Da May a The Woman a questo Kindred Spirits, il nostro amico Lucky McKee è sempre stato interessato ai personaggi femminili insoliti e ai rapporti fra loro; quando annusa una situazione potenzialmente perversa fra donne forti e/o matte, tira fuori le sue carte migliori. In questo caso si tratta di un triangolo madre indurita dalla vita – figlia adolescente mascolina e irascibile – giovane zia carismatica e vivace. Zia Sadie piomba nella vita di mamma Chloe e figlia Nicole dopo un anno di silenzio durante il quale non si sa bene che cosa abbia fatto; Chloe è un tantino sorpresa e guardinga perché Sadie è sempre stata, come dire, un po’ originale; Nicole è felicissima di aver trovato un’alleata da tirare dalla sua parte durante le liti con la madre, cioè quell’inevitabile fardello di rottura di coglioni che è l’adolescenza. Ma Sadie comincia a fare il doppio gioco, carpisce prima la fiducia di una e poi dell’altra, le mette in conflitto come se già non lo fossero abbastanza, distrugge gli uomini che gravitano intorno a loro, fa insomma di tutto per rovinare la vita di entrambe.
Ma quali sono le motivazioni di Sadie la sadica? Le due sorelle sono state lontane un anno, mica di più – possibile che nessuno si fosse accorto prima che Sadie è matta da legare? Da dove deriva la sua evidentissima sessuofobia? E il morboso attaccamento a Nicole? Ecco, Lucky non ce lo dice. Ma non è che dissemini indizi lungo il film per facilitare la comprensione della patologia di Sadie; proprio non dice un cazzo. All’inizio c’è un flashback, cioè l’espediente narrativo più usato (e abusato) per descrivere l’origine dei traumi di questo o quel personaggio, ma in questo caso il flashback non descrive un bel niente se non l’amicizia fra zia e nipote da ragazzine. Insomma, mi verrebbe da dire frasi tipo “lo script (di Chris Sivertson, lo stesso di All Cheerleaders Die) lavora per sottrazione, sceglie la via del mistero e del non detto” e non avrei nemmeno torto; però in questo caso un po’ più di chiarezza non avrebbe guastato.
I pregi del film sono altrove: prima di tutto la scelta intelligente di limitare il numero dei personaggi come se fosse una piéce teatrale (mi è venuto in mente Killer Joe), e poi di scavare nella caratterizzazione dei personaggi senza farsi intimorire dalle sfumature; merito anche di tre attrici assoutamente perfette: Sasha Frolova è un’adolescente tesa, sgraziata, incapace di controllare gli scoppi di violenza, e tuttavia insicura e indifesa quando si confronta con la reale perfidia di Sadie; Thora Birch è in grande spolvero!, io non riuscivo a fare a meno di pensare che se questo film fosse stato girato vent’anni fa, a lei sarebbe andato il ruolo di Nicole – e invece ora fa la madre single che nasconde la solitudine dietro la scorza da dura; la bella Caitlin Stasey, che sostanzialmente dovrebbe vincere qualunque premio di recitazione di quest’anno, è una Sadie affascinante, spaventosa, infantile, calcolatrice, un concentrato di contraddizioni e nevrosi senza il minimo senso etico, un’agente del male senza un particolare movente. L’interazione fra le tre donne è un capolavoro di naturalezza, piccoli gesti, sguardi inquietanti che solo una precisissima Personenregie riesce ad ottenere. Menzione d’onore per l’adorabile Macon Blair di Blue Ruin, perché anche un panzone spettinato può essere un love interest credibile.
La tensione creata dall’arrivo di Sadie si mantiene alta fino alla fine, quando finalmente il gore esplode in due sequenze abbastanza pesanti; si poteva fare di più? e soprattutto, si poteva fare prima? Bah, in effetti sì, però non mi lamento nemmeno così. Lucky McKee non vuole solo “fare un horror”: vuole raccontare una storia di follia che necessariamente sfocia nella violenza, con un cranio spaccato, una gola tagliata e una collisione ad alta velocità fra occhio e piano cucina. Non è tantissimo ma nemmeno pochissimo, e soprattutto è tutto girato bene. Ma bene, vi dico! Finalmente. Purtroppo scade un po’ nel finale tirato via con due sequenze parallele (di cui una presa di peso da Psycho) in cui sì, è chiaro quello che succede ma di nuovo “lo script lavora per sottrazione etc.” e la cosa più chiara è che Lucky aveva solo voglia di tornare a casa con birra, hamburger e rutto libero. Bravo Lucky, te li sei meritati.
DVD-quote:
“Un dramma femminile intimista però col sangue”
Cicciolina WErtmüller, i400calci.com
Thora Birch avrebbe SICURAMENTE fatto la nipote vent’anni fa. E’ una di quelle attrici che per fisicità e oggettive capacità recitative pensavo avrebbero poi avuto una carriera migliore di quella che hanno avuto.
Però con i cattivi per i quali “non spieghiamo le motivazioni, cosi sono più misteriosi ed affascinanti” hanno un pò stufato. Cioè, alla fine è un espediente narrativo facile, che andrebbe usato con parsimonia.
Oh ma occhio che Siverston ha pure diretto il film più sottovalutato del millennio: il bellissimo The Lost. Voglio vederlo assai.
questo film mi intriga…
Thora Birch e’ nata una generazione in ritardo, doveva far parte della x generation delle Winona Ryder, Juliette Lewis, Uma Thurman, Bridget Fonda.
Il film mi pare interessante, recuperero’ senz’altro. Sia in certi pregi che in certi difetti McKee mi sembra una specie di anticipatore serioso di Jordan Peele, senza la carta razziale da giocarsi per attirare l’attenzione del recensore da quotidiano, che parla di horror solo se puo’ dire di averlo visto come dovere sociale.
Se un film lo recensisce Cicciolina io lo guardo per partito preso.
Quest’anno più che mai l’horror è donna. Questo sembra interessantissimo
E altrettantk demmerda.
Non credo che l’horror debba avere necessariamente un sesso.
Indubbiamente. Infatti era una considerazione sul fatto che ne stanno capitando tantissimi al femminile (fossero stati sugli animali o su qualunque altro soggetto avrei registrato questa impressione). Lungi da me inserirmi in stupidissimi ragionamenti di genere che non mi appartengono. E comunque io ne ho visti parecchi molto interessanti, non è tutto demmerda, secondo me.
caitlin stasey è da sempre bravissima, peccato lavori abbastanza poco… questo lo recupero il prima possibile
Uè belli belli, nel caso non ve ne siate accorti è iniziata la seconda stagione di THE BOYS. Ce lo fate un bell’articoletto?
No aspetta,quella della foto è Thora Birch e non Emily Watson ?
Tre giorni fa ho finalmente visto THE WOMAN, film che avevo colpevolmente ignorato: un’estrema goduria dal primo all’ultimo fotogramma. Se questo è figo la metà sarà un capolavoro.
Thora Birch…che carriera storta! E dire che quasi vent’anni fa non avrei dato un soldo bucato alla biondina che le avevano messo accanto in Ghost World!