Volevamo raccontarvi un pugno di film di James Bond in preparazione a quello nuovo, la cui uscita era prevista per il 10 aprile, ma poi è stato spostato a novembre.
Pensavano forse di scoraggiarci?
Col cazzo: adesso ci mettiamo qua e ve li raccontiamo TUTTI.
A voi Le Basi: 007.
N.B.: siamo stati fin troppo bravi e veloci per cui, approfittando dell’ultimo film con Pierce Brosnan, la rubrica si prende una pausa e riprenderà con i film mancanti di Daniel Craig in prossimità dell’uscita del nuovo No Time to Die. Un grazie enorme per averci seguito e incoraggiato finora!
Ero qui che pensavo a come dire le cose su 007 – La morte può attendere. Con i dovuti e lapalissiani distinguo, mi è venuto da mettermi nei panni del dottorino alla prima guardia in pronto soccorso che si trova a dover dire le cose alla famiglia di un paziente – zio Giacomo: 40 anni, scapolo impenitente, account premium su William Hill, a ogni pranzo di Natale porta a casa una escort diversa. Il paziente era arrivato in accettazione con una banale caviglia slogata giocando a padel, ma poi si è scoperto che l’action figure di Dart Fener che si era infilato (per scommessa eh, non scherziamo) su per il culo tre anni prima ha causato setticemia e per lui non c’è più niente da fare, morirà fra atroci sofferenze. Come dare la notizia di zio Giacomo alla famiglia, si chiede il dottorino; ché la famiglia, nonostante tutto, si vede che a zio Giacomo ci tiene ancora abbastanza. Meglio usare il dottorese, nascondendo la semplice verità – la spadina laser di Fener gli ha trasformato la prostata in uno scolapasta spugnoso – dietro a una folta perifrasi piena di termini tecnici? Meglio restare sul vago che non si sa mai? Meglio approcciare con pur professionale sensibilità, o meglio essere freddi e diretti? Il dottorino ci pensa un po’, quindi si avvicina alla famiglia e dice: signori, non è colpa di nessuno e non esistono maniere indolori per recare certe notizie, quindi ci tengo a ricordare a chi se l’era dimenticato che 007 – La morte può attendere è un proprio un brutto film brutto. Sigla!
Ci sono due cose, a proposito del quarto e ultimo Bond con Pierce Brosnan, che mi rimarranno sempre senza una risposta soddisfacente, per il semplice fatto che sono questioni troppo ramificate collegate a domande troppo secche. Primo: di chi è la colpa per questo film pigro e puzzolente? Secondo: come mai più della metà della critica cinematografica del 2002 ha sinceramente apprezzato La morte può attendere? Per quanto riguarda le recensioni, con in punta il mister del New York Times che è arrivato a scrivere “il miglior Bond dai tempi di La spia che mi amava (1977)”, non saprei proprio dire. La speranza è che gli amici giornalisti, all’epoca, si siano fatti sedurre dalla gigantesca forma di camembert in omaggio con la cartella stampa dell’anteprima, o qualcosa del genere. La stessa cosa vale per il futile gioco delle colpe. Sono i broccoli di Barbara che puzzano? Oppure è stata la scelta stilistica fatta da Lee Tamahori, che per la regia ha deciso di rifarsi all’immaginario estetico dei video degli NSYNC spacciando dozzine di inutili panoramiche in ralenti per omaggi a John Woo, a mandare tutto in vacca? Anche qui, non saprei dire. Ma a fare i piccoli detective si scopre che La morte può attendere è l’unico Bond, fra quelli che rientrano nel mandato (tuttora in corso) di Neal Purvis e Robert Wade, a essere stato scritto dalla coppia di sceneggiatori senza la collaborazione di qualcuno esterno alla premiata ditta. E di tutte le cose che gli puoi dire, a La morte può attendere, quella che ti esce più spontanea è “sei proprio un film scritto con i piedi, ma tipo quattro piedi con una fascite plantare fortissima”. Oh, può succedere. Soprattutto se lasci due onesti mestieranti tutti soli con il compito di scrivere il ventesimo film di James Bond – buono per festeggiare il quarantesimo anniversario della serie – e con un ingrato post scriptum: citare o omaggiare, in un modo o nell’altro, tutti gli altri diciannove titoli della saga*. Auguri.
Che poi, a dirla tutta, il film parte gran bene. Jimmy il Bondofilo viene spedito in Corea del Nord a liberarsi di un colonnello che c’ha voglia di guerra con l’occidente e che intanto, mentre aspetta i fuochi d’artificio, spaccia armi in cambio di diamanti insanguinati. Poi la copertura di Bond salta (qualcuno dalla sua parte l’ha tradito, ma chi?) e nonostante riesca (apparentemente) a portare a termine la missione, viene catturato dai nordcoreani e torturato per 14 mesi, come documentato dalla sigla di cui sopra. Al termine del soggiorno forzato – recensioni contrastanti: bella la doccia scozzese (aiuta con le rughe del viso), un po’ meno bello il gioco aperitivo con il veleno di scorpione – 007 viene salvato da uno scambio di ostaggi: la sua vita in cambio di quella di Zao, luogotenente del colonnello cattivo (e quasi sicuramente morto), nel frattempo passato alla carriera da terrorista freelance. Con la scusa di un fegato affaticato dal Martini e di una parrucca molto brutta, Bond viene confinato in un letto d’ospedale; in realtà i piani alti (e i loro pari ruolo americani) non si fidano più di lui, arrivando a requisirgli la licenza di uccidere. Chevvelodicoaffare: 007 si mette in proprio, nuota fino a Hong Kong, sbriga faccende a Cuba – dove, per rendere più credibile la copertura da ornitologo che sbircia le bocce di Halle Berry, rinuncia al suo classico ordine da cagacazzi per un più semplice Mojito mal pronunciato –, scopre di essere in un film che è un po’ anche Face/Off ma senza Nicolas Cage (paradossi che feriscono le cervella), torna nelle burbere grazie di M e, prenotato un viaggio in Islanda, si prepara a scoprire che tutti quei diamanti di inizio film non erano solo un MacGuffin, ma pure l’imbottitura nel cuscino dello sceneggiatore pigro; ovvero: c’è un cattivo che vuole bruciare il mondo con un laser spaziale.
La morte può attendere, secondo me, comincia a incespicare ben prima della famigerata apparizione dell’Aston Martin invisibile – probabilmente il gadget più inutile e assurdo (di per sé, e anche per come viene utilizzato) nella lunga e onorata carriera cinematografica di 007. Il film di Tamahori – o meglio: la sceneggiatura di Purvis e Wade – ha cominciato a farmi sanguinare le orecchie nel momento esatto in cui avevo appena finito di raccogliere la mascella dopo la botticelliana (o ursulandressiana che dir si voglia) uscita dall’oceano di Jinx (Halle Berry). Una volta giunta a riva la Venere in bikini, Bond si lancia nel tassativo momento flirt (“Che magnifica vista. Mo-hi-to?”): l’incontro tra un dialogo senza senso e senza stile, la vaghissima caratterizzazione di Jinx e la pessima chimica tra Berry e Brosnan mi ha causato un imbarazzo che non sentivo da quella volta che ho visto Showgirls insieme a mio padre (Geronto Gifuni, imperatore degli umarell). Dice, ma sei sicuro che non stai esagerando? Rispondo, boh fai te: in tempo zero, Bond e Jinx chiaramente finiscono con l’ammucchiarsi no? Ma c’è ancora da stabilire se lei sia buona, cattiva o in mezzo, e non riesco pensare a un modo peggiore per farlo di Jinx (sopra Bond) che durante l’amplesso esce un coltellino, fa uno sguardo furbetto, afferra un fico (?!) fuori campo e se lo mangia voluttuosamente in faccia a Brosnan. Mag-nifico.
Da qui in avanti è un volo a planare sui campi a maggese dell’action insipido; e insipido è probabilmente l’aggettivo più imperdonabile che puoi associare a Bond. Tra il cattivo coreano interpretato da un belloccio inglese roscio, l’inutile cameo di Madonna in latex nero, Moneypenny che simula il coito con Bond in realtà virtuale, one-liner (“Yo mama!”) che raggiungono il nadir dell’era Brosnan (già di per sé non troppo fortunata in quanto a senso dell’umorismo), brutta CGI e in generale il forte senso di una saga che, allo scoccare del nuovo millennio, si è ritrovata sempre di più a inseguire il proprio mito e la propria icona (e il product placement), piuttosto che aggiornarli ai nuovi tempi e al nuovo cinema. Nel 2002 uscivano xXx e The Bourne Identity, due action che (ognuno a modo suo) interpretavano bene due diverse evoluzioni del genere, quella muscolare e quella iper-realistica. La morte può attendere non arriva nemmeno ad allacciare le scarpe ai film di Vin Diesel e Matt Damon. Ripeto: nel 2002, Matt Damon è stato protagonista di un action di molto migliore rispetto al ventesimo film di James Bond. Non mi viene in mente un modo più efficace per illustrare il punto cinematograficamente più squanfido raggiunto da 007.
Bond Girl e Bond Villain by Gianluca Maconi:
Dvd quote:
«Ma quand’è che arriva Casino Royale?»
Toshiro Gifuni, i400calci.com
*Me ne sono già pentito, ma ormai è troppo tardi. Pronti partenza via
Licenza di uccidere: vedi sopra, Halle Berry che esce dall’acqua in bikini e coltello facendo emozionare gente di tutte le parrocchie.
Dalla Russia con amore: la scarpa con pugnale avvelenato incorporato.
Missione Goldfinger: laser!
Thunderball: Operazione tuono: lo zaino con i razzi (ovvero: John Cleese fa il pirla).
Si vive solo due volte: Jimmy che finge il morbo della morte, birbante.
Al servizio segreto di Sua Maestà: qualcuno che non c’aveva di meglio da fare ha notato un CD sulla scrivania di Moneypenny con su scritto OHMSS (On His Majesty’s Secret Service).
Una cascata di diamanti: beh, i diamanti direi. E i laser spaziali! Pew pew.
Vivi e lascia morire: l’unica altra volta in cui Bond usa un revolver al posto della sua Walther semiautomatica.
L’uomo dalla pistola d’oro: diamanti dagli ombelichi di belle donne e corridoi pieni di specchi rotanti (Scaramanga, ti si vuole il bene).
La spia che mi amava: la sobrietà di un paracadute con la Union Jack stampigliata sopra.
Moonraker – Operazione spazio: barche (o hovercraft) che volano giù da cascate.
Solo per i tuoi occhi: da qualche parte nel laboratorio di Q fa capolino il casco giallo da palombaro usato illo tempore da Roger Moore.
Octopussy – Operazione piovra: altre cianfrusaglie accatastate nel laboratorio di Q.
Bersaglio mobile: la copertura di Bond salta quando qualcuno lo fotografa e lo frulla dentro a un programma di riconoscimento facciale.
Zona pericolo: macchine che escono dallo sfintere di un aereo grosso e che hanno i rampini negli pneumatici.
Vendetta privata: Bond in modalità ronin e privato della licenza di uccidere, donne che nascondono pistole in fondine legate alla coscia.
GoldenEye: colleghi che tradiscono, cattivi che per sicurezza vengono spiaccicati da cose molto pesanti, timer settati su tre minuti.
Il domani non muore mai: macchine radiocomandate wiiiii. E c’è anche un easter egg sullo schermo del PC di Moneypenny.
Il mondo non basta: c’è un livello del videogioco (per PlayStation e Nintendo64) The World Is Not Enough che è paro paro identico al programmino di addestramento in realtà virtuale.
Lo vidi al cinema attratto dal marchio 007, ovviamente, ma sopratutto dalla Berry che nei trailer omaggiava la Andress. E sorprendentemente non ci va sotto con perdite. In sala però mi veniva da piangere. Film semplicemente imbarazzante con attori visibilmente fuori parte, battute più sceme del solito, scene action ridicole (tranne l’inizio), cattivi caricaturali, accrocchi puttanata,… E chi più ne ha più ne metta.
Di questo film non salvo nulla di nulla (a parte la Berry e la Pike per la quale ho un debole). Avevano grano a palate per fare ciò che volevano (anche perché era il 20° film e cascava col 40° anniversario di “Licenza di uccidere). Avevano la conoscenza tecnico/artistica per creare ad ogni pellicola un film della Madonna (non la cantante, quell’altra…), le possibilità e l’appeal per tirar dentro chiunque fosse disponibile. E invece hanno fatto l’errore che quasi stroncò la saga negli anni ’70-’80: aggiungere e alzare continuamente l’asticella distaccandosi pesantemente dal realismo che invece aveva salvato il franchise. Macchine invisibili e manipolazione genetica non è roba da 007, è roba da film di fantascienza o roba tamarra e inverosimile che va bene per XXX. Toh, potevano essere idee utilizzabili quando Bond era Roger Moore e tutto era votato all’avere la roba più grossa, stilosa e inverosimile possibile come le gondole-hovercraft, le macchine a cui spuntano le ali, le Lotus sommergibile o le battaglie nello spazio a colpi di laser. Nel 2002 certe cose non possono più essere date da bere agli spettatori, sopratutto se sei James Bond.
Sommando ogni aspetto e contando la recidività dei Broccoli, sto film è nettamente il peggiore della saga. Il ritorno al realismo e alla creazione di un personaggio umano e non più un supereroe dei fumetti che si traveste da agente segreto salverà nuovamente il marchio dall’oblio.
Ah ecco, non me l’ero sognato, che quando il film usci’ fu accolto benissimo. Se il precedente me lo ricordo passato abbastanza in sordina (per quanto possa passare in sordina un 007), di questo ricordo recensioni e servizi che parlavano di un Bond tornato mega-spettacolare e, oh, c’e’ una macchina invisibile! Fu solo qualche anno dopo che il film inizio’ ad essere circondato dalla fama tremenda che oggi ha. Per una volta meritata.
Che poi a me piace pure quando buttano Bond nel camp. Tipo che mi va benissimo la macchina che fa la capriola col fischio alla Abatantuono e tutte le puttanate di Moonraker, e trovo un peccato che all’epoca di Moore non siano mai arrivati ad affidare un capitolo a Blake Edwards.
Solo che “La morte può attendere” non e’ camp, e manco trash, e’ solo una noiosissima stronzata. E’ uno di quei film che supera quella linea di confine che separa lo stronzo che ti esce per sbaglio nella mutande perche’ pensavi fosse una scorreggia, dallo stronzo volutamente cagato su un vassoio d’argento. Tipo i due Batman di Schumacher: vedi il primo ed e’ un film orrendo e tutto sbagliato in cui pero’ intuisci cosa volevano fare e dove hanno fallito, vedi il secondo ed e’ un film orrendo in cui noti solo il totale menefreghismo di tutti e capisci che non poteva che essere quella roba fumante che e’.
Comunque, tra i maggiori esempi di inettitudine di questo film, lo spreco di Halle Berry per me e’ secondario rispetto allo spreco di Rosamund Pike.
La miglior spiegazione di cosa è successo l’ha data Gordon Ramsay, in ambito totalmente diverso.
Mettiamo che tu apri un ristorante negli anni 60. Va tutto bene, fin quando i gusti iniziano a cambiare: a quel punto, invece di cambiare, ti limiti ad aggiungere il nuovo trend del momento al piatto. Dopo un trentennio, avrai trasformato un’onesta bistecca in un puttanaio di salmone in crosta, patata al cartoccio, mini carote e salse dubbie.
Io lo cito tutte le mattine quando mi alzo dal letto:
“Dai, another day.”
Bella bro
Da quando esaurii tutte le mie lacrime (dal ridere) con Team America, non riesco più a prendere sul serio Matt Damon in alcun film alcuno. Non dico che prima lo digerissi bene ma, come dire, almeno riuscivo ad abbozzare… XD
MATT… DAMON!!!
https://www.youtube.com/watch?v=gnPWJOJYVKc
Non lo vedo da parecchio tempo ma penso sia quello di Brosnan che ho rivisto più volte. Sinceramente non mi sono mai fatto troppi problemi, la Svanquish mi è sempre parsa sì assurda MA bellissima, le Bond Girl sono qualcosa di pazzesco (di Halle Berry ci eravamo già innamorati tutti ma Rosamund Pike in molti la scoprimmo qui). Il nemico suonava un po’ ridicolo (mai stato un problema, sia chiaro) ma alla fine a puntare gli occhi contro la Corea del Nord oggi può quasi vantarsi di averci visto lungo.
Il ritmo lo ricordo bello alto, sicuramente dei Brosnan è quello che va via più veloce. Ha scene spettacolari a buttare, un ormai raro e preziosissimo momento in cui grazie al product placement Bond può addirittura sfumacchiarsi un sigaro, mi piace perfino la canzone di Madonna.
Non so, può essere che la memoria mi faccia brutti scherzi, ma il mio podio del quinto 007 è e rimane
1) Domani non muore mai
2) Goldeneye/Morte può attendere
3) Mondo non basta
E poi ho sempre adorato la scioltezza con cui James risponde al cinese che gli dice “Hong Kong è nostra, adesso!” che sì, tranquillo, non sono venuto a riprendermela. Lo dice in un modo così spontaneo e rilassato che per un attimo pensi che sì, sarebbe capacissimo di riconquistare Hong Kong da solo.
Mi ricordo bene l’inizio in Corea che preannunciava grandi cose; poi, il tracollo. Purtroppo, manco mi ricordo le bond girl (a parte la Berry che esce dal mare ma solo perchè era in ogni tg, pubblicità, programma dell’epoca).
Commento poco sotto queste recensioni perché non sono un gran appassionato di 007 (anzi…), però le leggo con molto interesse anche e soprattutto per tutti gli aneddoti, le nozioni ed i riferimenti incrociati che aiutano a contestualizzare e mettere in prospettiva questi film con loro stessi, con i loro concorrenti e con il contesto in cui sono usciti.
Ad esempio, sapere che da un certo punto in poi gli sceneggiatori sono sempre gli stessi (con aiuti esterni o meno) aiuta a capire un po’ meglio l’effetto “coliandro” che sembra aleggiare su tutti gli ultimi film (ritenuto un cialtrone oppure vecchio oppure non più leale; ritiro della licenza di uccidere, dell’incarico, etc.; però da “outsider” risolve il problema).
Mi spiace sapere che adesso ci sarà un’altra pausa (ma anziché fermarsi, per arrivare comunque sotto data, non potreste rarefare la rubrica, pubblicando una recensione muova ogni 2 settimane invece che 1?), perché sono molto curioso di quella di “quanto è una sola”, per me il peggior film di bond: peggiore di questo die another day, ma anche di tutte le campate (in aria) che pullulavano nei film di moore, a partire dai travestimenti che facevano tanto vestito nuovo di barbie (il bambolotto “bondie”?), tipo l’assolutamente gratuita ed inutile tenuta da rancheros per fare una cavalcata fino ad un monastero alleato in moonraker (cosa che per me risulta ancor più scema del bondie gondoliere… travestimento messo in atto quando già scoperto e al termine di un inseguimento proprio in gondola…).
Insomma casino royale sarà sicuramente una bella recensione, ma mi aspetto che quella di quantum of solace sia spettacolare: pubblicatela presto! XD
Nathan
“effetto coliandro” è una buona definizione.
È il difetto principale dei 4 film di Craig:mancano le classiche “missioni”.
Lungi da me difendere “Quantum” ma mi pare di ricordare che lo script fu consegnato incompiuto causa sciopero degli sceneggiatori e il cast con Marc Forster dovettero semi-improvvisare giorno per giorno. Addirittura ci sono scene (una o due, non ricordo bene) in cui Bond/Craig parla con dei cattivi fuori schermo e ritorna dicendo che li ha interrogati personalmente e sa cosa deve fare (o una roba simile).
L’idea di fare un seguito diretto di “Casinò Royale” è tanto semplice quanto innovativamente per il mondo Bond, peccato che tutto sia castrato dallo sciopero che non permise di sviluppare la storia a dovere.
Comunque ne parleremo quando verrà il suo turno.
Purtroppo c’è poco da rarefare, mancano appena due film e siamo già a poma… (gli altri li abbiamo coperti quando sono usciti e non li rifacciamo)
Ah, capito: pensavo avreste rirecensito skyfall e spectre.
Però almeno un repost, così da avere l’occasione di inserire nelle vecchie recensioni le “card” disegnate da maconi, lo farete?
Nathan
devo dire che con tutti i difetti non lo disdegno affatto Quantum. Ma ne parleremo poi.
Ah, Skyfall e Spectre li avete già recensiti?
Allora me li vado a cercare :)
Vi ho scoperto con la rece di licenza di uccidere :)
Die another day l’ho visto 1 volta e mezza, e dico mezza perché non sono riuscito a completare la seconda visione. Questo già dovrebbe dire molto su cosa penso di questo film.
Il film parte bene. Anzi, benissimo. Ragazzi, Bond completa (più o meno) la missione, ma viene anche catturato e torturato per mesi, per poi essere liberato dall’MI6. Un inizio crudo a cui sicuramente non si era abituati.
Tutto va in vacca in pochissimo tempo. Tra personaggi insulsi, cattivi insulsi, piani assurdi, auto invisibili (ho quasi pianto, e mai la battuta di Brosnan “lei sta scherzando?” alla volta di Q mi è sembrata realistica), duelli all’arma bianca senza motivo, etc.,il film scivola via nella noia e soprattutto nell’irritazione.
E rincaro la dose scusandomi con gli estimatori di Halle Berry e Rosamunde Pike: ricordo vagamente la prima e quasi per niente la seconda, non per colpa loro ma dei loro ruoli.
Anzi, penso che il declino artistico di Halle Berry sia iniziato con questo film, chi è più informato mi smentisca.
Lasciamo stare anniversari vari. Poteva essere un buon film di 007, semplicemente.
È il peggiore in assoluto.
P. S. per Nathan: Quantum of solace è un film “incompiuto” ma assolutamente guardabile, lontano anni luce da Die another die.
Sul declino di Halle Berry ci sono due versioni:
– una, quella calcistica, è che se a inizio carriera infili subito L’ultimo boyscout praticamente l’intero resto della tua vita è una lunga discesa.
– l’altra, quella universale, è che due anni dopo Die another day uscì Catwoman, film che avrebbe ammazzato la carriera a chiunque.
Ricordo anche un horror, mi pare fosse Gothika, non certo memorabile.
Insomma, come sputtanarsi la carriera in poche mosse.
Ma sai che a me GOTHIKA, pur con mille difetti, non dispiacque?
Poi che sia na cagatona è assodato.
@ste83
Ammetto che non sapevo dell’incompiutezza della “sola”.
Fermo restando che ho visto entrambi i film una sola volta e non è mio desiderio rivederli (sarebbe un supplizio troppo grande :p), qualunque sia la giustificazione dell’incompiutezza è secondo me più disonesto far uscire un film a metà che non un film brutto.
Di quantum mi restano le scene fuori campo: non ricordavo l’interrogatorio, ma il rapporto con “campo di fragole” (per la quale che si chiami strawberry lo si viene a sapere solo dai titoli di coda…) passa da non lo sopporta a vanno a letto insieme senza soluzione di continuità, non mostrando alcuna mossa o strategia seduttiva, nè successiva se è per questo… il tutto pretestuale solo per farla trovare poi nello stesso letto coperta di catrame/petrolio (perché se craig è il bond gritty allora bisogna citare goldfinger ma con più sporcizia, quindi via l’oro e dentro l’oro nero).
Purtroppo di esempi così senza capo nè coda mi ricordo che il film ne sia pieno: insomma trovo meno deludente un film brutto di questo accrocchio.
Nathan
Mi son sempre detto “quante cazzate in questo bond!”, però alla fine le scimmie nel mio cervello si sono sempre divertite con LA MORTE PUO’ ATTENDERE. Non sarà un bel film ma del cofanetto di Brosman è quello che ho messo su più volte.
C’è sicuramente qualcosa che non va in me se non riesco a bocciarlo del tutto, anzi ammetto che ora la voglia di rivederlo è tanta.
Come per tutte le 4 pellicole dell’irlandese, perché alla fine è lui la calamita.
Era un fico? Io non so perchè mi ricordavo fosse un lime. Mai capito se quella scene di sesso era erotica o ridicola. Probabilmente rivedendola oggi direi la seconda.
Che turbofregna Halle Berry, ma il mio cuore venne trafitto dalla Pike. Peccato che entrambe siano finite in un film totalmente inconsistente, che è pure peggio di brutto.
Madonna, insieme a Sam Smith, è la peggior sigla di sempre. SIGMUND FREUD!1!!1!
Dai, Sam Smith avrà fatto una frignata pazzesca ma non c’è nemmeno confronto con i latrati di Madonna. È credenza comune che Bond sui titoli venga torturato a ghiaccio e scorpioni, io ho sempre pensato che fosse la canzone a farlo soffrire così visibilmente :D
Halle Berry ha subito la maledizione dell’Oscar chi lo vince, dopo la carriera va in declino, l’ha vinto in Monster Ball nel 2001 e infatti dopo fa brutti film cominciando da questo.
Il rosso e Toby Stephens il capitano Finn in Black Sails.
Il cinese è Rick Yune, il regista Lee Tamahori voleva i cattivi giovani e psicopatici.
Matt Damon ha un viso troppo anonimo e manca di carisma meglio il suo sodale Ben Affleck.
Ma quella roba dell’agente catturato e torturato che dopo torna con uno scambio l’hanno rifatto uguale in 24 ma li Kiefer Sutherland e catturato dai cinesi.
ESATTO! 24! giorno 3 o 4 non ricordo.
Finale della 4 inizio della 5
Vabbe neanche saper tradurre e riportare correttamente:
“[…] perhaps the most satisfying Bond movie since The Spy Who Loved Me.”
Possiamo anche essere entrambi in disaccordo col signor A.O. Scott. Ma dai. Bastava google translate:
“[…] forse il film di Bond più soddisfacente dai tempi di La spia che mi amava.”
Imbarazzante!
No, ma per sapere: quale sarebbe la sfumatura che si sarebbe persa?
Se è il più soddisfacente da quei tempi, sarà anche il migliore, no?
Oppure ritieni che sia possibile che ci siano stati prima film migliori ma al contempo più deludenti?
Lo scopo di un’opera di intrattenimento però è appunto intrattenere, cioè soddisfare il pubblico: la bella fotografia, il profondo messaggio, etc. sono tutte cose importanti, ma solo dopo che un film “fa il suo dovere”, altrimenti è solo onanismo mentale.
Quindi a me sembra che la traduzione sia stata un adattamento corretto, sebbene non parola per parola (cosa che poi di solito è sinonimo di cattivo adattamento).
Nathan
abbiamo il madrelingua punta al cazzo…speta che mi segno il nome per le future traduzioni dall’inglese al sticazzi
Eh beh, ora si che la frase prende un senso TOTALMENTE DIVERSO, cambia tutto proprio…..
Ma lo sapete che il nostro amico Scott Adkins ha un canale su YT dove intervista/chiacchiera/cazzeggia con le Glorie Eterne del Cinema di Menare?
L’altroieri è uscita una chiacchierata di un’ora con Cynthia Rothrock (63 anni e ne dimostra 30 di meno dio la benedica) che speravo non finisse mai. Ce ne sono una dozzina di interviste così. Con Dacascos, Tony Jaa, Michael J White e personaggioni simili. Tutte must see.
PS: si lo so che non c’entra una fava con 007 ma via assicuro che c’è più fomento di menare in Scott e Cynthia che chiacchierano un’ora in cam che in tutto 007 Death Can Wait
che figata, grazie per la segnalazione
Sono un bonifico doc, lo ammetto. Lo andrei a vedere anche se il regista fosse Oldoini, 007 De Sica, Bond girl Nadia Rinaldi, villani Alvaro Vitali, musiche dei Jalisse. E direi: mi è piaciuto. Anzi, direi “Delicatissimo”. Azzardo anche qualche titolo: Natale da spia, Natale con 007…und so weiter (ecc…)
Questo film parte benissimo, ci sono strafregne, Bond, finalmente non coinvolto sentimentalmente, torna ad essere il solito 007 che ammazza il cattivo e va a fare l’apericena.
Tornano le baracconate da Moore (l’epoca delle comiche di James Bond), tra aggeggi strani e auto piantate nelle risaie coreane. E poi avventura, sesso, risate e tanto buon umore.
Sono d’accordo con chi dice:
– tranquillo, non sono qui per riprendere Hong Kong, Potrei farlo, ma…
-Oscar per la canzone più brutta della serie. Pari merito con Sam Mendes e…diciamolo in tutta franchezza…con quella del prossimo “No time to die” (anche quella di Quantum però…).
Ricordo di averlo visto al cinema con mio padre che lo gradi’ mentre io ero rimasto perplesso. Molto bello l’inizio, uno dei più efficaci, ma già bond che rallenta il battito cardiaco per scappare sa di cazzata. Il combattimento con la spada è ben coreografato ma ridicolo nel suo insieme soprattutto che nessuno provi a fermare due tizi che rischiano di uccidere delle persone. L’assenza di Q si fa sentire nella presentazione dei gadget. Si salva la berry sempre bellissima e non me la sento di criticare l’approccio di bond dopo 14 mesi di prigionia. Sfido chiunque a non volersi infiocinare anche la pianta del bar.
In un’intervista lo stesso Brosnan ammise che per lui ormai era tutto una baracconata e che accoglieva le ipotesi degli sceneggiatori con un misto tra divertimento e incredulità. Alla fine però dice di essersi divertito. È un peccato perché il suo ciclo era cominciato bene e lui è stato molto bravo ad assimilare le caratteristiche di bond. Però bisogna ammettere che un bilancio generale è un po’ deludente.
Personalmente fa rabbia vedere Craig, che io trovo pessimo, in script migliori che in mano ad altri attori avrebbero reso di più.
Non concordo sul paragone con Bourne dove la recitazione manco sanno cosa sia (e infatti per quasi tutto il film Bourne sta zitto). Peggiore film di bond? Quantum è moooltoooo peggio
Sta diventando sfida serratissima tra La morte può attendere e Quantum…
Però no, dai. Se Craig non ti piace (io lo adoro) capisco che per forza di cose Quantum stia sotto.
Però Quantum è un film guardabile. Un film a cui mancano parecchie cose, e non per niente è il più breve della saga.
Poteva essere molto di più, legato meglio a Casino Royale, con personaggi più complessi…ma a mio avviso non c’è paragone.
Vincono pure le volte che l’ho visto (e rivisto) : 3 a 1 e mezza :)
Ma come detto da altri, dobbiamo aspettare per parlarne. La rece (di Quantum) può attendere :)
Giustamente nella rece si ricorda che contemporaneamente a questo, usci’ Bourne e xXx. Bene, qui siamo su i400calci dove ovviamente di action se ne capisce … e queste due pellicole sono un altro pianeta rispetto a Bond. E buona li’, per me. Bond NON deve scimmiottare gli action americani, che nascono cosi’ e basta. Bond e’ Bond, dello style fa la sua caratteristica principale e tale stile deve, o almeno dovrebbe, rimanere. Poi vabbe’, arriva Craig e trasformiamo il Bond di Fleming (ricordiamo l’attore a suo tempo scelta numero uno: Cary Grant, fate voi) in un burino picchiatore da pub. E piace e fa botteghino e va bene tutto, ma non chiamatelo Bond, please. Me l’ha detto il cadavere putrefatto di Fleming che si era stancato di rivoltarsi nella tomba.
Forse sei stato anche troppo buono! X–D
Toby Stephens peraltro è il figlio di Maggie Smith.
Non c’entra un cazzo ma volevo dirlo.
Quando l’ho scoperto pochi anni fa mi è partito un WTF.
Cioè, dai, è sempre stata VECCHIA.
Ricordo d’averlo visto stravaccato sul divano mentre cercavo di riprendermi dall’estrazione del dente del giudizio, diciamo che ho solo aggiunto tortura a tortura… per altro ricordo vagamente che era stato previsto di fare uno spin-off su Jinx, solo che poi non se ne fece nulla perché 1) è un personaggio che non fornisce nessun appiglio al di là di “è figa” 2) ai tempi le eroine al cinema erano sinonimo di schifo e flop al botteghino, vedasi “Elektra”.
Credo che oltre al declino di 007 questo film abbia rappresentato anche il declino di Madonna, la canzone è pessima e da allora la signora Ciccone non ha più combinato nulla di rilevante, per tacere dell’attuale baracconata di “Madame X”…
Tag team di tope che non ha eguali negli altri film, ma peggiore in assoluto per me, veramente rimango esterrefatto nel leggere che fu pure accolto positivamente dalla critica quando uscì……per me ultimo staccato, roba che il penultimo ha qualche speranza di salvarsi ai playout ma questo già retrocesso ad aprile!!!
Discorso con riserva su Spectre per me delusione cocente in attesa di completare il ciclo e magari rivalutarlo
Totalmente d’accordo su Spectre
Nome: Die Another Day. Lati positivi: Halle Berry è una gioia da vedere, le scene d’azione non le sa fare ma ha fatto ammenda con John Wick 3 quindi ci passiamo sopra. Rosamund Pike è ancora più bella, più tosta, e ha l’unico personaggio decente del film. Ah e Toby Stephens fa schifo come cattivo, ma ha paradossalmente interpretato un ottimo James Bond nell’adattamento radiofonico di Dr No.
Poi c’è quella scena dove Brosnan deve infiltrarsi sulla barca a Cuba, e allora stende con un cartone un burino che stava all’hotel e si fa passare per il suo infermiere (Non ha bisogno della sedia a rotelle? Adesso sì!).
Tolte queste piccole cose è un film desolante, senza il minimo mordente ma soprattutto invecchiato malissimo, a fianco del reboot appena successivo con Craig sembra provenire dall’età della pietra, e ha solo 18 anni.
Ha comunque più ritmo e senso narrativo di quel pasticciaccio di Quantum, il peggior film della serie, così becero e inutile (se non per farsi venire un bel mal di testa con la parkinson cam) che fa quasi rimpiangere la macchina invisibile.
Non vedo l’ora di leggere la recensione e sentire i pareri.
Sono d’accordo con chi (pochi) ritengono che non sia questo il peggiore della serie con Bondsnan. Per me rimane il precedente World is not Enough.
Sicuramente Goldeneye e Il domani non muore mai, molti gradini sopra agli altri due.
Sono d’accordo pure col non considerare più James Bond i film con Craig. Se l’ironia era a volte imbarazzante nei film con Brosnan, in quelli con Craig è assente. E pure l’azione mi piaceva di più.
Una menzione alla scena di menare nel club della scherma ci stava, forse il punto più alto del film
https://www.youtube.com/watch?v=IAMGkUZulvw
Mi rendo conto solo ora che il cattivo è Toby Stephens di Black Sails!
che trip