Volevamo raccontarvi un pugno di film di James Bond in preparazione a quello nuovo, la cui uscita era prevista per il 10 aprile, ma poi è stato spostato a novembre.
Pensavano forse di scoraggiarci?
Col cazzo: adesso ci mettiamo qua e ve li raccontiamo TUTTI.
A voi Le Basi: 007.
Torniamo indietro di qualche minuto. Nei titoli di coda del capitolo precedente, quel 007 – La Spia Che Mi Amava di cui vi ha parlato la settimana scorsa l’ex detentore del baffo più pazzesco della redazione, aka George Rhomer, ci era stato promesso che il nostro Agente Segreto preferito sarebbe tornato con Solo per i Tuoi Occhi ma poi successe qualcosa di leggermente influente per quanto riguarda il nostro amato cinema: uscì quel film coi pupazzetti e le astronavi. Per questo motivo Albert Broccoli decise di mettere in pausa quel progetto e sfruttare questa cosina della fantascienza, adattando il romanzo di Fleming Moonraker, dove si parlava di navicelle spaziale, missili e spazio profondo. D’altra parte il mondo stava cambiando: diciotto mesi dopo l’uscita di questo film assistemmo alla partenza dello Space Shuttle Columbia per cui Bond non poteva rimanere ancorato per sempre al nostro pianeta. Doveva andare a visitare anche lui le stelle.
Il film si apre con due cattivi (lo si intuisce dal fatto che vestono una giacca di pelle nera) che rubano il Moonraker, uno shuttle. Bond viene dunque richiamato in servizio per capire che fine ha fatto il Moonraker, di proprietà del magnate Drax (il vecchio volpone Michael Lonsdale). Bond nel frattempo è su un aereo che sta fioccando una bella hostess, la quale però si scopre essere una spia cattiva. Ne nasce una lotta e, ad un certo punto, ecco comparire Jaws, lo Squalo, quel fenomeno di Richard Kiel richiamato a gran voce dal pubblico dopo essere “mangiato” il film precedente. Il cold open è di quelli memorabili: limone, colpo di scena, lotta, volo in picchiata senza paracadute (capito, caro il mio Point Break? 12 anni prima di te), Bond riesce a raggiungere il cattivo, fregargli il paracadute poi ad un certo punto ingaggia una lotta aerea con Jaws. Che finisce settando il tono del film. Quest’ultimo tenta di aprire il suo paracadute che fa cilecca. Urla terrorizzato per poi schiantarsi, senza minimamente accusare il colpo, nel tendone di un circo, adagiandosi su una rete di sicurezza. Mentre il pubblico in sala ride felice e batte le manine, sotto parte una musichina circense. Pa rappa para, para pà pappara!
Se il capitolo precedente sembrava aver trovato quell’equilibrio tra la buffonata e il perfect Bond Style, qui si decide che forse è meglio pendere verso la pagliacciata. I gadget prendono il sopravvento (l’orologio spara dardi, il motoscafo che diventa un aliante, la pistolina laser che ti scioglie la fazza, i quadri che celano schermi di computer, la mitragliatrice nascosta nel tipo che fa la siesta), le bond girl si moltiplicano (oltre a quella principale, la dottoressa spia Lois Chiles, troviamo Corinne Cléry e pure Emily Bolton), la linea comica si intensifica (ci sono anche due citazioni mega simpa a Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo e ai Magnifici Sette) e così anche un certo gusto per l’esagerazione che trasforma le sequenze action da plausibili, anche se nel mondo dorato del Cinema, a completamente insensate. Ma d’altra parte siamo in un film in cui il piano del villain consiste nell’ 1) andare nello spazio per sparare verso la Terra dei fiori che 2) rendono tutta la popolazione sterile per poi 3) ripopolare il pianeta con un esercito di modelli e modelle ingrifatissimi. E anche qui: capito, Thanos? Puppa. Ah, quando poi invece le cose si fanno più serie, come nel finale spaziale, si diventa verbosissimi. Meglio tacere su Jaws e il suo trattamento, ormai al limite del sopportabile.
Tutto da buttare? Ovviamente no. Ken Adams, come nel titolo precdente, fa un lavoro fenomenale e regala al film dei set assolutamente di prim’ordine e Derek Meddings si porta a casa addirittura un Oscar per gli effetti speciali. Le sequenze in cui gli Shuttle lasciano il pianeta, la base spaziale e la battaglia finale sono da standing ovation.
Moore sfortunatamente regala al film un’interpretazione tutto sommato piatta, senza nessuna convinzione. La cartola non gli manca, questo lo sapete anche voi, ma la sceneggiatura costruita solo ed unicamente su one liner non aiuta. Nonostante i mille difetti, oggi più che evidenti, il film incassò il doppio di quello precedente anche se poi, inevitabilmente, col tempo finì per risultare quello che era.
Prima di lasciarvi, due importanti annotazioni. Nella sequenza girata a Venezia, uno dei due scienziati esclama un udibilissimo: “Ostia la mado**a!” e c’è una chiara sequenza di rim job acrobatico.
Bond Girl & Bond Villain by Gianluca Maconi:
DVD-quote:
“Meglio di Jason X. Ma di poco”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
“Meglio di Jason X. Ma di poco”? Be’, questo è «James XI»…
Non vinse l’Oscar ma fu solo candidato per gli effetti speciali. Il romanzo “Moonraker” non ha riferimenti allo spazio.
Io “datemi una x poi una y poi una zeta” non le ho capite perchè ignorante/stupido. Se qualcuno vuole acculturarmi o intelligentirmi ha la mia stima
B U F – F O N – A T A
I 400 Calci – La rivista di cinema che vanta innumerevoli tentativi di imitazione
Se te le leggi tutte in sequenza, ci arrivi.
Daje Sherlock
Nomen omen, insomma
“il romanzo di Fleming Moonraker, dove si parlava di navicelle spaziale, missili e spazio profondo”
Ma veramente no, mancopenniente. Il romanzo di Fleming (l’unico ad essere ambientato completamente in Inghilterra) parla di Drax che dopo essere diventato miliardario diventa un baronetto, ma poi si scopre che è un ex nazista in incognito e il Moonraker che ha costruito, che non è diverso da un normale missile Cruise, non è studiato come arma di difesa e deterrenza inglese ma è previsto finisca lanciato su Londra. Di fantascientifico c’è solo il titolo.
Questo è uno dei film in cui la trama è quasi interamente inventata di sana pianta, e ha, meritatamente, la nomea di uno dei peggiori se non del peggior film di Bond.
beccato. mai letto e andato di supposizione… evidentemente cannando alla grande. sorry.
Ma va’, niente di grave. Un po’ ci tengo io perché secondo me è il romanzo di Fleming più bello e mi spiace che abbia una fama discutibile per colpa del film.
D’altra parte se pensi che il romanzo originale è del 1955, due anni prima del lancio dello Sputnik, Fleming avrebbe dovuto essere dotato di una prescienza alla Jues Verne per immaginarsi Shuttle e navette spaziali :)
Ho dato uno sguardo a wiki e sono rimasto sorpreso, è stato il Bond coi migliori incassi fin a GoldenEye. Al povero Moore erano sempre le buffonate quelle che facevano più botteghino…
Dal prossimo episodio ragazzi vi voglio carichi perché arriva John Glen in cabina di regia e parliamo del miglior regista bondiano in senso assoluto, concreto e roccioso, l’interprete più fleminghiano di tutti, quello a cui farei dirigere uno 007 anche oggi che ha 88 anni.
E il romanzo è ambientato per tipo un terzo al Blades (è lo stesso nome del club di scherma di La morte può attendere, dignitosa citazione), dove Drax bara alle carte, e Bond ed M lavorano di concerto per spennarlo come il pollo che si merita di essere. Partita di carte che per tensione si mangia il suo intero adattamento cinematografico, e fa a gara persino con Casino Royale
Concordo sul giudizio letterario di Moonraker, sicuramente il romanzo più oscuro e intrigante della saga.
Quando lo lessi, tanti anni fa ormai, rimasi sconvolto dal finale, in cui 007 viene friendzonato dalla Bond Girl, Gala Brand, che gli rivela che si sposerà col suo fidanzato, facendo crollare tutti i castelli di pensieri che Bond si era fatto nella sua testa, risolta la questione Drax.
Mi crollò letteralmente il mondo addosso: un mito in frantumi. La sua fama di corteggiatore incallito e infallibile che tutti noi maschi sogniamo di essere e finiamo inevitabilmente (e giustamente) per non essere vacillò, facendolo sentire molto più vicino al lettore, soprattutto per tutte le idee che si era fatto sul proprio futuro insieme alla donna, senza fare i conti con la realtà. Tipico di tutti gli innamorati. 007 uno di noi, mai come nel finale di Moonraker. Colpo di classe di Fleming totalmente inaspettato.
Riguardo il film, mi associo nel dire che non dia merito al romanzo, uno dei migliori della saga letteraria, e che sia di fatto uno “Star Wars” in salsa bondiana, buttato lì giusto per assecondare la moda del momento.
Film totalmente dimenticabile.
Peccato, il romanzo meritava una trasposizione cinematografica migliore, soprattutto per la svolta con Gala Brand che, ancora oggi, ad anni di distanza da quella lettura, mi strappa un sorriso amaro.
Penso che Ian Fleming sia onestamente uno degli scrittori più sottovalutati della storia, con la scusa che è incatenato al proprio tempo (ma quale artista non è figlio del proprio tempo?) e che oggi susciterebbe le stesse reazioni dei puritani che definirono Casino Royale perverso e immorale, se non peggiori.
Il mio preferito dei suoi (non ho letto ancora tutto, le ristampe oggi sono ferme a Thunderball) è il Dottor No, che divorai in due giorni di lettura frenetica. Moonraker lo trovo in gran parte banalotto, ma ciò che ha di bello non si può neanche descrivere da tanto è bello: l’ambientazione inglese, senza esotismo, la partita al Blades, Gala Brand che nel film ovviamente non si vede, figuriamoci se Roger Moore poteva rimanere a secco.
Mi unisco al coro di chi vuole fuochi d’artificio per la prossima puntata: Solo per i tuoi occhi è il Bond più duro e puro di tutti, il più flemingiano e quindi ingiustamente snobbato e sottovalutato. John Glen, che diresse anche i due di Dalton, santo subito della chiesa anglicana
@Hellblazer Joestar:
Onestamente tra quelli che ho letto (sto seguendo le pubblicazioni Adelphi, sono fermo a Thunderball), Moonraker l’ho trovato il peggiore.
E’ comprensibile: dopo l’esordio fulminante di “Casinò Royale” e l’altalenante “Vivi e lascia morire” (non brutto, ma ha una seconda parte che straccia i maroni), Fleming cercava di capire quale fosse la miscela del successo e qui riprova a replicarla (la partita a carte col cattivo, le donne…) ma senza riuscirci pienamente.
Un romanzo in cui Bond va avanti a botte di culo che nemmeno Clouseau (smaschera il cattivo per caso mentre tromba, per dire…).
Uno alla volta:
@Andrea87 non ti contraddico perché potrei ricordare male, Fleming l’ho letto diverso tempo fa perché
(@DutchBondfan) mi sono dovuto fermare agli otto volumi ristampati dalla Tea, qualche anno dopo, ai primi tre della Guanda. Alla seconda edizione iniziata e lasciata monca, senza voglia di recuperare Garzanti d’epoca, mi sono arreso. Riprenderò in mano il canone solo quando Adelphi avrà ristampato tutto fino all’ultima pagina. Ma Moonraker per me è indimenticabile, oltre alla scena pazzesca al Blades, per un’altra scena, che non è quella che dice
@Luigi, per quanto vedere Bond friendzonato sia parecchio strano, ma per la scena precedente in cui (SPOILER) Bond pur di salvare la situazione è pronto ad “andare ad accendersi l’ultima sigaretta sotto la coda del Moonraker. (…) il mozzo che rimane sul ponte della nave in fiamme. Ho sognato di imitarlo fin da quando avevo cinque anni”.
Bond, James Bond, Agente doppio zero del MI6, womanizer, edonista e tutta la crosta di insulsa figaggine buttatagli addosso per decenni, è un uomo disposto a suicidarsi per salvare Londra. Quella è la scena che porto con me da Moonraker e che da sola basta a farmelo giudicare miglior libro della serie. Bond è tante volte a rischio di morire, ma vederlo disposto a sacrificarsi volontariamente è qualcosa che mi causò un’impressione fortissima.
Ma in generale vado pazzo per tutti gli aspetti “umani” del Bond letterario: il Bond che passa quasi tutte le sue giornate in ufficio a studiare dossier astrusi e che civetta senza successo (!) con la segretaria (sempre Moonraker), quello che ammette di essere fissato con cibo per non annoiarsi, visto che mangia sempre da solo (Casinò Royale), quello che con due doppi whisky in corpo pensa alla vita e alla morte, quello che a inizio di Thunderball si sveglia con la testa che gli scoppia per il doposbronza (!) e che la sera prima ha perso un sacco di soldi a carte…
Ecco, questo è il Bond che amo di più, e finora solo John Glen coi due film di Dalton ci si è avvicinato quando Bond NON uccide l’agente avversario in The Living Daylights, e non tanto perché l’agente sia una bellissima donna (film) ma perché non vuole diventare sul serio un assassino senz’anima (racconto) o uno strumento, il destino che gli profetizza Mathis in Casinò Royale.
Io credo che il peggior film di Bond sia “la morte può attendere”, e difficilmente possa essere battuto.
Diciamo che Moonraker può essere il peggior Bond di Moore. Trama sconclusionata e Jaws sempre più inverosilmente indistruttibile e anche redento.
Come detto all’inizio della recensione, era uscito star wars, quindi Bond doveva finire nello spazio,in qualsiasi maniera, anche la più assurda.
Concordo su “La morte può attendere”, imbarazzante sotto tutti i punti di vista, un insulto al franchise, alla saga letteraria e a Pierce Brosnan.
Il peggiore di Moore, a mio avviso, è “Bersaglio mobile”, con un Moore 58enne totalmente fuori personaggio e alle prese con situazioni che definire “assurde” è dire poco.
Il cattivo Drax che ha comprato l’intero Vaux-le-Vicomte e l’ha portato in USA… daaaai! roba che il maccosometro(R) va fuori scala! Ancora peggio della buf-fon-ata gondola-piccione stupito.
Lacrimuccia per il paragone con Dove osano le aquile e la sequenza sulla funivia …
e la scena del delitto ripulita (il laboratorio a Venezia) che richiama tanto Intrigo internazionale?
Da qui in poi dell’era Moore ricordo solo la sequenza a Cortina perche’ i luoghi sono bellissimi.
colonna sonora per questo commento:
https://www.youtube.com/watch?v=aWK_Josc0Og
Eh, già… davvero irreale! :P
https://it.wikipedia.org/wiki/London_Bridge_(Lake_Havasu_City)
Film che da piccolino adoravo perché era 007 nello spazio (con tanto di battaglia finale con eserciti armati di laser!) e come ciliegina mi faceva pure ridere con lo sgherro immortale Squalo che faceva da spalla comica a Moore.
Rivisto da adulto è uno dei peggiori capitoli bondiani in assoluto e pure uno di quelli invecchiati peggio e che, a differenza degli altri con Moore, non sono riuscito a rivalutare. Anzi, ha fatto il percorso inverso! Questo MOONRAKER è totalmente fuori contesto, per colpa di quel filmetto di Lucas coi pupazzetti che ha fatto il botto. Visto che bisognava battere il ferro spaziale finché era caldo, sotto col copiare più possibile STAR WARS per attirare i ragazzini in sala. Spariamo Bond in orbita, diamogli i laser, così a cazzum, e astronavi come se non ci fosse un domani! Buttiamoci il carico a coppe e giù con gli accrocchi di Q sboronissimi anche se inutili (la gondola overcraft, il profumo lanciafiamme,…) solo per far vedere che James Bond può tutto e sa fare tutto meglio di chiunque. Pure dei Jedi.
Le buone scene d’azione (come il lancio senza paracadute, nonostante lo svacco finale), il buon ritmo generale e i soliti, mastodontici set vengono, per me, vanificati da uno schema assolutamente ripetitivo e dall’avventura generale totalmente sballata e assurda. Film pachidermico e dimenticabile.
P.S.: quando si parlava di L’UOMO DALLA PISTOLA D’ORO, si discuteva sullo sceriffo sudista sudato (SSS) e sull'”effetto sonoro di Pierino che sviene dopo aver sbirciato il culo a Carmen Russo” (copyright Pitch f.H. 2020) sullo stunt pazzesco dell’auto. Qua ci si può riallacciare. Sia per quanto riguarda la quota comica presa da Squalo, sia per quanto riguarda gli accrocchi inutili di Q (su tutti la gondola). Probabilmente (visti anche gli incassi…) il gusto generale era diverso e l’aver messo in scena la degradazione di Squalo da sgherro imbattibile a cartone animato con tanto di fidanzatina scema o l’aver aggiunto gadget sboronissimi e inutili (ripeto: la gondola di cui sopra di cui non mi capacito l’esistenza), avevano un suo senso, e cioè andare incontro ai gusti del pubblico pagante. Se al posto di trasformare la gondola in un hovercraft, 007 avesse estratto la pistola, freddato un paio di nemici e fosse saltato su una barca dando vita ad un inseguimento per i canali veneziani, la scena sarebbe stata ugualmente spettacolare e lineare per la trama. Che senso aveva la gondola-hovercraft? Visto oggi è ‘na cagata, ma probabilmente se avessimo visto il film in sala nel ’79 ci saremmo fatti le pippe su una scena e su un gadget simile.
Ma va’, niente di grave. Un po’ ci tengo io perché secondo me è il romanzo di Fleming più bello e mi spiace che abbia una fama discutibile per colpa del film.
D’altra parte se pensi che il romanzo originale è del 1955, due anni prima del lancio dello Sputnik, Fleming avrebbe dovuto essere dotato di una prescienza alla Jues Verne per immaginarsi Shuttle e navette spaziali :)
Ho dato uno sguardo a wiki e sono rimasto sorpreso, è stato il Bond coi migliori incassi fin a GoldenEye. Al povero Moore erano sempre le buffonate quelle che facevano più botteghino…
Dal prossimo episodio ragazzi vi voglio carichi perché arriva John Glen in cabina di regia e parliamo del miglior regista bondiano in senso assoluto, concreto e roccioso, l’interprete più fleminghiano di tutti, quello a cui farei dirigere uno 007 anche oggi che ha 88 anni.
Tu mi servi nel topic delle filmografie nel Badforum. Stiamo votando John Glen e bisogna tenere le medie alte!
oh e tra l’altro John nello spazio ci è andato per davvero! :P
Carichissimo per Solo per i tuoi occhi, il miglior Bond della saga, il più sottovalutato, il più duro e puro. John Glen (che ha diretto anche i due di Dalton) santo subito della chiesa anglicana
Meno male che non sono l’unico che apprezza “Solo per i tuoi occhi”… Uno di quelli trasmessi meno in tv e, per questo, meno conosciuti. Nonostante alcuni scivoloni (la pattinatrice Bibi e l’inizio con quella resa dei conti un po’ così) il film rivisto oggi (l’altra settimana su Sky…) rimane una bomba.
E poi c’è la Bouquet col suo broncio che mi ha sempre fatto sangue da matti!
La pattinatrice è insopportabile, ma era lì per fare brillare Moore di luce riflessa, per far dire “Bond è sciupafemmine eh, ma anche uomo d’onore, e non va a letto con le minorenni”. Stessa cosa per la sua tutrice, da quel che ho capito l’attrice era un’amica dei Broccoli in forte difficoltà finanziaria, e hanno creato il personaggio ad hoc per farla lavorare. Questa sì che è famiglia, e Fast and Furious può accompagnare solo.
La Bouquet fa scendere il sangue persino oggi, negli anni 80 mozzava semplicemente il fiato. E nonostante abbia sempre rinnegato quel ruolo, è stata la Bond girl più tosta di tutte, assieme a Teresa.
Davvero ha rinnegato il ruolo? Perché? Non è una bond girl passiva rimasta preda di 007,anzi…
Tra l’altro gliela “sgancia” solo a fine film
Derek Meddings è quello che ha curato gli effetti speciali (a mio avviso favolosi per l’epoca) della serie fantascientifica U.F.O.
La sequenza dove a James Bond, nella centrifuga, si deforma il viso a causa della forte accelerazione è il rifacimento di una sequenza di U.F.O. dove al viso di Paul Foster succede la stessa cosa, a causa di un rientro incontrollato sulla terra con una navetta spaziale (e, a quanto ne so l’effetto è stato ottenuto soffiando aria compressa sulle guance degli attori…).
Scusate se l’intervento è polemico ma questa non è una recensione. Del film si danno pochi cenni e quasi niente della storia, quasi non si accenna a Venezia, nulla sulla coprotagonista di bond ancora una volta non una donna oggetto ma un agente della cia anche scienziata. Non un accenno all’interpretazione di Lonsdale (non proprio uno sconosciuto) su come ha reso Drax. Ho appreso sul film più dai commenti che dalla recensione che è tutto dire.
Concordo sul fatto che il film sia invecchiato male e non è tra i miei preferiti di bond. È uno dei pochi che trovo a tratti noioso e le scene nello spazio sono tra quelle.
Sul piano del villain, sinceramente, è assurdo ma non tanto quanti altri. Continuo a citare il film più famoso, goldfinger (tra l’altro in questo film c’è una citazione. La clery viene uccisa mentre scappa nel bosco come la Masterson. Qua sono I cani, là e’ il cappello di oddjob): ha senso spargere gas letale per miglia, far scoppiare un ordigno atomico dentro fort Knox al solo scopo di far schizzare in alto il prezzo dell’oro? Non c’erano metodi più sottili, meno rischiosi, e più semplici da organizzare?
Certo il piano di Drax è utopico tanto quanto quello di stromberg ma è 007.
La volontà di lucrare su star wars è palese e per i tempi fu fatto anche un ottimo lavoro. Con gli occhi di oggi è invecchiato male ma lo spettacolo c’è eccome. La scena del combattimento con la spada nel museo è ancora efficace e anche la sboronata della gondola è in linea con il bond di Moore. Tanto quanto la lotus che esce dal mare e lui butta il pesce dal finestrino.
Finalmente si archivia squalo che non ho mai trovato simpatico.
Un cinque alto per John Glen che credo già in questo film e nel precedente fosse a dirigere la seconda unità è solo grandi elogi per solo per i tuoi occhi uno dei migliori bond in assoluto
Ti leggo critico su Goldfinger :)
Beh, in effetti nel romanzo Goldfinger vuole “banalmente” rubare l’oro di fort knox.
Il piano cinematografico è originale, è eccessivo, è…da villain di 007,senza essere esagerato come i piani di altri villain.
Quello di drax è obiettivamente più assurdo.
Allora lo scienziato che bestemmia non era una mia impressione! Altro che Mosconi!
Visto il film per la prima volta sul canale 8 qualche tempo fa, da non-fan della saga posso dire che per metà l’ho apprezzato e per metà no: tra i lati positivi ci sono un sacco di scenari esotici (che sia uno dei film dove Bond viaggia di più?), stunt veramente notevoli come il paracadutarsi dall’aereo, scenografie spettacolari ancor oggi e un mucchio di belle fighe, compresa la fidanzatina di Squalo (oh, ho un debole per le basse timide e formose).
Dall’altro lato invece abbiamo uno dei cattivi meno carismatici di sempre con uno dei piani più insensati di sempre, comicità demenziale alla fratelli Vanzina (citerei anche la parte con Squalo che viene trascinato via dai festeggiatori brasiliani) e un ammontare imbarazzante di pubblicità sparsa ovunque (no James, non la bevo la 7Up). In definitiva mediocre. Pure i disegni sono mosci…
p.s. “Goodhead” è uno dei nomi più porno tra le donzelle bondiane, forse secondo solo a Pussy Galore. Austin Powers non ha dovuto sforzarsi molto.
Non vinse l’Oscar ma fu solo candidato per gli effetti speciali. Il romanzo “Moonraker” non ha riferimenti allo spazio.
me lo ricordo con affetto da ragazzino con mio padre. Non l’ho più rivisto da allora, ma non penso lo farò :)
oh regaz! ma a proposito di bond… beccatevi sto sample: https://www.youtube.com/watch?v=r9KxqBiE_YQ