C’erano una volta gli episodi pilota. Sapete, i primi episodi di una serie, quelli da mostrare alla gente che sceglie gli episodi e sul valore di quell’episodio decidono se vogliono fare altri episodi; alcuni vengono scelti e diventano programmi televisivi e invece altri no, e diventano niente.
Tecnicamente, ci sono ancora, gli episodi pilota: sulle reti generaliste, guardate sempre meno dalle persone under 60. La stragrande maggioranza del resto della serialità, però, pure quella delle pay tv, si è adeguata al modello Netflix; e quando la tua serie è già confermata per almeno una stagione, non hai bisogno che il tuo pilota sia un vero pilota. Il tuo pilota sarà solo il primo frammento di quello che – ti bullerai con la stampa – “non è proprio una serie, è più un film di dieci ore”. Sarà un primo capitolo, quando il pilota dovrebbe invece essere un prototipo: non l’episodio migliore (di certo non il peggiore, però), ma quello che meglio presenta i personaggi, le regole del mondo in cui si muovono, e la struttura ricorsiva che ci aspetta nelle puntate a venire. Con un bel gancio alla trama orizzontale, ma anche un suo plot verticale che dia un mini-senso di chiusura, alla fine. Con personaggi abbozzati il giusto per farci intuire che sono, sotto sotto, una miniera da esplorare, con tutto il tempo necessario, in futuro, nei prossimi episodi, che se va tutto bene diventeranno le prossime stagioni. Il pilota deve farsi scegliere: dai produttori prima, e dagli spettatori poi. Fa parte di un modello produttivo che ha funzionato per svariati decenni, e che con l’avvento dello streaming e del binge watching si sta modificando: ora, potremmo dire, abbiamo le “stagioni pilota”, questa straordinaria innovazione per cui, per accorgerti che non te ne frega niente della prossima puntata, devi sciroppartene almeno otto, o dieci, o tredici.
Salvo rare eccezioni, gli episodi pilota che diventano niente noi una volta non li vedevamo nemmeno. Magari ne sentivamo parlare, perfino per anni, sulle testate specializzate, le stesse testate che poi, se proprio si trattava di un progetto atteso, si premuravano d’informarci che non se n’era fatto più niente. Oggi invece li vediamo sempre più spesso, però non in tv: al cinema. O, insomma, magari li vediamo comunque sul pc, da un sito di streaming, ma non li chiamiamo “episodi pilota”, li chiamiamo “film”. È un periodo appassionante per queste questioni industriali: si potrebbe dire che distinguere televisione e cinema sia sempre più difficile, ma secondo me a quel punto non ci siamo ancora arrivati. Però siamo in quella fase in cui i due media si scambiano le caratteristiche, fanno il cosplay l’uno dell’altro (ne accennavo già parlando di The Irishman, con buona pace di Scorsese e dei cinefili duri & puri). In tv le cose più apprezzate sono sempre più spesso miniserie, o serie antologiche (che è quasi lo stesso), o mini-stagioni di dramedy che si trangugiano tutte in una sera. Al cinema abbiamo quasi solo franchise, piccoli, grandi, medi, con i crossover e le guest star, i capitoli speciali, le ansie di rinnovo, le paranoie sugli spoiler, i teaser post credit e tutto l’armamentario che conosciamo. Non sto dicendo niente di nuovo, ma se c’è una differenza – e un lato probabilmente negativo – di questa inversione di ruoli, è proprio che ci tocca sempre più spesso vedere i “pilota” che non diventano niente: le saghe abortite, che non hanno funzionato, che il pubblico ha bocciato o di cui non s’è nemmeno accorto.
Tutto questo pippone per parlare di The Old Guard. The Old Guard è chiaramente un episodio pilota. Un doppio pilota da tv generalista, per essere precisi, tipo quello di Lost, per fare il primo esempio che mi viene in mente. Si vede benissimo anche il punto in cui finisce la prima parte e inizia la seconda, cioè quando la protagonista Andy scopre quella cosa su di sé che non scrivo perché SPOILER. Come doppio pilota, per quanto mi riguarda, non è affatto male: la mitologia della serie è apparecchiata adeguatamente, non ha nulla di davvero originale (se non sbaglio è lo stesso autore del fumetto ad aver dichiarato di essersi spudoratamente ispirato a Highlander) ma è una di quelle premesse che, appunto, possono fornire una notevole riserva di materiale narrativo alla writers’ room per le puntate a venire. Lo stesso vale per i personaggi, tratteggiati il giusto perché si distinguano l’uno dall’altro, ognuno con un accenno di backstory da sviluppare poi. Lo schema narrativo stesso è quello classico di una prima puntata: la formazione del team definitivo, la nuova recluta a cui fare gli spiegoni del caso, il lancio di una linea orizzontale a lungo termine e il perfezionamento della formula procedurale che contraddistinguerà le trame episodiche.
È anche quella che potremmo chiamare un’origin story: sia della co-protagonista Nile (Kiki Layne), sia del gruppo capitanato da Andy (Charlize Theron). Perché The Old Guard è un cinecomic, è tratto da un fumetto, e ha personaggi dotati di un superpotere, quello dell’immortalità data dall’infinita capacità di rigenerarsi dopo qualsiasi tipo di ferita. Andy, che è il diminutivo di Andromaca, è in giro da qualche migliaio di anni, i suoi amici Nicky e Joe (Luca “c’è anche un po’ d’Italia” Marinelli e Marwan Kenzari) dai tempi delle Crociate, Booker (Matthias Schoeneoeonaeneaoearts) dall’Ottocento, mentre Nile, appunto, è nuova nuova, i suoi superpoteri sono appena stati risvegliati da un presunto terrorista che la tagliato la gola in Afghanistan (Nile di lavoro fa la marine). I nostri eroi impiegano metà del proprio tempo a cercare di non farsi notare dall’umanità, e l’altra metà a cercare di migliorarla – un’attività che dopo qualche migliaio d’anni d’insuccessi, capirete, genera una certa frustrazione, quantomeno in Andy. Inizia il film e scoprono che qualcuno dà loro la caccia e che una loro nuova compagna si è… creata? Materializzata? Risvegliata? Boh, avete capito: devono sia fuggire e nascondersi, sia trovare questa poveretta che giustamente non ci sta capendo un cazzo, e darle una mano.
Ad acuire la sensazione di stare davanti a un doppio pilot, oltre all’impalcatura narrativa (che, essendo appunto un’origin story, è quella più spesso scelta da chi vuole iniziare un franchise, e quasi d’obbligo se il franchise è supereroico), c’è anche la fattura di The Old Guard. Che ha un budget stimato di 70 milioni di dollari – il doppio pilot di Lost costò tra i 10 e i 14, e si parla di oltre 15 anni fa –, più o meno quello del primo John Wick. Non due spicci, ma ben lontano da un blockbuster supereroico medio, nonostante Netflix, approfittando del fatto che quest’estate causa pandemia non esce niente di grosso al cinema, stia cercando di vendercelo come tale (il budget di Six Underground era 150 milioni, per dire). Si percepiscono, guardando The Old Guard, i limiti di una produzione “piccola”, quella che in tv impara a trarre il massimo possibile da quello che ha: location isolate, poche comparse, scene quasi tutte in interni, etc (e infatti sospetto che la regista Gina Prince-Bythewood sia stata scelta più per il suo lavoro nelle serie Cloak & Dagger e Shots Fired che per i suoi film La vita segreta delle api e Love & Basketball). Qui, nello specifico, i limiti si sentono moltissimo nei momenti dei flashback, che potrebbero spalancare scenari spettacolari e affascinanti, ma sono ridotti per l’appunto a frammenti smarmellati e/o virati in seppia, a inquadrature strettissime, perché certo non ci sono i soldi per ricostruire l’antica Grecia, il Medioevo o le guerre napoleoniche. C’è anche un’altra cosa a rendere il film molto televisivo, l’unica per me davvero imperdonabile: la fottuta colonna sonora con le hit elettro pop del momento, mannaggia a voi e alle playlist di Spotify.
Però c’è Charlize Theron. “Una volta ero considerata una divinità” dice a un certo punto, e vorrei rassicurarla: è ancora così. Ragazzi, sono arrivata in fondo a Aeon Flux più volte senza battere ciglio, figuratevi se mi scompongo davanti a The Old Guard, un film in cui Charlize affronta il decollo di un velivolo scalcagnato restando in piedi, a malapena reggendosi come se fosse su un autobus, e trangugiando in un solo sorso un’intera bottiglia di vodka (qualcosa che non manca mai, sappiatelo, negli aerei di narcotrafficanti russi). E naturalmente mena di brutto e ammazza gente armata di un’ascia bipenne (<3). Tra i protagonisti dell’action contemporaneo – ma anche del cinema tutto: solo nell’ultimo anno ha infilato una trasformazione mimetica in Bombshell e una commedia autoironica in Long Shot, mentre attendiamo con ansia Fast & Furious 9 – è tra i più generosi ed esaltanti: non si risparmia niente, anzi, si scolpisce addosso un film dopo l’altro quest’immagine di combattente coriacea e poco loquace, sempre tormentata e disillusa ma anche indiscutibilmente coraggiosa ed eroica. Inoltre Theron appartiene a tutti gli effetti all’Olimpo hollywoodiano più canonico, eppure ama il genere senza alcun tipo di condiscendenza, è come affamata di possibilità in cui mettersi costantemente alla prova fisicamente, e non solo. Aspetto di vederla trasformarsi nel nuovo Tom Cruise (ma senza Scientology di mezzo, e senza che perda la propria sanità mentale). Insomma, la amo.
È praticamente solo grazie a lei e alla sua presenza scenica se, a tratti, The Old Guard sembra poter aspirare a una portata “da grande schermo”. Non certo grazie a Chiwetel Ejiofor, qui col pilota automatico di altri duecento ruoli passati. Il nostro Luca Marinelli è bravo, e non solo perché – come continuano a ripetere tutti – si è doppiato in inglese, tedesco e ovviamente italiano: se la cava egregiamente nelle scene action, e in tutte le altre fa benissimo il suo, rendendosi memorabile soprattutto perché protagonista dell’unica storia d’amore del film (una storia d’amore talmente romantica e emo – lui e Joe si sono conosciuti su barricate opposte durante le Crociate, si sono uccisi a vicenda più volte, e così facendo si sono innamorati – che ho improvvisamente sentito l’impulso di mettermi a montare video di shipping su canzoni degli Evanescence, piangendo e sospirando; a scanso di equivoci: è un complimento). La novellina Kiki Layne ha un paio di momenti promettenti, ma è ancora troppo presto per sbilanciarsi.
Insomma, se fosse un doppio pilota di una nuova serie tv, sarei moderatamente ottimista, e sicuramente le darei una chance di visione almeno per una mezza stagione. Però è un film, e se da un lato è evidente la volontà di dare inizio a un nuovo franchise – si parla già inevitabilmente di sequel, mentre l’autore del fumetto, che qui è anche sceneggiatore, dice di voler scrivere almeno una trilogia –, c’è sempre il rischio che sia uno di quei “pilota che diventano niente”: è qualcosa di non finito, un work in progress (come tutta la tv), ma senza avere il tempo e lo spazio che una serie ha per trovare la propria personalità, e così rivela tutte le proprie debolezze, tutta la propria superficialità. Oh, io personalmente me lo sono anche guardato con piacere, non dico di no. Ma, come accade sempre più spesso, alla fine son rimasta lì “appesa” a chiedermi quanto sarebbe stato meglio se fosse stato un vero film. O una vera serie.
Dvd quote:
“つづく”
Xena Rowlands, i400calci.com
Momento migliore del film la scena nell’aereo per il resto sembra essere costato meno del pilot di Gangs of London.
Se qualcuno riuscisse a trovarmi il titolo del pezzo al minuto 32 , parlo di The Old Guard , lo ringrazierei vivamente.
Say yours prayers
Blithe
😊
Speravo esistesse una versione instrumental
Grazie comunque :)
Tsuzuku… l’ho letto senza doverlo cercare su google: il mio giapponese sta migliorando, ma i Katakana mi mandano il cervello in corto circuito.
Quanto al film: interrotto dopo 15 minuti causa noia, ma la rece e’ tiepidamente incoraggiante… magari gli do una possibilità.
Pensa che quando ero pischello e alla fine di ogni episodio di Ken Shiro appariva つづくpernsavo volesse dire: “ci vediamo alla prossima mattanza” o qualcosa di altrettanto epico.
Per me significa “continua…”
Invece che vuol dire, in realtà?
Dovrebbe significare “senza fine” (mia moglie mi ha detto endless), ma continua dovrebbe andare bene.
Grande plauso per la DVD quote (momento nostalgia per noi che c’abbiamo una certa e siamo cresciuti a pane e cartoni…)
Mi è caduto l’occhio su questo scambio.
Vuol dire “continua”, nel senso che la serie non è finita e continua alla puntata successiva. In genere, non so se ci avete mai fatto caso, nell’ultima puntata di una serie la scritta cambia ed è おわり (owari) che vuol dire fine.
Lati positivi: Charlize, Marinelli, le sparatorie.
Lati negativi: l’aria da povery, il cattivo ridicolosissimo, alcuni dialoghi da fanfiction.
Per me promosso ma con debito formativo.
No Xena, io ti venero ma questa volta avresti potuto limitarti a due righe. Non giustifico nulla di questo film: lunghissimo, noioso, didascalico, tutto viene detto e non mostrato, compresa la morale “c’è tanto bene nel mondo dobbiamo lottare” profonda come la smemo di un quindicenne. Charlize mi fa pena per come si impegna a dare un senso a battute cretine. Se penso a cosa c’era dentro il pilota di Lost in due ore…
commossa per la venerazione, ci tengo a specificare che ovviamente quello di lost era un grandissimo pilota, mentre questo – se fosse davvero un pilota – sarebbe comunque una cosa nella media della tv generalista, cosa che ormai tra l’altro netflix ambisce a essere (e forse proprio il fatto che la qualità media della tv generalista usa non sia più quella dei tempi di lost ha inciso sul mio giudizio morbido…)
DESTATI NICOLO’
Ho pensato “che doppiaggio di merda” e invece poi ah no….
DVD quote più bella di sempre
@Xena: Ora però sono curioso, com’è comparato ad Aeon Flux allora?
molto meno colorato. :)
Ahia… XD
Intervengo solo per far notare che nella penultima immagine, Marinelli sembra Aigor appena uscito da Frankenstein Jr.
Mi hai battuto sul tempo.
io dico Antonio Rezza prima maniera (o Weird Al Yankovich ora, se volete un respiro più internazionale…)
Riciclando una battuta su Clint, “Charlize Theron è la faccia che nessuno vorrebbe vedere dall’altro lato di un’ascia bipenne. Non importa chi l’ha in mano.”
Detto questo, ogni volta che si parla di “film che sembrano pilot” a me viene in mente “Il mio nome è Remo Williams”.
Che tempi quelli… [si asciuga un po’ di sudore dagli occhi]
Che riusciva pure ad essere un gran film, mortacci di netflix
“Ragazzi sono arrivata in fondo a Aeon Flux più volte senza battere ciglio”.
Qui c’è tutto quello che devo sapere. Per me Charlize è come Steven Seagal o Stallone per i maschi: non importa cosa fa, lo guardi perché c’è lei.
Charlize Theron ha sputato in faccia a Steven Seagal proprio in fase di promozione di The Old Guard.
D’accordo su tutto, ma non su Marineli. Bravissimo, eccelso, gajardo in ogni altro ruolo della sua carriera, ma drammaticamente fuori contesto nell’action made in USA. Non c’è niente da fare: per questa roba non abbiamo la faccia giusta, né sembriamo mai crederci fino in fondo. Unica eccezione potrebbe (enfasi sul condizionale) rivelarsi Alessandro Borghi.
Le abbiamo le facce, basta trovarle, secondo me. Ricordo che il mucciniano Pasotti ha fatto anni di film di arti marziali in oriente.
Vabbe’, troviamole allora. Segnalo su youtube il trailer di “The Last Fighter” e la presenza nel cast del mitico Giancarlo Scolari, marzialista vero, nel ruolo del prete scomunicato assassino.
Sulla qualità del film non mi pronuncio, della letalità di Giancarlo ho esperienza diretta. Spero di vederlo nel sequel di The Old Guard.
Su questo sito si ignora colpevolmente Roberto D’Antona.
A parte che è un tizio che ama il cinema giusto e butta il cuore oltre l’ostacolo di una qualsiasi forma di distribuzione, per me ha una faccia fantastica.
L’unico problema è che dovrebbe migliorare come attore, perchè è francamente ancora troppo amatoriale.
Marinelli è bravissimo, ma ho come l’impressione che in questo film funga da tappezzeria.
Invece a me pare molto in parte, molto naturale. Bravo secondo me.
Borghi va pure benissimo, anche Marinelli poteva essere perfetto. Il problema è come vengono usati gli attori. Far fare all’attore italiano il “generico tizio x” in modo che il suo agente possa dire di averlo fatto lavorare a Hollywood e per titillare un mercato locale(“Old Guard” è al n. 1 tra i film più visti in Italia su Netflix) è solo uno spreco.
Non dico che doveva rifare lo Zingaro, ma almeno dargli uno straccio di caratterizzazione.
Difficile ignorare D’Antona dopo aver appreso, nel bene (?) e nel male, della sua esistenza. Io ho visto la miniserie “The Reaping” (su Amazon Prime) in modalità binge. Affascinante: non riuscivo a staccare gli occhi dal primo piano del ciccione sul cui volto glabro campeggiava un UNICO pelo nero sfuggito al rasoio.
Charlize Theron è la faccia che chiunque vorrebbe vedere dall’altro lato di un pene. Non importa chi ce l’ha in mano.
anche meno di così, dai
Oiver Die Hardy gliel’ha servita su un comodo piatto, però…Fosse venuta in mente a me, sarebbe stato difficile resistere.
Pecoreccio, ma quando ho letto il commento di Oliver ho pensato “Qualcuno lo scriverà in 3, 2, 1…”
Secondo me, di gran classe. E anche politically correct: ha scritto “pene”.
Sono d’accordo su tutto, soprattutto sulla colonna sonora imperdonabile. Non ci fossero state quelle fottute musichine emo-electro sarebbe stato ben altro film.
Il fatto che tu abbia dovuto specificare che montare video di shipping piangendo e sospirando sia un complimento e’ indice di quanto sia brutto il mondo…
Cmq, se posso consigliarti, sono attivita’ che vengono meglio ascoltando e cantando a squarciagola Unravel (l’inno mondiale fujoshi)^_^
La dvd quote!!!
Io la storia d’amore tra marinelli e l’altro l’ho trovata di un bimbominchia mamma mia…
Tutto il fumetto puzza di bimbominkiaggine 100 all’ora
Il fumetto non l’ho letto ma il suo autore, Greg Rucka, ha scritto un sacco di roba interessante (consiglio fortemente Gotham Central, police procedural ambientato a Gotham City e scritto insieme ad un altro nome di peso e cioè Ed Brubaker).
In virtù di questo e del cast gli ho voluto dare una chance, e devo dire che fa il suo, al di là dei difetti già riscontrati da altri. 2 ore passate in maniera tutto sommato piacevole. Viva la Theron, viva Marinelli, abbasso la colonna sonora che ci stava come i cavoli a merenda.
DVD quote da applausi, mi ha fatto venir voglia di rivedere la Rosa di Versailles (e voglio fare pure lo snob usando il nome originale, tiè).
Comunque chi non ama la Theron è una brutta persona
Ma forse la Theron è già diventata Tom Cruise.
Più che Tom Cruise per me Charlize è destinata a diventare una Liam Neeson
P.S.: detto in senso positivo, Liam ci ha regalato belle cose col cinema da menare negli ultimi anni
beh l’aria da doppio pilot di lusso è proprio molto evidente. Chi ha visto 2 o 3 serie tv in croce capisce in anticipo tutti gli snodi, i ruoli, i “colpi di scena”. Ma insomma anche chissenefrega.
Film molto divertente, perfetto blockbuster estivo da ombrellone.
Charlize GIGANTE e Marinelli molto in parte secondo me. Alla fine dei conti me ne vedrei volentieri molti altri.
Concordo. Breve, senza spiegoni e nemmeno eccessive lungaggini nelle scene d’azione comunque godibilissime, personaggi efficaci anche se abbozzati tutti un’po’ scontati e un po’ col pilota automatico, tranne LEI, LA DEA, Charlize sempre meravigliosa, bruna, bionda, rossa e pure pelata !!
Off Topic: se Charlize Theron è una DEA, ferma restando l’inconfutabile verità enunciata con dovizia da LoSpiritosoBifolco, Zoe Kazan, ma soprattutto Ella Ballentine (strepitosa bambina prodigio), in The Monster, come si qualificano?
Visto ieri su Amazon Prime: consigliato.
Say yours prayers
Blithe
😊
Charlize in quanto Charlize si è riciclata alla grande in Charlize di menare…però alla fine condivide il destino di tante attrici supercool che passati gli anta (prima erano i 40 scarsi ora si va più in là) non hanno più film o ruoli di alcun tipo ..semplicemente spariscono per un bel pò e poi riappaiono sotto forme improbabili per alcune (Gwineth non so come si scrive ad esempio che mi diventa una semipigiamata, Nicole che mi diventa sirena del mercatone ecc).
W Charlize che alla faccia della pubblcità del martini ha raggiunto il top della stratopaggine in Atomic Blonde e penso sarà durissima spodestarla dal trono..forse impossibile.
L’unico pilota degno di aver sfondato come film è Mulholland Drive.
Ho apprezzato molto la citazione iniziale. Ma nessuno ci si è soffermato nei commenti perché è così nota che lèvati, o i lettori di questo sito sono diventati troppo giovani per riconoscerla?
Beh, è da un pezzo del cinema anni ’90! Come non riconoscere Natural Born Killers?!
Quale ?
https://youtu.be/CRXJklPBLUM
definire the long shot “commedia autoironica” è un complimento che non ha davvero alcuna ragione di essere.
in generale vedo la Theron precipitare sempre più giù negli ultimi tempi.
non so, forse è diventata davvero Tom Cruise, con l’aggravante che era molto meglio di Cruise.
A me, fatte le dovute proporzioni, ha fatto lo stesso effetto anche Blade Runner 2049 con quella sua voglia di sequel e sta storia di ribellione buttata un po’ lì…
Su Charlize concordo a pieno. Non capisco perché Miller voglia un’altra attrice per il film su Furiosa…
Perchè gli serve un’attrice sui venti anni e a lui non piace la tecnologia di svecchiamento (in effetti vedendo the irishman l’effetto è ancora penoso)
bah … la qualificherei senza troppi problemi come robaccia inguardabile e iperpallosa…di Netflix salvo più le serie animate che il resto…almeno li c’è qualcosa di nuovo
Concordo: da quando ho netflix mi sfondo di anime come neanche da bambino, ma il comparto cinema è deludente.
State guardando Dorohedoro e Great Pretender ? Spaccano tutto
dorohdoro bellissimo…con quelle musiche poi…peccato si stoppi alla prima stagione e io odio aspettare
Non concordo col giudizio su Marinelli.
Avrebbe anche la fazza giusta per certi ruoli action, ma in questo film una espressione eccessivamente svogliata e la scelta di doppiarsi da solo in mezzo a un cast doppiato da asettiche voci senza cadenze, ammazzano abbastanza il personaggio, che alla fine finisce per fare tappezzeria ed essere solo “il tizio che sta insieme all’altro tizio”, guarda caso anche lui abbastanza tappezzeria.
Bene la tipa giovane come si chiama, per Charlize non ci sono più elogi spendibili.
Nell’immagine con didascalia “j’adore” il tizio a sinistra assomiglia vagamente ad Aigor (Eyegore) di Frankenstein Junior.
Change my mind XD
Cavolo era già stato notato :( che fail (mio)