Parliamo un attimo di perché tanta gente si precipita con costanza su queste pagine, arrivando addirittura a chiedere agli spiriti dell’internet di avvisarli se qui spunta qualcosa di nuovo. È che i400Calci, oltre a mettere a disposizione un ampio parcheggio gratuito in cui volendo ci si può anche adoperare nella famigerata pratica della camporella®, alla sapienza sul cinematografo associano un sacco di quella cosa che i giovani chiamano LA SIMPATIA. A partire dai nomi dei redattori, che i più credono essere spassosi pseudonimi creati accostando i nomi di membri del cinema di noya a quelli di degni rappresentanti del cinema di menare. Che buffo fraintendimento amici. Non esistono noms de plume qui sopra, e noi tutti utilizziamo i nomi con cui siamo stati battezzati alla nascita – con il fuoco, in cima a una rupe, giurando sul Necronomicon e dando la nostra prima poppata da un biberon di wasabi. Quando il fratello Lars è stato dichiarato persona non grata a Cannes, Darth Von Trier ha dovuto rinunciare a diverse edizioni del celebre Festival del trench di Frank Costello che si svolge ogni tre mesi nella cittadina francese. Quando suo zio si è messo in testa di girare The Grandmaster, Casanova Wong Kar-Wai ha passato uno dei più spiacevoli capodanni cinesi in famiglia che si ricordino. Tutto questo per dire che io, al mio babbo Fabrizio Gifuni, ci ho sempre voluto il bene nonostante la sua pervicacia nell’inseguire una carriera da attore all’insegna di aggettivi come “rispettabile”, “impegnato”, “intenso” e finanche “teatrale”. Ci ho sempre voluto il bene perché è stato un buon genitore biologico uno. Quando ero bambino, dopo la messa-corrida della domenica mattina mi comprava sempre le figu per l’album che raccoglieva i film della Cannon; e poi mi ha lasciato in eredità una barba ragguardevole. Tutte cose belle, che però un po’ impallidiscono di fronte a una filmografia piena di blasfemie di menare come Mazzacurati, Winspeare, Giordana, Cavani, Calopresti e, soprattutto, Virzì. Virzì non gliel’ho mai perdonato.

TU QUOQUE BABBOH
Poi, all’improvviso, la Groenlandia. Non l’enorme pezzo di terra ghiacciata dove si va a pesca di halibut, bensì la società di produzione fondata nel 2014 da Matteo Rovere e Sydney Sibilia. Quella che, a colpi di testardaggine e utilizzando il superpotere di Saper produrre film e serie tv senza tante menate, sta riuscendo (sola e a mano armata) a cambiare le sorti del cinema di genere italiano. Promuovendolo dalla categoria del “Non pervenuto o pervenuto solo tramite Manetti Bros. per cui è anche lo stesso” a quella del “Ci siamo, siamo ripartiti e adesso abbiamo una base culturale e produttiva condivisa, una comunità d’intenti con giovani tecnici e creativi che sanno quello che fanno”. Oltre alle cose realizzate di persona dai due fondatori, gli Smetto quando voglio, Il primo re e Romulus, Groenlandia si è messa anche a far lavorare giovani virgulti di belle speranze dando loro in mano progetti che, in Italia, da troppo tempo non avevano cittadinanza. Enter the Belva, la tesi di dottorato con cui la nouvelle vague di menare italiana può finalmente dimostrare, nella pratica, di avere imparato (aggiornandola a ritmi ed estetiche contemporanei) la preziosa lezione degli action anni ’80 e ’90. E ora, sigla!
La Belva, il personaggio, è un ex capitano delle forze speciali dell’esercito, uno che gli ultimi trent’anni li ha passati a mettere le mani in fazza a gente in Somalia, Bosnia, Ruanda, Iraq e Afghanistan. D’altronde, se mamma e papà ti battezzano LEONIDA RIVA cosa si aspettano poi? Ti danno un nome che ha il suono di una rovesciata all’incrocio dei testicoli di Serse alle Termopili e poi ti mandano a fare il commercialista? Non credo. Leonida, però, ha smesso di fare brutto nei teatri di guerra di tutto il mondo, si è ritirato a vita privata e riceve puntualmente la sua pensione arricchita da un classico dei benefit previdenziali militari: il disturbo da stress post-traumatico. La Belva, il film, ci mette più o meno quindici minuti a stendere la sua colata di premesse – reduce con gli incubi brutti e stordito dagli psicofarmaci, a cui proprio non riesce di condividere il suo dolore né di rientrare in società, ma che fa gli sforzi in nome dell’affetto per un paio di figli che amerebbero crescere insieme al papà – prima di accendere i fuochi d’artificio e far rapire la secondogenita Teresa da due tossici che, pur di avere materiale da pippaggio, sono disposti a prendere su bambine a caso e rivenderle a gente ancora più brutta di loro. Al capitano Riva gli si chiude la vena Liam Neeson e, in barba al vice questore aggiunto BASILIO SIMONETTI (fatico a spiegare razionalmente quanto mi facciano impazzire i nomi dei personaggi di questo film), parte da solo all’inseguimento dei maramaldi. Seguono ottanta minuti di fughe in macchina, schiaffoni, accoltellamenti, soffocamenti, altri sganassoni, pugni sul naso, specchi rotti a colpi di fronti altrui e altre delle amenità che ci piacciono di molto e che, son sicuro, a Gifuni padre han dato più soddisfazione di qualsiasi studio del personaggio o ricerca della sfumatura emotiva ideale da dare a quella particolare scena di pianto nei pressi di quello specifico tinello.

Le facce spaccate
Anche in La Belva c’è un tinello, sia chiaro. È quello nella cucina dell’ex moglie di Leonida, in cui Riva si rifugia dopo essere stato slamato. È uno dei due momenti del film, insieme al montaggio alternato con musica intenso-commovente che serve a caricare di fomento emotivo il finale, in cui tu, spettatore italiano, hai questa reazione pavloviana e ti si seccano le fauci e cominci a tremare al pensiero che tutto, come al solito, debba risolversi nel drammone intimista ma urlato a squarciagola in cui i personaggi si piangono forte in faccia. Evidentemente non è così. Il film diretto da Ludovico Di Martino e scritto dal regista insieme a Claudia De Angelis e Nicola Ravera (con la partecipazione, in fase di soggetto, di Andrea Paris) si tiene stretta la coerenza e finisce com’era iniziato: correttamente. Con l’idea (immagino io) di realizzare un film d’intrattenimento ben piantato negli archetipi di genere, tecnicamente valido e competente, stiloso e stilizzato quanto basta, onesto e dritto come un fuso. Fatto da persone che quel cinema lì – da Rambo e Die Hard a Io vi troverò, passando per espressioni più autoriali come Collateral o A Beautiful Day: You Were Never Really Here – lo conoscono, lo amano e tentano di plasmarlo a seconda della loro sensibilità e delle loro possibilità tecniche*. C’è gente che dirà “Eh, ma le botte non sanno darsele e sono girate tutte un po’ così”. Io dico che invece sono girate in maniera funzionale e chiara, con l’apogeo di un piccolo piano sequenza su scale che rimanda a The Protector (via Atomica Bionda) e che avrebbe fatto la sua porca figura in Arca Rissa; e dico anche che la semplicità poco vistosa e l’economia di movimenti dei pugni nelle mani di Gifuni hanno una loro coerenza interna, perché se pretendi che un 50enne strafatto di benzodiazepine sia in grado di fare i salti mortali in complesse coreografie quando non ha nemmeno le forze per scagliare one-liner da eroe action, allora sei un po’ stronzo. Invece il capitano Riva grugnisce, suda, sanguina, strozza, grugnisce ancora, accoltella, prende cartoni, dà cartoni, spara, sbuffa, va avanti a fatica: hai la sensazione palpabile di essere di fronte a un uomo che quando ha una missione, a maggior ragione se si tratta della figlioletta, è programmato per non fermarsi finché non crolla stecchito.

Gifuni la belva intensa
Poi ci sono quelli che diranno “Eh, ma non ne parlate male solo perché è italiano e le aspettative stavano a zero e vi fareste piacere anche un frullato di cacata di quaglia piuttosto del nulla cosmico che c’era prima. Se fosse stato un film merigano ne avreste detto malissimo, mi fate skifo venduti”. Solo che non è vero, perché nessuno ti sta dicendo che questo è un film complessivamente memorabile, né che sia migliore di quello che è solo perché è stato fatto in un paese che non vede roba del genere, fatta con questo tipo di consapevolezza, da svariati decenni. Ribadendo ancora una volta: La Belva è un film corretto. Onesto. Divertente. Realizzato da gente che si è goduta un sacco a farlo. Ed è tutta roba buona, che traspare e si percepisce. A tutto questo si aggiungano due contenuti bonus, quelli sì memorabili (secondo me). Per primo c’è che La Belva è ambientato in un non luogo, che ha un geografia realistica seppur priva di riferimenti al reale ed è fatto di location urbane pazzesche; un mondo costruito a partire da sogni di planimetrie cinematografiche, in cui gli sbirri italiani sono tutti in borghese e lavorano in un posto tecnologicamente all’avanguardia, e in cui se sei per strada e devi fermarti a mangiare non trovi il baracchino del merda che ti fa l’hamburger brutto, bensì un Cafè Diner con le luci al neon rosse che si chiama King of the Pollo e a cui mancano solo Uma Thurman e John Travolta che ballano mentre Giancarlo Esposito serve le bibite. Per secondo c’è Gifuni che è enorme e che fa recitare ogni singola parte di un corpo tartassato dall’inizio alla fine del film, crepato di mazzate date e subite; senza contare quella faccia lì, signore mie che faccia memorabile. Quella di uno che vorrebbe urlare tutta la sua angoscia ma non ha le risorse emotive per sfogare il grumo di melma che si è accumulato ad altezza sterno. Leonida Riva è sul serio l’eroe dell’action americano di trent’anni fa che è invecchiato in tempo reale, ha perso ogni tipo di ironia e oggi è letteralmente troppo vecchio per queste stronzate. Tanto da non avere più né la gana, né il fiato per essere cool, o invincibile, o eroico. Solo per fare difficoltosamente il culo a una manica di trafficanti di minori.
* paradossalmente, in tutto questo patente amore per il cinema di genere action e thriller mancano giusto i riferimenti alla tradizione italiana (peggior espressione di sempre) poliziottesca e gialla. Che comunque, tanto per la cronaca, non c’avrebbero azzeccato una mezza fava con i toni del film e quindi questa è, a tutti gli effetti, un’uscita inutile che infatti è finita in una nota.
Dvd quote:
«Un film che in Italia non lo facevano da quando giocava Gigi Riva»
Toshiro Gifuni, i400calci.com
Visto subito venerdì, al netto di alcuni difetti è la dimostrazione che si può fare film di genere anche in un cinema come il nostro che non ci ha mai provato né creduto, non servono super atleti (quello è un altro genere… Qualcuno ha detto Tyler Rake che ben inteso per me è un film che spacca) ma attori veri come Gifuni davvero enorme nel ruolo, stanco, consumato combattente soprattutto disturbato come Sly nel primo First Blood.
In due parole, ci siamo.
A mio parere è un film che definirlo di serie B è un complimento. Sono tutti tristissimi e fuori posto, i cattivi non sembrano per niente cattivi, i poliziotti una barzelletta, il povero Trans è il meno Trans riuscito della storia del cinema. Le stesse scene d’azione sono troppo telefonate. Il massimo della tristezza è il capitano di polizia che finisce nella pozzanghera. A ripensarci potrebbe essere una telenovela (d’azione): Grecia Colmenares aveva la stessa intensità, anzi forse di più. Questo film è sugli stessi livelli di un Commissario Rex, solo che è più pretenzioso.
Premetto, per onestà intellettuale, che non ho visto interamente il film, ma solo qualche spezzone da un amico. Però faccio fatica a capire tanta benevolenza
Sicuramente si tratta di un film inusuale nel panorama italiano, come stile e tematica. Se vogliamo mettiamoci anche la fotografia crepuscolare, ed il pessimismo di fondo. Ecco, però tolto questo (che tra l’altro può essere originale in Italia, ma trito e ritrito nel cinema USA e non solo, vedi la Francia), che rimane? Davvero si può abusare oltre il tema del padre a cui rapiscono/ammazzano/inculano la figlia?
So di tirarmi addosso bestemmie e maledizioni con quanto sto per dire, ma è un po’ quanto mi è capitato con “lo chiamavano Jeeg Robot”. Mai capito l’entusiasmo per quel film, che prende tutte le possibili dinamiche ed i cliché visti dal Superman di Donner ad oggi, e semplicemente cambia la location (da NY o L.A. a Torbella) e il linguaggio (da english a romanaccio)
Per questo sarebbe un piccolo capolavoro? Allora tanto vale incensare anche i meravigliosi remake di Bollywood
Se in Jeeg Robot c’erano almeno degli attori veri, che con tutti i limiti del film erano a loro agio davanti la telecamera, in “La Belva” ci sono un gruppo di agresti con pretese autoriali, che recitano a memoria, piatti, con un’enfasi costruita a tavolino, senza la minima capacità di generare emozioni
Insomma il film perfetto per gli hipster del Pigneto, che dal mio punto di vista è il peggior insulto che ci possa essere
ma gli hipster del Pigneto dove..cosa.. ma hai proprio sbagliato film ..il paragone con Lo chiamavano Jeeg Robot poi non c’entra niente….mi piacerebbe poi sapere nei seimila precedenti americani o europei sul tema (ma và ? incredibile film di genere con trama simile se non identica…non ci avevo mai pensato) il livello della recitazione… Vabbè se si vogliono citare tentativi andati a vuoto ripeschiamo l’ultimo horror di Avati o quello con Scamarcio uscito da poco che sono tra l’inguardabile e il patetico…oppure non so settore azione vediamo…niente vediamo niente perché non c’è niente a parte la versione tinellata alla Suburra e serie conseguenti..film “violenti” dove non succede un cazzo e parlano per ore…ben vengano i Leonida o i RomulieRemolo di turno…e tanta manna
Guarda, per onestà intellettuale non ho letto tutto il tuo commento, ma so già che hai torto.
@Zaku
Ahah, perfetto.
Per Ste
1-io non ho paragonato “La Belva” con “Jeeg Robot”, ho solo scritto di una sensazione simile guardando i due film
2-“ma và ? incredibile film di genere con trama simile se non identica” ebbene si, ho questa sciocca pretesa di preferire film che abbiano una trama se non originale, quanto meno non ricalcata su altre
Nessuno chiede di fare film totalmente diversi dagli altri, ma se vuoi copiare o citare, quanto meno cerca di metterci il tuo stile, di differenziarti nei dettagli
3-il fatto che in Italia vi siano produzioni scadenti non significa che io debba farmi piacere altre produzioni solo perchè un pelino meno scadenti, o appartenente ad un genere poco esplorato da noi. Una merda fumante per me resta una merda fumante
4-sembri un esagitato e non è proprio il caso su questo blog di essere così aggressivi
sì dai lasciamo perdere.. probabilmente non hai letto neanche la recensione oltre a non aver visto il film….film che nessuno ha definito capolavoro mi pare …sull’esagitato no comment per uno che ha quel nickname…discreta fantasia ma scarso buon gusto.
Ho commentato proprio perchè ho letto la recensione, altrimenti mi facevo gli affari miei
Il mio nickname è di rara raffinatezza
beh dai hai letto la recensione del film..ti resta da vedere il film ..sei a buon punto
Uhm… Troppo italiano!
Gifuni l’aspettavamo da 20 anni e passa, ci è arrivato in faccia con tutta la cattiveria di ‘sto mondo e QUALCUNO HA PURE IL CORAGGIO DI FARE LA PUNTA AL CAZZO. Vi sfido tutti, veramente.
mamma mia 4 commenti 5 col mio e già 2 cagano il cazzo..tra l’altro senza aver visto probabilmente il film o letto la recensione…( no vedere una scena si una no e leggere allo stesso modo la recensione non conta)… comunque…avercene…per chi non è d’accordo il tinello e la musica remixata male anni 60 70 sono sempre disponibili
A me è piaciuto e parecchio. avercene di film così in Italia
E io qui mi accodo e posto il mio silente applausone di approvazione
Visto ieri sera su Netflix, e il primo aggettivo che mi è venuto in mente è stato proprio quello del titolo di questa recensione: corretto. E’ un film onestissimo, che sa quel che deve fare e fa il suo compito in maniera concisa ed essenziale. Se però devo trovargli un difetto allora non posso non muovere una critica sui personaggi secondari, tutti un pò tirati via a favore di un Gifuni decisamente in parte che ne da tante e ne prende altrettante.
Si poteva indubbiamente fare qualcosa di più, ma a fine visione l’impressione è stata di non aver sprecato novanta minuti e di aver guardato del dignitosissimo cinema di genere. E va più che bene così.
Ps. mia nonna aveva a casa la stessa poltrona sulla quale tentava di sedersi Fracchia.
“Avercene di film così”
“Finalmente si torna a fare il genere in Italia”
Ma vi rendete conto di quanto stiamo a terra se veramente pensate cose del genere?
Un film sotto xanax, lentissimo, sgonfio, senza ritmo, attori cui hanno dato le linee dieci secondi prima di girare e che recitano incespicando sulle battute e con la tipica prosodia incerta di un Mentana che legge da un teleprompter inceppato. Dialoghi con pause da otto secondi tra domanda e risposta, un senso di gravitas pomposo e pretenzioso che si traduce in piattume recitativo a tutto tondo.
Derivativo nel peggiore dei modi: pare usare i cliché per sentito dire, ma non li ha capiti molto bene. A tratti sembra Samurai Cop, dai, su. Chi non vede la differenza tra Mainetti e ‘sta roba o non capisce una mazza di cinema o è in malafede.
È ora che la finiamo di darci le pacche da soli e cominciamo finalmente a darci i meriti e i demeriti che ci spettano.
Questo è un film orribile, noioso, sgonfio, svogliato, furbetto, che campa sul sentimento di cui sopra: “Oh, hai visto? Hanno fatto un action tipo quelli americani ma italiano, AVERCENE!!!”.
Basta sconti, o fate di meglio o tornate a fare le commediole familiari agrodolci.
P.S. note di merito: l’inseguimento a piedi con la tipa che fa parkour non è girato affatto male, bella la scena dello specchio, buona la fotografia, ce n’è da lavorare ma non state proprio a terra. Daje.
Il problema è proprio il contrario..siccome è Italiano e siccome in Italia non si fa questa roba (di basso o alto livello non conta) da mò, siamo totalmente disabituati al genere e tanti han deciso che siccome ne esce uno all’anno devono essere tutti sbam capolavori al primo colpo…ma come si fa a ragionare così.
Io dico ma cazzo c’hai un bel progetto con Gifuni/Neeson ti sei acchittato un ambientazione posturbana da paura, ma spendiceli 5 minuti in più per scriverlo con un po’ più di logica. E altri 5 per scegliere e dirigere un po’ meglio gli attori (escluso Gifuni) che non sanno che dire, come dirlo e perché. In confronto Mainetti ma pure i Manetti o Cosimo Alema’ stanno molto più avanti
Film diretto, ti abbozza un personaggio, giusto per farti capire di cosa stiamo parlando. Un protagonista con cui non è necessario empatizzare, che non ci deve stare simpatico. Dobbiamo solo starlo a guardare mentre fa le sue cose, cioè mettere le mani nella fazza della gente. E lo fa bene, in modo credibile per l’età e la fisicità del protagonista. Ci sono molti difetti, certo, ma la definizione data da Toshiro in recensione è la migliore possibile: un film ONESTO.
E sì, AVERCENE di film così. Perché è un film di genere che in Italia non esiste e allora che si faccia, anche a costo di qualche passo falso, di qualche imprecisione e di qualche mancanza, questa è la strada da percorrere.
Parlando da regista ma anche spettatore… Dal punto di vista tecnico é davvero un ottimo prodotto…alcune scene d’azione girate molto bene (inseguimento iniziale, scazzottata al benzinaio…etc). Ma a livello recitativo siamo veramente messo molto molto male. Protagonista in primis. Faccia perfetta ma intenzioni totalmente assenti. Così come ogni singolo comprimario, e lasciamo per ultimo l’ispettore che é davvero ridicolo. Se fossi stato il regista su quel set la mia frase piu ripetuta sarebbe stata ” rifai la scena perché non mi hai convinto, non la sento vera”…ogni singolo attore da primario a comprimario pare abbia ricevuto la battuta in tempo reale. la regia aiuta a immedesimarsi un minimo ( ed é un grosso complimento data la pessima qualità attoriale), ma non può far miracoli …
Se fosse un porno sarebbe un GONZO ( troupe professionale con attori amatoriali)…quindi possiamo affermare che trattasi di GONZO action italiano. Ad avercene di registi così, ma a volerne…di attori che abbiano studiato un minimo di dizione e possibilmente tecnica del doppiaggio in più….
You lost me at “gli rapiscono la figlia”.
Una frase che mi provoca reazioni degne del fu Magnotta.
Ma basta porca puttana, basta. E’ stato già fatto, ve lo giuro. Anche il cane.
Sono sicuramente un animo semplice per non dire primordiale, ma per me la motivazione “rapire persona cara a scopo fargli cose zozze” resta la migliore.
Concordo con Toshiro, è un film onesto…riflette onestamente la pochezza generale con cui è stato fatto.
Se con onestà bisogna ragionare non si può dire “avercene di film così” dai su, al netto delle cose (poche, molto poche) buone quello che rimane è un filmetto da TV che intrattiene il giusto…annoia a tratti…e stupisce per niente.
La scarsa originalità della trama (Taken) non mi infastidisce affatto, ma da uno che è un ex ufficiale delle forze speciali soprannominato La Belva mi aspetto un comportamento inarrestabile in combattimento e perché no anche una certa destrezza nel menare le mani, invece il buon Gifuni mi è sembrato più un onesto uomo qualunque di mezza età che agita le mani più con la forza della disperazione che con la tecnica acquisita in 30 anni di dura naja.
Credo che potesse essere fatto molto meglio, anche con i pochi spiccioli a disposizione.
A scanso di ogni equivoco, l’ho visto tutto e non sto quì a fare la punta ne ai cazzi e ne tanto meno agli stronzi…dico solo la mia.
È intelligente ma non si applica.
Alla prossima diàno una ripulita alla recitazione e nel menasse magari un pochino più di velocita.
Parevano i giornaletti dimenticati al sole.
Esatto, e se vogliamo proprio aiutare il cinema di genere italiano, aggiungiamo anche una scrittura un “pelino” più curata.
Ma no dai Takeshi.
Fino a che sta in forma mena sodo. Poi la sceneggiatura decide di fargliene prendere, essendo in netta inferiorità numerica, e comincia a soffrire, arrivando quasi morto alla fine.
Una scelta tipo John McClane, con la differenza che McClane subisce subisce, ma alla fine a parte lamentarsi che le prende sempre, non ha conseguenze, mentre qui hanno scelto più realismo.
Ma guarda, mi va benissimo che arrivi alla fine con un piede nella fossa…anzi, quanto meno è una cosa “nuova” che lo fa discostare dal soggetto di riferimento.
Gli errori di scrittura, a mio avviso, sono ben altri…ti faccio un esempio:
********************SPOILER*******************************
Palazzo del trafficante di donne/pappa veneto, guardie armate ad ogni angolo…e la belva da dove entra? Da un cancelletto aperto, che ha beccato al primo tentativo, subito dopo che la ronda ha girato l’angolo. Ma dai su!!!!
********************FINE SPOILER****************************
E ce ne sono tanti altri.
Se fosse stato un film di un’altra nazionalità non lo avrei finito di vedere. Gifuni costruisce un ottimo personaggio, ma a menare e sparare è proprio impacciato, gli manca proprio la preparazione, sembra quasi a disagio.
La sua interpretazione fa sfigurare completamente il resto del cast, che sono settati sulla recitazione dell’onore e il rispetto. I cattivi sono assenti e vagamente ridicoli. Scene d’azione importanti lasciate fuori campo.
SPOILER
Come si salva dalla casa? Era praticamente morto. Come ci arriva sul tetto? Quelle sarebbero le scene clou di un film action, dove la belva dimostra la sua cattiveria.
FINE SPOILER
Scimmiottiamo l’America e si vede, però senza capirne i meccanismi. Potremmo prendere spunto dalla Francia, perchè non possiamo fare un film come Mea Culpa? La Nuit Blanche? O come A Bluebird in my heart? Film possibili da fare (specialmente l’ultimo) più vicini alle nostre corde e possibilità.
Si ho apprezzato la voglia di fare e l’idea, ma siamo molto lontani anche da un film fatto male ma divertente. In compenso gli inseguimenti li sappiamo ancora fare e Gifuni per me non ha nulla da invidiare ad attori Americani o Francesi che fanno questi film.
I francesi, spiace dirlo, ma sul cinema di genere ci pigliano a pesci in faccia minimo da 30 anni. E senza mettere in campo budget stellari, tutt’altro. Lo stesso la scandinavia
Boh, mi tocca accodarmi ai rompicoglioni.
Io ho resistito forse venti minuti, prima che la poverinita’ (non la poverta’) di tutto l’insieme mi uccidesse l’anima. E se ho resistito venti minuti e’ proprio e solo perche’ era una roba italiana, e allora via anch’io con la solita accondiscendenza mista a speranza “che dai dai dai dai che stavolta ce la facciamo… forse.”
E invece no, porca puttana, non e’ possibile dover essere senpre li’ a scusare e assecondare questa sciatteria con la solita scusa che “so’ regazzi, devono farsi le ossa”.
Le ossa se le facciao vedendo e CAPENDO i film che prendono a modello, prima di mettersi a imitarli senza avere capito un cazzo.
E mo’ basta anche con la scusa dei soldi che non ci sono.
E’ chi fa il film che deve tenere conto del budget, adeguando le ambizioni e giocando sugli eventuali limiti imposti.
Invece, se il film e’ italiano, sembra che sia lo spettore che deve continuamente adeguarsi, scusare, giustificare, perdonare, comprendere, sorvolare, facendo spesso finta di non vedere e (soprattutto) di non sentire.
Come se poi in Americalandia non ci fossero film low budget che spaccano comunque i culi… toh, “Lowlife” di Ryan Prows quanto NON sara’ costato? Eppure cazzo se spacca.
Restiamo in Europalandia? “D’Ardennen” film belga (la potente cinematografia belga), noir coi coglioni (un po’ peso) fatto come dio comanda.
Mah.
Guarda The fool , russia 2014 , sarà costa le vecchie 27mila lire e che stracavolo di capolavoro che è.. e mena più di un film di mazzate.
Mea culpa lo segno che non lo conoscevo , grazie.
“Leave No Trace”, a proposito di film riguardo il Post-traumatic stress disorder. Poca azione, ma molto be fatto, ed anch’esso costato due soldi
Ex Drummer , la potentissima cinematografia belga che con un solo film asfalta il nostro cinema per 15 anni indietro e avanti.
pensa che coincidenza, visto ieri sera.
“si lascia vedere” potrebbe esser il commento riassuntivo.
per alcune cose merita pur essendo non certo memorabile.
per altre.. boh..sembra un po’ ingenuo
E’ una merdina fredda, manco fumante. Strano che questa apologia non l’abbia fatta Stanlio, perchè di Toshiro mi fido di solito.
Meno male che qualcuno ha avuto la mia stessa impressione, dopo i primi commenti sembrava che fosse Lesa Maestà dire che si tratta di un film scadente
Ripeto quanto detto: il fatto che il genere “revenge” sia da noi poco esplorato, o che ci siano tanti altri film di merda in giro, non significa che mi debba andar bene qualsiasi cosa che faccia un pelo meno cagare. Personalmente ragiono in assoluti, non relativi
Ed avendo visto abbastanza film di genere da farmi un’idea, “La Belva” è a mio avviso un film mediocre. 100 volte meglio “Un Borghese Piccolo Piccolo”, se vogliamo parlare di revenge italiano, o Commando che almeno non si prende sul serio
Questo non l’ho ancora visto, ma volevo contribuire alla discussione sul nuovo cinema di genere italiano.
Per rendere l’idea di quanto siamo indietro o timidi rispetto a altri paesi europei, vi invito a vedervi, sempre distribuito da netflix, el practicante, non perché sia chissa quale capolavoro, ma perché almeno c’ha dietro un paio di idee e del coraggio.
Perché parlarne male?
Qui dentro oltretutto?
– Perché ci danno la merda e ci dicono che è cioccolata, e noi da bravi provincialotti ci crediamo pure. Abbiamo i mezzi e i talenti per fare roba cazzuta, invece ci accontentiamo degli scarti. Francamente sono stufo, e per fortuna vedo che non sono il solo.
– Quale luogo migliore di questo?
Oggi ero a casa e dopo aver letto la rece stamattina e i primi commenti ho deciso di guardarlo (onestamente? Se non l’avessi visto qua sopra l’avrei schifato a priori).
Ok, passo sopra alla trama che è zero originale, non calcolo i mezzi a disposizione che sono scarsissimi e mi tappo le orecchie e gli occhi quando gli attori parlano. Cosa resta? Un prodotto mediocre con due buone scene e un attore credibile e tutto sommato convincente. Ma il film nel suo complesso è noiosetto e parecchio sotto-ritmo e lo salvo, con un provincialismo paraculo, perché ci “abbiamo provato anche noi”. Ma è sufficiente? No, non credo. Lo riguarderei o consiglierei? Boh, probabilmente no.
La trama, iper-collaudata, era vincente e l’interprete era giusto ma si poteva fare decisamente di meglio con un pizzico di impegno in più.
non so, ho guardato certe robe recenti con van damme o scott adkins che non hanno certo meno difetti di questo film, prodotti dignitosi e nulla più che a qualcuno piacciono e ad altri no.
eppure non sono arrivati tutti a cacare il cazzo nei commenti.
sarà che il “ci si agita solo perché è un film italiano” vale in entrambe le direzioni.
Ma per te ‘cacare il cazzo’ equivale a cosa, esattamente?
No perché mi pare che nessuno avrebbe ‘cacato il cazzo’ se non ci si arrampicasse come al solito sugli specchi per difendere l’indifendibile.
Qui, oltre che la festa dello sbadiglio, c’è pure questo fastidiosissimo ronzio di sottofondo “ammazza Gifuni che attorone si vede che viene dal teatro”.
A me il cazzo me l’hanno cacato questi qui e voi che li difendete.
A difendere sempre le mediocrate ci siamo ritrovati con Baglioni che si paragona al Papa, poi boh, contenti voi.
E chiudo: sì, hai ragione, Scott Adkins ha fatto parecchi film di merda, ma mette il 110% in ognuno di essi, così come tutti gli stuntmen e le maestranze, perché in un action ci deve stare l’action e poco altro.
Calci in faccia e onestà intellettuale, di questo si tratta.
dire che qualsiasi cosa non perfettamente conforme al proprio gusto è merda fumante è la nuova moda dello spettatore medio italico..ma lo si fa solo per darsi un tono … passerà.
“cacare il cazzo ” vuole dire venire a fare dietrologia sui perché della recensione, i vari “e allora ce lo meritiamo”, “se era un film blabla non lo cacavate”, e via dalle più leggere accuse sottili (vedi il tuo commento sul ronzio di sottofondo) fino all’ipotizzare la morte del cinema di genere per colpa esclusiva delle recensioni magnanime dei 400 calci,
invece per esempio io ho visto rece positive di dtv che ho trovato mediocri, e altre negative di film che ho trovato dignitosi.
eppure nessuno è venuto a, come si diceva, cacare il cazzo.
a toshiro il film è sembrato godibile, così come nanni preferisce il primo debt collector al secondo, mentre per me è il contrario.
io me ne faccio una ragione, ma appunto in questi commenti ci vedo più del semplice “a me ha fatto cacare”.
Coraado esatto
Se inizi un intervento parlando di “cagare il cazzo” poi non ti puoi aspettare commenti particolarmente gentili, te lo sei cercato
Appunto perchè qui c’è uno spazio per commentare, se si vuole aggiungere qualcosa a quanto letto, o se non si è d’accordo con la recensione, si interviene. Ed a me pare che la maggior parte dei commenti abbiano cercato di spiegare con dovizia di particolari il perchè non erano d’accordo
Dobbiamo lasciare solo commenti positivi, oppure far finta di nulla se non si è d’accordo, altrimenti “lo facciamo solo per darci un tono”?
Ha ragione Coraado, stacce
Ha ragionisssima Coraado. Poi, takeshi, non capisco come ti sia venuto in mente di commentare un film che non hai visto nella sua interezza. E non solo non provi imbarazzo, ma ti metti pure a sdottoreggiare.
No. È chiarissimo che il film ha il cuore al posto giusto, e gli si da tutto il beneficio d’inventario possibile, ma stringi stringi è un action dal ritmo sbagliato, senza scene o coreografie memorabili, con gli interpreti che biascicano le battute come nel peggior dramma da tinello. Lo capisco l’entusiasmo, anche io ci volevo credere ma no. Si salva la razza incredibile di Gifuni e davvero poco altro.
E guardate, io ci credo in questa cosa della rinascita del film di genere italiano, se lo vedo in Blu-ray da qualche parte lo compro pure perché magari così il prossimo gli viene meglio con due eurini in più.
Credo che un buon emblema dello SBAGLIO di questo film sia il pezzo sui titoli di coda: i Greta Van Fleet; i riferimenti sono quelli giusti, ma purtroppo hai fatto la brutta copia.
Allora. Visto questo weekend in double Bill con Il Talento Del Calabrone, insieme al film con Castellitto questo La Belva condivide l’essere un film italiani che partono da assunti che tipicamente siamo abituati a vedere nel cinema americano ma mentre in film di Cimini è LO SBAGLIO questo di Di Martino è assolutamente sulla strada giusta. Il tentativo di tradurre l action moderno su coordinate nostrane passa da progetto del genere che per quanto imperfetto e sicuramente non all altezza del miglior materiale si costruisce una sua forma credibile. Gifuni è assolutamente pazzesco. Non c’è da discuterne granché. Anche nei momenti di fisicità mi ha convinto. Un ex soldato imbottito di medicine e sensi di colpa che lotta come un orso, potrebbe essere realisticamente uno dei miei vicini di casa più di un qualsiasi marzialista salterino o di un agente hi tech.
A fine film ho sognato un seguito su queste coordinate, con più action, qulche location in più e obbligando Gifuni a qualche dose extra di palestra.
madonna che trauma il talento del calabrone.
castellitto escluso (che comunque non brilla visto il copione) non ho mai visto un ensemble di attori come questo da “gli occhi del cuore”.
Il talento del calabrone manco pagato lo vedrei ed è il remake del film coreano the terror live.
L’originale merita parecchio.
che commenti boriosi e noiosi ..come se servisse sottolineare i difetti del film…come se invece quello da cui è ispirato fosse un capolavoro…è una cagata atomica costata 10 100 volte tanto con un protagonista ancora meno credibile. Gente che blatera che ci propongono ci dicono ci ci ci ma ci cosa? Quanti film calcisti italiani sono usciti negli ultimi 5 anni? forse 1 all’anno…se questi si mettono a produrre un po’ di gente giovane magari tra poco ne usciranno 3 4 all’anno e forse uno sarà una bombetta…che differenza c’è con quello che succede in altri paesi dove però non c’è la dittatura del tinello? Forse che la.Blumhouse di turno ha prodotto solo i futuri friedkin andando sul sicuro? Cosa facciamo aspettiamo che nasca il prossimo Argento o quel che è? Il film più bello e più o meno calcista degli ultimi 20 anni italiano è ancora Non essere cattivo eppure non se l’è cagato nessuno…ma è servito ad esempio agli attori per venire fuori dal tinello e fare anche roba diversa …idem per Jeeg Robot … Ziocaro la gente si fa le seghe per Valhalla Rising poi guardo Il primo Re ed è mille volte meno palloso e forse anche meglio…se tutto quello che non è perfetto viene trattato come merda fumante non ne usciamo più..hai voglia poi a lamentarsi…ci meritiamo Netflix e le serie e i film tutti uguali
In breve, Taken e Neeson sono una cagata atomica? Questo stai dicendo?
se usassi gli stessi criteri che han portato a dare della merda fumante a questo..sì senza problemi …Taken è appena meglio..quindi cagata atomica
Taken è un signor action movie, però se uno si lamenta che la Belva abbia una trama esile e lo paragona a Taken mi viene da chiedere se abbiamo visto lo stesso film, visto che in Taken, come ne La Belva, la trama la puoi scrivere su un francobollo.
E naturalmente va bene così.
Quello che invece va meno bene è questa ossessione internettiana per la polarizzazione delle opinioni per cui tutto deve essere o un capolavoro o rumenta indifendibile; esistono soltanto i Witcher 3, i Breaking Bad e i Dark Side of The Moon da un lato e e i Big Rigs, le fiction Magnolia e i Figli di Pitagora dall’altro.
Ci sono numerose altre sfumature di grigio tra gli estremi del “capolavoro” e della “schifezza”, tra cui quella dell'”onesto, anche se si poteva fare di più”. Categoria alla quale secondo me appartiene La Belva.
“Eh, ma io volevo John Wick.” Bene, allora qual è il problema? Guardati John Wick (quasi quasi stasera me lo riguardo).
Ultima cosa: posso dire che a me il citare continuamente Boris, che pure apprezzo tantissimo, ha stancato?
ma appunto..ma poi in una recensione dove si apprezza lo spirito e lo sforzo produttivo molto più del film…mah certa gente non ci arriva proprio
@Sbuffo, la “merda fumante”, si capisce che è un’iperbole dettata dalla stanchezza dei giudizi salvifici che ormai la fanno da padrone quando poco poco il cinema italiano prova a fare qualcosa di diverso dalle solite commediole e drammoni familiari…che detta così, ad avercene sul serio!
Poi, guardando il risultato ti cascano le palle.
Com’è possibile far trasparire tanta pochezza quando alla fine (guardando bene) le possibilità c’erano tutte? Perché i combattimenti non sono stati preparati meglio? Perché ad un ex ufficiale dei corpi speciali non lo fai sparare come John Matrix? Perché una tossica dovrebbe saper fare parkour? Perché? Perché tutte queste domande non se le sono fatte il regista, i produttori e tutto il resto della compagnia, visto che l’ispirazione è palese?
Se fosse stato appena più curato pensi che non saremmo stati tutti più entusiasti e pronti ad urlare al miracolo?
Questo film è solo il prodotto organico di un brodo primordiale che oramai, e lo dico a malincuore, credevo potesse generare ben altri contenuti.
Il cinema di genere, l’action specialmente, è tra i più complicati da realizzare (cit. Nanni)..e non è lodando un prodotto mediocre che lo si fa crescere.
guarda i difetti son talmente evidenti che è inutile ripeterli…riassumo così..nella recensione ci han detto che ci sono delle premesse positive che han portato a un film che si definisce giusto e non un capolavoro né una roba che risolleverà il genere italiano … alcuni qua invece invertendo i fattori han deciso che un filmetto senza pretese dovesse essere il portabandiera di un movimento che ha partorito sto film come prodotto di anni di produzioni lavorazioni attrazioni lobby di giornaloni e via dicendo…non è così..quindi si può anche dire che sia una merda fumante ci mancherebbe … ma da qua a dare della.merda fumante anche a tutto il resto così giusto per … capirei se fossimo sul blog del tinello e stessimo parlando del millesimo tinello annuale..ma qua siamo a un film se va bene all’anno… se pesto una merda tuti i giorni tranne uno quel giorno posso lamentarmi di altro ma non di aver prestato una merda.. per essere eleganti…poi vabbè ognuno al pensi come crede e amen
Pacino! At The Disco è vero, ci vorrebbe una moratoria sul citare boris.
come controtesi però ti sfido a guardare anna foglietta nel talento del calabrone e resistere dalla tentazione di citarlo.
Dunque: Vekki ke spakkano.
Questo basta per vendermelo, se poi hanno ragione i detrattori, torno e faccio un massacro.
Se hanno torto i detrattori, torno e faccio un massacro lo stesso.
Non è importante il motivo, è importante il massacro.
“La belva addormentata”
Ciao a tutti,
Per la Mia modestissima opinione carino ma nulla di che. Visto sabato e già lo sto dimenticando.
2 o 3 scene riuscite particolarmente bene (le scale su tutte). Apprezzo lo sforzo dai.
Posso dire che stasera ho visto Mosul sempre su Netflix e mi è piaciuto un sacco di più: tutto di corsa senza mai fermarsi.
No, dai la scena delle scale è riuscita malissimo. Se la riguardi ci sono almeno quattro errori di coreografia talmente grossi che ne bastava
un per mandarla a monte, tra colpi palesemente a vuoto, distanza sbagliate, a un certo punto Gifuni dimentica che deve fare un disarmo del coltello e il povero stuntman abbozza un attimo e poi ripete lo stesso identico colpo per farsi disarmare… patetico. Se questo era il take migliore che avevano, chissà che cos’erano gli altri.
Nelle intenzioni volevano citare Atomic Blonde, nei fatti è ‘na scoreggia.
Scusate, dove si può guardare?
Netflix
Finito di vedere or ora. Film che bisogna solo essere contenti che finalmente esista anche in Italia. Certo, non è perfetto ma, quando si tratta di produzioni estere, vi fate andar giù qualunque cosa, quando si tratta dell’Italia arrivate a lamentarvi pure che la trama non è originale. Essí, come se da noi uscissero dieci action l’anno, siamo famosi per quello, allora possiamo lamentarci che l’undicesimo sia ripetitivo o che sembri dover affinare la padronanza del genere. Comunque… Mi sono immaginato il regista che, come nella vignetta di Ortolani su Mad Max Fury Road, incitava Gifuni gridandogli i titoli dei film fatti con Virzí e Ozpetek di cui doveva farsi perdonare :-D
Bravissimo, concordo.
Ma davero davero il bomber con il lupo sulla schiena, la recitazione tipo festa di natale delle elementari, i dialoghi scritti dai 3 tizi di boris?
Corretto? No dai, avete rotto il cazzo.
Rido da solo in ufficio…
Renè a gridare DAI! DAI! DAI! in tutte le scene dove compaiono figlio ed ispettore…
udokier, sicuramente non hai letto i commenti precedenti che dicevano che chi cita Boris ha ampiamente rotto il cazzo. Aggiugo che chi lo fa crede di essere arguto, invece è della stessa pasta di quelli che di solito critica e manco se ne accorge. E basta.
A me è garbato un sacco! peccato semmai per le figure della moglie e il figliolo che la fanno scendere
Ma quello nel poster promozionale è Gifuni o Pirlo?
Non capisco come si faccia a dare contro ad un film così, con i suoi difetti ma un onestissimo prodotto fra l’altro girato tecnicamente molto bene. Inizio a credere che ci meritiamo tutti i muccini che abbiamo e tutte le commediole di merda con Brignano e co.
Se devo trovare una nota negativa qualche combattimento un po’ troppo “lento” dove si vedono i colpi accompagnati (quello con i due tossici nel garage invece è fantastico) e un finale un po’ troppo veloce sul tetto del palazzo, ma però ragazzi davvero, AD AVERCENE…
Il problema è che nun ce sò e non puoi manco fa’ un cacchio de paragone.
E il finale veloce me lo chiami difettuccio? Io dire un errore madornale. Sono veramente rimasto di stucco dopo un’ora di preparazione certosina a quel momento
Verissimo, pare quasi che il finale lo abbiano girato per ultimo e avessero finito i soldi.
Cioè
SPOILER
dopo che ha buttato di sotto il pappa dei pedofili, mi sembrava così tutto troppo veloce che ho pensato avrebbe dovuto affrontare i russi. E invece.
Un film da cinque e mezzo, con mezzo punto di bonus per le italiche origini.
“Avercene” nì, sommessamente mi è sembrato una poverinata che si lascia guardare con un sottofondo di voglia che mi fa propendere per la sufficienza. Potabile
Fatte salve la regia e Gifuni, c’è voluto veramente impegno per scrivere un film così a cazzo di cane. Ma poi perché i super cattivi senza scrupoli prima lo vogliono tutti far fuori e poi lo lasciano così per terra senza finirlo? Poi 10 minuti devastanti con moglie e figlio al pronto soccorso che parlano sussurrando, che tramortiscono qualsiasi momento d’azione prima e dopo.
gente poi la colpa è sicuramente la mia che sono cresciuto a pane e doppiaggese, però anche loro se si mangiano due parole sue quattro mentre farfugliano a bassa voce…un pò fatica la si fa…per il resto che dire, film di genere anche onesto…
In Italia manca il cinema di genere e con questo film continua a mancare. O forse dovevo dire con questo direct-to-video, termine forse più appropriato. Siamo ai livelli dei film di Bruno Mattei.
Lo streaming forse gli permetterà di recuperare legittimamente un po’ di spiccioli che, se versati ai botteghini delle sale, sarebbero rubati.
Perfetto Gifuni, le battute non ce le ricordiamo, ma la sua maschera basta e avanza.
Da dimenticare: tutto il resto.
Mal scritto, mal sceneggiato, mal recitato.
premessa, non parlo del film che non ho visto (anche se non mi ispira, ammetto che piú di una volta mi son dovuto ricredere sui miei pregiudizi grazie a questo sito) *peró* mi pare che l’uso dell “avercene” oltre che esser decisamente consolatorio perda di forza se si usa ogni 2 recensioni. forse vuol dire che giá ne abbiamo, non credete? ma se ne abbiamo e non siamo soddisfatti vuol dire che forse non ne avevamo bisogno. quindi no. non avercene. :P
avercene nel senso letterale del termine…se ne esce uno ogni 2 anni è dura fare confronti con chi ne sforma tra i 10 e i 30 (di cui poi forse 1 su 5 guardabili)…
Esatto.
Anche io dicono “avercene” non perché sia un capolavoro, ma perché se invece di uno ne escono dieci all’anno, magari di questi un paio sono azzeccati.
Forse l’aspetto un pochino tirato è la voce di Gifuni: iper-roca e bassa, a tratti incomprensibile. Della serie: il capitano Leonida che fa brutto deve avere la voce a fare ancora più brutto. Dettagli. Resta che l’ho visto ieri sera, dopo una settimana di lavoro e cazzi vari, e ammetto che da tempo non provavo un così sano e onesto divertimento. Bravi tutti.
l’avevo passato perchè non mi ispirava.
dopo aver letto la recensione l’ho recuperato:
Gifuni (Toshiro), sappi che io ti troverò.
e dillo che hai scritto una recensione positiva solo perchè ci recitava tuo padre.
(seriamente: ok. le intenzioni erano buone. ma non possiamo fare i processi, o le lodi, alle intenzioni. l’unica cosa su cui sono d’accordo è la buona estetica ambientale ed un generale approccio realistico alle scene d’azione, nel senso che le scazzottate tra drogati e reduci strafatti assomiglino più a queste che non a mortal kombat. per il resto storia scritta male, caricata male sui punti emotivi, comprimari pessimi (la madre, il figlio, la bambina, il poliziotto, la psicologa… hanno tutti UNA sola faccia ed una sola voce), finale scadente… insomma, ok che in italia non si fanno film del genere quindi tutto quello che arriva è meglio di niente, ma ad un certo punto ne siamo proprio sicuri che qualsiasi cosa sia meglio di niente?)
Il film assomiglia molto ad un esercizio da “accademia del cinema”, hai studiato fai il tuo compito. La sceneggiatura prende a piene mani tutti gli archetipi narrativi del film di genere e li ordina nel modo giusto in modo che tutto vada da A a B nella massima semplicita’. La regia confeziona il tutto, quasi in modo pratico e conciso cercando di acclimatare subito lo spettatore in quello che succedera’ senza uscire dai binari.
La caratterizzazione del personaggio principale è essenziale e Gifuni si impegna per riuscire a reggere il film da solo cosa che gli riesce ma non totalmente. Il resto del cast partecipa, ma senza davvero aggiungere nulla al contesto. le azioni di combattimento che alcuni contestano invece le trovo abbastanza coerenti con lo stato psicofisico del personaggio. Chi si aspetta un john wick che non sbaglia un colpo e sa sempre cosa faranno gli “avversari” forse dovrebbe rivedere il concetto di combattimento corpo a corpo, sopratutto in ambienti stretti e sotto gli effetti di psicofarmaci. (l’espediente dello stato psichico del protagonista in questo contesto è furbo e funzionale in un mondo attoriale italiano dove forse nessuno è realmente allenato o preparato a certe generi di azioni sia a livello fisico che tecnico) una nota di merito per la fotografia e la scelta del non contestualizzare l’ambientazione, ponendo cosi’ il prodotto più spendibile fuori dai confini nazionali. E’ chiaramente un esperimento per dimostrare che si possono fare anche sul nostro territorio determinati generi di film, ora pero’ bisogna attingere dalle persone giuste sceneggiature piu’ originali e osare alla regia a costo magari di sbagliare qualche virgola ma confezionando almeno un ricordo nello spettatore cosa che in questo film non avviene. E poi cercando magari, di selezionare meglio gli attori che sicuramente non mancano ma che spesso vengono preferiti ad altri che entrano nel circuito cinematografico da strade come sappiamo non sempre di merito. Detto questo è un film che ho trovato tutto sommato interessante per essere un prodotto confezionato in Italia ma come spesso si dice, un appuntamento mancato.
a me pare il remake dello spot della puma security…quelli della tecnologia israeliana….il ladro interrogato dai poliziotti..
Smesso di guardarlo da quanto fa pietà… ATTORI VERAMENTE PESSIMI.. Scene d’azione che neanche 30 anni fa le facevano così.. Dai ma dove vogliamo andare con questi film. Sappiamo fare di meglio in Italia.
Stasera ero stanco, incazzato, scavato. Volevo solo un film onesto, di menare, di non pensare, di passare due ore senza dover leggere sottotitoli e senza dover bestemmiare per lo schifo del cinema italiano. Allora mi sono ricordato di questa recensione. E niente, ti ringrazio perché la mia serata ora va meglio.onestamente.