Volevamo raccontarvi un pugno di film di James Bond in preparazione a quello nuovo, la cui uscita era prevista per il 10 aprile, ma poi è stato spostato a novembre.
Pensavano forse di scoraggiarci?
Col cazzo: adesso ci mettiamo qua e ve li raccontiamo TUTTI.
A voi Le Basi: 007.
La regola era che un nuovo film di 007 dovesse uscire più o meno ogni due anni. Alle volte sono stati 3, altre un anno solo. Mai eravamo stati 6 anni senza Bond come tra il 1989 e il 1995, nemmeno nei momenti di passaggio da un attore all’altro. La questione come sempre in questi casi era legale. Un nuovo James Bond in realtà la produzione ce l’aveva pronto ad entrare, era lì che si stava scaldando: Pierce Brosnan, che come ha raccontato Nanni era già in lizza quando fu scelto Timothy Dalton e che in quegli anni un giorno sì e un no scriveva una lettera per chiedere se andasse ancora bene Dalton o potesse subentrare lui. E così nel 1995, a 38 anni, subentrò.
Tuttavia la storia di GoldenEye non è quella del primo 007 di Pierce Brosnan ma semmai quella del primo 007 di Martin Campbell, l’unico regista dopo Terence Young ad aver impresso un marchio e non essere stato mero esecutore, un maestro discontinuo dell’azione che sarebbe poi tornato alla serie per ripetere il miracolo: rifondare di nuovo la mitologia di Bond con Casino Royale. Ma rimaniamo al 1995 e alla prima rifondazione.
Erano passati 6 anni e il mondo era un altro. Finita la guerra fredda, finiti i russi cattivi, finito lo spionaggio come eravamo abituati. Ma era anche un altro mondo di donne, diritti, lavoro e violenza. Dopo che con Dalton si era tentata la strada dell’action anni ‘80, era davvero il caso di cambiare tutto. E per la prima volta James Bond cambiò tutto (per quanto possa cambiare Bond eh) invece di aggiustare il tono. Lui, il personaggio, era sempre lui, ma gli altri tutto intorno erano diversi.
Diversi sul serio perché oltre ad un nuovo 007, c’è una nuova Moneypenny e un nuovo M, solo Q rimane indefesso, sempre lui, Desmond Llewelyn, dal 1965 (Dalla Russia Con Amore) fino al 1999. E GoldenEye nel rifondare la mitologia di Bond racconta del mutamento del nostro mondo. Il primo strato, chiaramente, è il mutamento politico, cioè il crollo del blocco sovietico, il secondo è il mutamento umano (un agente segreto che gira e ammazza non può più essere spensierato, come già Timothy Dalton aveva mostrato), il terzo (che all’epoca faceva ridere e oggi per niente) è il mutamento sessuale. GoldenEye è un film molto più #metoo di tutti quelli che escono adesso, e presenta uno scenario molto più attuale di quelli che escono ora, con gli hacker russi che si infiltrano e condizionano la politica mondiale.
Campbell innanzitutto porta l’azione, quella vera! E come gli piace fare parte con qualcosa di modaiolo, cioè gli sport estremi (in Casino Royale sarà il parkour). Prima 007 fa bungee jumping, poi base jump fiondandosi con la moto giù da una scarpata per entrare in volo dentro un aereo che sta precipitando, prenderne i comandi e volare via. Tutta la sequenza è silenziosa, scandita solo dai rumori. Un gioiello di stuntmen e montaggio. Di nuovo, non è la presentazione di Brosnan come nuovo 007 ma di Martin Campbell. Applausi.
Il suo Bond sembra più un militare dei corpi speciali. Prima non avevamo mai percepito un addestramento nel suo passato, in questo film nonostante non venga mai detto invece sì, sembra che sia stato addestrato.
Tutte le scene dell’attacco del film fanno il minimo uso di colonna sonora e anche quando Sean Bean muore (altro segnale che Campbell aveva capito tutto del futuro) l’affare è presentato con meno fronzoli possibili.
All’insegna del “cambio tutto”, GoldenEye è anche il primo film di Bond non legato in nessuna maniera a Fleming. Non viene da un romanzo né prende pezzi di altri romanzi. È totalmente inventato per somigliargli, ed è fatto così bene che davvero è più Fleming di quanto non lo siano i suoi romanzi peggiori. Ci sarà la scena di gioco d’azzardo in cui conosce parte dei nemici, ci sarà il sesso giusto e il sesso sbagliato e poi la velocità delle macchine (che gran signore a citare i tornanti i cui Connery correva con quella stessa Aston Martin DB5!). Così dopo solo 20 minuti Brosnan ha mostrato tutte le carte da Bond: ha flirtato, ha ucciso, ha corso in macchina, ha vinto al tavolo da gioco, ha ordinato da bere e ha detto “Bond… James Bond”.
Solo una cosa gli riesce malissimo: l’umorismo.
Xenia Onatopp, il villain, è un doppio senso che nemmeno Annabella Fagina di Austin Powers (che comunque sarebbe arrivato due anni dopo), e la cosa più pietosa è che non si fanno sfuggire l’occasione di sottolinearlo con una battutaccia allusiva (la versione italiana non adatta il nome grazie a Dio!).
Lei è una finta Vesper Green (di nuovo, le ossessioni di Campbell) però cattiva, che recupera un dettaglio fondamentale dei villain di Bond: la sessualità deviata. È una sadomasochista che uccide i suoi partner mentre ci fa sesso, stringendoli in una morsa con le cosce. Ci proverà con Bond, che come Homer con il panino andato a male non riesce a trattenersi e quindi ci prova lo stesso a possederla, e finirà male. È un brutto presagio.
007 ancora non è arrivato in ufficio a questo punto, ancora non ha ricevuto la missione. Quando lo fa non solo miss Moneypenny alla terza allusione sessuale gli dice che quello che fa potrebbe essere considerata molestia sessuale (James “Harvey” Bond), ma poi arriva Judi Dench, che qui esordisce come M, a fargli capire che tutto è cambiato e lui è un predatore sessuale del vecchio mondo, non appena prova a fare il simpatico mansplainer con lei. È un mondo duro per James. Prima il crollo del nemico tanto caro, l’URSS, poi il crollo dello strapotere sessuale del maschio sul posto di lavoro….
Ultimo dettaglio del grande affresco che rilancia James Bond è la tecnologia. Ci ha sempre flirtato ovviamente, ma Campbell vuole spingere molto di più. Il villain ha un hacker russo ai suoi comandi (e uno se lo trova anche James, ma donna e patata…), i computer sono le vere armi del film e la minaccia mondiale da sventare è un attacco che paralizzerebbe tutte le tecnologie di Londra, causando la fine dell’economia britannica e possibilmente mondiale.
Tuttavia siamo ancora in un mondo così proto-tecnologico che è credibile che la gente comunichi via email come se si parlasse su un messenger e che staccare in fretta e furia con brutalità delle schede da un server causi piccole esplosioni. Quanta nostalgia per quell’ingenuità…..
Sono passati 53 minuti su 130 totali, finalmente abbiamo finito le introduzioni e il film può iniziare. Ah no! Manca Q trasformato, letteralmente, in un momento di Una Pallottola Spuntata. Anche qui l’umorismo è un disastro, eccessivamente marcato, troppo spinto e incomprensibilmente demenziale.
Per fortuna dopo questa prima ora di batoste James può tornare in azione sul luogo del delitto, in Russia, là dove il comunismo lo ha tradito fallendo e poi dopo a Cuba, la nuova speranza per il domani dei villain. E in questi luoghi ritrova il suo mondo. Subito il generale cattivo che pare Scottie Pippen bianco (sono pur sempre gli anni ‘90) e Sean Bean redivivo (così può morire 2 volte nello stesso film!) trattano l’MI6 come una barzelletta perché guidato da una donna. James nicchia, ma dentro si fa una risata.
Ed è bellissima in questo senso tutta la scena, girata come quella molto nota di Il Terzo Uomo in cui compare Orson Welles, nella quale James reincontra il suo vecchio amico 006 (Sean Bean), ancora vivo e passato al nemico, in una specie di zona piena delle statue dei leader comunisti abbattute, tutte ammassate lì. I ruderi del comunismo e loro due.
A questo punto sono evidenti due cose su Brosnan: non ha nessuna capacità di portare l’ironia di 007, è goffo e mai divertente, sempre fuori luogo e come c’è un’allusione sessuale sembra sempre un cretino invece che un uomo di mondo; nessuno dai tempi di Connery sa indossare un completo in ogni occasione come lui. Campbell lo capisce e gli regala la possibilità di fare la scena d’azione migliore in giacca e cravatta. La scena è quella dell’inseguimento in carro armato per la città, un gioiello di metaforoni sull’ex regime sovietico, fatti non a parole ma con un carroarmato che sgomma in città, sfonda tutto e si carica un monumento equestre. Dentro, un gentleman in mocassini e completo. È la pratica dell’esame da Bond e Brosnan non sbaglia.
Il resto sarà un continuo affiancare il classico al moderno con una classe che nessuno ha più ripetuto dopo (se non Campbell stesso): i colpi con il taglio della mano tra capo e collo per far svenire la gente, l’antro dei cattivi scavato nella pietra ma pieno di tecnologia, con un sacco di dipendenti e militari che corrono e si danno da fare mentre i leader guardano da dietro un vetro, amplessi subitanei e donne vogliose (anzi “donna vogliosa” perché è solo una), guerriglia informatica, satelliti che bruciano e mezzi assurdi come il treno blindato.
Con goffaggine c’è anche il tentativo di creare un Bond più umano che Campbell porterà avanti molto meglio con Daniel Craig, perché qui si limita a farlo guardare verso il mare con un tramonto da cartolina stampata male (quando ti finisce un solo colore dell’inchiostro della stampante) pensando all’amico che dovrà uccidere e spiegando che lui deve essere freddo perché “Mi mantiene vivo”.
Ma tant’è. Il miglior 007 da decenni. Poi sarà tutto un disastro.
Bond Girl & Bond Villain by Gianluca Maconi:
Bonus, il film con gli effetti sonori dell’epico gioco che ne fu tratto per Nintendo64:
Dvd-quote suggerita:
“James Bond contro il mondo moderno”
Jackie Lang, i400calci.com
“Il miglior James Bond da decenni”, non dico la mia perché ho già abbondantemente detto la mia su quanto immenso sia stato il contributo di Dalton a confronto. Puntualizzo solo che Goldeneye è un titolo alla Fleming eccome, visto che si chiamava così la villa in Giamaica in cui scriveva i suoi romanzi. Allora, Goldeneye è bello. Condivido tutti i difetti, a cui aggiungo l’orrenda canzone finale (quella di Tina Turner è più che buona), il green screen con l’aereo in caduta e l’introduzione di Brosnan (bello il salto dalla diga eh, ma vediamo il suo volto appeso a testa in giù in un bagno dove un russo si fa una cagata) ma non si può negare la classe dell’insieme. Il ruolo comico riesce molto meglio ad Alan Cumming e Joe don Baker (resuscitato da Zona Pericolo come agente CIA) che al protagonista, ma c’è una bella storia, belle ragazze, azione e cattivo originali ma non strabordanti, il baccarat e casinò fumosi, la gunbarrel migliore di tutte (la prima senza Maurice Binder dietro la telecamera da Dalla russia con amore).
Nulla mi toglie in mente che Dalton si sarebbe meritato un terzo capitolo, ma il pubblico lo aveva schifato fin dall’inizio, e il cliente ha sempre ragione anche quando ha torto. Una cosa è certa, da qui si va in caduta libera (anche se non odio il Domani non muore mai quanto vorrei).
Ho detto due volte “mia” nella stessa frase, e Binder aveva saltato Goldfinger oltre che il secondo di Connery. Niente, pardon per gli svarioni.
Spero però che l’odio verso “La morte può attendere” sia quello che merita :D
Quello di sicuro ;) però ti dirò, una cosa che mi piace di quel film che non trovo negli altri tre è proprio Brosnan. Forse è perché il film intorno fa così schifo, e lui sembra l’unico a cui freghi qualcosa di portare a casa un bel 007. Ti fa davvero pena, quando non è circondato da una scrittura o regia che possano salvare le apparenze, come nei tre precedenti. Come Dalton, si meritava di meglio :,)
Sai che una scena che mi ricordo di quel terribile film è quando Bond rimane esterrefatto di fronte all’auto invisibile.
E ho sempre immaginato che Brosnan stesso fosse rimasto di sasso, come se in quel preciso istante si fosse reso conto del trash involontario in cui si era ficcato.
E certo che ci credeva e ha dato il meglio, lo ha dichiarato anche in una intervista successiva.
Ha pur sempre impersonato per 4 film un’icona inglese e un’icona cinematografica.
E di sicuro si rendeva conto di chiudere con un film orrendo, quindi almeno da parte sua ha cercato di salvare il salvabile.
Ehi, scrittore di questo sunto, è semplicemente palese che Pierce Brosnan ti sta antipatico. Tuttavia penso sia normale poiché i migliori hanno sempre tanti invidiosi dietro: per la loro bellezza, la loro personalità, il loro stare al mondo ecc. ecc. Dopodiché la descrizione, nonostante sia soggettiva, è impeccabile.
P.S. Se Brosnan è goffo e scarso con le donne, allora gli uccelli non volano
Ciao Francesco, chissà se leggerai mai questo messaggio visto che sono passati mesi.
Sì, direi che è abbastanza palese mi stia antipatico Brosnan, altrimenti non mi sarei disturbato a imbastire tre frecciatine tutte in fila. Almeno come James Bond gli preferisco perfino George Lazenby, mentre in altri film e interviste ho più volte trovato simpatico e alla mano l’irlandese. Semplicemente nel suo 007 non ci vedo nulla di che, oltre ad un bel faccino con cui ha ingiustamente scalzato Dalton, sottovalutato ancora oggi perché puntava sulla profondità e non sull’apparenza, e sappiamo bene quale delle due tenda a premiare il pubblico generalista. Che ci sia una certa invidia da parte mia, anche subconscia? Probabile, anzi è giusto che ci sia, James Bond è la più alta forma di fantasia maschile esistente al cinema e ci sono state più persone sulla Luna che attori abbastanza fortunati da interpretarla. Non invidiarli sarebbe da pazzi.
Volendo fare un’ultima precisazione, non ho mai detto che Brosnan fosse scarso con le donne, ho detto che l’umorismo non era proprio di casa con lui, dovevano fare tutto i comprimari per strappare qualche risata (spesso con discreti risultati, va detto). Comunque, ad ognuno i suoi gusti. Anzi, grazie del complimento e di aver portato un po’ di discussione, mi mancavano i dibattiti sul Bond della settimana. Dai, magari ci scanniamo meglio sotto Quantum of Solace, se mai uscirà.
Mi par di ricordare che Goldeneye fu scritto con Dalton in mente, e questo spiegherebbe molte cose.
Izabella Scorupco miglior Bond-girl di sempre.
Dopo Connery è il mio Bond preferito di sempre.
Pierce Brosnam per me qui è al top della forma e Martin Campbell lo valorizza al meglio, purtroppo i seguenti film con lui non saranno dello stesso livello anche se a me piace anche Tomorrow never dies.
Golden Eye l’ho visto molte volte e continuo a divertirmi con gli scambi di battute tra lui e Robbie Coltraine, trovo sempre esaltante la scena dell’aereo preso al volo e poi Judie Dench, Sean Bean, Famke Jansenn e la bellissima Izabella Scorupco.
E la cosa che mi piacque fin da subito al cinema e continua a farlo ancora oggi e mostrarlo come un agente ormai fuori tempo e fuori luogo rispetto ai tempi gloriosi tempi passati.
Mi piace molto anche la colonna sonora, alcuni suoni ricordano il magnifico Nikita di ben 5 anni prima.
“E GoldenEye parla esattamente diqdi nel rifondare la mitologia di Bond racconta del mutamento del nostro mondo.”
Scusa Jackie, magari rileggere il testo prima di pubblicarlo…
“…staccare in fretta e furia con brutalità delle schede da un server causi piccole esplosioni”
Ora so perché Widows 95 aveva la schermata “Ora si può spegnere il computer”.
Anche per me il migliore Bond dai tempi di Connery. Purtroppo Brosnam e l’ironia sono come il giorno e la notte, mantiene sempre quell’aria grave da Quarto Protocollo che qui e’ fastidiosa quasi quanto la nuova carampana-bond-girl alias M. Addio spensieratezza…
Uh a Goldeneye ci sono affezionato perché è l’unico 007 che ho visto al cinema, con mia mamma, che cercava di iniziarmi alla saga di Bond già dai tempi di Dalton.
Ricordo che mi piacque, ma poi non l’ho più visto. Se non sbaglio a questo giro l’Aston Martin viene rimpiazzata da una BMW no? Non so perché ma è la cosa che mi ricordo di più.
Sì, proprio vero! :D E poi te la pompano come la più grande figata del mondo, ha tutti i gadget, tutti gli optional. Sparisce per mezzo film, ricompare a Cuba, due secondi dopo compare Joe don Baker con l’aereo, fa cambio e sgomma via. L’auto non si vedrà più nel resto del film. Una parola: maccosa!
Palese marchettone per BMW. Tipo in Casino Royal con Ford Mondeo. Sequenza: arrivo in aeroporto e prolungata sequenza di trasferimento con l’auto in questione vista da varie angolazioni.
Non ridurrei Xenia Onatopp ad un mero scherzo: è la prima donna a tentare di dominare sessualmente Bond, campo in cui è stato sempre lui a dominare, e a riuscirci, e senza nemmeno avere un amplesso (oltre ad essere matta come un cavallo e ad avere la divertentissima scena nella sauna).
Per il resto filmone, uno dei migliori film della saga sotto ogni punto di vista, per averne un altro di livello bisognerà aspettare il bis dello stesso Campbell.
Primo film con Brosnan, ritenuto dai più, la perfetta sintesi del maschio Bond. Personalmente, sarà perché quasi tutti i suoi film li trovo pessimi, non mi ha mai preso al 100%. E lo dico col cuore in mano perché Brosnan fuori dal personaggio Bond mi sta molto simpatico. Questo “GoldenEye” è il capitolo più convincente del mazzo, eppure nonostante gli sforzi per mettere in pari il franchise e aggiornare il personaggio e il suo mondo agli anni ’90 (non ultimo, un capo donna. Forse più del cambio di attore, questa è la svolta più grossa del franchise misogino per eccellenza), i difetti sono parecchi. Il più grosso è il twist sull’antagonista che definire “telefonato” significa fargli un complimento. Ma è tutto il film ad essere sul filo tra lo “spettacolare” e la “buffonata”. Prendi la scena iniziale con la ripresa al volo dell’aereo in caduta libera. E’ spettacolare al massimo, più di qualsiasi altra cosa mai tentata finora (007 torna ad essere il vertice dell’action!). Ma quando lo vedi al posto di gasarti pensi “Ma vaffanculo! E chi è questo? Superman? Che cagata…”. Poi però recuperano con la scena della penna esplosiva creando una discreta tensione, ma ritornano dalle parti della cagatona con l’inseguimento a bordo del carroarmato che sfrocia mezza San Pietroburgo. Insomma, film in bilico. Lo promuovo perché è il primo del nuovo corso e si può chiudere un occhio, ma se l’esordio del nuovo corso è il migliore del ciclo, chi è ai piani alti qualche domanda deve pure farsela (a parte questo salvo solo “Il mondo non basta” nonostante la Richards…)
Se volevano aderire il più possibile alla realtà continuando il percorso iniziato con il dittico di Dalton, il primo passo fu fatto dalla parte sbagliata. Più che con i pachidermici e sboronissimi film di Moore, il vero declino di Bond è iniziato dall’avvento di Brosnan con film e personaggi improponibili e invecchiati molto molto male.
Scusami ma allora tutti gli ultimi film di Fast e Furious risaltano in questo difetto della sfrociata/cagata.
Sì, ma sono cose profondamente diverse. Un po’ come il primo XXX con Vin Diesel. E’ un film di spie? Si. E’ tamarro, caciarone e puzza di cagata? Si. E’ godibile? Si. Quando uscì era perfetto, rivisto oggi fa un po’ sorridere.
Ma una realizzazione così sopra le righe te l’aspetti da altri franchise, non da 007 o comunque non dal Bond pseudo-realistico che si stava provando a realizzare (vedi dittico di Dalton). E infatti la strada intrapresa porterà alla crisi di 007 con capitoli sempre più vicini alla “cagata” (“La morte può attendere” è l’esempio perfetto, nonché uno dei peggiori Bond mai fatti).
Beh scusami ma in Vendetta privata ciò che fa Dalton con la motrice non mi pare particolarmente verosimile. Certo meno spettacolare della scena del carroarmato ma mi sembra che sia in linea con quello. Se accettiamo la Lotus che esce dall’acqua e la gondola in Moonraker …..
Diverso è il discorso per la scena dell’aereo. QUella, effettivamente, è piuttosto esagerata per il franchise però è anche vero che serviva un rilancio del brand dopo 6 anni e nel 95 questo è quello che il pubblico chiedeva
Pierce , lo pronuncio come si scrive , in questo Bond tocca il suo picco cinematografico , se poi ne trovate un altro più figo e divertente nominatemetelo .
Vabbè, e gli adattatori italiani si sono lasciati sfuggire l’occasione di ribattezzare la tipa Xenia Topona? Che spreco….
“Sono un esperto di topone. Aehm, di gatti.”
Ragazzi,
considerazione non da poco: il nostro Brioni ha vestito tutti i Bond di Brosnam regalandoci lo 007 più elegante ed impeccabile di sempre.
Con un mio amico avevamo anche pensato ad una campagna pubblicitaria dedicata: Bond, l’uomo vero, arrivato al top, indossa il suo completo, se lo guarda e dice: “Brioni” . Poi il suo sguardo si perde nel vuoto e con espressione e tono compiaciuti esclama “Me cojoni!”.
Bravo Fortebraccio. Dettaglio non da poco. Anche se mi pare che da Skyfall sia subentrato Armani.
Ammetto una certa sorpresa nel constatare che alcuni si ricordano l’esistenza e perfino il nome della seconda Bond Girl in un film in cui compare Sua Divinità Famke Janssen al top del suo sex appeal.
Al di là del fondamentale appunto FAMKESPOSAMI, due parole sul film:
Miglior attore per Bond di sempre.
Giovanni, nei commenti alla recensione su Batman forever su questo sito difendeva Val Kilmer come miglior Batman perché, sosteneva, era stato l’attore che riusciva meglio a far convivere tutte le sfaccettature di Wayne/Batman, mentre gli altri (Keaton, Affleck, Bale, Clooney) erano bravi in una cosa soltanto.
E’ un discorso che mi sento di sovrapporre a quello per il contest Miglior Bond.
Il più cool? Connery.
Il più sfacciato? Lazenby
Il miglior aplomb? Moore
Il più duro e “reale”? Dalton
Brosnan si studia tutta la serie di attori che lo ha preceduto e riesce a isolare per poi inglobare nella sua interpretazione il meglio di tutti loro. E’ elegante come Connery, è allegro di carattere e capace di godersi una situazione assurda o comica MEGLIO di Moore, senza ostentare la Roger face ma addirittura sorridendo, è daltoniano nell’essere capace di violenza.
E, fisicamente, è il più vicino di tutti all’immagine che ne dà Fleming, con la virgola di capelli scuri cascante sulla fronte. Non il toupet, non biondini inutili. Perfetto, e ancora insuperato (Craig è bravo, ma non è Bond. Brosnan è Bond)
A Brosnan mancava, per la perfezione, solo un minimo di età in più, quella che avrà nel successivo Il Domani non muore mai e in cui sarà davvero, definitivamente, perfetto.
Questo film è un mezzo trionfo, presenta già lo spunto “vediamo com’era JB da giovane” ed è impaccato di tutto quello che rende un film di 007 una cosa bella.
Un film come Casinò Royale con il Brosnan di GoldenEye sarebbe stato il miglior exploit della serie. Invece niente, per Bond le stelle non si sono allineate.
Non pensavo che il mio commento avesse lasciato il segno a tal punto. E non avevo mai applicato lo stesso ragionamento a 007. Devo dire che hai ragione ;)
@Hellblazer Joestar Me lo sono rivisto ieri e confermo: la Scorupco è la mia Bond-girl preferita di sempre. Sarà per il look sbarazzino intelligentemente opposto alla femme fatale Janssen (capello corto ma femminile, golfino di lana, gonnellina sopra al ginocchio, stivaletti…), o forse per il fatto che non fa la damigella in pericolo ma nemmeno la girl-power che umilia l’eroe maschio, ma (realisticamente) lo aiuta usando le sue competenze lavorative.
PS
Sono sempre io, quello dell’apologia su Batman/Kilmer, ho solo usato un nick diverso ;)
Intanto spezzo una lancia, come già qualcuno a detto, per Famke Janseen: io ricordo benissimo lei e pochissimo l’altra :D
Poi, miglior Bond da decenni verissimo. Anche miglior Bond di Brosnan, con ampissimo distacco sugli altri 3, e diciamo pure uno dei miglior Bond in assoluto: parliamo di un film che va nei primi 5 di sicuro, e per averne un altro di questo livello dobbiamo aspettare appunto il bis di Campbell.
L’altra, comunque, non era un cesso.
Nessuno l’ha ancora menzionato, quindi lo scrivo: per me il vero villain della pellicola è il generale Oruomov, interpretato da Gottfried John. A parte essere un attore che ha lavorato pure con Fassbinder, qui riciclato nel ruolo del cattivo come ogni attore tedesco in un film inglese che si rispetti, io lo ricordo soprattutto per Asterix e Obelix contro Cesare nel ruolo di quest’ultimo. Ero solo un bambino, ma vedere Asterix, Obelix, gli antichi romani e Roberto Benigni assieme in un film, quello era il vero crossover dei sogni, altro che Avengers. Gottfried, con quella faccia unica al mondo, rimarrà sempre il “mio” Cesare. E il “mio” Cicerone, in una miniserie che non vidi mai, ma che se si è cresciuti a pane e Piero Angela è impossibile non conoscere, ad ogni servizio di Super Quark su Augusto la saccheggiavano come non mai.
Ed ha fatto pure il Bond villain, così, per non farsi mancare nulla. Respect Gottfried, respect.
Ma siamo nel 2020 e tutti ormai tirano fuori che 006 cattivo è quello del signore degli anelli e quello del trono di spade… :)
Attore con pedigree e particolarmente adatto al ruolo (lo ricordo ad esempio nei panni di un ufficiale tedesco in un filmetto con George Peppard e Michael York). Ha dato spessore ad un personaggio di per sé abbastanza piatto, fondamentalmente un’esca per lo spettatore che scompare a metà pellicola, ormai ridotto al rango di semplice tirapiedi.
Comincia l’era Brosnan, comincia, a mio parere, il Bond contemporaneo.
Ho letto negli anni tantissimi giudizi sull’interpretazione dell’irlandese, forse l’attore più divisivo insieme a Craig.
Per quanto mi riguarda quello che molti giudicano un pregio, ossia la capacità di cogliere e mettere insieme le sfaccettature degli interpreti precedenti, costituirebbe un plus se ne derivasse un’identità ben definita che fosse un compendio delle precedenti. Ma così non è.
Saprei definire il Bond di Connery, quello di Moore e quello -ahime’- di Craig.
Ma non quello di Brosnan. Mi sembra un collage riuscitissimo di chi l’ha preceduto, ma privo di un identità propria.
È indubbiamente il Bond più elegante, ma temo non basti per classificarlo al primo posto.
Per pesare correttamente questo film bisognerebbe vedere contemporaneamente in split screen la sequenza del carro armato (live action, scrittura illuminata e adrenalina a secchiate) e quella di FF6 (una commistione di CGI, supereroi tamarri e idee avute ad un tequila party). Come faccia + soldi + tecnologia e +esperienza a dare come risultato + schifo non è facile da spiegare.
Uno dei migliori Bond che purtroppo risente dello stesso problema di Zona pericolo. Avvincente fino al viaggio a Cuba. Paradossalmente l’ultima mezz’ora con lo scontro tra Bond e Trevelyan è deludente e a tratti noioso. Tutta la parte precedente promossa a pieni voti. Brosnan, per essere il suo primo film su 007, si vede che ha studiato e si trova incredibilmente perfettamente a suo agio. Sembra che il personaggio sia scritto per lui: sfrontato, beffardo, ammaliatore, caustico. Ha tutte le caratteristiche dei precedenti prendendo il meglio da ognuno di loro. Non so se la cosa sia stata creata “in laboratorio” o se sia stata naturale per Brosnan ma a mio parere è l’attore che interpreta meglio il suo ruolo perchè ha imparato da chi è venuto prima di lui. Più in generale trovo Brosnan un attore troppo spesso sottovalutato ma ha girato delle chicche di film niente male oltre alla serie tv The son che vi consiglio.
Il film ridisegna Bond e il suo mondo e la scelta della Dench con i discorsi che pronuncia è stata azzeccatissima anche se il vecchio Bernard Lee è indimenticabile. E’ anche il primo film dove 007 abbozza un discorso “alto” sul suo ruolo e sulle conseguenze di esso cosa che poi Craig porterà avanti in maniera molto più esplicita (ma anche troppo marcata). L’inseguimento Aston martin-Ferrari, l’entrata in scena con il carroarmato a Mosca, lo scontro con il treno sono tutti passaggi memorabili che non sono neanche invecchiati male. Personalmente la mia scena preferita è quando Bond si introduce dal mafioso russo, c’è la cantante stonatissima, il mafioso gli dice che è la sua ragazza e Brosnan si tira fuori un: donna di classe. La faccia che fa è una Roger face all’ennesima potenza.
questo film mi è paarticolarmente caro, è uno dei 4 film che ho visto al cinema con mio padre (gli altri: twister, apollo 13, waterworld). Molto bello, rivisto anche in tv non ha perso un grammo del suo valore.
p.s. qualcuno dia in mano un altro grande progetto a Martin Campbell
Non sono d’accordo con la recensione quando dice che Brosnan non ha l’ironia giusta. A mio parere è perfetto non solo per l’ironia ma per tutto. Molto ma molto più del suo successore Craig.
Goldeneye e Il domani non muore mai sono due dei miei film d’azione preferiti , al di là di James Bond. Il secondo poi aumenta ancora l’azione e introduce le arti marziali.
Ho in DVD tutta la serie con Brosnan, anche se ammetto che gli ultimi due non sono all’altezza dei primi.
Nel 2004 Brosnan è stato votato Best Dressed Environmentalist dalla Sustainable Style Foundation.
Il problema dei film di 007 è uno solo, stiamo sempre parlando di un inglese che gioca a fare l’americano, del resto questo personaggio fu creato per cercare di salvare l’immagine che avevano gli inglesi di loro stessi; cioè del popolo che comandava il mondo, peccato che dopo la seconda guerra mondiale gli americani hanno preso il loro posto in occidente e loro sono passati a fargli da ascari.
La cosa buffa è che più va avanti la serie di 007 e più la cosa è palese.
Questo fu il film della serie che mi fece smettere di guardare film su 007.