Ricordate tutti, vero? Ricordate quando Rian Johnson, giovane promessa del cinema indie autoriale che strizza l’occhio al genere (Brick, Looper), roccioso e sicuro regista di tre episodi bomba di Breaking Bad (Fly, Fifty-One e Ozymandias) finì sulla lista nera dei Detentori della Verità per il suo Star Wars: The Last Jedi? La raccolta firme per escludere il suo film dal Canone e per farlo rigirare interamente a Unode Ibuoni, giovane videomaker serbo, talentuosissimo e molto appassionato ai VERI Star Wars, che magari voi adesso non conoscete, ma prima o poi quello mi viene fuori, guarda, uh, come mi viene fuori! Ricordate come è andata, no? Ecco, siccome è andata molto bene (attenzione: sono ironico!), penso sia giusto indire una nuova petizione adesso, subito, se non ora quando, per togliere il suo ultimo film, Knives Out, dal Canone del Whodunit.
Ok, boomer: il Whodunit è quel genere cinematografico dove lo spettatore si arrovella il gulliver per capire chi è stato, chi è l’assassino. Dico proprio “si arrovella” perché solitamente è una cosa complessissima, mega macchinosa, eccessivamente intricata. Gipi nel suo ultimo incredibile fumetto, Momenti Straordinari con Applausi Finti, usa l’espressione UCAS, Ufficio Complicazioni Affari Semplici. Sia chiaro: Gipi non c’entra niente con Knives Out, eh? Però 1) colgo la pretestuosa occasione per citare uno dei libri più belli che ho letto ultimamente e 2) faccio presente quanto l’UCAS sia essenziale nelle regole del Whodunit. Lo spettatore, insieme a un eccentricissimo quanto elegante investigatore, dovranno fare i salti mortali per risolvere il caso. Dovranno interrogare tutti i sospetti, capire chi sta mentendo e chi invece sta dicendo la verità. Dividere tra quelli che stanno dicendo il vero perché sono innocenti e nulla sanno, da quelli che invece dicono la verità solo per coprire la bugia di un altro che a sua volta mente perché se dicesse la verità verrebbe fuori che anche il suo amante segreto è in parte responsabile del tortuosissimo piano messo in atto da quello che diceva la verità. Capito?
Ok, se vogliamo fare degli esempi di classici film Whodunit, citiamo almeno i famosi adattamenti dei romanzi di Agatha Christie, Assassinio sull’Orient Express, Assassinio sul Nilo, Dieci Piccoli Indiani. Non vi basta? Guardate, mi spingo ancora più in là e vi ricordo Invito a Cena con Delitto, divertente parodia del genere, che i distributori italiani hanno deciso di omaggiare nella scelta di aggiungere al titolo Knives Out un inutile Cena con Delitto. Visto che sono in vena, vi cito anche il mio preferito Whodunit in assoluto: Sleuth – Gli Insospettabili, ultima regia di Joseph L. Mankiewicz con due califfi che rispondono al nome di Michael Caine e Laurence Olivier. Non l’avete mai visto? Ta- dà, pronto il caffè per l’ingegnere!
Come ne Gli Insospettabili, anche in Knives Out abbiamo un famosissimo scrittore di gialli, Harlan Thrombey, interpretato da Christopher Plummer, che vive in una casa museo piena di oggetti e giocattolini. Thrombey però, a differenza di Olivier, è stato colto dal morbo della morte. L’ha trovato la maggiordama nel suo studio, la mattina dopo la festa per il suo 85° compleanno, festeggiato in compagnia di tuuuuuuuuutta la famiglia. Era lì, accasciato sul divano, con un coltello in mano e la gola recisa. Classico suicidio, no? E allora perché qualcuno, non si sa chi, ha ingaggiato il famoso investigatore Benoit Blanc? Bè, perché evidentemente le cose non sono come sembrano, no? E allora il signor Blanc (Daniel Craig con un accento a tratti incompresnibile), insieme a due poliziotti (il lanciatissimo LaKeith Stanfield e il BFF del regista Noah Segan) dovranno interrogare la famiglia Thrombey al completo. Pronti alla lista dei personaggi?
C’è Michael Shannon che fa Michael Shannon col bastone, che interpreta il figlio che lavorava all’ombra del padre e mirava al vil conio. C’è Jamie Lee Curtis che fa Jamie Lee Curtis coi capelli argento, che fa la figlia coscienziosa e che s’è fatta da sola ma che ha avuto la malaugurata idea di sposarsi quel poco di buono di Don Johnson. C’è Toni Collette che fa Toni Collette con più faccette del solito, che fa la vedova consolabile influencer e gold digger. C’è Chris Evans che fa Chris Evans con le rughe in fronte, pecora nera della famiglia, figlio bello e viziato della coppia Jamie Lee Curtis & Don Johnson. C’è pure Ana de Armas che fa Ana de Armas vestita come una badante ecuadoregna (o cubana?), che è buona buona e che se dice una bugia vomita. E poi, ancora: figli mezzi nazisti erotomani, nonne rincoglionite, mogli mute ma impiccione, figlie mezze inutili… Uff, signora mia, che peso la spesa! Con questo cast, poi! Ah, quasi dimenticavo. C’è pure il notaio Frank Oz e una parte vocale per Joseph Gordon-Levitt.
Rian Johnson scrive e dirige un omaggio a un cinema che nessuno ha più voglia di fare (è un rarissimo caso di whodunit originale, che non deriva da nessun testo precedente) e lo fa rapendo l’attenzione dello spettatore ingranando la quarta dopo la prima curva per poi pigiare come un pazzo sull’acceleratore fino alla conclusione. C’è tutto quello che vi aspettate: una sceneggiatura di ferro condita da una dose di battutine e strizzatine d’occhio che mia mamma definirebbe “esilaranti”, attori che si divertono come bambini al loro parco giochi preferito, trappole, trabocchetti, indizi, falsi indizi e depistaggi, flashback chiarificatori e colpi di scena assurdi. C’è tutto, amici. E anche il contrario di tutto. Perché, si sa, per quel pazzo di Rian Johnson le regole sono lì apposta per essere infrante. E allora, quando meno te l’aspetti, Rian sposta l’azione dalla casa (penso non farei fatica a trovare delle recensioni dove c’è scritto che la casa “è come un protagonista del film”) all’esterno, tra goffi inseguimenti in macchina e magazzini abbandonati. E lì, secondo me, il film va a perdere di efficacia. Non solo comincia a tirarla un po’ troppo per le lunghe rischiando di far perdere il filo del discorso al proprio pubblico, ma è anche fuori dal canone. E voi sapete quanto a noi giovani malandrini interessi il canone, right?
In questo momento tutti sembrano impazziti per Knives Out: in poco meno di una settimana ha già incassato il doppio del budget con cui è stato girato, è immediatamente finito nelle liste dei film più importanti dell’anno per l’American Film Institute e il Time, si parla già di un possibile seguito. Figo, no? Sì, figo, divertente a tratti stupefacente (lo sapevate per esempio che Ana de Armes oltre a essere tra le donne più belle del mondo e anche brava bravissima?), eppure… Eppure rimane un po’ l’amaro in bocca per la voglia di Johnson di fare sempre il primo della classe senza avere in realtà ancora trovato un suo stile personale. Vi ricordate quella vecchia pubblicità del buco con la menta intorno? Ecco, visto che le ciambelle erano già occupate, me la cavo così.
DVD-quote:
“Divertente. Ma fuori canone”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Film simpatico, ma nel non prendersi troppo sul serio, forse si smonta da sé prima della conclusione.
Vogliamo invece parlare di quel grandissimo film che è Gli insospettabili? Ma che capolavoro è!, con Laurence Olivier e Michael Caine che gigioneggiano e giganteggiano in una casa che è un enorme parco giochi in un continuo punzecchiarsi e darsi di gomito.
Lotta di classe tra un parrucchiere di origini italiane e uno snob signore inglese upper class.
Più attuale di così.
Quoto
Peccato il solito stereotipo sull’italiano …
Mi hai messo tanta curiosità.
Su Rian Johnson guarda, ancora mi brucia l’oltraggio che gli viene fatto dai sedicenti fan di Star Wars col pigiama e la spada di plastica. L’altro giorno in fumetteria sentivo gente che ancora diceva “L’ultimo Jedi non è il vero Star Wars, Johnson è un coglione, ah ah” e volevo spaccare tutto.
Vorrei vederlo ma il solo pensiero di poter incontrare i soliti maleducati da sala mi fa desistere .
Ana, Ana…
Più che buona buona
direi bona bona.
Non ho visto Sleuth, ma, purtroppo, ho visto il remake.
Il film mi incuriosisce: essendo avanti con gli anni sono cresciuto con i tanti Whodunit citati nell’articolo e il genere, caduto in disgrazia, secondo me ha ancora un suo fascino. Anche se probabilmente pazienterò qualche mese per vederlo in lingua originale.
Nella recensione si cita Sleuth (l’originale, ovviamente). Ecco, quello è un film non solo divertente e recitato in maniera mostruosa (con Caine che si mangia Olivier), ma ultra denso, pieno di trovate dall’inizio alla fine, cosi tante che già la metà ne avrebbero fatto un capolavoro.
Già detto altrove, ma io sono entrato in sala gasato come non so cosa per tutti i pareri strapositivi letti e sono uscito con l’amaro in bocca.
Non dico che sia brutto, però pensavo di divertirmi tantissimo e invece mi sono divertito nella media. Questo non è uno spoiler ma nel dubbio non leggete:
Sarà un problema mio, ma se tu mi presenti un caso seguito dal detective migliore al mondo, il Poirot di turno, io poi non ci credo neanche per un secondo al tentativo di deviare dallo schema classico mostrandomi una soluzione che fin dal primo momento è già chiaro non essere quella finale. Non solo non ci credo neanche per un secondo, ma mi aspetto anche che alla fine il Poirot di turno radunerà tutti nella casa e farà lo spiegone finale, ragion per cui non riesco a provare più di tanta tensione. Johnson è il mio idolo da quando ha fatto incazzare metà dello sfigatissimo fandom tossico di SW, ma questa volta secondo me la rottura degli schemi non gli è riuscita perfettamente: o ti allontani di più o ti allontani di meno
Che, poi, gli “Ultimi Jedi” non sarà un granchè, ma è infinitamente meglio de “Il Risveglio della Forza”.
Minchia sì…
Ma davvero c’è così tanta gente che considera Episodio VIII meno che eccellente? Boh.
Adoro il genere e il cast mi sembra una bomba. Quindi andrò a vederlo al più presto.
Casanova s’è capito che a te quello Star Wars t’è garbato, ma è una cahata col fiocco lo stesso. E la fedeltà al canone di Star Wars non c’entra nulla: fa proprio recere in quanto film che fa recere
Ok boomer.
Che è bizzarro te lo concedo. Praticamente non sembra un film di Star Wars. Sembra una sequela di eventi. Ma io l’ho trovato accattivante.
Quindi un film che ha per protagonista una Gary Stu, fatta e finita, senza alcuna spiegazione (non che una spiegazione la renderebbe meno Gary Stu ma tant’è…), la cui maggior forza propulsiva nella trama è un tragicomico inseguimento in cui l’inseguitore non può andare più veloce dell’inseguito perché sennò finisce il film, e in cui ogni singolo colpo di scena è messo lì solo per stupire il pubblico, a prescindere da trama, logicità o coerenza con quanto stabilito prima all’interno della saga (perché – ricordiamolo sempre – c’è un “VIII” all’interno del titolo di quel film, qualcosa dovrà pur importare quello che si è detto negli altri “I – VII”) è un bel film? Perché? Me lo potete spiegare? Io vorrei veramente farmelo piacere ‘sto film, vorrei tantissimo. Ma non ce la faccio.
Ma, ovviamente l’unica risposta che mi può essere data è che sono “fandom tossico”, non è possibile che possano esserci ragioni vere e fondate per trovare il film mediocre, e che questo porti ad odiarlo da parte di chi è cresciuto a pane e film di Guerre Stellari e vorrebbe solo vedere un nuovo bel film della saga.
Meno male che almeno abbiamo avuto Rogue One, c’è speranza che, prima o poi, un nuovo bel film ambientato in una galassia lontana lontana lo si possa vedere…
Rogue One unico barlume di speranza…comincio a pensare che sia caduto dal cielo per miracolo per dimostrare che sì, Abrams e soci, siete dei mentecatti (no non è caduto per miracolo, l’ha solo fatto un regista con le palle )
Ok ci provo a fartelo piacere. Vediamo se ci riesco. Chiudi gli occhi. Quelli interiori, non quelli fisici. Dimentica che è Star Wars. Riaprili. Osserva personaggi che si trovano in una sequela di eventi ognuno dei quali a suo modo toccante. Percepisci il potere grafico di quel mondo e la sua capacità di esistere, essere reale, essere vivo, coinvolgerti in un mondo che non è il tuo ma che può arricchirti come l’Arte sa fare di per sé già solo perché è arte. Poi, solo allora, evoca il ricordo del fatto che sia uno Star Wars. Filtralo attraverso il fatto di essere serenamente il più brutto della serie al fianco del VII. Autorizzati ad ammettere che lo è. Non chiedergli di non esserlo. Accetta che lo sia. Autorizzati ad ammettere che la trovava di base della trama è oscena. Lascia che esca fuori da te e lasci solo una cinica ma adulta consapevolezza. Poi respira e calmati. Ora rievoca tutte le sensazioni positive che ti ho descritto all’inizio e convocale al fianco di quella consapevolezza, vedendole nitide e non più offuscate dai contro, ma come se fossero due realtà distinte, i pro ed i contro. Riconosci che il contro più grande di cui accusi il film non è necessariamente un qualche grande contro (anche se l’inseguimento astronavoso è merda pura) ma è la totale assenza di pro. Guarda con attenzione quelli che ti ho descritto all’inizio. Riempiono perfettamente le aspettative da quello che è il più brutto della serie, al pari del VII. Non è all’altezza degli altri ma è all’altezza di se stesso. Ripeti la procedura finché la stizza per il bicchiere mezzo vuoto, o anzi vuoto al 90%, non viene superata dalla consapevolezza che comunque c’è qualcosa da bere, a prescindere da quanto sia.
Non è autoconvincimento, è una forma autoipnotica di onestà estrema. Provala anche con altri film, coi casi della vita, con le persone. Ti cambia la vita.
funziona con tante cose.. con quelle che sticazzi tipo i film se é oggettivamente brutto lo rimane anche alla millesima visione …sembra una puntata di battlestar Galactica girata con due soldi in più…e con una pigrizia che manco Boldi Desica alla ventesima gag sulle scoregge …
(perdono se rubo l’idea sul nick ;) )
Il fatto è che per me il film non regge per problemi propri.
– Una protagonista che è l’esempio perfetto del concetto di Gary Stu (e non uso il termine Mary Sue proprio per sottolineare il fatto che il problema non è nel genere del personaggio. Potrebbe essere un alieno amorfo asessuato, resta il problema che è un Gary Stu).
– Una trama francamente ridicola.
– Scelte di tutti i personaggi che sono giustificabili solo in quanto necessarie a fare progredire la trama verso un determinato punto di svolta, a prescindere dalla coerenza con il personaggio, con gli avvenimenti precedenti o con la più basilare logica.
In tutto questo, l’essere l’ottavo capitolo di una saga con determinate regole di quell’universo stabilite precedentemente e prese, accartocciate e tirate al cane è solo la ciliegina sulla torta di un prodotto cinematografico che farebbe acqua da tutte le parti anche se si intitolasse “Le mirabolanti follie di Peppina e Peppino, maghi nello spazio”.
Aggiungici la ferrea convinzione del Johnson che “stupire” lo spettatore ha la priorità su tutto, anche su coerenza interna e sulle più basilari scelte logiche, e avrai la ricetta perfetta per un film che non posso che bollare come mediocre al più. E solo perché gli effetti speciali sono della Industrial Light & Magic.
Un film piacevole, garbato si sarebbe detto una volta… sceneggiatura brillante, e una location strepitosa , un altro personaggio, praticamente. Però intendiamoci, nulla di più di questo. Manca di tensione , ecco, e più che essere ironico, fa finta di esserlo….
Capitan Ovvio dice l’ovvio. Casanova nella mia classifica hai perso 100punti quando hai esaltato l’ultimo Star Wars, a mio parere il peggio del peggio. Ne hai persi altri 100 quando mi hai segnalato che questo film è dello stesso regista. Mi chiedo, questo Rian Johnson con la “i” ha per caso diretto anche degli episodi di quella serie insulsa che si chiama Buffy? Se è così torna tutto.
Invece tu, sputtanando Buffy ne guadagni 30 di punti…di sutura.
Che mi sa lo stai confondendo con Free Goddard. Ero un tot fuoristrada.
Nella prossima vita voglio essere la maglietta nella foto di Ana de Armas
Il vero riconosce il vero e il falso non si esprime
Io avrei citato anche “Signori il delitto è servito”, alias il film basato su Cluedo, che aveva persino tre finali differenti (il DVD permetteva pure di sceglierne uno all’inizio del film).
Visto approfittando della mia quarantena. Bello. Anche secondo me perde un tot nella seconda metà comunque è divertente ed è pure una manna calcolando che sto cinema se ne fa pochissimo
solo per 007 versione bolsa che gioca a fare il Poirot il film merita…poi è pur sempre un film di puro intrattenimento senza troppe pretese…magari ne facessero di più di cose che non si prendono troppo sul serio
“Ufficio Complicazioni Affari Semplici” era una battuta di Groucho sul fumetto di Dylan Dog.
Ma lo coprite Glass Onion?