Poniamo caso che esista un film maledetto. Un film di quelli che se lo vedi, dopo sette giorni muori. Girano leggende, ci sono voci, persone pronte a portare prove indiziarie. Se lo vedi… niente, spacciato, morbo della morte. Voi che fareste? Lo guardereste lo stesso? O ci girereste alla larga? Lo chiedo a voi, amici cari, perché so che condividete con me la stessa malattia: vedere tutto, sempre e comunque. Vuoi vedere il film più violento del mondo? Ci sono. Il più noioso di sempre? Presente. Il più brutto mai realizzato? Pigia play. Certo, qui c’è di mezzo la morte, eh? Forse col tristo mietitore non è il caso di scherzare. Però… Però lo sapete anche voi che la tentazione ci sarebbe.
Anche perché, scusa, andiamo a vedere bene le prove. Esiste questo film, ormai scomparso da anni, no? Si intitola Antrum, è stato girato alla fine degli anni ’70 ed è stato messo in selezione per una serie di Festival. Niente, non l’ha preso nessuno. Manco il Fregene Horror Fest. Eppure qualcosa è successo. Tutti quelli che l’hanno visto, i selezionatori dei festival, pochi giorni dopo sono morti. Nei modi più disparati: c’è chi gli ha preso il coccolone (la povera Janet Hilberg del Jones Park Festival), chi ha messo inavvertitamente un piede su un pesce velenosissimo (Joe Barringer del La Jolla Film Festival), chi è rimasto fulminato (Tom Stylum del Colorado Film Festival)… Insomma, sì, ok, sono morti. Ma da qui a dire che sia stato il film a ucciderli, il passo è bello lungo, non credete? Cioè, mi devi convincere che sia colpa del film. Altrimenti, hey, shit happens.
Ok, è vero che nel 1988 un piccolo cinema a Budapest è andato a fuoco durante la proiezione del suddetto film, uccidendo ben 56 persone. Però, ragazzi, è anche vero che queste cose succedono, eh? Solitamente il fuoco divampa nella cabina di proiezione, il caro e vecchio (e ormai in disuso) Nitrato d’Argento, tende a farlo… Ma veramente vogliamo credere che sia colpa di un film? Scendiamo nel dettaglio: in questo caso – a detta di tutti i pompieri che hanno lavorato al caso – l’incendio è divampato in sala, non nella cabina di proiezione. La chimica qui non c’entra nulla. Sarà stato il Diavolo ad appicciare il fuoco? Boh… Va anche detto, per essere il più chiari possibile, che l’Ungheria nel 1988 non era leader nel settore delle misure di sicurezza nei locali pubblici, eh? Magari, faccio per dire, qualcuno stava fumando delle stagnole di krokodil bello spaparanzato in poltrona, s’è addormentato e via che è partito l’incendio. Non lo sappiamo.
L’unica cosa certa è che la morte dei selezionatori dei vari Festival che avevano visionato in anteprima Antrum prima e l’incendio in Ungheria poi hanno fatto diventare il film in questione un culto totale. E al tempo stesso l’hanno fatto scomparire definitivamente dai nostri radar. Puf! Volatilizzato. Pensate che bomba: un film maledetto, che ha il potere di uccidere tutti quello che lo vedono, come The Ring o il famoso Cigarette Burns di Baffo Carpenter, ma che è praticamente impossibile da trovare. Un po’ come Malabimba di Andrea Bianchi, il film di cui chiunque di noi ha letto per anni senza mai aver avuto l’occasione di vederlo.
Ma cerca e cerca, alla fine una copia spunta. È il novembre del 1993 e un cinema di San Francisco organizza una proiezione del film. Ed è qui che io mi (e vi) pongo la domanda con cui ho aperto il pezzo che state leggendo. Pur sapendo che tutti quelli che avevano visto quel film erano morti, sareste andati lo stesso a vederlo? Vi sareste comprensibilmente cagati addosso o avreste fatto quelli che “ma dai, ragazzi, ma cosa state dicendo?”, per poi presentarvi alla proiezione dopo aver comprato la maglietta e anche la spilletta del film? Io, conoscendomi, propenderei per la seconda ipotesi. E ve lo dico: sarebbe stato un errore.
Richard Semmy, successivamente condannato per omicidio colposo di terzo grado, nel 1993 lavora al bar proprio di quel cinema di San Francisco. Caricato a pallettoni dalla sua stupidera e dalla terribile nomea del film, quella sera decide di fare lo scherzone: mette nel burro dei popcorn che prepara stancamente ogni sera, una gigantesca dose di LSD. Risultato: pochi minuti dopo l’inizio del film, passata l’eccitazione momentanea di essere di fronte al film maledetto per eccellenza, cominciano a sbroccare male. Il fatto di non sapere di aver assunto la drogaina fa crescere a dismisura la loro paranoia. Non solo: Semmy ha anche la terribile idea di rendere questo bad tip ancora più bad: sbarra le porte della sala. Nessuno può entrare, e chi se ne frega, ma soprattutto nessuno può uscire. E quella è la goccia che fa traboccare il vaso. Gli spettatori, inconsapevolmente #tudifadi, convinti di essere intrappolati di fronte a un film in grado di ucciderli, perdono totalmente il controllo. Scatta il panico: parte la calca, scatta la rissa e ci scappa anche il morto. Perde la vita una giovane ragazza incinta.
Quest’ulteriore tragedia è il punto di svolta per Antrum, che scompare definitivamente dai nostri radar. Bè, in realtà fino ad oggi. David Amito e Michael Laicini, due giovani registi con entrambi dei corti notevoli alle spalle, ne hanno trovato una copia a un’asta in Connecticut. I due non solo hanno fatto uno studio preliminare sulla pellicola originale del film (scoprendo una serie di cose molto interessanti di cui vi parlerò più tardi, ma hanno anche realizzato un documentario – Antrum: The Deadliest Movie Ever Made – dove ho appreso tutto quello che vi ho raccontato fino a qui. E poi, Amito e Laicini, hanno fatto il passo più lungo della gamba: hanno deciso di organizzare una proiezione della loro copia di Antrum. A questo punto la scelta sta a voi, giovani e spensierati amici. Pillola azzurra, fine della storia: decidi di non vedere Antrum e domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, compri i popcorn, sit back and relax, e vedrai quant’è profondo il buco che conduce al Regno di Astaroth?
——————————LA LINEA DELLO SPOILER——————————
Niente, amici. Quello che vi ho raccontato fino a qui era evidentemente una balla. Antrum è un simpatico giochino messo in piedi dalla coppia Amito & Lucini. Si sono inventati questa storia del film che uccide, mutuandola appunto da The Ring e Cigarette Burns, e ne hanno poi tratto un mockumentary molto affascinante della durata di un quarto d’ora circa. C’è tutto quello che ci deve essere: l’incipit fulminante con gli spezzoni tratti dai primi horror di Méliès, una spiegazione del perché i film maledetti hanno una certa presa su di noi e sulla nostra immaginazione, una serie di interviste a critici e collezionisti, dei filmati d’epoca che ci aiutano a ricostruire gli eventi legati ad Antrum… Insomma, inutile che ve lo stia a raccontare, no? È dai tempi di Forgotten Silver di Peter Jackson che abbiamo preso confidenza col genere. Solo che poi ad un certo punto evidentemente hanno finito le cose da dire. E quindi hanno deciso di girare veramente Antrum.
Anzi, mi interesserebbe sapere se è nato prima l’uovo la gallina. Com’è andata? I due hanno fatto l’ennesimo horrorino col filtro instagram “Hey, it’s 1979 again!” e poi si sono inventati la leggenda e conseguente finto doc? Oppure viene prima l’idea del mockumentary e da lì si sono caricati talmente tanto da decidere di girare effettivamente il film? Non lo sapremo mai. No, probabilmente se mi sbattessi a cercare articoli o interviste ai due probabilmente scoprirei la verità… ma c’è da dire che non me ne frega quasi nulla. Perché Antrum, il film, quello del fake 1979, è di una noia sinistra. E rischia di compromettere la parte mockumentaristica, che invece è molto divertente.
La storia è quella di un bel bambino biondo a cui muore il cane. Disperato, si fa convincere dalla sorella ad andare a cercare nel bosco l’antrum del titolo, cioè l’ingresso al mondo dei morti, per tentare di andare a recuperare il suo cagnolone. La sorella, cuor di sorella, ha anche scritto un intero fake libro con tutta una serie di leggende, spiriti, demoni e chissà cos’altro. Per cui, seguendo le istruzioni del volume, aiutati da una serie di statuine e amuleti, i due si mettono a scavare una buca tra gli alberi. Quello che sembra però essere un innocente gioco, si trasforma ben presto in un incubo fatto di visioni spaventose, rumori bubusettete e, soprattutto, la comparsa di due scappati di casa dell’est Europa che vivono in mezzo al bosco che nel tempo libero praticano l’amore a cervi morti e si divertono a bruciare vivi dei poveri malcapitati all’interno di una gigantesca statuta raffigurante il dimonio. Con tanto di mega hard-on demoniaca.
Il film esteticamente è esattamente come ve lo state immaginando: pellicola un po’ rovinata, vestitini adorabilmente fuori moda, colonna sonora che stona, si alza e si abbassa, font in stile… Insomma, quell’armamentario nostalgico che ci insegue da Grindhouse in avanti. Con però l’aggravante di inserire in continuazione simboli demoniaci: triangolini, pentacoli, scritte in latino, fotogrammi che raffigurano scene di violenza a livello (finto) subliminale. Come ci viene detto alla fine della parte documentaristica, alcuni tecnici si sono accorti, studiando la pellicola, che ci sono alcune bizzarrie. Degli “invisbilissimi” indizi subliminali sparsi all’interno del film che evidentemente esercitano un macabro potere sugli spettatori che li porta poi a morte certa.
Peccato però che non ci sia niente di subliminale in Antrum – The Movie e che TUTTI questi momenti siano più che riscontrabili da chiunque non stia guardando il film leggendo contemporaneamente un libro o sfarfallando sul proprio smartphone. Cosa che, devo ammettere, ogni tanto ho fatto. Se le prime 15 volte che compare un simbolo satanico si può fingere di provare dell’interesse, alla 170° volta che questo giochino si ripete, si ha la vaga sensazione di essere presi in giro.
Discorso leggermente differente per il trattamento audio. Come ci viene spiegato verso la fine, il film presenta nella colonna sonora quelli che vengono chiamati dei Toni Binaurali. Grazie per la domanda! Scherzi? Sono qui apposta. I toni binaurali sono “dei battimenti – la frequenza risultante dalla sovrapposizione di grandezze periodiche, in genere oscillazioni sinusoidali di diversa e vicina frequenza – che vengono percepiti dal cervello quando due suoni con frequenza inferiore ai 1500 Hz e con differenza inferiore ai 30 Hz vengono ascoltati separatamente attraverso degli auricolari”. Sì, ho copiato e incollato da wiki. Eh, vabbè, ma che te devo dì? Non saprei come spiegarlo altrimenti. Vabbè, ma cosa fanno però i toni binaurali? Hanno delle conseguenze fisiche su chi li ascolta. Per esempio l’onda Gamma, quella superiore ai 40 Hz, fa scattare nel cervello una sensazione di paura. Mentre quella Beta, con Hz compresi tra i 13 e i 39, è responsabile della sensazione della paranoia. Ok, questa roba qui è una figata. Basta però a giustificare tutta questa operazione? Per quanto mi riguarda direi di no.
Ora, io prima di mettermi davanti al film non mi ero minimamente interessato, non sapevo nulla. Rapito dalla parte mock, quando poi è partito effettivamente Antrum, il film che mi avrebbe ucciso, ci sono rimasto un po’ male. L’ho vissuto un po’ come un tradimento delle premesse, una forzatura. Perché a quel punto ogni suo vezzo artistico necessario a farlo apparire come girato nel 1979 appare come evidentemente falso, fino a diventare quasi involontariamente comico. E perché – chiedo scusa per quello che sto per fare – come scriveva Roland Barthes nel capitolo dedicato allo strip-tease in Miti d’Oggi: “… come in qualunque spettacolo mistificante, lo scenario, gli accessori e gli stereotipi vengono a contrastare la provocazione iniziale del proposito e finiscono per inghiottirla nell’insignificanza: si ostenta il male per meglio ostacolarlo ed esorcizzarlo”.
DVD-quote:
“Rivestiti, va là, che ti preferivo prima”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
Fa’ quasi sorridere sapere che la parte mockumentary sia quella più figa… dire che il genere non sia stata utilizzato nel più sapiente dei modi è quasi un eufemismo.
Ma una domanda tecnica che non c’entra, quasi niente: io Cigarette Burns (visto da ragazzino su Rai3, credo), me lo ricordo come una figata assoluta… ero un bambino cretino? Ha senso che mi sbatta per rivederlo o a posto così, grazie, come se avessi accettato?
Sbattiti, è una figatona assoluta
Ma andiamo, è di Carpenter, ma che domanda è? Carpenter è un maestro assoluto, che cazzo.
E anche l’altro episodio di Carpenter, Pro-Life, con Pearlman che fa il fanatico antiaborto è un capolavoro. Ma già che sei a sbatterti recupera tutte due le stagioni di Masters of Horror, che valgono davvero la pena.
Stessa sensazione Casanova. Tanto la parte documentaristica è ben fatta, appassiona e fa crescere la fotta, quanto il film vero e proprio è na merda che t’ammoscia l’entusiasmo.
Peccato cazzo. Mi aveva preso veramente bene sta storia. (come mi prese il documentario che fecero a suo tempo per “The Blair Witch Project”)
Credo sia un film geniale: una storia dove l’unica cosa che succede è “due ragazzi scavano una fossa nel bosco”, arrotolata con un incarto interessante.
I due registi hanno saputo davvero vendersi.
E’ stato un piacere leggervi.
Pensa che per me è stato il contrario. Parte mock simpatica ma palesemente finta, troppo per creare la minima atmosfera, e film carino, finitissimo anche lui ma con qualche trovata divertente.
da paura, la penso esattamente l’opposto della rece.
il prologo l’ho trovato cheap e blando, in piena media mockumentary, senza nessuna personalità o guizzo.
arrivato al famoso disclaimer con la legal notice, ero pronto, dopo averla prontamente wassuppata al mio avvocato per un consulto, all’eventualità che il film fosse una cacata.
Cosa che non è assolutamente, riuscendo a trasmettere sistematicamente disagio e disorientamento, e anche quella sensazione di trovarsi in una specie di limbo, un non-luogo non ben definito.
Chiaro che è un film che richiede una immersione pressochè totale per funzionare, è la classica visione da fare da soli, al buio e con le cuffie.
Ad esempio l’audio dei dialoghi è volutamente basso rispetto alle altre traccie, proprio per stimolare inconsciamente una maggiore attenzione a quello che succede.
Lavora molto sulle suggestioni, acustiche e visive, di cui glifi e scritte subliminali sono solo alcune.
Stiamo parlando di un film che tiene un inquadratura di tipo un minuto immobile sul primo piano di uno dimonio che ti fissa e ti punta lentamente un dito contro.
E l’utilità della sagra dello spiegone nell’epilogo non è tanto dirti quante volte è apparso il sigillo di astaroth, ma dirti che ogni volta che appariva il film e lo dimonio ti stava lanciando una maledizione.
Cmq, perr chi è interessato, è disponibile pure su prime video con, grazie a dio, audio originale e sottotitoli.
sta cosa dei suoni bineurali mi ha fatto venir in mente una notizia di qualche anno fa secondo la quale (la notizia l’avevo letta in spagnolo ma immagino che anche li da voi si sará sentito) le nuove pericolossissssssime droghe si spacciano via mp3, e diversi quotidiani per qualche giorno hanno spinto su sta cosa di suoni che mandano in trip o meglio.
per la cronaca ho ovviamente provato nella vana speranza di droga gratis su internette, ma come effetto direi meno che il filetto secco della banana.
Il pericolossissimo “iDoser”, inutile dire le risate che ci facevamo quando i ragazzini più giovani millantavano trip che nemmeno gli hippie a woodstock
Wikipedia dice che “Malabimba” e’ disponibile in DVD nelle versioni con e senza inserti hardcore sul mercato USA:
“Attualmente (2018) non esiste una versione italiana del film in formato DVD, tuttavia, è presente da anni sul mercato una doppia edizione statunitense con audio italiano contenente le due versioni del film (quella soft e quella hard).”
Segnalo errore: “invisbilissimi” manca una I
Per curiosità ho trovato il famoso Malabimba Unrated e Cigarette Burns perché non ko ricordo.
Come si fa a pensare, e addirittura spingersi a scriverlo (scripta manent), che la parte “migliore” è quella del mockumentary nel momento in cui come esperto demonologo, nella parte conclusiva, compare English Bob, aka Paul Calderon — il barista di Pulp Fiction.
Al di là del contravvenire una regola non scritta, ma per questo ancora più ferrea, del genere, la parte finto-documentaristica è una carnevalata che ti fa scendere totalmente l’entusiasmo.
Per chi dice che sono stati dei geni del marketing —> Mavafan….! Avevano un’idea potenzialmente BOMBA, e l’hanno indebolita per ignoranza e superficialità. E probabilmente fretta di uscire nei cin.. ops, in streaming. Un’idea così (Film maledetto ritrovato) avrebbero dovuto coltivarla per mesi, creando curiosità e leggende urbane.
Il film in sé, potevano lasciarlo così com’era. Sarebbe diventato un piccolo classico weird (non è un horror, è weird), sicuramente più comprensibile di roba come “The Begotten”.
Il doppio finale rende l’essenza di un film integrale e mostrato così com’è, tipo Director’s cut.
Ma gli inserti pseudo snuff —che dovreste leggere sul web quante pippe inutili hanno generato — oggi che bimbetti di 15 anni accedono alle red room del dark web (così si dice) sono più patetici che altro.
Davvero, mi spiace. Se fossi Ricco (spoiler: NO) finanzierei un progetto clone ma preparato e realizzato come cristo comanda.
Tony Binaurali
Tony Binarelli
Muoio.
Puaahahahaha
la prima foto è tratta da berserk?
no perché uguale uguale uguale