Volevamo raccontarvi un pugno di film di James Bond in preparazione a quello nuovo, la cui uscita era prevista per il 10 aprile, ma poi è stato spostato a novembre.
Pensavano forse di scoraggiarci?
Col cazzo: adesso ci mettiamo qua e ve li raccontiamo TUTTI.
A voi Le Basi: 007.
Parto da una necessaria confessione: è la prima volta che vedo Vivi e lascia morire. Suppongo di avere dei frammenti di questo e altri film di Roger Moore nascosti da qualche parte nei meandri delle mie sinapsi – leggi: imprinting – perché, altra confessione, da bambino non sapevo che Sean Connery fosse Bond. Per me l’agente 007 era Roger Moore, un volto che per altro mi ha sempre ricordato quello di un Vero Mito della mia infanzia come Lee Majors.
Il che mi ispira un’altra riflessione: dopo la (seconda) dipartita di Connery, i Broccoli (hihihi) presero in considerazione Adam West (sì, QUELL’Adam West) e Burt Reynolds. Poi decisero che Bond doveva essere per forza british e non se ne fece nulla, eppure la scelta di Moore riletta sotto quest’ottica è perfetta: con la sua mascella quadrata e il suo look da eroe tutto d’un pezzo ha una qualità molto americana, anche se tenta di seppellirla sotto tonnellate di aplomb e soprabiti.
Questa qualità di Moore fa il paio con il film e con la fase della vita di Bond che sarebbe partita con esso. Mi spiego meglio: che cos’è che fanno normalmente gli americani quando prendono in mano una proprietà? La normalizzano, ne smussano gli spigoli e la rendono appetibile per le masse. A volte questa cosa gli riesce bene, ai dannati Yankee: penso, che ne so, al confronto tra The Office inglese e americano, due ottimi prodotti, molto diversi tra loro, ma valevoli di essere visti entrambi per meriti diversi.
“George, ci stai dicendo che da questo film la produzione è passata in mano agli americani che hanno stravolto la serie?”. No, non è questo il caso. Vivi e lascia morire è un prodotto prevalentemente britannico come i precedenti. Ma è innegabile che sia pensato per penetrare ancora di più nel mercato americano. Tanto per cominciare, è ambientato principalmente in America, tra New York, New Orleans e una fittizia isola dei Caraibi*. È popolato di personaggi appartenenti alla mitologia americana, dai gangster, agli spacciatori di droga, agli sceriffi stupidi e sovrappeso che sputano peggio di un cammello che mastica tabacco e sembrano usciti più da una puntata di Hazzard che da un romanzo di Ian Fleming. Tutto rigorosamente preso per il culo, perché, ehi, siamo inglesi, quanto ci fanno spaccare questi americani bifolchi e ignoranti? Ma tutto presente, comunque, perché gli americani bifolchi e ignoranti in sala si divertano un filo di più.
E poi c’è lui, il nuovo 007. Una recensione dell’epoca la mette giù in una maniera che non posso che condividere pienamente, nonostante l’imprinting: “Connery e Lazenby avevano l’aria degli attaccabrighe repressi, pronti a menar le mani all’occorrenza, ma nel caso di Moore le sue armi più letali sono una battuta sarcastica e il sopracciglio alzato”. È, se vogliamo, lo stesso procedimento a cui sono stati sottoposti i Beatles quando, da scavezzacollo cresciuti per le strade di Liverpool, sono stati trasformati in boyfriend material in giacca e cravatta**. È un Bond distillato, privato degli elementi più controversi – o, per lo meno, quelli che all’epoca venivano percepiti come tali; il fatto di trattare le donne come passatempo, oggi decisamente l’elemento invecchiato peggio di tutti, è ancora ben presente – e dato in pasto a una massa di gente potenzialmente ancora più grossa di prima.
Un giocare sul sicuro comprensibile: fino a quel punto, a parte Al servizio segreto di sua maestà, la saga era stata trainata avanti a colpi di puro carisma da Sean Connery. Oggi ci sembra normale che ogni tot James Bond cambi faccia, anzi è un elemento distintivo della saga e lo aspettiamo con curiosità e piacere. Ma nel 1973 era un territorio quasi inesplorato, se non per un precedente tentativo andato per altro maluccio.
Ma insomma, vi chiederete a questo punto, com’è ‘sto Vivi e lascia morire? Vi rispondo dopo una tardiva ma obbligatoria sigla, dopo il cold open più lungo nella storia de i400Calci.
Com’è questo Vivi e lascia morire? Beh, si lascia guardare. Ma è invecchiato male.
Andiamo con ordine. Parlandovi di Una cascata di diamanti, e prima ancora di Si vive solo due volte, Toshiro Gifuni e Xena Rowlands ci avevano spiegato come la tanto famosa fase camp (a me piace chiamarla fase progressive) di Bond non fosse in realtà nata, come tendenzialmente si pensa, con l’arrivo di Roger Moore. Già le ultime avventure di Connery avevano aperto tutto verso villain e situazioni sempre più sopra le righe. L’equilibrio perfetto tra ridicolo e coolness aveva iniziato a pendere decisamente verso il primo. Ed è vero, il mandato Moore ha portato tutto questo alle estreme conseguenze: perso Connery, perso il fascino anni ’60, si decise che la locura dovesse essere la nuova cifra stilistica.
Ma è altrettanto vero che molti di questi elementi, qui, sono attenuati. Tanto per dirne una, manca del tutto Q. Il fornitore ufficiale di deus-ex-gadget dell’MI6 non compare proprio, unica volta in cui è successo prima di Casino Royale (quello con Daniel Craig, non questo). Desmond Llewelyn si era preso persino dei giorni liberi da una serie TV che stava interpretando, e si incazzò non poco per la decisione. Questo la dice lunga sul fatto che l’intenzione dei Broccoli (scusate, mi fa sempre ridere, sono stupido) non fosse, almeno inizialmente, quella di chiamare Biascica per urlargli la famosa catch phrase. Al contrario: nel film c’è un gadget uno, l’orologio magnete, usato in più frangenti.
Anche il plot tradisce la voglia di svecchiare il franchise e tornare un po’ alle basi, con Bond impegnato a combattere contro un signore della droga, Mr. Big (interpretato dal grandissimo Yaphet Kotto), il cui piano non è minacciare la terra con la sua bomba mortale, ma semplicemente “regalare” una partita di eroina ai trocati americani per far fuori la concorrenza. La trama di base, insomma, è quella di un film blaxploitation, e persino gli ambienti, le location (Harlem), le facce, gli abiti, le auto e i modi di dire sono quelli là.
La cosa stranissima è che la sceneggiatura di Tom Mankiewicz (che torna dopo Una cascata di diamanti) mescola questo con elementi sovrannaturali veri, non tipo Scooby Doo dove si scopriva che era tutta una farsa. Solitaire, la Bond-girl interpretata da Jane Seymour letteralmente sverginata da Bond nel film (22 anni contro i 46 di Moore. Creepy…), legge i tarocchi e PREVEDE IL FUTURO. Il voodoo è preso seriamente e nella scena finale succedono effettivamente delle robe inspiegabili e uno degli scagnozzi di Kananga/Mr. Big, il Barone Samedi (ragazzi, ma che fazza incredibile aveva Geoffrey Holder?), ‘splode in mille pezzi per poi tornare in vita.
A parte questo elemento che, per gli standard di oggi, risulta stonato, l’intenzione, come si diceva, è quella di snellire la saga, rilanciarla per le nuove generazioni, se vogliamo. Il guaio è che Vivi e lascia morire ci prova davvero troppo e in maniera maldestra, un po’ come quel vostro zio che si veste giovane e ascolta Fabio Fibra per sembrare cool. Ma che finisce solo per assomigliare a Roger Moore, un quarantaseienne che seduce ragazzine e si veste come un impiegato del Catasto di Sua Maestà.
Non voglio essere troppo stronzo: il film indubbiamente infila sequenze di menare pazzesche (alla regia c’è pur sempre Guy Hamilton). Tipo l’inseguimento in motoscafo, anche se rovinato in parte dagli intervalli comici con lo sceriffo sudista stupido interpretato da Clifton James che chiama tutti “boy” (anche i bianchi, per fortuna, ma rivisto oggi fa specie comunque).
E in fondo a Roger Moore gli si vuole bene e non è certo lui il vero problema, più un sintomo del problema. Un ingranaggio all’interno di una macchina che si muove veloce, ma procede col pilota automatico da un posto all’altro. Tutto avanza con tanto mestiere ma poca convinzione, le cose succedono “perché sì”, perché è così che succedono in un film di Bond. Manca quella fluidità narrativa che caratterizzava gli episodi di Connery e persino quello di Lazenby, quella capacità di affondare con le esagerazioni senza mai perdere di vista la trama. Qui, detto molto francamente, non si capisce mai un cazzo finché non te lo spiegano, nonostante non ci sia nulla di particolarmente complicato. E, se lo chiedete a me, verso la metà diventa tutto anche piuttosto noioso.
Vivi e lascia morire è, insomma, una check list delle cose che ci devono essere in un film di Bond, ma senza la cazzimma dei capitoli migliori e con metà dello stile (manca anche Ken Adam, per dire). Laddove i film con Connery creavano i trend, qui se ne seguono altri di già prestabiliti (la suddetta blaxploitation, ma anche tutta la parte in Louisiana che sembra uscita da una serie TV). Bond tenta di sbarazzarsi dell’ingombrante ombra pop per gettarsi nell’action più dritto, caciarone, adatto a tutti.
Alla fine la mossa funzionò: i 161,8 milioni di dollari incassati (932 se aggiustati con l’inflazione) parlano chiaro. Laggente gradì. Roger era promosso, la saga poteva proseguire, i Broccoli broccolare. James Bond could return.
Bond Girl & Bond Villain by Gianluca Maconi:
DVD-quote:
“Un’americanata”
George Rohmer, i400Calci.com
*Fun fact: lo sapete che la parola “caraibi” deriva dalla pronuncia inglese di “caribe”? Per dire quanto gli anglosassoni abbiano avuto un impatto sulla nostra cultura.
**Non cito i Beatles a caso: non solo il brano portante del film è di Paul e Linda McCartney, ma la colonna sonora è scritta dallo storico produttore dei Beatles, George Martin.
Oh, ragazzi, ma se deve essere considerato “creepy” anche guardare il culo alle ventenni, mi annodo l’uccello e amen.
dipende quanti anni hai.
se ne hai 46 secondo me ( che ne ho 49 ) sì-
potrebbe essere il culo di tua figlia dai!
non annodarti l’uccello ma non bisogna farsi beccare!!!!!!!
per me il miglior bond è moore
e il miglior 007 è octopussy.
per questo amo kingsman ( il 2 un po meno )
bob
Boh, ad un quarantaseienne (io ne ho quasi 42) che si bomba una ventenne do il cinque alto, altro che disapprovazione.
“Potrebbe essere tua figlia” è un’argomentazione che ho sempre detestato. “Potrebbe essere” ma non lo è, quindi di che stiamo parlando? Non è che le donne sono tutte un’unica entità.
(Niente di personale, prendevo la palla al balzo)
(fine OT, mi dileguo)
il padre ( tuo coscritto ) della 18 enne che ti scopi ti prende a fucilate nel culo!!
ti va bene come argomentazione?
io non vorrei passare come un bacchetttone perchè non lo sono ma mettiamola così:
nel 1985 roger moore chiuse con 007 perchè”….ho appena scoperto che la mamma di tanya roberts è più giovane di me……”
vabbè chiudiamola qua : se c’hai 18 anni e non sei interdetta ti puoi ciulare chi vuoi anche un 80 enne. contenta te contenti tutti.
anche i tuoi genitori
Era l’argomento con cui Rocco Siffredi si è ritirato dalle scene… per circa un paio di mesi.
Che scemenza, allora se guardi il culo di una tua coetanea potrebbe essere tua sorella. Il sesso, l’amore e i cazzi e mazzi tra adulti consenzienti son cazzi (e mazzi) loro. Insopportabile moralismo da Millennial
ma quale millenial ma quale moralismo!!!
io se vedo un 80 enne che si slingua una 20 enne sul tram vomito
ma quale moralismo!
su sto tram siete fuori
non scrivo più
addio
Film mai visto eh, quindi scusate l’OT ma mi inserisco solo per dirvi che se aveste una figlia 19 enne o 20 enne non guardereste le sue coetanee non tanto perché “potrebbero essere tua figlia” ma perché vi rendereste conto che “di che cavolo vuoi parlare con una ventenne, se fai fatica a capire tua figlia?”.
Non è creepy per pedofilia, è proprio incomprensibile giuro … le inizi a guardare come esseri alieni. Capisco gli ormoni, ma dopo una certa inizi a guardare anche altre cose oltre la culo ;)
In linea di massima comunque ritengo una buona regola quella della “metà dei tuoi anni +7” come limite minimo di età… es, se ne hai 30 -> fino a 22 è ok. Se ne hai 46 -> il limite ragionevole sarebbe 30.
Funziona giuro :)
Detto questo, grazie per il diletto provato a leggere questo articolo e soprattutto per avermi insegnato che la Signora del West è stata deflorata da James Bond :D
Sulla regola della metà+7 è doveroso citare l’irreprensibile Randall Munroe:
https://xkcd.com/314/
Figata, non sapevo che anche Randall conoscesse la regola… se la sostiene anche lui allora ne sono ancora più convinto ;)
Io la rigiro e poi mi dite: se per ipotesi tu maschio di 22 anni ti fiondi una di 45 (ragionando per eterosessualità, potremmo estendere ma rimaniamo qui) sta cosa farebbe ancora uscire di testa? Io personalmente la vedo più come Rocco Alano ma sono aperto ad altri punti di vista.
Metà più sette? Ma che puttanata da americani è?!
Fa tanto zitellona in disperata ricerca di qualcuno che se la impalmi (ma si illude di poter ancora porre condizioni).
Parlo di sesso, mica della compagna della vita ( e anche lì… perchè giudicare?).
Non ho figlie femmine, ma ti assicuro che quando arriva le estate e le ragazze cominciano a girare in short, non è che il mio mio primo pensiero diventa instaurare con loro un dialogo costruttivo- anche se Boncompagni diceva giustamente: “Quando ho a che fare con donne della mia età, finiscono sempre per parlare di problemi di salute e disgrazie varie”.
Poi comprendo bene che, se sei genitore di un’adolescente, qualche freno in più inevitabilmente scatti.
io sono stato sverginato da una tipa che aveva esattamente 20 anni piú di me conosciuta una sera a random a pensarci adesso mi fa un po senso (era abbastanza un cesso, non come la D’Addario, questa era un cesso per davvero) ma all’epoca ero troppo orgoglioso, orgoglioso quasi come il mio compagno di liceo quando si era ficcato la prof di ginnastica: altro che creepy per quelli della mia generazione era una fottuta medaglia.
Coetaneo o totalmente d’accordo con Rocco (Alano e non solo)
Se ha 20 anni meno di te potrebbe essere tua figlia, se ha una età vicina la tua potrebbe essere anche una sorella, quindi ragionamento campato per aria.
Anche io sono uno di quelli per cui Roger Moore fu il primo James Bond.
Inevitabilmente (imprinting, siamo d’accordo) lo trovo il miglior James Bond.
Non il più bravo, eh? Ma quello che rende meglio quell’aria “british” da Fottuto Primo della Classe che nessuno riesce a trovare davvero antipatico ed è perfettamente credibile anche quando, con pragmatismo molto british, spara alla schiena di un qualche sgerro senza nome o fa battutacce su quanto è morto male l’ennesimo sgherro con un nome.
Alla fine per me la cifra di Bond è sempre stata: “Stronzo, ma con stile”
P.S.: comunque questo film l’ho sempre trovato abbastanza noioso…
Film che fece da spartiacque. Nè carne, nè pesce. Non era ancora il Bond di Moore e non era già più lo 007 di Connery (e Lazenby). Hanno provato ad andare sul sicuro con una trama molto basic e delle location facilmente comprensibili a più pubblico possibile perché non sapevano come e se la gente avrebbe accettato il nuovo interprete. E allora si mescolarono un po’ le carte ma senza spingere troppo sulle novità che già c’era l’attore nuovo e basta e avanza quello! Un po’ di action con ottimi inseguimenti, un po’ di comicità, belle donne (bianche e nere), cattivi con piani basic e un pizzico di mistero. Storia familiare per il pubblico dell’epoca (la troca), pilota automatico e vediamo come va. Il pubblico apprezzò.
In seguito si svilupparono maggiormente alcune caratteristiche che già qui si possono annusare: la comicità sempre più presente, le scene action esageratissime in bilico tra spettacolare e ridico e i cattivi che sembrano presi di peso dai fumetti (dalla mano/pinza d’acciaio ai denti di metallo di Squalo il passo è breve!).
Stiamo scaldando i motori.
Chiudo con la title track di McCartney che è clamorosa e personalmente la ritengo la migliore di tutte.
Tutto giusto, per carita’, ma sconcordo con il giudizio finale.
Si’ ci sono le gag alla Hazzard, ma e’ anche il Bond con Moore piu’ cupo, quasi horror appunto: le sequenze voodoo sono fighissime, con uno dei migliori incipit bondiani di sempre. A ben vedere e’ piu’ violento e noir dei due precedenti film con Connery. Lo stesso Moore qui ancora si tiene, fa ancora il duro e non la butta ancora tutto sul marpoine. La vera svolta camp sara’ nel film successivo.
Piuttosto, solo quando e’ morto ho realizzato la curiosita’ abbastaza destabilizzante che Moore era piu’ anziano di Connery di tre anni.
Dopo il fun fact ogni volta che sentirò CARAIBI penserò a SCONTRAINO e PAIZZA.
Il che non è per forza un male.
LOL! SCONTRAINO e PAIZZA sono pronunciate esattamente così a Pozzuoli… fuori Napoli si parlano varianti peculiari del napoletano!
1) Cioè, la signora del west è stata una Bond girl tipo mille anni fa? Maccosa!
2) Nel labiale dello sceriffo si legge un chiarissimo WTF, nel film dice a voce alta la parola brutta brutta?
3) Nella mia totale ignoranza io credevo che il requisito base per essere Bond fosse essere inglese, ora grazie a voi ho scoperto che abbiamo avuto nell’ordine:
– americano (non canon, ma iniziamo malissimo)
– scozzese
– australiano (!)
– finalmente un inglese
– gallese (vabbè)
– irlandese (neanche quella del nord, proprio l’Eire)
– il secondo inglese
Non si sente in effetti, ma il labiale è inequivocabile.
In realtà nei romanzi (ma dopo la scelta di Connery come interprete) Bond viene rivelato essere scozzese di madre svizzera, cosa che se non sbaglio viene detta anche in un film, probabilmente Skyfall. In genere si è sempre inteso che l’interprete dovesse essere britannico: l’unica eccezione quindi, in ambito canonico e includendo il commonwealth, finora è Brosnan.
Come molti della mia generazione, ho scoperto 007 da ragazzino con il grande rilancio de La spia che mi amava, cui seguirono retrospettive nei cinema delle località di villeggiatura estive e simili. Grazie alla collaborazione dei miei genitori, in un’estate riuscii a vedermeli tutti, mancando solo Licenza di uccidere,che recuperai qualche tempo dopo. O così credevo.
Quando, alla soglia dei miei vent’anni, i film sbarcarono in TV (si era ormai alla fine della fase Dalton) mi preparai a risciropparmeli tutti in sequenza e -sorpresa! – scoprii che esisteva un Bond di Moore pensavo di, ma che non avevo mai visto! Il primo!! E con Paul McCartney alla sigla!!!
Quindi, nonostante non sia ‘sto gran Bond, non poteva non esaltarmi: pensate la meraviglia di scoprire un Bond inedito! Cose che potevano succedere solo prima di internet.
cosa vuol dire “camp”?
eddai orsú…
“Il termine camp si riferisce all’uso deliberato, consapevole e sofisticato del kitsch nell’arte, nell’abbigliamento e negli atteggiamenti.”
Fonte: Wikipedia
In ambito cinematografico identifica uno stile narrativo che prende uno o più tòpoi caratteristici di un genere e li esagera volutamente, portandoli all’estremo, ai limiti della parodia.
Anche per te. 5 Euro. O il corrispettivo in Tennent’s :-)
se vieni a Madrid, ti offro una mahou.
grazie
se vieni a Madrid, ti offro una mahou. ;)
grazie
Per ragioni anagrafiche non solo ho pensato per anni che Bond = Moore, ma ho anche sempre preferito i film di James Bond interpretati da Roger Moore.
Il Test dello Zapping™ non mente: se becco casualmente un film di Bond-Moore mi fermo a guardarlo, se becco un film di Bond-Connery vado oltre.
“Vivi e lascia morire” è in effetti transitorio, lo ricordo solo a tratti.
Gloria Hendry stupenda. E anche oggi che ha 70 anni tutto sommato… magari dopo due Gin Tonic…
E a proposito di differenze di età:
“22 anni contro i 46 di Moore. Creepy…”
Il magnetismo acchiappafiga di Bond è un superpotere. Come la forza di Hulk o il pisello allungabile di Mr. Fantastic.
Piuttosto. Due adulti consenzienti di età compresa tra 18 e 150 anni si accoppiano come e quando vogliono. Alla faccia del razzismo anagrafico che ultimamente te lo sbattono in faccia un po’ ovunque. Anche su i400calci, da oggi.
premesso che non so cosa significhi creepy ma quale razzismo anagrafico !!!!! qui è buon senso-
il razzista è chi mi impedisce di perculare la pascale e il cavaliere!!!
stiamo sull’argomento senza scomodare il sesso.
anni fa il grande michale cine fece un film ch si chiamava: harry brown.
il film era pure bello ma che te devo dì. michale caine era troppo vecchio nella parte. razzismo anagrafico?? no buon senso.
se uscirà veramnte indiana jones 80 enne io non andrò a vederlo-
saluti
jm
@jm
Creepy significa raccapricciante.
Facciamo un paio di esempi.
La tua risposta è raccapricciante
Your reply is creepy
Il tuo italiano scritto è raccapricciante
Your written italian is creepy
Oggi hai imparato una cosa nuova. Sono 5 euro. Accetto pagamenti in Tennent’s.
@jm
“anni fa il grande michale cine fece un film ch si chiamava: harry brown.
il film era pure bello ma che te devo dì. michale caine era troppo vecchio nella parte. razzismo anagrafico?? no buon senso.”
Non ho visto il film ma ne ho letto la trama su Wikipedia. L’Harry Brown protagonista è un PENSIONATO, chi cacchio ci avresti visto bene nei panni di un PENSIONATO? Ryan Glosing? Tom Hardy?
Col trucco giusto Favino.
premesso che sono felice di pagare in tennents ma davvero pitch gusardati il film e poi mi dirai
non si può difendere harry brown
Bravo Gigos
Mi è capitato di rivedere questo film qualche settimana fa…L’ho lasciato via è uno dei pochi Bond noiosi secondo me: Moore raggiunge l’apice con l’uomo dalla pistola d’oro e Octopussy.
Anche io sono della generazione Moore e amo il suo sarcasmo, però (e ora scateno una guerra) per me il Bond perfetto è Brosnan.
Harry Brown è un buon film, praticamente il giustiziere della notte da vecchio con tutti i problemi della vecchiaia ma con la cattiveria di quando si è giovani.
Concordo pienamente con te. A livello affettivo Moore per me non trova eguali ma il miglior Bond è Brosnan che, purtroppo, ad eccezione di Goldneye e il mondo non basta, non ha sempre avuto dalla sua grandi pellicole
maichel caine è troppo vecchio e perciò inattendibile.
anche “tenente parker ” era un buon film ma appunto john wayne aveva superato l’insuperabile
papà tempo è inesorabile
Anche per me il miglior interprete di Bond è Pierce Brosnan. Peccato che, eccettuato Goldeneye, si sia trovato nel peggior periodo della saga. “La morte può attendere”, due anni dopo il già disastroso “Il mondo non basta”, stava spingendo il franchise sull’orlo del baratro.
Permettimi, George la recensione la trovo deludente e, secondo me, non rende giustizia al film.
Innanzitutto bisogna contestualizzare la scelta di Moore come interprete e cioè le sue precedenti esperienze ne “il Santo” e ne “persuaders” con Curtis come coprotagonista. Basta vedere quei lavori per comprendere che lo stile impresso a Bond è preso proprio da là. Si nota, in maniera lampante, nei lungometraggi de Il santo dove ci sono molti topoi che poi saranno presenti in Bond compresi i cattivi pittoreschi.
Moore, in accordo con il regista e i Broccoli immagino, sceglie una strada diversa rispetto a Connery mantenendo la strafottenza arrogante ma con meno sfrontatezza e con maggiore glamour. Forse è un Bond più ingessato ma più british di Connery (ovviamente il british che la Gb vuole cercare di propagandare). L’approccio più ironico si sposa con il suo protagonista che capisce che provare a fare il figo più di Connery è una scelta perdente. Tanto vale imprimere fin da subito un cambio di paradigma che non è netto ma bilanciato rispetto ai tempi. Il Bond dei ’60 è nettamente più rude, maschilista, stiloso, quasi distaccato dal suo lavoro rispetto agli anni 70 e ai profondi cambiamenti che attraversano la società.
La scelta di ambientare il film nel mondo afroamericano la dice lunga sulla scelta. Parliamo di un film in cui Bond, maschio Wasp per antonomasia, va a letto con una nera. Oggi noi lo vediamo come una cosa scontata e banale ma parliamo del 1973 in un film che di certo non è una pellicola di avanguardia. CI fanno vedere la casa di 007 con l’avveneristica macchina del caffè anche quella segno dei tempi e del design dell’epoca.
Insomma c’è la volontà di innovare. Moore deve forse prendere pienamente il controllo del personaggio ma in fondo se la cava molto bene. Le scene di azione sono molte, dall’inseguimento con i motoscafi, alla scena del bus, allo scontro con il villain sul treno. Poi abbiamo un film dove ci sono serpenti, squali e coccodrilli. Non manca nulla in tal senso. Certo i villain sono scemi. Potrebbero uccidere Bond subito invece di metterlo nel lago con i coccodrilli ma questo fa parte non solo dei film di Moore (che cosa costava a Goldfinger far fuori Bond invece di portarselo a Fort Knox e legarlo alla bomba atomica?). D’altronde un cattivo che si rispetta non ti uccide in maniera banale. E’ fumetto? Non saprei, direi di no. Io dico che è cinema, drammaturgia, letteratura.
La nota stonata è lo sceriffo: insopportabile, ridicolo, senza senso, la caricatura del sudista ma lo trovo assolutamente fuori posto nel film (e purtroppo lo ritroviamo nel l’uomo dalla pistola d’oro). Jane Seymour bellissima, una delle bond girl più belle. Non sono concorde sul fattore età. Bond la “usa” per la missione. Che abbia 22 o 40 anni non credo faccia granchè differenza. Piccolo trivia: in solo per i tuoi occhi Moore per la prima e unica volta rifiuterà un rapporto sessuale con una giovane pattinatrice proprio a causa della differenza di età
Infine menzione d’onore per la canzone del film. Da urlo e ancora adesso spacca di brutto. Gioca sullo stesso piano di Goldeneye di Tina Turner
Sono d’accordo con chi dice che sia un capitolo di transizione, e sul “tenersi” di Moore, che sfrutterà la sua vena ironica appieno dal film successivo.
Più che voler piacere alle masse è banalmente un film in piena epoca blaxploitation, con elementi dark che non stonano affatto.
Non è un capolavoro, non può esserlo. Ma si fa guardare
Per quanto apprezzi la canzone originale di Macca e la cover dei Guns, quando la sento di solito mi viene in mente la parodia che ne fece la Premiata Ditta dal titolo “Le Schivi e le Dai”. Nel video combattevano a rallentatore come fanno i bambini (o Simon Pegg & Co.).
Piccolo trivia: in solo per i tuoi occhi Moore per la prima e unica volta rifiuterà un rapporto sessuale con una giovane pattinatrice proprio a causa della differenza di età
Perché era minorenne.
Apro e chiudo parentesi: qualcuno ricorda FUOCO NEVE E DINAMITE con Moore che metteva in palio un patrimonio con una gara di sport estremi?
Non dovevo rispondere qua… Sorry! Col cell sono rincoglionito.
GRAZIE! Ho il ricordo indelebile di quella scena vista da ragazzino (anche per me l’imprinting Bond è Roger Moore) ma non ricordavo il film. Lei gli si presenta nuda nel letto e lui fa il maturo. Indimenticabile.
Ah, il Bond di Roger Moore! Anche per me il battesimo bondiano fu con lui (nello specifico Moonraker, che nessuno cita ma io lo trovo uno dei più divertenti della saga); di questo ricordo ovviamente la colonna sonora, una straordinaria Jane Seymour e il maledetto barone Samedì, che per me ninnillo faceva il paio col sacerdote del culto matto di Indiana Jones e il tempio maledetto.
Lo sceriffo lo trovato irritante e inutile anche a 9 anni.
Comunque, un bond tutto sommato gradevole.
Che levata di scudi per Moore, eh! Anche per me i primi film di Bond al cinema erano i suoi, ma ricordo ancora quanto i miei ripetevano che il “vero” Bond era Connery. E quando ho visto Mai dire mai … beh, niente da fare: per me altro livello.
Qualcuno diceva Pierce. Concordo: DOPO Connery, direi il meglio (anche se come ironia siamo agli antipodi)
Per me, e chissa’ quanti insorgeranno, Moore si riassume benissimo con il bellone che impalma la ricca ereditiera, fra Crans-Montana ed inaccessibili serate di beneficenza.
@ “L’ozio è il padre dei Virzì”
Quale diehard fan e completista di Roger Moore, non potevo certo lasciar cadere la tua gradita domanda (più che tangente al «Mondo Bond»); e scusatemi se, a mia volta, ormai rispondo qui.
Vidi al cinema «Fuoco, neve e… dinamite / Fire, Ice & Dynamite» – come qualche anno prima «Vacanze sulla neve / Fire and Ice» – e lo posseggo in dvd: trovo che parta alla grandissima, con un sorprendente lancio del Nostro da un aereo, a richiamare il prologo di «Moonraker» (e in tal modo suscitare alte aspettative sin dal trailer).
Poi Sir Roger, per forza di cose, resta troppo defilato e lascia il dominio della scena agli interpreti dei personaggi più giovani, in gara per l’eredità, e dei due gaglioffi che tentano di metter loro i bastoni fra le ruote.
Ma Willy Bogner, il regista, esibisce ancora una volta il suo straordinario mix di talento e tecnica per le sequenze acrobatiche sugli sci (e non solo), già ampiamente dimostrato realizzando quelle per tre degli OO7 con lo stesso Moore e, prima ancora, quella di OHMSS con Lazenby.
Moore –> 007 di Bond su TMC da piccolo. Belli, perfetti per quando sei ragazzino, molto più di quelli di Connery.
p.s. Moore fece un simil Bond (o se stesso a seconda delle versioni) anche nel miticissimo Cannonball Run che sarà pure una cazzatona ma porca miseria se mi piaceva sempre da ragazzino
Chi inveisce contro un quarantenne che si accompagna con una ventenne è solo un frustrato ed invidioso
Ricordo molto bene una lunga serie di Marchetto ni e i vari Guest di Fuoco neve e dinamite: Niki Lauda per la squadra Paulaner, Buzz Aldrin per quella Bayer, Dennis Conner per la Mistral, Walter Rohrl per la VW (anche se divenne campione del mondo rally con la Fiat 131), Keke Rosberg per non ricordo chi e altri ancora.
Io che non sono cresciuto con Moore nè per motivi anagrafici nè per motivi genitoriali (mio padre è un conneriano) ho visto quasi tutti i film di Moore più tardi e devo dire che concordo con quello che viene detto qui.
A parte l’inizio e la canzone (best Bond song? quasi sicuramente sì) il film è invecchiatissimo con personaggi ridicoli e gli inserti vudù a me personalmente sembrarono fuori luogo. E il non essere ancora pienamente camp lo rende meno memorabile di altri suoi (personalmente il Bond mooriano che preferisco è L’uomo dalla pistola d’oro, per Lee).
Poi è vero che da questo momento e per quasi tutto il periodo Moore la saga rincorre le mode invece che crearle o infischiarsene, a mio parere rendendo i film di Moore invecchiati peggio di altri.
Comunque il film si piazza nella top 3 dei film Bondiani con la sigla migliore
NON E’ INVECCHIATO MALE IL FILM, SONO INVECCHIATI MALE GLI ANNI 70!