Il pezzo di George Rohmer

Un irriconoscibile Joaquin Phoenix.
Partiamo dal concetto di exploitation. Si usa il termine per indicare quel cinema che nasce senza velleità artistiche e punta dritto alla pancia con scene di sesso e violenza. A me però piace usarlo in maniera un po’ più ampia per definire quei film che non hanno l’ambizione di sperimentare o infrangere barriere, ma che preferiscono adagiarsi su schemi ben collaudati e tematiche già utilizzate, e magari approfondite, da qualcun altro, semplicemente per raccontare una storia coinvolgente.
Se vogliamo, la maggior parte dei film di genere è questo. C’è l’apripista, il film fondamentale che inventa qualcosa e ha qualcosa di nuovo da dire, e poi ci sono tutti quelli che seguono. Le coda è fatta dal vorrei-ma-non-posso, l’eccellenza è rappresentata da quei film che magari non hanno niente da dire ma lo dicono benissimo.
Il problema di Joker – o meglio di Todd Phillips – è che è convinto di essere l’apripista e invece è l’eccellenza. Lo dico subito, a scanso di equivoci: Joker mi è piaciuto. È una bella esperienza viscerale che, nei fumetti, sarebbe una graphic novel d’autore esterna alla continuity, libera di raccontare quel cazzo che le pare e, per questo, memorabile. Penso che l’intenzione fosse proprio questa: realizzare uno one-shot, un Elseworlds libero dalle restrizioni degli universi condivisi.

Ma che è, una gara a chi ha la catchfrase migliore? La prossima la propongo io: “A smile will bury us”. Com’è?
In questo senso la missione è perfettamente compiuta. Joker è un bel noir sporco e cattivo, che pesca a piene mani, sia nell’estetica che nei temi, dal cinema della New Hollywood. Lo si è detto allo sfinimento, ma ovviamente i due riferimenti principali sono Re per una notte (con Robert De Niro che stavolta prende il posto di Jerry Lewis) e Taxi Driver. Non a caso, Phillips ha girato il film a New York: la sua Gotham City è la New York City lercia e fuori controllo di fine anni ’70 / primi ’80, con la criminalità che dilaga, i vicoli sudici e malfamati e gli edifici vecchi che stanno su per miracolo.
In quanto puro spettacolo, al netto di un finale frettoloso e un po’ deludente, Joker è di prim’ordine: dalla fotografia alle scenografie, dalle scene di violenza (quella in metropolitana è già un classico) all’interpretazione di Joaquin Phoenix, su cui chiaramente lui ha lavorato con la stessa serietà che si riserva oggi alla preparazione di un biopic a caso, o comunque di un ruolo “importante”, di quelli “da Oscar”, tutto si somma alla perfezione. È exploitation di serie A. Non dice un cazzo ma lo dice benissimo.
Il guaio è che Todd Phillips qualcosa invece lo vorrebbe anche dire. Ma appena apre bocca, tutto quello che esce è di una banalità micidiale. Il suo Joker è l’ennesimo matto che sbrocca perché la madre lo trattava male e la società lo tratta male e la gente fa schifo una volta qua erano tutti campi e ci si conosceva per nome adesso invece sono tutti maleducati. Con tutte le sue buone intenzioni di creare un nuovo villain scorsesiano memorabile, il film finisce solamente per confermare ancora una volta la dura legge del prequel: che se racconti troppo di un’icona, la svilisci.

“Bwaaaa, mamma mi picchiava e/o la società è una merda!!!”
Nei fumetti il Joker non ha una origin story ufficiale. Quella che ci va più vicino è The Killing Joke, ma la versione dei fatti di Alan Moore e Brian Bolland non è mai stata considerata canonica. Il passato del Joker è sempre stato mantenuto vago, perché lui stesso è un narratore inaffidabile. Questa cosa Christopher Nolan l’aveva capita, e infatti il Joker di Heath Ledger era un’entità senza passato, una forza anarchica che agiva per amore del caos, senza motivazioni concrete. Un po’ come Michael Myers.
Molto, ma molto più interessante il discorso che Todd Phillips fa sul populismo e su come esso sfrutti la rabbia sociale, incanalandola e fornendole simboli malsani, snaturandone infine anche le spinte positive. Qui Phillips ribalta uno dei concetti di Nolan, quello dell’uomo che deve farsi simbolo per fare del bene. Batman sceglie di diventare un simbolo, Joker lo diventa per caso, di una cosa che oltretutto non lo rappresenta e di cui non gli frega nulla. E usa quel potere per fare del male.
Se Phillips avesse puntato un pochino più su questo, invece di impantanarsi in un ritratto psicologico stravisto e totalmente prevedibile, forse quel capolavoro che sperava di fare lo avrebbe realizzato davvero.
E comunque: adesso datemi un Batman esattamente così, o qualcuno si farà male.
DVD-quote:
“In confronto Nolan era Joel Schumacher”
George Rohmer, i400Calci.com

“Joaquin, nella prossima scena sei triste. Fai tu, mi fido.”
Il pezzo di Nanni Cobretti
Che bello!
Tutto, dalle prime immagini all’odore sospettoso nell’aria alle interviste di Todd Phillips lasciava presagire che questo Joker potesse essere un’operazione concettualmente insulsa.
Meglio che non le consideriamo, le dichiarazioni di Todd Phillips, in generale, nessuna di esse, o si entra in un labirinto di sconforto da cui è impossibile uscirne con l’anima intatta.
Non entriamo neanche nella diatriba “è un cinecomic” “non è un cinecomic”: lo è e non lo è.
Lo è quando deve attirare una larga fanbase e incassare un sacco di soldi e/o quando i fans dei cinecomic vogliono sentirsi rispettati (pardon, “legittimati”), e non lo è quando deve vincere premi a festival importanti e/o persone che ci tengono a darsi un tono ne vogliono parlare senza vergognarsi.
Fine. È il cinecomic di Schrödinger.
Diciamo quindi direttamente che cos’è Joker.
È una origin story, ma non è una origin story… È insomma anche la origin story di Schrödinger– cioè aspettate, non nel senso che ci narra delle origini di Erwin Schrödinger e del suo famoso paradosso e in qualche modo contorto lo collega a Batman, ma nel senso di (madonna che fatica) origin story stessa come concetto, la è e non la è.
È una origin story se sai chi è Joker e conosci Gotham City, i personaggi che la popolano, la sua mitologia, il mondo di Batman creato da Bob Kane e portato avanti da svariati artisti in modi ancora più svariati.
Non si svolge invece per forza come origin story se per caso sei un marziano appena cascato sulla Terra che non ha mai sentito la parola “Batman” in vita sua, o un giurato di Venezia che rinnega Batman tre volte prima del canto del gallo.
È una storia perfettamente autoconclusiva per cui non serve davvero nessuna nozione precedente, e che cerca i motivi di interesse unicamente all’interno di se stessa.
Finisce anche con la scritta “The End” (è uno spoiler che finisce con la scritta “The End”?).

Mi è piaciuto, lo giuro!
Ma sì, fa anche silenziosamente il suo dovere, si collega a Batman in modo furbo e più che soddisfacente per chi (come me, non lo nego) cercava un senso in questa invasione dell’Universo DC che non sembrava indispensabile (e di fatto non la è), e contemporaneamente in un modo che tu, amico mio che anche solo a sentire la parola “graphic novel” non dico che ti agiti ma drizzi le orecchie pronto a scansarti, puoi tranquillamente far finta di non aver notato.
Questa parte, a livello di approccio, è innegabilmente interessante.
Dal punto di vista formale, è il passo che risolve gran parte dei problemi concettuali delle origin story e volendo dei prequel in genere, ovvero li rende capaci di reggersi in piedi da soli.
Dal punto di vista della sostanza ha già invece commentato George qua sopra: Joker è un film che usa come script il risultato della ricerca di Google “derelitto mentalmente instabile in rivolta template standard”, ci incastra il mondo di Batman, e per il resto dà le chiavi in mano a Joaquin Phoenix e lascia che i dettagli li aggiunga lui. Devo dire che qui sono effettivamente d’accordo con il CODACONS (con cui mi consulto sempre in materia di premi di cinema, anche per i Sylvester) e ammetto che per un film del genere aveva più senso dare la Coppa Volpi a Phoenix e lasciare che il Leone d’Oro andasse a qualcos’altro, che ne so, Unposted o quello che preferite voi.
Fa giustamente impressione, Joker, perché diretto con quel tipo di tono adulto che non vuole accompagnare i cinecomics per manina a un livello successivo alternando shock e compromessi (che ne so, alla Logan), ma si piazza direttamente là, fisso fra gli adoratori del Dio Scorsese a cui non interessano i parchi a tema, e se lo raggiungete bene altrimenti non gliene frega niente.
Più ci rifletto più dovrei essergli ideologicamente ostile.
Più ci rifletto e più mi pare il classico caso di film che viene sopravvalutato perché grazie a un trucchettino di marketing ti ipnotizza a paragonarlo a un genere considerato storicamente inferiore a quelli a cui in realtà chiaramente si ispira e aspira ad essere.
Non si chiamasse Joker, diremmo che è un volenteroso Taxi Driver per una notte del discount.
Si chiama Joker, ed è di colpo osannato come una pietra miliare, il cinecomic più mondiale che si sia mai visto da quella volta che ho mangiato due metri quadrati di pizza coi funghi, o da quella volta che Robert De Niro è venuto a casa mia a fare la cacca, o da quella volta che Christopher Nolan fece dire a Michael Caine “compriamo parte dell’elmetto in Singapore e parte in Cina per non destare sospetti” facendo esplodere le teste di milioni di batmaniacs investiti dal Realismo che per qualche ragione diventava di colpo il motivo migliore per giustificare la loro passione per gli uomini in calzamaglia. Il valore dello “sdoganamento” di Joker equivale a quegli interisti che dicono “avete visto??? Abbiamo giocato col Barcellona e abbiamo perso solo 2 a 1!!!”.

È piaciuto anche a te, fidati.
Ma la realtà è che Joaquin Phoenix è un attore gigantesco, e che ad ogni minuto si rimane incollati ad ogni suo singolo gesto, sfumatura, inflessione, e ci si diverte un mondo.
C’è poco da fare.
A volte mischi pericolosamente ingredienti buoni e cattivi e ti viene fuori un piatto soddisfacente lo stesso, o a volte butti dentro un sacco di ingredienti sbagliati ma anche uno talmente giusto che da solo si divora tutti gli altri e non ti accorgi quasi di niente.
Joker tiene perché Joaquin Phoenix ha carta bianca per costruirsi il personaggio come gli pare, ha carta bianca per lasciarti intuire sfumature che sul copione non ci sono, e se vuole ha carta bianca persino per tenere comparse chiuse e ammassate per ore in un vagone della metropolitana in attesa che lui entri nello stato d’animo giusto per girare la scena.
È uno showcase micidiale, come tanti attori sognano e che viene concesso a pochissimi, e che lui sfrutta al 100%.
E Todd Phillips – e qui si vede l’esperienza del regista di commedie – è il co-pilota perfetto, abbastanza intelligente da sapersi fare principalmente da parte, inquadrarlo stretto quando ride e/o piange, largo quando è la sua intera fisicità a rendere una scena magistrale (la sequenza all’ospedale coi bambini, l’interrogatorio di fronte al pronto soccorso) o, molto più spesso, a coprire i problemi. E sa quando può davvero intervenire, cercando continuamente sequenze iconiche o contribuendo al momento giusto con trovate rabbiose tipo inscenare gli omicidi in stile diretto e senza fronzoli, quasi snuff. Nel dubbio, “Joaquin, leva la maglietta e balla che t’abbiamo fatto dimagrire apposta, braccia in avanti e sporgi quelle scapole”.
Ma insomma, se Leone d’Oro doveva essere, dovevi ritirarlo tu, Joaquin.
Gran parte della sceneggiatura è i viaggi che ti sei fatto mentre preparavi il personaggio ed entravi in furioso e devastante method acting.
Gran parte della regia è quello che tu permetti a Todd Phillips di farci vedere.
Il film sei tu.

“Ho vinto il Leone d’Oro???”
DVD-quote:
“Certo, loro c’hanno Messi e Suarez e che ci vuoi fare, però anche Lautaro a un certo punto è andato vicino al raddoppio, eh?”
Nanni Cobretti, 90º minuto
Amerò Todd Phillips sempre per la scena in cui nonno viagra butta giù la statuetta dell’angelo con l’uccello su “Road Trip”
“James…. il tuo pisello!”
“Che devo fare?! Mica posso tagliarlo!”
Secondo me avete un po’ il complesso Marvel (di cui siete fans sfegatati) vs DC. Ho letto la vostra recensione super entusiasta su quella boiata che è Endgame. Mentre su questo film, più ragionato, più concreto, e ovviamente meglio recitato, critiche negative.
CIT:
“A volte mischi pericolosamente ingredienti buoni e cattivi e ti viene fuori un piatto soddisfacente lo stesso, o a volte butti dentro un sacco di ingredienti sbagliati ma anche uno talmente giusto che da solo si divora tutti gli altri e non ti accorgi quasi di niente”
Io credo che questa frase DIVINA del Boss Cobretti valga per OGNI film, compresi quelli stroncati qui.
Più o meno è come vedo la vita intera. Vorrei chiedergli quanto vuole per poterla usare in un libro e spacciarla per mia. Perché c’è qualcosa di geniale in quell’uomo e questa frase lo dimostra.
Paradossalmente, a volte sembra che loro per primi se lo dimentichino: e quindi mirano a film capaci di mantenerti attento. I film che richiedono che tu, attento e “apprezzante”, ci rimanga per partito preso (pena l’uscire, senza accorgertene, dal mindset giusto per capire l’anima del film), spesso (NON sempre) li “accusano” di vuotezza. Io non ho ancora visto questo film ma ho notato questo trend in altri film: sanno riconoscere i capolavori, sanno riconoscere le ciofeche, ma so film che se ci entri dentro li osanni e se ne resti fuori e li guardi e basta ti annoiano, con quelli tendono ad essere più severi. In fondo sono persone, con un DNA, hanno il compito di essere imparziali, ma non di essere robot
@Piero: il fatto è che capisco che non lo sembri perché ha ambizioni molto più alte, ma no, è effettivamente meno ragionato.
Cmq la foto iniziale non è Phoenix, ma è il joker della serie TV del 1966.cmq bell articolo
Giura.
Concordo fortemente con due punti: l’uso dei simboli di una massa che non c’entrano un tubo con la loro rivolta o comunque vengono fraintesi in tempo zero (molto strano che, nelle recensioni che ho letto in giro, non si citi abbastanza questo fattore, anche per il richiamo a Nolan che fa sempre traffico al sito e abbastanza evidente in un paio di inquadrature) e quello che chiamo “Effetto Bocelli”: prendi una cosa media di un contesto culturale più “alto”, mettila in un framework più popolano e il mondo urla al capolavoro.
Una domanda: a parte Joaquin (ti voglio bene pazzo scatenato che non sei altro), qualcuno si ricorda un altro membro del cast? Vengono completamente spazzati via, è incredibile quanto siano NON scritti i personaggi di contorno (tranne l’impiegato al manicomio, che speravo partisse con “it’s all about the paper, boi” a caso.
Quella cosa di Bocelli è la stessa che scrissi io ai tempi di Dark Knight Rises, giusto?
Esatto (che bello, una risposta dal Capo *.*), non ricordavo dove l’avessi già sentito onestamente. Per i più giovani l’effetto “Il Volo” :)
Tutto il gothic metal sinfonico con le cantanti mezzo-soprano funziona uguale; per non parlare di Apocalyptica / Two Cellos e tutto il giro di “cover rock con strumenti classici”. L’immagine originale di Nanni (“l’effetto Bocelli”) era geniale e granitica.
Vero! Non volevo rubarla eh, non mi ricordavo assolutamente dove l’avessi sentita ma ormai la uso normalmente
Il gothic mental sinfonico con le cantanti mezzo soprano fortunatamente non funziona più.
I Nightwish sono ridotti alla manica di falliti senza testicoli che ho sempre saputo sarebbero diventati, i nostrani Theatres des Vampires sono diventati una cagata definitiva, e fortunatamente altri non me ne vengono in mente.
Sul fatto di prendere “una cosa media di un contesto culturale più “alto”, mettila in un framework più popolano e il mondo urla al capolavoro” c’è dietro una spiegazione psicologica e sociologica.
Dentro ogni umano c’è il desiderio di lasciare a testamento all’universo ciò che abbiamo portato al livello più alto. Questa cosa è alla base tanto dell’ego quanto della riproduzione, e di mille altre cose sciocche o serie, ma che hanno la radice comune qui. Vogliamo che quello che facciamo duri in eterno non per vanagloria, ma perché è come se sentissimo che dobbiamo lasciare un dono, un testamento, un miglioramento. E per fare questo, CELEBRIAMO.
E niente merita celebrazione più di ciò che è elementare, perché va a costruire uno Zeitgeist in senso Nietzscheano, una versione seria di LaVey, una divinizzazione di ciò che già ci rende umani, e non di quello che abbiamo saputo vagamente immaginare (arte, politica, filosofia, religione ecc) perché ci siamo messi lì a farci le seghe al cervello.
Ciò che è primordiale, paura, violenza, libertà espressiva transcontestuale (che siccome consideriamo il contesto così sacro che arriviamo a considerare malsano disinteressarsene, e la chiamiamo “pazzia”, in realtà è semplicemente un manifesto spirituale, “ciò che vado a fare ha più diritto di essere fatto di quanto il fastidio che ne proverai ti dia il diritto a fermarmi”), e così via. Perché credete che il filmone con DiCaprio sia così glorioso? Perché è brutalmente e semplicemente umano. Badate non sto osannando la mediocrità né la spontaneità della superficialità/immaturità: parlo più di un ideale greco/egiziano di fare statue alte trenta metri ai nostri centri nevralgici primordiali. Perfino una partita a D&D tra due nerd brutti può diventare epica se girata in slo-mo e in bianco e nero. C’è gloria in tutto, va solo trovata. Quindi non è così impossibile che qualcuno dica “voglio fare un film di tre ore e quarantacinque minuti su una donna che ad un certo punto si gratta il culo in pubblico da sopra la gonna” e lasciare allo spettatore il compito/diritto di sfogare su quel gesto (e sulle tre ore di antefatto e i quarantacinque minuti di conclusione) tutto quello che possa avere da dire/pensare in proposito. Pensate al fatto che duemila anni fa i romani hanno giustiziato un terrorista. E pensate a tutto quello che miliardi di persone hanno sentito il bisogno di proiettarci sopra per venti secoli. Le cose elevate e ricercate sono boriose e ti danno già il punto di vista, quelle pure e primordiali sono carta bianca, per quello zoomare su di esse crea capolavori.
Alessandro: Il tuo è un metacommento. La tua tesi non può applicarsi al commento che la contiene, quindi quanto sostieni è tendenzialmente falso.
Sì che può: la coerenza c’è sia al livello pragmatico sia a livello di inerente ipertestualità, che resta comunque discreta e quantificabile.
Falsificazione per mancanza di coerenza interna, una forma di ad hominem, ma qui non è il caso, la mia analisi non solo tiene, ma dice la verità.
Scorsese con la frase sui film Marvel/Disney come parchi a tema ha fatto uscire pazza tantissima gente, grandissimo
Perché grandissimo?
E’ un commento del cavolo.
Io ho Trovato l’ultima tentazione di Cristo furbo, scontato e banale ad esempio
Sulla diatriba Scorsese/Marvel cito Kurt Busiek:
“I like Marvel movies, but I have no gripe with anyone who doesn’t. I don’t need everyone to share my tastes — I’d rather have people out there passionate about making lots of different kinds of stuff, so I can have a wide range of choice.”
@LAnnoScorsoAValVerde
difatti Busiek è correttissimo.
Scorsese che va in giro a dire che sono una cagata e non sono cinema no.
beh se uno ha un’idea diversa dalla tua non deve chiedere la tua approvazione per esprimerla mi sembra…a parte questo…cioé fammi capire uno vive respira e parla di cinema da una vita e non può neanche dire cosa lo é o non lo è per lui se glielo chiedono? e se avesse detto invece che sono il massimo, il meglio che il mondo della cinematografia abbia mai offerto come avresti reagito? io gli avrei dato del vecchio rincoglionito…
Ma infatti quel che pensa Scorsese lo può dire tranquillamente.
Ed io sono liberissimo di pensare che quando qualcuno vuole appiccicare un’etichetta a qualcosa solo quando lo decide lui sbaglia. Anche se si chiama Scorsese.
Ho letto “graphic novel” e “cinecomic” nello stesso articolo, ed il mondo non è esploso.
Forse.
regà, ma una parola sulla fotografia? sulla colonna sonora di Guðnadóttir (e la bella scelta di grandi canzoni a raccordo dei momenti topici)? su de niro che fa il primo film dignitoso dai tempi di ronin?
niente, mi sa che stavate al mare quando a venezia si è preso 8 minuti di applausi
Piccola premessa: qualche giorno fa, su Twitter, mi ritrovo un’immagine proveniente da un gioco televisivo, dove la parola da indovinare, che era “graphic novel”, era descritta come “il moderno genere narrativo che coniuga il romanzo al fumetto”.
Una definizione che non sta nè in cielo nè in terra, e che eppure è usata per dare al formato graphic novel un’aura più “alta” e “nobile” rispetto a quella “robetta per plebaglia” che è il fumetto seriale. Che poi è praticamente il nocciolo dell’operazione di marketing dietro Joker: altro che i pigiamini! Questo è il film per adulti con roba per adulti!
Marketing ulteriormente pompato dalle polemiche oltreoceano e dalle dichiarazioni di Phillips (no Todd, la gente non apprezza Road Trip e i vari Una Notte da Leoni perchè c’è la “dittatura del politicamente corretto”, non li apprezza semplicemente perchè sono film brutti, fattene una ragione)… ma poi dietro che c’è? Io ho visto un film molto solido, con un attore protagonista bravissimo e sicuramente il miglior cinecomic dell’anno. Ma capolavoro non è, perchè come hanno già fatto notare altri si rifiuta di muoversi dai binari stabiliti dai film a cui si ispira. Insomma: Phoenix promosso a pieni voti, Phillips con riserva.
Ps. il miglior Joker di tutti i tempi rimane Mark Hamill.
Piccola segnalazione: non volevo postare come commento ad Anonimo: se qualcuno può cancellare i messaggi…
Solo stima se hai scritto da te Guðnadóttir e non hai fatto copia/incolla (come ho fatto io dal tuo commento)
Joker non sarà un capolavoro e sono d’accordo, ma i vari “Una notte da leoni” non sono male, dai
Phoenix ha già vinto a cannes il premio per solitario coi traumi che sbrocca e mamma pesante in ´you were never really here´ magari il secondo premio a distanza di due anni per lo stesso personaggio non era il caso
Che film meraviglioso… Meglio del libro!
Io gia’ ce l’ho sulle balle.
Quando diventano “autoriali” e la kultura li premia i film sono banali.
Joker che e’ cattivo perché papa’ lo picchiava e la societa’ lo rifiuta. Sai che novita’.
“Gotham merita di meglio” (semicit.)
Grazie Heath rimango con te.
E perché no invece? No vorremmo tutti (o almeno chi è stato seriamente abusato) smettere di considerarlo un evento causato dal fatto che “così è la vita, possiamo essere migliori di loro quindi perché non farlo?” e prendere una bomba atomica (o un migliaio) e sterminare l’umanità?
Mi ricordo il Robin (l’unico etero) di Dark Knight Rises: “All’inizio capiscono la rabbia di quel bambino. Poi il bambino cresce, e loro non capiscono più, e vogliono che il bambino, ora adulto, faccia una cosa che non può fare: andare avanti”
Batman e Robin si sfogano sui criminali ma su chi si sfogherebbero se i criminali finissero? Finirebbero come il grandissimo Batman della prima metà del film: stanco e ubriacone e distratto (e garantito, se non c’era Selina a dargli una rampa positiva verso una nuova vita, diventava the Batman that laughs, e io stavo lì col cazzo in mano in attesa perché un film sul Batman che ride sarebbe APOTEOSI). Joker ha solo scelto di essere meno ipocrita.
Rimani, dunque, con un personaggio interpretato bene ma che non ha un cazzo da dire se non le solite poracciate alla Dragon Ball tipo “voglio conquistare l’universo perché serve il caos per l’equilibrio”. Bella pe’ te
No dai non è così essiccato. Senti, scemo non sei proprio per nulla, si percepisce da come scrivi, quindi mi interessa tantissimo capire cosa intendi, cerca di spiegarmi un po’ meglio il tuo punto di vista.
Perche’ il punto e’ che se togli una buona interpretazione di Phoenix e i capelli verdi hai il solito film col tizio che poverino e’ malato di mente e la societa’ in fondo e’ cattiva e quindi lui diventa Joker che in fondo non e’ che il riflesso della societa’ cattiva e tutto si tiene
Il Joker di Ledger somma alla sua grande interpretazione una complessita’ di relazione col suo antagonista che questo film col matto se la scorda, altro che poracciate.
Questo con chi si relaziona ? Dove stanno i personaggi ? Ci sono altri personaggi ? A m e sembrano non pervenuti.
E’ il film giusto per i tredicenni che si racconteranno le scene “forti” e per chi di questa roba non mastica e va a vederla solo perche’ sdoganata dalla kultura o perche’ va a a vedersi le nefandezze del matto semigiustificate dal suo passato “di sofferenza”
Storia : vista
Personaggi : nulli
Finale : minkioso
E della fotografia me ne frega il giusto senza questa roba qui. Altrimetti rimetto la corazzata Potemkin
Noia, noia e ancora noia.
Impacchettata di lusso. Ma noia.
Batman e’ un personaggio (con tutti i limiti di un contesto filmico “di genere” invece che autoriale) infinitamente superiore e piu’ complesso.
Allego recensione fatto quotidiano di attrice “emozionatissima” per verifica parola per parola
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/10/07/questo-joker-e-figlio-di-una-societa-malata-che-lo-corrode-ed-e-disperatamente-umano/5501866/
Ok. Chiarissimo. Spero che il mio carattere faccia la magia ancora una volta (per motivi misteriosi, il cinema mi piace sempre a meno che non sia proprio brutto)
Alessandro mi sembra che abbia centrato il punto. Soprattutto in relazione alle reazioni dei tredicenni e di chi questa roba non la mastica per niente (che potrà dire finalmente sono andato a vedere un film tratto da un fumetto popolare che non siano i bruttoni cattivoni mainstream film Marvel).
Idem l’idea che comunque per essere efficace serve una controparte e qui non c’è, non c’è antagonista, non c’è niente a parte Phoenix.
Personalmente, pur concordando col fatto che questo Joker sia un film (e un personaggio) più semplice, più dritto rispetto a quello di Nolan, lo trovo anche decisamente più coerente con se stesso e sicuramente più interessante. Anche in relazione alla sua nemesi (che c’è, è praticamente il resto del mondo).
Parliamoci chiaro, al di là della figaggine dovuta totalmente alla bravura di Ledger e al suo truccatore, per me il suo Joker è un personaggio del cazzo. Un bombarolo anarchico che predica il caos, ma allo stesso tempo un borghese annoiato che un giorno chissà perché ha deciso di rompere le palle agli altri. Altro che un cane che insegue le macchine, questo è uno che non ha una ceppa da fare e si mette ad architettare piani ingegnosissimi (il caos cit.) basati sulle reazioni altrui che lui prevede con eccezionale precisione (sempre il caos cit.). E non è un folle, tutt’altro, è lucidissimo. Non fa mai ridere e non ride mai (che poi sarebbe la base di un personaggio chiamato Joker che va in giro truccato da clown, ma vabbè… è pur sempre di Nolan che parliamo), è una minaccia solo in quanto detentore di una minima scintilla vitale e di un grammo di intelligenza in un film fatto di personaggi di cartone, tonti come baccalà. Voglio dire, questo lo prendono, lo fanno gonfiare di botte da Batman, e poi lo lasciano lì praticamente incustodito, controllato da una sola guardia in tutto il commissariato, tra l’altro prossima alla pensione e in evidente sovrappeso. E va bene.
Questo Joker di Phillips, sicuramente più volto a piacere ai critici e a smarcarsi dalle logiche dei cinefumetti, è meno ambizioso a livello di scrittura… e per me il personaggio ne giova. Pesca da due riferimenti molto intelligenti, Re per una notte e Taxi Driver, crea un mix dei due protagonisti, gli dà una malattia mentale che spiega in modo plausibile l’eccesso di risa, e poi dà una spintarella al personaggio, e il film penso si sia scritto quasi da solo, andava solo gestito. E per me Phillips lo gestisce molto dignitosamente.
Il Joker/Phoenix è uno che quantomeno ha dei motivi più validi della noia per diventare quello che diventa. E il suo fregarsene del contesto in cui si trova, cercare solo una rivalsa personale, suona sicuramente meno idiota del cercare di far trionfare il caos perché il caos è equo (ma dove? Ma chi l’ha detto?). E’ la storia, forse banale, certo, di un matto, un matto dal punto di vista patologico, a cui mettono in mano una pistola, e che si rende conto che forse può farla finita di compiacere gli altri e cercare di essere normale, fa pace con se stesso e decide di togliersi qualche sassolino dalle scarpe di dieci misure più grandi, perché non ha nulla da perdere, ma ha molto da reclamare. E’ più semplice e più egoistico, ma per me funziona meglio.
Bisogna pure penderli per quello che sono, sti film. Sinceramente mi sono divertito molto di più con questo, che cita e riadatta dell’ottimo materiale di partenza (e mi riferisco a Scorsese, non al fumetto) piegandolo alle esigenze di cassa, piuttosto che col polpettone pretenzioso coi personaggi idioti di Nolan.
Applausi
82 minuti di applausi al post di cicciput
@cicciput
detto che ognuno guarda e si fa piacere quel che vuole cito>
“E’ la storia, forse banale, certo, di un matto, un matto dal punto di vista patologico, a cui mettono in mano una pistola, e che si rende conto che forse può farla finita di compiacere gli altri e cercare di essere normale, fa pace con se stesso e decide di togliersi qualche sassolino dalle scarpe di dieci misure più grandi, perché non ha nulla da perdere, ma ha molto da reclamare”
La parola chiave è B-A-N-A-L-E
Lo dici tu non io.
Quindi come detto
storia: banale
personaggi: non pervenuti
finale: demenziale/copiato/banale
aggravante 1: leone d’oro a Venezia
aggravante 2(terribile): fa di Joker un poveraccio frustrato
aggiungo che confrontare un prodotto commerciale di genere con un prodotto che vorrebbe essere “alto” è come confrontare mele e cannoli
I prodotti alti si confrontano con prodotti alti. Quindi se devo fare lo sforzo guardo Taxi Driver o Un borghese piccolo piccolo.
e, concludo,
Joker non ha MAI fatto ridere
non è vestito da Clown per quello
Banale per me non significa necessariamente brutto, insignificante o più generalmente negativo. Per come la vedo io, esistono un tot di strutture fondamentali che vengono declinate e adattate in modi diversi, ma mantenendo comunque una base comune. Questo Joker a mio parere è giustamente lineare, perché il focus del film non è sulla trama ma sul personaggio, che vediamo letteralmente nel 100% delle scene e che di fatto è il film. Anche il sottotesto politico, come ho scritto un po’ più giù nei commenti, è sicuramente paraculo e finalizzato a portare l’empatia dello spettatore dalla parte del protagonista. Ripeto, non è necessariamente un male per me. Una trama più complessa avrebbe appesantito un film già di per sé non proprio leggerissimo come tono, e avrebbe inevitabilmente tolto spazio e peso al protagonista (e all’attore che lo interpreta), che è di sicuro la parte migliore.
Tra l’altro non concordo per niente sul Joker che non ha mai fatto ridere, io continuo (anche dopo questo film) a ritenere come mie incarnazioni preferite del personaggio quella di Nicholson e quella della serie animata, che erano divertenti (tra l’altro parlando dei film di Burton, funzionano benissimo anche con trame ben più banali del film in questione).
Io penso che i film si differenzino più per come raccontano che per cosa raccontano. E questo joker mi ha convinto su questo piano. Nulla di clamoroso, ma l’ho trovato solido, senza fronzoli inutili, proprio nella sua semplicità e banalità. Non è un capolavoro, è un ottimo film, lo è all’80% almeno grazie a Phoenix, ma credo che più o meno fosse quella l’intenzione fin dall’inizio.
Cicciput uber alles.
La mia sintesi da bravo nerd con un passato fumettistico è:
Joker : cinecomics = the killing joke : comics
Inteso soprattutto come due opere che da un punto di vista qualitativo e autoriale sono anni luce avanti alla media/mediocrità del resto del panomarama di settore.
Ma se il paragone si allarga all’universo di riferimento (lettura/cinema), tutte e due, pur restando ottime opere, ne escono un minimo ridemensionate.
(continua)
(segue)
anche se l’origine del/di joker nelle due opere è quasi agli antipodi.
la tesi che spinge moore (e il suo joker) è che un qualunque mario rossi può diventare un joker se subisce una dose sufficiente di schiaffi in faccia e calci nelle palle dalla vita.
la tesi che spinge philips (e hollywood) è che serve aggiungere a schiaffi e calci una sana malattia di partenza.
la prima sarebbe stata troppo destabilizzante già per i comics (e l’ammeriga) fine 80s (tanto che c’è gordon a smentirla), figurate per l’hollywood (e l’ammeriga) di fine anni 10s.
Regaz, mi spiace ma ‘sta volta a tratti siete stati un po’ superficiali nel recensire. Questo è un film fondamentale per i tempi in cui viviamo, proprio perché parla di cosa succederebbe (e negli USA è già successo più volte) se uno che è stato preso a calci in culo per tutta la vita da una società di merda a un certo punto sbrocca male. Di chi è davvero la colpa? Chi ha davvero premuto il grilletto? Faccio che vi linko direttamente le parole di Michael Moore in merito, chè ha centrato in pieno la questione:
https://www.facebook.com/24674986856/posts/10156278766436857/
Sai che non sono d’accordissimo? Da una parte di film dalla trama simile ne escono di continuo, dall’altra quel tipo di figura nell’attualità ha sfoghi su scala ben più larga di quelli che ci vengono mostrati. Qui Joker la tiene sullo strettamente personale, e il resto sono effetti collaterali fuori dal suo controllo. È proprio una roba tipica anni ‘70 invece.
Il tentativo di appropriarsi di un film che la stampa i critici e i media di “sinistra” (le virgolette non sono li per caso) hanno cercato di fermare bloccare cancellare in ogni modo.
Moore non ha detto una parola quando Todd ha protestato per il trattamento che il film stava subendo, non ha detto una parola quando si è parlato di film pericoloso che istigava gli incel e l’emulazione di terroristi stragisti maschi-bianchi-eterosessuali ben sottolineato, nessuna parola quando alla Premiere la stampa-critici è stata tenuta fuori dalla proiezione, nessuna parola quando alle accuse di istigazione all’odio la WB ha dovuto difendere il film.
Fino ad allora non ho sentito una mezza parola dal sig Moore, solo isteria dei media e critici svegliati che ti spiegavano le buone ragioni per cui questo film reazionario e fascista non andava visto.
Ma ora, a incassi record arrivati ecco che si questo film va visto e che accidenti, è proprio quello che volevamo dire noi.
Ma serio? Ho smesso di frequentare i siti (tranne ogni tanto questo) quindi non ne sapevo nulla, ma quella che descrivi è una roba peggio della rivolta degli arrabbiati con le facce da clown… Film che istiga al terrorismo?????
Mi interessa invece il primo commento: veramente è diffusa la percezione che il protagonista del film sia uno che sbrocca perché ha preso calci in culo tutta la vita? Lo chiedo perché io ho avuto la netta impressione che quello fosse solo il pretesto sbattuto in faccia allo spettatore…
@Loki
oddio moore non è in cima alla lista delle mie persone più simpatiche, ma può anche essere che non abbia detto una parola.. finchè non ha visto il film.
la prima cosa che scrive è effettivamente ”ieri sera sono andato a vedere joker”, quindi che glie fregava e che ne sapeva prima di vederlo?
Piccola premessa: qualche giorno fa, su Twitter, mi ritrovo un’immagine proveniente da un gioco televisivo, dove la parola da indovinare, che era “graphic novel”, era descritta come “il moderno genere narrativo che coniuga il romanzo al fumetto”.
Una definizione che non sta nè in cielo nè in terra, e che eppure è usata per dare al formato graphic novel un’aura più “alta” e “nobile” rispetto a quella “robetta per plebaglia” che è il fumetto seriale. Che poi è praticamente il nocciolo dell’operazione di marketing dietro Joker: altro che i pigiamini! Questo è il film per adulti con roba per adulti!
Marketing ulteriormente pompato dalle polemiche oltreoceano e dalle dichiarazioni di Phillips (no Todd, la gente non apprezza Road Trip e i vari Una Notte da Leoni perchè c’è la “dittatura del politicamente corretto”, non li apprezza semplicemente perchè sono film brutti, fattene una ragione)… ma poi dietro che c’è? Io ho visto un film molto solido, con un attore protagonista bravissimo e sicuramente il miglior cinecomic dell’anno. Ma capolavoro non è, perchè come hanno già fatto notare altri si rifiuta di muoversi dai binari stabiliti dai film a cui si ispira. Insomma: Phoenix promosso a pieni voti, Phillips con riserva.
Ps. il miglior Joker di tutti i tempi rimane Mark Hamill.
Un macigno nello stomaco.
Ma sia chiaro, in senso positivo.
Phoenix perfetto, de Niro ottimo, zazie beetz deliziosa.
Storia scontata, e forse implausibile e sicuramente inutile …ma interessa sul serio sempre la storia in un film?!?
Se è un film thailandese”calciabile” sul recupero di una statuetta di elefante no
Se è un film con ambizioni da “SERIE A” (whatever it means) e va a vincere l’orso a Venezia per me SI
Aspetta Alucab, credo che Anna volesse dire che la potenza dell’esperienza non è vincolata alla trama. Pensa ai più bei quadri, o le più incredibili statue, o una cosa a tre con la tua fidanzata e una giovincella porcella, o sopravvivere ad un incidente ferroviario. Nessuna di queste cose ha una trama, ma caspita se emozionano. Se “L’Arte imita la Vita”, credo che possa funzionare… ma solo per dire, mi piacciono i tuoi commenti finora, quindi zero intenzioni di mancarti di rispetto.
Personalmente rispetto moltissimo l’arte anche se quella che si basa su presupposti “esperienziali” mi mette in difficoltà(ad esempio la musica) .
Qui quello che mi mette in difficoltà è la mancanza di coerenza tra alcuni pezzi del puzzle ed altri e,soprattutto, la pretesa di volare alto.
Vuoi volare alto ? Allora una storia sciatta è un peccato capitale e mi disturba. In questo caso specifico ci vedo tutta una serie di “temi” inseriti col bilancino e misurati con cura non so se ad uso marketing o perchè sono banali i cervelli di chi lo ha sceneggiato.
Ma l’effetto netto per me è che non sospendo l’incredulità e vedo il fondo di cartone
Mio limite sicuramente
Ho capito al 400% e ti dirò, ammettendo in assoluta umiltà di non aver ancora visto questo film, persone che rispetto hanno definito il film come uno “zoom” su Joker, che è un modo carino per dire che il resto è semi-trascurato, ma non in senso ipocrita, cioè che lo sai tu, lo sanno loro, lo sanno tutti, lo so io e lo sa chi l’ha fatto, nel frattempo godiamoci un film su Joker che è un film su Joker solo perché ti ha detto di esserlo (ma riesce ad essere sufficiente). Sarò sincero, ho scritto commenti simili più giù e in fondo alla pagine ho fatto una citazione da un albo a fumetti circa il personaggio, a me come personaggio intrippa e credo che basti lui a distrarmi dal fondo di cartone.
Poi c’è una cosa extra; devo ammettere che nei miei 5 film preferiti, la trama è solo una scusa:
1) V per Vendetta
2) Blade Runner
3) Apocalypse Now
4) 300
5) Giona che visse nella balena
a cui si aggiungono in ordine sparso l’Esorcista, l’Esorcismo di Emily Rose (non sono cristiano ma è toccante da MORIRE), e due capolavori drammatici tristissimi di Tinto Brass quando faceva i film anarchici (prima dell’eros), Snack Bar Budapest e il mostruosamente glorioso Salon Kitty (“il cuore di un uomo appartiene all’Amore, non al Fuhrer”), poi C’era una volta il West, Tombstone, Nosferatu, Amistad, e metà dei film di Guerra da Duella nell’Atlantico a La sottile linea rossa, tutti hanno trame semplici.
Io adoro le cose labirintiche e cervellotiche, ma se avessi un figlio, non gli darei i giochini dell’iPhone rischiando che lo getti a terra solo perché così sta buono e perché lo fanno tutti: i capricci con me non attaccano. E spesso, tendo a pensare che il cervello sia solo un bambino che vuole le cose a modo proprio, e che non sa accettare che la vita non abbia nessun segreto, a parte la “toccantezza” intrinseca dell’esistere (ancor più, dell’esistere in modo epico, drammatico, toccante). Bada non sono ateo, pratico l’Occulto da tutta la vita: ma ogni entità che ho incontrato, è un cugino, non un padre, è un individuo più avanti di noi sul cammino, uno zio birbante che ne sa più di noi, ma nessun “maestro”, nessuna verità assoluta, a parte evolvere, gioire, soffrire (che sono già più che abbastanza verità assolute). Quindi io personalmente la trama me gusta :-) ma anche no :-))))
Grazie del bellissimo scambio
Dire che “Nei fumetti il Joker non ha una origin story ufficiale. Quella che ci va più vicino è The Killing Joke, ma la versione dei fatti di Alan Moore e Brian Bolland non è mai stata considerata canonica” è sbagliato, in quanto proprio in quel capolavoro
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Joker gambizza la figlia di Gordon (Batgirl) che da quel momento in poi passerà la vita sulla sedia a rotelle (diventando Oracle) anche nei fumetti “canonici.
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Comunque trattasi di filmone, proprio tenuto conto dei tempi in cui viviamo (concordo al 150% con quanto detto da Michael Moore)
Forse la redazione dei 400calci preferisce le due pellicole del Joel Schumacher che sono innocue e non perdono mai occasione di dire “siamo solo un fumettone, tranquilli, non abbiamo alcuna pretesa intellettuale!!!1!!!1!” ?
Ni, perchè mi pare sia lo stesso Joker a dire “oggi me la ricordo così, domani potrei raccontartela in modo diverso”, quindi è più complessa, come è complessa la canonizzazione di TKJ nel mondo Batman (poi, di quale universo che l’hanno riavviato 17 volta da stamattina alle 10?). Perchè, in caso, bisognerebbe prendere in considerazione la teoria del Joker ammazzato da Batman nel finale e non ne usciamo più
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beh però la Gordon è paralizzata in tutti i fumetti da the killing joke in poi, dunque DEVE essere canonico, almeno su quell’aspetto
sull’origine di joker fatta da alan moore e sul fatto che quest’ultimo lasci intendere che potrebbe essere tutta una sua invenzione, concordo… potrebbe essere una delle mille cazzate che il pagliaccio racconta
…ma alla fine di the killing joke pensi davvero che batman lo uccida? non sono d’accordo su questa interpretazione
molti lo pensano ma sarebbe una contraddizione gigantesca col personaggio e col punto del (devastato) commissario gordon che reclama di fermare joker “by the book”
Discorso Barbara Gordon: nei fumetti Babs diventa Oracle non tanto in ossequio a Killing Joke ma come reazione a quest’ultimo: Jon Ostrander, lo sceneggiatore di Suicide Squad, e la moglie, sua editor, non apprezzarono per niente il trattamento riservato al personaggio, che dopo Killing Joke doveva essere “pensionato” (rimane famigerata ancora oggi la risposta che l’editor diede ad Alan Moore quando chiese se poteva renderla paralizzata: “cripple the bitch.”), e Oracle diventa il modo per riportarla alla ribalta.
Poi nel 2011 dopo il rilancio di New 52 Barbara riacquista l’uso delle gambe e torna a diventare Batgirl.
Sulla questione “Batman uccide il Joker” anche per me è un no. Per me, più semplicemente lo mette KO per poi riportarlo ad Arkham; poi ci sarebbe anche il particolare delle vignette identiche all’inizio e alla fine, come se la lotta tra i due sia un eterno loop.
Non lo onestamente, ma è una teoria durissima a morire, pure Grant Morrison ci crede: https://screenrant.com/the-killing-joke-batman-killed-joker-grant-morrison/
@ LAnnoScorsoAValVerde
grazie per le info, adesso ho una idea più chiara di come si contestualizza l’opera
@ Lucas Leivatiotispacco
anche io avevo letto questa posizione di Morrison, ma continuo a pensare che se lo avesse davvero ucciso alla fine, non avrebbe molto senso … lo rileggerò stasera con calma, per rivalutare la mia posizione
Ribadisco gran film secondo me, e lo si vede sin dall’azzeccatissima scelta del trio Cullen/Whigham/Fleshler, grandissimi caratteristi
Io ho letto The Killing Joke parecchi anni fa, e non ho MAI pensato in tutto questo tempo che Batman uccidesse Joker. Anzi, ho sempre dato per scontato che la risata finale insieme presupponesse proprio il riconoscimento anche da parte di Batman del fatto che i due in realtà sono pazzi entrambi e solo per un pochina di forza di volontà in più di Wyane costui sia passato al lato chiaro e l’altro al lato oscuro. Ma sinceramente condivido chi dice che se alla fine ci fosse l’uccisione non avrebbe molto senso tutto il resto
data l’accoglienza di un certo tipo di pubblico (per intenderci quello che appena tornato a casa posta le frasi “cult” dei film che ha appena visto oppure le opinioni dei sociologi 2.0 di turno sul film pazzeschissimo per come inquadra la società di oggi crudelissima ecc) ho come il presentimento che tra due mesi si saran dimenticati tutti di questo film…costa tanto dire che è una furbata come tante?(qua almeno se è il caso lo dite senza paranoie) anche se magari recitata da Oscar per carità…(mi ricorda qualche anno fa quando uscì “I figli degli uomini”.. film carino che qua e là era stato caricato di una portata che non poteva reggere in quanto mezza cagata finita nel dimenticatoio in meno di un mese). Se il regista di una notte da leoni (commedia carina ma 2 e 3 anche no) vuol fare il jocker autoriale per gli under 25 ben venga basta trattarlo per quel che è…
p.s. a Scorsese facciamogli una statua che ha ancora la dignità di dire quel che pensa
Concordo
Pensa che invece secondo me I figli degli uomini è più rilevante adesso di quando uscì. Nel 2006 venne inquadrato (comprensibilmente) tra quei film che criticavano la deriva securitaria post-11 settembre. Oggi invece, dopo l’ISIS, la Brexit, Trump e l’Amazzonia in fiamme, vedere un film su un mondo in profonda crisi economica e ambientale, incapace di immaginare un futuro, dove i confini sono blindati e i migranti sono rinchiusi in gabbia fa tutto un altro effetto.
Certo, non è il primo film a trattare queste tematiche, ma Phillips non ha mai nascosto di essersi ispirato a un certo tipo di cinema, anzi. Diciamo che ha avuto l’abilità di unire l’utile al dilettevole, e che è stato favorito dal nostro momento storico. Un personaggio come Joker si presta benissimo a certe riflessioni in ogni epoca, e credo che sia anche questo ciò che ci affascina di lui ancora oggi.
Questa era la mia risposta a quella di Nanni, non so perché mi è venuta postata più giù…
Un macigno nello stomaco.
Ma sia chiaro, in senso positivo.
Phoenix perfetto, de Niro ottimo, zazie beetz deliziosa.
Storia scontata, e forse implausibile e sicuramente inutile …ma interessa sul serio sempre la storia in un film?!?
Film enorme ma che non sa dove deve andare a parare e quindi sceglie la strada che più paracula non si può
****SPOILER****
ci mancava solo la voce del narratore che chiudeva dicendo “e questo, bambini, è come nacque Batman”, anche se qualcuno potrebbe dire che si tratta di un magistrale gioco di specchi per cui ti hanno tenuto 2 ore a guardare un film per andare a sbattere sull’origin story della nemesi del protagonista, che scherzone!
****SPOILER****
A parziale discolpa degli sceneggiatori, arrivato agli ultimi 20′ non avevo una mezza idea di come uscire in maniera “compiuta” da quel bordello di guerriglia urbana.
Non condivido invece la banalizzazione che Nanni fa del profilo del pazzo pazzerello: già solo il disturbo da cui è affetto (immagino voglia essere metaforone grande come una casa) aggiunge badilate di grottesco al personaggio, per non parlare dell’articolo di 10.000 parole che qualcuno sicuramente pubblicherà su Joker e il rapporto col padre. Occhio anche a non vedere vicinanze dove non esitono: la tesi di Killin Joke era “All it takes is one bad day to reduce the sanest man alive to lunacy. That’s how far the world is from where I am. Just one bad day”. Questo qui è un malato che arriva ad accettare il proprio disturbo mentale “I used to think my life was a tragedy. But now I realize, it’s a comedy”.
Concordo invece su una cosa, se i premi sono dovuti all’evidente dito medio fatto alle calzamaglie sbrilluccicanti di casa Marvel hanno sbagliato a consegnarli; il film merita in sé, che poi film di miglior fattura passino sotto silenzio credo sia inutile farlo notare, la carica iconica del personaggio giustifica l’attenzione enorme che si è attirato.
BADILATE DI SPOILER
No, solo un cieco lo considererebbe una origin story di Batman. Tu interpreti un momento perché ne conosci la mitologia, ma la parte interessante è che quella scena, nell’economia del film, ti dà unicamente un finale a Thomas Wayne. Del bambino non sei assolutamente tenuto a sapere nulla, non è un personaggio, non servisse proprio fisicamente a fare un aggancio furbo non sarebbe nemmeno lì.
Su quel passaggio di Joker invece sono d’accordo, la origin story della sua consapevolezza – e della sua risata – è la cosa migliore.
beh oddio manco in c’era una volta ad hollywood sei tenuto a conoscere la vera storia degli omicidi della manson family, ma se li conosci tutto assume un altro peso. qua uguale. anche io l’ho letta come un’ottima origin story di joker ma al contempo una origin story di batman coi controcazzi.
Mmm, diverso. Là ti dà tutto un altro senso al finale ed è potentissimo, qua è poco più di un easter egg.
Molto d’accordo con le vostre impeccabili notazioni, devo dire che mi sarei aspettato di più, pertanto evidenzierò solo quello che non mi è piaciuto:
SPOILER*SPOILER*SPOILER
– i dialoghi e l’interazione con l’assistente sociale: speravo in un espediente volto a fare emergere la complessità del personaggio, alla Watchmen, mi è parso un riempitivo strumentale e senza colore;
– Run Joker, run! Phoenix ha una corsa così iconica che, giustamente, hanno pensato bene di metterla in evidenza, ancora e ancora… e ancora, anche quando non serve (mi riferisco all’ultima fuga, quando la conversione doveva essere già avvenuta);
– La conversione, appunto, da mite e sommesso pagliaccio, a imprevedibile latore di caos, passando per la impossibilità del riscatto: io l’ho trovato molto incolore;
– La resa tra ciò che è reale e ciò che è immaginario: e sì che di illustri riferimenti cui attingere, da Shutter Island a Vanilla Sky, ce ne sono;
– Tutto il dialogo finale: una occasione persa di rendere onore al Villain emblema della follia, sacrificata sull’altare della critica sociale spicciola;
– La questione Thomas Wayne: è voluta la sensazione di incertezza che si lascia dietro, o sono solo io ad essere rimasto appeso con la sensazione che abbiano tirato via per passare ad altro?
– La chiusura: ok la retorica del simbolo suo malgrado, ma, seppur visivamente valida, a livello narrativo mi è sembrata piuttosto grossolana.
Sorry Ma, forgot to take the meds
Falling Down II – The clown
(tra l’altro di J.Schumacher..una coincidenza?!)
Rimanendo in polemica con il CODACONS, molto meglio il Joker/Zingaro di Marinelli in Lo Chiamavano Jeeg Robot.
Capo, perdonami per il mio cuore tenero ma io ho pure empatizzato col personaggio e la sua sfiga apocalittica. Avendo davanti agli occhi persone disagiate e homeless tutti i giorni, mi ha fatto pena.
Joaquin Phoenix è gigantesco qui (direi quasi inarrivabile, ma Marinelli in Lo Chiamavano Jeeg Robot D’acciaio é stato altrettanto notevole). Fotografia iconica. Credo sia già un classico.
Phoenix è mostruoso, si mangia qualsiasi film in cui appare, ma già lo sapevamo.
Il mio problema è sulla scrittura del suo personaggio: manca del tutto quella follia creativa applicata all’omicidio che fa di un tizio vestito da pagliaccio il Joker. Arthur vuole un pubblico per essere amato e accettato, per quanto contorto ha un movente e una ragione per avercela con il mondo.
Ma al Joker non è mai servito un movente: nelle sue incarnazioni migliori è emanazione diretta del caos. Una scheggia incontrollabile che avvelena l’acquedotto di Gotham per divertimento, che paralizza una ragazza innocente per burla e che uccide un ragazzino per poter giocare da solo con la sua nemesi.
“…che paralizza una ragazza innocente per burla…” se ti riferisci a Killing Joke, non era per burla manco per niente!
Ma, piuttosto, per colpire Batman attraverso Barbara prima (resa paralitica e presunta vittima di stupro ma lasciata in vita per raccontare l’orrore subito) e Gordon poi (cercando di dargli la stura alla pazzia attraverso il vernissage nel Luna Park).
Credo che in questo Joker ci sia molto più di quanto si creda dell’opera di Moore e Bolland…in pratica hanno realizzato un film utilizzando come “copione” SOLO le pagine di flashback/origine del personaggio.
Joaquin Phoenix in stato di grazia assoluta…grande, grande attore!!!
Grandissimo Marinelli, grande film.
Come sempre, i 400 calci non deludono.
Personalmente penso che Joker sia un film appena sufficiente retto da un protagonista GIGANTESCO. Fa notizia solo perché c’è scritto Joker sul titolo, altrimenti sarebbe passato non dico inosservato, ma quasi.
Sono sinceramente stupito da tutto questo can can di gente che si affanna a parlare di capolavoro, quando no, manco per sbaglio.
Parte alla grande eh, ti tiene incollato per diciamo la prima mezz’ora ma la parte centrale, signora mia, è ai limiti della noia ed il finale è davvero troppo con il freno a mano tirato.
Soprattutto si percepisce a chiare lettere che fosse un film cui solo dopo gli è stato appiccicato quel personaggio e, ma questa è una mia fisima, ho sinceramente trovato fastidioso il retcon sui Wayne.
Diciamo che un film da 6 e mezzo, diventa un 8 grazie a Joaquin, davvero un attore di gran razza
Prima dico la mia opinione poi esprimo dei dubbi:
(CONTIENE SPOILER)
opinione: sono andato a vederlo con poche aspettative temendo il film visivamente bello ma vuoto, o meglio già detto. dall’ultimo trailer sembrava un remake (inutile) di re per una notte, e il grande capo cobretti mi aveva convinto con la storia che il joker fosse stato appicicato sul film con lo sputo per motivi puramente pubblicitari.
invece mi ha stupito decisamente in positivo. la prima parte è effettivamente un mischione abbastanza dichiarato tra taxi driver e king of comedy (addirittura nella parte sognata in cui arthur immagina di essere allo show di de niro, de niro gli dice che suo padre era andato a comprare le sigarette e mai più tornato, che era parte proprio del monologo di de niro di re per una notte, quasi a voler intendere che si tratti dello stesso personaggio -o almeno potrebbe esserlo nella mente di fleck-, mentre poi il film ci fa capire che deniro è decisamente il jerry lewis di quel film), ma più va avanti più assume una sua personalità, trovando i suoi punti più guduriosi proprio nell’accennare senza mai mostrare quello che joker sarà, e unendo la storia a doppio mandato con quella della famiglia wayne e facendo sognare quello che sarà il loro rapporto.
interpretazione di phoenix che vabbè non c’è manco da dirlo. bello bello.
gotham impazzisce e joker si crea un fanclub di sgherri pronti ad immolarsi per lui. ora esigo di vedere questo joker che si mena con batman, poche balle.
ora i dubbi:
sbaglio o sul rapporto tra thomas wayne e la madre di fleck, phillips rimane volutamente ambiguo? è vero che i dati dell’ospedale sullo stato mentale della madre e l’adozione farebbero propendere alla versione di wayne ma è anche vero che wayne ci viene mostrato come particolarmente stronzo e antipatico e non credo sia un caso, che ci sarebbe voluto davvero poco per un uomo potente come lui per far internare la ragazza e liberarsi di ogni possibile parentela con il figlio bastardo, ma poi vediamo anche che la mamma di arthur da giovane era una fregna non indifferente, una fregna con due bellissimi occhi verdi proprio uguali a quelli di phoenix, e anche questo non credo possa essere un caso, e poi c’è quella foto con lei giovane e la dedica firmata TW.. insomma quanto sarebbe figo se batman e joker fossero fratelli? lo yin e lo yang, simili e diversi, il principe e il bastardo
che poi, ora faranno il batman di pattinson senza origin story. qua abbiamo la scena di origin story di batman e le origini di joker, e io dovrei accettare che quel nuovo batman non se la veda con questo nemico fighissimo e perfetto, ma che il suo nemico sia l’enigmista interpretato da jonah hill? corcazzo vostro onore
Nel film viene chiaramente detto che Arthur è stato adottato, quando lui visionare il suo fascicolo, ci sono pure i referti dei medici.
La cosa dei due fratelli invece è una roba talmente gia vista e talmente abusata che per fortuna il film non ci si sofferma moltissimo e la risolve in relativamente poco tempo
No non sbagli, mi pare chiaro che si diverta a lasciare il dubbio. Il problema è che tra il “sarebbe una figata” e “sembrerebbe scritta dagli sceneggiatori di Beautiful” il confine è labile.
P.S. Ma siamo sicuri che questo Joker c’entri qualcosa col mondo in cui sarà ambientato il Batman di Pattinson (proprio ero che l’avevo rimosso me lo fai ricordare, grazie eh)? Mi pare che la DC abbia abbandonato l’idea di fare i piani quinquennali modello Marvel e deciso semplicemente di sfruttare le licenze DC per fare dei film. Fine.
lo so, il film l’ho visto. per quello dicevo che un uomo ricco come wayne, che avrebbe avuto tutto l’interesse a nascondere il fatto di essersi chiavato la cameriera, avrebbe senza alcuna difficoltà potuto farla rinchiudere e falsificare i documenti, anche perchè alla fine sulla questione abbiamo solo tre punti di vista:
-wayne (ha interesse a mentire)
-la mamma (ha interesse a mentire)
-arthur (non ha interesse a mentire ma non sa e non ricorda, ed è pazzo)
però: perchè il regista dopo averci fatto vedere il foglio dell’adozione ci mostra per la prima volta la madre da giovane e l’attrice scelta ad interpretarla ha gli occhi così curiosamente somiglianti a quelli di phoenix?
perchè DOPO tutto questo ci viene per la prima volta mostrata la foto di lei da giovane con dedica di wayne?
non dico che la questione sia chiusa, dico che il regista è volutamente ambiguo.
il tuo parere sulla questione di essere fratelli invece è tuo e personale, tipo già io non lo condivido per niente, come ho detto troverei la cosa fighissima.
@Calvin
no, in teoria questo joker fa parte di un altro universo ancora rispetto a quello di ben affleck e di pattinson. e todd philips ha detto che non vuole fare sequel.
è anche vero che la dc non mi pare abbia le idee chiarissime, che crei un cattivo così gustoso e stai creando un nuovo batman e davvero non ti viene in mente la possibilità di unire le due cose?
e non sarebbe poi la prima volta se il sequel venisse fatto senza l’approvazione del regista del primo film, mi pare.
phoenix è stato ambiguo sul tornare nei panni del personaggio
ah, aggiungo che secondo me come origin story di joker è meglio questa di the killing joke. io la scena di batman che ride insieme a joker dopo che questi ha appena stuprato e gambizzato barbara e torturato il commissario gordon, ad alan moore non gliela perdono.
Aspetta, quella scena È killing joke.
Quella barzelletta che joker racconta a batman su un pazzo che si offre di aiutare un altro pazzo è il killing joke.
E batman ride perché la capisce e capisce di essere il pazzo che offre l’aiuto all’altro pazzo.
E è proprio a quella barzelletta che ho pensato quando SPOILER joker alla fine dice “non la capiresti” mentre assistiamo alle origini di batman.
lo so, e capisco anche che il fumetto, giocando sui due piani del flashback e del tempo reale, alla fine faccia un ribaltamento, e chi davvero sta ridendo ed empatizzando con joker non è batman ma siamo noi lettori, ora vicini a lui e vicini alla singola brutta giornata che ci separa dal diventare lui. però c’è anche una verità che è il racconto del fumetto, e lì vediamo proprio batman ridere (forse l’unica volta che ricordo di averlo visto ridere), INSIEME a joker, dopo che joker ha appena fatto una delle cose più brutte che abbia mai fatto a due dei migliori amici di Batman. stimo molto moore ma questa l’ho sempre trovata fuori dal personaggio.
Nota: Moore ha sempre esplicitamente negato che il Joker abbia usato violenza sessuale su Barbara Gordon
visto che me lo sta dicendo direttamente il titolo del fumetto in questione dovrò crederci, anche se avevo sempre inteso diversamente
p.p.s. con spoiler
ma quel grassone che viene strozzato da joker attraverso il cancello sarebbe alfred? cioè il vecchissimo dei film di burton e schumacher, poi michael caine, poi jeremy irons e ora sto ciccione white trash? scelta discutibile quanto il commissario gordon obeso del batman dell’ ’89
Forse è una strizzina d’occhio alla primissima apparizione di Alfred Pennyworth su Detective Comics, più Lino Banfi che un giovane Michael Caine, ecco (il film però non l’ho ancora visto…)
Indubbiamente il film stramerita grazie a Phoenix. Personalmente tra tanti Joker, tanti Batman, tanti Supereroi… si fa confusione. Non lo so mi sembra che il Cinema sia entrato in un loop. Si usano tematiche e personaggi già conosciuti per attirare fan. Togli il titolo Joker e magari incassa la metà… magari no…
***SPOILER***
Domanda a voi ragazzi intelligenti: secondo voi l’ultima scena è un flashback di quando Arthur era ricoverato in manicomio? E’ in contemporanea con la storia per cui dobbiamo immaginare che dopo la sua acclamazione sia stato catturato dalla polizia e rinchiuso? E’ l’ennesima allucinazione (le orme insanguinate lo farebbero pensare)?
Ma guarda, personalmente sono indeciso fra 2 possibili spiegazioni…
***DA QUI SPOILER***
1 – La rivolta è stata sedata e Joker viene rinchiuso ad Arkham, dove durante un colloquio fa fuori la psicologa (fuori campo, le impronte sono rosse del suo sangue) e poi tenta la fuga (lo si vede sullo sfondo).
2 – Tutto il film è quello che Joker immagina possa accadere una volta uscito da Arkham…ed inizia tutto con l’omicidio della psicologa da cui è a colloquio.
Miglior Joker? Miglior Joker. Miglior attore 2019? Miglior attore 2019. Un film della madonna e uno dei pochi da non perdersi dall’inizio dell’anno, non scherziamo.
Taxy Driver e Re per una notte sono solo specchi per allodole, il vero punto di riferimento di questo film è la seconda parte di Arancia meccanica
non mi dimenticherei Fight Club
George, onestamente non ho capito il paragone con Michael Myers. Le motivazioni alla base delle sue azioni sono date dal fatto che è uno psicopatico. Non è sufficiente? Joker de Il cavaliere oscuro agisce per creare il caos, pienamente consapevole di questo. Myers è un elemento perturbante consapevole solo di non essere consapevole di altro al di fuori della pulsione ad ammazzare i giovinetti della comunità idilliaca.
Gli dò la sufficienza, perchè dietro la patina dorata si nasconde (per me) un film – appunto – sufficiente e che vorrebbe dire cose importanti (alcune lo sono) ma di una banalità devastante nel come sono didascalicamente esposte. Un film molto derivativo ma girato con mano solida. Il tutto con una prestazione attoriale MOSTRUOSA di Phoenix (Oscar prenotato per me, e sarebbero due che regala il personaggio di Joker) che copre tutto e crea quella patina di cui parlavo sopra.
p.s. quando entra da De Niro in studio e sta qualche secondo in silenzio prima di parlare mi è venuto subito in mente: https://www.youtube.com/watch?v=RRb_3hCa72Y
Nonostante non abbia mai seguito particolarmente i Nightwish, che si siano “ridotti alla manica di falliti senza testicoli che ho sempre saputo sarebbero diventati” fa l’effetto di quelli che dicono dei Metallica “ho sempre detto che si sarebbero commercializzati”. Loro hanno sfornato dischi rimasti dei classici, hanno fatto un pacco di soldi e poi sono invecchiati. Voi fatemi vedere quanti dischi d’oro avete appesi in salotto. Vale per il metal in generale. I grossi nomi sono vecchi e campano con i tour greatest hits, perche’, salvo rari casi, i dischi nuovi non raggiungono i fasti precedenti. E’ fisiologico.
I Theatres des Vampires hanno fatto dischi bellissimi, quando c’era Fabio Varesi a mettere mano alla musica. Questo piu’ la voce e la presenza scenica della cantante Scarlet li ha portati ad essere una band di culto in tutto il mondo. Poi lui si e’ ritirato e da gothic symphonic metal hanno semplicemente cambiato genere. Ma sono rimasti uno dei nomi piu’ di successo all’estero e in Italia. E adesso Fabio Varesi e’ tornato. Seguendo il tuo discorso, questi nomi hanno lasciato qualcosa che la gente (quindi ad un livello piu’ sottile l’universo?) ricordera’.
No, i Metallica sono SEMPRE stati commerciali come suono, ma siccome non lo sono mai stati e mai lo saranno come individui, la loro credibilità resta assoluta.
Alcune canzoni dei Nightwish mi danno i lucciconi agli occhi nonostante io (pur amando ogni forma di arte e quindi ogni forma di musica, dalla dance alla classica) sono uno da black metal di matrice espressamente satanica (del tipo che se almeno due su quattro membri non sono criminali condannati li chiamo poser).
Però Tarja è una persona di merda in privato, e mentre gli altri sono sinceramente più amanti dell’arte che del denaro e dall’ego, hanno dentro qualcosa di piagnucolante, se li conosci, un senso di “nostalgia” che non sta bene in un maschio, a meno che non abbia alla base qualcosa di più tormentato e serio, loro invece sono molto i Tiziano Ferro della Finlandia, che per carità, pure lui ha sfornato canzoni da lacrime, però resta Tiziano Ferro.
Sui Theatres des Vampires, a parte il grado di malignità paragonabile ai Dimmu Borgir (vabbè, non tutti si può essere Leviathan), erano esclusivamente l’emanazione di Alex Nunziati, e quando cantava lui e scriveva lui i testi, si sentiva che sebbene magari non malvagio come umano, di black se ne intendeva, e capperi, se se ne intendeva! Sonya è una gran gnocca e ha una voce bellissima, e sì Moonlight Waltz è spudoratamente il mio album preferito di loro e c’era lei e non lui, perfino uno come me che di base è cresciuto con gli Abruptum di Obscuritatem Advoco Amplectere Me, sa emozionarsi con la title track, che è bellissima. Ma in sé, è solo l’ennesima cantante dell’ennesimo gruppo gothic.
Nel mondo alternativo, non puoi essere soltanto un artista. Devi essere un terrorista spirituale. Uno che scuote le coscienze. Uno che fa l’effetto che faceva in America Marilyn Manson ai primordi. Devi avere un’oscurità dentro che ti costringe a causare caos, incitare devastazione concreta, mettere in crisi le idee di chi ascolta, scuotere questo cazzo di mondo dal sonno. L’unica cosa che lei fa scuotere è il mio uccello quando mi sego sulle sue foto (scherzo, non lo faccio).
Mai incontrata di persona e di certo non posso giudicarla come umano, ma come erede di una delle più grosse band black metal italiane, è proprio un disastro, avendola trasformata in un clone fatto peggio dei Nightwish.
Tu hai scelto un nome mega-significativo: ecco, bisogna prendere quella band e riflettere su quello che propongono a livello sociale/psicologico/caratteriale. La disintegrazione delle illusioni, dentro e fuori dall’Io. Non solo lo condivido, ma ti ammiro per la scelta. Io dico che va anche fatto nella realtà.
Project Wake Up.
Joker.
Black metal militante.
Quello che vuoi. Ma creare disagio, oscurità, terrore concreto, trasformazione. Se non vuoi farlo con degli scherzi stile primi Futuristi (a cui il Project Wake Up è ispiratissimo) almeno cerca di fare musica che metta paura. Come sound e come credibilità di chi lo produce (leggi, NON Dark Funeral).
Bada Barone, io ho capito lo spirito del tuo commento, sono io quello che in genere difende le cose dai commenti troppo severi degli altri. Ti apprezzo e ti ammiro. Solo che io sono Joker con l’unica eccezione che non ucciderei mai un umano tolto per legittima difesa. Ma per il resto voglio il caos sociale, e venero la paura, l’orrore, nella vita concreta, non nei testi delle canzoni. Ne ho vista di merda, in vita mia, mi ha fatto capire che sbagliamo a reprimere le nostre parti più oscure, andrebbero esplorate, e non parlo di odio, invidia, bramosia o crudeltà gratuita. Parlo della venerazione della morte. Non come antitesi alla vita, io voglio vivere cazzo, parlo come antitesi al trasformare le magnifiche sorti et progressive (di cui non c’è nulla da vergognarsi) in un’illusione di transumanismo delirante. Le idee che non mutano diventano tumorali e poi nascono le dittature. E quando vogliamo “solo vivere ed essere felici” perdiamo il contatto col memento mori. Io il memento mori lo considero l’antidoto alla prepotenza e assenza di cautela del mondo moderno. Questo è Satana per me. Non il signore dei vizi, ma l’incarnazione della distruzione senza secondi fini, un memento mori cosmico, per non prendere strade superbe, arroganti, goffe, e in definitiva sbagliate. Un gelo che costringe a fermarsi prima di uscire di casa e chiederci se magari non è il caso di vestirci un po’ meno alla moda ma un po’ più coerentemente col freddo che fa.
Dal momento che l’Arte dovrebbe istruire e nobilitare l’anima, tutta l’Arte secondo me dovrebbe porgerli omaggio, almeno concettualmente. Poi può pure esistere la spensieratezza, quando mi sparo un sigaro guardando la mia compagna e la sua fidanzatina che si inlesbano sono spensierato anche io, ma spensierato è diverso da superficiale. L’Arte può anche essere spensierata. Non tutta l’arte dovrebbe essere satanica. Ma il Metal sì. Ecco perché il gothic mi sta antipatico. Certe gothic sono delle maiale disumane che te la danno in tutte le salse dopo quindici minuti che ci parli e le rispetto per questo (la vita va azzannata), ma la maggior parte sono tanto noiose dentro quanto ridicole fuori. E la loro musica è tutta gorgheggi e assoli e mi confonde e basta. Noto un collegamento inquietante tra assolo italiano e ass-hole inglese. Certi assoli toccano l’anima (qualcuno ha detto Wasted Years degli Iron Maiden o il pezzo in mezzo a Master of Puppets?) ma la vera musica non ne ha bisogno.
La vera musica è come il Joker: un agente del caos.
Hahahaha prima che tu rispondessi il Barone mi stava dicendo “questo che scrive secondo me è Nunziati”, ma poi figurati se Nunziati scrive un lenzuolo tessendo le lodi di Nunziati ma fingendo di non essere Nunziati. Vi immaginereste che ridere? Bella parentesi, in ogni caso.
Oddio chi è Nunziati? Uffa sono sempre l’ultimo a sapere le cose!!! :-D
No no sono solo un tizio sensibile, arrabbiato, alla ricerca di una via d’uscita, e sinceramente ossessionato dal Cinema e dalla sua capacità di creare emozioni. La vita stessa esiste per darci opportunità di fare esperienze, provare emozioni, crescere. Il Cinema, seppur non reale quanto la realtà, ci va vicino. Questo è il motivo segreto perché mi piace quasi qualunque film, perfino quelli che qui hanno incontrato giudizi severi. Come nella vita, tutto fa brodo, tutto ha una sua bellezza, un suo perché, perfino se è piccino picciò!
Comunque non so davvero chi sia questo signore, né uso vari pseudonimi. Sono sempre e solo Alessandro. Anche se mi piacerebbe (ma creerebbe confusione) iniziare a firmarmi Beda il Barman o Ilona Sshorter, o Sylvester Straccione, o Buzz AllDrink, o roba simile.
Ah oddio QUEL Nunziati!!! Alex, oddio, ora ho capito!!!
No no, no. Sono un altro Alessandro.
Gente è il solito banale merdone con metaforone\commentario sociale scritto a caratteri cubitali stavolta con una patina di wannabe autorialità (Todd Philips!?!?!).
Non indigna nessuno se non le anime pie liberal.
Non stimola nessuno se non qualche nerd in cerca di legittimazione.
Un film smunto, che non graffia, non ruggisce, e non lascia niente se non qualche fazza da meme e poco più.
Joker che da far paura fa pena.
Minchia che spreco.
Comunque ho deciso che il mio nuovo passatempo sarà coniare frasi/battute che potrebbero stare nel diario di (non del) joker.
Questo è il primo esempio
“Le mie medicine? Non le prendo da un pAzzo!”
Chiaramente chi vuole può unirsi, rispondendo a questo commento.
Non voleva essere una risposta a kurofawa ma “è inutile piangere sul latte versato, come disse la mamma dopo aver saputo dell’aborto spontaneo”
“Ognuno ammazza il tempo come può. Anch’io ammazzo il tempo. A volte anche le persone. E’ altrettanto divertente”
“Non vedo l’ora di morire per farmi un sonno!”
“Non c’è peggior sordo di quello a cui hai infilato un cacciavite dentro le orecchie!”
“Dottore, mi sembra che tutti mi trovino repellente. Ma no, brutto schifoso. La tua è solo un’impressione.”
“Morto un Papa si uccide un vescovo!”
Morto un papa se ne fa un altrohlau
“Come sarebbe a dire “Perchè l’ho macellato e fatto a pezzi ?”
… sento sempre dire che gli omosessuali vanno accettati per quello che sono!!!!”
“Lei ha sparato a bruciapelo ad un uomo, dritto in testa”
“Me l’ha chiesto lui! Parlavamo di passatempi, e gli ho chiesto, “Ti piace sparare?” E lui mi ha risposto, “Alla faccia!!!”
POSSIBILI SPOILER
Concordo su quanto altri hanno già scritto, film non brutto, ma sicuramente non un capolavoro, tutta l’attenzione mediatica l’ha ricevuta grazie al fatto che si tratta di un film su un personaggio di un fumetto (e non uno qualunque) immerso in un atmosfera “seria” e “autoriale”, che non per qualità intrinseche del film. Phoenix perfetto, ok, ma sta cosa tutta americana che per dimostrarsi bravo un attore debba dimagrire e far vedere di essere bravo a fare il paaazzoooo mi ha un po’ stancato.
Curiosità mia, non trovate strano che nella versione italiana, per le scene in cui sono inquadrate da vicino pagine di diari (compreso il diario del Joker) o appunti, questi siano scritti in italiano (anziché usare sottotitoli come si fa di solito)?
Ha fatto uno strano effetto pure a me. Però è carinissima come cosa!
SPOILER
Peraltro la primissima volta che capita ho pensato fossero applicati a computer,ma in altre scene (quelle a figura intera, ad esempio quando corregge la scritta con lo spray) vengono messi i sottotitoli , quindi direi che sono proprio microfilmati girati ad hoc.
qualcuno si ricorda come è tradotta la prima “battuta” che la prima psicologa legge dal diario di arthur
perchè in VO è un gioco di parole (cents/sense) intraducibile in italiano
Recensione perfetta di George Rohmer! Perfetta perchè esprime esattamente il mio pensiero ;-)
Cmq la foto iniziale non è Phoenix, ma è il joker della serie TV del 1966, per il resto bell articolo
Giura.
Ahahaha
Noooo!!!! Ma scrivi SPOILER almeno!!!!
fenomeno
e io fesso che pensavo che fosse una foto dal backstage
Ma va la ! Quello e’ Phoenix !!!!!!
…
…
…
Ma veramente???? What a shock!!!!
SPOILER A GAGGANELLA
A me come film non ha convinto. Fosse un film su un pazzo generico probabilmente ne uscirebbe meglio, perchè alcune scene secondo me son belle potenti.
Però qualcosa mi crea uno strano effetto.
Premetto che non conosco i fumetti, tutto quel che so deriva dai film, dai cartoni animati di quando ero bambino e da qualcosa che ho letto sulle graphic novel di Moore.
Dunque: il personaggio di joker mi è sempre arrivato come “un matto di cui non si sa bene il passato. Che fa casino senza voler conseguire un qualche obiettivo particolare ma perchè lo trova divertente ed è fondamentalmente un sadico”
Ok.
Qui si apre una finestra su un passato di abusi, su violenze subite dalla società, ci viene mostrata in maniera molto interessante l’origine della risata.
Ci viene fatto vedere come il mondo cattivo faccia sbroccare anche persone che fondamentalmente non torcerebbero un capello a nessuno.
Fin qua ci siamo.
Il problema è che comunque, in joker ho sempre visto delle intenzioni, anche laddove mancavano motivazioni. “VUOLE uccidere batman perchè sì. ”
“Vuole causare il panico a gotham perchè è divertente.”
Qui non ci vedo nulla di vagamente simile. Gli omicidi che causano la nascita del movimento, sono completamente casuali. Uccide tre broker fighetti perchè sono loro a prenderlo a calci, la cosa viene caricata di simbologia e fomenta l’odio di classe. Ma se a calci lo avessero preso tre operai (o i ragazzini della scena di apertura), lui avrebbe sparato lo stesso. In quel momento stava sparando a tre stronzi, non a tre simboli.
L’ho sempre percepito come un pazzo che si circonda di altri pazzi e reietti per propria scelta, qui invece si trova eletto a simbolo mentre sta fondamentalmente facendosi i fatti propri. Questa cosa secondo me toglie molta potenza e carisma al personaggio.
cmq per me si sottovaluta che nell’arco del film c’è un evoluzione nella follia di Joker/Joakim.
la chiave è la frase “credevo che la mia vita fosse una tragedia, adesso ho capito che è una commedia”, che segna l’inizio di joker come pura follia.
certo rimangono un paio di sassolini che arthur si vuole togliere (la mamma e De Niro) ma la raccolta degli applausi sulla macchina della polizia mentre si fa il sorriso con il suo stesso sangue e l’ultimo omicidio, quello della psichiatra, con fuga modello Le Comiche con pozzetto e villaggio, quelli sono l’inizio del joker in purezza.
Assolutamente sì! Ma il movimento nasce suo malgrado e non grazie a lui, questa cosa dell’uomo a cui appiopparono la santità funziona meglio con padre maronno che con joker
Appena uscito dalla sala (completamente piena, evento rarissimo per me).
A me è piaciuto un botto. Sì, magari alla voce “motivazioni del personaggio” è banalotto, indubbiamente. Controbilancia col discorso interessante sulla reazione delle masse, sul sentimento dei poveracci, di quelli presi a calci dalla vita. Sì, c’è dello Scorsese, cosa che non fa mai male ad un film. È un film che si prende maledettamente sul serio, ma che allo stesso tempo ridà al Joker quello che Nolan gli aveva tolto, ossia le barzellette e un motivo per vestirsi da clown. Ammetto che come impostazione generale continuo a preferire Burton / Nicholson, ma se mi devi dare un Joker “realistico” (Nolan vaffanculo) ecco questo Phillips / Phoenix per quanto mi riguarda si mangia a colazione Nolan / Ledger, pace all’anima sua. Altro livello proprio.
Apprezzabilissimo il modo di girare le scene di violenza, ormai è quasi straniante, in un blockbuster, rendersi conto che a pugno segue ematoma e a proiettile segue sangue. Non si glissa sulla violenza e anche questo è un bene.
E sì, è un one man show di Phoenix con un simpatico cameo di De Niro, ma cazzo quanto è bravo. E bravo anche Phillips a mio parere, il film è quadrato, dura il giusto, ha pochi fronzoli, e il regista si limita a mostrare quello che deve senza eccedere in virtuosismi.
Nulla di epocale, ma è un gran bel film, facilone forse, banalotto può essere, un po’ paraculo decisamente, ma alla fine della fiera è un gran film.
Nota di demerito: tradurre in italiano le scritte su quaderno e bigliettini può funzionare nei cartoni Pixar per non confondere i seienni, ma in questo film onestamente è un filo ridicolo.
dopo averlo visto confermo che il chiacchiericcio fuffoso di contorno é servito solo a chi lo produce (giornalistoidi, intellettualoidi, gente che non ha mai visto un film senza l’approvazione del partito ecc) ma non è servito al film che preso come opera a sé merita molto per immagini suoni musiche e ovviamente attore…per il resto appunto fuffa …e grande furbata quella di prendere un personaggio trito e ritrito (quanti anni ha il jocker? é meno ridicolo di Superman e Batman? é più attuale? non penso ma vabbè ..) per elevarlo a simbolo di ? di cosa non si sa perché con la scusa dell’aggancio obbligatorio al mondo fumettistico si perde il filo del film…si fosse chiamato che ne so “Il mimo” l’avrebbero visto e se ne sarebbe parlato la metà ..ma non c’è niente di male a voler essere alternativi nel modo più conformista possibile.
Guarda che le scapole ce l’ha davvero così storte e incurvate Joaquin.. poverello, però almeno in questo caso gli sono servite!
Visto ieri, non è che abbia molto da dire: Phoenix incredibile (è il Joker più Joker che si sia mai visto, fosse anche solo per quella magrezza “malata”), una fotografia spettacolare, colonna sonora azzeccatissima (perchè quasi nessuno parla mai delle colonne sonore al giorno d’oggi ? ) ed è perfino più collegato a Batman di quanto mi aspettassi (dalle premesse pensavo a stento avrebbero messo 1 volta la “parola” Wayne)
SPOILER
la scena in cui i 2 ex colleghi lo vanno a trovare è stata semplicemente fantastica, al contempo comica e inquietante
Si, infatti…scusate se mi intrometto, sono un vecchio fancalcista…ma perchè nessuno ha ancora tributato alla scena del nano gli onori che si merita? Per me l’unico momento in cui veramente il film si eleva (no pun). Grazie Leigh Gill. Tra l’altro, finalmente un nano trattato come si deve (The Rover ancora mi tormenta)…Tanta gentilezza finalmente ricompensata. You only (mid)get what you give.
Applausi
Un film normale, con un personaggio interpretato molto bene amato dalla ggente, pompato di fuffa all’inverosimile fino a osannarlo come capolavoro e ricoprirlo di premi e nomination.
Praticamente un Bohemian Rhapsody di menare.
Secondo me, è un Joker qualunque, fenomenale. Per tutto il resto, c’è Jack Nicholson.
Io penso che sia un gran bel film e che Joaquin Phoenix sia semplicemente monumentale Film molto compatto, duro,violento,direi molto new Hollywood anni ’70.Giustamente vengono citati Taxi Driver e Re per una notte (il personaggio di De Niro cita molto quello di Jerry Lewis nel film di Scorsese,Gotham cita la New York di Taxi Driver),ma io ci ho visto anche Il Braccio violento della legge in una scena in particolare.
Giusto il divieto.
Grande cinema.Oscar prenotato per Phoenix che recita con tutto : testa e corpo.Il suo è un Joker perfetto in ogni sfaccettatura.
Forse è il più bel film che ho visto nel 2019
sul film penso abbiano detto tutto benissimo e con completezza i recensori. Io aggiungo solo che vivo il cinema e i film ragionandolo sulle emozioni che sanno lasciarmi nel tempo, fosse anche solo con un’espressione, una battuta o una singola scena. Sono tanti i film (e gli attori e registi) che mi hanno conquistato irrimediabilmente seguendo questa logica, e le scene del ballo di Phoenix ormai diventato joker su quelle scale che sono il simbolo di una vita in salita e della preparazione di Arthur non ancora joker all’invitata al Murray show valgono da sole tutto il film e sono già storia del cinema e della recitazione. Inoltre questo Joker è un film pieno di citazioni che io personalmente ho parecchio gradito. Promosso a pieni voti, anche se non lo rivedrò penso mai più, data la qualità del dramma che rappresenta e la profondità di indagine psicologica che ti fanno stare in totale apnea per due ore secche. Senza luce, senza speranza, ma grandioso Phoenix.
Ho visto il film Giovedì, ma mi ci é voluto un po’ per ragionarci su.
Tanto per cominciare, é indubbio che sia un buon film, con una trama solida, un protagonista a cui il regista non fa molte concessioni interpretato in maniera magistrale.
Eppure mi sarebbe da dire che mi sono annoiato guardandolo.
Salvo per il fatto che non é così.
Non ho mai staccato gli occhi dallo schermo e al contrario di altri film, se qualcuno si fosse messo a parlare in sala m’avrebbe dato fastidio.
La sensazione giusta era qualcosa di rivisto.
Una collezione di titoli dei giornali da oltre la sesta pagina, in cui trovano posto tutte quelle piccole tragedie individuali non meritevoli d’essere chiamate “emergenze” da chi vive di sovvenzioni statali e regionali e magare di qualche invito strappalacrime e indignato in televisione.
Tutte quelle fatalità quotidiane su cui più di tanto non si macinano voti e al massimo c’é solo da spenderci soldi.
Ma non solo.
Io questo film lo avevo proprio già visto, e per chiarezza, non mi stò riferendo a quei film che vogliono raccontare la nascita di qualche “mostro” attraverso le angherie subite.
Specie perché a differenza di altre pellicole, qui il personaggio di Arthur non ha scuse.
Ogni volta che compie un atto contro la legge, nessuno pensa per un momento di stare dalla sua parte o di mettersi nei suoi panni.
E forse qui stà la chiave di lettura più sensata, scevra da teorie di gente che vive sulle reti sociali: nessuno vuole vestire i panni di Arthur, neanche quando lui prova con tutte le sue forze, nonostante sia costantemente respinto, a vivere come gli altri, a seguire le regole.
Lui si deve arrangiare in una società che se ne frega dei suoi problemi, anche quando, a differenza di molti che si rinchiudono nella solitudine finché non scoppiano, lui prova per davvero a chiedere aiuto per essere come chiunque altro.
E la stessa cosa vale anche per la protesta dei pagliacci, lui lo dice chiaramente: non c’é niente di politico in quello che fà, tutto é strettamente personale.
Io ho già visto questo film molte volte: Fantozzi.
Togli la comicità, il grottesco, il paradossale, riporta tutto sul piano dello strettamente plausibile e poi dai ad un uomo con le capacità sotto la media per cui il traguardo più grande é la mediocrità, non sempre raggiunta, una pistola.
Arthur é Ugo Fantozzi, e no, non é una battuta.
Sai che ti dico?…..c’hai ragione!!!
su certi aspetti ok però ecco di Fantozzi nn si sa nulla se non la sua vita attuale mediocre vessata ecc…di questo invece si sa (con dubbi vari) da dove viene perché é così e anche cosa vuol o vorrebbe fare
(é folle ma prevedibile perché si sfoga nella violenza e non é che sia ste grande novità…mentre Fantozzi resiste combatte e a suo modo vince e perde a fasi alterne…non ha superpoteri ma se la gioca come tutti noi perché non ha niente di sbagliato a parte essere un po’ sfigato ) … c’è quindi un dubbio su quanto sia la malattia e quanto sia la societá ad aver dato la spinta decisiva alla sua trasformazione….mentre il povero Ugo é sicuramente un mediocre come tanti e grazie a lui si critica impietosamente tutta la società che gli gira attorno..e non si salva nessuno…Fantozzi molto più crudele ( e innovativo) quindi ma manca la problematica della follia e della paranoia che caratterizza il jocker…e che rende questo film anche poco originale (seppur notevole per mille motivi)
Ritengo che il fatto che Arthur sia malato del tutto secondario.
Proprio perché il film non é assolutamente apologetico.
Non é tanto la sua situazione il problema, quanto come non riesca a trovare nessuno a concedergli cinque minuti di tempo per iutarlo a vivere come chiunque altro.
La critica alla società c’é eccome, ed é molto più esplicita che in Fantozzi.
L’ha mai ascoltato la psicologa dei servizi sociali?
S’é mai preso le sue responsabilità l’amico che gli dà il ferro?
In televisione é invitato per le sue qualità o perché é l’ennesimo caso umano su cui speculare?
Mah non sono del tutto convinto (ce ne faremo una ragione dirai…giustamente)…Fantozzi ha ovviamente anche una finalità comica che questo non ha ma ha anche una dose di cinismo inarrivabile ..qua è tutto spiattellato spiegato ..manca appena il cartello con scritto guardate che questo diventa il jocker…e si perde proprio sul più bello…quando va in tv…quando scatta la rivolta… ecc….non c’è un dialogo decente…
Non c’è nessun approfondimento niente di niente (è adottato? chisenefrega..è malato? chisenefrega ammazza delle persone? chisenefrega) perchè bisognava anche attaccare il pippone su batman e fare 6 scene dove lui è mezzo nudo al posto delle 2 o 3 che si era capito dai su…
sul fatto poi che la sua dose di follia genetica o inculcata (è stato abusato e picchiato da bambino…non so sta cosa non la vedrei come normalissima) non sia influente insomma…semplicemente chi gli gira attorno vive la sua vita come tutti ed è lui a non adeguarsi perchè non in grado (perchè scemo, matto, depresso…quanto boh non ce lo dicono)in Fantozzi non c’è un comportamento normale da parte di nessuno che sia Direttore Generale megagalattico o impiegato di infimo livello…son tutti stronzi a loro modo…qua uno gli presta la pistola e lui come prima mossa la porta all’ospedale dei bambini…veramente?
ammazzare la gente poi è la classica risposta della gente calpestata dalla vita? insomma…bello ma un po’ banale (per me e assolutamente per me, poi ognuno può pensarla come vuole) In ogni caso mi è piaciuto e ripeto, se non ci fosse stata la parte su Batman sarebbe stato meglio
Cinecomic purissimo, 100%, di grande qualità e di gran classe. Sfida i film del MCU sul piano (squisitamente ludico!) del metafumetto e del metacinema e li sorpassa a sinistra.
E (gran) parte della sua riuscita in merito sta nella sua natura: questo non è un film d’autore. E’ una trollata di proporzioni bibliche. Lo stesso Leone d’Oro è ‘meta’, è il Joker stesso che esce dal fumetto / dal film e si impossessa sghignazzante della realtà. E’ il messaggio ultimo che sta dietro al film che diventa più vero del vero, ma ripeto, la natura di questo film è completamente, totalmente, goduriosamente ludica. Joker non è un capolavoro perché è un film d’autore. Joker è un capolavoro perché nel 2019 in cui i cinecomic Marvel hanno portato il mondo dei fumetti in realtà aumentata sfondando la quarta parete, questi arrivano e ci fanno fare il percorso inverso.
Cito Quantum dalla rece di Endgame:
“Mostrando persino più coraggio della sua controparte cartacea, la Marvel cinematografica ha smesso da anni di cercare di compiacere lo spettatore casuale o quello con poca memoria, di sforzarsi di essere accessibile a tutti: per quanto estremamente inclusiva e facile da approcciare, quello che offre ora è uno spettacolo per soli soci, dove Endgame è il premio fedeltà per chi ha raccolto tutti i punti.”
Ecco, volendo continuare il paragone, Joker è un club esclusivo dove si entra solo se si ha la parola d’ordine, è il sogno bagnato di ogni buon lettore di pigiami. Ti ci diverti e te lo godi solo in base a quanto sia profonda la tua conoscenza dei fumetti, del mondo di Batman, e in buona analisi del personaggio stesso.
“Ecco, volendo continuare il paragone, Joker è un club esclusivo dove si entra solo se si ha la parola d’ordine, è il sogno bagnato di ogni buon lettore di pigiami. Ti ci diverti e te lo godi solo in base a quanto sia profonda la tua conoscenza dei fumetti, del mondo di Batman, e in buona analisi del personaggio stesso.”
Ma assolutamente no. Io leggo storia di pigiami praticamente da una vita e il mio sogno bagnato era Endgame, ovvero tutti gli eroi insieme a salvare l’universo. E credo che per la stragrande maggioranza dei lettori di supereroi sia così.
Joker può essere il sogno bagnato di un fan sedicenne che cerca la legittimazione culturale della sua passione. Quando avevo 16 anni io quella legittimazione è stata il Batman di Nolan, ora è Joker.
Tra l’altro in Joker di fumetti c’è pochissimo. E infatti Phillips si è affrettato a dire che lui non gli ha manco letti (ecco che si torna a trattare i fumetti come roba bassa). Ma se li avesse letti non li ha capiti, visto che TKJ è molto più disturbante di questo.
* “ti ci diverti e te lo godi davvero”, intendo. Perché a livello (come dicono quelli che hanno studiato) semiologico è a conti fatti un gioco, un cazzo di grande gioco a più livelli.
E solo una parte di pubblico arriva al livello finale.
Solo una parte del pubblico arriva a ‘capire la barzelletta’, e non sono certamente i giurati di Venezia e questo penso che silenziosamente chi ha costruito il film lo sappia BENISSIMO.
Sono d’accordo! E che rimanga un segreto per pochi eletti. Hai fatto bene a non spiegare niente e a non dire la parola d’ordine. Chi ha orecchie per intendere intenda. Andiamo in giro a bullarci di sapere, ma guai a lasciare anche solo intuire di cosa stiamo parlando. Viviamo la vita una prolungata e insistita strizzata d’occhio alla volta.
mi sa che l’han capito solo lui e il regista allora…che privilegiati
Io personalmente credo che le cose multistrato siano come una montagna. Questa è anche l’idea che mi sono fatto con una vita intera spesa nell’Occulto.
C’è la base, dove puoi pescare le carpe e cacciare uccelli e passeggiare col cane o col partner.
C’è l’altopiano collinoso, perfetto per i picnic o i photobook porno di alta levatura.
Poi c’è la parte rocciosa, dove trovi le trote e i funghi.
E infine, la vetta, per chi ha un qualunque motivo di andarci.
Ma se anche oggi ti fermi alla collina, la montagna resta lì per te anche domani. Ma ogni parte di essa, compresa la collina dove ti sei fermato, esiste solo grazie al fatto che esiste una vetta che fa di quel luogo una montagna. Senza di essa, sarebbe stata solo una collina. Niente di male, tu volevi la collina: ma una “solo-collina” fa in fretta a diventare un residence per vecchi ricchi, o un parcheggio. Ci vuole la montagna per scoraggiare l’abuso, ci vuole la vetta per tenere lontano i vandali della mediocrità, un picco che renda quella collina una montagna, e protegga la sua “porzione-collina” da quello che le sarebbe successo se fosse stata “solo-collina”, garantendo quindi che la collina che vuoi sia come la vuoi, cioè una collina e non un parcheggio.
Applicandolo al cinema, io credo sinceramente che un film multistrato non voglia essere un’offesa o una mossa politica di arroganza, ma solo una matrioska, che è divertente proprio perché lo è, sennò sarebbe solo un bussolotto di legno a forma di fagiolo e dipinto male.
per carità nulla in contrario alla tua visione ma…dove questo film sarebbe una montagna? o anche solo una collinetta?
Punto primo (l’ego è il nemico di ogni uomo ed è sempre meglio venir smerdati che arrampicarsi sugli specchi) io non l’ho ancora visto, ma persone di cui mi fido molto, che vivono il cinema come me (cioè come il cugino sano di Matrix, una finzione reale quanto la realtà ma in senso buono, utile ad esperienziarne di più di quanto potremmo fare se la vita si limitasse alla nostra quotidianità, senza Arte) me ne hanno parlato benissimo, definendolo un film dove l’apparente trascuratezza del mondo attorno a Joaquin (il film è tutto concentrato su di lui) non emana trascuratezza ma ZOOM, se capisci cosa intendo.
Se togli un muro da un muro hai il niente, ma se togli un sacco di mattoni ma più o meno si vede che è ancora un muro, hai ancora un muro. Questo film, mi hanno detto, aveva fretta di raccontare la storia di JoaKer, e l’ha fatto di gran carriera, è scabro ma non scarno, grezzo ma non rozzo. Non l’ho visto e lo ammetto: ma mi fido di queste persone, insieme abbiamo visto qualcosa come un paio di migliaia di film. E ad essere sincero, se il film è come lo descrivono, posso vederlo nella mia mente, e sarebbe coerentissimo sia con i complimenti che con le critiche che ha ricevuto.
Non vedo l’ora di vederlo, ho un certo “hype” solenne e silenzioso ma ardente al pensiero di poterlo guardare.
guarda a me il film é anche piaciuto molto per mille motivi…(suoni immagini musiche ambientazioni i pagliacci ecc) ma…ma non andrei oltre nel misurare la profondità di un film il cui titolo è Jocker e in cui la vita del protagonista é un collage di film cult già visti…quale messaggio oltre a “venite a vedere la storia del jocker che poi non è il jocker che pensate ma solo uno con quel nome” ci sarebbe?
per il resto é un bel film? si
ha una profondità superiore ai pigiami ? forse ma non troppo
può ambire al livello di vestaglia dai…oltre non so
Ne terrò seriamente in considerazione per sgamare eventuali segrete borie da regista/produttore/distributore. Ma credo di aver capito. Diciamo che per me Joker è oro colato quindi c’è l’emozione… aspetterò di vederlo. Grazie!!!
Visto l’altra sera in lingua originale, per me troppo lungo, a parte un immenso Phoenix, la cosa che mi ha inquietato di più è la dentiera nuova di De Niro, non riesco a togliermela dalla testa, gli hanno fatto un lavoro demmerda come pochi.
dimenticavo:
ad ogni modo Todd Phillips sempre nel mio cuore per aver diretto “Hated”.
@Alessandro
Esatto, è una matrioska divertentissima.
@ Ste
Non ha ‘una profondità superiore ai pigiami’: è il Pigiama Definitivo.
Come film in sé gli han fatto un perfetto ultimo prezzo il Capo e George, è un bel noir e punto.
E’ tutto il giochino che ci sta dietro a essere orchestrato in maniera magistrale. E’ in quello che è un capolavoro, di divertimento intendo. E’ più parente della roba alla Inception o alla Bandersnatch che non dei film d’essai.
Non lo reputo superiore ai cineMarvel (che per me sono una droga come il corrispettivo cartaceo) perché abbia (o finga di avere) qualche (ruffiana) pretesa culturale. Lo reputo superiore perché gioca ESATTAMENTE con il loro stesso linguaggio, anche se non sembra, e lo fa MEGLIO.
@ Capo @Ste @ Tutti
Nessuna bullata cultural – citazionista, fidati. Non qui, perlomeno, non a casa tua. Sto solo mettendo in ordine le idee perché è roba lunga da scrivere, e poi spiego la mia per filo e per segno (oh, ovviamente sempre se a qualcuno interessa e premesso che ‘la mia’ non è Vangelo, anzi)
ma son anche d’accordo con te…infatti come dici tu una volta che lo chiami Jocker per quello lo devi considerare…non mi garba invece il contorno che secondo me è stato solo in parte voluto ma molto cavalcato (eh vabbè siamo nel 2019 tutto si diffonde più velocemente…solo che ci si basa ancora su roba vecchia vecchissima…mah)… non c’entra niente ma a me ha ricordato un film tipo the weather man …dove Nicolas Cage si immagina una parata in suo onore nel momento in cui supera i suoi mille problemi con moglie figli padre ecc…un film niente di che ma che rivisto oggi vale 2 jocker (e Nicolas Cage sarebbe un gran jocker). detto ciò basta non scrivo più su sto film che é pure bello
@ste: sinceramente, mi fa male agli occhi leggere tutti quei “Jocker”. Togli quella “c”. Ci guadagni anche il 20% in velocità.
ah ah chiedo perdono e pietá !
“Ho fatto un sogno, una volta. Il mondo in rovina… Una coltre nera cancellava il Sole, e l’oscurità era come viva per gli strilli d’angoscia e dolore di tutta l’Umanità… E all’improvviso… un luce si accese… un piccola candela prese vita e tremolò… un simbolo di speranza per miliardi di persone. Una singola, microscopica candela, che scintillava contro le orride tenebre…
…scoppiai a ridere, e ci soffiai sopra”
Joker, da “Shadow of the Bat #37”
Ora scusate, ma con un personaggio così, l’avrei amato un film su di lui perfino se vendeva gelati per due ore e cinquanta minuti. Quindi forse sono un po’ di parte :-)
Articolo spettacolare!! Non vedo l’ora di andarlo a vedere ma anche di non andarlo a vedere…
Come detto è un film che si può godere a più livelli di lettura.
LO SPOILER PIU’ GROSSO DA QUANDO HO MANGIATO DUE METRI DI PIZZA COI FUNGHI
Primo livello di lettura: è una origin story del Joker a tutti gli effetti, in cui ti viene fatto vedere come una società che svilisce una persona gentile e malata sbrocca e diventa un pazzoide furioso e assassino. Quindi messaggio garantista: la società è una merda e calpesta le persone più deboli trasformandole in dei mostri.
Joker spesso nei fumetti, frigna e fa la vittima ben bene per fregare chi gli sta davanti e giustificare le sue azioni. E trova sempre qualcuno che ci casca.
Nel ‘Cavaliere Oscuro’ di Miller, c’è un momento (celeberrimo e citatissimo) in cui Joker è (come qui) ospite a un talk show accompagnato da uno psicologo che si affanna a spiegare come, appunto, lui sia una vittima (della società e di Batman), un povero Cristo vessato. Ci crede davvero, e il Joker stesso gli regge il gioco facendo appunto la vittima fino al momento in cui si rivela per quello che è e in diretta tv non lo sgozza con una tazza rotta e stermina l’intero studio televisivo con il gas.
Che il Joker sia un narratore inaffidabile, inoltre, non è una cosa che (come dice George) aveva capito solo Nolan. Tutta la sua storia editoriale torna ciclicamente su questo punto, e lo stesso film di Philips è palesemente giocato su questo assunto.
Siamo veramente sicuri che quella che stiamo vedendo è la sua origine oppure è una delle sue solite megaballe? Tenendo presente che il punto di vista della narrazione è sempre e soltanto il suo, verrebbe da pensare la seconda (ed ecco il secondo livello di lettura: quello che abbiamo visto non ha senso, è una cazzabubbola che lui ci sta raccontando, ma non è la verità).
Un terzo elemento sul tavolo è il modo in cui viene letto lui stesso nel film: una forza politica, anarchica, rivoluzionaria, tant’è vero che i poveri di Gotham lo prendono a simbolo e indossano la sua maschera (mentre lui stesso quando è ospite talk show arriva ad ammettere finalmente che non gliene frega nulla di tutte queste cose).
Quindi quella che abbiamo visto, in sequenza: potrebbe benissimo non essere una origin story del Joker, ma una sua balla; di conseguenza NON è la storia della sbroccata di un poveraccio. Questo mente, è un Mentitore seriale, e se gli attribuisci un ruolo che non ha, non ti smentirà mai, anzi ti regge il gioco finché gli conviene (e poi, appunto, ti sgozza con una tazza).
E qua arriviamo al livello più profondo: quello del metalinguaggio.
Uno dei motivi per cui i film dell’Universo Cinematografico Marvel sono una figata (oltre all’aver fatto cinema con il linguaggio dei fumetti: sono dei veri e propri ‘fumetti in live action’, come è stato spesso ribadito anche su questo sito, e questa è – almeno a parere mio – una cosa fantastica) è che hanno portato i fumetti nella vita reale.
Quei personaggi hanno letteralmente preso vita grazie agli attori che li interpretano e al progetto di cui fanno parte: non riusciamo più a distinguere RDJ da Iron Man, Chris Evans da Cap, Vedova da Scarlett. Qualcuno tra i più giovani che non conosce chi è Jules Winnfield potrebbe anche identificare Samuel L. Jackson quasi esclusivamente con Nick Fury.
Gli attori stessi dei film Marvel, o perlomeno la maggior parte di quelli più rappresentativi, giocano ripetutamente a interpretare i loro personaggi anche nella vita reale e nelle occasioni pubbliche e questo aumenta la sensazione di vivere in una ‘realtà aumentata’ in cui i personaggi dei fumetti hanno realmente preso vita all’interno della nostra.
Joker, a livello metalinguistico, fa esattamente il percorso inverso: prende la nostra realtà e la trasforma in un fumetto di Batman.
In maniera paracula, ok. Furba, ok, ma lo fa.
I giurati del Leone d’Oro a Venezia, le madamine salottiere, gli intellettuali con la dolcevita e il giornale sottobraccio. Gente che mai si avvicinerebbe a un cinecomic, eppure TUTTI sono in estasi per questo ‘film d’essai che racconta di come la società ecc. ecc.’. Il loro punto di vista sul film è il punto di vista dello psicologo nel fumetto di Miller: garantista, socialoide. Lo osannano ma non hanno capito cosa stanno realmente guardando, pensano solo di saperlo. E Joker ride.
I ‘Batmaniacs investiti dal realismo’, quelli che cercavano un motivo plausibile per giustificare la loro passione per i pigiami: quelli sono paragonabili ai seguaci del Joker nel film, che ci vedono un rivoluzionario e ne sposano la causa. Altri che vengono fregati, che lo osannano ma non hanno capito cosa stanno realmente guardando, pensano solo di saperlo. e Joker ride.
Non so se e quanto mi sono spiegato, ma questo intendo quando dico che gioca con il (meta) linguaggio Marvel e lo fa meglio. MCU :”giochiamo ai pigiami anche nella vita reale”. Joker: “Prendo la vita reale e te la trasformo in un cazzo di fumetto di Batman”. Il “film Joker” e “il Joker personaggio” sono praticamente la stessa cosa, ecco spiegata la barzelletta. Al ‘gioco di ruolo dei pigiami dal vivo’ ci gioca semplicemente meglio a mio avviso. In maniera più ingegnosa e raffinata, e rendendo (con la sua stessa natura come spiegata) onore al personaggio nel modo migliore possibile.
Ovviamente sono mie opinioni, liberi di dissentire.
Finalmente. Tutti i batmaniaci in servizio permanente effettivo e di complemento non hanno ancora compreso il punto fondamentale: Joker non è una vittima, è un bugiardo, Joker mente, e se la ride.
Porca puttana mi sa che avete ragione. Che bellissima rilettura. Mi gusta: lo guarderò con questi occhi in aggiunta ai miei (che tengo scevri da ogni opinione pregressa).
Ps giochiamo a trasformare la vita in un fumetto di Batman? Il problema è per chi parteggiare! Voglio dire, anche se i costumi da supereroi non me lo drizzano granché, picchiare i cattivi a mani nude (e passare pure per eroe) attizza tanto quanto fare il terrorista creativo e folle!
Ecco perché “odio” (in senso affettuoso) Batman: ce ne sono almeno QUATTRO di colossi in quel fumetto, Joker, Batman, Bane, e RazzoAlCulo ehm no scusate Ras ‘al Ghoul. Difficile parteggiare!
Ma se vogliamo giocare tutti a fare il Joker, sentiamoci per telefono. Il Progetto Mayhem inizia a prendere forma, ihihihihi… scherzo (forse).
Progetto Mayhem, presente :-). Io però tengo per il pipistrello, fin dal 1989!
Comunque maestro vattelo a vedere, che a parte la guerra delle interpretazioni è un film molto bello, a livello di impato visivo, fotografia, etc, vale assolutamente la pena.
Amico mio amatissimo (leggerti è sempre una ventata di freschezza) sono a dir poco OBERATO. Ho settordicimila cosa da fare e anche questo weekend lo vedo moooolto solo come un momento in cui finire ciò che ho lasciato indietro dalla settimana. Vorrei tanto andarci, anche la mia compagna lo adora come personaggio, ma ho paura che non mi riesca. E poi posso essere sincero con un fratello? Ma sincero del tipo niente maschera e cuore a nudo: ho sviluppato un hype profondo per questo film. Non per la pellicola, cioè l’insieme delle scene: quella è soggetta ad analisi ed interpretazioni, dico per il film, cioè l’insieme di emozioni che la pellicola provoca. Mi vibra. Mi tocca. E non so se mi va vederlo spalla a spalla con qualche regazzino che commenta con gli amici imbecilli, o qualche fallito settantenne con la moglie che parla tutto il tempo a voce alta del fatto che lui i fumetti li ha letti tutti fin dalla prima uscita negli Anni ’40. Li ucciderei. Hai mai letto (non so se esiste più) il blog di Agghiastru (blackster siciliano, a metà tra cattivissimo e autoironico)? Parla di tante cose, e racconta anche di un tizio che sgranocchiava popcorn rumorosamente TUTTO IL TEMPO durante Nymphomaniac di Von Trier. Se succedeva a me andavo dallo sgranocchiatore e gli bestemmiavo in faccia così forte da scrostargli la carne dalle ossa del viso. Non voglio succeda qualcosa del genere. Non mi arrendo: ma sono un tantinello sovrastato di recente.
Su Batman e Joker, ho sempre amato il primo pure io. Anche se il Batman troppo buono non mi ha mai convinto troppo (e odio Robin). Mi piace molto di più quello moderno della Justice League, uccide la gente, è un manipolatore, quasi un sociopatico. Se studi psicologia a livelli profondi, vedi che Batman è antisociale quanto Joker: a parte che millanta di non uccidere, ma non credo che valuti joule per joule la forza dei pugni quando mette ko degli sgherri, certi colpi provocano traumi che ti uccidono una settimana dopo, ma comunque sono loro la causa della morte poi sopraggiunta. Ma non solo quello. Le sue armi, i suoi gadget ed inseguimenti, causano danni per milioni di dollari alle infrastrutture di Gotham, e non credo che le varie macchine che spiaccica/urta siano assicurate contro “Batman”. Certo, anche ambulanze e poliziotti passano col rosso se hanno le sirene spiegate, ma non è la stessa cosa della necessità, Batman si sente al di sopra degli altri, e non dico che sia sbagliato, io l’ho sempre accolta l’idea che nel deserto l’unico che ha diritto all’acqua è la guida, perché deve vivere, e pensare lucidamente, gli altri no, però in Batman questa cosa scade sottilissimamente nel compiacimento di essere un eroe, sebbene non ne abbia idea, e lo reprima.
Non dico che sia ipocrisia: in fin dei conti se lo rifiuta, è perché la sua coscienza lo disapprova, mentre il Joker ha fatto l’errore di considerare gli umani come parti del mondo invece che come cose con un’anima (e quindi uno solo di noi vale più di tutto l’universo inanimato).
Quindi Joker è cattivo senza se e senza ma, mentre Batman è buono senza dubbio, ma di fondo, sono simili più di quanto credano. Esiste poi quella versione in non mi ricordo quale arco narrativo, che dice che il Joker non è pazzo, ma affetto (qui è un po’ super-eroistico e fuori dal mondo solo-materia di Batman originale) da una sorta di metafacoltà mentale che gli permette di percepire la Realtà Assoluta, le implicazioni dell’Infinito e dell’Eternità. Una cosa del tipo:
“Se non esiste il soprannaturale, la vita non vale poi tanto, quando muori svanisci nel nulla quindi insomma non te la tirare troppo sui diritti e sul rispetto; se invece esiste, se muori o rinasci -indennizzato dal Karma per essere morto ingiustamente- o vai in paradiso garantito, indennizzato dall’essere morto ingiustamente. In un caso ucciderti non è granché grave tanto siamo tutti niente ed entro ottant’anni lo si ridiventa comunque, nell’altro ti faccio proprio un favore ad ucciderti”
Ora, sappi che incarnare comportamenti eccessivamente prepotenti è sbagliato indipendentemente dall’effetto che ha sul prossimo (se anche viene indennizzato, il male è male e se non viene fermato finisce col farne dosi quella volta non-indennizzabili), però sul piano teorico la cosa diventa assai meno immediatamente “folle”.
In aggiunta, Joker incarna un ruolo molto più profondo di quanto non appaia: ti costringe a chiederti chi sei. Immagina di vedertelo apparire coi suoi scagnozzi che ti puntano contro le armi: le varie reazioni (di ambedue i sessi):
Lottare
Fuggire
Negoziare
Sottomettersi
Non hai la più pallida idea di quale ti porterà a qualcosa. Lui non viene emotivamente manipolato a livello egoico da qualcuno che lo minaccia o gli lecca il culo. E questo ti costringe a guardare in faccia quanto i nostri comportamenti siano figli dei nostri obbiettivi, imprigionati in essi, ti costringe a chiederti cosa vuoi essere, non cosa ti conviene essere. Davanti a lui con una pistola puntata verso la tua faccia, respiri davvero la morte: rinunci a costruire i tuoi comportamenti opportunisticamente, e diventi più puro.
Io che mi sono trovato in condizioni simili, posso garantirtelo. Te lo sconsiglio comunque (non è detto che sopravvivi, io fui un bel mix di coraggioso -e ne vado fiero- e fortunato, anzi, fortunatissimo), ma purifica.
Quindi vada alla grande per Batman, però… capisci come mai il Joker mi tira così tanto?
Capisco, e concordo sull’interpretazione di Batman buono ma sociopatico e opposto ma simile al Joker.
Che dire, ne riparleremo allora quando uscirà in home video.
Un abbraccio, maestro.
Lì lo vedrò di sicuro, ma mi piange il cuore a dover aspettare. Vediamo se arrabatto qualcosa!!! Ti adoro amico mio
@ Nannibal
Sta cosa della pizza coi funghi mi ha dato in testa da quando ho letto la rece. Sono in loop da PcF (Pizza Coi Funghi) costante da allora. Quella alta, da panetteria o da kebabbaro. Con tanta mozzarella e i funghetti sottaceto sopra. Quella mi immagino.
Grande Peter, PcF per sempre. Funghi freschi spellati a mano e tagliati a fette (NON cubi), saltati in padella con un po’ d’olio, TANTI funghi, con assenzio, dragoncello, mentuccia, timo, origano, aglio incamiciato e peperoncino (poco, deve dare sapore, non piccante).
Quando sono ammorbiditi spengi tutto e grattaci sopra del pepe nero.
Niente sale, mai.
La pizza falla in casa e mettici il doppio del lievito che dice la ricetta. Falla lievitare tutta la notte e tutto il pomeriggio del giorno dopo, al caldo (meglio in uno sgabuzzino).
Mozzarella di bufala, strizzala in un colino e sbriciolala, ci va messa a neve quando è già quasi cotta la pizza (e assicurati, quando è quasi pronta, di tirarla fuori mezzo minuto per far colare l’acqua che tira comunque fuori, inclinando il piatto con la pizza nel lavandino, ma senza che la pizza cada!!! Poi rimettila dentro). I funghi solo alla fine, non devono cuocere insieme, ma assicurati che siano comunque caldi, alla stessa temperatura della pizza, e devono essere così tanti da coprirla COMPLETAMENTE. Ovviamente le erbe aromatiche non servono sulla pizza, buttale via dopo che ci hai cotto i funghi.
E birre amare. Amare a bestia. Magari meno in termini di litri rispetto ad una bionda leggera, ma credimi è meglio. Consiglio la Poretti 9 Luppoli American IPA. Io odio la Poretti e il modo in cui se la tira (di quindici varianti ne fanno schifo tredici) ma quella lì è un cazzo di capolavoro ad un prezzo abbordabilissimo e la trovi in qualunque supermercato.
Buon appetito fratello!!!
Grazie Alessandro! Ho il forno rotto mannaggia, ma mi hai fatto salire una fame senza senso.
Stato col forno rotto per più di due mesi una volta causa “Money-404” (tradotto, “Soldi non trovati”), fu atroce e dovetti campare solo con le cose che potevano cuocere in padella, davvero difficile. Appena il tuo amatissimo forno guarisce, sarà “Il ritorno della Pizza Koifunghi” (detto anche “Dalla cuCina con Furore”).
Io poi sono candidato all’oscar per la miglior canzone originale in “Il rutto di Chen terrorizza il vicinato”.
@Tutti
PPS: Per onestà di cronaca, la scena dello sgozzamento con la tazza in realtà è nel lungometraggio animato e non dal fumetto. La memoria ha fatto cilecca, pardon.
Sono capitato qui per caso, quindi mi si scuserà l’intrusione.
Ho visto ieri il film, che mi è piaciuto, molto, senza giungere a considerarlo un capolavoro. Ma di capolavoro ormai ne esce uno ogni tre / quattro anni (se si è fortunati).
Quello che noto qui, come in altri luoghi dove si discute il film, è la concentrazione su due elementi per “svilire” Joker come oggetto cinematografico.
Il primo, quello dell’apparente banale sequenzialità della trasformazione di Arthur da sfigato a sociopatico, si poggia secondo me su due malintesi complementari: quello dell’eccessiva fiducia nell’unicità (non complessità) della psiche umana e la riduzione della trasformazione a semplice criminale sanguinario – Joker è naturalmente un essere “eccezionale” che non può che venir fuori da eventi eccezionali.
Che Arthur diventi prima di tutto un criminale in seguito alla sua storia personale, agli abusi, alla forzata reclusione nell’ambiente monogenitoriale infetto, non la considero una lettura banale ma inevitabilmente prevedibile. Poiché prevedibile molte volte è nei suoi esiti la psiche umana.
Ho letto negli anni passati parte dei profili redatti da psicologi di alcuni terroristi implicati negli attentati tra la Francia e il Belgio e il contesto psicosociale di ognuno di loro è desolatamente, banalmente simile, per non dire identico a quello degli altri.
Ma nel caso di Joker, non è tanto importante il fatto che Arthur diventi un pericolo per la società, un assassino privo di rimorsi (per l’appunto, un sociopatico come tanti altri), ma che diventi proprio il Joker, attingendo a quella spettacolarizzazione, alla malata autoesaltazione che lo rende a suo modo un “creativo”. E su questo il film offre chiavi di lettura e non, per fortuna, spiegazioni univoche.
È stata un’ottima scelta non solo assegnare al personaggio il lavoro di saltuario clown fallito (e se ci pensa, malgrado possa essere un’associazione naturale, non ricordo sia stata fatta prima) ma anche la sua attrazione per la società dello spettacolo e l’aspirazione di farne parte, di modo che la sua umiliazione sia non solo sociale (povero, disturbato, incapace, abbandonato dalle istituzioni) ma anche mediatica – l’espediente si rivela fondamentale per la sua transizione, anche per come l’umiliazione arriverà ad essere ribaltata.
La seconda obiezione, che trovo un po’ pretestuosa, è quella per cui avremmo visto una storia del genere tante volte. D’accordo, eppure non facciamo che leggere/vedere storie che ridotte all’osso sono sempre le stesse: la storia della letteratura mondiale si potrebbe ridurre a una manciata di topoi. Ciò che cambia è la maniera in cui un tema è sviluppato, la sua risonanza con storie simili raccontate nel passato, e come quel dato tema si inserisce in un determinato momento storico, politico, economico, sociale.
Per quanto la storia si situi nel 1981 per una lunga serie di motivi – dalla coerenza intradiegetica con la narrazione batmaniana alla referenzialità cinematografica con le già nominate pellicole di rifermento di Scorsese, dalla volontà di creare una chiara corrispondenza con quello stesso periodo storico nella New York reale alla necessità di avere meno tecnologia di controllo perché la trama funzioni – è palese che la volontà è di creare un’analogia col presente. E questo al di là di certe trovate che comunque funzionano, come la metafora dei ratti che prendono possesso della città sommersa dai rifiuti e abbandonata dal potere o del Wayne padre in salsa trumpesca (finalmente, non più la sola visione idealizzata di Bruce).
La risposta all’umiliazione continua di Arthur è una reazione che diviene immediatamente condivisa, come un gigantesco like analogico che in più produce atti estremi. E c’è il vago sospetto che dietro la maschera di Batman, alla fine, si nasconda l’embedded difensore dello status quo.
Il gigantesco like analogico no dai
non cadermi sulle provocazioni
Condivido in pieno la lettura di Hal99. Prevedibile non significa privo di fascino. Ogni volta che vediamo un prequel (e certi prequel sono più belli degli originali) sappiamo benissimo come andrà, eppure è epico lo stesso.
Penso che questo film prenda il personaggio di joker solo come spunto per ribadire il concetto di banalità del male (Hannah Arendt) di come un uomo patologicamente nevrotico, assolutamente insignificante ed anonimo possa essere trasportato dagli eventi a diventare il cattivo per antonomasia dei fumetti. Non è la madre a cui è devoto, e che solo in seguito scopre aver avuto problemi psichiatrici a spingerlo alla violenza, ne la società che lo sbeffeggia di continuo e da cui viene continuamente preso a calci ed umiliato, ma solo il caso. La pistola che gli viene consegnata quasi con noncuranza dal collega (critica alla america assoggettata alla lobby delle armi) non viene nemmeno inquadrata quando viene sparato il primo colpo in metropolitana e joker sembra subire per l’ennesima volta la violenza del mondo ma aembra quasi che parta casualmente e solo dopo si vede lui con la piatola in mano che da vittima diventa carnefice. In taxi driver che viene spesso citato il protagonista è uno psicotico che decide di farsi giustizia da se, che decide di dare una regolata alla società, che compra le armi(al contrario di joker che non le cerca e non le vorrebbe) in entrambi i film però c’è una società americana(ormai mondiale?) violenta ed egoista incapace di vedere i problemi di chi ci sta attorno ma subito pronta a giuducarne le azioni (in entrambii film i media giocano un ruolo fondamentale nell’evoluzione psicologica dei personaggi)
Non sono d’accordo. Joker ha una campitezza che lo rende in definitiva adatto a portare sulle spalle, anche involontariamente, un ruolo di vendicatore. Una persona normale, nelle sue condizioni, avrebbe reagito in modo più piccolo, normale, prevedibile. Si sarebbe costituito, o avrebbe fatto dei passi falsi facendosi infine prendere. Joker va a dritto. Ha una stamina non-anonima. E la banalità del male della Harendt la incarna Gotham, non Joker. Forse potrebbero interessarti le riflessioni che ho scritto più in giù nella pagina, ma se non ne hai voglia, riassumo: Joker è la punizione che Gotham merita. E quando qualcuno è DAVVERO la mano del Fato, uno dei tratti distintivi è che NON sa di esserlo. Pensa al finale di “Giù la testa” e capirai cosa intendo. Joker è la mano del Fato proprio perché non lo fa apposta. Ma da ad una città orribile quello che merita. La Gotham di Joker non è quella di Batman, dove CITAZ da Dark Knight “…ci sono ancora persone, pronte a credere nel Bene”. La Gotham di questo film è meno accogliente di Silenth Hill. E’ merda pura. Joker non è messo lì a caso: ne è l’apoptosi, la tragedia annunciata, la profezia che si auto-avvera.
L’ultima lo giuro. Oggi mi sono dimenticato di aggiungere due particolari alla tesi
SPOILER
SPOILER
SPOILER
SPOILER
Che il film sia una palla colossale narrata dal Joker stesso che si burla di noi e prodotto della sua mente spostata.
1) il nome del club che frequenta è “POGO’S”. Ok, potrebbe essere solo un colpo di gomitino fine a se stesso del regista, ma Pogo The Clown era effettivamente l’identità di John Wayne Gacy;
e soprattutto, 2)
quale cazzo di genitore nel 1981 porta suo figlio a vedere una commedia sexy come “Zorro Mezzo & Mezzo”?
Soprattutto, come fa la famiglia Wayne ad andare in un cinema normale vestita da gente normale quando Thomas si è appena candidato a sindaco ed è in tv ogni minuto?
Potrebbero essere solo easter eggs comunque, in fin dei conti serviva un film di Zorro del 1981…
Secondo me (e lo spero se non sono idioti totali Phoenix compreso) con un eventuale sequel si scioglieranno tante questioni anche su questo film. Noi vediamo bene Arthur, lo vediamo diventare Joker, ma di Joker intravediamo solo qualcosa nell’ultimo quarto d’ora di film (il quarto d’ora peggiore peraltro). Se nel prossimo Joker 2 la vendemmia vedremo ancora il povero matto, questo film sarà ridimensionato e non poco ai miei occhi… se invece vedremo un Joker pienamente consapevole, bugiardo seriale, cinico e crudele, se sarà ben costruito come spero… questo Joker sarà la prima parte di un grandissimo lavoro sul personaggio.
Finora tutti quanti hanno dichiarato che è stato pensato come storia unica.
Che poi se fanno il sequel, tutti i giurati che l’hanno votato a Venezia e i critici togati realizzano di essere stati bamboozled… al limite devono vendersela come una trilogia su, che ne so, 2 facce e killer croc
che poi con killer croc te la cavi pure facile riciclando qualcosa da elephant man, mentre con 2 facce c’è tutta una filmografia sulle personalità multiple come ispirazione
Penso che la scelta di un film come zorro non sia casuale ma legata all immaginario di eroe mascherato difensore dei più deboli che si formera nel giovane Bruce legata alla morte dei genitori
Quello che non sopporto tanto è sentir raccontare in maniera banale e veloce la trama di un film nel tentativo di ridimensionare l’importanza che un nutrito pubblico ha (giustamente o ingiustamente) dato nei riguardi dello stesso. Lo si potrebbe fare con tutti i film, anche del citato Taxi Driver: “Travis Bickle, un tizio qualunque, un reduce con i soliti problemi di sociopatia, prende una pistola e sparacchia a destra e a manca protettori e suoi simili grazie alla più canonica discesa progressiva nell’inferno della mente” Ovviamente non è così, è molto più profondo di questo. Come Joker. Ma evidentemente scrivere un articolo strumentalizzando e banalizzando un film per tirare l’acqua al proprio mulino è più forte e redditizio di risate, che descrivere onestamente (in base ad un’autoregolamentazione da redattore provetto) un film con gli stessi parametri delle altre pellicole.
Ecco, è esattamente questo il punto. Taxi Driver è molto più profondo di così. Joker… mica tanto.
No, mi permetta, questo non è il punto. La questione non è certo discutere se Taxi Driver sia un film migliore di Joker – per quel che mi riguarda, indiscutibile – ma sull’armamentario dialettico utlizzato per far passare per citrulli chi pensa che Joker sia un ottimo film.
Ok, questa però è un’accusa diversa da quella del commento precedente. Ho descritto e giudicato un film e ho motivato, se non si è d’accordo si può molto tranquillamente rispondere in merito alle argomentazioni.
In realtà non era un’accusa personale – mi sono accorto che può sembrare così e me ne scuso – ma piuttosto un atteggiamento che è riproposto regolarmente. Si può concordare o meno su alcune scelte di sceneggiatura, ma l’imputazione circa la sostanziale banalità dello script è spesso accompagnata da un tono sufficiente se non dispregiativo sulle argomentazioni contrarie.
Sono accuse più bonarie di quel che sembrano, sono apertissimo alle confutazioni (ma di nuovo: nel merito)
basterebbe leggere anche altre recensioni di altri siti e recensori di varia foggia e misura per capire che il problema di sto film è proprio la superficialità che aleggia nell’aria dall’inizio alla fine…
il tono varia dal contesto in cui si legge ma non è che poi alle argomentazioni contrarie se sono deboli e quindi minoritarie si debba per forza riconoscere una dignità che non meritano…oppure riconosciamola con un briciolo di ironia come si fa in questo sito
(anche senza prendersi troppo sul serio magari…la moda della recensione alla recensione è irrazionale…tanto vale cercare su google recensioni entusiaste del film che ci è piaciuto e leggere solo quelle)
Taxi Driver è molto più profondo di così (e di Joker stesso) perché si prende sul serio, e lo spettatore non dubita mai della integrità di ciò che sta vedendo.
Non ti viene da dubitare mai neanche un secondo della storia che stai guardando né tantomeno della serietà dei contenuti e delle tematiche che tocca.
Joker fa proprio il contrario: mente sia sulla storia che racconta, sia quindi, di conseguenza, sui contenuti che dovrebbero farne da morale. Non c’e’ un minimo di serietà in Joker. È una presa per il culo allo spettatore dal primo all’ultimo minuto, e su più piani, come è una presa per il culo il modo in cui viene venduto. Che è poi il suo modo di rendere omaggio al personaggio protagonista.
Volendo tornare a Nolan, è un ‘vuoi sapere come mi sono fatto queste cicatrici?’ lungo due ore.
beh dai Taxi Driver è più profondo non solo perchè “si prende sul serio” ma anche perchè, tra le altre cose, è meno scontato e “rassicurante” nel tratteggiare quanto sia alienato Travis… la scena in cui porta la shepard a vedere un film porno come primo appuntamento è un esempio di quello che intendo.
se si hanno tutte le risposte e tutte le certezze, allora perché continuare? è stato bello.
@peter: se devo essere sincero, la tua teoria che tutto questo film è una bugia inventata dal primo fotogramma all’ultimo e gli indizi stanno in diverse pregresse rappresentazioni del personaggio extra-filmiche non mi convince. Sarebbe contemporaneamente un film che non racconta niente e non lascia manco indizi, il “Lost era tutto un sogno” stirato agli estremi fino a strapparlo di ogni senso. Un paio di “imbrogli” o ci sono: la storia con la ragazza e un finale potenzialmente ambiguo. Ma quest’ultimo funziona anche letterale, e pure nel peggiore dei casi non tradisce un’intera storia al 100%, è comunque un’illusione coerente col personaggio che abbiamo visto, altrimenti è come avere I soliti sospetti senza la rivelazione finale: a che serve? Usatelo il rasoio di Occam, è uno strumento utile.
E tra parentesi Taxi Driver è anche più personale e viscerale, meno ancorato a stereotipi vecchissimi lasciati invariati.
non si hanno certezze… infatti nel dubbio che dopo averlo visto fossi l’unico (? l’han visto in tanti eh) a non trovarlo così interessante come il trionfalismo post Venezia sembrava promettere ho leggiucchiato recensioni italiche e straniere e insomma…chi mastica cinema per lavoro (non per questo deve avere ragione però mi fido di meno dei post social vari) l’ha considerato un bel riassuntino di intenzioni/temi diversi nessuno sviluppato a dovere con la copertina del personaggio fumettoso di turno interpretato da un bravissimo attore e in bella evidenza il nome del regista..
che poi il film sia stato inizialmente prodotto da Scorsese, il quale ha concesso al regista di ispirarsi anche in modo pratico al suo materiale diciamo che non depone a favore dell’originalità e dei contenuti…
la cosa che più si avvicina a questo film per vari motivi è V per Vendetta (film ispirato a un fumetto, personaggio noto, mistificazioni storiche e sociali varie, giusta tamarraggine ben confezionata, attori famosi ecc) solo che, cito la recensione perchè più facile anche se in inglese ma vabbè
” You’d have to work to make its themes do the ideological leg work of the Guy Fawkes mask or the Matrix red pill. And honestly, that’s probably a blessing. We don’t need any more films about violent maladjusted antiheroes that try to predict the social response they’ll generate. We’ve surely met our quota for a few decades ”
Detto ciò la teoria di una grande presa in giro non so perchè ma puzza sempre…soprattutto quando è il regista stesso a non avere le idee chiare su come portarla avanti questa ipotetica strategia, sia durante ma soprattutto dopo il film, quando ti accorgi che il tuo film autoriale vince a Venezia e piace ai ragazzini ma lascia un pò perplesso quella landa di mezzo che in fin dei conti dove va essere il “tuo” pubblico.
Per il resto son gusti e ognuno può avere il suo legittimo parere
“chi mastica cinema per lavoro […] l’ha considerato un bel riassuntino di intenzioni/temi”…
Ma davvero non so da dove prenda queste certezze. Non è il solo: ho letto anch’io diversi articoli, l’ultimo uno dei Cahiers, e si trovano in ugual misura recensioni entusiastiche e ragionevolmente favorevoli senza scomodare il capolavoro, ed alcune totalmente negative. E quelle negative sono arrivate subito, ben prima della premiazione. Ok, nessun problema. Sono solo perplesso quando chi ha un parere piuttosto negativo si liscia il pedigree e si rallegra di aver visto il marcio laddove tutta la massa beota ha visto il capolavoro.
Per quel che mi riguarda, buona parte dei difetti sui quali si insiste di più è pretestuosa o totalmente extrafilmica. Il film di difetti ne ha, il finale un po’ raffazzonato, il voyeurismo sul corpo dell’attore che si trasfigura e s’imbruttisce per la parte (non se ne può più), ma si preferisce insistere sulla mancanza di originalità (si è sempre copiato, ci si è sempre ispirati ad altre opere, si omaggia o si ammicca, bene o male, da quando il cinema è nato).
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Ovvio che leggere da più parti stupore su aspetti per il quale il film non aggiunge niente di nuovo perplime dall’altro lato, ma la cosa interessante è che in realtà ho citato anche gli altri difetti.
io appoggio Hal99…
è un film che cmq si gioca (furbescamente forse) la sua quota “originalità” in termini di applicazione nel contesto comics, ma non è che, rispetto a questo parametro o quello “approfondimento”, sta clamorosamente sotto ad altre opere incensate quanto o più di joker.
La razionalità ci ha fregato regalandoci un mondo di merda e allora ne usciremo fuori con la follia, salvo che il mondo è di merda proprio perchè, spesso, i lamentosi non usano la razionalità ma vogliono averne i vantaggi di chi la usa.
E allora basta una scintilla, una scusa, un triplice omicidio di tre stronzi (che nessuno sa essere stronzi) e allora via a versailles con la scusa della giustizia (ma quale giustizia?) solo per prendere residenza a palazzo: in questo il film è una ruffianata agli idioti che coi social hanno preso consapevolezza che il numero batte la ragione (e adesso tutti in tangenziale per andare a comandare e sventrare l’area 51).
Detto questo il film è quasi inesistente, è un tutto già visto, pieno di omaggi che sembrano scopiazzature, nessuna reinvenzione o originalità e men che meno..nemmeno l’unica cosa che poteva sollevarlo un minimo, cioè, la mossa braveheart: un discorso, un guizzo, un motivazionale o una filosofia, per quanto stramba e\o malata, che lo imprimesse nella memoria o solleticasse, davvero, la parte distruttiva\romantica che tutti abbiamo in qualche angolo del nostro essere.
In definitiva, prima si è accostato joker a fantoCCi quando , secondo me, l’unico vero paragone è totò, lo schema è quello: film abbastanza dimenticabili tenuti in piedi grazie al protagonista che li rende godibili.
Se il protagonista non fosse il joker (quello del vituperato Nolan:”guarda cosa ho fatto a questa città con un pò di pallottole e alcune taniche di benzina”) sarebbe un altro filmetto “interessante ma niente di che”, poco approfondito e già visto.
E onore e gloria a Joaquin che lo tiene in piedi da solo ma è vizio, il suo, di fare interpretazioni decisamente sopra la media.
W Totò le moko e l’ennesimo cambio\riproposizione di film\storia\personaggio\attore\visione\origine che ha sinceramente rotto i coglioni dato che temo durerà ancora a lungo
@ Nannibal
Non lo so, Boss. Il fatto che la prospettiva narrativa sia sempre solo la sua mi ha lasciato col sapore di merda in bocca dalla scena in cui prova la pistola fino alla fine del film. Tu dici che non è intenzionale? Boh. Mi fido del rasoio di Occam, almeno ci provo.
Su ‘a chi giova’ è un po’ la domanda che sta dietro a ogni film dal finale o dalla prospettiva aperta e-o interpretabile, credo.
Il succo è: se gli indizi non sono nel film, non valgono.
SPOILERSSS
Se il finale significa che Joker non era mai uscito dal manicomio in vita sua, volendo grammaticalmente ci può stare, ma svuoterebbe il film di parecchio. Sarebbe uno specchio della sua fantasia, ma in quanto tale non diverso da quando sogna di essere ospite dello show di De Niro, il che lo posiziona comunque come un instabile dalla mente semplice. Non aggiunge comunque gran ché, anche nel migliore dei casi. Se la tua tesi è invece che abbiamo assistito a due ore del Joker classico che finge di essere Simple Jack il senso manca del tutto perché lo troveresti unicamente fuori dal film stesso. Non è questo quello che fanno i “film dal finale aperto”.
Assolutamente la seconda. E’ la lettura con cui l’ho guardato (non con cui ci ho ripensato a casa: proprio con cui l’ho fruito già in sala!) ed è il motivo per cui originariamente sostenevo che il 99% del pubblico che non conosce la natura del personaggio è in realtà tagliata fuori dalla reale comprensione del film. Ma ho compreso perfettamente i motivi per cui sostieni che è una teoria che non regge sia a livello logico sia di linguaggio.
Ok, il termine tecnico specifico per questo tipo di interpretazioni esiste, è assolutamente codificato e ufficiale, ed è “fan theory”.
Lo è infatti :)
Sempre un piacere leggerti e un onore avere la tua attenzione, N.
PS nel primo tempo effettivamente avete giocato meglio ;)
Fare battute sull’Inter, di questi tempi, vuol dire una cosa sola: tifare AS Roma o SS Lazio, che vabbè, che bisogna aggiungere?
Tifo Inter.
Minchia fra’ non si direbbe, mi dispiace che tu non abbia colto la prestazione a cazzoduro della Beneamata contro quei parassiti catalani, riducendola ad uno sdoganamento, mi dispiace sul serio
Sicuramente la miglior prestazione pronosticabile dal dopo-Mourinho, ma abbiamo preso Conte apposta per non adagiarci su queste piccolezze come un Milan qualunque. Il Barcellona che stracciammo con Mou era molto più forte… Comunque dai, in generale sono ovviamente contentone finora.
Tifare Roma vuol dire festeggia poco, ma almeno quelle poche volte che festeggio non so obbligato a prende un freccia rossa per trova na piazza dove fa qualche carosello in più di 50 persone
Io sono basita da queste recensioni.
Davvero io non capisco allora le articolesse piene di giustificazioni per i riprovevoli cinecomic della marvel (Cit. Francis Ford Coppola) di questo sito e poi la recensione sprezzante di questo film, che e’ un filmone, ti prende alla gola e ti fa scendere giu’ per la malattia e il disagio di Arthur Fleck dall’inizio alla fine.
Diciamola invece tutta: questo film ha rotto il giocattolone della Marvel. Ha dimostrato che si possono fare film ispirati ai fumetti che possano essere popolari ma al tempo stesso interessanti per ogni tipo di pubblico (fonte: il botteghino).
Ha dimostrato che allo strapotere cinematografico di film giocattoloni dove nessuno perde una gocciolina di sangue perche’ pensati per portarci tutta la famiglia o dove ci sta un umorismo da terza elementare ci puo’ essere un’alternativa.
Forse Joker sta segnando il passo, quello in cui il modo di fare i cinecomic come nel MCU e’ diventato vecchio. Una moda che sta segnando il passo come i avvenuto per i cinepanettoni.
Per carita’ il film puo’ piacere oppure no. Ma se questo film fa storcere il naso mentre Avengers fa spellare le dita di applausi allora io due domande me le farei riguardo il fatto di essere in grado davvero di discernere la qualita’ di un prodotto.
Guarda, la cosa giusta che dici tu è che Joker ha dimostrato che se ai fans del fumetto li attiri in trappola con un film che in realtà ha tutt’altri modelli e ambizioni se lo bevono in massa lo stesso, che è una cosa buona e di sicuro allargherà le sperimentazioni. Ma in questo senso rimane comunque una gimmick. Rimango dell’idea che confrontarlo agli Avengers sia pesantemente fuorviante, e che mai come in questo caso i fumetti siano puro fumo negli occhi per coprire un cugino povero di Scorsese (comunque divertentissimo, non l’ho stroncato).
Un aggiunta personale: Capitan America (& co.) che tiene botta per tutta la saga dicendo “we don’t trade lives” NON é un messaggio da poco, nè un messaggio superficiale. Essere disposti a morire tutti e con tutto l’universo perchè “we don’t trade lives” non so se é veramente piú superficiale di Joker.
(che poi Endgame sia a mio avviso orripilante é un altro discorso)
commento pungente ma sono d’accordo….stiamo svilendo un film che perlomeno ti fa riflettere…(ok…se fossero tutti così mi sparerei anche io) come mai l’uomo di oggi è attratto da questa follia?
Il maggior pregio è proprio quello di non avere una morale… sembra descrivere un processo che si espleta su Murray….e ti riempe di domande.
Se invece ci teniamo a fare una critica di principio allora cito cosa ha detto uno dei produttori:” Se l’arte non viene usata per iniziare un dibattito, e serve solo a esacerbare qualcosa, non so quale beneficio possa portare.”…..su questa frase possiamo riflettere e interrogarci….ma non sul film che è fondamentalmente un capolavoro!
Giuseppe, a me fa piacere se Joker sia stata per te un’esperienza talmente diversa dalle solite da definirlo capolavoro perché “perlomeno ti fa riflettere”. Il vero punto è questo: Joker si presenta superficialmente cone tratto da un fumetto, e quindi porta istintivamente a paragonarlo con film che normalmente (non sempre) non fanno riflettere perché non hanno quello scopo. E quindi spicca in positivo. Nella sostanza però è un film che richiama esplicitamente altri modelli e aspira ad essere loro, ricalcandoli nell’approccio, nella trama, nei dialoghi, nelle caratterizzazioni, nell’ambientazione, nella fotografia… E sono modelli che facevano la stessa cosa, ma in modo molto meno superficiale. E in confronto a loro sembra tutt’altro che un capolavoro, fosse anche solo per la deferenza con cui li omaggia e ci si inchina davanti invece che cercare una personalità sua. Quindi la domanda se vogliamo è questa: è un capolavoro rispetto a ciò che finge di essere? O è una sciocchezzina divertente rispetto a cosa aspira ad essere? O qualcosa di strano nel mezzo? Per come la vedo io: se ti ispira a uscire dalle cose che guardi di solito ed esplorare filmografie diverse, come quando ti avvicini al punk grazie ai Green Day che sono pop e simpatici e gradualmente arrivi ai Minor Threat, o come quando guardi Matrix e poi recuperi i film di John Woo, è un successone. Se invece ti fa dire “no, questo è il top, sono a posto”, è una fregatura.
Premetto che il cinema contemporaneo oramai lo ignoro, Joker non è da meno, ma è proprio per la fine di idee della macchina cinematografica americana che devono sfracassare le palle a tutti con una pubblicità incessante per un film tratto da fumetti e far credere che si tratti di un capolavoro, quando non lo è assolutamente. Di fronte al nulla Joker si fa spazio, ma così è troppo facile.
Visto che dite che la storia è “banale” e che in questo film ci troviamo di fronte “all’ennesimo matto che sbrocca” mi potreste citare 5-6 film oltre a “Taxi Driver” e “falling down” che hanno come unico protagonista un “matto che sbrocca” e che diventa omicida? La cosa mi interessa perchè, tanto per cominciare entrambi i film “taxi driver” e “falling down” sono entrati di diritto nella storia del cinema, quindi forse il soggetto non è poi così banale se trattato bene. E poi siamo di fronte ad un tema estremamente attuale, perchè almeno in america di “matti che sbroccano” e iniziano ad accoppare gente ce n’è uno ogni due giorni, ed di film che cerchino di narrare in maniera credibile ed umana le possibili motivazioni di questo “sbroccare” forse ce ne sono troppo pochi…di certo qui si è data una prospettiva quantomeno interessante e non banale.
Ciao! Penso ti possano rispondere in tanti qui dentro. Così su due piedi inizio da The Fanatic che è uscito quest’anno e ho recensito la scorsa settimana: http://www.i400calci.com/2019/10/what-a-story-fred-la-recensione-di-the-fanatic/
Sempre uscito quest’anno includerei anche Ma di Tate Taylor.
Andando indietro abbiamo ad esempio The Fan sempre con Robert De Niro. Poi mi viene in mente la saga di Willard negli anni ‘70, rifatta nei primi 2000 con Crispin Glover. Si presta molto bene anche la figura del villain in Chronicle, con bonus superpoteri. Questi così al volo e senza manco entrare nel filone serial killers, chiunque voglia aggiungere si senta libero.
Quindi è deciso che The King of Comedy è solo omaggiato e non schifosamente copiato, plagiato e usato, anche, come base per la frase iconica (?) “Pensavo che la mia vita fosse una tragedia, ma ora mi rendo conto che è una commedia” che è la base della “follia” di Rupert Pupkin? (NDR rivedere monologo di Pupkin alla luce dell’iconica frase del giocher)
Davide, La banalità è data dal riciclo di idee ,storia e film con la furbata dell’asterisco che rimanda alla scritta in piccolo:
*Pupkin è giocher…e c’è BW così non potete asserire sia il remake del king
(occhiolino occhiolino,colpetto di gomito, ammiccamento, mano alzata in attesa del cinque…)
Praticamente “hanno sceso a pisciare” giocher dall’universo DC per ficcarlo di prepotenza nell’universo scorsese ma vendendolo come una pigiamata, dai che gioacchino gli ha salvato il culo alla grande.
PS fondamentalmente il film mi è piaciuto, nel senso che l’ho guardato con piacere, ma mi sono rotto il cazzo che con la scusa che le note sono 7 ormai è tutto già visto e continuino a riscaldare le solite zuppe e debba sentirmi un rompicoglioni pignolo solo perchè lo noto
Molte delle robe per cui perlopiù casomai devo ammettere che nonostante tutto forse probabilmente MI è PIACIUTO ABBASTANZA COCKER (ho finito gli avverbi) è che vive, davvero della luce riflessa di? Il cavaliere oscuro? Taxi Scorsese driver per una notte?
A livello scenico devo dire che l’uso delle luci nella fotografia è una delle poche cose che che cazzo mi è piaciuta moltissimo di questo film: oltre alle sopracciglia di Joaquin Phoenix, ovvio.
La roba che LUI, matto maniaco criminale, diventa per caso – ma anche bontà degli strumenti tecno-economico del XIX-XX secolo, forniti da quella deliziosa invenzione ad essi relativa, vedi “cinema” – simbolo di una protesta e poi di una SOMMOSSA A GOTHAM, per cui Joaquin dirà “CHE BELLOOOO”, e, dai, è il bello serio di Joker, la devo capire meglio. Devo solo aggiungere che ho pensato mentre vedevo quelle scene dove lui è scortato via sull’auto della polizia ecc., che ho pensato a volte può essere più creativa la distruzione delle cose, che la loro creazione. Poi mi sono svegliato tutto sudato e se Dio vuole Cocker era finito.
‘Somma, acqua al mulino di 1)Phoenix, 2)Scorsese? e 3), deo gratia infinita, della mia Gotham.
Ciao ciao
Vorrei tanto vedere una battaglia dal vivo in cui una recensione dei 400 calci sfida una recenzione (si, recenzione proprio) di Gianni Canova. Tipo le sfide rap in 8Mile o Scary Movie 3, oppure Demogorgon contro Teletubbies (sto esagerando, ma il concetto è quello). Se non si fosse capito, non sono tra i primi fan di Canova (ma ahimè, proprio per questo lo leggo “spesso”).
Al di là delle varie opinioni, un fatto innegabile è che Joker disturba perché è terrorismo allo stato puro. Prima del festival di Venezia c’era la piazzetta tranquilla dei cinecomic per famiglie, tutta allegra colorata e rassicurante con la giostrina di Spiderman e dei soci del fantabosco, e questo film c’è andato contro col suo autista ghignante (non solo Phoenix ma anche e soprattutto Todd Phillips, Autore) a 200 all’ora come una camionetta esplosiva, lasciando cadaveri di supereroi, mamme e bambini sull’asfalto (sì, la metafora disturbante è voluta). Ma quale Taxi Driver. Come ha scritto qualcuno, questo è l’Arancia Meccanica del 2019, che fa star male e destabilizza tutti ma tutti DEVONO vedere. Che bello vedere che il cinema ha ancora questa potenza. Che bello.
Scusate, a me va bene qualsiaisi cosa, che si smonti il film, che si facciano paragoni eccessivi che Joacquin sia osannato come messia della nuova recitazione nazional popolare (e lo é) ma la cosa che veramente vorrei capire é:
1- Davvero De Niro ha cagato a casa tua?
2- Davvero hai mangiato due metri di pizza ai funghi?
Perché su questi due dettagli apparentemente innocui si gioca la credibilità della recensione.
Mi rendo conto che suona come una parafrasi ironica di un famoso dialogo dei Goonies ma è assolutamente vero.
Azz, non vedo i goonies da circa 30 anni e un quarto, e non sono abbastanza nerd per rivederlo e mio figlio é ancora troppo piccolo. Non avevo colto.
Avevo letto e riletto che sarebbe stato un mix di Taxi driver e Re per una notte con sopra attaccata l’etichetta “Joker”, per meri motivi economici.
E invece è un film molto interessante proprio per come potrebbe intersecarsi al fumetto, e per come reinterpreta il rapporto “causa-effetto” tra origini di Batman e origini del Joker. Da questo punto di vista è il non plus ultra del suggestivo, senza dubbio. Perciò, altro che etichettatura alimentare: questa è una storia che avrebbe fatto un’ottima figura anche in un fumetto DC label.
E’ anche un film, in fondo, più reazionario che rivoluzionario: “kill the rich” è un messaggio macroscopicamente non condivisibile, e della carismatica (?) follia di Joker non vediamo alcun aspetto costruttivo o innovatore. Non c’è neppure alcuna strategia, solamente errori madornali dettati dalla frustrazione e dall’adrenalina.
Per queste ragioni, senza caricarlo di significati profondi (che non credo neppure provi ad avere), mi è parso un film interpretato ottimamente e ben diretto, con fondamenta narrative solidissime e dialoghi riusciti (almeno nella versione in inglese).
Errore: “DC Black Label”, non “DC Label”. In altre parole, una storia del genere non avrebbe affatto sfigurato (anzi) nella linea DC “per adulti”
Bella la tua lettura. Ma c’è un punto su cui mi piacerebbe disserarte con te.
Cit: “E’ anche un film, in fondo, più reazionario che rivoluzionario: “kill the rich” è un messaggio macroscopicamente non condivisibile, e della carismatica (?) follia di Joker non vediamo alcun aspetto costruttivo o innovatore. Non c’è neppure alcuna strategia, solamente errori madornali dettati dalla frustrazione e dall’adrenalina”.
Esclusa la Rivoluzione Russa (che si è svolta semplicemente con l’arresto della famiglia imperiale e senza una goccia di sangue), le rivoluzioni nascono tutte come reazioni. E’ quello che la filosofia non ha mai capito, a cominciare da Popper (che io comunque adoro), non puoi aspettare, per cambiare le cose, di avere qualcosa che sia migliore di ciò che c’era prima al 100%, nella quasi totalità dei casi cambi una cosa che aveva dei pro e dei contro con un’altra che ha meno contro e più pro della precedente, ma non è necessariamente migliore su tutto, lo è solo in definitiva, in generale. Come cambiare una 5 porte vecchissima che ti costa l’ira di dio di manutenzione con una 3 porte nuova di zecca: è più goffa la gestione degli sportelli ma spesso non c’è la risposta perfetta domani, c’è solo quella passabile oggi, se aspetti domani ti ritrovi ad aver aspettato per nulla. Se guardi com’è strutturata la Gotham del film, con i grattacieli circondati da slums quasi senza ceto medio, ti rendi conto che è come una di quelle città dove i ricchi si sono accorpati, i poveri li hanno seguiti per far loro da schiavi, si sono fatti le loro casette di paglia e fango davanti al palazzo del Maharaja, e i loro figli crescono disoccupati perché non è una vera città, è un parco giochi per ricchi circondato di persone che sono andate a vivere lì perché ricchi avevano bisogno che i poveri li servissero (ma non che si riproducessero illudendosi che il futuro sarebbe stato roseo). Forse “kill the rich” non sarà condivisibile nel mondo reale (per me lo è, io la vedo come Spider Man, da grandi poteri derivano grandi responsabilità, essere ricchi è un grande potere, ma non ho mai visto un ricco sentirsi indebitato col mondo che gli ha permesso di diventarlo, e chi non rende il mondo migliore con la propria vita, lo rende migliore con la propria morte, che giustamente deve avvenire in fretta e a furor di popolo) ma di certo lo è nella Gotham del film. Nella Francia pre-rivoluzione, la carrozza di un nobile era legalmente autorizzata ad investire passanti, lavoratori, perfino bambini che giocavano in strada. La riparazione delle ruote, e la pulizia dal sangue, era addebitata alla famiglia del bambino investito. Non ci volevo credere, ma è Storia, e mi ha dato il magone quando l’ho letto. Ci credo che quando scoppiò la Rivoluzione, la gente non aveva idea di cosa sarebbe avvenuto dopo, voleva solo vendetta e spargimento di sangue. Tutte le rivoluzioni iniziano così. Se non c’è la rabbia, l’odio, semplicemente ti accontenti dello status quo, che ha sempre almeno un briciolo di pro, sennò svanirebbe subito e non servirebbe una rivoluzione per eliminarlo. Se perdura è perché almeno qualche pro ce l’ha: quindi, per buttarlo giù, serve la rabbia di chi ne è stato tagliato fuori del tutto. Forse nel mondo moderno è obsoleto (ma se guardi fuori dalla finestra ti viene da chiedertelo di chi sia colpa se in Italia non c’è lavoro, e per favore non dirmi gli immigrati, quei poveracci fanno lavori che ho fatto anche io per sopravvivere ma che avendo scelta non farei mai, io dico come mai un laureato si ritrova a lavare piatti), ma nella Gotham del film, i ricchi sono cattivi e stronzi quanto i nobili della Francia pre-rivoluzione. I tre yuppies che Joker ucccide sono l’esempio supremo di come siano i ricchi della città: sociopatici convinti che tutti gli altri siano oggetti. Gente così, se mai avrà moglie e figli, picchierà entrambi mentre è fatto di coca, investirà qualcuno guidando sbronzo (e facendola franca), e ti ridurrà sul lastrico grazie a qualche avvocato azzeccagarbugli perché una volta hai lasciato l’auto con le 4 frecce davanti a casa sua, perché come ci insegna la psicologia più basilare, quando ti convinci di essere un cattivone cazzuto e onnipotente, ti innamori di tale balla, non vuoi ricordare che non lo sei davvero, che sei solo un uomo come coloro su cui spadroneggi, e devi tenerla viva quell’illusione, sennò ti scoppia in faccia, e per tenerla viva devi di quando in quando fare del male a qualcuno (anche non fisicamente, tipo una causa legale) per riconfermare che sei tu il predatore alfa. E’ una forma di psicopatia. Era la stessa dimensione psicologica che rendeva così sadici i soldati nazisti (e che veniva socialmente incoraggiata). I ricchi di Gotham vanno davvero uccisi. Quelli del mondo reale, beh non è il luogo per parlarne :-)
ho visto re per una notte perché veniva sempre citato come fonte di ispirazione e c’è poco da dire é 10 volte meglio di questo pseudo cinecomic che non ha le palle per essere un film a sè e che non aggiunge niente al personaggio del joker da cui trae il 99 per cento dell’attrattiva…film più che guardabile ma dimenticabile in tre giorni…infatti non si ricorda giá più nessuno di questa “bomba” cinematografica, anche quelli che lo osannavano devono aver trovato una serie di Netflix più bomba di questo.
“Molto, ma molto più interessante il discorso che Todd Phillips fa sul populismo e su come esso sfrutti la rabbia sociale, incanalandola e fornendole simboli malsani, snaturandone infine anche le spinte positive. Qui Phillips ribalta uno dei concetti di Nolan, quello dell’uomo che deve farsi simbolo per fare del bene. Batman sceglie di diventare un simbolo, Joker lo diventa per caso, di una cosa che oltretutto non lo rappresenta e di cui non gli frega nulla. E usa quel potere per fare del male.Se Phillips avesse puntato un pochino più su questo, invece di impantanarsi in un ritratto psicologico stravisto e totalmente prevedibile, forse quel capolavoro che sperava di fare lo avrebbe realizzato davvero.”
Ecco, a distanza di qualche mesetto credo che questo discorso spieghi completamente il film. Già ad Ottobre non lo avevo trovato un capolavoro, ma comunque un ottimo film: per dire, questa recensione non mi era piaciuta ed ero pronto a darvi dei “venduti di casa Marvel” (spero di non averlo fatto, non ho riletto i vecchi commenti). Adesso invece, dopo una seconda visione più attenta, direi proprio che concordo: bel film, senza dubbio, ma scritto veramente in maniera superficiale. La cosa più fastidiosa per me è il secondo atto, in cui ci viene spiegato che il nostro personaggio è sempre stato pazzo per colpa della madre: in poche parole tutta la presunta critica sociale vista da molti critici e spettatori perde totalmente di significato, in quanto il personaggio alla fine è già folle. Poi va beh, come dice giustamente George il vero messaggio non doveva essere solo la società che corrompe gli uomini, ma anche il fatto che questo personaggio sia solo uno che vuole diventare il più grande uomo di spettacolo della città, utilizzando l’omicidio come battuta (mi ricollego alla storica recensione del Batman di Burton).
Concordo molto anche con l’Anonimo qui sopra, quando dice che il film vorrebbe tanto fare l’alternativo e l’autoriale ma non ha il coraggio di staccarsi dal fumetto: io avrei magari puntato su scelte un pò coraggiose, tipo mettere Fleck veramente figlio di Wayne o far morire il personaggio dopo l’omicidio di Murray.
In conclusione, per me siamo dalle parti di Logan e il Cavaliere Oscuro: bel film, osannato come capolavoro all’uscita perché circondato da opere ben più mediocri.
Ciao, amico. Leggo sempre i tuoi commenti e nel condivido la maggior parte. Stavolta provo a fornire, tanto per chiacchierare, una visione da un angolo diverso. Tu dici che trovi del vero, dopo una lettura più dilatata nel tempo, nelle frasi di chi lo descrive prevedibile, un film che scorre in un solco già tracciato. Io personalmente credo che anche un film prevedibile (la vita lo è: si nasce, si vive, si muore, e ti giuro che non lo dico con qualunquismo, continua a leggere) possa avere momenti magistrali, in cui energie dense, profonde, che stanno a cuore, emergono violentemente. Io credo che Joker, essendo un film fatto (proprio come le novelle di Verga) di eventi che accadono ai protagonisti, tocchi ognuno di noi in modo diverso: a me per esempio la situazione di Fleck tocca molto da vicino. Io quando spara la primissima volta ad uno dei tre yuppies ho avuto un sussulto, paragonabile a tornare a casa dal lavoro e trovare tua figlia adolescente sul divano che lo prende in culo da un fidanzatino di cui nemmeno ti aveva mai parlato: lei è diventata adolescente/adulta, e tu di colpo sei VECCHIO. Quel genere di cose che ti serpeggiano sotto la pelle. In quel colpo di pistola c’è tutto un intero mondo, per alcuni attuale per altri meno personalmente risonante, ma c’è un mondo, represso e ingiusto che si libera, che sgorga fuori come un chierichetto che studia da prete perché la famiglia di merda lo ha indottrinato fin da bambino, e che si ritrova sedotto e circuito da un’amichetta di scuola e si fa la sua prima sborrata che gli sembrerà come il capovolgersi del mondo, la volta celeste che crolla e rivela tutti i segreti che ha represso, in quel proiettile c’è tutto questo. E il modo in cui lui balla nei bagni pubblici abbandonati, dopo il triplice omicidio, mi ha fatto venire fisicamente la pelle d’oca, perché vuol dire che lui si sta accettando, come il Colonnello Kurtz di Cuore di Tenebra, sconvolto perché dopo aver sparato a sangue freddo ad un guerrigliero catturato, vede una farfalla che si posa sulla canna della pistola per poi volarne via subito giacché il metallo è incandescente per lo sparo, mentre attorno a lui la giungla continua ad emettere i suoi versi, e le nuvole giocano col sole, e di colpo gli esplode in faccia ciò che lui chiamerà l’Orrore (che in latino vuol dire vertigine), cioè capire che uccidere un altro uomo, forse, non è nulla di che, e uccidere non è proibito, al massimo dipende chi e perché. Fleck trascende la morale comune, in cui era cresciuto, e si accetta come essere diverso, per certi versi superiore, non più limitato da costrutti morali illusori (e gestiti dai ricchi). Non vedo autentici collegamenti tra il Joker del fumetto e quello del film: io il Joker del fumetto lo vedo tanto, tanto simile a Otis di Devil’s Reject e 3 from Hell (magistralmente interpretato da Bill Moseley), guidato da un impulso simile a quello che (non so com’è tradotto nella versione italiana, l’ho guardato volutamente solo in inglese) fa dire a Otis, in 3 from hell, “Don’t tell me I can’t, don’t tell me it’s impossible, I’m the fucking impossible!!!”, cioè più o meno “Non venir a dirmi che non posso, o che è impossibile, IO sono il fottutissimo IMPOSSIBILE”, come un bisogno sociopatico di varcare qualunque confine, morale compreso. Il Joker del film non è così: lui è un uomo di base buono, che scopre che non tutte le vite sono sacre, che forse nessuna lo è, e questo non lo rende malvagio, ma al contrario lo illumina sull’insensatezza di considerare sacra la vita (se lo fosse, l’Universo non avrebbe 1001 modi creativi di ucciderci a cazzo di cane e senza motivo), più che mai quella dei disgustosi cittadini di Gotham, perfettamente descritti, secondo me, da una delle canzoni di Sweeney Todd con Johnny Depp e Helena Bonham Carter, quella che cantano quando decidono di riaprire il ristorante cucinando gli avventori stessi, e che dice (traduco) “In questa città ci sono solo due tipi di persone, quello che ha il piede sulla gola del suo simile, e quello steso a terra sotto il piede dell’altro, i primi la morte la meritano, per i secondi essa sarà una liberazione”. Joker è la storia di un uomo che si fa interprete di tutto questo, solo che lo fa a livello meta-conscio, involontario, ma anche lui si ammanta di un simbolo: “Ain’t take no shit”, cioè più o meno “Ora mi sono davvero stra-rotto il cazzo”. Il suo non è il Caos di un malvagio: Joker, paragonato alla Gotham del film (non dobbiamo mai dimenticarci quel legame, perché in un mondo meno atroce sarebbe cresciuto diversamente), è esattamente ciò che Batman è nelle parole del Commissario Gordon nella trilogia di Nolan: non l’ero di cui la città ha bisogno, ma quello che la città merita. Gotham è Sodoma e Gomorra: Dio manda l’angelo della distruzione a sterminare, torturare, punire e distruggere. Senza offrire né quartiere né spiegazioni. Fin dall’inizio il regista cerca di farci capire che Fleck non conta molto, è Gotham City la protagonista del film. Joker è la storia di Gotham e di quello che le accade, ossia che alla fine i cattivi ottengono quello che si meritano. A suo modo è una cautionary tale!
Io ho capito che joker è pazzo dal minuto 4. Cioè sta conversando con una psicologa e prende psicofarmaci… Non mi pare una persona sana di mente. Cioè non leggo la didascalia “guarda ti faccio vedere come un individuo che perde tutto diventa pazzo”. In questo senso credo svaniscano i paragoni con altri film tipo un giorno di ordinaria follia (ne aggiungo un altro alla lista del capo. A proposito… l’Inter oggi come la valiti? Io ancora non digerisco l’idea di conte alla barra). Almeno io la vedo così. Alcuni episodi poi mi lasciano intendere che proprio perché disturbato di suo mentalmente molte cose le sogni o inventi (tutto quello che ha a che fare con lo show. SPOILER lui sta incazzato con de Niro che lo ridicolizza parlando del suo monologo al cabaret. Quando poi si incontrano joker lo rinfacci a de Niro. Ma de Niro cade dalle nubi con Zalone. Quindi è veramente successo? Che joker sia stato ridicolizzato? Accanto alla mamma poi sogna di essere uno spettatore dello show di de Niro ed alla fine lo abbraccia come un padre). Tutta la sua vita è una menzogna e quindi joker mente. Non è extrafilmico. È proprio il film. Che poi tutti i poveri (come me) si sentano legittimati a vestirsi da clown e fracassare la città è solo una lettura di come vanno le cose oggigiorno…
Joker sembra sinceramente soffrire mentre immagina/sogna/inventa. Non credo che una interpretazione troppo cinica/fantastica degli eventi mostrateci dal regista possa essere inerentemente attendibile. Toglierebbe totalmente pertinenza al film, diventerebbe tipo Train de Vie, ma non credo sia questo il caso. E poi sei sicuro che la scena in cui lui si immagina allo spettacolo di DeNiro sia finta? Voglio dire, la gente viene presa a caso per far parte del pubblico, magari lui è stato sorteggiato partendo che ne so dal lavoro che fa. Magari, boh, ci sta. Certo la tua lettura spiegherebbe perché al loro incontro alla fine del film DeNiro sembra non conoscerlo affatto, ma potrebbe anche essere un modo del regista di dirci che i ricchi sono arroganti e non ricordano i poveri. Sullo spaccare tutto, potremmo scambiarci le mail ahahahah ma il mondo di oggi non fa schifo quanto Gotham, non credo il suo livello di schifo ci dia il diritto di sfasciare tutto… fosse appena un po’ peggio, allora sì. Ma cazzo se vorrei sfasciare tutto io per primo. Ma poi la coscienza dice aspetta…
Guarda non pretendo di dire come stanno le cose ma solo quello che ho visto io e di inserirmi nel discorso di mesi fa. Capolavoro non capolavoro mi interessa poco (posso vantarmi per aver visto film che altri scatterebbero a priori tipo giù le mani dal mio periscopio o che so the arrival). Io dico solo che secondo me joker è malato da sempre. Non sono le botte o il licenziamento o l’aver scoperto di essere stato ingannato dalla madre o l’amico che prima gli regala la pistola e poi lo tradisce. Lui è già schizzato di suo. Sogna di partecipare allo show di de Niro come ospite (è palese dai. Guarda lo show con la madre, e sogna. Poteva mai finire con de Niro che l’abbraccia commosso? No. Lui vuole un padre e quindi sogna che possa essere tale de Niro). La schizofrenia viene poi proprio mostrata con la ragazza che abita nel suo palazzo. Tutto il tempo a pensare “uà c’è una che ha il coraggio di dargliela” e poi viene fuori che fosse un parto della sua mente. A questo punto a me viene da pensare che sia malato di suo. Per me, cioè, non c’entra niente la società nella sua discesa agli inferi. Lui è così e basta. Per giustificare la sua voglia di fare del male sogna che gli altri gli facciano del male. In tal senso è la nemesi di Batman tanto che ad un certo punto pensiamo che siano fratelli. Batman decide di punire chi fa dei torti e salvare il mondo. Joker decide di uccidere chi gli fa dei torti. Entrambi agiscono per vendetta.
Quindi più che taxi driver e i debiti con gli altri credo solo che sia un film su uno dei personaggi del fumetto che aiuta meglio a capire anche Batman
Questo volevo sottolineare
E ti do totalmente ragione! Io credo che quando la gente definisce Joker come un film che parla della discesa di un uomo nella follia, si riferisce al fatto di diventare un assassino e un (teoricamente) sociopatico. Follia in quel senso. Sul resto ti do ragione. Pensandoci bene anche sulla scena dello show e dell’abbraccio con DeNiro. In effetti è più convincente piuttosto che pensare che l’abbiano invitato. Sai perché personalmente preferisco pensare che la scena dello show sia reale? Perché secondo me l’allucinazione della sua relazione con la ragazza fa più effetto se è l’unica. In quanto aspirante regista, l’avrei fatto così. Ma su quello è una preferenza mia. Sul resto do ragione a te.
E ho capito la gente a cosa si riferisce. Ma io continuerò a ripetere che il tizio sia un sociopatico schizofrenico da sempre. Che sogni i maltrattamenti che subisce (magari non tutti) per giustificare la vendetta che poi compie. È un malato.
Anche Batman mi sa di uno che non sta (tanto) bene. Voglio dire, a prescindere dai film di Nolan e del realismo forzato, parliamo di un ricco che decide di combattere il crimine con le sue sole forze (fisiche ed economiche). Non ha superpoteri… Quindi già c’è la volontà di renderlo “”””reale””””… Però si traveste con la calzamaglia. Non mi pare una mossa giusta. Ok sarà pure stato il primo ricco a scendere in campo per noi, per salvarci. Che poteva stare sul suo yacht. E l’ha fatto per noi. Comunisti! Voi che lo criticate
A me piace tantissimo Bruce bambino quando Arthur lo incontra attraverso il cancello della mega-villona. Sembra un bambino disturbatissimo, cresciuto in mezzo ai non-detti, con una figura paterna enorme e assente al tempo stesso, e che emana un machismo lobbista. Sai che a volte ho pensato (ma bada non dico che il film lo suggerisca, è una cosa tutta mia) che fosse LUI il misterioso trombamico della mamma di Arthur che di quando in quando compariva a casa loro per scoparsela, si faceva di coca con lei e che regolarmente picchiava sia lei che il bambino? Bambino che secondo me ci sta benissimo fosse suo: la recitazione di Cullen è credibilissima, io ce lo vedo troppo quel tipo di riccone lì a scoparsi (e menare) una stupidina graziosa e drogata che lavora per lui. La creatura perfetta su cui sfogarsi, per un uomo con movenze e atteggiamento da fascista nascosto dietro una parvenza sofisticata. Posso solo immaginare cosa sia crescere come il suo figlioletto unigenito. Roba da crescere disturbati. Io la calzamaglia di Batman più che altro l’ho sempre vista come un’armatura, e meno come segno emozionale. E ad essere sincero, il suo personaggio mi è sempre piaciuto proprio perché la violenza fisica, è “sporca”, c’è qualcosa di, non lo so, sbagliato, quando la tua mano impatta la faccia di qualcuno e ci struscia sopra per tutta la lunghezza prima che il braccio torni indietro. Non c’è modo, nella vita reale, di far sì che la razionalizzazione di ciò che stai facendo (difenderti, difendere qualcun altro, eccetera) prevalga sul gesto in sé, il gesto in sé è così pervasivo, che lo puoi casi ingoiare. Come beccarti un’involontaria (o almeno così disse, chi lo sa cosa le passava per la testa a quella porcellona pervertita) scorreggia in faccia mentre lecchi una figa. Dei due odori uno è più potente, c’è poco da fare, e devi levarti momentaneamente dal cazzo (o meglio dalla fregna). Quindi uno che quella vita la SCEGLIE, ma al tempo stesso non vuole morti, vuole essere “il buono”, ha dei grossi dualismi. Affascinanti dualismi. Sul Joker, ho capito che intendi: il Joker ci sta trollando tutti. Ma secondo me (bada, riflessione mia) il segreto del film sta nel fatto che il regista NON lo ha pensato come origin story ma come alternative reality, quasi alla stregua di Brightburn per Superman (o di Maleficent della Disney, che a me è piaciuto, lo dico senza vergogna, e il due mi è piaciuto anche ottomila volte di più del primo e più di tanti altri film “seri” recenti). In pratica, è il regista stesso (ma questo è abbattimento della quarta parete, o come si direbbe in Dungeons and Dragons, è “fare meta-game”, del tipo “Questa è la decima volta che gioco un’avventura ideata da questo mio amico, le chiavi stanno sempre in una mattonella vicino alla porta, è un classico delle avventure organizzate da questo mio amico, cerchiamola lì”, insomma è barare) a dirci che vuole fare un film in cui il Joker è la vittima che scassa il cazzo di essere vittima, insomma è il “buono”. Se ci stesso perculando, non lo sarebbe. Per me tirar giù la quarta parete è sempre l’unico modo di vedere un film, anzi ti dirò la verità, è una delle cose che preferisco di più di un film, capire cosa il regista voleva dire/nascondere. Mi ci sono fatto grasso con i riferimenti massonici nei film Disney (ci sono, non è una cospirazione, studio l’Occulto da tutta la vita, so notare quando qualcuno cerca di trasmettere punti di vista “peculiari”), ma mi piace sempre cercare. Sapere cosa pensa il regista mi permette di concentrarmi meglio sull’interpretazione del film che lui voleva noi avessimo. E fondamentalmente Phillips ha detto qual era lo scopo: fare un film dove Joker diventa il terremoto marino che, causando uno tsunami che uccide 250.000 persone in un’area dove, se fosse stato evitato l’abusivismo edilizio ne sarebbero morte non più di 2-3000 (vittime registrate nelle zone abitative dove costruire case era legale), rivela che il cattivo non è lo tsunami, è chi ha costruito ecomostri fino praticamente a mettere palafitte sulla spiaggia, basterebbero le mareggiate che vidi quella volta a Livorno (stato una volta sola in vita mia qualche giorno, divertentissima città, voglio sempre tornarci ma non riesco mai, troppissimo lontana da dove sto) per fare diecimila morti. Per quello credo che lui sia pazzo, ma pazzo buono, e Gotham lo fa diventare pazzo cattivo. Poi boh eh. Chiacchierare con te è come respirare. Sei civile e argomenti.
Mi sono appena reso conto che il regista doveva aver visto “you where never really here” e aver pensato che l’idea di Joaquin Phoenix che interpreta uno psicotico con un passato di abusi che vive con la madre fosse ottima per una origin story del joker