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Quando essere Shaquille O’Neal non basta: Steel (1997)

Nanni Cobretti
di Nanni Cobretti | 16/09/202029

In occasione del suo 40esimo anniversario, vi abbiamo raccontato del seminale Superman di Richard Donner e dei suoi tre sequel, incluso lo spin-off Supergirl. Ma com’è proseguito il rapporto tra il cinema e i fumetti dopo quel rivoluzionario successo? Scopritelo con la nostra rubrica #EroiDiCarta.

A un certo punto Steel entra in azione per menare un ladruncolo interpretato da John Hawkes.
Ce l’avete presente John Hawkes?
È quel fattone che lavora nel minimarket all’inizio di Dal tramonto all’alba, quello che mette su una fazza di bronzo degna di un Oscar affinché lo sceriffo McGraw non sospetti di essere sotto tiro ma quel matto di Richie Gecko lo ammazza lo stesso.  IMDb giura che ha avuto ruoli persino migliori di questo, pure di recente. Tipo sapete chi faceva, che l’ho scoperto adesso? Faceva l’ex-marito di Frances McDormand in Tre manifesti, quello che si presentava bello tronfio al ristorante in compagnia di Samara Weaving il cui personaggio, come dicono qua in UK per indicare qualcuno di ottuso e rimbambito che proprio non ce la può fare, è un “cucchiaio” (spoon) (a Carpi invece si dice “non fa mezzo chilo”).
Arrivando al dunque: John Hawkes non è esattamente un wrestler o cose simili.
È uno smilzo che a occhio sarebbe andato giù con un calcio negli stinchi da Peter Dinklage, che in Tre manifesti era lì lì che gliel’avrebbe tirato volentieri.
E insomma, qui gli si para davanti Shaquille O’Neal in corazza d’acciaio alla sua prima missione, e la mia reazione è stata: ma che cazzo di bisogno c’è? È Shaquille O’Neal! Di che razza di superpoteri ha bisogno per menare un tizio del genere??? Posso capire Michael Keaton, ma… è Shaquille O’Neal!!! Due metri e 16 per 147kg! Lo potrebbe menare pure in vestaglia appena sveglio senza manco alzarsi dalla tazza del bagno! È come se uno mettesse Mike Tyson davanti a Rick Moranis e dicesse “uhm, famo che per sicurezza al Mike gli diamo pure un braccio bionico”.
Ma torniamo un attimo indietro.
Anzi, prima vi faccio rivedere Rick Moranis senza motivo, poi torniamo indietro:

Steel è il nome da supereroe di un tizio che si chiama John Henry Irons, e già qua mi sono cappottato dalle risate.

Ok, con calma, ripartiamo.
Steel è un supereroe della DC.
E mica uno a caso! Uno nato specificatamente dalla morte di Superman.
Le sue origini sono proprio queste: muore Superman, e John Henry Irons, un tizio di colore molto grosso, si infervora abbestia e decide con la sua genialità di fabbro geniale di costruirsi un costume da Superman fatto interamente d’acciaio.
Ci mette proprio sopra il logo di Superman.
E si fa chiamare Man of Steel.
No non è battuta, si fa davvero chiamare Man of Steel, è una roba complessa, praticamente dopo la morte di Superman ci sono altri quattro Superman e lui è tecnicamente uno di loro, non è questa la sede per mettersi lì a spiegarvi tutto ma lo sapete come sono i fumetti quando ci si mettono.
Ma insomma, la cosa funziona, e finito il famoso ciclo dei Quattro Finti Superman Temporanei (sostanzialmente dei gran provini in diretta per un’eventuale successione) gli regalano una serie tutta sua.
Questa serie tutta sua, prima di proseguirne la storia, appioppa a Steel un antenato che faceva lo schiavo nella più classica delle piantagioni viacolventiane, la cui corazza inscalfibile aveva guidato una coraggiosa ribellione.
Ci siete fin qua?
Bene. Il film ignora completamente tutto ciò.

Questo al Lucca Comics manco lo lasciano iscrivere.

Diciamolo subito: un film su Steel, nel 1997, esiste per un unico e solo motivo che si chiama Shaquille di nome e O’Neal di cognome.
Ora, io non so una sega di basket, ma pure io che non so una sega di basket ho vissuto l’arrivo di Shaquille O’Neal come Hulk che arrivava per sfidare Superman (Michael Jordan).
Shaq era un gigante la cui stazza era rubata al wrestling o al football americano, ma che per qualche motivo faceva sfracelli nel più agile e scattante mondo della pallacanestro.
Credo di aver addirittura guardato qualche partita degli Orlando Magic per merito suo. Erano gli anni dell’NBA in tv in Italia e, soprattutto, di NBA Jam in sala giochi e per Gameboy, per cui alla fine avevo imparato a conoscere qualche giocatore un po’ meno ovvio pure io. Hakeem Olajuwon. Alonzo Mourning. Reggie Miller e i suoi tiri da tre.
Ma Shaq non era solo un giocatore fuori dal comune: appena ventenne, era diventato immediatamente un brand.
Era simpatico, aveva carisma, aveva predisposizione allo spettacolo.
Diffuse tormentoni, incise dischi, lanciò videogiochi, e in modo infinitamente più ovvio finì immediatamente nel mondo del cinema.
Il primo ruolo, nel ’94, era abbastanza semplice: doveva interpretare sostanzialmente se stesso sotto falso nome in Basta vincere di William Friedkin.
Basta vincere incassò decorosamente, e Hollywood decise che era merito suo e che da lì in poi gli andavano trovati ruoli appositi.
Uno fu Kazaam, sostanzialmente un remake di Superfantagenio diretto dal regista dell’Implacabile.
L’altro, su idea di Quincy Jones (!), fu questo.
Steel era il primo supereroe di colore ad arrivare sul grande schermo, se escludiamo roba stile Meteor Man e se non diamo buono nemmeno Spawn che ha la fazza mascherata o truccata malissimo per il 99% del film.
E ci arrivava con la Warner che per motivi oscuri non aveva voglia di citare Superman nonostante ne possedesse i diritti, e che per motivi invece abbastanza chiari non aveva nemmeno voglia di fare tutto quel prologo sulle rivolte degli schiavi che la nuova ondata di blaxploitation di denuncia era ormai finita.
Ci arrivava soprattutto con la Warner che, visto l’argomento, non aveva voglia di investirci troppi soldi.
Per cui presero un regista/sceneggiatore bianco di terza fascia (Kenneth Johnson, curriculum specializzato onesto tra L’uomo da sei milioni di dollari e L’incredibile Hulk) e spostarono tutto direttamente nel mondo dei gangsta rappers.

Non ho idea del perché ci sia Nick Fury, non fatemi domande difficili.

John Henry Irons è un inventore di armi geniale che ha costruito un prototipo di arma pesissimo che è finito nelle mani sbagliate: quelle di uno che lo vuole usare.
John Henry Irons è delusissimo, lui sperava di venderlo che ne so, a collezionisti che lo appendevano decorativamente in salotto e lo usavano al massimo per fare dei video buffi su Youtube, ma nella sua genialità John Henry Irons non si rende conto che Youtube sarebbe stato inventato solo otto anni dopo.
Ok no, in realtà non è così.
Sentite com’è: John Henry Irons (nessuna parentela con Jeremy) inventa armi per l’esercito militare degli Stati Uniti d’America.
A un certo punto ne inventa una pesissima: il suo collega malintenzionato Judd Nelson cede a uno dei sette peccati capitali, la Superbia, e la prova al massimo della potenza per fare il bullo davanti a tutti nonostante John glielo sconsigliasse. Il colpo rimbalza e torna indietro facendo crollare un pezzo di edificio sopra un’amica di John, che rimane paralizzata. John fa la spia al processo e fa licenziare Judd Nelson. Dopodiché, schifato che un’arma progettata per ammazzare migliaia di sconosciuti abbia finito per paralizzare una che invece conosceva, si dimette pure lui.
A questo punto Judd Nelson si mette in proprio e decide di vendere l’arma principalmente ai gangsta rappers, ma non solo: una delle mie scene preferite del film è quando fanno vedere che fra i potenziali compratori ci sono un gruppo di nazisti dell’Illinois. Il loro capo è disperato che non sa come trovare le armi che gli servono per sparare ai diversamente ariani, quando un suo collega gli fa “ho un’idea, usiamo l’internet!”, prontamente gli trova il negozio on line, e tutto bello tronfio gli fa “ci trovi roba di tutti i tipi, non solo i porni!” col suo capo che sorride intrigato come per dire “ah però!”.
Comunque: John riconosce la sua arma per coincidenza in azione durante una rapina, e decide di reclutare l’amica paralizzata e lo zio Shaft (Richard Roundtree) per costruire un costume da supereroe che gli permetta di entrare in azione e contrastare il problema.

Cagnaccio pure in foto, e pure mascherato.

Sono onesto: questo film ha una reputazione tremenda, non l’avevo mai visto prima e l’altro giorno quando l’ho guardato ero pronto al peggio.
Voglio dire, all’epoca avevo appena visto Spawn al cinema. Se era inguardabile quello, che speranza poteva avere un film con Shaquille O’Neal?
Là dove Spawn aveva se non altro Michael Jai White e un costume della madonna, questo aveva Shaquille O’Neal e un costume francamente inguardabile. È come se il costumista avesse detto “abbiamo a malapena gli spicci per trovare il materiale per farlo della sua misura, basta così”. È praticamente un onesie imbottito.
Guardandolo, Steel sembra il prototipo del film di supereroi medio anni ’90: scemo, superficiale, per qualche ragione inchinato a tentare di piacere anche a chi questa roba non ha motivo di filarsela, completamente disinteressato a qualsiasi discorso di fedeltà con la fonte se non quando questa non complica o infastidisce la formula del filmetto per ragazzi standard.
E Shaq è ovviamente un attore improvvisato, volenteroso quanto legnoso: impossibile farlo sembrare un essere umano se non forse col doppiaggio.
Eppure, aldilà di questo, è un film tutto sommato ritmato, decoroso e persino simpatico.
È sostanzialmente uno di quei film che sanno di non poter pretendere più di tanto, si accontentano del poco che hanno e cercano di farlo funzionare in tutta serenità.
Può contare su un cast di solidi professionisti da Nelson a Roundtree all’onnipresente Charles Napier che rimediano all’inesperienza di Shaq, e far gestire tutto a un manovalante esperto è stata probabilmente la mossa giusta.
Ci voleva poco eh? Ma, al netto ovviamente dei discorsi razziali affidati unicamente a un generico disagio sociale e al personaggio del ragazzino che parla slang pesante e cita Snoop e Dre, a confronto con Spawn pare di vedere Black Panther.
Ok, forse anche al netto di Annabeth Gish che spara razzi dalla carrozzina…
Per cui insomma: pensavo di dovermi strappare gli occhi, e invece Steel è una cosetta semi-onesta che probabilmente avrei apprezzato a 7/8 anni, e che oggi potrebbe ancora salvare qualche notte insonne.
Ma ahimé, non era questo l’obiettivo: Steel esce in sala due settimane dopo Spawn, incassa un milione e mezzo su 16 di budget, uccide la carriera cinematografica di Shaq (nessun rimpianto) e mette la pietra tombale definitiva su un intero modo di affrontare un genere.
Il prossimo supereroe ad arrivare in sala sarà Blade, lo farà di pura prepotenza, e ribalterà tutto.
Ve ne parliamo la prossima volta.

“Il mio nome è Ferri, ma chiamatemi… ACCIAIO”

DVD-quote:

“Shaq-tastic”
Nanni Cobretti, i400calci.com

>> IMDb | Trailer

Nanni Cobretti
Autore del post: Nanni Cobretti
"Tu sei il male, io sono un autarchico"
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29 Commenti

  1. tommaso 16/09/2020 | 11:39

    Come spesso, recensione e descrizione del film sono molto piu’ divertente del film stesso.
    Come dicevo la volta scorsa io non sono riuscito ad andare oltre i dieci minuti.
    No, certo, non e’ inguardabile come “Spawn” (poche cose lo sono), ma praticamente sembra il pilot di una serie tv abortita di Disney Channel.

    Ah, John Hawkes e’ il protagonista di tipo il piu’ bel film dei 10s, “Too Late”.

    Ah 2, c’era Samara Weaving in “Tre manifesti”?

    Rispondi
    • Nanni Cobretti 16/09/2020 | 12:25

      Faceva il cucchiaio.

    • samuel paidinfuller 16/09/2020 | 13:53

      un altro bel noir con scricchiolo Hawkes è small town crimes, che ha la particolarità di poter avere come protagonista lo stesso personaggio di too late.

    • Rocco Alano 17/09/2020 | 08:58

      Samara era in uno dei suoi pochi ruoli inutili della sua carriera (battuto da quello imbarazzante del nuovo “The Babysitter”)

    • Roger Moorte 17/09/2020 | 09:02

      John Hawkes è anche tra i protagonisti di Deadwood, una delle più grandi serie tv di sempre. Con tutto l’affetto per Dal tramonto all’alba, non sarebbe meglio citarlo innanzitutto per questo?
      Poi, per carità, è stato anche il cow-boy (nel senso di Uomo-Mucca) in Freaked – Sgorbi…

    • Terry 17/09/2020 | 09:50

      Per non parlare di “Un gelido inverno”…

    • GGJJ 17/09/2020 | 10:35

      Nel nuovo “The Babysitter” c’è Samara? E io che lo stavo schifando proprio perchè dal trailer sembrava non ci fosse…

    • Pitch f. H. 17/09/2020 | 10:54

      @ GGJJ

      Purtroppo c’è. Non ho visto il trailer, ma se non la mostrano c’è un motivo preciso che non ti anticipo.
      Lei sempre bella, ma il film (The Babysitter – Killer Queen) è una merda camp illegale con pochi precedenti. Ho visto attrici sputtanarsi la carriera per molto meno.

    • GGJJ 17/09/2020 | 13:08

      Ahimè, che il film era una merda si capiva dal trailer, ma grazie per la conferma e le informazioni. Peccato

  2. Gigos 16/09/2020 | 12:36

    “ha costruito un prototipo di arma pesissimo che è finito nelle mani sbagliate: quelle di uno che lo vuole usare”
    Ahah, ci voleva Masters of War di Dylan come sigla.

    In pratica la DC ha creato questo personaggio usando tutti gli ingredienti base di Iron-man, però rimischiati, in modo da fermarsi un centimetro prima di farsi citare per plagio dai legali Marvel.

    Rispondi
    • Nanni Cobretti 16/09/2020 | 12:38

      Con tutte le volte che la Marvel classica aveva fatto il contrario…

    • Robert Redford 18/09/2020 | 01:26

      Con iron man condivide un’armatura e la responsabilità per le armi che ha prodotto ma è molto differente come personaggio e psicologia

  3. Past 16/09/2020 | 13:41

    Solo per chiedere, come mai corvo e seguiti non sono entrati in questa categoria? Si del corvo se ne è parlato ma poteva essere una buona occasione per approfondire-farsiduerisate sui sequel…

    Rispondi
    • Nanni Cobretti 16/09/2020 | 14:05

      Non abbiamo rifatto quelli di cui abbiamo già parlato, e i sequel ci sono sembrati superflui.

  4. samuel paidinfuller 16/09/2020 | 14:03

    questo non l’ho mai visto…

    cmq immagino che se shaq avesse insistito a voler fare l’attore, i producers non avrebbero avuto niente in contrario nonostante il flop.

    magari qualcosa da ridere l’avrebbero però avuta jerry buss, jerry west, phil jackson e Kobe

    Rispondi
  5. jax 16/09/2020 | 14:36

    SHAQ-FU!

    https://www.youtube.com/watch?v=GsuXEJ6e87k&ab_channel=SUPERFOX5

    Rispondi
  6. dino riise 16/09/2020 | 15:13

    ricordo benissimo la sensazione di cui parli all’arrivo di shaq nell’nba dell’epoca, da bambino che non si perdeva mai nba action su telemontecarlo la domenica mattina. ero talmente in fissa con shaq che oltre alle scarpe (che ho ricomprato anche recentemente) sono quasi sicuro di avere avuto una vhs farlocca di blue chips. questo invece mi manca ma lo recupererò per curiosità. scusa l’ot nanni, l’ho già chiesto giorni fa nei commenti ad un altro post: quando finirà la serie di interviste di scott adkins su youtube pensi di farne un articolo qui o altrove? ne parli già in abbondanza sul tuo profilo fb, ma è un peccato non farne un discorso più strutturato in un luogo meno dispersivo

    Rispondi
    • Nanni Cobretti 16/09/2020 | 15:16

      Sì ne varrebbe la pena. Tendenzialmente aspetterei che finisca, ad esempio se ne avessimo scritto prima di ieri ci saremmo persi l’intervista a Jude Poyer che è il nome meno famoso di tutti ma in cambio si sono inventati il format migliore. Vediamo come va…

    • dino riise 16/09/2020 | 15:18

      sì sì nessuna fretta, era solo per sapere, grazie! giusto aspettare la fine, è davvero una miniera di cose da scoprire

  7. Denis 16/09/2020 | 16:36

    Ricordo O’Neal su Telemontecarlo negli Orlando Magic con Anfernee Hardway, ho fatto pure uno dei videogiochi peggiori mai fatti Shaq-Fu, ha memoria ricordo che era pessimo nei tiri liberi.

    Rispondi
  8. Gigiake La Mottola 16/09/2020 | 17:03

    comunque agli Orlando era ancora atletico. Poi è andato a vincere ai Lakers e a Miami diventando solo ANCORA PIU’ GROSSISSIMO E NON SOLO DI MUSCOLI

    Rispondi
  9. Ridley Scotti 16/09/2020 | 18:44

    Ricordo di averlo registrato in tv anni fa, alle medie credo, e probabilmente devo averlo lasciato a metà perché a parte la prima apparizione di Steel in armatura non ricordo nulla (se non qualche vago flash dell’arma).
    Comunque tre anni prima Sam Raimi aveva prodotto un film televisivo (con successiva serie) con protagonista MANTIS, supereroe nero non basato su alcun fumetto. Alla sceneggiatura niente meno che Sam Hamm.
    Lo devo ancora recuperare, dalla cover del dvd si vede che indossa un casco vagamente simile a quello di Ant-Man

    Rispondi
  10. Djenco Unchained 16/09/2020 | 21:42

    Ohibó, in tutti questi anni non ho MAI collegato che Questo Steel era Quel Man of Steel dei fumetti!

    Rispondi
  11. GGJJ 17/09/2020 | 10:38

    Una cosa che non ho mai capito delle major hollywoodiane è l’incoerenza. Cioè puntare, come in questo caso, su di un attore o un personaggio ma poi non crederci fino in fondo e cercare di portare a casa il film con il minimo dell’investimento possibile. O ci credi, e allora investi (anche sullo sceneggiatore) o non ci credi e allora non fai proprio partire il progetto

    Rispondi
  12. SamSimon 17/09/2020 | 13:44

    Fa sempre piacere rivedere Rick Moranis!

    Meglio di Shaq, ecco.

    Rispondi
  13. Giorgio Peruzzotti 17/09/2020 | 15:25

    Ma la gag di Shaq che deve riuscire in un tiro da 3 nel finale?

    Rispondi
  14. Past 19/09/2020 | 16:08

    ma quanto è stata figa the last dance…

    Rispondi
  15. Capitan Ovvio 24/09/2020 | 15:03

    Autogol di Ferri in pratica

    Rispondi
  16. Lormanno Gialli 21/10/2020 | 17:25

    Sempre meglio di Robot Jox ma con meno dettagli inutili che fanno impazzire gli snob, sempre cerca del diverso per sentirsi top e che quindi finisce dritto nel dimenticatoio anche per l’ultima categoria in grado di rivalutare dei flopponi.

    Coraggio Shaq, è solo un brutto sogno.

    Rispondi

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