“Non so se il coito interrotto sia solo una questione di budget o una precisa scelta artistica dei due; anche fosse la seconda, resta una scommessa parzialmente persa e un invito a B&M a sfruttare il prossimo film per allargare gli orizzonti e provare qualcosa di diverso, perché non sempre alzare la voce (o drogarsi durissimo) è un male”
Così scriveva nel lontano 2018 il prode Stanlio Kubrick alla fine della sua recensione di The Endless, penultima fatica del duo Benson & Moorhead. Ah, quanto profetiche suonano ora le parole di Stanlio! E quanto simbolica è questa valenza profetica, visto che in entrambi i film si parla di paradossi temporali.
Insomma, dopo la loro penultima fatica, B&M hanno di nuovo incrociato i loro peni in segno di stima e si sono detti ciò:
“Bon, ora facciamo come dice Stanlio: ci mettiamo più soldi, una fotografia più fighetta, location urbana così si vede che abbiamo dovuto pagare i permessi al comune, e crepi l’avarizia!, ci mettiamo anche gli attori veri!”
“Perché gli attori veri? Cosa cazzo dici? Non siamo mica abbastanza bravi noi due? In The Endless andavamo benissimo”
“Sì, ma non possiamo interpretare due fratelli nel penultimo film e due colleghi in questo qua, dai, mica siamo i fratelli Marx”
“Vabbé, OK, però allora i due attori li prendiamo bravi, famosi e che portino gente a vedere il film”
“Ce ne ho uno bravissimo, che ha fatto un mucchio di roba figa, carismatico, espressivo; si chiama Anthony Mackie”
“Ah. Vabbé, sì, lui è perfetto ma ci serve anche uno egualmente bravo E con un nome di richiamo”
“Ho anche quello”
“Eh. Chi è?”
“…”
“Dai, cazzo, chi è?”
Jamie Dornan, siore e siori. Che l’è proprio un bel fiol, ma vigliacco se riesce ad infondere un milligrammo di drammaticità al suo personaggio, e affiancarlo ad Anthony Mackie ha qualcosa di sadico. Rincresce dirlo, ma Dornan non è neppure il problema maggiore di Synchronic.
A scanso di equivoci, a me è piaciuto! Però… aspettate, andiamo con ordine almeno qui.
Steve (Mackie) e Dennis (Dornan) fanno i paramedici a New Orleans; all’improvviso la città viene invasa da un’ondata di morti bizzarre, dalle modalità completamente scollegate fra loro, ma tutte facenti capo a una droga legale di ultimissima generazione, chiamata appunto Synchronic. Mentre Dornan finge di recitare due o tre battute, Mackie si impossessa del film e il suo personaggio scopre che la Synchronic è una droga che permette di viaggiare nel tempo per sette minuti; con la clausola che allo scoccare dei sette minuti ti devi trovare esattamente nello stesso punto fisico in cui eri quando sei arrivato nel passato, altrimenti non riesci più a tornare indietro. E il passato di New Orleans non è esattamente un posto accogliente: fra Ku Klux Klan, paludi e guerre, i registi dicono molto chiaramente (e l’hanno ripetuto durante il Q&A) che sono arcistufi della feticizzazione del passato come età dell’oro, del “si stava meglio quando si stava peggio”: un paio di palle, si stava peggio e basta, soprattutto se sei nero. Ehi, ma che succede? La figlia emo-goth-ribelle di Dornan è scomparsa nel nulla dopo essersi fatta una dose di Synchronic con le sue amiche tossiche! Mackie sa quel che deve fare. Dornan deve solo tagliare una cipolla e far finta di piangere. Benson & Moorehead sanno anche loro quel che devono fare.
E qui Benson & Moorehead hanno smesso di ascoltare Stanlio; un errore fatale.
In sostanza, pur basandosi su una storia più lineare, Synchronic non risolve quello che era il difetto principale di The Endless, cioè costruisce un universo affascinante, pieno di stimoli intellettuali e di paradossi, fedele alla sua solida logica interna – e poi chiude in fretta e furia, con tanti buoni sentimenti e senza farsi troppe domande. Anche questo film, godibile, bello e intelligente (come un uomo da sposare!), finisce con un coito interrotto (mai sposare un uomo prima di averci scopato!), un messaggio mai chiarito, e un generale senso di frustrazione; addirittura qui a un certo punto appare un personaggio secondario che promette di essere importantissimo, butta in giro aringhe rosse a strafottere e poi si dimentica di tornare a riprendersele. Eh no, B&M, non me la raccontate giusta! Che cosa è successo alla sceneggiatura? Perché avete dovuto tagliare roba interessante col machete? Perché tirate il sasso e nascondete la mano? Proprio ora che avete qualche soldo in più!
DVD quote:
«Tirare le aringhe rosse e nascondere la mano nel passato»
(Cicciolina Wertmüller, i400calci.com)
PS: non trovo in giro il trailer, quindi vi ho linkato il Q&A coi registi al TIFF.
Il film prima ho provato a vederlo ma sinceramente mi sembrava ..con tutto il rispetto..una palla al cazzo senza né capo né coda…poi oh prova e riprova magari esce il filmone
The Endless era un capolavoro, se si capisce la mitologia alla base. Uno di quegli horror grandioso dove non serve che accada nulla perché l’essenza dell’orrore è connaturata all’esistenza stessa in cui viviamo (nel caso del film, dominata da questa Forza che crea loop per esplorare/mangiare gli umani).
Di questo secono film nulla so e dalla rece poco mi interessa, ma non si sa mai, un’occhiata vedrò di dargliela, in fondo la rece ha commentato tiepidamente the Endless quindi i gusti di Cicciolina non coincidono coi miei, magari mi piacerà pure questo.
Sono d’accordo coi brothers, non è vero che si stava meglio quando ecc. Peccato che la conseguenza dei progressi della medicina, della sensibilizzazione verso le minoranze e della divulgaZione della cultura del vivere sano farà si che fra poco non morirà più nessuno e questo pianeta si troverà appiccicata addosso una pelliccia di carne umana che lo soffocherá.
Così, un po’ di pessimismo spicciolo che manco c’entra un cazzo col film
Noooo quando ci scoppierà in faccia che così non funziona, inventeremo qualcosa. Tipo la legge del figlio unico. O scoppierà una Guerra Mondiale. Ma torneremo ai numeri giusti. Questa è solo una fase. Devi capire che eravamo delle merde, noi umani. Il buonismo è l’unico antidoto al cuore di pietra che abbiamo avuto per millenni. Ma così come un antidoto smette di essere necessario dopo che la malattia è sconfitta, anche il buonismo svanirà. Non ritorneremo mai stronzi tipo prima. Ma saremo meno sciocchi del tipo “Ma sì, sforniamo cinque gemelli grassi che inquineranno il mondo a dovere” (ed è una citazione). Io mi sono messo avanti. Questa severità la venero e la pratico già ora. Magari leggiti il mio commento al (grandissimo) Barone Meshuggah sulla rece di Joker.
Il Cinema è vita e gloria. E sono anni (il cattivo di Inferno di Dan Brown, Charles Dance in Godzilla 2, Thanos, ecc) che l’arte ci manda segnali. Non dico di sterminare metà umanità. Ma di prendere provvedimenti adulti e responsabili per non aumentare (e per troncare tutte le idee sbagliate di espansione consumistica infinita che è un’altra figlia della stessa mancanza di cautela che ci spinge a riprodurci senza controllo).
Il tuo non è pessimismo spicciolo, fratello.
Jamie Dornan non è il problema maggiore di Synchronic. Jamie Dornan è il problema maggiore di Jamie Dornan.
Al pari di Nekrotronic, il problema qui è che se da un lato fa piacere che recensiate film minori e ignorati dal circuito mainstream, dall’altro è frustrante pensare che saranno difficilmente reperibili e che ci sarà da diventare scemi per riuscire a trovarli (con il senso di colpa di poter essere costretti a rivolgersi a canali non convenzionali). Si perchè adesso che mi avete dato lo zuccherino a me questo Synchronic, al lordo di Jamie Dornan, intriga parecchio, e checchè ne pensi Nanni non sono affatto certo che riuscirò a vederlo.
Quelli contano i miliardi mentre tu ti senti in colpa a rivolgerti a canali non convenzionali. Hanno già tutti i soldi che gli servono, non hanno bisogno anche dei tuoi, mentre la tua mente ed anima hanno bisogno di nuovi film, per espandersi, di continuo.
Poi lo so che la gente dice che la correttezza di un’idea (Kant fottiti) sta in come andrebbe il mondo se lo facessero tutti: beh, se tutti trovassero i film nello stesso luogo delle trote, non credo comunque che smetterebbero di produrli. Anzi, smetterebbero di farteli pagare così tanto. Certo, magari guadagnerebbero meno (come dovrebbe accadere anche ai calciatori): è un male?
Poi non dico che lo faccio, né voglio incitarti a farlo (l’apologia di reato ha regole precise, e scrivendo pamphlet anarchici che incitano alla disobbedienza civile ho dovuto studiarmela): ma filosoficamente, zero sensi di colpa. Dovrebbero averli loro, che sono miliardari solo perché hanno avuto una buona idea e i mezzi per realizzarla. La gente ha buone idee di continuo, e nessuno la caga.
Non sono certo quello che si fa tre km in retromarcia per restituire 10 centesimi alla cassiera che si è sbagliata a darmi il resto, ma sono dell’idea che (almeno finchè il portafogli e quegli strozzini del fisco me lo permetteranno) il lavoro di cui godiamo vada pagato, anche quello fatto male, se non altro perchè se non diamo a chi non ne ha gli strumenti per offrirci qualcosa di inaspettato poi non ci possiamo lamentare che ci vengano proposti solo cinepanettoni e supereroi.
Io ADORO la gente come te. La considero un residuo dei Vichinghi, quando avere valori non era da smidollati ma da duri. Mai e poi mai ti inviterò più a recederne. Hai tutta la mia stima.
Io, nel mio piccolo, sono un po’ più iracondo in termini di equità sociale. Secondo me, nessuno dovrebbe mai entrargli meno di 1500 euro al mese, e mai più di 50.000
Se uno guadagna di più, va pagato meno, o diventa forse legittimo (il forse deve esserci nella frase leggi®ole, leggi®ole) introdurre dei correttivi.
Ripeto, non dico che lo faccio: io sono a favore della legalizzazione della prostituzione e dell’erba ma non ho mai fatto uso di nessuno dei due. Dico a livello filosofico, considero fare ai film quello che si fa ai partner-non-più-adatti-ad-essere-partner (c’è un verbo preciso) come una forma di esproprio proletario.
Poi magari non lo faccio. Considero anche giusto uccidere i criminali senza passare attraverso la legge, ma non lo faccio (anche se ci sono andato vicino, tanto tempo fa). Però lo penso.
Una volta che hai dato il tuo massimo senza remore, e hai potato ogni desiderio al di fuori di pochi onesti, restano due cose: ciò che vuoi avere, ciò che puoi dare. Dovrebbero equivalersi. Se il mondo, per darmi ciò che voglio (dopo che ho potato ogni extra arrogante), vuole più di quello che posso dare, e prendendo tutto ciò che posso dare mi da in cambio solo metà di ciò che ho chiesto, l’altra metà credo sia giusto che me la prenda da solo, e senza ringraziare.
Non dimentichiamoci mai che il mondo non è giusto: non trattiamolo come se lo fosse. Rispetto, fiducia: verso gli umani, sì. Verso le istituzioni (di ogni genere) che si comportano con la serenità di un giusto in un mondo di giusti, e se ne fregano che il mondo non è giusto e loro non ci aiutano a cambiarlo? Non io. Se tu sì, ottimo: sei un emanatore a gratis di onore. Lo ammiro. Anzi, lo venero. Immeritato da parte del mondo, ma resta onesto, glorioso, bellissimo. Il mondo necessita gente come te. Io, finché fa schifo così, lo considero come Matrix: lo voglio aiutare a liberarsi, ma nel frattempo resta un nemico (e a volte una preda).
#giustiziaperjamiedornan