Sigla!
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Dopo aver visto Project Power ho ripensato a una cosa che ormai è evidente a tutti anche se non viene sottolineata molto spesso: il cinema di supereroi è ufficialmente diventato un genere. Rivedendo adesso film come Blade o X-Men, i primi tentativi di rilanciare i fumetti di supereroi al cinema, ci si rende conto che erano film ben innestati in altri generi – fantascienza, arti marziali, horror – che incidentalmente erano tratti da fumetti Marvel. In altre parole, dopo il fallimento di Batman & Robin adattare fumetti al cinema era una scommessa talmente azzardata che bisognava mascherarli da qualcos’altro. Per questo gli X-Men indossavano le tute nere alla Matrix e facevano tutte le mossette in slow motion.
Le cose sono decisamente cambiate con i film Marvel Studios, che hanno importato di brutto l’immaginario visivo e narrativo dei fumetti al cinema, creando un loro stile e di fatto inaugurando una nuova era, in cui non ci si vergogna più di mostrare dei tizi in pigiama che salvano il mondo sparando lucine colorate dalle mani. Un immaginario talmente influente che, ora, ce lo ritroviamo un po’ dappertutto, dal cinema alle serie TV, e anche in prodotti che non sono tratti da fumetti.
Per questo dico che i film di supereroi ora fanno genere a sé. Una volta si parlava di “cinecomics”, un termine piuttosto limitato perché presuppone che ci sia un fumetto alle spalle di un film. E, come abbiamo visto, non è sempre così.
Prendiamo ad esempio Project Power, film che nasce addirittura da uno spec script (sceneggiatura non commissionata da uno studio) di Mattson Tomlin (ne sentiremo ancora parlare, perché ha scritto The Batman). È dunque un film totalmente originale, che nasce da un’idea originale. Più o meno. Lo dico perché:
1) È stato accusato di aver copiato la premessa di un film indiano, Iru Mugan;
2) Che ve lo dico a fare? Né la premessa, né l’esecuzione, né i concetti espressi da Project Power vi faranno esplodere la testa per l’originalità.
E allora vediamola, questa premessa. In pratica, siamo a New Orleans (in un vicino futuro, mi dice Wikipedia, ma io non le credo). Per le strade gira una nuova droga, chiamata in maniera molto arguta “Power”. Si tratta di capsule che, una volta ingoiate, donano un superpotere per cinque minuti. La fregatura sta nel fatto che, finché non ci provi, non puoi sapere quale sarà quel potere. Potresti diventare invulnerabile, superforte, potresti volare o correre più veloce di una locomotiva. Oppure potresti esplodere all’istante e ciaone. Il lato positivo è che, se la prima volta ti va tutto liscio, il potere che si manifesta è poi sempre lo stesso.
Il traffico di Power sta ovviamente creando delle situazioni un po’ del cazzo: i criminali che ne fanno uso sono imbattibili e stanno portando il caos per le strade di New Orleans. Per questo, Frank, sbirro interpretato da quell’eterna faccia da simpatico pirla di Joseph Gordon-Levitt, ha deciso che non gliene frega un cazzo e che, piuttosto di lasciare la sua città (“This is my city”, dice a un certo punto, come un Oliver Queen qualsiasi) in mano ai griminalih, è meglio prendere una pasticca e affrontarli sullo stesso piano.
Ma ci sono altre pedine in gioco. Da un lato Robin (Dominique Fishback, che mi ha conquistato), una ragazzetta costretta a spacciare Power per aiutare la madre malata, ma che sogna di fare la rapper. Dall’altro Art (Jamie Foxx), che sta cercando la fonte di Power per ragioni sue. Le strade dei tre si incrociano e, insieme, dovranno sgominare ‘sto benedetto traffico.
Il resto ve lo potete immaginare, anche perché se c’è una cosa che Project Power non fa è sorprendere. Non si può dire che sia noioso, ma neanche che sia questo gran divertimento. Se ne sta lì, lì nel mezzo, finché ce n’ha. Tu lo guardi, dici BELLA LA FOTOGRAFIA, e finisce lì.
Oh, questo non significa che non abbia delle qualità. Un paio di scene che mi hanno strappato una bella risata ci sono. Gli attori sono tutti in palla: Dominique Fishback ha un carisma naturale che spero qualcuno riuscirà a imbrigliare, Jamie Foxx dove lo metti sta. E il nostro caro amico Joseph Avola-Burkstaller, che avevamo lasciato a bordo di un aereo dirottato, ha la fazza di chi si sta divertendo un mondo a fare il cazzone. C’è una scena in cui sgomina dei finti sbirri semplicemente uscendo in mutande da una doccia e riempiendoli di cazzate, armato solo di uno smartphone. Ve lo giuro, è esattamente come ve l’ho descritta ed è uno dei momenti migliori del film.
Il film ha un look stiloso e moderno. Quando dicevo “bella la fotografia” non scherzavo: New Orleans ha un’atmosfera tutta sua e i registi Henry Joost e Ariel Schulman, che hanno esordito nel documentario per poi passare a dirigere film dell’orrore (tipo Paranormal Activity 3), la sanno sfruttare bene. Una persona più erudita di me vi direbbe che New Orleans “è un vero personaggio del film”. Detto questo, sono dei cani totali nel girare l’azione. Prediligono il montaggio rapido, i piani ravvicinati e la parkinson cam per nascondere i loro limiti. A un certo punto, impostano tutto un (fintissimo) piano sequenza da dentro una cisterna trasparente, da cui intravvediamo Art che, fuori, dispensa il morbo della morte a un piccolo esercito di cattivi. Dovrebbe essere il pezzo di bravura del film, ma sono talmente scarsi che finisce che non ci si capisce un cazzo.
Si vede, però, che a Joost e Schulman interessa altro. Loro (e Tomlin, evidentemente) vogliono parlare della società americana e dei suoi squilibri. Di come una fetta della popolazione (prevalentemente nera) viva in una tale miseria e senza alcuna rete di sicurezza sociale da essere spinta a fare di tutto pur di sopravvivere, diventando così facile preda di élite senza scrupoli pronte a sfruttarne le debolezze. La droga Power vorrebbe essere una metafora dell’empowerment, e non a caso il messaggio del film è “Trova il tuo superpotere”. Se fossimo in Italia, il film lo avrebbe diretto Gabriele Salvatores e avrebbe detto “Eh, questo non è mica uno dei soliti fumettoni, qua c’è anche un MESSAGGIO”. E, per carità, è un messaggio che ci sta. Certo, se poi si ricordavano di costruirci intorno un film un attimino meno generico, sarebbe stato anche meglio.
SVOD quote:
“Trova il tuo superCAZZOLA”
George Rohmer, i400Calci.com
Salto a pie’ pari come old guard…i cinecomics hanno rotto il cazzo, figurati le cinesate come questa.
Sposami!
(anche se “Old Guard” l’ho visto, dimenticandomelo subito)
Ma Ariel (che mi pare sia un maschio nonostante il nome da sirenetta) ed Henry sono quelli di Nerve? Un filmetto non male uscito sull’onda della Blue Whale, più o meno ricorda questa descrizione: trama non proprio spettacolare, bravi attori anche giovani, regia più fighetta che tamarra, ma alla fine del loro stile ricordi più che altro le belle luci al neon delle metropoli.
Mi sa che salto
Sono loro.
questo non pulisce nemmeno le scarpe a The Boys
ecco, entravo per chiedere se non se ne era ancora parlato qui sui 400..
Visto qualche giorno fa a pranzo con la famiglia … devo dire che non mi è dispiaciuto per nulla, ci sono un paio di idee carine, la già citata scena della doccia ad esempio, il primo scontro contro la torcia umana (non è uno spoiler perché c’è nel trailer) e anche la resa dei conti finale con un superpotere fighissimo…
Come detto dall’esimio Rohmer c’è una bella fotografia (LOL) e gli attori sono bravi e anche abbastanza in palla. NB: per me Foxx è un bravissimo attore, con una gran faccia da buono/cattivo, spero davvero che gli facciano fare la versione dark di Spawn come si vocifera.
Trovo personalmente insopportabile il modo in cui la musica RAP è inserita nel film con il personaggio della ragazzina, quel dialogo a un certo punto in cui comincia a rappare (anche qua evito di spoilerare): non so se sia dovuto al doppiaggio italiano che sicuramente peggiora le cose o al fatto che odiavo il RAP nei film già ai tempi di “Willy il principe di Bel-Air”, ma sembra proprio una cosa messa lì alla membro di segugio giusto perché c’è una ragazzina di colore e quindi cosa vuoi che faccia se non rappare? Com’era la storia che i neri hanno il ritmo nel sangue? Ecco, una cosa così…
Però nel complesso il film si guarda con piacere. Vi lascerà dopo due ore scarse con un senso di piacevole divertimento e scommetto 10 € che controllerete su wikipedia l’esistenze di un determinato animale (SPOILER: esiste davvero!) quindi imparerete anche qualcosa di nuovo.
DVD Quote proposta: Xmen meets Willy il principe di Bel-Air feat. Superquark ;)
ora come ora non mi viene in mente un film UNO dove la rappata sia stata tradotta, non dico con amore, ma almeno con competenza…
Ci sono rimasto di merda andando appunto su wiki.
La natura é pazzesca.
Scusate, ma la premessa “prendo una pasticca e poi ho i superpoteri per cinque minuti” fa così tanto Arachidi di Superpippo che il film è morto già in culla.
Puntuale come ogni mese, ecco la recensione di manica larga del filmaccio Netflix di turno.
Solo con The Last Days of American Crime vi siete dovuti arrendere, deve essere davvero abominevole!
Per quello c’era stato un problema col bonifico.
Aspetto con trepidazione la rece di Tenet :D
+1
“uscendo in mutande da una doccia e riempiendoli di cazzate”
Sospetto fosse “cazzotti” ma se invece e cazzate, la scena la devo vedere
No no, è proprio “cazzate”.
Comunque l’idea di non sapere che poteri si assumono dopo aver preso la pasticca l’aveva già avuta Oda con i frutti del diavolo nel manga One piece! E scusate l’off topic
Mi chiedo : perché recensire sta stronzata ,si perché lo è , quando ci sono in giro piccole perle come Freaks ?
Per chi ha prime video lo consiglio.(girano anche i sub ita)
Netflix Is the new cestone
Momento nerd: la droga che da superpoteri l’ha tirata fuori Bendis in daredevil almeno 15 anni fa, o cmq girava già x il Marvel Universe all’epoca.
Questa identica storia la stessa proprio identica comunque c’era già anche nei fumetti Marvel. Una roba tipo l’ormone di crescita mutante penso si chiamasse
L’idea del superpotere ad minchiam ricorda Misfits
E io ancora perdo tempo a darvi fiducia e mi vedo anche questo: è una merda immonda, una cosa terrificante scritta in 5 minuti e sceneggiata con un uniposca da uno che sta seduto sulla tazza del cesso e mette giù una riga di dialogo tra uno schizzo e l’altro. E’ una cazzata terrificante sulla stessa frequenza di Old Guard, una cosa vomitevole scritta per i lobotomizzati delle serie TV netflix con tutte le sue regolette standard di politicamente corretto etc etc… con questa cosa del RAP, che DIO VI FULMINI, volete sbattermi in faccia che i negri sono più bravi con la musica e tutto? MA CRISTO SANTO AVETE MILES DAVIS E JOHN COLTRANE E JIMI HENDRIX, PERCHE’ DOVETE FARE QUESTA CAZZATA DEL RAP CHE SONO CAPACI TUTTI ***DIO CRISTO SONO CAPACI TUTTI LO FACEVA MIO NONNO IN TOSCANA DOPO 2 BOTTIGLIE DI CHIANTI FACENDO LE RIME CON LE BESTEMMIE*** NON E’ BELLO NON FA FIGO FA PENA *** FACEVA PENA ANCHE AI TEMPI DI WILLY IL PRINCIPE DI BEL AIR **** Insomma, mi calmo, dico, ma cristo non mi fido PIU’ di voi, le vostre recensioni sono troppo di manica larga, potevo vedermi qualche cazzata coreana e invece mi avete fatto perdere una serata con una ragazzina cessa e cicciona che fa il rap doppiato male. Grazie tante.
Fammi capire, perché secondo te la recensione scritta è positiva?
di sicuro non è abbastanza negativa, bastava dire “è una netflixata tremenda con tutti i crismi” e ci eravamo capiti….
Film abbastanza dimenticabile.
Tanto per parlare di scarsa originalità. Qui abbiamo la perfetta esemplificazione di come il “party” sia perfettamente composto dai 4 classici tank, DPS, thief e healer. D’altra parte i poteri che ricalcano quelli degli (SPOILER?) animali fanno tanto cattivo standard di Spider-man. Marvel meets D&D ma male.
Visto l’andazzo dei primi 5 minuti ho skippato direttamente ai pezzi che avete descritto e…ma siete impazziti? Quello della doccia è una cagata vista e rivista che dura neanche 1 minuto, quello della cisterna..vabbè non lo chiamerei nemmeno finto piano sequenza ma è fatto abbastanza male, ve lo concedo.
Comunque vi leggo per abitudine e affetto ma state invecchiando male.
Se voglio vedere un film con superpoteri, crimine e messaggio sociale, guardo Code 8, un budget risibile raccolto interamente con crowdfunding, niente attori famosi, a parte Han di Fast and Furious e Stephen “Arrow” Amell, ma 10 volte più onesto e ben realizzato. Fotografia, scenografia, storia e superpoteri sono resi molto meglio, e sopratutto sono utilizzati molto di più. Un film in cui
SPOILER
La polizia utilizza androidi killer per affrontare i supercriminali, i super sono così poveri che vendono il proprio liquido cerebro-spinale ad altri super per farci una droga, i boss del crimine sono telepatici e hanno guardie del corpo invulnerabili e i rapinatori di banche utilizzano la telecinesi.
Anzi cedo propio che Project Power sia in parte ispirato a Code 8, con le dovute differenze per evitare problemi legali. Avete recensito Push e non un film così onesto e a mio parere ben fatto come Code 8?
Dominique Fishback aveva già fatto un figurone in “The Device”, una serie TV molto bella, anche se ben poco calcolabile, dove peraltro faceva la prostituta
The Deuce?
Calciabile?
Auto-correct?
(P.S.: non avevo capito che l’attrice era lei! Molto brava: spero che qui faccia una parte meno sfigata di The Deuce, poveretta: anche in Show me a Hero, sempre di Simon, aveva un personaggio tristerrimo!)
Si, correttore automatico maledetto, ovviamente volevo dire “ben poco calciabile”!
Qui è molto meno sfigata che in The Deuce, ma il film è perdibilissimo.