pluripremiato campione mondiale di karate e vera leggenda sportiva; 2) Mohammed Ali le ha prese da Antonio Inoki. Antonio Inoki, un wrestler. C’è il match su Youtube.
Appunto, da Antonio Inoki, un atleta professionista, uno e novanta, centodue chili. Non da Bruce Lee, un attore, uno e sessantacinque, sessanta chili. Se credi che il più grande campione dei pesi massimi potesse essere impesierito da uno con la stazza di Lee, per quanto in forma ed esperto nel combattimento, di boxe mi sa che non ci capisci granchè.
Scusa, mi è uscita un po’ arrogante, non volevo assolutamente fare polemica. Aggiungo un trivia per stemperare: il combattimento tra Inoki e Alì lo arbitrava Gene LeBell, lo stuntman judoka che ha ispirato il personaggio di Cliff Booth.
Neanch’io intendo essere arrogante, ma il kung fu, soprattutto il wing tsun esiste per pareggiare i conti con coloro cui madre natura ha elargito chili e centimetri in esubero (non quelli al di sotto della cintola). Pertanto, e sottolineo in assenza di regole sportive, chi conosce a fondo tali discipline è competitivo anche rispetto a gente molto più grossa, pugili compresi.
Non voglio cadere nel “è più forte kenshiro o mazinga” Ma se nella MMA -che è uno sport che sostanzialmente ti dice “a parte queste tre cose puoi fare tutto, scegli la tecnica che preferisci” – vengono premiate tecniche di boxe, bjj, grappling e muay thai ci sarà pure un motivo.
poi se per “in assenza di regole sportive” si parla di calci nelle palle e dita negli occhi, direi che sono “mosse” che possono utilizzare tutti indipendentemente dalla disciplina di provenienza
@Nanni
eh già, Inoki ia fatto vede i sorci verdi ai ginocchi di Alì
Nelle gabbie dell’MMA puoi fare di tutto ma uccidere o storpiare è severamente sconsigliato per questioni di busines e, mi auguro, di decenza. Wing Tsun, Krav Maga e Systema sono essenzialmente concepiti per sopprimere l’avversario e, a parte gli indispensabili allenamenti concordati fra compagni di merende, mirano all’assassinio e alla mutilazione. Estrarre un bulbo oculare, estirpare il labbro inferiore, orecchie e genitali, indirizzare copi precisi a tempie, gangli nervosi, gola, e tutte le zone in cui il corpo umano è più vulnerabile richiede una certa perizia. Il condizionamento cui il praticante si sottopone mira allo sviluppo dell’istinto omicida, della capacità di reazione a eventi inaspettati nello spazio di una frazione di secondo. Non puoi andare sul ring o nell’ottagono una volta che ‘sta roba orrenda ti scorre nelle vene: sei preaparato ad agire in un teatro di guerra ed escluso dalle discipline sportive.
il Karate è una disciplina che ti insegna un’ antica arte ma che poco ti prepara al vero combattimento e questo vale anche per il Kung Fu … poi logicamente se sei un grande esperto, una “cintura nera di non so quale dan”, nel caso di bisogno sapresti uscire vincitore contro la stragrande maggioranza di uomini del pianeta ma non con professionisti della box, gente che affronta uomini di pari potenza in match che possono durare 45 minuti e che senza guantoni potrebbe uccidere un essere vivente con un colpo solo … Clay Frazier Tyson Foreman ecc anche grandissimi incassatori
Da ex-marzialista posso solo confermare che le discipline marziali, anche le più eleganti, elaborate, antiche, “letali” eccetera eccetera hanno più valore se intese come filosofie di vita, rispetto del corpo, allenamento etc. che come tecniche di combattimento. Finché non c’è confronto con un vero avversario in carne e ossa determinato a metterti al tappeto rimangono solo quello che sembrano: delle belle acrobazie, un ottimo sistema per tenersi in forma e in salute e campare fino a cent’anni.
Difatti la scena in cui Cliff lancia Bruce Lee contro la fiancata dell’auto l’ho trovata estremamente aderente alla realtà dal momento che ricordavo che Bruce Lee, per quanto iconico, non prese mai parte a tornei regolari. Un po’ tirata al limite, ma plausibile per chiunque abbia mai menato le mani in una palestra.
cioè, voglio dire, magari un agilissimo Bruce Lee potrebbe anche sferrare uno o due colpi ma al primo subito ci vorrebbe un’ equipe traumatologica o una ditta di pompe funebri … questo è il messaggio molto realistico che Tarantino ha voluto lanciare e io, che non sono un parente di Bruce Lee, l’ho trovato molto pertinente al racconto che ci ha proposto oltre che plaudibilissimo … a parte l’ arroganza e la presunzione che ci ha evidenziato e di cui, ripeto, non sono a conoscenza …
Ave, Cesare. Dipende dal kung fu (gli stili sono praticamente infiniti). Certamente non vale per il Wing Tsun (nel qual caso però può dipendere dal Sifu-insegnante). Nessuno incassatore, per quanto temprato, sopravvive a un colpo alla trachea. Le dita si rompono se impattano un gomito, la vescica esplode se colpita di punta e il cuore può cedere per lo shock. I pugili sono atleti formidabili, giganti tra gli uomini, ma nessuno è imbattibile. E’ come il gioco della morra (guarda un pò) cinese: la carta vince il sasso ma non le forbici e via di seguito. Meno male, direi; se poi si prendono in sesame anche le armi propriamente dette o improvvisate, la questione si complica.
ma infatti ho detto che la stragrande maggioranza degli uomini perderebbe anche contro maestri che non hanno mai combattuto ma che sono specializzatissimi teorici … vorrei aggiungere alla lista di chi farebbe a pezzi questi invidiabili maestri teorici, di cui Bruce Lee faceva parte, anche le decine di migliaia di soldati dei reparti speciali di tutti gli eserciti del mondo come i nostri COMSUBIN … quelli si che sanno come si rompono le dita, come esplode la vescica o come cede il cuore … Bruce Lee è parte del cinema e questo è quello che conta …
Si sta riducendo tutto a uomo grosso vs uomo piccolo, insomma, dove anche il portiere del mio albergo ha una speranza con entrambi. Il succo è che da una parte hai Inoki, ben piazzato, ok, ma che ha studiato una tecnica di combattimento finalizzata allo spettacolo e nonostante tutto si è portato a casa il ginocchio di Ali come trofeo. Dall’altra hai Bruce Lee, che deve sicuramente stare attento a schivare, ma che in compenso ha passato tutta la vita a studiare tecniche per stendere chi hai di fronte nel modo più rapido ed efficace possibile. Senza entrare in Mazinga vs Goldrake, fate voi.
Fatevi un giro su “Scuola di botte”, c’è proprio un video su Bruce Lee. A mio avviso, il punto di vista di Cicalone è molto veritiero e assolutamente condivisibile. Per me Bruce è e sempre sarà IL GRANDE Bruce Lee, ma con gli occhi del 40enne odierno mi sento di dire che nel corso degli anni è stato largamente sopravvalutato come combattente in real life.
Bruce Lee ha STUDIATO, e poi GIRATO DEI FILM. I pugli sono tipi grossi e incazzati che passano il tempo a A) cercare di spaccare la fiaccia a uno grosso e cattivo quanto loro che cercherà di fare altrettanto B) allnarsi per A. Il resto è cinema di arti marziali, il che sta al combattimento vero come il cinema di guerra sta alla guerra. Se non ci credete guardate uno degli innumerevoli video dove si incontrato su un tatami un praticante di cineserie con la panza e un pugile/Kickboxer. Vanno tutti a finire nel solito modo.
Anonimo, io sono stato sul ring due volte contro un pugile il doppio di me. Coi guantoni ero in difficoltà; senza, la musica suonava a mio favore.
Le cineserie sono una cosa, le cineserie che stendono, magari rielaborate da est europei che se la sono vista con la pulizia etnica, tutt’altro.
@ VandalSavage, sì, certo, e mi ha detto mio cuggino che una volta è morto. Un pugile agonista che ti becca in faccia senza guantoni rischi di non raccontarla, anche a parità di peso, figurati se è il doppio di te. Te il ring lo hai visto sul tubo, krav mago. E anche sul tubo la musica suona tutta in un modo solo.
Che scemi quelli della pulizia etnica che giravano con gli ak-47, quando sarebbero bastate le mosse che ti fanno esplodere la milza con la punzecchiata delle dita
Inoki, quando iniziò ad allenarsi, vi era ancora quella idea sia in Giappone sia negli USA che il wrestler dovesse sapere shootare (in altre parole sapere lottare sul serio), qualora nel caso in cui la situazione non fosse andata nel verso giusto…tipo contro The Great Antonio, in cui lo massacra di calci perchè il rivale non vendeva bene i danni subiti. Idea che comunque è durata fino all’esplosione “cartoonesca” del wrestling made in Vince McMahon.
Non voglio difendere Inoki (perchè da buon politico ha avuto una miriade di scheletri nell’armadio, e la gestione della New Japan Pro Wrestling è stata negativa tanto che la stava facendo fallire), ma derubricarlo come è “solo un wrestler”, mi sembra un po’pochino.
Poi, Inoki si portò a casa il ginocchio di Ali (e’sta cosa gli diede non pochi problemi negli anni seguenti) perchè lo combattè a terra per i 15 round, ed il pugile non riusciva ad avvicinarsi. Curiosità l’arbitro di quel match fu Gene Lebell.
Tale match sicuramente è una delle pagine di storia più strane di sempre, parti che si contraddicono ed il risultato è una noia mortale. Bene o male è considerabile come uno dei primi match di (proto)MMA ad avere risonanza mediatica
La scena di bruce lee e’ buttata li per triggerare i fanz risibili. Sarebbe un po’ come avere una traccia che si intitola “the dark side of the moon e’ una cagata pazzesca” in un disco dei tool: Se te la prendi, fai parte di quel pubblico che non voglio.
Ah, in assenza di regole sportive l’arte marziale che da piu’ possibilita’ e’ il krav maga, altro che kung fu. O, forse, molto piu’ probabilmente, “pistola, coltello, tirapugni e mio cugino”.
In assenza di regole sportive qualsiasi pugile agonista riempie tranquillamente di cazzotti tre quattro praticanti di codesta roba israeliana. A meno che non siano ufficiali effettivi dell’esercito israeliano, il che è molto improbabile. Ma qualsiasi krav mago medio si trovi davanti un pugile allenato le prende. Questa è la realtà.
AMEN!
Roba israeliana, eh? Rimando a quanto ho scritto 4 commenti più su.
Il simbolo del Krav Maga ha un “buco” dal quale vene espulso ciò che è inutile o, peggio, disutile. Dal medesimo viene incamerato quanto è più efficace. Chi te lo propone come una disciplina statica e canonizzata, sta vendendo un altro prodotto. Io ci ho fatto confluire, tra l’altro, il Wing Tsun: l’amalgama è molto simile al Systema sovietico.
Chi sputa sentenze, prima o poi sputa anche i denti.
(Ah Ah, niente di personale: ho sempre sognato di dire cazzate del genere)
Accidenti, il simbolo è un buco che espelle, e che poi incamera. E te, in persona, ci hai fatto confluire. E come dicevo quattro commenti più in su, mi ha detto mio cuggino che una volta è morto. E’ anche lui un krav mago uing ciù systematico, è morto quando ha fatto a botte con un pugile agonista.
Quindi te ne esci con la similitudine col buco del culo. Come mai non mi sorprende? Forse perchè ognuno parla di ciò di cui ha esperienza.
Non mi pare di averti offeso nè perculato (fino ad ora), caro il mio Leone da Tastiera. Il fatto che abbia sentito la necessità di cominciare tu, la dice lunga.
Il krav maga, sistema e tutte le altre pseudotattiche di disarmo/combattimento monomossa che ti fa esplodere il cuore, rompe il menisco, inverte i gomiti “MA NON POSSO FARTELO VEDERE” sono sostanzialmente truffe. Vengono insegnate da tizi che si prendono la certificazione in due settimane (ma che ovviamente si spacciano per operativi ritirati), illudono persone senza alcun condizionamento fisico di poter fronteggiare dieci individui armati.
Hai mai visto un braccio spezzato da uno che fa krav maga? Io no, ho sempre visto dimostrazioni in cui un tizio dice “e se spingo più forte spezzo il braccio, ma questo è dimostrativo”.
Da questo punto di vista, un combattente amatoriale (sia di arti marziali che di sport da combattimento), è perlomeno allenato a darle ma soprattutto a prenderle. E si parla di darle e prenderle sul serio, anche con le protezioni. Il dopolavorista che si allena a togliere armi di plastica da persone che non sanno impugnarle, non ha la minima idea di quale sia la sensazione quando si prende una sberla vera.
Hai voglia di espellere dai buchi.
Minchia oh, il Systema sovietico…quello pseudo balletto i cui praticanti si muovono come le infermiere assassine di Silent Hill ed il cui divulgatore è un panzone assurdo come la bufera che si gonfia di Grosso Guaio a Chinatown?
Quel Systema? Quello?
O quel Krav Maga che insegna a disarmare la ggente dai coltelli e dalle pistole puntate alla nuca? Quello?
Amico Vandal, la vita reale NON è un film di menare…purtroppo!
@Toni Randine, perfetto, applausi.
Ragazzi, mi spiace constatare che non capite un cazzo, o avete incontrato pessimi istruttori (spesso le due cose sono strettamente connesse).
Credeteci o meno, non è un problema mio, ma ho speso 15 anni della mia vita a fare queste cose. Vi auguro sinceramente, se la materia vi interessa, di fare nuove e costruttive esperienze. Vi abbraccio tutti, anche se siete parecchio stronzi.
Una volta ho fatto una prova di Krav Maga, andò a finire che bloccai a terra quel pallone gonfiato dell’istruttore senza manco colpirlo nei “punti vitali” di questa cippa, al contrario di lui che ci provò pure ad accarezzarmi le palle. Ero in forma e mi andò di culo lo ammetto, oggi non so se ce la farei a ripetermi, ma lui era un istruttore diplomato, dai cazzo. Ne ho concluso che in quello “””sport””” nel migliore dei casi si finisce col confrontarsi solo con altri praticanti e compagni di palestra e mai con avversari veri, benché in un contesto sportivo. Non oso pensare a tutti quei poveretti che frequentano i corsi di krav maga convinti di saper menare le mani quando poi si trovano davanti un criminale vero.
Ma in uno scontro senza regole che ci sta a fare un professionista? De che se parla? Io parlavo della testosteronica lotta da strada. Tipo: io faccio kung fu e in manifestazione vado a fare brutto alla pula. Ok: vai a farlo in Israele. Dai, mica mi metto a dire se e’ piu’ forte tizio che fa X o caio che fa Y. Ironizzavo semplicemente sulla piega che stava prendendo la discussione (ma ho fatto un danno a quanto pare)
Ah, chiunque faccia krav maga “per sport” a me da solo l’impressione di aver seri problemi di autostima, mi sbagliero’.
Quello qui sopra ero sempre io, non che debba fregarvene qualche cosa, ma non amo i commenti “anonimi”.
In israele, come in tutte le parti del mondo, ti becchi le manganellate. Non la mossa che scavalca la tua difesa e ti disarma. Avanzano, si coprono con lo scudo a testuggine, manganellate finchè stai in piedi, quando sei a terra due di assestamento sul lato della gamba. Ripetere per tutti gli altri maestri di kung fu. Fine.
Io ci credo che ci siano delle discipline insegnate ai corpi speciali, è ovvio. Ma sono altrettanto certo che siano utilizzate effettivamente in una percentuale risibile di casi, visto che si premia la massima resa col minimo rischio. Il rischio viene minimizzato con l’utilizzo di strumenti e protezioni, che non sono previsti in maniera attiva in nessuna delle discipline citate.
Io sono poco informato.
Però ogni tanto nella cronaca le vedo delle notizie di ‘pugile/marzialista fa il culo a malintenzionato’, sul krav maga e systema MAI. Eppure dovrebbero essere notizie di rilievo visto che saltano bulbi oculari e articolazioni
Invece è successo un paio d’anni fa a Trieste (puoi trovare la notizia negli archivi online del quotidiano locale “Il Piccolo”), ma anche questo è irrilevante.
Non avete torto nel considerare i combattenti di MMA e i pugili grandissimi atleti e soprattutto combattenti, nè nel ritenere la stragrande maggioranza dei corsi di difesa personale, Krav Maga e a volte Wing Tsun delle truffe ai danni degli sprovveduti. Ne esistono tuttavia di validissimi. Lo so per esperienza ultradecennale e diretta. Non entro nei dettagli perchè poi dovrei uccidervi (Bwahahahahah).
Soprattutto quel che ha scritto Takeshi del Systema è sbagliato (e oltraggioso se a qualcuno fregasse).
L’asportazione dei bulbi oculari e gli attacchi alle articolazioni sono una pittoresca “extrema ratio”. La tecnica pugilistica è la base comune a ogni sistema di combattimento, solo che nel caso del Wing Tsun e del Systema viene rielaborata attraverso la propiocezione piuttosto che in relazione al metodo classico del riflesso occhio-mano. Lo stesso vale per i calci. funzionali e mai spettacolari.
Sorry: PROPRIOCEZIONE. Proprio quella parola vado a sbagliare.
https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2017/02/01/news/tenta-la-rapina-ma-giornalaio-esperto-di-arti-marziali-lo-disarma-1.14805632?ref=search
Aggiungo il link. Il collega in questione non è un esperto di arti marziali ma un praticante e istruttore di Krav Maga.
O meglio, non è un generico esperto di arti marziali. I giornalisti spesso non distinguono.
@VandalSavage
Senza offesa, ma perché ti stai accanendo in questo modo?
In una rissa da strada, senza protezioni e senza guantoni, le variabili in gioco sono più mentali (determinazione, cattiveria, motivazione.. lo stato mentale tipo: “minchia ti ammazzo non mi frega se mi faccio 30 anni“). E sono cose che né si imparano né si possono improvvisare, devono nascerti dentro.
Conosco tipi che non solo non hanno mai fatto arti marziali, ma dubito abbiano persino fatto due flessioni in vita loro. Ti garantisco che non mi ci metterei mai contro, neanche se fossi spalleggiato da altre tre persone.
Perché hanno quella “cazzimma” che puoi anche essere Mohammed Tispaccoilculo BruceLee (cit!) ma nella migliore delle ipotesi torni a casa con un incisivo in meno.
ah.. il balordo della notizia che hai citato ha.. 59 ANNI.
Non mi accanisco, rispondo e basta. E parlo di cose che so. Dici bene rispetto all'”attitude” : se non c’è l’hai di tuo pero’ puoi acquisirla con l’addestramento. In quanto all’eta’ del balordo, una lama e’sempre pericolosa, anche in mano a un sessantenne, soprattutto se vquesti e’ fuori di testa.
No Savage, l’attitudine non la acquisisci affatto con l’allenamento. Perdona l’espressione tranchant ma quella è una colossale cazzata che ingenera pericolosi equivoci nell’ambito dei c.d. “Corsi di autodifesa”.
Perché sono corsi farlocchi. Ognuno riporta la propria esperienza e mi pare evidente che quasi chiunque abbia commentato è incappato nei numerosissimi casi di cui sopra. Io sono certo del contrario avendolo sperimentato in prima persona, ma non intendo convincere nessuno: prima di imbroccare la strada giusta anch’io ho incontrato truffatori e gente in buona fede ma incompetente. L'”attitude” non la consegui con l’allenamento, ma col condizionamento: sono due cose diverse.
@VandalSavage
L’”attitude” non la consegui con l’allenamento, ma col condizionamento: sono due cose diverse.
E grazie al cazzo, Vandal :)
Non è possibile condizionare un essere un umano senza minarne, in profondità, il carattere e la sua essenza più profonda.
E non è una scienza esatta.
E comunque, a livello puramente teorico, puoi tirar fuori l’istinto assassino anche da un impiegato sovrappeso in odore di prepensionamento. Ma a quel punto cadono tutte le pippe mentali su cosa sia meglio, se pugilato, jeet kun do, krav maga ecc.
Insisto: dici cose sensate, ma credo di intuire che a un certo punto le nostre esperienze divergano. Un individuo può diventare alla bisogna un assassino restando una brava persona la maggior parte del tempo. Ci ho dedicato quasi un ventennio. Non si tratta di minare la propria essenza più profonda, ma di sviluppare una seconda natura a protezione della medesima. Il principio ha molto in comune con quanto enunciato dal padre di Chris Kyle in American Sniper.
@VandalSavage
“Un individuo può diventare alla bisogna un assassino restando una brava persona la maggior parte del tempo. Ci ho dedicato quasi un ventennio.”
Sei un assassino?
Non ricordo cosa dice esattamente la nostra policy al riguardo ma ti avverto che nel caso dovrei controllarla.
Non lo sono. Ma se lo fossi negherei, quindi la risposta ha senso quanto la domanda. Tu?
Stavo descrivendo le competenze che si acquisiscono (giacché non possono essere insegnate né imparate, ma solo trasmesse) nel corso di un addestramento di livello. Un assassino potenziale? Suppongo di sì. Altrimenti avrei buttato il mio tempo.
Ogni sedicente esperto di autodifesa deve esserlo.
Tecnicamente il ragionamento fila ma non credo che alla dogana in aeroporto risponderesti così. Fammi controllare le nostre policy per sicurezza.
“Assassino Potenziale” non si ricollega al discorso di Cliff sulle mani registrate come armi? Tecnicamente chiunque è un assassino potenziale. (Tipo, per “the boys”, pure un neonato)
Giusto. Bella serie.
@Vandal
a me incuriosisce sapere la molla che t’ha spinto ad acquisire le competenze per diventare un assassino potenziale, come se fosse un pilot che racconta le origins
In due parole: proteggere me stesso e i miei cari.
La “origin story” è narrata in un libro, ma non so se posso linkarlo qua.
“Mindhunter”: serie fica ma anche pallosa. Secondo me la palma per l’interpretazione migliore va a Cameron Britton.
Dai, ma davvero date corda a uno che dice di aver passato gli ultimi vent’anni a diventare un potenziale assassino? E che ha messo in difficoltà un pugile agonista grosso il doppio di lui senza guantoni col suo uingciùkrav magicabulasystema? Lasciatelo bollire nel suo brodo, su.
Caro anonimo. Guarda che non ho scritto niente di tanto epocale: se frequentassi una palestra seria o le persone giuste non ti suonerebbe così strano. Pace e amore a Te.
Una palestra seria? Ah ok, una di quelle dove fanno krav magia uin ciù systema lato oscuro della forza e airone di nanto. Grazie, passo, se proprio devo tornare a fare qualcosa riprendo da dove ho lasciato, bjj e boxe. Roba seria, non fregnacce.
Mi raccomando, non essere troppo cattivo coi prossimi banditi coi coltelli che cercano di rapinarti a quattro per volta. Almeno cerca di rispiarmiare loro la vita.
Qualsiasi palestra seria che insegni il combattimento incamera sia boxe che bjj. Se ti lasci alle spalle animosità e humour di bassa lega e magari rileggi a mente fresca quel che ho scritto, ti accorgerai che ti sei espresso (e infervorato) a sproposito. Riprendi da dove hai lasciato: è evidente che ti manca.
Te è evidente che sei un ciarlatano.
Vuoi l’ultima parola, uomo dalle sette stelle? Te la puoi tenere, insieme alla krav magia e a tutte le fregnacce da “assassino potenziale” (lol).
@ “VandalSavage, sì, certo, e mi ha detto mio cuggino che una volta è morto. Un pugile agonista che ti becca in faccia senza guantoni rischi di non raccontarla, anche a parità di peso, figurati se è il doppio di te. Te il ring lo hai visto sul tubo, krav mago. E anche sul tubo la musica suona tutta in un modo solo.”
Guarda, volevo sinceramente chiudere la questione, ma questa tua uscita mi era sfuggita. Si trattava di sessioni di sparring, inter-disciplina, tra individui che si rispettano, quindi il contatto pieno non era previsto. Si stava sul ring per allenarsi, per primeggiare (ma neanche poi tanto), di certo non per uccidere o procurarsi danni irreparabili. Il fatto che tu non ci sia arrivato da solo mi fa dubitare tu abbia mai avuto una qualsivoglia esperienza reale. Mi sa che il ciarlatano non sono io. Sono piuttosto un imbecille che ha buttato il suo tempo a risponderti. Cercherò di evolvermi, adios.
“Si trattava di sessioni di sparring, inter-disciplina, tra individui che si rispettano, quindi il contatto pieno non era previsto. Si stava sul ring per allenarsi, per primeggiare (ma neanche poi tanto), di certo non per uccidere o procurarsi danni irreparabili. ”
Ma di cosa farnetichi? Io parlavo della totalità dei video dove un praticante di cineserie e krav magie sfidano un pugile/judoka/kickboxer e ne prendono tante. Sempre. Non di qualche video in particolare (di un video tuo? A cosa ti riferisci? Boh, lo sai solo te).
“Il fatto che tu non ci sia arrivato da solo mi fa dubitare tu abbia mai avuto una qualsivoglia esperienza reale.”
No, mai praticato agonismo a nessun livello, mi limitavo ad allenarmi, e ad assistere quando capitavano i cinesi krav magi a sfidare gli agonisti di boxe e bjj. E proprio come sul tubo prendevano delle sveglie che la metà bastavano. Sempre.
Ora caro assassino potenziale krav mago, torna pure a disarmare i banditi coi coltelli a quattro per volta, che manco a me è rimasta troppa voglia di interloquire con un ciarlatano.
Adiòs
Curioso, come più uno cerca di spiegarsi, più l’altro insulta. Vandal, fai bene non rispondere a questo ragazzino. Non si cava sangue da una pietra.
…quindi stavi a guarda’ li agonisti e ciononostante sputi sentenze. Bravo Anonimo. Ma va a dar via el cul, va’.
Oh, si è mobilitata la,setta degli assassini potenziali?
@ilprimo – Un venditore di fumo può cercare di spuegarsi quanto vuole, srmpre fumo vende.
@killerclown – Sì, non gareggiavo, praticavo e vedevo. E vedevo i ciarlatani krav magi prenderle. E a dare via il culo ci va la bocchinara di tua madre.
Bau bau. Abbai soltanto, cagnolino, o mordi anche?
Volevo scusarmi con tutti per essere un saputello coglione, nel migliore dei casi pugile dilettante ma professiinista di bj (inteso come blow job). Mi veniva duro a guardare gli agonisti. Avrei tanto voluto essere uno di loro, ma che posso dirvi: non avevo le palle. Piuttosto che prendere in considerazione par un secondo esperienze diverse dalle mie ho preferito insultare, storpiare il nome di altre discipline, citare Elio e le storie tese. Non voletemene: sono un individuo gretto, vittima di un’infanzia difficile. Ora, come e’ giusto, vado a cagare e forse dopo mi do fuoco.
Bravo uinciù, ti sei fatto il ritratto. Ora vai a sgominare bande di stupratori a mani nude con le tue tecniche segrete.
@killerclown, tua madre mordeva, e abbaiava pure.
Comunque parlo anche di cinema, e non ho mai girato un film. Tu invece scommetto di si. E scommetto che sei anche nel circuito professionisti. Dei clown, non dei killer (potenziali).
Anche questo thread secondo me ha ormai esaurito il suo interesse, grazie.
Oppure potresti sempre cambiare il titolo del post in qualcosa tipo “Barbara d’urso ce spiccia casa – Once upon a time in…Hollywood edition”
Parlo solo di Lee la sua importanza è stata quella di aver avvicinato i 40-50 enni al cinema marziale e molti agli sport da combattimento. Come lottatore combattente di Lee non di hanno testimonianze che ne attestino le capacità, c’era già tutto un mondo di lottatori e combattenti che si cimentavano in vale tudo o incontri misti esisteva già gente come Gene Lebell o Antonio Inoki in su d America i Vale Tudo avevano già una loro storia. Lui è stato un innovatore per certi versi definirlo un forte lottatore mah… Probabilmente Bud Spencer avrebbe fatto meglio. Mia opinione ovviamente.
Commento definitivo: questo è un fottuto film dei Coen!
Questo film è una m. Incommensurabile, fregacazzi delle citazioni,fregacazzi di vedere la vita di due attori spiegata in modo sconclusionato è tutto “all over the place” stessa impostazione di Jackie Brown ma manca la genialità e la verve, la profondità delle riflessioni è pari ad un film dei Vanzina, romantico quanto una poesia recitata a rutti, il finale è ridicolo e si autocita come già successo in Django e Hateful Eight
Solo Tarantino poteva essere più egocentrico di Lars Von Trier
Vabbè poco male tra due mesi non se ne ricorderà più nessuno
E la scena di Bruce Lee l’ho trovata fuorviante e incoerente
Non mi è piaciuto per niente ma la recensione è ottima e la spiegazione su Bruce ci stava alla grande 👍
Due cose veloci: treno aero!
No, questa é unable mia vecchia battuta mai compress.
Peró due semplici cose veloci veloci le vorrei dire: 1) non sapevo ci fosse un film su “love me Licia” (che ho sempre creduto fosse “kiss me Licia” (e dal basso dei miei 40 anni credo di aver visto la serie tv ai suoi esordi);
2) ho fortemente sperato che il link di Time they are a changin” portasse all”intro di Watchmen… e gia stavo sbavando come i cani di Pavlov.
E se la scena tanto discussa con Bruce Lee fosse un daydream (“sogno diurno” mi suona male) mentre è sul tetto a riparare non ricordo che cosa? Dopotutto Pitt si trova sul tetto prima che la scena inizi e si ritrova sul tetto anche subito dopo, tra l’altro sorridendo come dopo una fantasticheria
ok dovrei rivedere la scena per sicurezza, per controllare la “fattibilità” di questa ipotesi, ma sul momento è questo che ho pensato, sarebbe un gran tocco di classe, no?
BTW, ho adorato il film (e la recensione)
Ho avuto anch’io lo stesso pensiero. Il che renderebbe perfettamente coerente l’immagine macchiettistica che viene data di Lee: è come lo vede uno stunt di Hollywood che ha sempre recitato in un determinato tipo di film ed è alle prese col “nuovo che viene avanti”.
Capo, con la vergogna di ammettere ma anche la volontà di voler colmare la mia ‘gnoranza, ti chiedo: se dovessi consigliare un solo libro su Bruce Lee, possibilmente ma non necessariamente uscito in italiano?
Thanks
Scusa se mi permetto:
https://ilpostodelleparole.it/francesco-palmieri/francesco-palmieri-piccolo-drago/
Grazie, Metallaro.
Visto ieri in originale con un gruppetto di amici, fra cui una che ne sa a tronchi di criminali americani che come me fremeva nell’ultima mezz’ora e uno che invece non conosceva quasi nulla di ciò che accadde a Cielo Drive, e due sessantenni (mia mamma e una sua amica). Le ultime due hanno amato il salvataggio finale di Sharon&co non sapendo che così sarebbe andata, al contrario di quasi tutti da quando uscirono le prime recensioni da Cannes. Devo dire che è stato bello vedere la loro soddisfazione per il “lieto fine” di una storia di cui sì loro conoscevano bene gli avvenimenti. Insomma il mito serve sempre a Quentin e poi trovo che sia stato un gran bel personaggio quello di Margot Robbie, tutt’altro che inutile; bello che sfiori i due protagonisti in molte scene, quasi da lacrima la conversazione al citofono. Bellissimo che quelli che guardano più TV siano gli hippy e il cane di Booth
Il film scorre bene nei primi 50 minuti( divertenti) e dalla scena del ranch fino alla fine. Nel mezzo si incarta di brutto, e mette alla prova anche la pazienza degli spettatori più ben disposti. I dialoghi sono molto buoni, non capisco le critiche da questo punto di vista. Alcune scelte di montaggio che rallentano parecchio il ritmo mi sono risultate incomprensibili: SPOILER posso capire che la Tate che va a vedersi al cinema debba sembrare casuale, quindi comprendo la tappa nella libreria(anche se io l’avrei tagliata), ma perché prima si avvicina al cinema, poi in libreria, poi di nuovo al cinema ? Tutto troppo tortuoso! E quella scenetta con Di Caprio inserito ne “La grande fuga”(non presente nella versione di Cannes) che scopo ha? Tarantino a quel punto non stava già indugiando abbastanza? FINE SPOILERS
Consiglierei a Tarantino per il futuro, ultimo film o no, di farsi affiancare da un co-sceneggiatore talentuoso, un nuovo Roger Avary che dia una struttura alle sue idee. Ma non lo farà mai, è diventato troppo egomaniaco.
io la scena di Di Caprio che si immagina al posto di McQueen non so se è servita a qualcosa (immagino sia un film che Dalton si è fatto spesso e sia uno dei maggiori rimpianti della carriera) e ma l’ho adorata (con Leo/Dalton che copia anche la camminata di Steve)
A me quella scena è piaciuta, molto nel clima “what if” che permea tutto il film.
Che peraltro, cosa che ho pensato proprio in questo istante, potrebbe spiegare anche la tanto discussa scena di bruce lee.
“what if” al posto di Gene LeBell ci fosse stato Cliff ?
La scena con Bruce Lee mi sembra reale, infatti non ci viene data nessuna informazione in senso contrario, come invece accade nella scena ” la grande fuga”.
“Assassino Potenziale” non si ricollega al discorso di Cliff sulle mani registrate come armi? Tecnicamente chiunque è un assassino potenziale. (Tipo, per “the boys”, pure un neonato)
Comunque raga, ho capito tutto: nella scena di Bruce Lee Tarantino sta citando Bud Spencer contro Anulu in “Chi trova un amico trova un tesoro”, che guarda caso è di Sergio Corbucci. Tutto torna.
https://www.youtube.com/watch?v=2yP2bTjJmtc
Vedeteci pure tutti i riferimenti e le citazioni che volete ma tutta la prima parte è semplicemente: BORIS.
c’è TUTTO. la fiction di serie b, l’attore spostato, il tuttofare, il regista finito a fare i telefilm alimentari, alla Shakespeare anziché alla Lars Von Trier e dai dai dai che la portiamo a casa.
C’è pure Pannofino
Cazzo, ci avevo pensato anch’io, ma mi vergognavo un po’ a dirlo, mi fa piacere aver trovato un’atro che condivide le mie turbe :-)
W la merda!
Pannofino in che ruolo ?
È la voce di Kurt Russell, nonché voce narrante!
Effettivamente …c’e’ del vero ! :) :) :) :)
Manca solo : apri tutto !!!!!!!!!!!!!!! Smarmella !!!!!!!!!!!!!!!!!!
A Tarantino piace il buon soldato americano come li faceva la nonna.
Si vede che da piccolo andava pazzo per Indiana Jones che fredda con la pistola il tizio che rotea con le sciabole. Ora che può permetterselo, ci costruisce sopra scene intere dei suoi film.
Riderone, ma dopo un po’anche basta.
Il primo film di Indiana Jones è uscito che Tarantino aveva quasi vent’anni.
Bello eh, ma non ho capito bene la storia…forse perchè non c’è (e quel poco di storia che c’è, non è importante)
Però orgoglio cine italico a mille
“Rick Dalton, attore televisivo di telefilm western in declino, e la sua controfigura Cliff Booth cercano di ottenere ingaggi e fortuna nell’industria cinematografica al tramonto dell’età dell’oro di Hollywood.”… e alla fine ci riesce.
Parto subito con la scena di Lee: sono uscito dalla sala un paio d’ore fa, ho il film freschissimo nella mente, non avevo voluto vedere manco mezzo trailer prima né leggere una riga di qualunque recensione, e io l’ho interpretata fin da subito come una fantasia/ricordo distorto di Cliff, che immagina/ricorda come più gli piace di quella volta che ha mandato Bruce Lee a schiantarsi contro un auto. Per me non c’è nulla di reale, è un parto della mente di quel cazzone di Cliff e quello non è il vero Bruce Lee, ma il Bruce Lee che abita nella testa di Cliff. Non ci ho visto né poco rispetto né presa in giro, semplicemente Quentin è uno dei più grossi e geniali troll della storia del cinema.
Per il resto, che dire, c’è tutto. C’è Tarantino in tutte le sue sfumature, mille cambi di registro, dalle scene quasi sognanti con la Robbie alle sequenze praticamente horror con gli hippies (anche quelle in cui fanno l’autostop), le citazioni infinite anche a se stesso (Leo al citofono con Margot che si muove come John all’interfono con Uma), inquadrature e movimenti di macchina da estasi, un montaggio clamoroso; ci sono attori incredibili che recitano in modo incredibile; c’è pure il contentino per tutti quelli che “eheheh tarantino sangue violenza eheheh”.
Non so ancora come inserirlo nella mia personale classifica dei film di Tarantino, mi servono almeno altre tre o quattro visioni, e comunque la classifica cambia ogni dodici secondi circa. Fatto sta che Tarantino renderebbe un orgasmo cinematografico pure una pubblicità del tampax.
A me la scena con Bruce Lee è sembrata caricaturale ma non implausibile, Lee non perde e non viene umiliato, finisce su una macchina solo perché gli viene chiesto di rifare la stessa mossa(mossa che tra l’altro aveva appena steso Booth).
Il buon vecchio Bruce da guerriero d’onore quale é certo non si aspettava una risposta sleale, nonostante la botta epocale si rialza in piedi come nulla fosse (dopo na botta così, solo lui) e quando si mettono a combattere sul serio vengono interrotti. Non c’è un vincitore, non si è stabilito che Cliff sia più forte di Bruce Lee, ma si è visto che tipo è.
La sfida di Lee con Cliff pare racconti quello che successe tra Lee e Gene Lebell sul set del Calabrone verde. Parè che Lee avesse l’abitudine di essere troppo violento con gli stunt così Gene gli diede una lezione. Gene era uno dei precursori delle mma e un capo stunt.
Sono l’unico che c’ha visto J Edgar in Di Caprio star di FBI?
Once upon.. è un film stupendo e non c’è nulla che possa aggiungere a quanto scritto nella rece. Rubo solo alcune righe per un appunto a Nanni: Tarantino con la storia e le persone vere ha sempre fatto il cazzo che gli pareva, è vero, ma nemmeno ha mai la pretesa di fare documentari. Sono film, è intrattenimento, nulla di più. Al contrario i cine sono zeppi di biopics “tratti da una storia vera” che la storia se la inventano ma hanno la pretesa di portarci la verità. Chapeux, Quentin.
Nessuna storia, nessuna trama. Uno spaccato di vita Hollyvudiana. Eccessiva, bizzarra,violenta ed assuefatta ad alcool e droghe. Non è un film in cui cercare qualcosa solo in cui divertirsi
L’episodio di bruce e’ ispirato a un fatto realmente accaduto fra lee e un famosissimo stunt-man diventato poi suo amico .
Informati prima di sparare a zero.
Ciao mi chiamo Nonnino (coro di risposta dei Calcisti Anonimi seduti in cerchio “ciaaaao Nonnino”), e vorrei condividere il mio contributo ai commenti:
(SPOILERS)
Visto ieri, direi abbastanza bello, forse non da rivedere domani, pero’ non ne sono deluso.
Sensazioni Amarcord in pieno – insieme al solito retrogusto ben definito di tarassaco torta della nonna e mela ranetta -, in questo d’accordissimo con Kasanova, evidente il fatto di essere immersi nella favola personalizzata dell’autore, e nell’ambiente magico di quegli anni. Il lanciafiamme: usato all’inizio del film e alla fine, guarda caso per far fuori i cattivi che rovinano tutto… non e’ successo nella realta’ (bastards per hitler, questo per i seguaci di manson), ma questa e’ una favola, e’ “C’era un volta …” e Tarantino puo’ sognare come vuole, e metterlo sullo schermo assieme al suo omaggio per Sharon Tate, che e’ bellissima, innocente, gentile.
Alla scena di Bruce abbiam riso tutti, saremo mica blasfemi? Ma no, chissenefrega, e’ una favola, “C’era una volta…”
c’era una volta… tarantino
è tutto molto bello, sono tutti molto bravi, ma (a parte il finale) per essere un film di tarantino è noioso
Ok è caricatulare, ma come in ogni buona caricatura si prendono dei tratti distintivi e negativi di una persona e li si ingigantiscono.
Bruce Lee era arrogante e lo si capisce da ogni suo stralcio di intervista.
Inoltre anche la scena del combattimento contro il personaggio interpretato da Brad Pitt è ispirata a qualcosa di reale.
Nella realtà Bruce Lee sul set del Calabrone Verde stava infliggendo colpi troppo forti agli attori stuntman, Gene LaBell (uno degli stuntman) gli diede una bella lezione.
Non lo buttò su una macchina come avviene nel film… Lo immobilizzò e lo mise sulle spalle.. quindi lo ridicolizzò anche peggio di quanto si vede nel film di Tarantino se proprio dobbiamo dirla tutta.
Lo stuntman non venne licenziato.
Bruce Lee ammise di avere delle mancanze nelle prese dimostrando di essere quantomeno meno arrogante di quanto possa sembrare ad un non adulatore con gli occhi bendati e le orecchie tappate a fasi alterne.
Bruce Lee insegnò a Gene LeBell alcune cose del suo Jett Kun Doo e Gene LeBell invece lo aiutò con le prese.
Il ritratto caricaturale di Tarantino è oltraggioso solo per un super fan di Bruce Lee, non per un qualsiasi amante dei film di arti marziali, sebbene spesso chi ama il genere sia anche adulatore di Bruce Lee. Non nel mio caso…
sono andato a vedere il film solo ieri, dico la mia in palese ritardo ma vabbè: mi è piaciuto molto questo OUATIH, non aggiungo nulla perché avete detto tutto nei commenti che ho letto, tanti ma non tutti. Forse avremmo potuto capire al 100% la scelta artistica di Quentin se avesse girato un film sulla cinecittà degli anni 60/70, con i nostri personaggi del cuore. Che figata sarebbe vedere quel nostro mondo cinematografico con gli occhi magici e dotati di Quentin…ma Tarantino è americano, il suo mondo immaginifico era quella Hollywood, lui l’ha riportato in vita in maniera anche autoreferenziale e manieristica forse, ma con enorme sapienza e ironia. Dandoci come sempre una carezza con la tanta cinematografia italiana che ha messo dentro anche questa volta. Ti voglio bene Quentin, a prescindere.
PS ma in fatto di citazioni avete notato che il ritratto di Rick nel suo parcheggio è clamorosamente la faccia di Jack Nicholson in Shining nella scena della porta spaccata? forse qualcuno l ha già scritto…a me ha sfiziato parecchio :-D
ah, che goduria sto film…non mi divertivo cosi tanto col taranta dai tempi del primo killbill…non vedo l’ora di consumare il blu ray.
sulla questione lee..#teamshannon…mi spiace, ma ne esce proprio come un povero cojone bruce da sto film…
interessante come il 90% dei commenti sia una polemica (abbastanza inutile) su Bruce Lee e le arti marziali
dico inutile perché non mi sembra che il ruolo di Lee sia poi così rilevante nel film
allora anche sulla Tate e come viene rappresentata ci sarebbe da dire, visto che viene dipinta come un’oca totale e non credo davvero che lei lo fosse
per il resto il film è vero assomiglia alla messa in scena dei ricordi di un bambino e va bene così
mi ha ricordato molto mio nonno e la sua passione per i western che aveva visto da bambino, quel ricodo filtrato delle cose che abbiamo quando diventiamo adulti e in qualche modo l’infanzia diventa un territorio di “leggende”
se stesso (Leo al citofono con Margot che
Visto, colpevolmente, soltanto ieri. Ma nell’ultra violenza di Cliff dopo la sigaretta intinta nell’acido, non ci vedete una citazione a “Che fine ha fatto Totò Baby”?
Peccato per la scena del ranch, già citata nella rece, il dialogo finale col vecchio Dern ha rovinato tutto
Che articolo banale. Datte agli scacchi!
E’ un film calcista senza dubbio, non scherziamo.
Cavolo, la ratio, la mission del film è: “Adesso vi faccio vedere come sarebbe andata, se solo gli hippie di Manson, anziché uno sceneggiatore di Hollywood, due tizie a caso e Sharon Tate incintissima (“team cinema d’autore”), si fossero trovati di fronte uno stuntman veterano fatto di lsd, il suo pitbull, un attore americano di più-o-meno-b-movie e sua moglie italiana”.
Esiste qualcosa di più calcista?
Non ho capito un tubo di cos’è calcista?
Quanto al trattamento rifilato a Bruce Lee, ricordiamoci che quello nel film è il Tarantino-verse (quello delle Red apple, per dire). Ci sta che abbia voluto abbandonare la realtà, ed immaginarsi una “lezione di vita sul set”, per poi far vedere il buon Bruce che si allena con serietà ed attenzione persino in famiglia.
E’, in fondo, tanto la messa in scena quanto il metaforone della gavetta fatta (anche) come Cato, prima che Bruce Lee esplodesse in Asia.
Prendersela mi pare inutile e neanche troppo corretto; citare le biografie è follia, ne gira una (la più accreditata in Italia tralaltro) che dà come causa più probabile per la morte di Bruce Lee un’overdose da cannabis avvenuta per colpa di Steve Mc Queen. Essù.